Academic literature on the topic 'Regioni Costiere'

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Journal articles on the topic "Regioni Costiere"

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Christie, Neil. "Byzantine Liguria: an imperial province against the Longobards, A.D. 568–643." Papers of the British School at Rome 58 (November 1990): 229–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011661.

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Abstract:
LIGURIA BIZANTINA: UNA PROVINCIA IMPERIALE CONTRO I LONGOBARDI,568–643 D.C.L'invasione longobarda dell'Italia bizantina nel 568 d.C. restrinse in maniera consistente i territori imperiali costringendoli alle regioni costiere della penisola. La provincia della Liguria, rapidamente privata di legami terrestri con le altre zone imperiali sopravvissute, ha visto una rapida militarizzazione della sua amministrazione, rimedio supremo nella sua lotta per contrastare l'invasione longobarda. Sebbene solo sporadicamente documentata dalle fonti letterarie, la Liguria beneficia di una messe di dati archeologici, soprattutto in forma di repertori tipologici dettagliati da scavi urbani (fra cui Luni, Albenga e Ventimiglia), che forniscono indicazioni importanti sulle trasformazioni sociali presenti in questa fase così poco studiata. Sistemi di popolamento urbano, militare e rurale sono ampiamente esaminati e riportati all'interno di un'intelaiatura politica, militare e amministrativa della provincia e in generale dell'Italia bizantina. In particolare, molta attenzione viene data alle strutture di difesa e che contribuirono alla sopravvivenza della Liguria bizantina fino alla metà del VII seeolo d.C.
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Acosta, A., M. L. Carranza, G. Ciaschetti, F. Conti, L. Di Martino, G. D'Orazio, A. Frattaroli, C. F. Izzi, G. Pirone, and A. Stanisci. "Specie vegetali esotiche negli ambienti costieri sabbiosi di alcune regioni dell'Italia Centrale." Webbia 62, no. 1 (January 2007): 77–84. http://dx.doi.org/10.1080/00837792.2007.10670817.

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3

P.R., SHASHANK, and BALÁZS BENEDEK. "New records of Noctuid moths (Lepidoptera, Noctuidae) from India, Bhutan and China." Journal of Insect Biodiversity 20, no. 1 (November 17, 2020): 26–34. http://dx.doi.org/10.12976/jib/2020.20.1.4.

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Abstract:
The five species, Harutaeographa brumosa Yoshimoto, 1994, Nyctycia asymmetrica Hreblay & Ronkay, 1998, Hemiglaea costigera Hreblay & Ronkay, 1998, Owadaglaea barna Hreblay & Ronkay, 1998, and O. triangulifera Hreblay & Ronkay, 1998 are reported for the first time from the Himalayan region of India, Bhutan and China. For two species, N. asymmetrica and H. costigera, the females are described for the first time. Male and female genitalia of all species are illustrated and new distributional data is provided. Key words: Biodiversity, Distribution, Himalaya, New record
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Scalercio, Stefano. "Nuovi dati di distribuzione dei macrolepidotteri eteroceri della fauna calabrese (Insecta Lepidoptera)." Memorie della Società Entomologica Italiana 91, no. 1-2 (December 15, 2014): 3. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2014.3.

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Abstract:
Vengono riportati dati di distribuzione di 566 specie relativi a 224 località. Le località sono state raggruppate in nove rvincie ambientali (PA) individuate su base ecologica e geografica, in modo da offire una lettura più ecologica e meno amministrativa della distribuzione della fauna sul territorio. Per molte specie si tratta della prima segnalazione per una determinata PA (33 per il Pollino-Orsomarso versante calabrese, 165 per la Catena Costiera, 83 per la Sila, 33 per il Marchesato, 12 per le Serre, 60 per l’Aspromonte, 63 per la Valle del Crati, 72 per la Costa tirrenica, 31 per la Costa ionica). Si segnalano per la prima volta 7 specie per la Calabria (<em>Catocala lupina</em> e <em>Dichagyris candelisequa</em> rinvenute nel Pollino-Orsomarso, Z<em>anclognatha lunalis, Cucullia calendulae</em> e <em>Lithophane</em> <em>merckii</em> rinvenute lungo la Costa tirrenica, <em>Luperina</em> <em>testacea</em> e <em>Xanthia</em> <em>togata</em> raccolte in Sila), mentre 38 specie erano note solo per una località. Inoltre, viene confermata la presenza di <em>Proserpinus</em> <em>proserpina</em> in Calabria. Si evidenzia la mancanza di uniformità della distribuzione dello sforzo di campionamento nella regione, con PA molto poco conosciute come la Catena Costiera, le Serre, il Marchesato, la Valle Crati e l’Aspromonte, auspicando che vengano promosse iniziative per coprire omogeneamente il territorio calabrese.
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5

