Academic literature on the topic 'Rapporto medico'

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Journal articles on the topic "Rapporto medico"

1

Petrosino, Luigi M. "Etica medica e onorario dei medici." Medicina e Morale 42, no. 3 (June 30, 1993): 539–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1055.

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Abstract:
Lo studio, partendo dalla constatazione dell'attuale complessità del rapporto medico-paziente, focalizza l'attenzione sull'onorario medico. L'Autore approfondisce i seguenti interrogativi: qual è l'impatto socio-economico dell'onorario; quale la sua incidenza psicologica negli interessati ed, infine, entro quali limiti etici e religiosi può configurarsi. Il lavoro inquadra le possibili soluzioni sotto una duplice ottica: da una parte quella che fa riferimento alla deontologia professionale, con una cernita dei documenti specifici al riguardo e l'analisi dei tariffari nazionali del1966, 1989,1992; dall'altra in prospettiva etica.
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2

Von Engelhardt, Dietrich. "Il rapporto medico-paziente in mutamento: ieri, oggi, domani." Medicina e Morale 48, no. 2 (April 30, 1999): 265–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.805.

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Abstract:
L’articolo illustra l’evoluzione del rapporto medico-paziente in diverse epoche storiche: l’Antichità, il Medioevo, l’Epoca Moderna. L’Autore sottolinea l’importanza che ha la Storia della Medicina nel prevenire il pericolo di una tecnicizzazione del rapporto medico paziente e nell’arricchire questo stesso rapporto delle dimensioni antropologica, cosmologica e metafisica. Nell’illustrare tale percorso l’Autore si avvale di alcune raffigurazioni artistiche. Le opere d’arte possiedono forza terapeutica: “ cultura e medicina umana sono profondamente intrecciate. Ogni forma d’arte può essere di aiuto alla diagnostica, alla terapia, alla prevenzione e alla riabilitazione e può offrire diverse forme di aiuto nel rapporto con la malattia, con la morte e con il dolore”. Il rapporto medico-paziente non dipende soltanto alla medicina, ma è anche espressione della cultura e della società alle quali appartiene la medicina stessa. Per contribuire all’umanizzazione della medicina, dell’assistenza e dell’ospedalizzazione è necessario tener presente il panorama culturale, perché la medicina non si pone fuori dalla società, sebbene abbia una sua dinamica autonomia. L’Autore sottolinea che l’obbiettivo della medicina del futuro deve consistere nel ristabilire un collegamneto tra l’antropologia, la cosmologia, la metafisica e la scienza. Non deve essere una separazione tra una medicina di tipo sperimentale, “scientifica” da un lato, e una medicina che si avvale dell’antropologia della cosmologia e della metafisica dall’altro. A questo riguardo il rapporto medico-paziente è il nodo centrale nel quale si può realizzare l’incontro tra le scienze naturali con le scienze umanistiche.
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3

D’Alessandro, Simone. "Sociologia relazionale e rapporto medico-infermiere-paziente." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (January 2018): 159–75. http://dx.doi.org/10.3280/ses2018-001011.

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4

Pegoraro, Renzo. "Comunicazione della verità al paziente." Medicina e Morale 41, no. 3 (June 30, 1992): 425–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1100.

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Abstract:
La comunicazione della verità al paziente assume il carattere di un caso paradigmatico per il coinvolgimento sia del teologo moralista sia del medico, a livello di riflessione teoretica e di prassi. Nella prospettiva di un possibile dialogo interdisciplinare, l'autore, in questa seconda parte, traccia le linee per una miglior comprensione del rapporto tra medico e paziente in termini di alleanza, basata sulla fiducia e il rispetto reciproci. Tale contesto di fedeltà rende possibile una relazione e comunicazione autentiche, seguendo un cammino di gradualità che conduce il malato verso la piena verità sulla sua condizione. La veracità del medico saprà assumersi tale responsabilità valutando il senso delle singole affermazioni e dei silenzi, nelle diverse circostanze e situazioni, per il rispetto della dignità del paziente e della stessa professione medica.
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5

Eijk, Willem J. "Il Rapporto 2001/2002 sulla prassi dell’eutanasia nei Paesi Bassi: considerazioni critiche." Medicina e Morale 52, no. 6 (December 31, 2003): 1137–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.656.

