Academic literature on the topic 'Recupero e riuso di edifici industriali'

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Journal articles on the topic "Recupero e riuso di edifici industriali"

1

del Curto, Davide. "Dal mito dell'efficienza all'obiettivo della transizione energetica. Una sfida per gli edifici storici." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 113–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12934.

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Abstract:
Il DL ‘Rilancio' n. 34 del 19 maggio 2020 combina gli obiettivi della transizione energetica con il sostegno al settore delle costruzioni. Inoltre, promuovendo il recupero e il riuso degli edifici esistenti, contribuisce a contrastare lo spopolamento dei territori marginali. D'altra parte, migliorare l'efficienza energetica spesso richiede di aggiungere strati isolanti o impianti di generazionelocale, incompatibili con i caratteri tipologici e il valore culturale di un edificio storico.Partendo da una riflessione sul rapporto tra cultura della tutela e cultura della sostenibilità, questo articolo discute l'impatto atteso di queste misure sugli edifici storici e sui processi di marginalizzazione nei territori fragili.
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2

Romeo, Emanuele. "Memoria dell’antico e nuove funzioni museali compatibili Alcune riflessioni sul patrimonio industriale legato alla produzione di elettricità." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 412. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651199.

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Abstract:
Il patrimonio industriale legato all’energia elettrica è rappresentato da una serie di complessi architettonici fortemente stratificati, caratterizzati da diverse soluzioni tecniche, formali e distributive che si sono sovrapposte l'una all'altra, quando necessario, per ragioni legate all’innovazione tecnologia e ai cambiamenti nei processi produttivi. In realtà, sono proprio queste stratificazioni (aggiunte, cambiamenti d'uso, abbandoni momentanei e riusi, accompagnati da adeguamenti architettonici e tecnologici) che conferiscono ai complessi industriali particolare valore di memoria. Infatti, è proprio la continua trasformazione di funzioni e di elementi tecnologici a rappresentare “l'essenza” di questa particolare produzione edilizia. Dalla nascita delle prime fabbriche fino ad oggi, gli edifici industriali hanno cambiato rapidamente la loro forma architettonica e la loro consistenza sia materica sia formale assecondando le esigenze lavorative e produttive. Per questo motivo oggi abbiamo l'opportunità di leggere una "storia dell'architettura" rappresentata da una sequenza di tecnologie e materiali sostituiti di continuo o stratificatisi, in un abaco di elementi relativi alla sperimentazione del calcestruzzo armato, del ferro, della ghisa, dell’acciaio; oppure riguardanti l’utilizzo di grandi superfici di vetro o coperture a shed; o ancora relativi all'uso di fonti energetiche naturali e artificiali. Molte esperienze europee di restauro e riuso degli edifici industriali legati alla produzione di energia, hanno già considerato tale approccio come una delle migliori scelte volte a una conservazione che possa definirsi compatibile: la scelta delle nuove funzioni è dettata, infatti, non tanto dalle esigenze economiche e d’uso, ma dalla flessibilità dell'edificio ad accogliere sostanziali adeguamenti tecnici, energetici, funzionali. Ciò con l’obiettivo di raggiungere un giusto equilibrio tra il rispetto della memoria storica e la necessità di adattarsi alle normative riguardanti l’adeguamento energetico e le nuove funzioni richieste dalla popolazione, raggiungendo una sostenibilità sociale, culturale e ambientale.
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Dissertations / Theses on the topic "Recupero e riuso di edifici industriali"

