Journal articles on the topic 'Rapporti patrimoniali'

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Chiappetta, Giovanna. "Cittadinanza europea: opportunità e abusi nel diritto internazionale privato della famiglia." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (January 2021): 105–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-002005.

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Abstract:
Il saggio si incentra sulla funzione dell'autonomia negoziale nella regolamentazione degli status e dei rapporti familiari tra componenti il nucleo familiare tipico o atipico. Ciò in quanto il ruolo dell'autonomia negoziale è stato ampliato anche dalla cittadinanza europea intesa dalla Corte di giustizia europea come fonte autonoma di diritti. Tale cittadinanza, che si aggiunge a quella nazionale, ha consentito alla coppia ‘statica', pur in assenza del carattere transnazionale della situazione familiare, di scegliere la legge e gli strumenti di ordinamenti stranieri da applicare ai rapporti patrimoniali ed esistenziali della comunità di vita. Il saggio si propone di dimostrare come i Regolamenti UE in materia familiare possano applicarsi anche ai cittadini europei ‘statici', consentendo la scelta di leggi straniere con soluzioni estranee all'ordinamento nazionale, nel rispetto del limite dell'ordine pubblico costituzionale di ciascun Paese membro.
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Grieco, Cristina. "The role of party autonomy under the regulations on matrimonial property regimes and property consequences of registered partnerships. Some remarks on the coordination between the legal regime established by the new regulations and other relevant instruments of European Private International Law = Il ruolo dell’autonomia della volontà nei regolamenti sui rapporti patrimoniali tra coniugi e sugli effetti patrimoniali delle unioni registrate. Alcune considerazioni sul coordinamento tra il regime giuridico stabilito dai nuovi regolamenti e altri strumenti di diritto internazionale privato europeo." CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 10, no. 2 (October 5, 2018): 457. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2018.4384.

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Abstract:
Abstract: The new Regulations (No. 2016/1103 and No. 2016/1104) recently adopted through an enhanced cooperation by the European Legislator aim to deal with all the private international law aspects of matrimonial property regimes and property consequences of registered partnerships, both as concerns the daily management of matrimonial property (or partner’s property) and its liquidation, in particular as a result of the couple’s separation or the death of one of the spouses (or partners). This paper aims to address the prominent role of party autonomy in the two Regulations and to focus on the coordination between the legal system embodied in the new two Regulations, and other relevant instruments of European private international law in force, such as the Succession Regulation and the Bruxelles II- bis Regulation.Keywords: party autonomy; successions; matrimonial property regime, partnership property regi­me, applicable law, choice of law, private international law.Riassunto: I due nuovi regolamenti (No. 2016/1103 e No. 2016/1104), recentemente adottati nell’ambito di una cooperazione rafforzata dal legislatore europeo, si propongono di regolare tutti gli aspetti internazional privatistici legati ai regimi patrimoniali tra coniugi e alle conseguenze patrimoniali delle partnership registrate, sia per ciò che concerne la regolare amministrazione dei beni sia per ciò che riguarda la liquidazione degli stessi beni facenti parte del regime matrimoniale (o della partnership regi­strata) nel caso si verifichino vicende che ne alterino il normale svolgimento, come la separazione della coppia o la morte di uno degli sposi (o dei partner). Il presente scritto si propone di esaminare il ruolo prominente che, all’interno di entrambi i regolamenti, è riservato alla volontà delle parti e di focaliz­zarsi sul coordinamento tra i due nuovi strumenti e gli altri regolamenti di diritto internazionale privato europeo attualmente in vigore e, particolarmente, il regolamento sulle successioni transfrontaliere e il regolamento Bruxelles II- bisParole chiave: autonomia della volontà; successioni; rapporti patrimoniali tra coniugi; effetti pa­trimoniali delle unioni registrate; legge applicabile; scelta di legge; diritto internazionale privato.
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Martínez Gijón, José. "M. BELLOMO, Ricerche sui rapporti patrimoniali tra coniugi. Contributo alla storia della famiglia medievale VIII + 295 páginas, Roma, Edit. Giuffrè, 1961." Ius Canonicum 2, no. 3 (April 17, 2018): 389–90. http://dx.doi.org/10.15581/016.2.24091.