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Abstract:
Nel mese di giugno di 2003 è stato pubblicato il terzo Rapporto sulla prassi di eutanasia nei Paesi Bassi. Lo scopo dell’indagine era, fra l’altro, di verificare se i medici rispettino la regolamentazione sull’eutanasia. Dal 1998 tutti i casi di eutanasia e suicidio medicalmente assistito devono essere denunciati dal medico alle Commissioni Regionali di Controllo sull’Eutanasia. Questa procedura è stata poi mantenuta nella Legge sul “Controllo della Cessazione della Vita a Richiesta e dell’Assistenza al Suicidio” (2001) secondo cui l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito sono legali a condizione che il medico abbia rispettato una serie di adempimenti. Uno di essi richiede che il medico denunci casi di eutanasia e suicidio medicalmente assistito. Dal Rapporto, invece, risulta che - sebbene la percentuale di casi di eutanasia e suicidio medicalmente assistito denunciati sia aumentata dal 41% nel 1995 fino al 54% nel 2001, il numero totale tende a calare dal 2000. Il numero dei casi di cessazione intenzionale della vita senza richiesta del malato è rimasto praticamente invariato nel 2001/2002. Siccome i medici denunciano appena questi casi, il controllo sociale su essi è praticamente escluso. Molti casi di cessazione intenzionale della vita sono velati come casi di sedazione terminale. Rimane inoltre la domanda se il 13% di tutti i decessi (circa 18.200 in totale) in cui una terapia non è stata iniziata o continuata allo scopo esplicito di accelerare la morte, non sia equivalente alla cessazione intenzionale della vita dal punto di vista etico. La prassi dell’eutanasia nei Paesi Bassi non risulta quindi essere controllata, contrariamente a quanto voluto dal legislatore. Un dato significativo è che l’introduzione delle cure palliative (CP) in Olanda ha avuto luogo abbastanza tardi (nella seconda meta degli anni Novanta del XX secolo), l’introduzione dell’eutanasia invece presto (cioè negli anni Settanta). Medici che svolgono il ruolo di consultatori in casi di eutanasia nei Paesi Bassi, hanno costatato che la frequenza di richieste di eutanasia è diminuita considerevolmente dopo l’introduzione delle CP. La conclusione è che l’applicazione delle CP costituisca la garanzia migliore per un trattamento adeguato della condizione di fine vita e un efficace antidoto contro la richiesta eutanasica.
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6

Conti, Adelaide. "Trasferimento sperimentale del nervo ulnare sull'arto inferiore: aspetti medico-legali ed etici." Medicina e Morale 43, no. 6 (December 31, 1994): 1161–71. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1003.

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Abstract:
L'Autore, prendendo spunto da un caso di sperimentazione chirurgica giunto all'esame del Comitato Etico (CE) degli Spedali Civili di Brescia, analizza le problematiche etiche inerenti a tale pratica medica. Consapevoli del fatto che ogni caso clinico rappresenta una sperimentazione, l'attenzione è rivolta all'ambito chirurgico, che ha come principale scopo l'apporto di un beneficio per il paziente fruitore del trattamento "nuovo". Dapprima vengono considerati i principi generali eticamente validi applicabili alla sperimentazione; in particolare il principio di beneficità, owero di non maleficienza e il principio di autonomia. In un secondo momento viene esaminato il caso clinico proposto al CE. E' proposta una tecnica chirurgica da effettuare su pazienti paraplegici: il trasferimento del nervo ulnare con le sue tre branche motrici sui nervi dei muscoli grande gluteo, medio gluteo, retto anteriore. Tale sperimentazione ha lo scopo di consentire la deambulazione usando apparecchi di ortesi dal ginocchio in giù. I problemi etici che emergono sono numerosi: in primis è rilevante il fatto che la sperimentazione effettuata solamente su animali non è priva di incognite. In secondo luogo i principi fondamentali dell'etica non sono rispettati e, non ultimo, il rapporto medico-paziente notevolmente trascurato. In tal senso i CE si pongono come "intermediari" in questa relazione che sottende numerose problematiche. L'etica della sperimentazione deve in tal modo essere verificata in rapporto al paziente in quanto persona con le sue peculiarità.
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Timio, Mario. "Nefrologia clinica: dalla stretta di mano all'EBM attraverso la bioetica." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (September 30, 2014): 278–80. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.920.

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Abstract:
La stretta di mano è un gesto essenziale nell'approccio al binomio medico-malato. Sociologi, psicologi medici e bioeticisti ne sottolineano l'importanza nella gestione iniziale della malattia: piccolo gesto per il medico, grande per il malato. Apparentemente controcorrente in un mondo in cui tutto è fast, la stretta di mano viene considerata la chiave giusta per aprire la porta della bioetica in medicina coniugata alla comunicazione medico-malato. Come testimonianza viene riportata la storia clinica di tre pazienti con problemi nefrologici, che fanno emergere la valenza della bioetica nella loro risoluzione ed il significato umano della sua assenza. Viene sottolineato il valore della comunicazione, come il disvalore del silenzio e del non-ascolto nel rapporto medico-paziente. Il non-ascolto mina dalle fondamenta la comunicazione tra uomini sani e malati. Al contrario l'ascolto del dializzato è il presupposto di un vero dialogo, di ogni piena comunicazione. Sono presentate le categorie della medicina narrativa ed il loro utilizzo nella bioetica nefrologica. (Bioethics)
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Pascali, V. L., E. Bottone, and Angelo Fiori. "Problemi bioetici, deontologici e medico-legali della medicina perinatale." Medicina e Morale 41, no. 1 (February 28, 1992): 43–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1113.

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Abstract:
I quattro livelli (tecnico-professionale in senso stretto, giuridico, deontologico e bioetico) nei quali si inscrive il rapporto medico-paziente comportano problemi diversi nel consenso informato e nelle prestazioni per la diagnosi e cura delle malattie fetali e di quelle del neonato. Di tali problemi, esaminati principalmente nell'ottica delle norme giuridiche e deontologiche italiane, gli autori tracciano le linee essenziali.
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Casini, Marina, and Antonio G. Spagnolo. "Aspetti giuridici, deontologici ed etici della prescrizione medica degli estroprogestinici a scopo contraccettivo." Medicina e Morale 51, no. 3 (June 30, 2010): 429–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.692.

