Journal articles on the topic 'Rapporto pubblico e privato'

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1

Pagana, Fabio. "L'albergatore come agente contabile ed incaricato di pubblico servizio." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 31 (December 2020): 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-031004.

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Abstract:
L'attività di accertamento e riscossione dell'imposta comunale ha natura di servizio pubblico, e l'obbligazione del concessionario di versare all'ente locale le somme a tale titolo incassate ha natura pubblicistica, essendo regolata da norme che deviano dal regime comune delle obbligazioni civili in ragione della tutela dell'interesse della pubblica amministrazione creditrice alla pronta e sicura esazione delle entrate. Ne consegue che il rapporto tra società ed ente si configura come rapporto di servizio, e, pertanto ove delle somme ricevute il privato disponga in modo diverso da quello preventivato e per il quale le ha ricevute ne deriva responsabilità per danno erariale.
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Rossi, Paolo. "Il contrasto a crisi e criticità del sistema bancario nell'Eurozona e in Italia." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 168–83. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002010.

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Abstract:
L'Autore, delineati i tratti essenziali delle crisi finanziaria del 2008, dai primi salvataggi pubblici all'implementazione dell'Unione Bancaria, ne evidenzia incompiutezze e criticità emerse nelle crisi bancarie pre-pandemia, con la sostanziale disapplicazione del bail in e la riemersione dell'interventistico pubblico; dà poi conto delle misure unionali e nazionali, in deroga agli aiuti di stato, a sostegno del sistema bancario nell' ultima emergenza pandemica, che sembrano consolidare questa nuova centralità dello Stato nel mercato bancario; infine, delinea alcuni possibili scenari e strumenti per fronteggiare le criticità bancarie post pandemia, nell'ambito di una più ampia revisione del rapporto pubblico-privato nella banking resolution.
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3

Nisticň, Fausto. "I contratti di lavoro a termine: profili sostanziali." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (March 2011): 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-006006.

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Abstract:
1. La definizione attuale del contratto a tempo determinato / 2. Le sentenze della Corte di giustizia / 3. Nullitŕ del termine e conseguenze nel rapporto di impiego privato / 4. Nullitŕ del termine e conseguenze nel rapporto di impiego pubblico / 5. La nuova disciplina: art. 32 legge n. 183/2010. Generalitŕ / 6. Le nuove conseguenze sul piano risarcitorio / 7. I rimedi.
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Sartea, Claudio. "Secolarizzazione, non secolarismo. Il diritto nel nuovo rapporto tra pubblico e privato." Persona y Derecho, no. 77 (December 11, 2017): 39–57. http://dx.doi.org/10.15581/011.77.39-57.

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Gaspari, Francesco. "Terzo Settore ed Amministrazione condivisa: profili sostanziali e processuali." Società e diritti 8, no. 15 (January 11, 2023): 71–104. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19679.

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Abstract:
Il lavoro esamina la nozione di amministrazione condivisa, intesa come coesercizio della funzione amministrativa tra Pubblica amministrazione e privato. In particolare, lo scritto analizza la disciplina contenuta nell’articolo 55 del Codice del Terzo settore del 2017, dedicato ai rapporti tra le Pubbliche amministrazioni e il Terzo settore. Tale rapporto ha costituito oggetto di notevoli studi in letteratura e di importanti pronunce (anche della Corte costituzionale), ma gli argomenti posti a fondamento delle tesi sostenute non sempre appaiono convincenti. Lo studio analizza, infine, le conseguenze dell’amministrazione condivisa sul piano processuale.
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Lupo, Giulio, and Barbara Badiani. "Autopsia di un Prg. Il Piano regolatore Secchi-Viganň di Brescia." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 96 (September 2010): 5–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096001.

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Abstract:
Il Prg di Brescia Secchi-Viganň, adottato nel 1998, č stato annullato nel 2001 con una sentenza del Tar - suscitando un certo scalpore nell'ambiente della disciplina urbanistica - per essere poi riadottato nel 2004, celebrandone enfaticamente la continuitŕ, ma di fatto apportando in alcune "parti vitali" delle alterazioni che sono andate ben al di lŕ dei semplici aggiustamenti normativi che avrebbe richiesto la riadozione. Sono state ricostruite le vicende che hanno portato alla sentenza di annullamento e soprattutto sono stati delineati gli interessi in gioco che hanno promosso la devitalizzazione del Piano Secchi-Viganň. Un'occasione per riflettere sui limiti del piano regolatore, sul rapporto tra pubblico e privato e sul rapporto tra urbanistica e architettura.
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Ibba, Carlo, and Francesco Morandi. "La fondazione di partecipazione per la gestione di prodotti e servizi turistici." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 2 (August 2011): 171–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002016.

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Abstract:
Il rapporto di collaborazione pubblico-privato incontra nuove possibilitŕ di realizzazione attraverso forme innovative di accordo. La sperimentazione avviata in alcune realtŕ locali con la creazione di fondazioni di partecipazione sembra dare i primi risultati positivi. Le fondazioni sono state in grado di coniugare efficacemente la gestione dei beni culturali, l'organizzazione dei servizi turistici e la realizzazione degli eventi. Hanno offerto un valido apporto all'integrazione dei centri minori, alla salvaguardia dei valori identitari e allo sviluppo dell'offerta turistica, favorendo in concreto il progresso sociale, economico e occupazionale.
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Cancila, Rossella. "La corte vicereale di Sicilia tra pubblico e privato: dinamiche cortigiane, ruoli, poteri." Librosdelacorte.es, no. 23 (December 23, 2021): 164–97. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.23.007.