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4

Benezra, Geneviève. "La reproduction humaine : rapports entre les normes éthiques et les règles juridiques." Revue générale de droit 24, no. 4 (February 27, 2019): 555–70. http://dx.doi.org/10.7202/1056818ar.

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Abstract:
Notre réflexion s’inscrit dans les préoccupations de la Commission royale d’enquête sur les nouvelles techniques de reproduction, créée par le gouvernement fédéral canadien en octobre 1989. Après avoir décrit le mandat de cette commission et la problématique juridique pertinente, nous nous concentrons sur les liens juridiques de nature patrimoniale et extrapatrimoniale découlant des échanges internes des créateurs de nouvelles techniques de procréation médicalement assistée, de diagnostic et de thérapies géniques; puis nous examinons leurs répercussions sur les rapports complexes avec les « objets » ou les « sujets » de ces techniques. Nous examinons tout particulièrement les rapports entre les principes des droits patrimoniaux (propriété, brevet, contrat) et les principes des droits fondamentaux de la personne, applicables à ce domaine de l’activité médicale et humaine.
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Lorentz, Romain. "Dommage purement patrimonial, rapport français." Revue internationale de droit comparé 58, no. 2 (2006): 393–407. http://dx.doi.org/10.3406/ridc.2006.19429.

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Ranieri, Francesco. "Fatto illecito civile. Danneggiati italiani e stranieri a confronto. Tutela risarcitoria differenziata?" DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no. 2 (September 2011): 72–90. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002005.

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Abstract:
Sommario: Introduzione: italiani e stranieri di fronte al risarcimento del danno da fatto illecito; condizione di reciprocitŕ e misura del risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale - 1. Straniero e condizione di reciprocitŕ ex art. 16 preleggi (Regio Decreto 16.3.1942 n. 262) - 1.1. L'evoluzione giurisprudenziale in relazione al danno biologico - 1.2. L'evoluzione in relazione al danno morale ed al danno da perdita irreversibile del rapporto parentale - 1.3 L'evoluzione in relazione al danno patrimoniale - 2. Il danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale spettante ai congiunti residenti all'estero per la morte del familiare avvenuta in Italia. I due opposti orientamenti giurisprudenziali dei giudici di merito: liquidazione differenziata in base al rapporto di valore monetario tra l'euro e la moneta estera e liquidazione uguale per tutti - 2.1. Le argomentazioni a sostegno del secondo orientamento - 2.2. Danno punitivo, danno compensativo-satisfattivo, danno risarcitorio - 2.3. Il danno da morte del familiare. Dal danno morale soggettivo al danno esistenziale al danno non patrimoniale da perdita irreversibile del rapporto parentale - 2.4. Criteri-guida e limiti della liquidazione equitativa del danno ad opera del giudice ex artt. 2056 e 2057 c.c. L'art. 2058 co. 2 cod. civ. a tutela del soggetto danneggiante per l'ipotesi in cui la reintegrazione specifica risulti eccessivamente onerosa per il debitore - Conclusioni: l'evoluzione giurisprudenziale dalla "sentenza Gennarino" al danno biologico al danno non patrimoniale da perdita irreversibile di un familiare.
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Belot, Robert. "La patrimonialisation du pire a-t-elle des vertus véritatives et préventives ?" Ethnologies 37, no. 2 (October 18, 2017): 3–28. http://dx.doi.org/10.7202/1041486ar.