1

Zavatta, Giacomo. "Rifunzionalizzazione e recupero di una vecchia falegnameria. La nuova biblioteca del centro Spirituale di Marola (RE)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
In un contesto come quello italiano, dove si è da sempre costruito con l’idea che l’edificio realizzato fosse destinato a esistere e funzionare in eterno, ci si ritrova davanti a un patrimonio edilizio molto datato, costituito da un gran numero di manufatti dismessi e spesso non demolibili per via del valore che possiedono. Qui entra in gioco il modello metodologico del recupero, ovvero l’insieme di interventi sul patrimonio esistente in grado di favorire le trasformazioni del sistema edilizio, garantendo prestazioni di sicurezza, ambientali e tecnologiche e, allo stesso tempo, essere realizzabili senza compromettere la materia esistente e il proprio valore. Il Centro Diocesano di Spiritualità e Cultura di Marola, sorto tra i castagneti dell’appennino reggiano nel XII secolo per volontà di Matilde Di Canossa, è un luogo in cui i trascorsi storici sono certamente narrati dai fabbricati che ospita, ad oggi la maggior parte in disuso. L’Associazione che gestisce il complesso ha così avviato un percorso progettuale di rifunzionalizzazione per restituire, in sintonia con la vocazione del luogo, alla comunità questi spazi. La proposta di progetto interessa la Vecchia Falegnameria, un fabbricato in pietra di epoca ottocentesca, all’interno del quale si propone di realizzare una biblioteca-sala studio a completamento dell’offerta del Centro. Un accurato studio sullo stato di conservazione ha fornito le basi per definire ipotesi di intervento: si sono realizzati dettagli costruttivi di consolidamento necessari a contrastare i fenomeni di degrado e dissesto oggi in atto. La strategia d’intervento ipotizzata per la rifunzionalizzazione ha poi trasformato l’edificio esistente in un “contenitore edilizio” al cui interno si sono realizzate le nuove superfici, adeguate allo svolgimento dell’attività imposte dalla destinazione d’uso a biblioteca. Si è scelto di utilizzare materiali e tecnologie moderne, perseguendo il concetto di riconoscibilità del nuovo rispetto all’esistente.
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2

BABALIS, DIMITRA. "Architetture per l’industria cartaria del Diciannovesimo secolo nella Valle del Pescia in Toscana: dalla tutela della memorie storiche ai problemi del recupero." Doctoral thesis, 1996. http://hdl.handle.net/2158/600461.

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Abstract:
L’industrializzazione di medie dimensioni in Toscana tra Ottocento e Novecento costituisce un fenomeno di rilevante importanza locale e nazionale. La ricerca storico-sociale-territoriale-urbanistico-architettonico di tale fenomeno ha considerato prevalentemente il sistema produttivo di Valle del Pescia Maggiore. Lo sviluppo “pianificato” delle cartiere e la stimolante imprenditoria hanno determinato una intensa attività produttiva lungo il fiume mentre i numerosi opifici cartari sono considerati vere e proprie architetture da salvaguardare. Oggi, il patrimonio industriale costituisce, oltre che lo strumento per conoscere e comprendere il processo di industrializzazione, anche l’elemento di grande potenzialità di sviluppo per il futuro. Le vicende storico-sociale dell’industrializzazione del territorio Pesciatino, ampiamente analizzate, hanno costituito una grande opportunità per sviluppare le seguenti tematiche o categorie interpretative: le relazioni tra territorio e sistema produttivo; la formazione delle capacità imprenditoriali e delle tecniche; il carattere socio-economico nel XIX; la formazione del sistema produttivo di Valle, i criteri di localizzazione degli edifici cartari lungo l’asta del fiume Pescia; la questione tecnologica in relazione con il carattere tipologico degli edifici; i luoghi produttivi in relazione con il nuclei abitativi; la questione di tutela e della salvaguardia del patrimonio culturale. Per la valorizzazione del territorio si è proposto un “nuovo modello territoriale”, l’ecomuseo, sia per lo sviluppo socio-economico locale che per la valorizzazione dei beni industriali e del territorio.
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3

Silva, Catarina Perdigão Clemente da. "Reabilitação de património industrial: seu valor e critérios de análise para propostas de intervenção." Master's thesis, 2007. http://hdl.handle.net/10071/2495.

