Academic literature on the topic 'Regione Toscana'

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Journal articles on the topic "Regione Toscana"

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Calamai, Silvia, and Francesca Biliotti. "Archivi orali, memoria, migrazione." Mnemosyne, no. 10 (October 15, 2018): 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i10.14103.

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Abstract:
Il progetto Grammo-foni. Le soffitte della voce (Gra.fo, grafo.sns.it ; Scuola Normale Superiore & Università di Siena, Regione Toscana PAR-FAS 2007-13) ha scoperto, digitalizzato, catalogato e reso fruibili attraverso un portale online quasi 3000 ore di registrazioni orali provenienti da circa 30 archivi orali di area toscana raccolti da studiosi e appassionati di cultura e tradizioni popolari. Data la vastità e l’eterogeneità del materiale conservato (es. biografie, etnotesti, questionari linguistici, letteratura orale), Gra.fo costituisce un archivio preziosissimo della memoria toscana e restituisce una documentazione di prima mano delle varietà linguistiche toscane dai primi anni ‘60 in poi. L’articolo fa uso di questo materiale per un’analisi sociolinguistica incentrata sulla costruzione del racconto orale e su alcuni aspetti della morfologia verbale (l’uso del passato remoto e la variazione tra forme standard e dialettali di passato remoto e imperfetto). Lo studio di caso riguarda l’Archivio ‘Dina Dini’ (Pieve Santo Stefano, Arezzo), che contiene interviste su esperienze di emigrazione all’estero negli anni 1955-1987.
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Neri, Serneri Simone. "Guerra, guerra civile, liberazione La Toscana nella crisi del fascismo e dello Stato nazionale 1943-1944." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 535–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265001.

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Abstract:
Cosa significň per la Toscana l'esperienza della guerra, della guerra civile e della Resistenza? Quale fu l'apporto della Toscana alla ricostruzione dello Stato nazionale dopo la crisi innescata dal crollo del fascismo? L'articolo risponde a questi interrogativi ripercorrendo sinteticamente l'impatto della guerra sul consenso al regime in Toscana, l'occupazione tedesca e il ricorso della Rsi alla guerra civile, intesa come violenza sistematica contro avversari e popolazione civile per fondare un nuovo ordine politico. Si evidenziano le peculiaritŕ della regione nel contesto della guerra nella penisola, perché essa fu retroterra del fronte e ciň accelerň notevolmente le dinamiche dell'occupazione e della Resistenza. Si sottolineano il radicamento del partigianato nelle specifiche condizioni del rapporto cittŕ-campagna e il parallelo affermarsi del Comitato toscano di liberazione nazionale, anche grazie alla scelta decisiva dell'autogoverno e dell'insurrezione, una scelta di grande rilievo nella ancora breve storia del movimento di Resistenza. Quelle esperienze aprirono una prospettiva di liberazione sociale e culturale e furono determinanti, al di lŕ del consenso piů o meno esteso, per infrangere i tradizionali assetti moderati e fondare una nuova identitŕ regionale.
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Floridia, Antonio. "La Toscana è ancora una regione rossa? Note e riflessioni sulle elezioni regionali del 16 aprile 2000." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 43, no. 1 (June 30, 2000): 5–84. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12783.

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Abstract:
In questo lavoro presenteremo alcune elaborazioni e riflessioni sulle elezioni regionali toscane del 16 aprile 2000, muovendo da un duplice punto di vista: da una parte, cercheremo di mettere a fuoco alcuni aspetti legati alle trasformazioni del sistema politico regionale, ai mutamenti istituzionali, agli effetti indotti dalle nuove regole elettorali. Dall’altra parte, guarderemo ai risultati elettorali e ne analizzeremo in particolare la dimensione territoriale, prospettando infine alcune ipotesi sulle possibili connessioni tra la geografia del voto e le caratteristiche sociali ed economiche dei diversi sistemi locali della Toscana.
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Rossi, Mario G. "Dalla Resistenza alla Costituzione. La formazione della nuova classe dirigente nella Toscana postfascista." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 265 (June 2012): 552–66. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265002.

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Abstract:
L'antifascismo e l'ereditŕ della Resistenza, oltre che fattore costitutivo dell'aggregazione del nuovo blocco di forze politiche e sociali alternativo a quello dominante nella Toscana liberale e fascista, rappresentano un vero carattere originale profondamente radicato nelle masse popolari e nelle élite dirigenti della Toscana contemporanea. A questo risultato ha contribuito in modo determinante il Comitato toscano di liberazione nazionale (Ctln) che, ponendosi come organo unitario di autogoverno, al di sopra delle contrapposizioni ideologiche e politiche, ha diretto la battaglia per le autonomie locali e il governo regionale e ha promosso un ampio processo di rinnovamento in tutti i settori delle classi dirigenti, operanti non solo nella politica e nell'amministrazione, ma anche nell'economia e nella societŕ civile. L'ampiezza e il radicamento della scelta antifascista si sarebbero consolidati nel tempo, impedendo, anche dopo la rottura provocata dalla guerra fredda, il recupero delle posizioni e degli interessi dei gruppi piů retrivi e consentendo lo sviluppo in termini articolati e non rigidi della dialettica tra le forze politiche della regione.
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Floridia, Antonio. "Le primarie in Toscana: la nuova legge, la prima sperimentazione." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no. 1 (June 30, 2006): 91–132. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12711.

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Abstract:
Il 2005 sarà senza dubbio ricordato, negli annali della politica italiana, come l’anno delle “primarie”: ma, in particolare, il 20 febbraio di quest’anno potrà essere segnato come la data che ha visto, per la prima volta in Italia, lo svolgimento di elezioni primarie regolate da una legge, la legge della Regione Toscana che porta il n. 70, approvata il 15 dicembre del 2004. In questa relazione ci proponiamo dapprima di illustrare i contenuti e le caratteristiche di questa legge, la logica e le motivazioni che hanno ispirato le diverse soluzioni adottate, le alternative e le ipotesi che sono state discusse nel corso del processo di elaborazione delle nuove norme. Nella seconda parte, guarderemo ai risultati delle primarie toscane, valutando soprattutto le forme e i livelli della partecipazione elettorale; la varietà dei modelli competitivi da cui queste elezioni primarie sono state caratterizzate nelle diverse province della regione; il significato che esse hanno assunto nel contesto peculiare del sistema politico regionale, proprio a partire dal tema, e dall’alternativa, che abbiamo posto al centro del nostro incontro di studio: ossia, le primarie come selezione delle candidature e le primarie come fonte di legittimazione della leadership.
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Meringolo, Patrizia, Alessandro Ridolfi, and Alice Visi. "Alleanza terapeutica e tossicodipendenza da eroina. Un'indagine esplorativa." PSICOBIETTIVO, no. 1 (August 2010): 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001006.