Zoppi, Corrado. "Alcune riflessioni sull'attuazione del Piano di valutazione della politica regionale unitaria della Sardegna." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 43 (February 2010): 135–59. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043010.

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Abstract:
Questo saggio presenta, in termini critici, alcuni aspetti significativi del "Piano di valutazione della politica regionale unitaria 2007-2013" della Regione Sardegna (PdV). Si discute l'approccio metodologico del PdV e il ruolo dei diversi attori-chiave nel suo processo attuativo. Si analizza, inoltre, la messa in pratica della metodologia del PdV per la definizione di una delle ricerche valutative che ne costituiscono la trama, quella sulla valutazione delle politiche regionali contro la dispersione scolastica. Si mettono in evidenza, ancora, alcune problematiche tecniche che si presentano nello sviluppo del PdV, legate alla complessitŕ dei fattori che entrano in gioco nella valutazione di politiche messe in atto dall'amministrazione regionale. Si fa, infine, cenno ad un'esperienza valutativa interessante, la Valutazione ambientale strategica (VAS) dei piani urbanistici comunali dei Comuni degli ambiti di paesaggio costieri della Sardegna in adeguamento al Piano paesaggistico regionale, in quanto foriera di suggerimenti importanti per lo sviluppo delle ricerche valutative del PdV.
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Oriani, Aldo. "Dati storici sulla presenza circummediterranea del francolino nero Francolinus francolinus francolinus (Linnaeus, 1766)." Rivista Italiana di Ornitologia 84, no. 1 (March 20, 2015): 11. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2014.217.

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Abstract:
Si espone la distribuzione storica del francolino nero sulle coste del Mediterraneo; da quelle asiatiche, dove era endemico, venne introdotto e si naturalizzò in Grecia fin dall’antichità e dal XIII secolo in Sicilia ed Aragona. In quel secolo ne parlò Federico II di Svevia nel suo trattato di falconeria dimostrandone una approfondita conoscenza e contemporaneamente la specie veniva citata nelle leggi dell’Aragona. Da queste due regioni il francolino venne diffuso in ampie zone della Spagna, della Francia sud-occidentale, della Toscana e forse anche della Lombardia ed è emersa l’ipotesi che la specie fosse presente anche in Egitto. <br />Il francolino scomparve, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, da tutti i territori dove era stato introdotto a scopo venatorio a causa delle modifiche ambientali conseguenti alle bonifiche e alla antropizzazione e della caccia non regolamentata, ormai non più prerogativa esclusiva della nobiltà che, per secoli, si era adoperata a tutelare la specie. Analoghe cause portarono, nel corso dell’Ottocento, alla scomparsa del francolino anche da quasi tutti gli ambienti costieri del Mediterraneo orientale, tanto che, già negli anni Trenta del secolo scorso, si nutrivano preoccupazioni sulla sua salvaguardia anche nei territori dove era indigeno.
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7

Brichetti, Pierandrea, and Nunzio Grattini. "Distribuzione, consistenza ed evoluzione delle popolazioni di cigno reale, Cygnus olor, nidificanti in Italia nel periodo 1980-2012." Rivista Italiana di Ornitologia 84, no. 1 (March 20, 2015): 29. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2014.216.