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Abstract:
Il saggio delinea alcuni caratteri della corte del viceré in Sicilia in età asburgica: la sua famiglia, la cerchia dei confidenti, composizione e articolazione dei ruoli istituzionali, costi, forme del coinvolgimento. Ne emerge un contesto articolato, uno scenario in cui si confrontavano poteri di diversa intensità e in competizione sul territorio, si determinavano scontri giurisdizionali, dispute patrimoniali e accordi matrimoniali, liti e vendette private: elementi che evidenziano la complessità del rapporto fra nobiltà periferica e potere centrale, relazioni interpersonali e reti di livello internazionale, pratiche negoziali diffuse, che confermano la rappresentazione di un regno niente affatto passivo alla volontà di Madrid.
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Milani, Manlio, and Susanna Vezzadini. "Memoria e testimonianza: le stragi del terrorismo in Italia." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 1 (April 2021): 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-001006.

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Abstract:
L'articolo prende in esame il tema della memoria nelle sue dimensioni privata e pubblica al fine di evidenziare la centralità della testimonianza quale atto pubblico e di impegno civile. In tale prospettiva il contributo si avvale della testimonianza di Manlio Milani, superstite della strage di Piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio 1974, nella quale persero la vita la moglie ed alcuni amici. Il valore della testimonianza pubblica è qui affrontato con riguardo ai temi del riconoscimento, della giustizia e del rapporto con la verità.
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Sava, Vito. "La fiducia nella dimensione del tempo." GRUPPI, no. 3 (December 2012): 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003004.

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Abstract:
L'articolo propone alcune riflessioni sul tema della fiducia dal punto di vista del tempo. L'autore prende in considerazione, attraverso materiali clinici tratti da psicoterapie psicoanalitiche individuali in setting privato e nell'ambito del servizio pubblico, alcuni processi attraverso cui si evolve l'esperienza della fiducia nella relazione terapeutica. Il tema del tempo viene considerato sia nel processo del trattamento psicoterapeutico (tempo delle sedute, tempo della cura, tempo delle pause, tempo dell'inconscio), sia come elemento essenziale che struttura e consolida il processo di nascita, sviluppo e stabilizzazione della fiducia. Alcune ipotesi vengono proposte sul rapporto tra fiducia, relazione transferale e ritmi della terapia. L'articolo si conclude con alcuni riferimenti sul rapporto tra la fiducia, il tempo, con un particolare accento al tema della scrittura del materiale clinico, intesa come costruzione di un nuovo oggetto di relazione tra terapeuta e paziente, che richiede pertanto un ulteriore atto di fiducia nella funzione del processo analitico non solo nella spazio della seduta ma anche nei luoghi e nei tempi che precedono e seguono l'incontro con il paziente.
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Fontanella, Elena. "Figure dell'ibridazione. La dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 106–14. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056018.

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Abstract:
Al fine di comprendere in che termini si possa parlare di ibridazione nel campo architettonico, in ‘Figure dell'ibridazione: la dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano' si ripercorrono casi studio, appartenenti a diversi tempi e contesti, nei quali si evidenzia la compresenza di diverse categorie spaziali, di caratteri tipologici e livelli tecnologici, come il risultato di un'operazione assimilabile a quella dell'ibridazione, per come questa viene definita in ambito scientifico. Si riconosce all'ibrido la capacitŕ di conciliare gli opposti, di integrarli in un risultato arricchito proprio dalla dialettica tra condizioni antitetiche, e, attraverso una selezione di riferimenti alla cultura di progetto, si ragiona sulle coppie dialettiche individuate: sull'ibridazione di spazio aperto ed edificato, pubblico e privato, sulla mixité funzionale in opposizione alla separazione e alla specializzazione delle funzioni, sul rapporto tra architettura e natura e infine su quello tra architettura e scultura.
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Piliu, Salvatore. "Il diritto delle comunità umane intenzionali: nuovi ordinamenti giuridici?" Zeszyty Naukowe KUL 60, no. 3 (October 28, 2020): 349–56. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.349-356.

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Abstract:
Il presente intervento si propone di analizzare dal punto di vista giuridico il nuovo fenomeno, oramai globalizzato, delle comunità umane intenzionali, con l’intento di comprendere se queste nuove tipologie di aggregazione di individui possano essere considerate come forme alternative di collettività organizzate produttive di modelli giuridici differenti rispetto a quelli tradizionali, ovvero capaci di dar vita a nuovi ordinamenti giuridici, partendo dall’assunto ubi societas, ibi ius. Partendo dalle definizioni elaborate nel campo della sociologia giuridica di comunità e di comunità intenzionali, si è poi analizzata la problematica inerente la capacità delle comunità intenzionali di produrre regole giuridiche da applicare ai componenti delle comunità. È stata poi esaminata l’organizzazione giuridica della Comunità di Damanhur, situata in Piemonte (Italia), in cui vi sono norme interne di diritto privato e di diritto pubblico che regolano la vita dei consociati, un vero e proprio sistema giuridico interno della Comunità, che pone non pochi problemi nel rapporto con il diritto italiano. Il nuovo progetto di legge presentato nel 2017 al Parlamento italiano, in merito al riconoscimento giuridico delle Comunità intenzionali, potrebbe regolare in maniera definitiva questa materia, ovvero i rapporti tra Comunità e Stato di appartenenza, con il conseguente riconoscimento della esistenza di ‘ordinamenti giuridici autonomi’ facenti capo alle Comunità intenzionali.
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Cavicchi, Ivan. "Oltre la 180. Beyond the Italian Law no. 180/1978 on psychiatric reform." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (November 2022): 571–92. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004004.