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Abstract:
Lo scopo di questa indagine esplorativa č quello di indagare la costruzione dell'Alleanza Terapeutica (AT) con pazienti dipendenti da eroina in trattamento nei Ser.T. della regione Toscana. Hanno partecipato all'indagine trenta terapeuti in servizio presso i Ser.T. di ognuna delle 12 ASL della regione Toscana. Gli strumenti utilizzati sono: il Working Alliance Inventory (WAI) (Horvath, 1981, 1982), un'intervista semistrutturata per raccogliere le opinioni dei terapeuti, una scheda per annotare i dati degli utenti. Dai risultati emerge che alcune caratteristiche dei pazienti risultano influenzare negativamente la costruzione dell'AT. Di fronte a queste caratteristiche, sembrano esistere importanti differenze circa le modalitŕ con cui i terapeuti intervistati costruiscono l'AT, per aumentare la durata dell'intervento, ridurre il drop out e aumentare cosě l'efficacia del trattamento.
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Baccetti, Carlo. "Le prime elezioni regionali in Toscana (1970 e 1975): formazione e tipologia di un nuovo ceto politico." Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 53, no. 1 (June 30, 2005): 5–62. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12722.

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Abstract:
Perchè oggi? La Toscana Regione "aperta". Il ruolo predominante del partito. I politici di professione. Le carriere successive. I nuovi eletti della seconda legislatura: caratteristiche. Una riflessione per l'oggi.
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Lewanski, Rodolfo. "Istituzionalizzare la partecipazione deliberativa: la politica della Regione Toscana." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001002.

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Abstract:
Una delle risposte alla crisi delle istituzioni rappresentative che attraversa molti paesi democratici viene ricercata nella riscoperta del "potere del popolo", ovvero in un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle politiche pubbliche. In particolare la partecipazione viene declinata secondo la specifica accezione della teoria dialogicodeliberativa, i cui tratti salienti sono: interazione discorsiva dialogica, basata sull'ascolto attivo; deliberazione, ovvero ponderazione attenta delle diverse opzioni e delle loro implicazioni; informazione adeguata e bilanciata; inclusione, ovvero consentire a tutte le "voci" di farsi sentire; partecipazione di campioni casuali stratificati di cittadini rappresentativi sotto il profilo socio-demografico. La democrazia deliberativa ha espresso numerose "promesse": decisioni migliori in quanto capaci di incorporare informazioni, conoscenze tecnico-scientifiche e preferenze, scelte condivise e percepite come legittime, maggiore legittimazione del sistema politico in generale, crescita del capitale sociale, solo per citarne alcune. Tale promesse vanno peraltro empiricamente verificate. La teoria deliberativa č stata applicata in numerose esperienze in numerosi paesi. Forse oggi uno dei "laboratori" piů interessanti in questo campo č oggi rappresentato dalla Toscana, dove é stata approvata alla fine del 2007 la l.r. 69, verosimilmente la prima normativa al mondo che mira a promuovere pro-attivamente la partecipazione alle decisioni locali e regionali ispirandosi almeno sotto alcuni aspetti alla teoria deliberativa.
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Foscoli, Vanessa. "Nuove strategie di inclusione al Museo del Tessuto di Prato." Babylonia Journal of Language Education 3 (December 23, 2022): 40–45. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.212.

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Abstract:
Il contributo intende rendicontare i risultati principali ottenuti dal progetto Tessuti SOCIALI” (SOCIal Learning, Allestimenti museali, Lingue, Interazioni): percorsi conoscitivi per il Museo del Tessuto di Prato, coordinato dall'Università per Stranieri di Siena e finanziato dalla Regione Toscana. A Prato, la seconda città più grande della Toscana, la popolazione straniera residente rappresenta il 22% della popolazione totale. In una realtà sociale plurilingue e pluriculturale come quella pratese è indispensabile migliorare i servizi legati al settore museale e aumentare l'accessibilità alle iniziative culturali. “Tessuti SOCIALI” è un progetto di inclusione che intende favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche e della consapevolezza interculturale, con l’ausilio delle nuove tecnologie.
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Del Corso, Claudia. "La Dialisi Peritoneale: ancora work in progress." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (February 14, 2014): S48. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.972.

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Abstract:
In Toscana l'incidenza e la prevalenza della Dialisi Peritoneale negli ultimi anni sono rimasti stabili a fronte di comprovati vantaggi clinici ed economici. Dati emersi da indagini effettuate nei Centri della regione suggeriscono che azioni di promozione culturale, di divulgazione, di incentivazioni per la dialisi domiciliare e interventi politico-istituzionali potrebbero implementare questa metodica dialitica.
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Dissertations / Theses on the topic "Regione Toscana"

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Fiorillo, Alessia. "Merci intangibili e patrimonio culturale: la costruzione del turismo enogastronomico a Montepulciano (provincia di Siena, regione Toscana, Italia)." Doctoral thesis, Universite Libre de Bruxelles, 2010. http://hdl.handle.net/2013/ULB-DIPOT:oai:dipot.ulb.ac.be:2013/209998.

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Abstract:
Cette thèse a comme objet d'étude le processus de production du tourisme œnogastronomique tel qu'il a eu cours ces cinquante dernières années sur le territoire de la commune di Montepulciano, dans la province de Sienne (Toscane, Italie). Le tourisme œnogastronomique se révèle être un système de production qui intègre les stratégies de sujets publics et de sujets privés dans la construction d' "objets d'échange " monnayables qui ont la caractéristique d'être la plupart du temps immatériels.