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Abstract:
Le classement au patrimoine mondial de l’Humanité du Dôme de Genbaku (Hiroshima), en 1996, s’inscrit dans une tendance à distinguer unpatrimoine du pire, comme Auschwitz, au nom de ses vertus supposément véritatives, éducatives et préventives. Pourtant, Barack Obama, premier président américain à se rendre sur les lieux du drame, déplorait le 26 mai 2016 « l’absence de perspective historique » de ce lieu de mémoire qui ne permettait pas une « compréhension » adéquate de la « tragédie d’Hiroshima ». La démarche patrimoniale pourrait-elle avoir pour effet pervers de déshistoriser ce qu’elle est censée mémorialiser, constituant ainsi un patrimoine sans mémoire, voire contre l’histoire ? Une stratégie de l’évitement et de l’innocentement aurait-elle transformé le Dôme en « lieu de dé-mémoire » ? C’est une manière de questionner le rôle de l’UNESCO dans les processus de construction des narrations patrimoniales et d’interroger les rapports complexes qu’entretiennent la mémoire, l’histoire et le patrimoine.
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Sébastien, Léa. "Le territoire, un système socio-patrimonial décrypté par le modèle de l’Acteur en 4 Dimensions." Nouvelles perspectives en sciences sociales 10, no. 1 (February 4, 2015): 283–329. http://dx.doi.org/10.7202/1028442ar.

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Abstract:
Le territoire, entité relationnelle complexe, met en avant la dualité homme-nature en mêlant morphologie de l’espace et subjectivité du regard passé, présent et futur. Une notion polysémique donc, qui pour certains auteurs ne fait plus sens. Plutôt que d’abandonner la notion de territoire, nous proposons au contraire d’accepter la mouvance du concept et d’approfondir l’analyse de cette complexité territoriale. Pour ce faire, cet article expose deux thèses complémentaires. D’un point de vue théorique, nous positionnons le territoire en tant que système socio-patrimonial, fruit des relations sociales et des relations au patrimoine (naturel et culturel). Le territoire serait alors un noeud interactionnel entre ce que nous appelons rapport social et rapport patrimonial. D’un point de vue pratique, nous proposons d’opérationnaliser cette définition au-travers d’un modèle de diagnostic territorial intitulé l’Acteur en 4 Dimensions (A4D) qui vise l’analyse du jeu d‘acteurs par l’étude des liens entre humains et liens au non humain. L’A4D permet de constituer ce que nous nommons des empreintes territoriales propres à chaque acteur, une radiographie synchronique des liens sociaux et patrimoniaux sur un territoire. Ce modèle conceptuel d’analyse est vecteur d’informations sur le jeu d‘acteurs et de dialogue entre parties intéressées. Il s’adresse alors aux chercheurs, porteurs de projets, médiateurs ainsi qu’aux acteurs territoriaux eux-mêmes. Nos résultats montrent que l’étude des liens sociaux ne peut se faire indépendamment du contexte dans lesquels ils sont ancrés et inversement, que les liens homme-nature existent par le biais de relations sociales. Des objets qui font du lien ; des liens qui font des objets : une problématique à approfondir pour décrypter ce qu’est le territoire au-travers d’une analyse sur les attaches entre nature et culture.
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Cascella, Gianluca. "La dubbia costituzionalità dell'esclusione dell'azione di annullamento come rimedio avverso le sanzioni disciplinari sportive." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 22 (November 2018): 91–119. http://dx.doi.org/10.3280/dt2018-022004.

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Abstract:
I rapporti tra sistema sportivo e sistema statale sono nuovamente portati all'esame della Corte Costituzionale, con particolare riguardo al profilo delle sanzioni disciplinari emanate dagli enti sportivi che, per la sua importanza, rischia di dispiegare effetti non trascurabili, sia dal punto di vista patrimoniale che non patrimoniale, sulle posizioni di soggetti che non sono solo membri delle varie federazioni sportive, ma che sono - anche e soprattutto - cittadini italiani, e in quanto tali destinatari della protezione loro riservata dall' 24 della Costituzione, sulla cui efficacia il T.A.R. La Lazio, sulla scorta di apprezzabili argomenti, ha nuovamente chiesto alla Corte di esprimersi
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Dubreuil, Christianne, and Brigitte Lefebvre. "L'ordre public et les rapports patrimoniaux dans les relations de couple." Les Cahiers de droit 40, no. 2 (April 12, 2005): 345–65. http://dx.doi.org/10.7202/043545ar.