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Abstract:
La crisi del sistema della salute mentale non è spiegata in modo unanime. Sono descritti due approcci, "denotativo" e "connotativo", sulla cui base vengono sviluppate due tesi definite "sinfonia incompiuta" e "oltre la 180". La prima rimanda a un processo riformatore incompleto che ha generato aporie, contraddizioni, fallacie e paradossi con cui molti psichiatri identificano vari fattori tra cui i seguenti: il cambio della domanda, i "difetti di fabbrica" della Legge 180/1978, i problemi dei Servizi, il difficile rapporto tra pubblico e privato, la pseudo-manicomialità, la mancata lotta allo stigma, lo stress degli operatori, la carenza di formazione, le risorse limitate. Il loro "effetto depot", rilasciando e amplificando altre criticità, conduce a una minore credibilità legata a un basso "valore percepito" dei risultati, e testimonia una crisi epistemica legata al mutare dell'ideologia originaria che non ha potuto trasformarsi in scienza per l'arrestarsi di un processo riformatore che portasse oltre la Legge 180.
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Massa Ope, Simona. "Amanti di vita, amanti di morte: la violenza relazionale che non finisce sui giornali." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9665.

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Abstract:
L'articolo analizza il fenomeno della violenza relazionale "sottile" nel rapporto uomo-donna, e gli irretimenti derivanti dalla violenza simbolica, sedimentati storicamente nella psiche femminile; tali irretimenti forniscono l'elemento inconscio di collusione che espone la donna a numerose violazioni dell'alterità nel rapporto con l'uomo. A tal fine, l'autrice propone l'interpretazione in chiave simbolica di un noto film del regista W. Allen, Match Point (2005), in cui è rappresentata una situazione di violenza estrema nei confronti di una figura femminile da parte del partner maschile che, a causa del reciproco coinvolgimento sentimentale, sente minacciato il proprio equilibrio narcisistico e la sua scalata sociale. Si prospetta, dunque, un tradimento dell'anima che, come afferma il filosofo francese Lévinas, si manifesta attraverso "il volto dell'altro". Queste storie che sembrano riguardare l'ambito esclusivamente privato dei rapporti tra uomini e donne, in realtà hanno una corrispondenza nell'ambito della vita pubblica degli esseri umani, nella polis, perché ciò che accadenella psiche degli individui, nelle loro relazioni personali, è sempre anche una questione politica.
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Massa Ope, Simona. "Amanti di vita, amanti di morte: la violenza relazionale che non finisce sui giornali." STUDI JUNGHIANI, no. 52 (November 2020): 53–68. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9665.

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Abstract:
L'articolo analizza il fenomeno della violenza relazionale "sottile" nel rapporto uomo-donna, e gli irretimenti derivanti dalla violenza simbolica, sedimentati storicamente nella psiche femminile; tali irretimenti forniscono l'elemento inconscio di collusione che espone la donna a numerose violazioni dell'alterità nel rapporto con l'uomo. A tal fine, l'autrice propone l'interpretazione in chiave simbolica di un noto film del regista W. Allen, Match Point (2005), in cui è rappresentata una situazione di violenza estrema nei confronti di una figura femminile da parte del partner maschile che, a causa del reciproco coinvolgimento sentimentale, sente minacciato il proprio equilibrio narcisistico e la sua scalata sociale. Si prospetta, dunque, un tradimento dell'anima che, come afferma il filosofo francese Lévinas, si manifesta attraverso "il volto dell'altro". Queste storie che sembrano riguardare l'ambito esclusivamente privato dei rapporti tra uomini e donne, in realtà hanno una corrispondenza nell'ambito della vita pubblica degli esseri umani, nella polis, perché ciò che accadenella psiche degli individui, nelle loro relazioni personali, è sempre anche una questione politica.
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Chiappetta, Giovanna. "Cittadinanza europea: opportunità e abusi nel diritto internazionale privato della famiglia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 105–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002005.

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Abstract:
Il saggio si incentra sulla funzione dell'autonomia negoziale nella regolamentazione degli status e dei rapporti familiari tra componenti il nucleo familiare tipico o atipico. Ciò in quanto il ruolo dell'autonomia negoziale è stato ampliato anche dalla cittadinanza europea intesa dalla Corte di giustizia europea come fonte autonoma di diritti. Tale cittadinanza, che si aggiunge a quella nazionale, ha consentito alla coppia ‘statica', pur in assenza del carattere transnazionale della situazione familiare, di scegliere la legge e gli strumenti di ordinamenti stranieri da applicare ai rapporti patrimoniali ed esistenziali della comunità di vita. Il saggio si propone di dimostrare come i Regolamenti UE in materia familiare possano applicarsi anche ai cittadini europei ‘statici', consentendo la scelta di leggi straniere con soluzioni estranee all'ordinamento nazionale, nel rispetto del limite dell'ordine pubblico costituzionale di ciascun Paese membro.
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Marongiu Buonaiuti, Fabrizio. "Recognition in Italy of filiation established abroad by surrogate motherhood, between transnational continuity of personal status and public policy = Il riconoscimento in Italia del rapporto di filiazione costituito all’estero tramite maternita’ surrogata, tra continuita’ dello status e ordine pubblico." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 11, no. 2 (October 1, 2019): 294. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2019.4959.