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Abstract:
Di fronte alla richiesta della donna, la prescrizione di sostanze estroprogestiniche con funzione contraccettiva è da considerarsi un atto cui il medico è tenuto, oppure al medico è lasciato uno spazio di libertà per opporsi alla richiesta e seguire i dettami della propria coscienza? La questione venuta alla ribalta con una sentenza del Tribunale di Milano (1997) è affrontata a partire da un’indagine ricognitiva di carattere giuridico relativa all’introduzione nel nostro ordinamento della contraccezione. Viene poi fatta la triplice distinzione: c.d. “contraccezione d’emergenza”, contraccettivi che potrebbero avere un’efficacia abortiva e contraccezione vera e propria. Mentre nel primo caso è possibile ricorrere all’art. 9 L. 194/1978 (obiezione di coscienza all’aborto), nel secondo e nel terzo la lettera e la ratio dell’art. 9 conducono ad una sua non applicabilità. Questo tuttavia non significa obbligare il medico a prestazioni contrarie alla propria coscienza o al proprio convincimento clinico. Alla luce di alcune norme della legislazione sanitaria e del codice deontologico emerge il ruolo centrale della fiducia rapporto medico-paziente e il criterio della libera scelta che presiede tale rapporto. Il carattere fiduciario basato sulla libera scelta, comprende anche la sfera delle convinzioni morali del medico. Questi può dunque contare su un margine di libertà per esprimere contrarietà a quanto richiesto da paziente e il paziente può avvalersi della sua libertà di cambiare medico.
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Sala, Roberta. "Autonomia e consenso informato. Modelli di rapporto tra medico e malato mentale." Medicina e Morale 43, no. 1 (February 28, 1994): 30–72. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1026.

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Abstract:
Lo studio si propone di analizzare il difficile rapporto tra medico e paziente psichiatrico nell'ambito della più generale crisi della medicina in questo secolo. Dopo aver tracciato un profilo della critica filosofica novecentesca al concetto di scienza ed aver illustrato le difficoltà che incontrano i modelli tradizionali di medicina (p.e. paternalistico, contrattuale), l'Autore considera i vari modi di intendere la malattia mentale e la relazione medico-paziente psichiatrico con un particolare sguardo sulla comunicazione della verità all'all'ammalato in psichiatria e sui problemi relativi al consenso informato.
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Dissertations / Theses on the topic "Rapporto medico"

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Cappi, Valentina <1986&gt. "La sanità mediata: il rapporto medico-paziente dentro e fuori lo schermo televisivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7089/1/Cappi_Valentina_tesi.pdf.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è rilevare se e quanto i medical dramas abbiano contribuito a ridefinire conoscenze, aspettative e pratiche dei telespettatori/pazienti rispetto a questioni concernenti la salute e il loro ruolo all’interno della relazione medico-paziente. Grazie ad un lavoro di campo, fatto di questionari e interviste con utenti, operatori della sanità di Centro e Nord Italia e studenti di Medicina, sono state poi registrate le modalità di interazione che i protagonisti della scena della cura dichiarano di sperimentare quotidianamente. Ciò ha permesso di rendere conto delle trasformazioni più recenti della professione medica e di come viene elaborato oggi il sapere sulla malattia da parte dei soggetti implicati, fra tecnicismi, atteggiamenti difensivi, sfiducia e affidamento. La tesi restituisce anche alcune modalità sperimentali di interazione fra pazienti e medici, messe in atto in contesti locali, che testimoniano l’esigenza di approdare a un sapere partecipato delle relazioni di cura. Infine, raccogliendo la sfida posta dalle medical humanities, immagina un utilizzo del medical drama nella formazione degli studenti di medicina per l’apprendimento di competenze narrative necessarie ad una pratica medica più umana e efficace.
The aim of this thesis is to identify whether and to what degree medical dramas have contributed to redefine TV viewers/patients’ knowledge, expectations, and practices with regard to health-related issues and their role in the doctor-patient relationship. The fieldwork, conducted through questionnaires and interviews with users, medical students and health professionals from Central and Northern Italy, has revealed the interactional modes the key players in medical care declare to experience in everyday life. This has made it possible to access the most recent transformations within the medical profession and the way the involved actors acquire knowledges about illness, amidst technical jargon, defensive behaviours, mistrust and entrustment. Moreover, the thesis offers insight into some experimental modes of interaction between patients and physicians taking place in local contexts, revealing the need to achieve participatory understandings of health care relationships. Finally, embracing the challenge posed from the medical humanities, it conceives of medical dramas as a training tool for medical students to acquire the narrative competence necessary to a more human and effective medical practice.
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Cappi, Valentina <1986&gt. "La sanità mediata: il rapporto medico-paziente dentro e fuori lo schermo televisivo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7089/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è rilevare se e quanto i medical dramas abbiano contribuito a ridefinire conoscenze, aspettative e pratiche dei telespettatori/pazienti rispetto a questioni concernenti la salute e il loro ruolo all’interno della relazione medico-paziente. Grazie ad un lavoro di campo, fatto di questionari e interviste con utenti, operatori della sanità di Centro e Nord Italia e studenti di Medicina, sono state poi registrate le modalità di interazione che i protagonisti della scena della cura dichiarano di sperimentare quotidianamente. Ciò ha permesso di rendere conto delle trasformazioni più recenti della professione medica e di come viene elaborato oggi il sapere sulla malattia da parte dei soggetti implicati, fra tecnicismi, atteggiamenti difensivi, sfiducia e affidamento. La tesi restituisce anche alcune modalità sperimentali di interazione fra pazienti e medici, messe in atto in contesti locali, che testimoniano l’esigenza di approdare a un sapere partecipato delle relazioni di cura. Infine, raccogliendo la sfida posta dalle medical humanities, immagina un utilizzo del medical drama nella formazione degli studenti di medicina per l’apprendimento di competenze narrative necessarie ad una pratica medica più umana e efficace.
The aim of this thesis is to identify whether and to what degree medical dramas have contributed to redefine TV viewers/patients’ knowledge, expectations, and practices with regard to health-related issues and their role in the doctor-patient relationship. The fieldwork, conducted through questionnaires and interviews with users, medical students and health professionals from Central and Northern Italy, has revealed the interactional modes the key players in medical care declare to experience in everyday life. This has made it possible to access the most recent transformations within the medical profession and the way the involved actors acquire knowledges about illness, amidst technical jargon, defensive behaviours, mistrust and entrustment. Moreover, the thesis offers insight into some experimental modes of interaction between patients and physicians taking place in local contexts, revealing the need to achieve participatory understandings of health care relationships. Finally, embracing the challenge posed from the medical humanities, it conceives of medical dramas as a training tool for medical students to acquire the narrative competence necessary to a more human and effective medical practice.
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MANENTI, MARTINA ROBERTA. "LA NATURA GIURIDICA DELLA RESPONSABILITÀ MEDICA. IL RAPPORTO OBBLIGATORIO TRA MEDICO E PAZIENTE ED IL CONCETTO DI «OBBLIGAZIONE CONTRATTUALE»." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1455371.