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Abstract:
L'ordre public occupe depuis toujours une place importante dans le droit de la famille. On constate toutefois une mutation, d'un ordre public de direction vers un ordre public de protection, particulièrement dans les relations de couple. Dans le présent texte, les auteures font ressortir la place et le rôle que joue l'ordre public dans les rapports patrimoniaux des époux et des conjoints défait, tant durant l'union qu'à la dissolution de celle-ci.
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Bulot, Thierry, and Séverine Courard. "Territoire et identité : le rapport patrimonial à la langue en Pays de Caux." Études Normandes 50, no. 1 (2001): 56–61. http://dx.doi.org/10.3406/etnor.2001.1405.

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Genest, Bernard. "Le Canot à glace : un patrimoine immatériel unique et exceptionnel." Terrains 8 (January 17, 2011): 51–68. http://dx.doi.org/10.7202/045254ar.

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Abstract:
La Société québécoise d’ethnologie (Sqe) a récemment réalisé, pour le compte de la Ville de Québec et du ministère de la Culture, des communications et de la condition féminine (Mcccf), une étude sur le phénomène de la traversée du fleuve Saint-Laurent en canot à glace. L’objectif de la recherche était de faire la démonstration de l’importance patrimoniale de cette pratique qui remonte aux origines de la colonie mais qui se renouvelle chaque année, principalement dans le cadre des festivités du Carnaval de Québec. Dans son article, Genest – chargé de projet et à ce titre responsable du dossier – expose la démarche suivie par le consultant, Richard Lavoie, un spécialiste de la question, depuis la recherche préliminaire jusqu’à la préparation d’un rapport synthèse, en passant par la consultation des sources archivistiques et historiques et les enquêtes de terrain. Il fait état des trois grandes parties du rapport et de l’analyse qui en découle sur la base d’une grille de critères établie par l’Unesco pour déterminer la valeur patrimoniale des candidatures présentées dans le cadre du programme de reconnaissance des « chefs-d’oeuvre du patrimoine oral et immatériel de l’humanité. »
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Cancila, Rossella. "La corte vicereale di Sicilia tra pubblico e privato: dinamiche cortigiane, ruoli, poteri." Librosdelacorte.es, no. 23 (December 23, 2021): 164–97. http://dx.doi.org/10.15366/ldc2021.13.23.007.

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Abstract:
Il saggio delinea alcuni caratteri della corte del viceré in Sicilia in età asburgica: la sua famiglia, la cerchia dei confidenti, composizione e articolazione dei ruoli istituzionali, costi, forme del coinvolgimento. Ne emerge un contesto articolato, uno scenario in cui si confrontavano poteri di diversa intensità e in competizione sul territorio, si determinavano scontri giurisdizionali, dispute patrimoniali e accordi matrimoniali, liti e vendette private: elementi che evidenziano la complessità del rapporto fra nobiltà periferica e potere centrale, relazioni interpersonali e reti di livello internazionale, pratiche negoziali diffuse, che confermano la rappresentazione di un regno niente affatto passivo alla volontà di Madrid.
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Ralic, Sara. "La dimension culturelle et l’identitème dans la traduction littéraire : entre universel et patrimonial." Thélème. Revista Complutense de Estudios Franceses 36, no. 2 (November 25, 2021): 153–63. http://dx.doi.org/10.5209/thel.76285.