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Abstract:
Abstract: A recent judgment by the Sezioni Unite of the Italian Corte di cassazione has ruled on a highly sensible and controversial issue, concerning the compatibility with the Italian public policy of a foreign court order, establishing a bond of filiation between a child born by surrogacy and the intended father, materially the same sex spouse of the biological father, despite the absence of any genetical link. The Sezioni Unite declared that such a court order could not be recognized, as incompatible with the Italian public policy. In so deciding, they appeared to have taken a step back as compared to an earlier judgment delivered by the first civil chamber of the same Corte di cassazione in 2016, where a more favourable attitude had prevailed. As compared to the said earlier judgment, the Sezioni Unite, besides distinguishing the circumstances occurring in the two cases, provided a more flexible reading of the public policy exception in private international law, partly overruling the narrower reading provided in the earlier judgment, which had limited its scope to those principles concerning the protection of fundamental rights enshrined in international and European instruments, as well as in the Italian Constitution. In the conclusions it reaches, the judgment by the Sezioni Unite reveals a substantial alignment with the solution envisaged by the European Court of Human Rights in its Advisory Opinion of 10 April 2019, contemplating adoption by the intended, non-biological parent, as the avenue by which the right of the child to his private life with that parent might be enforced.Keywords: Status filiationis, surrogate motherhood, public policy, recognition of personal and family status, Art. 8 ECHR.Riassunto: Una recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di cassazione ha affrontato una questione molto delicata e controversa, costituita dalla riconoscibilità in Italia di un provvedimento giurisdizionale straniero costitutivo di un rapporto di filiazione tra un minore e il padre di intenzione – materialmente il coniuge dello stesso sesso del padre biologico – in assenza di alcun legame genetico. Nell’affermare che un tale provvedimento non può essere riconosciuto in quanto in contrasto con l’ordine pubblico, le Sezioni Unite sono parse compiere un passo indietro rispetto a una precedente pronuncia della I sezione civile della stessa Cassazione del 2016, nella quale aveva prevalso un approccio di maggiore apertura. Rispetto a tale precedente pronuncia, le Sezioni Unite, oltre a sottolineare le differenze tra le fattispecie che si presentavano nei due casi, hanno adottato una definizione maggiormente flessibile del limite dell’ordine pubblico nel diritto internazionale privato, del quale la precedente decisione della sezione semplice aveva dato una lettura eccessivamente restrittiva, limitandone la portata a quei soli principi internazionalmente condivisi in materia di tutela dei diritti fondamentali e a quegli ulteriori principi che trovano affermazione nella Costituzione italiana. Nelle conclusioni raggiunte, la pronuncia delle Sezioni Unite rivela un sostanziale allineamento con la posizione assunta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel suo parere consultivo del 10 aprile 2019, facendo riferimento all’adozione del minore da parte del genitore d’intenzione privo di legami biologici, come la via attraverso la quale il diritto del minore alla sua vita privata con tale genitore può ricevere tutela.Parole chiave: rapporto di filiazione, maternità surrogata, ordine pubblico, riconoscimento degli status personali e familiari, Art. 8 CEDU.
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Maio, Valerio. "Diritto del lavoro e potenziamento umano. I dilemmi del lavoratore aumentato." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 167 (October 2020): 513–42. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-167003.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema del potenziamento umano nel diritto del lavoro. Dopo avere distinto il potenziamento terapeutico da quello meramente performativo ed il potenziamento fisico da quello cognitivo, l'Autore cerca di individuare i limiti al potenziamento nella normativa vigen-te, limiti che individua nella nocività, nella irreversibilità e nella incommerciabilità. In particola-re, l'Autore sostiene che, a causa della debolezza del prestatore di lavoro nel mercato del lavo-ro, rimettere soltanto all'autodeterminazione del singolo la scelta in merito all'adozione di fatto-ri potenzianti si traduce, nei fatti, in una spinta generalizzata all'incremento ed alla diffusione di potenzianti tecnologici e farmacologici. Allo stesso tempo, distingue anche tra potenziamento richiesto dal datore di lavoro e potenziamento occulto, deciso autonomamente dal lavoratore per acquisire un vantaggio rispetto agli altri lavoratori. Al riguardo, l'Autore rileva come il po-tenziamento occulto sia in grado di incidere negativamente sul rapporto di lavoro pubblico e privato in ogni sua fase, dall'assunzione al licenziamento. Il saggio si conclude con alcune ri-flessioni circa la necessità di una regolazione legale del potenziamento in ambito lavorativo che, senza vietare ogni forma e tipologia, selezioni i fattori e le tecniche potenzianti lecite in maniera inderogabile per lavoratori ed aziende.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Tucci, Giuseppe. "La discriminazione contro il disabile: i rimedi giuridici." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 129 (March 2011): 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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Abstract:
La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Lucciarini, Silvia. "Ruolo e rapporti tra attore pubblico e privato nel governodel territorio. Il caso di Roma." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 116 (June 2018): 13–28. http://dx.doi.org/10.3280/sur2018-116002.

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Comite, Ubaldo. "Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana." E-Theologos. Theological revue of Greek Catholic Theological Faculty 1, no. 1 (April 1, 2010): 21–36. http://dx.doi.org/10.2478/v10154-010-0003-9.

