Journal articles on the topic 'Regime aperto'

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Mieli, Paola. "Donna in sé." Balthazar, no. 4 (September 13, 2022): 59–71. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18485.

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Abstract:
Mario Mieli, attivista del movimento gay negli anni 70, ha aperto una pista queer ripresa e studiata ai giorni nostri. La sua critica del capitalismo patriarcale si accompagna a una critica delle derive identitarie e revisioniste di alcuni movimenti di liberazione. Gli strumenti psicanalitici sono fecondi per decostruire il regime binario e per lottare contro il colonialismo del dissimile.
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ARIDA, PERSIO. "Múltiplos Equilíbrios." Brazilian Journal of Political Economy 22, no. 3 (September 2002): 508–17. http://dx.doi.org/10.1590/0101-31572002-1363.

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Abstract:
RESUMO Essa é a segunda nota de uma série de quatro notas escritas para estudantes nos debates sobre políticas atuais. Ela se concentra em um modelo simples de economia aberta, no qual existe uma probabilidade subjetiva de inadimplência na dívida interna. Sob certas condições, há mais de um par de juros/câmbio consistente com uma determinada meta de inflação. A dinâmica é explorada sob uma regra de comportamento simples, segundo a qual o Banco Central aumenta os juros se a inflação estiver acima da meta. São discutidos os efeitos do aperto fiscal, choques externos nas taxas de juros ou dívida soberana e mudanças esperadas no regime de conversibilidade.
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Borso, Dario. "Il 1943 di Mario Dal Pra." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 262 (October 2011): 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262006.

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Abstract:
Il saggio analizza il passaggio, avvenuto nella prima metŕ del 1943, del grande storico della filosofia Mario Dal Pra (1914-1992) da una posizione cattolico-moderata, ancora interna alla gerarchia ecclesiastica, a un aperto pronunciamento laico a favore della democrazia, della partecipazione politica e quindi poi della Resistenza. L'autore descrive questo episodio fondamentale nella vita di Mario Dal Pra - che lo portň a divenire dirigente partigiano del Partito d'azione e dopo la guerra cofondatore dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli) - avvalendosi di documenti rari e mai prima utilizzati. Egli sostiene che questo passaggio in Dal Pra fu favorito dalla lettura viva di Piero Martinetti, l'unico filosofo italiano che si era rifiutato di giurare fedeltŕ al regime fascista nel 1931 e che nei suoi ultimi anni, sulla scorta della concezione morale di Kant, aveva sottoposto a una critica radicale il dogmatismo della Chiesa.
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Guglielmo, Matteo. "Dinamiche politiche e regimi di conflitto nella Mogadiscio contemporanea." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 17–36. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126002.

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Abstract:
La guerra civile in Somalia si protrae ormai da diciotto anni, cambiando spesso attori, interessi e caratteri. A causa di essa, le sue cittŕ sembrano essere mutate, non tanto in seguito alla definizione di politiche urbane ufficiali, ma piuttosto seguendo linee imposte dal conflitto stesso. Mogadiscio, capitale della Repubblica Somala dal 1960, č uno dei centri che ha risentito maggiormente dei cambiamenti politici e sociali post- 1991, adattando i suoi spazi e confini ai processi di scontro e, conseguentemente, di mobilitŕ forzata che continuano a contraddistinguere l'intero paese e la sua popolazione. Cosě, la geografia del conflitto ha finito col trasferire i suoi caratteri nella stessa conformazione urbana della capitale, trasformando profondamente quartieri, mercati, spazi e, al tempo stesso, aprendola a nuovi centri di potere e di autoritŕ i quali, seppur brutali e illiberali, sembrano comunque aver registrato un certo grado di successo. In tale contesto, i processi di globalizzazione hanno trovato campo fertile: Mogadiscio č diventato uno dei centri economici piů dinamici del Corno d'Africa, aperto non solo ai mercati regionali, ma anche a quelli arabi, i cui vettori principali si sviluppano tutt'oggi attraverso l'asse Dubai-Mogadiscio. Questo articolo si propone di fornire uno spaccato sulle dinamiche politiche e sociali che hanno contraddistinto la capitale somala dallo scoppio della guerra civile nel 1991 ad oggi, cercando di individuare non solo i suoi mutamenti fisici e strutturali, ma anche di identificare gli attori che ne hanno determinato i nuovi assetti economici e di potere.
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Ronchini, Beatrice. "Le asimmetrie regolamentari nell'industria dei fondi comuni aperti." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (September 2011): 423–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003003.