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Abstract:
Dans cette étude, nous nous intéressons à l’interprétation des identitèmes dans le texte littéraire et sa traduction. Les identitèmes sont d’abord mis en relation avec le phénomène de figement linguistique et, corrélativement, avec la mémoire collective. Nous examinons également le rapport entre le processus de défigement qui donne lieu au jeu de mots et le processus de patrimonialisation qui assure la naissance de l’identitème. C’est à travers la dimension culturelle que contient tout texte littéraire que nous étudions le rôle des identitèmes, culturèmes, expressions figées culturellement marquées, expressions défigées et énoncés liés à une situation, en essayant d’établir une relation entre le culturel et l’identitaire. L’analyse de la traduction et la conceptualisation des difficultés posées par la traduction de ces différents types d’expression sont révélatrices, car elles permettent de dégager certains traits distinctifs des identitèmes.
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Perron, Catherine. "« Voyages des racines »1 et mémoire de la Heimat2 perdue dans la littérature allemande post-unification." Ethnologies 39, no. 2 (September 27, 2018): 143–66. http://dx.doi.org/10.7202/1051668ar.

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Abstract:
Considérant d’une part le décalage entre le temps politique et les processus mémoriels, et d’autre part la remise en question des rapports entre les politiques officielles de la mémoire et les représentations ordinaires du passé, cet article analysera l’émergence ou non dans la société allemande d’une mémoire des Heimat perdues. Il s’agit d’un type de mémoire qui est propice aux échanges avec les voisins, favorise la compréhension mutuelle et contribue à la réappropriation d’un passé partagé, conduisant ainsi à un regard plus favorable vers un avenir européen commun. Basé sur un corpus d’oeuvres littéraires contemporaines traitant des voyages patrimoniaux dans les territoires d’où les Allemands ont été expulsés après la Seconde Guerre mondiale, cet article vise à étudier les récits de traversée des frontières et de (re)découverte de la Heimat perdue à l’Est. Il propose d’examiner les représentations de l’espace véhiculées par ces récits, et leur rapport aux récits plus anciens tels que ceux de fuite et d’expulsion. L’hypothèse qui se dégage de cet article est que, malgré une histoire partagée de violence, la confrontation active d’une Heimat perdue avec la réalité d’aujourd’hui renforce la capacité de surmonter une construction auto-centrée de la mémoire et des souffrances endurées par les Allemands pendant la Seconde Guerre mondiale. En conséquence, il devient possible de reconsidérer la complexité des événements et d’aller au-delà d’une vérité régionale limitée, en les inscrivant ainsi dans un cadre historique plus large.
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Rejalot, Michel. "Paysages viticoles et politiques patrimoniales. Y a-t-il un malentendu bordelais?" Sud-Ouest européen 21, no. 1 (2006): 117–28. http://dx.doi.org/10.3406/rgpso.2006.2918.

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Abstract:
Cet article propose une réflexion sur le classement de la juridiction de Saint-Émilion au patrimoine mondial de ¡'UNESCO. Que représentent exactement les paysages viticoles du saint-émilionnais en tant que patrimoine viticole ? Pourquoi les a-t-on classés ? N'y aurait-il pas d'autres territoires et paysages méritant l'attention en Gironde ? Poser ces questions, c'est tout d'abord réfléchir à ce qui « singularise les vignobles bordelais par rapport à d'autres ». Or, il s'avère que, de notre point de vue, si la juridiction de Saint-Émilion possédait effectivement de nombreux atouts pour décrocher le prestigieux label, elle ne constitue paradoxalement pas l'ensemble viticole exprimant au mieux l'identité du vignoble girondin.
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Taiclet, Anne-France. "Du passé, faisons table rase ? La controverse patrimoniale comme révélateur de luttes d’appropriation de l’espace." Partie 1 — L’espace des luttes, no. 73 (June 1, 2015): 15–32. http://dx.doi.org/10.7202/1030949ar.