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Abstract:
La tesi affronta il complesso e delicato tema della natura della responsabilità civile del medico, proponendo uno specifico approfondimento del concetto di «obbligazione contrattuale» ex art. 7 della legge Gelli-Bianco. La ricerca si è mossa lungo due direttrici di indagine, tra loro funzionali. Anzitutto, si è offerta una ricognizione dell’evoluzione del pensiero giuridico in relazione alla natura della responsabilità civile del medico e si è dato conto delle recenti riforme in materia. In secondo luogo, attraverso uno studio delle possibili fonti del rapporto obbligatorio tra medico e paziente, si è verificato quali margini vi siano, nel contesto normativo attuale, per una ricostruzione in termini «contrattuali» della relazione tra questi due soggetti. La struttura del lavoro si articola in tre parti. La prima, introduttiva, illustra i diversi approcci, giurisprudenziali e dottrinali, al tema in discussione, dedicando particolare attenzione all’orientamento fino ad oggi dominante, fondato sul c.d. «contatto sociale qualificato» (riconducibile alla pronuncia della Suprema Corte, n. 589/1999). In proposito, si è in particolare cercato di porre in evidenza come la recente propensione per la forma di responsabilità contrattuale -al di là delle argomentazioni teoriche addotte- sia stata il mero portato della precedente individuazione della disciplina ritenuta maggiormente tutelante per il paziente. La seconda parte della tesi è dedicata alle due riforme in materia che, con l’obiettivo (apparentemente contrario) di proteggere la categoria professionale da un’eccessiva dilatazione della responsabilità civile, hanno inciso sulla sua qualificazione giuridica, avviando quello che è stato definito un processo di «decontrattualizzazione». Si è così avuto modo di rilevare come, se con riferimento alla modifica legislativa introdotta con la legge cd. Balduzzi, la giurisprudenza prevalente ha avuto margine per interpretare il richiamo all’art. 2043 c.c. come ininfluente sulla natura della responsabilità da ascrivere al medico, altrettanto non possa dirsi per la legge Gelli-Bianco, che la qualifica espressamente come extracontrattuale, salva l’ipotesi in cui il professionista abbia assunto un’«obbligazione contrattuale» con il paziente. La terza parte della ricerca vorrebbe approfondire quest’ultimo concetto e proporre una ricostruzione giuridica dei rapporti tra medico e paziente, nelle ipotesi maggiormente problematiche, caratterizzate dalla presenza di un terzo soggetto, la struttura sanitaria (o la A.S.L.). Si è dunque suggerita un’interpretazione dell’art. 7 della legge Gelli Bianco secondo la quale, in linea con la sua ratio, non può ammettersi che dal semplice contatto sociale qualificato possa sorgere un’«obbligazione contrattuale». Una tale obbligazione potrebbe invece avere fonte, esclusivamente, in un vero e proprio contratto tra le parti, la cui sussistenza dovrebbe però essere esclusa ove l’«obbligazione di cura» sia assunta direttamente dalla struttura sanitaria. Si è infine evidenziato come, pur tentando di disincentivare il contenzioso nei confronti del medico con cui il paziente si relaziona, la riforma ne sancisca indiscutibilmente la responsabilità, anche ove questi non sia titolare dell’«obbligazione di cura» e dunque, in tale ultima ipotesi, ex art. 2043 c.c. e come, in ogni caso, la qualificazione aquiliana della responsabilità del medico non sembri, di per sé, strumento idoneo a indurre il paziente ad indirizzare le proprie doglianze nei confronti delle sole strutture sanitarie.
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AFFINITO, LETIZIA. "EFFETTI DELLA RICERCA DI INFORMAZIONI DI SALUTE ONLINE SULLE AZIONI DEL MEDICO E DEL PAZIENTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1810.