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Abstract:
L'obiettivo di livellare il terreno competitivo tra gli operatori europei del risparmio gestito non sembra ancora pienamente raggiunto. Nei diversi paesi permangono infatti alcune residue divergenze - nelle modalitŕ di recepimento e di interpretazione delle normative comunitarie, nelle prassi di vigilanza, nei regimi sanzionatori, nella regolamentazione settoriale - tali da penalizzare potenzialmente gli operatori e i prodotti sottoposti alla disciplina piů stringente. Il presente contributo si focalizza sul comparto dei fondi comuni aperti italiani e intende arricchire la letteratura sul tema passando in rassegna in ottica comparata le principali norme e prassi di vigilanza "competition sensitive" suscettibili di limitare l'attrattivitŕ di tali prodotti rispetto a quelli esteri commercializzati in Italia o rispetto a prodotti finanziari alternativi. Come noto, le asimmetrie regolamentari sono considerate una delle cause del declino attraversato nel passato recente dall'industria italiana dei fondi comuni d'investimento mobiliare. L'individuazione dei residui spazi di discriminazione competitiva di matrice normativa rappresenta la necessaria premessa per prefigurare un possibile percorso di ottimizzazione della regolamentazione.
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Ales, Edoardo, and Sabina Brevaglieri. "Il lavoro in età moderna: un percorso di lettura." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 168 (January 2021): 767–97. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-168006.

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Abstract:
Il saggio si propone di offrire un percorso di lettura del volume della Storia del lavoro in Italia dedicato all'Età moderna e curato da Renata Ago. L'obiettivo è di sollecitare l'attenzione del giurista positivo verso una storia lontana e distante come quella dell'antico regime, al di là della pura curiosità e dell'interesse occasionale. La conclusione del percorso è aperta e ha l'ambizione di provare a promuovere una ripartenza, evidenziando chiavi di lettura interdisci-plinari per ripensare gli interrogativi del diritto del lavoro e della sicurezza sociale e per contra-stare efficacemente quelle teorie che leggono nella fine del lavoro novecentesco (dipendente, locale, accentrato, stabile, continuo) il venir meno del senso stesso della protezione sociale. L'auspicio è che per lo storico l'incontro con il giurista positivo possa stimolare la possibilità di elaborare nuovi terreni condivisi di ricerca applicata, arricchendo così il bagaglio di strumen-ti interpretativi dell'attività posta in essere dai regolatori del passato, senza che essi diventino lenti deformanti e performative di realtà e contesti completamente diversi.
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Mario Cucciolla, Riccardo. "La perestrojka vista dall'Italia: le lettere degli italiani al segretario generale del Pcus, tra gorbymania e scetticismo." MONDO CONTEMPORANEO, no. 2 (May 2021): 171–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002009.

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Abstract:
La perestrojka rappresenta una stagione unica in termini di riforme, dibattiti aperti e mobilitazione dei cittadini dal basso. La stessa figura di Gorbacëv divenne molto popolare in quell'opinione pubblica occidentale che si rivolgeva al leader sovietico per chiedere un cambiamento politico, la pace e la conclusione della Guerra Fredda. In Italia, la "gorbymania" si manifestò in migliaia di lettere che politici, scienziati, artisti, ecclesiastici, accademici, o semplici cittadini inviavano al leader sovietico e alla moglie Raisa. La varietà di contenuti, di toni e di critiche furono caratteristiche delle lettere degli italiani. Incoraggiavano le svolte in politica estera, sostenevano il processo di rinnovamento del regime e ne condannavano apertamente i limiti. Il presente articolo vuole esaminare - attraverso le lettere inviate dall'Italia a Michail e Raisa Gorbacëv nel periodo 1988-1989 - la percezione e la risposta attiva degli italiani a quelle trasformazioni in atto in Urss, e offrire un livello analitico transnazionale delle relazioni italo-russe che andava oltre la dimensione istituzionale e coinvolgeva direttamente i singoli individui.
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Sandinirwan, Indra, and Wargian Hadisaputra. "Clinical Manifestation and Initial Management of Newborn with Spina Bifida Aperta: a case report." Journal of Research in Clinical Medicine 9, no. 1 (February 21, 2021): 8. http://dx.doi.org/10.34172/jrcm.2021.008.