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Abstract:
L’article analyse une controverse autour de la conservation de tours d’extraction désaffectées dans un ancien bassin minier français. Les mobilisations et tout autant les non-mobilisations autour de cet enjeu sont révélatrices d’une variété de positions à l’égard de l’appropriation tant matérielle que symbolique de l’espace urbain. L’analyse des logiques de distribution des attitudes (hostiles, favorables ou indifférentes) montre une configuration d’acteurs et de groupes divers (administration culturelle, élus, association mémorielle, syndicats, habitants) dont les rapports à l’enjeu et les raisons d’agir sont spécifiques et se révèlent peu compatibles. La conservation de traces du passé industriel, sous la forme particulière de la mise en patrimoine, relève donc d’une forme de volontarisme dont il est intéressant d’observer les conditions de félicité dans un espace territorial donné. L’échec final de l’entreprise de conservation met en lumière la faible autonomie institutionnelle, politique et sociale du répertoire culturel d’aménagement de l’espace.
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Ouellet, Annie. "Patrimonialisation et mise en tourisme : une double entrée pour questionner le rapport à l’espace et au temps." Nouvelles perspectives en sciences sociales 13, no. 2 (September 5, 2018): 75–110. http://dx.doi.org/10.7202/1051112ar.

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Abstract:
Cette contribution s’intéresse au double processus de mise en tourisme et en patrimoine des centres-villes « historiques », de même qu’à la coprésence des individus les habitant (de façon permanente ou temporaire), soit les résidents permanents et les touristes. Cette double entrée par le tourisme et par le patrimoine amène à nous interroger tout particulièrement sur les rapports à l’espace et au temps. Si la dimension spatiale des rapports sociaux que nous appréhendons demeure relativement constante, soit le centre d’une ville patrimonialisée et mise en tourisme, ce sont trois dimensions temporelles qui seront abordées comme autant d’angles d’analyse. Seront donc considérés le temps du quotidien (et du hors-quotidien (Équipe MIT, 2002)), le temps des saisons et le temps des « mémoires patrimoniales » (Morisset, 2009). Notre propos s’appuie, pour partie, sur un travail d’enquête mené dans les petites villes françaises de Sarlat (Dordogne) et Dinan (Côtes-d’Armor).
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Loud, G. A. "Monarchy and monastery in the Mezzogiorno: the Abbey of St Sophia, Benevento and the Staufen." Papers of the British School at Rome 59 (November 1991): 283–318. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009740.

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Abstract:
MONARCHIA E MONASTERO NEL MEZZOGIORNO: L'ABBAZIA DI SANTA SOFIA, BENEVENTO E LA STAUFENL'articolo esamina i rapporti del monastero di Santa Sofia con i Re del regno di Sicilia dal 1189 fino a dopo la morte del Re Manfredi nel 1126. Sebbene Benevento fosse una città indipendente, regolata dal Papa e non dal Re, l'estensione dei possedimenti dell'Abbazia nel regno portò, inevitabilmente, ad avere con esso rapporti assai importanti. Santa Sofia ha guadagnato benefici per il suo sostegno ad Enrico VI durante la conquista del regno. Lo studio si concentra su quelle terre a lei cedute dall'imperatore come premio dell'appoggio ricevuto, e in particolare sulla baronia di Finicchio. Federico II negli anni 1220 sostenne e difese gli interessi dell'abbazia ma, necessariamente, i problemi finanziari e i contrasti tra il Papa e l'imperatore dopo il 1239 misero in seria difficoltà Santa Sofia e portarono alla alienazione di gran parte della sua proprietà. Finicchio, posseduto da uno dei principali avversari di Manfredi, fu preso e ceduto ad uno dei parenti del re. Nè questa, nè altre proprietà donate o cedute da Enrico VI furono recuperate dopo il 1266, ed infatti le terre di Santa Sofia non furono mai più ricostituite su quella base patrimoniale che era esistita agli inizi del XIII sec. In Appendice sono pubblicati 6 documenti inediti.
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Ramos, Elsa. "Des stratégies individuelles de composition avec les règles de transmission : de l’héritage à l’héritier." Lien social et Politiques, no. 53 (November 4, 2005): 45–55. http://dx.doi.org/10.7202/011644ar.