Les pratiques principales, analysées au cours de cette recherche, mettent en évidence le caractère constant et répétitif de la construction de marchés locaux éphémères (Mugnaini 1997) qui deviennent les lieux privilégiés de la circulation de produits agroalimentaires et des biens immatériels incorporés en eux.

À l'intérieur de cette stratégie de développement économique local, le moment de l'échange correspond à la vente de marchandises dont la valeur est déterminée par le lien reconnu entre biens aliénables (les produits agroalimentaires) et biens inaliénables (le territoire et les biens artistiques, architecturaux et les paysages qu'il recouvre) (Papa 1999, Papa-Piermattei 2004, Siniscalchi 2002). La caractéristique qui ressort de l'étude du cas particulier de Montepulciano et du secteur œnogastronomique est l'intangibilité des "objets" échangés et la propension à se répandre du processus de marchandisation de l'immatériel qui va jusqu'au monnayage de l'expérience physique de la traversée de l'espace et de la perception du goût.

Ce processus est étroitement subordonné à la construction d'une segmentation de marché qui permet de mettre en valeur et de transformer une vaste gamme de possibilités de jouir du territoire en de potentiels produits à introduire sur le marché du tourisme international.

Les campagnes publicitaires et la vitrine télématique apparaissent comme le "moyen de transport" le plus efficace pour que de tels produits soient disponibles dans un "magasin" facilement accessible au touriste. Dans cette optique le marketing territorial est un véritable processus de production de marchandises immatérielles, fruit de l'intellect et de la créativité du publicitaire. De tels produits se concrétisent et circulent à travers la production d'images et de vitrines virtuelles comme les sites internet, qui parfois semblent construits exactement comme un étalage de supermarché avec des produits à la fois coordonnés et différenciés, porteurs de la marque de l'entreprise et construits dans un "packaging visuel" selon des règles spécifiques de psychologie sociale de la consommation.

Le processus de production de marchandises hautement différenciées correspond à l'idéation a priori de la correspondance entre segmentation du marché et construction d'idéaltypes de consommateur. Dans le cas spécifique du tourisme œnogastronomique la valeur immatérielle des biens, créée par l'incorporation des biens inaliénables du territoire, confère à la consommation de ces biens une valeur hautement symbolique. La conscience et la capacité de reconnaître la valeur symbolique de telles marchandises correspond de la consommation culturelle des biens symboliques, à une véritable stratification sociale, marquée par les réelles possibilités d'accès à la consommation des susdites marchandises (Bourdieu 1983[1979], Douglas 1985[1982]).

Le territoire de Montepulciano a été choisi pour l'ancienneté historique de son processus de valorisation des produits agroalimentaires de qualité et pour l'importance qu'a eu, au niveau local, le choix stratégique du tourisme vert, déjà effectif dès la fin des années '60. La construction du tourisme œnogastronomique comme choix stratégique de développement économique local met en évidence un processus visant à l'intégration sur le marché international d' "objets " valorisés et considérés comme un facteur économique entraînant, avant même de constituer un fondement identitaire de la ville.

La Toscane, ainsi que l'Ombrie, fait partie des premières régions italiennes à avoir lancé un processus de protection et de sauvegarde de son propre patrimoine agroalimentaire et œnogastronomique. Montepulciano est apparu comme un terrain de recherches intéressant et fertile pour faire ressortir les contradictions entre les choix locaux et les dynamiques communautaires, entre structures productives d'entrepreneurs et mode de production paysan, entre produits agroalimentaires comme biens de luxe et produits agraires comme biens nécessaires pour survivre.

L'observation des actions mises en œuvre par la Strada del Vino Nobile, considérée comme une des plus actives et efficaces, a permis d'analyser le tourisme œnogastronomique déjà en place et de faire ressortir les éléments de différenciation actuels par rapport aux autres contextes dans lesquels le phénomène se développe aujourd'hui.

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Doctorat en Sciences politiques et sociales
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GABBRIELLI, EMANUELE. "L’impatto delle Misure Agroambientali nella Regione Toscana. Un'Analisi Multicriteriale Geografica." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/995008.

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Abstract:
SOMMARIO. Le misure agroambientali, inserite nei Piani di Sviluppo Rurale (PSR), rivestono un ruolo di primaria importanza all’interno delle Politiche Comunitarie. Sia dal punto di vista degli importi stanziati, sia da quello delle superfici interessate, queste misure costituiscono in quasi tutte le regioni il principale strumento di finanziamento dei Programmi di Sviluppo Rurale. La valutazione degli effettivi impatti generati delle misure agroambientali sui sistemi rurali non risulta però completamente chiara. I vari documenti di valutazione ex post degli effetti dei PSR mostrano evidenti lacune nella quantificazione di diversi impatti attribuiti a queste misure. Questa complessità è dovuta principalmente alla specificità tecnica dei servizi ambientali, che sono difficilmente identificabili e misurabili. La ricerca ha avuto lo scopo di fornire un modello di analisi adattabile alle diverse situazioni territoriali, in grado di analizzare la distribuzione e l’impatto dei finanziamenti comunitari, per le misure del Piano di Sviluppo Rurale che prevedono aiuti a superficie. In particolare l’analisi si è concentrata sulle misure agroambientali dell’agricoltura biologica e dell’agricoltura integrata, del PSR 2007-2013 della Regione Toscana. Nella prima parte, grazie all’utilizzo di un database appositamente costruito è stato possibile delineare un quadro completo degli interventi, valutandone gli obiettivi politici e analizzandone l’effettiva assegnazione sul territorio. La seconda parte ha visto l’impiego di un modello geografico di valutazione multicriteriale, con lo scopo di identificare una metodologia per un’analisi approfondita della distribuzione e dell’impatto sul territorio delle misure stesse. In particolare, è stata condotta una simulazione sugli effetti economici ed ambientali di riduzioni del budget di finanziamenti comunitari, attraverso l’impiego dei dati georeferenziati dei singoli poligoni di tutte le particelle aziendali oggetto d’impegno agroambientale. L’obiettivo è stato quello di sviluppare un supporto all’intervento pubblico nelle strategie di gestione e di programmazione degli interventi, con riferimento specifico alle interazioni tra sviluppo agricolo e qualità ambientale. L’approccio metodologico utilizzato potrà costituire uno strumento utile per coadiuvare i policy maker nelle loro decisioni, in sede di analisi ex-ante, intermedia ed ex-post, anche in previsione delle nuove misure relative alla programmazione 2014-2020. ABSTRACT. Agri-environment measures, included into the Rural Development Programmes (RDPs), play a major role within the Community Policies. In most regions these measures are the main funding of Rural Development Programmes, from the point of view of amount allocated and areas concerned. However, the evaluation of the impacts generated by agri-environment measures on rural systems, is not completely definite. The various ex-post evaluations on the effects of RDPs show evident gaps in the quantification of different impacts attributed to these measures. This complexity is mainly due to the technical peculiarity of environmental services, which are hardly identifiable and measurable. The research was aimed to provide an analysis pattern suitable to different territorial situations. Through the research it was possible to analyze the distribution and impact of EU funding for the measures of Rural Development Plan which provide aid to area. The analysis particulary focused on agri-environment measures of organic farming and integrated agriculture, of RDP 2007-2013 in Tuscany. In the first part, thanks to the use of a purpose-built database, it was possible to define a complete framework for all interventions. It was also possible to evaluate political aims and analyze the actual assignment in the area. The second part of this research shows the use of a multi-criteria’s geographic pattern evaluation, with the aim of identifying a methodology for an in-depth analysis of distribution and impact on territory of the measures. In particular, it was conducted a simulation on the economical and environmental effects of EU funding budget reductions, through the use of geo-referenced data of individual polygons for all business particles subject to agri-environmental commitment. The aim was to develop a support for public intervention in management strategies and operations planning, with specific reference to the interactions between agricultural development and quality environmental. The methodological approach employed will be a helpful tool to assist policy makers in their own decisions, in ex-ante, interim and ex-post analysis, also in preparation for the new measures on programming 2014-2020.
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SUZZI, CLAUDIO. "Per una storia del teatro in carcere: la Regione Toscana. Origini, percorsi, esperienze." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1150805.