Full text
Abstract:
Il 40 per cento degli intervistati afferma che non ha trovato informazioni esaustive sui rischi e benefici dei farmaci trovati, mentre il 52 per cento afferma che le informazioni trovate hanno aiutato a seguire le indicazioni e i consigli del medico. Tra i rispondenti che si sono sottoposti a visita medica e che hanno discusso le informazioni trovate online con il proprio medico di fiducia, l'84 per cento ha ricevuto la prescrizione di farmaci. Di questi, solo il 17 per cento riporta che il farmaco prescritto era lo stesso trovato online, il 74 per cento è stato inviato da uno specialista e l'80 per cento ha ricevuto una prescrizione per test diagnostici. Più della metà dei rispondenti ha anche riportato azioni intraprese dal medico diverse dalla prescrizione del farmaco trovato online. Il 20 per cento degli intervistati afferma che le informazioni trovate sul farmaco da prescrizione in Internet hanno ridotto il suo / la sua fiducia nel medico, mentre il 41 per cento afferma che lo ha aiutato ad avere una comunicazione migliore con il proprio medico di fiducia. Nonostante le preoccupazioni sulle conseguenze negative della comunicazione di salute online, non abbiamo riscontrato differenze in termini di effetti sulla salute tra i pazienti che hanno assunto i farmaci “menzionati” online e coloro che hanno preso altri farmaci da prescrizione.
We conducted a national online survey about health care experiences associated with digital communication of prescription drugs. 46 percent of the sample (265 adults) found information about prescription drugs during their online search in the last 12 months. 40 percent of respondents agreed they didn’t find exhaustive information about risks and benefits while 52 percent agreed it helped in following their physician’s indications and advise. Among the respondents who had a physician visit during which health information found online was discussed, 84 percent received a drug prescription with only 17 percent being the same drug found on internet, 74 percent was sent to a specialist and 80 percent received a diagnostic test prescription. More than half also reported actions taken by their physician other than prescribing the drug brand found online. 20 percent respondents states that info found on the prescription drug in Internet reduced his/her trust in the physician while 41 percent states it helped in his/her communication with physician. Despite concerns about online health communication’s negative consequences, we found no differences in health effects between patients who took “advocated”/”mentioned” drugs and those who took other prescription drugs.
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AFFINITO, LETIZIA. "EFFETTI DELLA RICERCA DI INFORMAZIONI DI SALUTE ONLINE SULLE AZIONI DEL MEDICO E DEL PAZIENTE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1810.

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Abstract:
Il 40 per cento degli intervistati afferma che non ha trovato informazioni esaustive sui rischi e benefici dei farmaci trovati, mentre il 52 per cento afferma che le informazioni trovate hanno aiutato a seguire le indicazioni e i consigli del medico. Tra i rispondenti che si sono sottoposti a visita medica e che hanno discusso le informazioni trovate online con il proprio medico di fiducia, l'84 per cento ha ricevuto la prescrizione di farmaci. Di questi, solo il 17 per cento riporta che il farmaco prescritto era lo stesso trovato online, il 74 per cento è stato inviato da uno specialista e l'80 per cento ha ricevuto una prescrizione per test diagnostici. Più della metà dei rispondenti ha anche riportato azioni intraprese dal medico diverse dalla prescrizione del farmaco trovato online. Il 20 per cento degli intervistati afferma che le informazioni trovate sul farmaco da prescrizione in Internet hanno ridotto il suo / la sua fiducia nel medico, mentre il 41 per cento afferma che lo ha aiutato ad avere una comunicazione migliore con il proprio medico di fiducia. Nonostante le preoccupazioni sulle conseguenze negative della comunicazione di salute online, non abbiamo riscontrato differenze in termini di effetti sulla salute tra i pazienti che hanno assunto i farmaci “menzionati” online e coloro che hanno preso altri farmaci da prescrizione.
We conducted a national online survey about health care experiences associated with digital communication of prescription drugs. 46 percent of the sample (265 adults) found information about prescription drugs during their online search in the last 12 months. 40 percent of respondents agreed they didn’t find exhaustive information about risks and benefits while 52 percent agreed it helped in following their physician’s indications and advise. Among the respondents who had a physician visit during which health information found online was discussed, 84 percent received a drug prescription with only 17 percent being the same drug found on internet, 74 percent was sent to a specialist and 80 percent received a diagnostic test prescription. More than half also reported actions taken by their physician other than prescribing the drug brand found online. 20 percent respondents states that info found on the prescription drug in Internet reduced his/her trust in the physician while 41 percent states it helped in his/her communication with physician. Despite concerns about online health communication’s negative consequences, we found no differences in health effects between patients who took “advocated”/”mentioned” drugs and those who took other prescription drugs.
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Gossas, Håkan, and Liselotte Berg. "Hur ambulanspersonalens rapport och triage används på akuten." Thesis, Karlstads universitet, Fakulteten för hälsa, natur- och teknikvetenskap (from 2013), 2018. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:kau:diva-67122.