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Abstract:
Este estudo parte da vontade de criar um conjunto de ferramentas de trabalho que possam apoiar uma correcta acção de intervenção em edifícios de Património Industrial. As questões que se colocam, têm origem na vontade de encontrar alternativas relativamente às intervenções de carácter capitalista que preenchem as nossas cidades e provar que é possível trabalhar de forma adequada, salvaguardando os valores patrimoniais e históricos de um edifício sem prejudicar os novos usos que lhes são atribuídos. - Património Industrial: como é que esta categoria de monumentos pode ser preservada e protegida na cidade contemporânea? Iniciando pela compreensão da importância deste Património e seu valor para a sociedade de hoje, passa-se para a observação das dificuldades que se colocam à sua conservação. São analisados cinco Casos de Estudo à luz das Cartas do Património aplicáveis ao Património Industrial. Resulta a proposta de uma Metodologia de Análise e Intervenção direccionada para esta categoria de edifícios. Verifica-se que para o Museu D’Orsay em Paris, a Fundação Antoni Tàpies em Barcelona, o Lingotto em Turim, a Tate Modern em Londres e a Antiga Fábrica de Cerâmica de Jeronymo Pereira Campos, Filhos em Aveiro, resultam usos de natureza sobretudo cultural. A fábrica, que foi um motor de desenvolvimento urbano na sua época, terá hoje que ser um motor de requalificação e novo desenvolvimento da sua área de influência. As possibilidades da aplicação prática desta Metodologia de trabalho são verificadas na proposta apresentada para o edifício da Tabaqueira de Braço de Prata, em Lisboa. Deseja-se que esta possa vir a ser base para outros projectos no âmbito da salvaguarda do Património Industrial, bem como para o desenvolvimento de outros métodos de trabalho que lhe possam ser complementares.
This study strives to create a group of working tools that sustain an appropriate intervention on Industrial Buildings. The arguments found, convene the tendency in finding alternatives towards the capitalist interventions that realised our cities and prove that it is possible to work in an adequate way, by preserving the patrimonial and historical values of a building and at the same time, not inflicting the new attributed uses. - Industrial Heritage: How to preserve and conserve monuments of this category in the contemporary city? By understanding the importance of this heritage and its value to our society, we observe the difficulties that we find in its conservation. Five Case Studies were analyzed through the Heritage Charters applicable to Industrial Heritage, has resulted a proposal on Analysis and Intervention Methodology which is directed towards this category. The Orsay Museum in Paris, Antoni Tàpies Foundation in Barcelona, Lingotto building in Turin, Tate Modern in London and the old Ceramics Factory Jeronymo Pereira Campos, Filhos in Aveiro, were converted mostly for cultural uses. The factory, which was an urban development factor for its time, is a requalification and development factor for its influence area today. The possibilities of practical application of this Methodology are verified on the rehabilitation proposal of the Tabaqueira de Braço de Prata building, in Lisbon. The ambition of this thesis is to be a paradigm for other projects on Industrial Heritage conservation as well as the development basis of other complementary working methods.
Questo studio sorge dalla volontà di creare una serie di strumenti di lavoro per una corretta azione di intervento negli edifici di Patrimonio Industriale. Le questioni poste hanno origine nella volontà di incontrare un'alternativa agli interventi capitalistici che riempiono le nostre città e per provare che è possibile lavorare in modo adeguato, salvaguardando i valori patrimoniali e storici di un edificio senza pregiudicarne i nuovi usi que gli saranno attribuiti. - Patrimonio Industriale: in che modo è possibile preservare e proteggere questa categoría all'interno della città contemporanea? Si inizia dalla comprensione dell'importanza di questo patrimonio ed il suo valore per la società odierna, per poi passare all'osservazione delle difficoltà poste alla sua conservazione. Verranno analizzati cinque Casi di Studio alla luce delle Carte del Patrimonio applicabili al Patrimonio Industriale. Tali studi si sintetizzano in una proposta di Metodología di Analisi ed intervento specifica per questa categoría di edifici. Si è verificato che, il museo d'Orsay a Parigi, la fondazione Antoni Tàpies a Barcelona, il Lingotto a Torino, la Tate Modern a Londra e l'antica Fabbrica di Ceramica di J. P. C. & F. ad Aveiro, riscontrano usi di natura sopratutto culturale. La fabbrica, che all'epoca fu un motore di sviluppo urbano, si dovrà trasformare oggi nel motore della riqualificazione e del nuovo sviluppo nella propria area di influenza. Le possibilità di applicazione pratica della suddetta metodologia di lavoro trovano compimento nella proposta di progetto per l'edificio Tabaqueira de Braço de Prata, a Lisbona. Ci si augura che questo testo possa diventare una base per altri progetti inseriti nell'ambito della salvaguardia del patrimonio industriale, così come per uno sviluppo di ulteriori metodi di lavoro che possano essere complementari.
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