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Abstract:
Storicamente, i primi casi di nidificazione di Cigno reale (<em>Cygnus olor)</em> in Italia sono stati accertati in Lombardia e Piemonte negli anni ‘60-’70 del secolo scorso, in seguito ad introduzioni iniziate negli anni ‘30-’40 nelle parti svizzere di alcuni laghi lombardi e continuate nei decenni successivi. La popolazione nidificante risulta attualmente concentrata nelle regioni settentrionali, dal Piemonte orientale alla fascia costiera alto-adriatica, dove si riproduce quasi il 90 % della popolazione nazionale; presenze più frammentate in Liguria, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria, Lazio, Basilicata e Sardegna. All’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso erano state stimate 20-35 coppie nidificanti in meno di 15 siti; di queste, l’80% si trovava in Piemonte e Lombardia. Le coppie sono aumentate a 25-45 nel 1987, poi a 300-500 nei primi anni del 2000, ed attualmente a 500-700 in oltre 150 siti, con un aumento di oltre il 900% rispetto ai valori iniziali. Questi dati confermano la fase di incremento ed espansione territoriale nota a livello europeo negli ultimi decenni. La colonizzazione di molti siti riproduttivi, localizzati in prevalenza nelle regioni settentrionali, è dovuta alla formazione di nuclei svernanti, cui fa seguito la formazione di coppie riproduttrici. Tale fenomeno ha interessato, seppur in misura più limitata, anche le regioni centro-meridionali, dove le osservazioni sono andate aumentando negli ultimi due decenni. Il Cigno reale nidifica a coppie isolate o localmente raggruppate in forma coloniale in zone umide naturali o artificiali, anche di modesta estensione, preferibilmente dal livello del mare fino a 300 m, con un’altitudine massima di 970 m s.l.m., rilevata in Trentino.
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Grandi, Alberto, and Stafano Magagnoli. "Ai margini dell'intervento straordinario. Le Marche tra la Cassa per il Mezzogiorno e la piccola impresa." STORIA URBANA, no. 130 (October 2011): 169–91. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130007.

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Abstract:
Le politiche di sviluppo economico attuate nella regione marchigiana a partire dal secondo dopoguerra si confrontano con due variabili significative che definiscono il contesto di intervento. Da un lato, la caratteristica dimensionale e qualitativa del tessuto produttivo locale: esso č composto per lo piů da piccole imprese, sviluppatesi seguendo un percorso di industrializzazione di natura sostanzialmente endogena, ed č segnato dalla presenza di una imprenditoria diffusa, la cui origine si lega a strutture economiche e sociali formatesi nel lungo periodo. Dall'altro lato, la peculiaritŕ amministrativa e geografica, per cui la parte piů meridionale del territorio regionale č interessata dai provvedimenti della Cassa per il Mezzogiorno. Le politiche pubbliche a sostegno dell'industrializzazione intervengono in questo contesto secondo due differenti strategie. Nel primo trentennio dopo la Seconda guerra mondiale, esse sembrano soprattutto orientate a sostenere la competizione territoriale, nel quadro delle scelte nazionali di localizzazione industriale e di allocazione delle risorse; le Aree industriali attrezzate rappresentano, per tutto questo periodo, uno strumento attraverso il quale attrarre l'insediamento di imprese "esterne". L'istituzione del Consorzio per il Nucleo d'industrializzazione di Ascoli Piceno, nell'ambito degli interventi della Cassa per il Mezzogiorno, si inquadra in questa prima fase. Una seconda fase, dalla metŕ degli anni Settanta, vede invece prevalere l'obiettivo di riequilibrare le asimmetrie createsi negli anni precedenti e rappresentate dal maggiore sviluppo economico, sociale e demografico della fascia costiera e delle zone d'imbocco delle valli. Le Aia di iniziativa regionale attivate in questa seconda fase mostrano una diversa declinazione dell'uso di questo strumento, mirata a interagire con le dinamiche della piccola impresa.
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Rossetti, Federico, Bruno Goffé, Patrick Monié, Claudio Faccenna, and Gianluca Vignaroli. "Alpine orogenic P-T-t-deformation history of the Catena Costiera area and surrounding regions (Calabrian Arc, southern Italy): The nappe edifice of north Calabria revised with insights on the Tyrrhenian-Apennine system formation." Tectonics 23, no. 6 (December 2004): n/a. http://dx.doi.org/10.1029/2003tc001560.