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Abstract:
Il teatro in carcere si pone oggi come un fenomeno in estremo movimento in quanto, a livello storiografico, data la sua recente formalizzazione, non è stato ancora osservato in una prospettiva critica tale da inserirlo in un discorso ampio, svincolato dalle manifestazioni in atto che lo hanno caratterizzato e che lo pongono oggi come una delle forme teatrali di ricerca maggiormente fertili di novità. La ricerca si pone quindi l’intento di voler inserire tale campo d’indagine in un quadro storico maggiormente dettagliato, procedendo dalle sue origini, per poi analizzare quella che è stata una delle esperienze fondamentali per la sua evoluzione, sia in ambito nazionale che europeo, e cioè quella della Regione Toscana. Partendo dal supporto dell'Ente regionale al teatro in carcere, che ha permesso sul piano strutturale l’affermazione della Compagnia della Fortezza di Volterra, fino ad arrivare alla costituzione del primo Coordinamento Regionale del Teatro in Carcere, in una visione di rete che ha riunito quattordici compagnie teatrali che nel tempo hanno abitato le carceri del territorio, la Regione Toscana nel corso di un trentennio è divenuta un «modello», alla quale si sono ispirati altri enti a carattere nazionale e internazionale. Il piano dell’opera si divide in cinque capitoli attraverso i quali, come espresso nel titolo, si sono approfondire le origini, i percorsi e alcune esperienze di rilievo, nate intorno a di questa complessa forma artistica.
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GINORI, EMANUELE. "La donazione di sangue cordonale nei servizi ostetrico-ginecologici della Regione Toscana: Studio Osservazionale." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/860106.