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Abstract:
Responsabilità sociale e gestione etica dell'impresa tra profitto e primato della persona umana Negli ultimi anni si è andato affermando in maniera crescente il concetto di responsabilità in ambito pubblico e privato. In tal senso, sia le imprese che le amministrazioni pubbliche hanno avviato in diversi contesti programmi di responsabilità sociale. Il punto di riferimento di imprenditori e manager non sono più, semplicemente, gli azionisti e gli investitori ma, accanto a questi stanno progressivamente subentrando altre categorie di soggetti ai quali, nel terzo millennio, l'impresa deve rendere conto, ovvero: lavoratori, fornitori, risparmiatori, cittadini, istituzioni sociali. L'attenzione sta dunque passando dagli shareholder agli stakeholder e da qui la necessità di munirsi di adeguati strumenti. La definizione di responsabilità sociale più diffusa è stata esplicitata dall'Unione Europea che l'ha definita come "Integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate", integrazione da intendersi come risposta alle esigenze di innovazione delle pratiche di governo dell'impresa e del territorio. Attraverso la Responsabilità Sociale di Impresa si intende fare riferimento ad un modello di governance allargata, in base al quale chi governa l'impresa ha responsabilità che si estendono dall'osservanza dei doveri fiduciari nei riguardi della proprietà ad analoghi doveri fiduciari nei riguardi, in generale, di tutti gli stakeholder. Si tratta, dunque, di un concetto che si sta diffondendo rapidamente come approccio innovativo alla gestione aziendale, la cui valutazione globale non si limita più ad analizzare aspetti di carattere economico, ma tiene conto di valori quali la tutela ambientale, la salvaguardia della salute, il rispetto dei diritti umani, in altri termini dell'apporto sociale dell'attività posta in essere. Ancora, nella gestione d'impresa occorre coniugare due valori fondamentali: la creazione del profitto e il primato della persona umana, con particolare attenzione al suo sviluppo. Nell'impresa che viene gestita "eticamente" il perseguimento del profitto tende a collocarsi in un quadro più ampio di "creazione di valore" per tutti i soggetti che, direttamente o indirettamente, sono associati all'azienda. Guidare l'impresa con responsabilità significa farla crescere e conseguentemente far progredire la società nel suo insieme. In tal senso, il contributo intende proporre una riflessione sul concetto di Responsabilità Sociale di Impresa complessivamente inteso, in rapporto all'etica degli affari.
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Alì, Alessandro. "Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Abstract:
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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Creaco, Salvo. "The Financing System of the Italian Catholic Church: An Economic Analysis *." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 2 (October 1, 1997): 165–88. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782905.

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Abstract:
Abstract Prima della revisione del Concordato del 1984, il meccanismo di finanziamento della Chiesa Cattolica Italiana consisteva, da un lato, di un sistema privato, basato su donazioni a carattere volontario e, dall’altro, di un sistema pubblico, con risorse derivanti sia in modo diretto che indiretto dallo Stato.Il nuovo sistema esclude l’intervento diretto dello Stato e lascia la principale responsabilità per il sostegno economico degli ecclesiastici alia scelta degli individui, sia mediante donazioni non favorite da speciale trattamento fiscale, sia mediante contributi che beneficiano di sgravi fiscali, sia infine mediante assegnazione dell’8 per mille del gettito dell’impostapersonale sul reddito.L’analisi del nuovo sistema fa prevedere la possibilità di conflitti tra i centri di acquisizione delle entrate, a carattere centrahzzato (Conferenza Episcopale e Istituto per il sostegno del Clero) e i centri di spesa (Diocesi), a carattere decentrato. Tali conflitti potrebbero essere non diversi da quelli che hanno caratterizzato i rapporti tra finanza centrale e finanza locale in Italia.
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Pupolizio, Ivan. "Pubblico, privato, comune." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (February 2015): 7–33. http://dx.doi.org/10.3280/sd2014-002001.

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Penge, Stefano. "Privato, pubblico e aperto." Media Education 12, no. 2 (November 29, 2021): 15–24. http://dx.doi.org/10.36253/me-11442.

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Abstract:
In this text we try to clarify some misunderstandings that in our opinion have arisen on the issue of digital educational platforms. These misunderstandings are based on the one hand on the profound misconception of the meaning of “open”, which is reduced to “free”, and on the other hand on a conception of the company as an activity necessarily extraneous to the ethical dimension. Overcoming these misunderstandings could lead to a collaboration between private and public, between profit and non-profit that defines precisely the models and standards and lays the foundations for the construction of an ecosystem of open, inter-operating and ready-to-use platforms both on the software side and on the content side.
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Rainone, Alfonso. "Tra pubblico e privato." Mnemosyne, no. 2 (October 11, 2018): 14. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i2.11963.

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Abstract:
Il contributo utilizza scritture di repertorio, carte d’archivio, ovvero testimonianze, racconti e scritti ufficiali in parte sconosciuti o dimenticati, oscillanti tra l’annotazione e il racconto, tra il pubblico e il privato, tra il detto e il non-detto, che riportano al di là e all’interno delle formule stereotipate e fisse delle registrazioni alcune noto autobiografiche. Si tratta in particolare di atti ufficiali, ma anche di testi, che afferiscono alla sfera del sé (glosse di tipo personale, pagine di almanacco), posti all’interno di registri, la cui lettura rende possibile la ricostruzione della storia di un individuo e della comunità di cui è membro.
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Musti, Domenico. "Pubblico e privato nella democrazia periclea." Quaderni Urbinati di Cultura Classica 20, no. 2 (1985): 7. http://dx.doi.org/10.2307/20538869.

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Guida, Pier Luigi. "Project Manager: fra pubblico e privato." PROJECT MANAGER (IL), no. 33 (February 2018): 43–46. http://dx.doi.org/10.3280/pm2018-033012.

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Pupolizio, Ivan. "Materiali per uno studio sociologico della distinzione tra diritto pubblico e diritto privato." SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no. 2 (July 2012): 7–34. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002001.

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Abstract:
L'articolo descrive la distinzione tra diritto pubblico e diritto privato e la sua trasformazione in quella che Bobbio ha definito una "grande dicotomia". Attraverso l'analisi di alcuni classici della sociologia e della filosofia del diritto, esso cerca di individuare due opposte "funzioni ideologiche" della dicotomia, legate rispettivamente al primato del diritto pubblico e del diritto privato. L'immagine privatistica del diritto č infine ricondotta alle sue principali matrici storiche, e analizzata in alcune piů recenti versioni, che ne conservano intatto il significato ideologico.
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Staut Júnior, Sérgio Said. "Historicizando a “grande dicotomia”. (Resenha de Diritto pubblico e diritto privato: una genealogia storica [Bologna, Il mulino, 2020], de Bernardo Sordi)." História do Direito 1, no. 1 (December 31, 2020): 417. http://dx.doi.org/10.5380/hd.v1i1.78739.