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"Modelli di urbanizzazione costiera: morfologia e complessità strutturale, a scala urbana e territoriale, nella Regione Metropolitana di Barcellona." ACE: Architecture, City and Environment, June 2008. http://dx.doi.org/10.5821/ace.v3i7.2450.

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Dissertations / Theses on the topic "Regioni Costiere"

1

Carollo, Alessandro. "Il ruolo delle politiche marittime nello sviluppo delle regioni costiere. Ipotesi di riequilibrio del sistema portuale siciliano." Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/130.

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Abstract:
La tesi analizza le politiche marittime per indagare il ruolo dei sistemi portuali nello sviluppo locale delle regioni costiere e nella sostenibilita' del rapporto tra spazio marittimo e territori interni. Pertanto la ricerca si propone di perseguire un duplice obiettivo: - Analizzare il ruolo attivo delle politiche marittime e delle infrastrutture portuali nelle strategie di riequilibrio territoriale. - Valutare l'efficacia nel contesto locale delle politiche di sviluppo portuale promosse a livello europeo e nazionale. Ricostruendo il quadro delle politiche marittime individuate a livello sovralocale, l'indagine si concentra sul caso regionale siciliano per verificare la sostenibilita' delle strategie attuate in un contesto locale rispetto alla rivoluzione globale dei trasporti marittimi e della portualita'.
The thesis analyzes maritime policies to investigate the role of the port systems in local development of coastal regions and in the sustainability of the relationship between inner regions and maritime space. Thus the research objectives are the following: - To analyze the active role of ports and maritime policies in the regional development strategies. - To evaluate the effectiveness in the local context of port development policies promoted at European and national level. After reconstructing the maritime policy framework, the thesis focuses on the Sicilian case in order to assess the sustainability of strategies in a regional context. Finally the research compares local strategies to the global scenario in maritime transport and port facilities.
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FALLATI, LUCA. "Remote sensing across multiple platforms and spatial scales: monitoring and assessment of eco-geomorphological changes on climatically sensitive coastal areas." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262344.