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NANNELLI, TIZIANA. "“Progetto NINFEA Nascita e Infanzia: gli Effetti dell’Ambiente” L’esperienza di uno studio di coorte con reclutamento on-line in regione Toscana." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/860494.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi 20 anni si sono aperte nuove frontiere d’indagine che hanno portato ad attestare come l’insorgenza di alcune condizioni e malattie croniche, quali ad esempio l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie, possano avere un origine molto precoce, già nel grembo materno. Pioniero di questo nuovo campo di studi è stato David J.P. Barker (Barker DJ, Godfrey KM, Gluckman PD, Harding JE, Owens JA, Robinson JS, 1993) che assieme ad altri colleghi, ha avvalorato quella è che riconosciuta come “Fetal Origins Hypothesis” di alcune malattie. Lo studio di questa area si presenta complessa per tutta una serie di ragioni come le tipologie di analisi richieste e la necessità di un approccio metodologico rigoroso e duraturo nel tempo, che permetta di avere dati adeguati per la valutazione di queste relazione. Anche sulla base di queste premesse, in Europa e non solo, si sono costituiti alcuni studi di coorte di nuovi nati che seguono nel tempo i bambini dal momento del concepimento sino all’età adulta, raccogliendo informazioni sui fattori di rischio o protettivi per l’insorgenza di condizioni patologiche e malattie durante l’arco dell’intera vita. (Enrieco Project – ENvironmental health RIsks in European birth COhorts, 2009; CHICOS developing a CHIld COhort research Strategy for europe, 2010). La nascita di collaborazioni europee, (dove anche il Progetto NINFEA è presente ed attivo), permetterà di analizzare congiuntamente alcune informazioni raccolte dalle diverse coorti, in modo da poter investigare anche l’ esposizioni a fattori di rischio e malattie rare, difficilmente indagabili con un singolo studio, favorirà inoltre le scelte decisionali di coloro che sono in grado di decidere quali interventi mettere in atto per garantire la salute dei cittadini di oggi e di domani. Come in Europa, anche in Italia sono in corso diversi studi di coorte di nuovi nati, che collaborano con ricercatori di tutti i paesi: GASP II (Genetica e Ambiente: Studio Prospettico dell’Infanzia in Italia), Co.N.ER (Bologna birth cohort), MUBISCO (MUltiple BIrthS COhort study), Trieste child development cohort, Piccoli più e il “Progetto NINFEA” (Progetto Ninfea - http://www.progettoninfea.it , 2005). Il progetto NINFEA è uno studio di coorte di nuovi nati iniziato nel 2005. Lo studio è stato ideato ed è gestito a livello nazionale dalla SCDU di Epidemiologia – AO Città della Salute e della Scienza di Torino - PO Molinette e Università degli Studi di Torino. In Toscana il progetto è coordinato dal 2010 dalla Unità di Epidemiologia dell’AOU Meyer e dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Firenze e si è realizzato attraverso la collaborazione attiva delle Aziende Sanitarie: ASF di Firenze, ASL 8 Arezzo e ASL 12 Versilia e da quest’anno anche dalla ASL 2 Lucca. Il progetto, che si connota come un’indagine multi-purpose e si è realizzata adottando sistemi web-based research per il reclutamento della popolazione che sarà seguita nel tempo. Gli obiettivi sono orientati all’indagine delle relazioni tra alcuni i fattori di rischio o protettivi, a cui può essere esposto il feto durante la gravidanza o il bambino dal momento della sua nascita (come ad esempio: l’ambiente domestico e lavorativo della madre, l’utilizzo di farmaci, le abitudini di vita ecc.) e i primi anni di vita (ad esempio: l’allattamento e la dieta, l’esposizione a fumo) e la successiva insorgenza di alcune condizioni e malattie che si presentano dall’infanzia all’età adulta. L'innovazione di questo studio di coorte, oltre all'ampia gamma di variabili osservate, è l'utilizzo di sistemi internet-based research per la sua realizzazione, rappresentando il primo studio di coorte nati web-based research attualmente presente in Italia.
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TARTUFERI, Emanuele. "L'impronta ecologica della Regione Marche." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251180.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca si basa sul metodo di calcolo dell'impronta ecologica, un indicatore complesso che permette di stimare l'impatto di una determinata popolazione sull'ambiente attraverso il consumo di risorse e la richiesta di assimilazione di rifiuti da parte di una determinata popolazione e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio produttivo corrispondente. La tesi è divisa in tre singoli lavori accademici: nel primo viene introdotta la metodologia di calcolo e vengono passate in rassegna le principali applicazioni dell'impronta ecologica su scala globale, nazionale e regionale. Vengono inoltre presentati gli altri indicatori affini e complementari all'impronta ecologica capaci di dare una misura al concetto di sostenibilità e di affiancare il PIL nel misurare la situazione economica e sociale di un paese. Infine vengono presentati i principali studi critici sull'impronta ecologica e le risposte da parte dei fautori e sostenitori di questo indicatore. Nel secondo capitolo viene calcolata l'impronta ecologica per la Regione Marche: oltre ad un approfondimento della metodologia di calcolo, con particolare attenzione alle realtà sub-nazionali, vengono presentati e discussi i risultati relativi al calcolo dell'impronta ecologica del 2011 e del 2001 per la Regione Marche, sia a livello aggregato che disaggregato, compresa la simulazione di possibili scenari per valutare eventuali benefici di strumenti atti alla riduzione dell'impronta ecologica. Nel terzo ed ultimo capitolo vengono calcolate le impronte ecologiche di tutte e quattro le regioni del Centro Italia per gli anni 2011 e 2001: vengono passati in rassegna i principali studi sulle impronte ecologiche regionali italiane e presentati e discussi i risultati aggregati e disaggregati delle regioni Marche, Lazio, Toscana ed Umbria attraverso la comparazione dei valori dell'impronta ecologica.
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Parrini, Massimo. "Le modalità di azione nella costruzione delle Politiche Urbanistiche Intercomunali in Italia - La Toscana come caso di studio." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1157625.