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Abstract:
Spina bifida is a birth defect that occurs due to the disruption of the formation of the neural tube with an incidence of 1–10 cases per 1000 live births. Spina bifida can appear as an occulta or aperta type, and the latter consists of meningocele, myelomeningocele, and myeloschisis. We reported a case of a term male newborn who was presented with lethargic, bradypnea, suction reflex abnormalities, and paralysis of lower extremities. A defect was found in the spine in the thoracolumbar region showed a placode with no meningeal and skin covering, suggestive of a myeloshisis. The patient was treated in the neonatal intensive care unit, was placed on non-invasive ventilation with successful weaning, parenteral nutrition, systemic antibiotics regimen, and wound care. The patient was consulted with a neurosurgeon and was subjected to an ultrasound examination of the head that led to hydrocephalus. After experienced clinical improvement and oral tolerance, the patient was allowed for discharged and scheduled for surgery.
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Fötschl, Andreas. "Zinsen auf außervertragliche Geldforderungen im Rechtsvergleich und eine Analyse der Zinsnormen des Draft Common Frame of Reference (DCFR)." European Review of Private Law 17, Issue 2 (April 1, 2009): 89–111. http://dx.doi.org/10.54648/erpl2009008.

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Abstract:
Abstract: The Directive on combatting late payment has harmonized the law governing interest due on certain delayed payments. The law governing the accrual of interest on all other kinds of outstanding debts is regulated very differently under national laws. Some national legal systems rely in this respect on the general rules for delayed payments and on concrete interest policies. They do, at the outset, not accept that legal right to interest could owe its existence to the simple fact of the maturity of the debt. On the other hand, some legal systems do accept an abstract right to receive interest after the maturity of all possible money debts. In other jurisdictions, similar results have been reached by recent jurisprudential developments. This contribution examines German, French, Swiss, Danish, English and Austrian Law. This comparative survey prepares the way for an examination of the Draft Common Frame of Reference (DCFR). The DCFR creates a mixed system based upon a general rule for abstract rights to interest after maturity and special rules for interest on particular claims with concrete interest–policies. The basic values of the general right to interest after maturity do not however match with these special rules. Furthermore, for some types of extra–contractual claims, the DCFR foresees an abstract right to interest after maturity based on an interest rate applying for loans, which is only realistic for some of those claims. As a common solution, it is proposed to link the general rule on post–maturity–interest in the DCFR with an interest rate related to deposits. Résumé: La Directive concernant la lutte contre le retard de paiement a entraine une harmonisation de la reglementation des interets relatifs aux pretentions contractuelles dans les transactions commerciales. Le regime des interets relatifs aux autres categories de creances d’argent demeure fort different d’un systeme juridique a l’autre. Certains systemes juridiques prevoient pour ces creances le paiement d’interets moratoires ; ils ne connaissent en revanche pas les interets de type compen satoire ou bien ne les prevoient que dans des cas limites. Dans d’autres systemes juridiques, toute creance pecuniaire est productive d’interets compensatoires. Dans une troisieme categorie de systemes juridiques, la jurisprudence aboutit a un resultat analogue a celui auquel conduit l’octroi de principe d’interets compensatoires. La presente contribution analyse les regimes des interets relatifs aux creances exclues de la Directive sus–mentionnee qu’orga nisent les droits allemand, francais, suisse, danois, anglais et autri chien. Un tel apercu comparatif peut en effet contribuer utilement a l’analyse des regles que contient le Draft Common Frame of Reference (DCFR) en matiere d’in terets. Le DCFR propose un regime mixte qui, tout en optant pour le principe des interets compensatoires, l’as souplit par des normes speciales et restrictives quant a cer taines categories de creances. Or, la raison d’etre sousjacente au principe general des interets compensatoires s’harmonise mal avec ces regles speciales. Il est propose, comme solution generale et, en tout cas, point de depart pour l’etablissement d’un regime coherent, que le taux des interets compensatoires soit, dans le Common Frame of Reference (CFR), analogue a celui des interets des depots bancaires et que ce taux soit applique a la totalite des creances pecuniaires.
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Wickham, Peter. "The Choice of Exchange Rate Regime in Developing Countries: A Survey of the Literature (Le choix d'un regime de change par les pays en developpement: Apercu general des etudes consacrees a ce sujet) (Seleccion del regimen de tipo de cambio en los paises en desarrollo: Examen de la literatura existente)." Staff Papers - International Monetary Fund 32, no. 2 (June 1985): 248. http://dx.doi.org/10.2307/3866841.

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Brendan Byrne, P. "Flare in Late-type Stars: UV." International Astronomical Union Colloquium 151 (1995): 136–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0252921100034874.