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Abstract:
Con l’avvento dell’Antropocene, una nuova epoca geologica caratterizzata dall’impatto delle attività umane sul clima e l’ambiente, il sistema Terra si trova a fronteggiare un netto aumento di fattori di stress di diversa origine. Tra tutti gli ecosistemi del pianeta, quelli delle regioni costiere sono sicuramente tra i più dinamici e vulnerabili. Questi sono caratterizzati da marcate dinamiche spazio-temporali e la loro posizione tra l’interfaccia terra acqua li rende soggetti ad impatti sia di origine terrestre che marina. Le minacce derivanti dai cambiamenti climatici e da un diretto impatto antropico possono danneggiare questi ambienti sia a livello locale che globale causando la perdita di habitat e un conseguente incremento della loro frammentazione. Questi disturbi possono portare a profonde trasformazioni e cambiamenti nella struttura delle comunità e, se ripetuti più volte in un breve periodo di tempo, causano una riduzione del potenziale degli ecosistemi di recuperare dopo impatti di diversa entità. In questo scenario sono essenziali valide e ripetibili tecniche di monitoraggio e mappatura per permettere di identificare e quantificare gli stress sia di natura antropica che climatica e i loro effetti sugli ecosistemi costieri. L’uso del telerilevamento per la raccolta dati rappresenta una valida soluzione per ottenere informazioni sinottiche degli ambienti impattati su diverse scale spazio temporali. Considerando queste necessità lo scopo principale del progetto di dottorato è stato quello di proporre nuovi protocolli di monitoraggio per la raccolta e l’analisi di dati da telerilevamento in regioni costiere, integrando l’uso di piattaforme e tecniche di processamento innovative. Questa ricerca descrive nuove prospettive per la raccolta di dati attraverso diverse scale temporali e spaziali usando piattaforme aeree e sottomarine. Satelliti, droni, fotogrammetria subacquea e tecniche di rilevamento acustico sono stati utilizzati per la raccolta dati in regioni costiere sia tropicali che temperate. Le informazioni raccolte sono state processate usando algoritmi sviluppati di recente come Structure from Motion (SfM), Object Base Image Analysis (OBIA) e Machine Learning. Gli articoli scientifici prodotti durante il progetto di dottorato hanno dimostrato l’elevato potenziale derivato dall’integrazione di differenti piattaforme e di metodologie di processamento dei dati. I protocolli descritti negli studi presenti in questa tesi illustrano pratiche innovative e ripetibili per la raccolta ed analisi di dati in aree costiere vulnerabili al fine di per poter valutare e quantificare gli impatti di natura antropica e climatica. I prodotti generati dalle analisi evidenziando l’occorrenza di mutamenti all’interno delle comunità e permettono di tracciare il loro declino o il potenziale recupero in un’ottica di monitoraggio e di sviluppo strategie di intervento e protezione.
The Earth system, with the entering in the new Anthropocene Epoch, is facing increasing impacts from multi-sources. Among all the environments, coastal regions are the most vulnerable, dynamic and rapidly evolving systems on the planet. Moreover, for their position at the interface between sea and emerging lands, these ecosystems are characterised by substantial spatial and temporal variability and are exposed to the impacts of both terrestrial and marine origin. Threats from climate change and direct human disturbances can affect at a regional or global scale causing habitat loss and increases of the level of fragmentation. These disturbances can lead to severe transformations, and communities shift that can be linked to the reduction of the potential of natural ecosystems to recover from multiple stressors. Under the described scenarios valid and repeatable monitoring and mapping techniques are essential to identify and quantify anthropogenic or climatic stress and their effects on coastal environments. The use of remote sensing platforms can represent a valid solution to obtain synoptic spatiotemporal data of threatened environments. According to this necessity, the primal aims of this doctoral project have been to propose monitoring protocols for collecting and analysing remote sensing data in coastal regions around the world, integrating innovative platforms and processing techniques. This research provides new insights into remote data collection and elaboration on critical coastal environments through different spatial and temporal scales. Above and underwater sensing platforms like Satellite, Unmanned Aerial Vehicles (UAVs), underwater photogrammetry and multibeam echosounder were used to collect data, and the retrieved information was processed applying recently developed algorithms such as Structure from Motion, Object Base Image Analysis and Machine Learning. The publications realised during the PhD project confirmed the high potential of the integration of different platforms and processing methodologies. The produced protocols describe innovative practices for collecting and analysing data in coastal regions in order to asses pressing anthropogenic and climatic impacts. Besides, the outputs generated from the analyses allow to highlight the occurrence of communities shift and tracking subsequent recovery or decline; they will be useful to monitor the response of the environments and address future protection strategies.
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Olianti, Beatrice. "Analisi socio-idrologica sullo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
Questo studio mira ad analizzare lo stato dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna prendendo in considerazione un caso studio di riferimento, le cui caratteristiche sono sufficientemente rappresentative delle problematiche generali che caratterizzano il corpo idrico. Il caso studio consiste nel "V bacino" in zona ravennate, del quale si sono esaminati i processi che regolano il ciclo idrologico, concentrandosi sulle loro dinamiche di cambiamento in relazione all'evoluzione delle attività antropiche, testimoniata dalle variazioni di uso del suolo occorse negli ultimi decenni. La redistribuzione delle principali classi di uso del suolo nel tempo guida la valutazione dello stato di qualità dell’acquifero, con particolare riferimento alla disponibilità di acqua dolce in falda minacciata dal fenomeno dell’intrusione salina. L’area di studio risente di una fragilità intrinseca imputabile ad un precario equilibrio determinato dalla morfodinamica naturale attiva e dalla perdita dei caratteri paesaggistico-ambientali originari a causa delle attività antropiche. La complessità di tale area ha richiesto semplificazioni modellistiche a partire dalla descrizione dell’acquifero attraverso un modello di tipo aggregato. Inoltre, essendo l’area depressa e conseguentemente soggetta a drenaggio, la determinazione delle regole di pompaggio riveste un ruolo cruciale per la corretta interpretazione dei bilanci idrici. I pochi dati di pompaggio disponibili non hanno consentito l’estrapolazione e validazione di tali regole e pertanto, questo aspetto richiederà ulteriori approfondimenti oltre lo scopo di questa tesi. Analogamente, la modellazione del processo di intrusione salina richiederà analisi aggiuntive vista la non univoca direzione del flusso idrico all’interno dell’acquifero e il forte impatto, nel medio-lungo termine, di processi quali la subsidenza o l’innalzamento del livello del mare.
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Dovesi, Linda. "Realizzazione della Rete Geodetica Costiera della Regione Emilia-Romagna: aspetti geodetici e computazionali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14277/.