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Zabłocki, Jan. "DIRITTO ROMANO PUBBLICO E PRIVATO: L’ESPERIENZA PLURISECOLARE DELLO SVILUPPO DEL DIRITTO EUROPEO - III Międzynarodowa Konferencja Romanistów w Jaroslawlu i Moskwie w dniach 25-30 czerwca 2003 roku." Zeszyty Prawnicze 4, no. 1 (May 30, 2017): 273. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2004.4.1.15.

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Boudreaux, Don. "Rent Seeking and Legal Barriers to Entry*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 63–68. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344505.

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Abstract:
Abstract Nell’ambito della letteratura sul rent-seeking non vi è accordo circa l’entità della distruzione di risorse rispetto al valore complessivo delle rendite disponibili. Alcuni studiosi sostengono la tesi della completa dissipazione delle rendite, ma su questo punto non vi è generale accordo, anche perchè manca un consenso diffuso sull’ambito istituzionale del rent-seeking e in particolare sul fatto se esso debba essere limitato al settore pubblico o possa anche riguardare le attività private.In questo scritto si dimostra che, pur accettando la tesi secondo cui il rent-seeking si estenda anche al settore privato, il modello di stima della perdita di risorse che viene adottato per il settore pubblico non può essere applicato anche a quello privato, nel quale esso darebbe luogo a valutazioni in eccesso delle perdite sociali dovute a rent-seeking.
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Balaguer Callejón, Francisco. "L'impatto dei nuovi intermediari dell'era digitale sulla libertà di espressione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001002.

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Abstract:
Le nuove tecnologie hanno un impatto sia positivo che negativo sulla libertà di espressio-ne, sui diritti costituzionali e sui processi democratici. Tale incidenza è stata positiva nelle fasi iniziali di sviluppo del Web e in particolare nelle prime fasi del Web 2.0, quando Internet era progettato in modo più partecipativo e cooperativo. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi processi gerarchici di organizzazione di informazioni e dati ad opera di grandi socie-tà tecnologiche che si pongono come nuovi intermediari tra utenti e sfera pubblica. La libertà di espressione è attualmente condizionata da questi intermediari che controllano i processi di comunicazione. L'articolo si propone di riflettere sul ruolo di questi nuovi intermediari in relazione alla configurazione della sfera pubblica nei sistemi democratici, mettendone in rilievo l'impatto riguardo alla libertà di espressione nell'ambito dei rapporti tra sfera pub-blica e privata e tra sfera statale e globale. In questi ambiti la capacità di regolazione e con-trollo da parte dello Stato si indebolisce a fronte del potere di queste grandi società che occu-pano e monopolizzano uno spazio pubblico dove la libertà di espressione viene ridotta a merce, tanto che informazioni e opinioni si trasformano in dati monetizzabili, attraverso gli algoritmi delle applicazioni Internet. In tal modo l'utilizzo di questi algoritmi, allo scopo di promuovere fake news e radicalizzazione per attirare l'attenzione del pubblico e generare maggiori guadagni, rischia di distruggere una percezione sociale condivisa della realtà. Tra le tante misure che possono essere adottate, spiccano quelle legate al diritto della concorren-za, ovvero basate su misure previste da regolatori istituzionali e volte ad ostacolare una concentrazione ancora maggiore di potere monopolistico. Tuttavia, invece di restrizioni, sarebbe preferibile lasciare spazio a una tecnologia aperta che ponga fine alla natura chiusa e gerarchica delle applicazioni.
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Micelli, Ezio. "Modelli ibridi di partnership pubblico-privato nei progetti urbani." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2009): 97–112. http://dx.doi.org/10.3280/scre2009-002005.

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Abstract:
- Considering PPP in urban projects, project financing and integrated development programs increasingly share a common economic approch and determine relevant issues as far as the relations with the general planning tools are concerned. Thanks to such urban management tools, local administrations can trade land capital gains with investiments in public infrastructures and services otherwise financed by public funds. Both tools, nevertheless, appear to be potentially in contradiction with the urban plans whose radical evolution is then necessary for an effective synergy with the emerging PPP instruments in the urban field.Keywords: Project financing, integrated programs, public private partnership.Parole chiave: Project financing, programmi integrati, partnership pubblico-privato.JEL classification: H54, H76, R52
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Kimenyi, Mwangi S. "The Causal Relationship Between Revenues and Expenditures: A Developing Country Case Study." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 1 (April 1, 1990): 3–11. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344875.

