Tozzo, Pamela, Mario Picozzi, and Luciana Caenazzo. "Bioetica clinica - La protezione dei diritti del minore nella Sindrome di Münchausen per procura: una riflessione etica." Medicina e Morale 64, no. 2 (April 30, 2015). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2015.28.
Abstract:
Per Sindrome di Münchausen by Proxy si intende la produzione fittizia di malattia in un bambino sano da parte di un adulto, solitamente un genitore, attraverso la produzione di racconti non veritieri, sino ad arrivare alla produzione o alla provocazione di false prove. Tale sindrome può presentarsi con i più svariati segni e sintomi di malattia, con uno spettro di manifestazioni che vanno da moderate a molto severe e che possono essere rappresentate principalmente da: simulazione di segni e sintomi di malattie di varia natura di cui il bambino non è affetto, esagerazione di sintomi di una malattia di cui il bambino è realmente affetto, induzione, e quindi provocazione, di segni e sintomi di malattia. Quando vi sia il sospetto di tale patologia, per i professionisti coinvolti il principale dilemma etico è tra il porre in essere accertamenti diagnostici – a volte invasivi, dolorosi e non privi di rischi per salute del minore – senza il consenso dei genitori allo scopo di verificare la natura organica o fittizia dei segni/sintomi presentati, o se continuare nella prescrizione ed esecuzione di test diagnostici, potenzialmente inutili, ma per i quali il genitore maltrattante ha prestato e presterà il proprio consenso, con il rischio di alimentare la volontà maltrattante del genitore e di prolungare l’azione lesiva a danno del minore. La consapevolezza delle problematiche etiche che emergono nel corso della gestione clinica di sospetti casi MSBP può rappresentare il punto di partenza per la pianificazione del progetto diagnostico-terapeutico del minore ed in questo il team curante potrebbe beneficiare dell’apporto qualificato di una riflessione etica strutturata, che consenta di bilanciare i diritti in gioco. ---------- Münchausen syndrome by proxy is a form of child abuse in which a subject, usually a parent, surreptitiously induces real or apparent symptoms of disease in a child. People with Münchausen syndrome by proxy (MSBP) may create or exaggerate a child’s symptoms in several ways. They may simply lie about symptoms, alter tests (such as contaminating a urine sample), falsify medical records, tampering with specimens or instruments, or they may actually induce symptoms through various means, such as poisoning, suffocating, starving, and causing infection, thus leading to a serious and real danger to the child’s life. For health care professionals, in such cases, the ethical dilemma is between doing medical tests (even painful tests, procedures, and surgeries) without the parental knowledge – with the aim to verify the MSBP condition – or to do only medical assessments for which parents have given consent. In the latter case, there is a risk of triggering attitudes masking the disease, up to push the perpetrator to steal the child from the health care setting, thus potentially damaging the victim. Furthermore, health care staff members may become unwitting participants to the abuse, as they do multiple tests and procedures aimed at diagnosing and treating the child, ordering invasive tests that may not be needed. Multiple ethical dilemmas in the field of child abuse create challenges to making decisions that are in the best interest of the child. The clinician should have command of these ethical issues to render the most appropriate and compassionate care to the child. Awareness of these ethical implications is the beginning step in planning care for these children. Continued support for healthcare members is necessary throughout the diagnostic process. Specific protocols, discussion of clinical cases and open communication of feelings will help them to deal more effectively with these families and to ensure that the treatment decision is in the best interest of the child.