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Abstract:
Il lavoro presentato in questo elaborato vuole descrivere gli aspetti geodetici e computazionali necessari alla creazione della Rete Geodetica Costiera che si propone essere il riferimento per tutti i rilievi futuri riguardanti il litorale emiliano-romagnolo. In particolare, vengono descritte le differenti fasi operative, di calcolo e verifica, che hanno accompagnato tale realizzazione. I risultati ottenuti analizzando le osservazioni GNSS statiche mediante due distinti codici di calcolo sono stati confrontati al fine di determinare la loro congruenza in funzione delle precisioni prescritte nel progetto. Un ulteriore verifica è stata eseguita confrontando tra loro le posizioni dei vertici generate dai rilievi in tempo reale con quelle statiche. Un aspetto fondamentale di cui si è tenuto conto durante la realizzazione della Rete Geodetica Costiera è la definizione del sistema di riferimento con cui sono restituiti i risultati e i diversi confronti, conforme al DM del 10 Novembre 2011 che ha sancito per l’Italia come sistema di riferimento geodetico nazionale la realizzazione ETRF2000, all'epoca 2008.0. Per ultimo è stato eseguito un aggiornamento delle quote ortometriche dei vertici della Rete Geodetica Costiera. Ciò è stato agevole nel momento in cui una delle reti geodetiche utilizzate per la realizzazione della Rete Geodetica Costiera era quella di subsidenza di Arpae, le cui quote furono determinate all’impianto e poi via via aggiornate utilizzando dapprima misure di livellazione e successivamente modelli di subsidenza ottenuti dall’interferometria SAR. Nel caso invece il vertice fosse appartenente ad un’altra rete oppure di nuova istituzione, si sono eseguite misure di livellazione geometrica dal mezzo di alta precisione tra il vertice stesso ed il caposaldo Arpae più vicino e successivamente aggiornata la quota sul vertice.
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Stoppelli, Alessandra. "Studio dell'innalzamento del livello marino nella regione del sud-est asiatico tramite dati da satellite." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21923/.

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Abstract:
L’innalzamento del livello marino globale è un indicatore dell’attuale cambiamento climatico, causato da fattori naturali e antropogenici, e rappresenta una minaccia per le fragili comunità costiere, le città e le isole. Scopo di questa tesi è analizzare il trend di crescita del livello marino tramite l’uso di dati osservativi satellitari disponibili per il periodo 1993-2018, ponendo un particolare focus sull’area del Sud-Est Asiatico. I risultati ottenuti dall’analisi sono stati infine confrontati con i trend relativi di crescita del livello del mare calcolati a partire da osservazioni in-situ di stazioni mareografiche sulla costa.
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Collina, Riccardo. "utilizzo dei droni integrato alle tecniche geomatiche per il monitoraggio della fascia costiera." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19718/.