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Abstract:
Il percorso di ricerca trae origine dalla constatazione che nella letteratura scientifica si segnala una limitata presenza i prodotti di ricerca sul tema della pianificazione territoriale intercomunale. Quando gli studi indagano teorie e pratiche della pianificazione di Area Vasta spesso si riferiscono a quegli strumenti prodotti da enti territoriali di scala maggiore sempre in una logica di corrispondenza tra perimetro istituzionale e di pianificazione. Il tema del superamento degli ambiti istituzionali emerge nel dibattito sul ruolo delle aree metropolitane, non nelle realtà meno dense ma comunque interessate da importanti processi di urbanizzazione. Le politiche territoriali per lo sviluppo prevedono spesso, specialmente a livello europeo, la concentrazione tematica e geografica degli interventi. Questo non aiuta i territori meno densi nel far emergere progetti valutati di minor impatto semplicemente perché si situano in ambiti con minor peso demografico. L'attuale distribuzione e rango dei vari componenti del sistema urbano italiano è di tipo policentrico quindi è possibile valorizzare la rete di relazioni fisiche, economiche e istituzionali che legano il sistema. Questo ruolo difficilmente può essere svolto da Regioni e Comuni, mentre le Province, oggi fortemente depotenziate dalla Legge Del Rio e delegittimate dal dibattito politico sulla loro eliminazione, non riescono a giocare il loro ruolo di Ente intermedio. La pianificazione strategica territoriale, prodotta ed attuata attraverso processi di governance cooperativa, contiene gli strumenti in grado di far emergere i legami stretti tra gli obiettivi delle singole municipalità. Questo approccio consentirà di aprire una nuova stagione di pianificazione strategica orientata alle realtà della città policentrica nelle aree a minore densità urbana e costituirà un utile strumento nel caso si intraprendano percorsi di rescaling della geografia amministrativa come in altri paesi d'Europa e come recentemente accennato anche in Toscana. In estrema sintesi abbiamo in Italia 3 stagioni di pianificazione intercomunale svolte in forma associata. La prima che inizia con gli anni 50 e continua fino gli anni 70 sotto gli auspici della legge urbanistica nazionale. La seconda diversificata a seconda degli indirizzi delle varie norme regionali di governo del territorio che è presente in tono di minore specialmente dopo la riforma delle autonomie locali del 1990. La terza a partire dalla riforma della Legge Delrio del 2014 risulta tutt'ora attiva nonostante i risultati del referendum costituzionale dicembre 2016 che conferma lo status quo istituzionale. Analizzare gli esiti di queste esperienze ci consente di definire le problematicità che ne hanno determinato l'insuccesso. Sulla scorta delle esperienze analizzate nella parte precedente e del framework teorico-concettuale che supporta la ricerca si intende quindi dimostrare la tesi che rispetto alle esperienze passate di pianificazione intercomunale, espresse attraverso attività principalmente volontaristiche e in forma associativa senza che emergesse il ruolo guida di un sistema urbano metropolitano, molti dei contenuti del dibattito che si è instaurato nel tempo hanno costituito degli immaginari spaziali che si sono concretizzati i segni tangibili sul territorio attraverso pratiche diversificate decretando quindi la sostanziale riuscita di una serie di episodi che fino ad oggi venivano definite fallimentari. Inoltre alla luce del mutato contesto culturale e normativo attuale sembrano essersi attenuati gli aspetti problematici di questa passata esperienza e quindi il percorso di pianificazione associata di tipo volontaristico possa costituire in futuro un utile strumento a disposizione per il governo del territorio. Negli ultimi anni la Regione Toscana è stata protagonista di un intenso rinnovamento nel campo della pianificazione territoriale e urbanistica i cui principali cardini di riferimento sono rappresentati dalla nuova Legge regionale per il governo del territorio n. 65 del 2014 e dal Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico approvato nell'anno successivo. Possiamo individuare alcune esperienze con l’obiettivo di verificare se queste azioni e questi strumenti sono stati in grado di segnare attraverso una qualche forma di immaginario spaziale la narrazione urbanistica e territoriale che stava svolgendosi in quel territorio. La prima riguarda la Val di Cornia, quella di maggior durata, con maggior continuità della produzione di pratiche pianificatore e con lo strumento di pianificazione giuridicamente più solido. La seconda si riferisce al piano intercomunale del Mugello avviato alla fine degli anni ‘60, in funzione oppositiva a ruolo indifferente di Firenze, verrà approvato come un piano di coordinamento senza alcun tipo di vincolo giuridico verso i comuni, ma del quale ne sarà tenuto conto nei successivi atti autorizzativi della Regione Toscana. Infine si analizza l'esperienza dell’ ipotesi di piano comprensoriale dell’Area del Cuoio, strumento molto “debole” mai approvato, ma le cui indicazioni in termini di strategie di localizzazione delle aree produttive, di tutela degli ambiti collinari e di realizzazione di una rete infrastrutturale sono state recepite e realizzate attraverso i tradizionali strumenti urbanistici dei singoli comuni. L’azione promozionale regionale ha portato il risultato che diversi Comuni hanno presentato progetti di attività pianificazione strutturale condivisa ed i dati ci evidenziano che ad oggi sono interessati da un attività di pianificazione strutturale intercomunale ben 123 comuni (42,85% dei comuni toscani) raggruppati in 25 aree che rappresentano il 22,21% del territorio regionale e il 13,60% della popolazione residente. Alcune di queste aree corrispondo alle Unioni dei comuni, altre ai Sistemi Locali del Lavoro o alle precedenti Associazioni Intercomunali o distretti industriali, altre sono state avviate costituendo apposite convenzioni di scopo. Le geografie con le quali si stanno presentando queste esperienze sono diversificate e l'attività di ricerca è ancora in corso per individuare gli ambiti che possano favorirne il successo In questo contesto le Unioni dei Comuni possono, per la vicinanza alle problematiche socioeconomiche delle comunità, per l'esperienza maturata di diversi anni di gestione unitaria di servizi e per le esperienze di governace collaborativa-cooperativa, rappresentare una valida opzione.
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Books on the topic "Regione Toscana"

1

Lazzeretti, Luciana, ed. I sistemi museali in Toscana. Florence: Firenze University Press, 2006. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-112-0.

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Abstract:
Il volume presenta i risultati di una ricerca promossa da una convenzione tra il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Firenze e la Regione Toscana con l'obiettivo di definire il quadro dei sistemi museali. Dato che non esiste ancora un concetto teorico di sistema museale la ricerca ha inquadrato l'effettiva situazione della regione studiando "i sistemi museali toscani in atto".
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2

1947-, Buzzi Carlo, Abbruzzese Salvatore, and IARD, eds. La condizione giovanile in Toscana: Un'indagine IARD per la Regione Toscana. Firenze: Giunti, 1999.

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3

Passigli, Stefano. Il PRI alla regione toscana, 1985-1990. [Italy: s.n., 1990.

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4

Biggeri, Mario, Ambra Collino, and Lorenzo Murgia, eds. Processi industriali e parti sociali. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-608-4.

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Abstract:
Questa pubblicazione è il frutto di un progetto, denominato “Le imprese Toscane in Cina e nella Provincia del Jiangsu: un possibile dialogo di cooperazione tra i sindacati” cofinanziato dalla Regione sui “PIR approfondimenti tematici del 2011”. L’obiettivo di questa ricerca è quello di aprire uno squarcio meno superficiale sulle aziende italiane in Cina e principalmente nella Provincia del Jiangsu, consolidando e qualificando il rapporto ultradecennale tra la CGIL Toscana e il sindacato del JFTU ( Jiangsu Federation of Trade Unions). L’attenzione della Toscana sulla Cina non è infatti determinata solamente dalla presenza di una grande e operosa comunità nell’area pratese e fiorentina ma anche dai consistenti interessi economici delle Imprese Toscane che hanno deciso di mettere radici, attraverso imprese e business, nel Paese che è ormai diventato il punto di riferimento dell’economia mondiale di questi ultimi 15 anni. Basti pensare alla Piaggio di Pontedera ed alle collaborazioni delle Università Toscane, (in particolare Firenze e Pisa), con le Università e Centri di ricerca della Cina e all’attenzione che le Associazioni Imprenditoriali, (Confindustria, CNA ecc.) e Toscana Promozione le stanno dedicando. Come viene ricordato dal dott. Franco Bortolotti, l’Istituto di Ricerche della Cgil Toscana(IRES), in collaborazione con la Provincia di Prato, ha avviato ricerche di carattere socioeconomico mirate a conoscere l’evoluzione e le trasformazioni che stanno avvenendo nel distretto del tessile toscano.
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5

Annalisa, Giovani, ed. Muoversi in Toscana: Ferrovie e trasporti dal Granducato alla Regione. Bologna: Il mulino, 2005.