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Abstract:
Introduktion: En viktig del i vårdprocessen är kommunikation. Därför är det viktigt att den fungerar tillfredställande. En mycket bra och beprövad kommunikationsmodell är SBAR. Ambulanssjuksköterskan ska kunna överrapportera på ett adekvat och patientsäkert sätt. Triage används för att få ett bra flöde på akutmottagningen och patientsäker vård. Syfte: Att kartlägga hur ambulanspersonalen överrapporterar patienten till akutens personal. Samt hur ambulanspersonalens triage används av akutens personal. Metod: En observationsstudie med kvantitativ design samt kompletterande enkät av kvalitativ karaktär där personalen med fritext kunde beskriva vad som var positivt samt negativt med överrapporteringen den hade en kvalitativ karaktär. Resultat: i resultatet framkom det i samtliga observationerna att det finns en klar och tydligfältdiagnos samt att bakgrund finns med. Vitalparametrar som rapporteras varierar från inga alls till korrekt rapporterat. Att ge en rekommendation till mottagande enhet sker sällan. När det gäller ESS så rapporterades det i mindre än hälften av fallen. Arbetets betydelse: Det finns en ganska stor förbättringspotential när det gäller överrapportering från ambulanspersonal vad gällande SBAR och hur den ska användas. Samtidigt en förbättringspotential från akutens personal gällande att vara intresserad av vad ambulanspersonalen överrapporterar.
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Millon, Eugène. "Du rapport philosophique des facultés de l'homme." Paris : BIUM, 2004. http://www.bium.univ-paris5.fr/histmed/medica/cote?TPAR1836x278.

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Ohlsson, Gabriella, and Caroline Persson. "Sjuksköterskans rapportering - Relationen mellan skriftlig dokumentation och muntlig rapport. En observationsstudie." Thesis, Malmö högskola, Fakulteten för hälsa och samhälle (HS), 2007. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:mau:diva-24328.

Full text
Abstract:
I sjuksköterskans arbete är rapportering och dokumentering två betydelsefulla moment. De fyller en viktig funktion, både gällande patientsäkerhet och kontinuitet i vården. Författarna har under den kliniska delen av sjuksköterskeutbildningen deltagit i olika former av rapportering. Enligt litteraturen är det viktigt att all dokumentering är noggrant och omsorgsfullt skriven för att den tillträdande sjuksköterskan skall kunna göra sig en klar bild av patienten och den vård som givits. Den muntliga rapporten skall få sjuksköterskan att fokusera på de faktorer i omvårdnaden som är viktigast. Under den muntliga rapporten ges även en möjlighet till förtydliganden. Syftet med denna studie är att undersöka relationen mellan skriftlig dokumentation och muntlig rapport. Frågeställningarna som ligger till grund för denna studie är: Finns det skillnader mellan skriftlig dokumentering och muntlig rapportering och hur ser skillnaderna ut? En observationsstudie av den muntliga rapporten i kombination med insamlande av patientjournaler genomfördes på två olika somatiska avdelningar, vilka hade olika rapporteringsförfaranden. Datamaterialet kom att innefatta 41 patienter. Resultatet visade att det finns skillnader i dokumentation mellan de båda avdelningarna. Skillnaderna i dokumenteringen låg huvudsakligen i hur omfattande och noggrant det var dokumenterat. Dokumenteringen från avdelningen med huvudsakligen skriftliga rapporter var i de flesta fallen mer väldokumenterad. Vissa skillnader påvisades i innehållet mellan dokumentationen och den muntliga rapporten. Skillnaderna kunde exempelvis vara att information gällande patientens hälsohistoria och hälsotillstånd endast förekom i den muntliga rapporten vid ett par tillfällen.
Shift report and documentation are two important elements in nursing. These two elements fill an important role when it comes to patient safety and a continuous care. During the clinical part of their education the authors of this study have participated in different kind of shift reports. According to the literature it is important that all kind of documentation are accurate and careful written. The nurse that enters her duty should be able to get a clear picture of the patient and the given care. The oral shift report should help the nurse to focus on the important elements of the care, as well as an opportunity to clarify important aspects. The aim of this study is to investigare the relationship between oral shift report and documentation. The research are: Are there any differences between oral shift report and documentation? If so, what are the differences? An observational study of the oral shift report in combination with collection of patientjournals were carried out at two somatic wards. These wards used two different kinds of shift reports. The collected data included 41 patients. The result indicates that there are differences between the two wards concerning how documentation was brought about. The documentation from the ward with mainly written shift reports was more well documented and extensive. Some differences in the content between the documentation and oral shift report were observed.
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Fink, Laurent. "Des rapports de la migraine ophtalmique avec l'hystérie." Paris : BIUM, 2005. http://www.bium.univ-paris5.fr/histmed/medica/cote?TPAR1891x366.

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10

LIBEAU, BENOIT. "Le rapport medical d'activite : definition, mise en oeuvre, analyse a partir d'une realisation au c.h.g. de saint-nazaire." Angers, 1991. http://www.theses.fr/1991ANGE1015.

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Books on the topic "Rapporto medico"

1

Negro, Francesco Eugenio. Il medico di Van Gogh: L'importanza del rapporto medico-paziente. Milano: FrancoAngeli, 1998.

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2

Paolo, Benciolini, ed. Etica e medicina generale: Il rapporto medico-paziente. Roma: CIC edizioni internazionali, 2000.

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3

Good, Byron J. Narrare la malattia: Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente. Torino: Einaudi, 2006.

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4

Anna, Aprile, Benciolini Paolo, and Viafora Corrado 1950-, eds. Problemi etici nel rapporto medico-paziente: La relazione che guarisce. Padova: Fondazione Lanza, 1993.

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5

Merini, Alberto. Euripilo e Patroclo: Saggio sulle attuali problematiche del rapporto del medico con il paziente. Bologna: CLUEB, 1993.