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Abstract:
La tesi si pone l'obiettivo di individuare, per il monitoraggio della fascia costiera per mezzo di droni, una soluzione di raccolta dati ed elaborazione veloce, per un controllo a supporto delle attività di protezione operate dagli Enti. Si è preso in considerazione il tratto di costa in località Lido Adriano. I droni si prestano come ottimo supporto alla fotogrammetria, risultando più economici dei classici voli aerei. Oltre la descrizione dei sistemi a pilotaggio remoto, vi sono i concetti teorici base delle metodologie adottate, nonchè i software utilizzati per estrapolare informazioni a valenza metrica digitali. La parte sperimentale prevede l’estrazione di informazioni, come la fascia sabbiosa, lo sviluppo altimetrico e la linea di riva, per monitorarne l’evoluzione temporale e territoriale. Il rilievo della rete topografica è stato eseguito tramite posizionamento GPS in NRTK. Si sono ottenuti tre modelli digitali della superficie attraverso il software Agisoft Metashape. I risultati sono stati confrontati nelle tre metodolgie di lavoro, in termini di precisioni raggiunte. Si sono realizzati i relativi prodotti GIS che permettono di catalogare, su più livelli logici raster e vettoriali, l’area in esame e di renderne disponibili le informazioni estratte agli Enti che operano per la salvaguardia del territorio. Ai fini di un risultato più organico ed integrato alle attuali metodologie messe in atto dalla Regione Emilia-Romagna, sono stati raccolti i dati relativi al monitoraggio da parte degli Enti preposti al controllo e le tempistiche da questi adoperate, per confrontare nonché proporre un metodo più intuitivo, semplice e veloce, al fine di operare in contesti di primo intervento. Grazie ai prodotti realizzati, in particolare elementi vettoriali, sezioni ed ortofoto, si è redatta una metodologia di studio basata su tecnica speditiva e sistematica ai fini di ottenere informazioni e renderle disponibili in un arco temporale adatto ad un contesto di emergenza.
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Collina, Martina. "Valutazione della coevoluzione di sistemi idrici e antropici attraverso la definizione di indicatori spazialmente distribuiti: caso studio nel contesto dell'acquifero freatico costiero della Regione Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
I dati sull'uso del suolo e sulla sua variazione rappresentano utili informazioni per realizzare strategie di gestione sostenibile del territorio. La tutela dell’ambiente e delle risorse sono inoltre da sempre al centro di dibattiti a causa delle attività antropiche che vanno a degradarne la qualità e sovrasfruttarne la quantità, compromettendo i servizi ecosistemici, ovvero i benefici offerti dall'ambiente all'uomo. Il presente lavoro di tesi elabora queste informazioni attraverso un approccio socio-idrologico nel quale la pressione antropica diventa parte attiva del modello e non soltanto una forzante esterna. In particolare, questo lavoro si è concentrato sugli Agent-Based Models. L’area di studio analizzata è il “V Bacino”, sul litorale adriatico in Provincia di Ravenna. Lo scarso gradiente altimetrico, sommato al trend di subsidenza, rende necessario un continuo drenaggio dell’area. Questa attività, se da un lato garantisce la produzione agricola e gli habitat di grande pregio naturalistico, come le Pinete storiche, dall'altro alimenta l’intrusione salina. Questi processi coesistono in un clima Mediterraneo, dove però i cambiamenti climatici hanno fatto registrare incrementi di temperatura e cambiamenti dei regimi di pioggia nel corso dell’anno, con periodi siccitosi in estate; questi impattano sull'agricoltura con un incremento dei fabbisogni irrigui. Inoltre, secondo l’IPCC il livello del mare si innalzerà, con conseguente aumento dei costi di pompaggio. Sulla base di queste osservazioni vengono ipotizzati scenari futuri valutando variazioni di uso del suolo, cambiamenti climatici e subsidenza. Viene infine calcolato il GALDIT, un indice sulla vulnerabilità dell'acquifero rispetto all'intrusione salina.
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8

BARILLA', GIUSEPPINA CHIARA. "Nuova metodologia di valutazione del rischio da erosione costiera. Caso studio: Regione Calabria." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11570/3225396.