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6

Rupi, Pier Lodovico. Urbanistica e piano strutturale: Normativa e prassi della Regione Toscana. Firenze: Alinea, 1995.

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7

Solimine, Giovanni. L'efficacia delle biblioteche pubbliche in Toscana: La valutazione delle prestazioni come strumento di lavoro in un'indagine della Regione Toscana. Firenze: Pagnini e Martinelli, 2000.

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8

Corsani, Gabriele, Leonardo Rombai, and Mariella Zoppi, eds. Abbazie e paesaggi medievali in Toscana. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-645-9.

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Abstract:
Il volume raccoglie i contributi della giornata di studio tenuta il 16 giugno 2010 all’Università di Firenze su Abbazie e paesaggi medievali in Toscana, cioè sulle forme del territorio che hanno strutturato per secoli i modi di vita nelle campagne della nostra regione. Si afferma oggi una infatuazione per quel paesaggio, cui fa riscontro una mancanza di interesse per la sua conservazione o per trasformazioni rispettose delle regole che lo hanno prodotto. È quindi opportuno presentare, al vaglio del metodo storico, uno sguardo sintetico sul paesaggio medievale, dalle premesse di antica matrice alle ragioni economiche della formazione monastica e feudale fino alla comparsa di un nuovo assetto apprezzato per la sua utile bellezza, in un persistente sostrato di misteriosa affabulazione. La Toscana permette molteplici riscontri di ciò che effettivamente sopravvive del pervasivo ordine stabilito nel Medioevo anche per le sue esemplari rappresentazioni letterarie e iconografiche, coeve e moderne.
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9

Morisi, Massimo, ed. 'Guardare' il paesaggio. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-976-4.

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Abstract:
Il volume è frutto di una ricognizione delle esperienze e delle avvertenze utili alla creazione di un osservatorio del paesaggio in Toscana e alle definizioni delle modalità reticolari e interattive che questo può assumere ai fini della propria efficacia operativa. L’analisi si è svolta nell’ambito del processo di formazione del Piano Paesaggistico della Regione Toscana e della collaborazione che questa ha promosso con il Centro interuniversitario di Scienze del territorio. Partendo dall’esame dei modelli organizzativi e funzionali che caratterizzano le principali esperienze europee e italiane, nella pluralità dei contesti normativi, delle forme di pianificazione e regolazione paesaggistica e delle pratiche di mobilitazione culturale e associativa delle popolazioni di riferimento, vengono formulate alcune ipotesi di lavoro calibrate sulla situazione toscana.
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10

A, Ambart͡s︡umov E., and Gori Francesca, eds. Il XX Congresso del Pcus: Atti del convegno internazionale patrocinato dalla Regione Toscana e dalla Lega nazionale cooperative e mutue, Comitato regionale toscano (Firenze 2-5 ottobre 1986). Milano: F. Angeli, 1988.

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Book chapters on the topic "Regione Toscana"

1

Fantechi, A. "La formazione a distanza nel programma ECM: l’esperienza della Regione Toscana." In E-learning in sanità, 179–86. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1824-2_20.

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2

Gini, Saverio, and Giorgio Ambrosino. "Innovation, Digital Solutions and MaaS Concept in Touristic Insular and Rural Destinations: The Case of the Shared Mobility Agency in Elba." In Sustainable Mobility for Island Destinations, 39–66. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-73715-3_3.

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Abstract:
AbstractThis chapter aims to describe the role of innovation and digital solutions in facing the mobility needs of the rural areas and tourist destinations and, at the same time, to discuss the problems and conditions for their use in the provision of the different mobility and transport services. Innovation in the mobility provision chain is analysed in relation to the relevant service elements (schemes, planning, programming, evaluation and support) in order to clarify that innovation does not automatically mean digital solutions. An overview of the emerging trends in digital solutions is provided, focusing on the Mobility as a Service (MaaS) concept and mobile applications. For the APP, market-specific considerations are developed on the different roles and typologies, making a classification for understanding current Mobility APP “Jungle”. Moreover, the concept of Shared Use Mobility Agency (SUMA) is presented. SUMA aims to integrate smart mobility services under the concept of MaaS in order to answer to the mobility needs of residents and tourists acting on the demand and providing coordinated collective and ridesharing transport services. SUMA could be considered an “innovative” approach mixing advanced digital architecture and shared mobility schemes with the relevant organization, operation and business elements. Section 5 presents the SUMA implementation in Elba island (Regione Toscana-Italy), within CIVITAS DESTINATIONS project underlying the specifications of the platform and APP. Finally, besides the specific recommendations provided in each section, key recommendations for Mobility Authority and Transport Operators are spotlighted.
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3

Acocella, Ivana, Erika Cellini, Miriam Cuevas, and Giovanna Tizzi. "La governance dell’accoglienza straordinaria in Toscana." In Migrazioni in Italia: oltre la sfida, 113–54. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-965-2.07.

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Abstract:
How was migration multilevel governance implemented at the regional level in Italy during the refugee crisis? The chapter analyses the case study of the Tuscany Region in 2017-2018. The first part focuses on the migration reception model adopted. The second part describes the distribution of asylum seekers in the provinces of Florence, Siena and Arezzo. The last part deals with a comparative analysis of the tendering procedures for CAS (Centri di accoglienza straordinari- extraordinary centers of reception) published between 2015 and 2018 by the Prefectures of Florence, Siena and Arezzo
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4

Gini, Rosa. "Agenzia Regionale di Sanità della Toscana (ARS)." In Databases for Pharmacoepidemiological Research, 141–46. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-51455-6_11.

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5

Giovannoni, Pietro Domenico. "«… Ricondurre in qualche modo il buon ordine e impedire nuovi scandali». La visita apostolica ai monasteri olivetani toscani del 1843." In La Basilica di San Miniato al Monte di Firenze (1018-2018), 303–48. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-295-9.15.