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Abstract:
Early studies of stellar flares were made entirely in the optical regime. It was recognised that flares arose from the generation of hot plasma within the stellar chromosphere at whose temperature (indicated, for instance, by the presence of a strong, blue optical continuum) a substantial emission in the ultraviolet would be expected. It was not until the advent of space-borne instruments of adequate sensitivity, however, that direct confirmation of this prediction was forthcoming. In this review I examine some results of more than a decade of observation of stellar flares in the UV.The major source of ultraviolet data on stellar flares has been the International Ultraviolet Explorer (IUE) satellite (Boggess et al. 1979). In order to understand the limitations of our current understanding in this area it is important to appreciate some of the characteristics of its instrumentation. IUE’s telescope is of 40 cm aperture and it is equipped with a spectrograph which can operate at two resolutions, i.e. Δλ/λ ∼350 (LORES) and ∼17000 (HIRES). Its detectors are optimised for operation in two wavebands, i.e. ∼1150-1950Å (SW) and ∼1950-3200 Å (LW). IUE’s small apert ure results in a limited sensitivity, a consequence of which is a modest time resolution when studying stellar flares (a long exposure time is needed to gain adequate signal-to-noise). IUE’s elliptical 24-hour quasi-geosynchronous orbit and its resulting interactive mode of operation make continuous monitoring feasible, a feature suiting flare star work.
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Alles, A. J., and K. K. Sulik. "Retinoic acid-induced spina bifida: evidence for a pathogenetic mechanism." Development 108, no. 1 (January 1, 1990): 73–81. http://dx.doi.org/10.1242/dev.108.1.73.

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Abstract:
Treatment of C57Bl/6J mice with three successive doses of all-trans retinoic acid (28 mg kg-1 body weight) on 8 day, 6 h (8d,6h), 8d,12h, and 8d,18h of gestation resulted in a high incidence (79%, 31/39 fetuses) of spina bifida with myeloschisis (spina bifida aperta) in near term fetuses. Twelve hours following the last maternal dose (9d,6h), the caudal aspects of treated embryos, were abnormal, with eversion of the neural plate at the posterior neuropore, as compared to its normal concavity in comparably staged control specimens. This eversion persisted in affected embryos through the time that the posterior neuropore should normally close. The distribution of cell death in control and experimental embryos was determined using vital staining with Nile blue sulphate and with routine histological techniques. Twelve hours following the maternal dosing regimen, experimental embryos showed evidence of excessive cell death, predominantly in the mesenchyme associated with the primitive streak and in the endoderm of the tail gut, both of which are readily identifiable sites of physiological cell death at this stage of development. In addition, the presumptive trunk neural crest cells located in the dorsal midline, cranial to the posterior neuropore, exhibited a marked amount of cell death in the experimental embryos. We propose that the major factor in the generation of spina bifida in this model is excessive cell death in the tail gut and mesenchyme ventral to the neuroepithelium of the posterior neuropore.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)
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Adler, Y., M. J. Adler, L. Weisenthal, J. Reed, M. Krajewska, A. Olson, and S. Krajewski. "Immunoproteomics strategy for automation of chemoresistance and chemosensitivity array." Journal of Clinical Oncology 24, no. 18_suppl (June 20, 2006): 20076. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2006.24.18_suppl.20076.

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Abstract:
20076 Background: Chemotherapy sensitivity and resistance assays (CSRAs) often guide therapeutic regimen selection based on patient cancer cells response to chemotherapeutics in culture. Current CSRAs rely on highly time- and skill- dependent biochemical and microscopic endpoint assays of apoptosis. Instead, the assay under development uses immunoproteomic array readout of biomarkers. Such automation may broaden the use of CSRAs for guiding clinical use of increasingly costly chemotherapeutic options. Methods: Specimens from 30 ovarian cancer patients were cultured with and without cisplatinum according to established CSRA procedures (http://weisenthal.org/w_ovarian_cp.pdf). Cells pelleted and fixed at experimental points (0 and 96 hrs cisplatin, and 96 hrs non-treated) were paraffin embedded for construction of immunoproteomic microarrays. A panel of 57 NIH cancer cell lines was similarly arrayed. Protein profiling is performed with monospecific antibodies for 35 select markers of cell cycle, apoptosis, cell signalling, and transcription. Immunostaining results, including rate of cell death and marker expression level are quantitated manually (immunoscore assigned for cell core) and automatically (algorithm by Aperio, Inc). Results: Evaluation of readouts differentiates responders from non-responders aiming to predict clinical chemotherapy outcome. For a subset of imunoproteomic markers, observed expression corresponds to either induced apoptosis or to cisplatin resistance. Selected markers were subjected to cytologic analysis and time line westerns; results corroborate protein profiling data. Correspondence to the results of the classic CSRAs and individual patient therapeutic response will be unblinded. Conclusions: Use of immunoproteomic arrays to replicate classic CSRAs by establishing concordant results may allow automated guidance for chemotherapeutic choices. [Table: see text]
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Morsello, Marco Fábio. "Apectos jurídicos principales de las aeronaves no tripuladas. Consideraciones críticas. / Main legal aspects of unmanned aircraft. Critical considerations." Revista de Derecho Privado │Universidad Blas Pascal 8, no. 8 (February 23, 2022): 149–70. http://dx.doi.org/10.37767/2362-23625325(2021)007.