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Abstract:
Abstract Sono le entrate che determinano il volume delle spese di uno Stato oppure la relazione causale va letta in senso inverso? Il quesito, su cui gli economisti esprimono visioni differenti, è di fondamentale importanza per individuare le variabili economiche su cui il policy maker deve agire per ridurre la presenza dello Stato nell’economia e la minor crescita di quest’ultima che ne consegue. Il problema è particolarmente delicato nei paesi in via di sviluppo e coinvolge il ruolo svolto dagli aiuti e dai prestiti esteri di cui tali paesi beneficiano: infatti, se sono le entrate la variabile indipendente, i prestiti esteri aumentando le dimensioni del settore pubblico, potrebbero limitare le capacità di crescita dell’economia del paese.Valendosi di strumenti econometrici, Kimenyi cerca di individuare la relazione esistente tra entrate e spese in un’economia in via di sviluppo scegliendo il Kenia come case study. Il test di causalità di Granger applicato ai dati delle variazioni delle entrate e delle spese effettuate dal governo del Kenia nel periodo 1963-1987 dimostra che entrambi i rapporti di causalità sono verosimili. La conclusione che si trae è che occorre limitare la spesa pubblica. La natura della maggior parte dei governi dei paesi del Terzo Mondo, però, rende utopistica l’ipotesi di imporre un equilibrio di bilancio ed un limite al ricorso al prestito estero tramite norme costituzionali: Kimenyi quindi suggerisce che prestiti ed aiuti siano canalizzati, per esempio, da banche private verso investitori privati nel paese ricevente.
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Crain, W. Mark, and Richard E. Wagner. "Politics, Public Capital, and the Structure of Production*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 3–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540624.

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Abstract:
Abstract Numerosi studi hanno tentato di misurare gli effetti sull’economia degli investimenti in capitale pubblico. Le due principali domande a cui questi studi hanno cercato di rispondere sono state: a) il capitale pubblico contribuisce alia produzione privata? b) il capitale pubblico influisce sugli investimenti privati?Uno dei risultati che emerge da questo studio è che la produttivita marginale del capitale pubblico, in particolare di quello federale, è significativamente più bassa di quella del capitale privato. Se si pensa alle attività di rent-seeking, si può ritenere che i gruppi di interesse beneficiari di tali attività si assicureranno un’espansione degli investimenti pubblici che ne ridurrà la produttivita marginale.Questi risultati non escludono l’importanza del capitale pubblico per la produzione privata, con cui vi sono ovvie complementarietà. Non sarebbe, tuttavia, corretto sostenere che siano state le infrastrutture pubbliche a rendere possibili le attività private. I processi sono simultanei e nessuna infrastruttura è logicamente ed economicamente antecedente la produzione privata.
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Panero, Cinzia, Carmen Calabrese, Cristina Campanale, Milena Vainieri, and Sabina Nuti. "Esternalizzazione e centralizzazione dei processi di approvvigionamento: risultati e criticitÀ dell'esperienza degli Estav nella sanitÀ toscana." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 2 (June 2010): 103–28. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002006.

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Abstract:
Le opportunitÀ ed i vantaggi derivanti dall'esternalizzazione e dalla centralizzazione dei processi aziendali, evidenziati in letteratura nel contesto privato, sono riscontrabili anche nel contesto sanitario pubblico? L'articolo si propone di compiere una prima valutazione dei risultati raggiunti in Toscana con l'introduzione degli ESTAV, la cui istituzione č avvenuta per razionalizzare, a livello sovra-aziendale, le funzioni tecnicoamministrative ed in particolare gli approvvigionamenti. Valutando i risultati raggiunti in termini di efficienza e di efficacia, viene evidenziato come tale esperienza presenti, pur con ampi spazi di miglioramento, risultati indubbiamente positivi e assimilabili a quelli presenti nel contesto privato.
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Dentale, Rosa Celeste. "La solitudine di un corpo privato dei sensi." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2012): 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Abstract:
Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Rigano, Francesco. "Libertà individuale e rapporti sociali: lo statuto costituzionale del Terzo settore." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (June 2021): 137–58. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002007.

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Abstract:
Nel periodo repubblicano gli enti privati non lucrativi sono stati oggetto di leggi speciali e di favore. Questa legislazione ha ricevuto un consolidamento con l'adozione del Codice del Terzo settore, che pone a sistema la nozione di ente del Terzo settore, determina gli strumenti di raccordo con la pubblica amministrazione, disciplina i controlli. Il Codice trova legittimazione nella cornice del pluralismo aperto qualificato dalla indifferenza dei fini associativi, ma orientato dal principio di solidarietà prefigurato dalla Costituzione repubblicana. La corretta collocazione costituzionale del fenomeno aiuta ad affrontare la questione della limitazione dell'autonomia privata nelle scelte di organizzazione e in particolare dei rapporti tra ente e aderenti all'ente.
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Coletto, Diego, and Roberto Pedersini. "La flessibilitŕ numerica nei settori privato e pubblico fra strategia e contingenza." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 124 (March 2010): 673–706. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-124004.

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Abstract:
L'articolo confronta le modalitŕ di utilizzo dei principali contratti di lavoro flessibile (a termine, di somministrazione e di collaborazione) in due casi concreti appartenenti al settore privato ed al settore pubblico, al fine di indagare le diverse logiche di ricorso al lavoro non-standard in contesti differenti. La prima parte del saggio presenta una breve rassegna dei principali tentativi di definizione dei diversi tipi di flessibilitŕ del lavoro ed illustra il dibattito sugli effetti della flessibilitŕ del lavoro sull'adattabilitŕ delle organizzazioni e sulle condizioni di vita e di lavoro di lavoratrici e lavoratori. Nella seconda parte del saggio sono descritte due esperienze concrete: per quanto riguarda il settore privato, si tratta di Abb Italia, un'impresa di grandi dimensioni che opera nel settore elettro-meccanico; per il settore pubblico, viene presentato il caso di un ente locale, la Provincia di Milano. Le conclusioni riprendono alcuni degli aspetti piů rilevanti di questi casi e, piů in generale, sottolineano i risultati dell'analisi complessiva dei dati e delle informazioni raccolte nel corso della ricerca empirica.
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Klingenberg, Georg. "Guglielmo Nocera, Il binomio pubblico-privato nella storia del diritto." Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte. Romanistische Abteilung 109, no. 1 (August 1, 1992): 637–42. http://dx.doi.org/10.7767/zrgra.1992.109.1.637.