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Abstract:
Between 1843 and 1845 Pope Gregory XVI entrusted the two Tuscan Olivetan monasteries, Monte Oliveto Maggiore in the Sienese area and San Bartolomeo in Florence, to the jurisdiction of the Archbishop of Florence Ferdinando Minucci with the task of conducting an apostolical visit. At the same time, the Tuscan government, following the legislation of Pietro Leopoldo, instructed the Archbishop himself to conduct a visit to the same monasteries in the name and on behalf of the State. The essay analyses the story by cross-examining the ecclesiastical sources with those of the Government. An episode emerges that testifies to the persistence of dynamics typical of the ancient regime regarding the relations between State and Church in the context of the Restoration age.
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6

Asero, Vincenzo, and Sandro Billi. "New Perspective of Networking in the DMO Model." In New Governance and Management in Touristic Destinations, 105–18. IGI Global, 2022. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-6684-3889-3.ch007.

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Abstract:
Destination management organizations are functional structures that manage and market the tourist destinations operating to facilitate the cooperation among different stakeholders. A successful DMO supports tourism development, especially when tourism is an important economic driver for a destination. The idea of building different forms of DMOs and the concept of networking have guided tourism governance choices in different initiatives conducted in many countries. This chapter analyses the model of DMO adopted in Italy by Regione Toscana comparing it with the variable geometry approach by Beritelli et al. The study offers a critical reflection on the model of DMO, relevant from the perspectives of governance and management.
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7

Morgan, Kevin, Terry Marsden, and Jonathan Murdoch. "Localized Quality in Tuscany." In Worlds of Food. Oxford University Press, 2006. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780199271580.003.0012.

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Abstract:
With its rolling hills, small farms, diverse products, and high-quality foodstuffs, Tuscany easily conjures up a world of diversification and localization. In fact, so many of the region’s products are seen as world class—notably its wines, olive oils, cheeses, and processed meats—that it is tempting to see this region as the prime example of an Interpersonal World (in Salais and Storper’s terms). Yet, Tuscany’s perceived success in this world of food is a recent phenomenon. Until the 1990s the region was thought to be rather ‘backward’ in character, mainly due to its inability to adopt conventional industrial approaches to food production and processing. While some effort was made to shift Tuscany on to a more industrialized development path during the 1960s and 1970s, by the early 1990s this was widely regarded as having failed. Out of this failure, however, came the search for a new development model, one that could work with, rather than against, the region’s core assets—notably, its localized variety in foodstuffs and environmental features. Thus, a distinctively Tuscan approach to the agri-food sector is explicitly identified in the recent Rural Development Plan (RDP) drawn up by the Tuscan regional government. The document states that the strategy elaborated in the plan is aiming at ‘strengthening the ‘‘Tuscan model’’ of agricultural and rural development’. The plan goes on to identify key characteristics of the model, including the presence of small and mediumsized farms, the existence of quality products, the diversification of agricultural production, the provision of adequate marketing networks, and the enhancement of the environment and the agricultural landscape (Regione Toscana, 2000). It is tempting to imagine that the consolidation of a diversified and localized world of food production in Tuscany owes much to the implementation of this model by governmental authorities in concert with other actors in the food sector. However, it will be argued below that the emergence of a new world of food in Tuscany owes as much to happenstance as it does to the conscious agency of differing institutions and organizations.
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Оttаti, Gabi Dei. "La notable elasticidad de los distritos industriales de la toscana." In Las regiones ante la globalización, 151–88. Centro de estudios mexicanos y centroamericanos, 1998. http://dx.doi.org/10.4000/books.cemca.3715.

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Conference papers on the topic "Regione Toscana"

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Neri, F., and Franco Piegai. "Produttività e costi in cantieri di utilizzazione integrale della biomassa nella Regione Toscana." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.117.

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2

Espinós Garcia, Mª Isabel, Marco Mastreta, and Alessandro Monti. "Proyecto Dorothy: propuestas de innovación en la logística urbana. El Joint Action Plan." In CIT2016. Congreso de Ingeniería del Transporte. Valencia: Universitat Politècnica València, 2016. http://dx.doi.org/10.4995/cit2016.2016.4258.

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Abstract:
El proyecto DOROTHY “Development Of RegiOnal clusTers for researcH and implementation environmental friendlY urban logistics" (www.clusterdorothy.com), financiado por la Comisión Europea dentro del programa Regiones del Conocimiento se ha centrado en la creación de un marco que favorezca la innovación en el sector de la logística urbana. Como uno de los principales resultados del proyecto se han creado 3 clústeres a nivel regional en la Comunidad Valenciana, la región del Valle del Tajo y Lisboa en Portugal y la región de Oltenia en Rumanía, en linea con el clúster de logística urbana ya existente en la región de Toscana en Italia y que ha servido de ejemplo. En colaboración con estos clústeres se ha redactado el Joint Action Plan (JAP) que comprende herramientas para potenciar la innovación y propuestas concretas para poner en práctica en el corto y medio plazo. Esta ponencia resume los contenidos del JAP.DOI: http://dx.doi.org/10.4995/CIT2016.2016.4258
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Berti, Camillo, and Massimiliano Grava. "L’uso della toponomastica come indicatore di insediamenti e strutture fortificate: il caso toscano." In FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia: Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11493.

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Abstract:
The use of toponymy as an indicator of settlements and fortified structures: the Tuscan caseThe purpose of this contribution is to analyze the spatial distribution of the place names referred to the Tuscan territory, to fortified structures and settlements, through the study of the place names recorded geodatabase RE.TO.RE. (Regional Toponymic Repertory) created by the Tuscany Region with the scientific contribution of the Universities of Pisa, Florence and Siena. The Tuscan toponyms has been the object of both a synchronic study within each of the cartographic sources that make up the geographical database, and a diachronic analysis between the temporal thresholds in which the archive is articulated. The database, extrapolated from cartographic supports, in fact covers a time span between the first decades of the nineteenth century (nineteenth century land registries) and the most recent information series produced in the regional context (Carta Tecnica Regionale). In the contribution, the place names related in various ways to different types of structures and fortified settlements, such as castle, fort, tower, fortress, has been analyzed both in relation to the distribution and spatial aspects, and in reference to their evolutionary dynamics (persistence, disappearance, transformation), with the aim of identifying possible relationships between the territory and the distribution in time and space of the different types of fortifications. From a methodological point of view, the study has been carried out, in addition to the traditional tools of the topomastic survey, especially taking advantage of the potential of spatial analysis functions typical of geographical information systems.
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