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Abstract:
Los UAS son aeronaves sui generis que se someten, así, al régimen genérico de estas. No obstante, hay peculiaridades que imponen reglamento específico, siendo necesaria la edición de Convención internacional que dé uniformidad a la materia, de modo que albergue en clara actividad de riesgo, niveles de seguridad idénticos a las aeronaves convencionales, con la finalidad de utilización del espacio aéreo no segregado. En ese contexto, se impone la utilización de sistemas de prevención superadores del binomio see and avoid, abarcando la nanotecnología, sin descuidar de los derechos fundamentales. Finalmente, en el ámbito de la responsabilidad por daños a terceros en la superficie, las bases de cálculo de indemnización establecidas en la Convención de Roma y Protocolo de Montreal, son absolutamente incompatibles con la realidad fáctica de los UAS y del régimen de responsabilidad extracontractual objetiva. ABSTRACTThe UAS are ‘sui generis’ aircrafts that submit themselves, therefore, to the general regime of those. Regardless of it, there are some peculiarities that impose specific regulation, being necessary the creation of an international Convention capable of standardize the subject, in order to be considered as a clear risk activity (strict liability system), hence imposing the same security standards as the ones of conventional airplanes, aiming the use of non-segregated airspace. In this context, the use of prevention systems that surpasses the binomial ‘see and avoid’ imposes itself, embracing nanotechnology, without ignoring fundamental rights. Finally, in scope of the liability related to damages to third parties in surface, the basis of calculation regarding the compensation provided by the Rome Convention and the Montreal Protocol are absolutely incompatible with the factual reality of the UAS and strict liability related to tort rules.
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Zinner, Ralph, Jennifer M. Johnson, Madalina Tuluc, Joseph M. Curry, Adam Luginbuhl, Christopher C. Fundakowski, Andrew Yampolsky, et al. "Neoadjuvant nivolumab (N) plus weekly carboplatin (C) and paclitaxel (P) in resectable locally advanced head and neck cancer." Journal of Clinical Oncology 38, no. 15_suppl (May 20, 2020): 6583. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2020.38.15_suppl.6583.

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Abstract:
6583 Background: Despite multimodality standard therapy, patients (pts) with resectable locally advanced squamous cell carcinoma of the head and neck (LA SCCHN) are at high risk for recurrence. Pts with pathologic complete response (pCR) or major pathologic response (MPR) to neoadjuvant chemotherapy have improved overall survival. PD-1 checkpoint inhibitors are approved in combination with platinum-based chemotherapy in the 1st-line treatment of recurrent/metastatic SCCHN. We hypothesize the addition of N to wkly carboplatin C and P will increase the pCR rate at the primary site compared to historical controls. Methods: This is an investigator-initiated trial for pts with newly diagnosed (AJCC 8th) stage III-IV HPV- (oral cavity (OC), oropharynx (OP), hypopharynx (HP), and larynx (L) or stage II-III HPV+ OP SCCHN without distant metastasis who are surgical candidates. Neoadjuvant chemo starting d1 is C AUC 2 IV wkly x 6 plus P 100 mg/m2 IV wkly x 6 plus N 240 mg IV q 2 wks x 3 with surgery on wk 8. The primary endpoint is pCR at the primary site. To estimate pathologic response, the resected pathology specimens are cut >1 section/cm. Using the Aperio Digital scanning system, slides are imaged, and then annotated by at least 2 pathologists for viable tumor vs. treatment effect with areas automatically calculated to yield the percentage of viable tumor. Our primary endpoint will be reached if 11/37 planned pts have a pCR at the primary site. Results: From 11/17-12/19, 27 pts received the study regimen and had surgery (1/27 had an unknown primary; thus, inevaluable for the primary endpoint). Of 27 pts, median age was 59 (46-83), women 31%, HPV+ 15%, OC 73%, OP 19%, HP 7%, L 4%; stage III 33%, stage IVA 67%. Gd 3 toxicities were in 37% pts; 1 pt febrile neutropenia, 3pts anemia, 1pt diarrhea, 1pt cellulitis and 1pt rash. Four pts had gd 3-4 neutropenia. Dose reductions were in 2 pts, and 4 pts had 1 wkly dose dropped. All 27 pts went to surgery, none with PD by CT; all with negative margins. One pt died with rapid recurrence; no other recurrences (median f/u 13 mos). Our primary endpoint was met; 11/26 (42%) pts (excluding pt with unknown primary) had a pCR at the primary site. 9/23 (39%) HPV- pts, had a pCR. MPR or pCR was 18/26 (69%) and in HPV- pts, 15/23 (65%). 2/11 pts had microscopic residual disease in 1 LN each. Conclusions: The combination of N and wkly PC was well tolerated. The primary endpoint of pCR at the primary site in > 11/37 pts was met with the 27th pt. Accrual continues. Exploratory outcomes assessing markers of immune bias in tumor tissue and plasma are in process. Clinical trial information: NCT03342911 .
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Quartuccio, L., A. Sonaglia, L. Casarotto, D. Mcgonagle, C. DI Loreto, and E. Pegolo. "AB1162 THE LINK BETWEEN INFLAMMATION AND THROMBOSIS: CLINICAL AND IMMUNOHISTOCHEMICAL CHARACTERIZATION OF PULMONARY ARTERIAL THROMBOSIS IN COVID-19 PATIENTS." Annals of the Rheumatic Diseases 81, Suppl 1 (May 23, 2022): 1697.2–1697. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2022-eular.4421.