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6

Franco, Celi, Università di Macerata. Istituto di medicina legale e delle assicurazioni., and Convegno nazionale di medicina legale (1990 : Macerata, Italy), eds. Il medico legale nel processo penale: Bilancio di un anno e prospettive : il rapporto causale in medicina legale. Ancona: Lavoro editoriale università, 1992.

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Manzato, Enzo, and Augusto Zaninelli, eds. Racconti 33. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-908-5.

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Abstract:
La Medicina Narrativa nasce dal tentativo di colmare aree mancanti della medicina basata sull’evidenza, come la considerazione per la cura e gli aspetti personali del malato: alla sua definizione hanno contribuito lo studio umanitario in medicina, la medicina delle cure primarie, la narratologia e lo studio del rapporto con il paziente. La narrazione della malattia permette di affrontare in modo olistico i problemi del paziente, dando anche indicazioni terapeutiche e diagnostiche; si rivolge sia al paziente sia al personale medico, le due figure, in relazione tra loro, coinvolte nel processo di cura. La narrativa permette al paziente di non sentirsi isolato, ma al centro della struttura e viene quindi considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa. I racconti di questo libro permettono di condividere le storie narrate e produrre spunti di riflessione ed approfondimento per i medici che affrontano situazioni cliniche analoghe o simili.
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8

Vergallo, Gianluca Montanari. Il rapporto medico-paziente: Consenso e informazione tra libertà e responsabilità : aggiornato a Cass. civ., n. 21748 del 16 ottobre 2007, e Trip. pen. Roma, n. 2049 del 17 ottobre 2007, in materia di consenso informato e di refiuto della nutrizione e della ventilazione artificiali. Milano: Giuffrè, 2008.

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9

Geddes, Marco. La salute degli italiani: Rapporto 1991. Roma: Nuova Italia scientifica, 1991.

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10

Québec (Province). Conseil de la santé et du bien-être., ed. Évolution des rapports public-privé dans les services de santé et les services sociaux: Rapport. [Québec]: Conseil de la santé et du bien-être, 1997.

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Book chapters on the topic "Rapporto medico"

1

Halloran, Matt, and Crystal Thies. "Creating Rapport Online." In The Social Media Handbook for Financial Advisors, 13–23. Hoboken, NJ, USA: John Wiley & Sons, Inc., 2012. http://dx.doi.org/10.1002/9781118531792.ch2.

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2

Sawan, Parizad T. Dejbord. "Establishing a rapport with a new patient." In Beginning Medical Spanish, 157–71. 1. | New York: Routledge, 2020.: Routledge, 2019. http://dx.doi.org/10.4324/9780429317477-11.

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3

Efremova, Natascha. "Notes sur la question des rapports entre la philosophie, la théologie et la politique chez Guillaume d'Occam." In Historia Philosophiae Medii Aevi, 227–36. Amsterdam: B.R. Grüner Publishing Company, 1992. http://dx.doi.org/10.1075/zg.142.15efr.

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4

Choi, Hye Soo, and Dong Hyuk Jo. "The Effects of Rapport-Building on Customer Attitude and Loyalty in Medical Service." In Software Engineering, Artificial Intelligence, Networking and Parallel/Distributed Computing, 105–17. Cham: Springer International Publishing, 2021. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-67008-5_9.

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5

Dahm, Maria R., and Lynda Yates. "Rapport, Empathy and Professional Identity: Some Challenges for International Medical Graduates Speaking English as a Second or Foreign Language." In FOM-Edition, 209–34. Wiesbaden: Springer Fachmedien Wiesbaden, 2020. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-658-27120-6_9.

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6

"Contacts avec les medias." In Rapport Annuel, 134–35. WTO, 2015. http://dx.doi.org/10.30875/7620f757-fr.

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7

Premoli De Marchi, Paola. "2. Quale rapporto tra medicina ed etica?" In Introduzione all’etica medica, 24–41. Accademia University Press, 2012. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.390.

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8

"4. Communication Skills in Action: From Keeping Eye Contact to Creating Rapport." In Reflective Writing in Medical Practice, 51–71. Bristol, Blue Ridge Summit: Multilingual Matters, 2017. http://dx.doi.org/10.21832/9781783098248-006.

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Kazmierczak, Elzbieta T. "Engaging Communities through an Art Program at a Domestic Violence Shelter." In Advances in Media, Entertainment, and the Arts, 339–66. IGI Global, 2017. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-5225-1727-6.ch016.

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Abstract:
This chapter is a case study, written from the perspective of a visual artist, designer, and educator, reflecting on a five-year volunteer initiative of developing, leading, and funding an art program at a domestic violence shelter for battered women and adolescent girls who experienced sexual violence. One purpose of this chapter is to provide information about establishing art programs that can be sustained by the institutions in which they are introduced. This chapter discusses the following aspects: 1) breaking the ice and establishing rapport; 2) training and supervising staff and student volunteers; 3) fund-raising, grant writing, and seeking support both within and outside the agency; 4) partnering with organizations or community groups to set up art exhibitions; 5) partnering with artists and writers to print and distribute an educational publication; and 6) developing research with vulnerable populations serviced by the agency.
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"General practice." In Oxford Handbook for Medical School, edited by Kapil Sugand, Miriam Berry, Imran Yusuf, Aisha Janjua, Chris Bird, David Metcalfe, Harveer Dev, et al., 335–40. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199681907.003.0015.