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Falavigna, Greta, and Roberto Ippoliti. "L'efficienza dei sistemi sanitari regionali in Italia: pubblico o privato?" ECONOMIA E POLITICA INDUSTRIALE, no. 2 (June 2013): 29–49. http://dx.doi.org/10.3280/poli2013-002002.

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Marchi, Luciano. "Integrazione pubblico-privato su metodologie e strumenti di controllo gestionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 2 (October 2011): 5–8. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-002001.

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Geron, Devis, and Luciano Greco. "Supporto pubblico al capitale di rischio: lezioni dalla crisi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2013): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Abstract:
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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Curami, Andrea. "Le forniture militari." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 609–22. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261003.

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Abstract:
Fin dall'Unitŕ d'Italia le forniture militari destarono sospetti di corruzioni e portarono alla costituzione di commissioni d'inchiesta che misero in luce episodi di pessima amministrazione, senza peraltro dar luogo all'individuazione e alla punizione dei responsabili. Una delle ragioni di tale situazione puň essere indicata nell'ampia discrezionalitŕ che le amministrazioni militari si riservarono nella distribuzione delle commesse. Col nuovo secolo aumentň da parte dei ministeri militari la domanda di armamenti, preludio alla grande crescita della produzione registrata col primo conflitto mondiale, sviluppatasi in un contesto di riduzione complessiva dei controlli pubblici e di corruzione diffusa. Col fascismo i legami tra politica e grande industria divennero ancora piů stretti, e i produttori riuscirono a imporre sempre piů le proprie scelte anche attraverso accordi di cartello, mentre si ridusse considerevolmente il ruolo dei militari nella distribuzione delle commesse. L'autore affronta il tema della corruzione nei diversi con- testi storici, fornendo esempi sul funzionamento di questo settore particolarmente delicato della pubblica amministrazione e sui suoi rapporti con i privati e in particolare con l'industria bellica.
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Martinat, Monica. "Il Consolato e l'Annona. La gestione dell'approvvigionamento alimentare a Lione in etŕ moderna: tra interessi particolari e pubblica utilitŕ." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 95–113. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134006.

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Abstract:
Approvvigionamento Lione, secc. XVI-XVIII Mercato Storia urbana L'articolo analizza il sistema di rifornimento cerealicolo e di gestione del mercato del grano adottato dalle autoritŕ lionesi nel corso del Seicento. Le tappe della faticosa costruzione di tale sistema, che comporta regole specifiche relative all'acquisto e allo smercio di grano in cittŕ, e la messa a punto di un particolare sistema di stoccaggio di grani pubblici, sono messe in relazione con il dibattito relativo alle questioni annonarie che si svolge in parallelo e che coinvolge tanto i poteri locali quanto i poteri economici della cittŕ. Le discussioni che qui si sviluppano intorno alla soluzione della «questione annonaria» permettono infatti di mettere in luce temi e argomenti, nonché pratiche politiche specifiche individuate dall'élite mercantile e destinate a modellare piů profondamente rapporti sociali e politici piů larghi. Se l'Annona č una necessitŕ politica, č perň anche un'opportunitŕ per far fruttare risorse private e pubbliche di cui i gruppi dirigenti - che troppo si confondono con le gerarchie economiche - non intendono privarsi.
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Vitale, Carmen. "Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica: la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Abstract:
Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Muraro, Gilberto. "Sui fondamenti della finanza di progetto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002009.

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Abstract:
L'articolo, dopo una concisa classificazione delle vecchie e nuove applicazioni della finanza di progetto, esamina le basi di questa peculiare relazione tra pubblico e privato. Descrive pertanto i motivi del ricorso alle tariffe anziché alle imposte nel finanziamento di un progetto pubblico e poi le ragioni per l'operatore pubblico dello scambio tra "tariffe e rischio" con gli investitori privati. Tali ragioni sono note e si compendiano nel vincolo di bilancio per l'ente pubblico e/o in una visione piů ottimistica da parte degli investitori privati, la quale puň discendere da una maggiore efficienza attesa nella costruzione e gestione dell'opera e/o da piů elevate entrate tariffarie attese e/o da una maggiore propensione al rischio. L'autoritÀ pubblica deve tuttavia sapere che il ricorso alla finanza di progetto non la libera interamente dal rischio perché in varie circostanze essa rimane comunque l'investitore di ultima istanza. In vari casi, inoltre, essa deve consapevolmente accettare di configurare il progetto in modo da renderne il valore atteso accettabile per privati, e perciň deve valutare e scegliere il trade- off tra benessere sociale e fattibilitÀ dell'opera.
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Gresleri, Jacopo. "Contraddizioni e complessità del cohousing. Il contributo dell'abitare collaborativo alla generazione di spazio pubblico." CRIOS, no. 22 (March 2022): 16–29. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022003.

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Abstract:
A partire dalla posizione di Dorit Fromm a proposito del cohousing, soluzione che parrebbe incoraggiare i residenti a socializzare costituendo al tempo stesso una potenziale strategia per il rinnovamento di piccoli quartieri, l'autore si interroga sul reale contributo "innovativo" di questa forma residenziale nel soddisfare le nuove esigenze di urbanità. Se, come dichiara Bianchetti, lo spazio pubblico contemporaneo è uno spazio che non è per tutti, che «non celebra la fissità ma l'occasione», sarebbe utile delinearne l'uso odierno e le sue specificità. Nella ricerca di risposte a questi interrogativi, analizzando la posizione degli Smithson a proposito del ruolo pubblico dell'intervento privato e rifacendosi ad alcuni esempi ereditati dalla città antica, l'autore identifica una possibile nuova forma di abitare collaborativo.
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