Full text
Abstract:
BackgroundCoronavirus-19 disease (COVID-19) has been responsible, to date, for more than 5 million of deaths. Immunothrombosis may be a major factor contributing to mortality in COVID-19 and pulmonary arterial tree involvement that mimics multiple pulmonary embolism could be a major contributor to disease course. Immunomodulatory drugs are of some benefit but mechanism not completely clear. We investigated pulmonary arterial tree clots to better appreciate their immunothrombotic nature, in contrast to the pathological characteristics of non-inflammatory thrombi (1).ObjectivesThe primary objective was to study in depth the arterial thrombosis in COVID-19, by characterizing the immunohistochemical nature of thrombi, performing macroscopic and microscopic analyses, and by comparing clinical, laboratory and anatomical-pathological data of these patients with other patients died for COVID-19 but without evidence of pulmonary arterial thrombosis.MethodsAutopsies were performed in patients (cases) who died for COVID-19 with evidence of pulmonary arterial thrombosis at autopsy finding but without pathological signs of bronchopneumonia or peripheral venous thrombosis. COVID-19 positive patients without pulmonary arterial thrombosis were selected as control group. Hematoxylin and eosin stained slides were reviewed choosing those with visible pulmonary thrombi. Further histochemical and immunohistochemical staining were performed in selected paraffin blocks. Each component of the thrombus was evaluated with the software application QuPath in terms of fibrin, red blood cells, platelets and immune cells percentage after scanning the slides with Aperio System. Laboratory tests were recorded at 2 points: at hospital admission and at Intensive Care Unit transfer.ResultsWe included 13 patients (cases) and 14 controls, matched for age, gender and time from diagnosis to death. Twenty arterial thrombi were studied. By immunohistochemistry, arterial thrombi were composed by white blood cells (WBC) [median, IQR range: 10% (5-12.25)], mainly neutrophils [58% (35.2-64.5)], red blood cells [12%, (6-34.25)], fibrin [19% (14.5-42.25)], platelets [39%, (31.75-48)] (Figure 1). Three cases had a history of previous thrombosis. All cases had received anticoagulant treatment during hospitalization, low molecular weight heparin in 12/13 (therapeutic regimen in 4/12, prophylactic in 8/12) while 1/13 continued oral anticoagulants for comorbidity. By comparing laboratory findings between cases and controls, cases showed significantly higher levels of platelet count [median, IQR range: 195000/mmc (157750-274500) vs 143500 (113000-175250), p=0.011], LDH [854 U/l (731-1315) vs 539 (391.5-660), p=0.003)] at hospital admission, and D-dimer at ICU transfer [25072 FEU (6951-50531) vs 1024 (620-5501), p=0.003)].Figure 1.ConclusionPulmonary arterial thrombosis in COVID-19 is a type of immune-mediated inflammatory thrombosis, since the amount of WBC is 6-times more than normal value seen in non-inflammatory thrombi. Some markers of inflammation, necrosis and coagulation are much more increased in this subset of patients. Chest CT angiography rather than simple CT scan at hospital admission could be more useful in this setting, and treatments with antiplatelet agents or anticoagulants, eventually in combination with immunotherapy, might positively affect the outcome.References[1]Chernysh IN, et al. The distinctive structure and composition of arterial and venous thrombi and pulmonary emboli. Sci Rep. 2020;10(1):5112.Disclosure of InterestsNone declared
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Arrieta, Juan Ignacio, and Artur Miziński. "Prałatury personalne i ich relacje do struktur terytorialnych." Prawo Kanoniczne 43, no. 3-4 (December 10, 2000): 85–115. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2000.43.3-4.04.