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Abstract:
Dans le contexte contemporain d’individualisation, le rapport de « l’héritier » à la transmission familiale et patrimoniale apparaît comme un observatoire des stratégies que l’individu développe pour répondre à son aspiration à l’autonomie. Porteur du devoir de mémoire et de transmission qui le définit comme « fils de », il développe des stratégies de composition avec ce devoir afin de donner du poids à un « je ». Cependant, ce « je » est toujours inscrit dans un « nous » à deux dimensions : l’héritier a sa place dans le groupe familial et il a aussi des relations individualisées avec certains de ses proches parents. La compréhension de l’articulation de ces deux dimensions permet d’éclairer quelque peu les évolutions des formes de transmission.
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Patrone, Matteo. "Il decreto ingiuntivo emesso nei confronti del trustee e la sua responsabilità patrimoniale (App. Milano, 13 dicembre 2021, n. 3558)." Trusts, no. 3 (June 1, 2022): 496–98. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.121.

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Abstract:
Massima Il trustee è tenuto, quale proprietario di un immobile sito in un condominio, al pagamento delle spese condominiali. Il trustee risponde con tutti i propri beni (diversi e ulteriori rispetto a quelli trasferitigli in qualità di trustee) delle obbligazioni nascenti dal trust. L’omessa indicazione della qualifica di trustee in capo al destinatario di decreto ingiuntivo è irrilevante e non incide sulla validità della costituzione del rapporto processuale, tanto più ove non sia dimostrata la trascrizione dell’atto istitutivo del trust. È parimenti irrilevante che il decreto ingiuntivo venga emesso nei confronti del trustee identificato tramite il suo codice fiscale anziché mediante quello del trust.
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Giroux, Michelle, and Anouk Laurent. "Portrait critique de l’union de fait en droit québécois." Revue générale de droit 20, no. 1 (March 28, 2019): 129–53. http://dx.doi.org/10.7202/1058516ar.

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Abstract:
L’union de fait jouit d’une popularité grandissante auprès des sociétés occidentales et plus particulièrement au Québec. Pourtant, le phénomène ne bénéficie toujours pas d’une protection légale uniforme. Dans ce contexte, les auteures traiteront de la situation de l’union de fait au regard du droit positif et porteront une attention particulière à l’antinomie qui gouverne le droit social et le droit civil actuels. Les voies contractuelles offertes aux concubins pour régler leurs rapports d’ordre patrimonial seront également portées à l’étude, de même que les solutions développées par la jurisprudence en l’absence de contrat, soit la société tacite et l’enrichissement injustifié. Ce dernier point pose plusieurs difficultés en ce que les tribunaux font régulièrement appel à la common law pour corriger les lacunes du droit civil.
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Bertrand, Régis. "Estudio de los cementerios franceses contemporáneos. Los problemas de método." Revista Trace, no. 58 (July 9, 2018): 71. http://dx.doi.org/10.22134/trace.58.2010.371.