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Abstract:
The coastal environment represents a dynamic ecosystem, whose evolution is continually conditioned by the action of numerous climatic and anthropic factors, which affect both the coasts and the hydrographic basins. In recent decades, the growing anthropization of coastal areas and the effects of climate change, in terms of both sea level rise and the increase in frequency and intensity of extreme weather events, have caused severe surface losses in the emerged coast. As a result, awareness of the need for better coastal zone management has increased in recent years and there has been a widespread and growing interest in coastal risk assessment methodologies. However, the national and international panorama, in terms of coastal risk assessment, is characterized not only by the presence of different calculation methodologies depending on the coastal region in question, but above all by a great variety and dispersion of factors on which these methodologiesare based. At present, in fact, there is no methodology that is of general validity, which can incorporate all the factors that influence coastal risk, in which the characteristic parameters of the area are calibrated according to a standardized procedure, such as the one proposed in this thesis. The new risk assessment methodology, proposed in this study, is index-based and is of general validity, and allows to take into account all the hazard and vulnerability factors that come into play in the coastal erosion process. Also, this methodology can be integrated on a free access GIS platform, in order to provide administrations, individuals and stakeholders with valid support both in the planning phase of coastal works and in the management phase of the coastal areas. The developed methodology was calibrated through its application in 54 sample locations in the Calabria region.
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Books on the topic "Regioni Costiere"

1

Turismo e ambiente nelle aree costiere del Mediterraneo: Regioni a confronto. Udine: Forum, 2007.

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2

Interfacce costiere. Roma: Kappa, 2006.

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3

Istituto nazionale di urbanistica. Sezione Sicilia. Congresso regionale. Territori costieri. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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4

Sale, Nicoletta. Laboratori di architettura nel paesaggio: Ricerche progettuali in aree costiere della Sardegna. Roma: Gangemi, 2009.

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5

Carta, Massimo. La sottile linea blu: Insediamento costiero e progetto di territorio : il caso gallurese. Cagliari: CUEC, 2007.

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6

La sottile linea blu: Insediamento costiero e progetto di territorio : il caso gallurese. Cagliari: CUEC, 2007.

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7

Il ruolo delle aree metropolitane costiere del Mediterraneo: Programma europeo INTERREG II C Metropolisation : Mediterraneo occidentale : Alpi Latine, Polo di Genova. Firenze: Alinea, 2005.

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8

Pinzello, Ignazia. Il ruolo delle aree metropolitane costiere del Mediterraneo: Programma europeo INTERREG II C Metropolisation : Mediterraneo occidentale : Alpi Latine, Polo di Palermo. Firenze: Alinea, 2005.

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9

Russo, Maria. Realizzazioni architettoniche e nuovi assetti urbani in Costiera Amalfitana tra Otto e Novecento. Amalfi: Centro di cultura e storia amalfitana, 2016.

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10

La gestione sostenibile delle aree urbane costiere: Limiti ed opportunità della certificazione EMAS nell'esperienza comunitaria MedCOAST.Net (Mediterranean cooperation for on-shore accessibility and sustainability themes, network for managing urban coastal areas). Napoli: Liguori, 2008.

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Book chapters on the topic "Regioni Costiere"

1

Beccarisi, Leonardo, Cosimo Gaspare Giannuzzi, Giorgio D'Andria, and Marco Greco. "Habitat and flora monitoring in the Regional Nature Reserve of "Palude del Conte e Duna Costiera di Porto Cesareo" (Puglia, Italy)." In Proceedings e report, 483–91. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.48.

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Abstract:
This study describes the results of the monitoring activity on habitats and plant species in the Regional Nature Reserve of "Palude del Conte e Duna Costiera di Porto Cesareo" (Puglia, Italy) and in the adjoining special areas of conservation (SACs), in the period April-December 2018. The activity combined field vegetation surveys and interpretation of orthophotos on a GIS system. The study identifies the pressure and threat factors that negatively affect the conservation of habitats.
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2

Rossella, Stocco, Pirrera Laura, and Cellini Emilio. "L’applicazione di tecniche innovative nel monitoraggio costiero degli habitat prioritari." In Proceedings e report, 620–31. Florence: Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.62.

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Abstract:
The aim of the present paper is to define the advantage to use innovative techniques based on sperimental tool to supplement the traditional techniques in marine monitoring, through experience of CRSM-ARPACAL (Centro Regionale Strategia Marina) into two regional projects called "SIC Carlit" and "Musmap". Both projects have shown that in the monitoring of coastal marine ecosystems the sperimental techniques to supplement traditional methods can provide more accurate and data with reduced costs and times of work.
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