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Abstract:
L’abituale rapportarsi tra i vescovi messi a capo delle distinte Chiese particolari o coetus fidelium deve considerarsi un normale esercizio del loro ministero episcopale, e rientra nello spirito di collegialità e nella reciproca sollicitudo che ogni vescovo deve coltivare verso la missione affidata singolarmente agli altri confratelli. Tali rapporti assumono una rilevanza particolare nel caso di strutture complementari, poiché i fedeli ai quali rivolgono la loro attività pastorale sono necessariamente fedeli di una Chiesa particolare. Avendo l’organizzazione delle comunità e la determinazione delle funzioni episcopali un prevalente carattere territoriale, pare giustificato far ricorso alle strutture personali soltanto davanti alla necessità di sviluppare una coerente attenzione pastorale in settori che in altro modo rimarrebbero insufficientemente coperti. In realtà, il rapporto tra strutture gerarchiche è indissociabile dal rapporto tra le rispettive funzioni episcopali о le relative missioni canoniche, allo stesso modo come il discorso sulla „communio ecclesiarum” è parallelo a quello sulla sacramentalità dell’episcopato. Questo tipo di rapporto avviene, principalmente, per una doppia ragione. Da una prospettiva di fatto, a causa della natura non statica delle comunità di fedeli, che interpellano in continuazione diverse giurisdizioni e missioni episcopali. Ma soprattutto, il rapporto tra strutture ha luogo a causa della natura stessa della funzione episcopale, essenzialmente aperta agli altri colleghi nell’episcopato. E noto ehe le Prelature personali sono state ideate lungo i dibatti dei decr. Presbyterorum ordinis (n. 10). Per una migliore distribuzione del clero o per la realizzazione di speciali iniziative pastorali la Santa Sede puo stabilire „speciales dioceses vel praelature personales”. II can. 297 CIC rappresenta l’unica norma соdiciale che fa cenno al raccordo tra queste strutture. II precetto rinvia agli statuti di ogni prelatura per indicare il modo di allacciare tali rapporti, stabilendo comunque un principio generale: al vescovo diocesano spetta il diritto di dare il proprio consenso perché l’attività pastorale di una prelatura personale possa avviarsi nella diocesi. Oltre a queste considerazioni generali, la normativa canonica lascia agli statuti ogni ulteriore determinazione dei rapporti tra il vescovo diocesano e la prelatura. La missio canonica del prelato è determinata negli statuti della prelatura, i quali, a loro volta, nel circoscrivere l’ambito della discrezionalità del prelato, delineano contemporaneamente il rapporto con la legislazione del territorio. Lesercizio della giurisdizione da parte del prelato personale tiene conto dell’appartenenza simultanea dei propri fedeli laici alla comunità territoriale, ecclesiologicamente primaria e teologicamente diversa rispetto dell’appartenenza alla prelatura. Tuttavia, la prelatura personale, come la Chiesa locale, è struttura gerarchica autonoma, i cui rapporti con le Chiese particolari si pongono su un piano di coerenza con il rispettivo compito ecclesiale. La competenza delle due giurisdizioni sulle stesse persone postula, di conseguenza, un qualche coordinamento о intesa fra funzioni episcopali. Perciò, come capita con le altre circoscrizioni personali, le norme speciali di ogni prelatura - 1’atto pontificio di erezione o gli statuti - dovranno delineare quale sarà il modo di rapportarsi ambedue le giurisdizioni, se in forma cumulativa, sussidiaria о com-plementare. Infine si può dire che i rapporti tra la prelatura e le strutture territoriali rientrano in buona misura nei seguenti criteri generali: a) primo, la normale sottomissione nel contesto della comunione ecclesiale dell’attività della prelatura alla legislazione territoriale emanata dall’autorità competente che, a volte, sarà quella del vescovo diocesano, e altre volte, invece, quella della conferenza episcopale; b) secondo, il fatto che la prelatura rappresenta una struttura giurisdizionale, episcopale, autonoma, che deve agire in funzione delle finalità pastorali prefissate dalla Santa Sede, e che rappresentano il contenuto della missio canonica del prelato, e la regola voluta dal Capo del Collegio per rapportarlo con l’episcopato territoriale; c) terzo, che l’unità della prelatura, avente carattere universale, richiede un minimo di omogeneitò di regime attorno ai fattori di propria identità, compatibile con la pluralité di legislazioni territoriali con le quali essa si trova in contatto. La primazia della legislazione territoriale risponde ad un principio generale di comunione ecclesiale valido per qualunque attività pastorale da svolgere nell’ambito di una Chiesa particolare.
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Calvosa, Paolo. "Gli effetti del processo di liberalizzazione sulle dinamiche di mercato nel settore delle scommesse sportive in Italia." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2017). http://dx.doi.org/10.3280/edt2-2017oa5464.