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Abstract:
General practice makes up the primary healthcare sector and is the first port of call for every patient who needs medical advice to a referral to a hospital specialist. There is a vast array of presentations and every general practice surgery has a varying case mix ranging from physical to psychological ailments. General practitioners (GPs) are versatile, approachable, empathic and are familiar with yellow and red flags to justify a referral to hospital. GPs make home visits and run numerous specialist clinics to cater for an entire community. Nowadays, GPs are known to be more versatile than ever before as many tend to specialize (cardiology, dermatology, etc.) while others pursue a portfolio career consisting of commercial duties (e.g. event or ship doctors), academic research, and medical education. GPs are effective communicators and need to be able to build a rapport with patients from all walks of life regardless of age, sex, ethnicity, and faith. This chapter highlights the content and spread of general practice within the community. There is also discussion on career developments as a GP, how to make the most of your GP placement, and how to prepare for GP assessments, including communication models and triggers for patients to seek help from their GP.
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Conference papers on the topic "Rapporto medico"

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Buchem, Ilona, Oskar Stamm, Susan Vorwerg, Kai Kruschel, and Kristain Hildebrand. "Evaluation of Rapport in Human-Agent Interactions with a VR Trainer after a 6-week Exergame Training for Senior Users with Hypertension." In 13th International Conference on Applied Human Factors and Ergonomics (AHFE 2022). AHFE International, 2022. http://dx.doi.org/10.54941/ahfe1002071.

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Abstract:
Human interactions with the trainer during physical training can be highly engaging and motivating [1] and are based on rapport as a dynamic structure of mutual attentiveness and coordination [2]. Human-Agent interaction in virtual reality (VR) aims to establish interaction patterns and rapport with virtual agents similar to real life. Research shows that users react towards virtual agents similar to real people [3] and that rapport is established similar to human rapport [4]. Therefore, rapport with virtual trainers in exergames is used to enhance an engaging and motivating user experience.In this paper we report on the results from an evaluation study on perceptions and interactions with the virtual trainer “Anna” after a 6-week exergame training for senior patients with hypertension. The human-like “Anna” is the key element of interaction design in a gamified series of exergames developed in the bewARe project. Anna was developed as a realistic, full body, female figure (silhouette) to motivate participation in the VR training. The primary goal of our research was to evaluate to what extent senior users can establish rapport with the virtual trainer as a factor contributing to positive user experience and training outcomes. The evaluation was conducted with 23 participants aged 65 and older with diagnosed hypertension. The virtual trainer Anna facilitated user participation in both exergames by giving instructions, modeling movements and providing feedback during the exergames in the HTC Vive Pro Headset. We used the 15-item rapport scale by [5] to measure rapport. The study also applied further research instruments to explore perceptions of the virtual trainer such as the trait list with 9 items describing selected features of the virtual trainer, and the bipolar uncanniness questionnaire with 40 adjectives used to assess possible Uncanny Valley effects described by [6]. The results of the rapport scale indicate that the design of the virtual trainer was effective for establishing rapport especially in terms of building a relationship with the virtual trainer and enhancing the engagement of senior users to participate in the VR training. However, the design was less effective in creating a positive perception of the trainer as a warm, caring and respectful agent. The overall median of the rapport scale was 6 (Min:1,Max:8). The results of the evaluation of the trait list revealed that voice quality, speech pauses and bodily movements were rated highest, followed by head and hand movements. The lowest values were researched for face expression. In the Uncanny Valley questionnaire, the median value for the humannes scale was 1 (Min:-3,Max:3), for the attractiveness 1 (Min:0,Max:3) and for the eeriness 0 (Min:-1,Max:0). Furthermore, the paper explores the relationships between the rapport scores and the perception of senior trainees of selected characteristics of the virtual agent and the uncanniness scale. Finally, given the diverse results from the study, the paper discusses possible design options for enhanced rapport and motivational effects of a virtual trainer based on the analysis of literature in related areas.References1. Ghosh, P., Satyawadi, R., Prasad Joshi, J., Ranjan, R. & Singh, P.: Towards more effective training programmes: a study of trainer attributes, In: Industrial and Commercial Training, vol. 44, pp. 194-202 (2012).2. Tickle-Degnen, L. & Rosenthal, R.: The Nature of Rapport and Its Nonverbal Correlates. In: Psychological Inquiry, vol. 1, pp. 285-293 (1990).3. Garau, M., Slater, M., Pertaub, D. P. & Razzaque, S. The responses of people to virtual humans in an immersive virtual environment. Presence. 14, pp. 104–116 (2005).4. Huang, L., Morency, L., & Gratch, J.: Virtual Rapport 2.0. In: Vilhjálmsson H. H., Kopp S., Marsella S., Thórisson K.R. (eds.) Intelligent Virtual Agents. IVA 2011. Lecture Notes in Computer Science, vol. 6895, pp. 68--79. Springer, Berlin, Heidelberg (2011).5. Gratch J., Wang N., Gerten J., Fast E. & Duffy R.: Creating Rapport with Virtual Agents. In: Pelachaud C., Martin JC., André E., Chollet G., Karpouzis K., Pelé D. (eds) Intelligent Virtual Agents. IVA 2007. Lecture Notes in Computer Science, vol 4722. Springer, Berlin, Heidelberg, (2007).6. Ho, C., & MacDorman, K.F.: Revisiting the uncanny valley theory: Developing and validating an alternative to the Godspeed indices. Comput. Hum. Behav., 26, pp. 1508-1518 (2010).
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