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Abstract:
Negli ultimi anni in molti Paesi il settore dei giochi pubblici è stato interessato da uno spostamento da un modello di regolamentazione che prevede la gestione diretta dei giochi da parte di agenzie governative in regime di monopolio, verso altri modelli di regolamentazione più ‘aperti' alla concorrenza. Anche in Italia si è ormai affermato un modello di gestione dei giochi pubblici che, seppur controllato dallo Stato, è caratterizzato da un maggior coinvolgimento dell'imprenditoria privata rispetto al passato. Se si guarda nello specifico al segmento di gioco che, insieme a quello del Lotto, ha la più lunga tradizione in Italia, quello delle scommesse sportive, l'affermazione di un sistema di regolamentazione più aperto ai privati è la conseguenza di un profondo processo di liberalizzazione avviato negli anni Novanta del secolo scorso e intensificatosi a partire dai primi anni del nuovo millennio. Obiettivo generale del lavoro è analizzare gli effetti del processo di liberalizzazione sulle dinamiche di mercato nel settore delle scommesse sportive in Italia. L'analisi empirica svolta ha consentito di mostrare che in questo settore si sono verificati alcuni effetti tipici dei processi di liberalizzazione, quali l'aumento delle quantità e della varietà dei consumi, la riduzione dei prezzi medi di mercato, l'abbassamento delle barriere all'entrata e l'ingresso di nuovi operatori, e ha permesso di studiare l'effetto di tali cambiamenti sulle logiche competitive del business.
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Addante, Eleonora. "Il diritto alla permanenza all'aria aperta per il detenuto sottoposto al regime detentivo speciale: un'evasione dalla legalità." Archivio penale, no. 1 (2017). http://dx.doi.org/10.12871/978886841817623.

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Addante, Eleonora. "Il diritto alla permanenza all'aria aperta per il detenuto sottoposto al regime detentivo speciale: un'evasione dalla legalità." Archivio penale, no. 1 (2017). http://dx.doi.org/10.12871/978886741817623.

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Lancioni, Tarcisio, and Davide Sparti. "L’improvvisazione come forma di aggiustamento programmato." Revista Acta Semiotica, December 26, 2022. http://dx.doi.org/10.23925/2763-700x.2022n4.60280.

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Abstract:
L’articolo propone una riflessione sulle pratiche dell’improvvisazione, sia in ambito quotidiano, laddove l’improvvisazione si rende necessaria per “ricucire” o riorientare una situazione a fronte dell’emergenza di un imprevisto, sia in ambito creativo, e in particolare nell’esecuzione jazzistica, in cui l’improvvisazione risponde a uno specifico sistema di attese e in cui non ha la funzione di risolvere o negare la discontinuità creata dall’imprevisto, ma mira anzi a renderla “produttiva” (esteticamente), mantenendo aperta e rilanciando in modo continuo la discontinuità stessa, in un processo di negazione e affermazione. A partire da questa riflessione, l’articolo propone una riarticolazione interna del modello dei regimi di interazione elaborato da Eric Landowski suggerendo l’idea di un aggiustamento programmato.
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"Considerazioni su peizometri a ‘canna aperta’, acquiferi multistrato e prove di pompaggio in regime di equilibrio e di pseudo-equilibrio (Remarks about open piezometers, multilayer aquifers and pumping tests in both steady and pseudo-steady state)." International Journal of Rock Mechanics and Mining Sciences & Geomechanics Abstracts 31, no. 3 (June 1994): 130. http://dx.doi.org/10.1016/0148-9062(94)90533-9.

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