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Abstract:
El estudio de los cementerios franceses todavía está poco desarrollado en Francia. La inspección directa mediante la recolección en el terreno de los datos observables, gracias a un formulario, se debe combinar con el estudio de la documentación escrita y fotográfica, que permite identificar el núcleo antiguo y las ampliaciones, encontrar las tumbas más antiguas y reconstituir la ornamentación vegetal. En este artículo se examina la implantación del cementerio y sus relaciones con los lugares de culto, su cercado y sus símbolos confesionales ostensibles (inscripciones de la puerta, cruz central del cementerio católico), la distinción interna entre el espacio de inhumación (las fosas comunes o las concesiones) y el de circulación y los rastros de las antiguas distinciones confesionales, abolidas en teoría en 1881. El estudio de las tumbas se hace mediante una muestra representativa y homogénea que responde a la problemática planteada desde el punto de vista cuantitativo de aparición, difusión o evolución, y mediante la recolección selectiva, en el caso de la investigación patrimonial. Todavía queda por hacer lo esencial de esas investigaciones.Abstract: The French cemetery is a field of study that still awaits development in France. Observable data collecting and its direct noting on a grid through the in situ survey must be combined with the study of written and photographic documentation, which allows the identification of the old nucleus and its expansions, the discovery of oldest tombs, and the reconstruction of vegetation setting. This article examines the setting up of cemeteries and their relationships with the places of worship, their enclosure, and their conspicuous denominational features, (inscriptions on the gate, central cross of catholic cemeteries), the inner distinction between burial space (common graves or burial plots) and traffic space, and the remains of old denominational distinctions, theoretically abolished in 1881. Study of tombs is frequently made through a representative and homogenous sample, which corresponds to a series of questions posed in terms of appearance, distribution, or evolution. It is also made through selective collecting of data, in the case of patrimonial surveys. The essential of these researches is still to be made.Résumé : L’étude des cimetières français est encore peu développée en France. Le relevé direct par enquête de terrain des données observables, grâce à une grille de questionnements, doit être combiné avec l’étude de la documentation écrite et photographique, qui permet d’identifier le noyau ancien et les agrandissements, de retrouver les plus anciens tombeaux, de reconstituer des décors végétaux. Nous examinons ici l’implantation du cimetière et ses rapports avec les lieux de culte, sa clôture et ses signes confessionnels ostensibles (inscriptions de la porte, croix centrale du cimetière catholique), la distinction intérieure entre espace d’inhumation (fosses communes ou concessions) et de circulation, les traces des anciennes distinctions confessionnelles, abolies en théorie en 1881. L’étude des tombeaux se fait suivant un échantillon représentatif et homogène pour une problématique posée en termes quantitatifs d’apparition, de diffusion ou d’évolution, et par collecte sélective dans le cas d’enquêtes patrimoniales. L’essentiel de ces recherches reste à faire.
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Dautruche, Joseph Ronald. "Tourisme culturel et patrimoine remodelé." Ethnologies 35, no. 1 (September 9, 2014): 145–61. http://dx.doi.org/10.7202/1026455ar.

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Abstract:
Cet article met en avant la dynamique de la mise en valeur du patrimoine culturel immatériel en Haïti dans un contexte touristique. Pour ce faire, nous mobilisons un corpus composé de textes historiques et ethnographiques, de récits de voyages, de documents de projet, de films documentaires ; aussi nous nous sommes appuyés sur des observations directes et des entrevues que nous avons réalisées à Léogâne et à Souvenance (Gonaïves). L’analyse tend à démontrer que loin de chercher à fabriquer des « authenticités » ou mobiliser des éléments du patrimoine culturel haïtien qui seraient vus comme authentiques, les différents acteurs impliqués dans cette dynamique misent de préférence sur des éléments culturels qui font l’objet d’esthétisation ou qu’ils sont en train d’esthétiser. Prenant conscience des contextes dans lesquels certains éléments culturels et patrimoniaux d’Haïti ont été construits, reconnus et valorisés, ils sont en train de les articuler d’une autre manière à travers de nouveaux récits, de nouveaux films, de nouvelles expositions muséales, des représentations théâtrales, des festivals et des activités universitaires. Autrement dit, certains de ces éléments sont en train d’être remodelés avec d’autres discours, voire d’être mobilisés sur un mode performatif. On se trouve dans toute une dynamique de changement de régime de rapport avec les éléments culturels et patrimoniaux d’Haïti alors les héritiers cherchent à mettre ceux-ci au goût du jour. Ce qui ressort de cette lecture c’est la notion de « patrimoine remodelé ».
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Bautès, Nicolas. "L’experience « artiviste » dans une favela de Rio de Janeiro." Cahiers de géographie du Québec 54, no. 153 (August 12, 2011): 471–98. http://dx.doi.org/10.7202/1005606ar.

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Abstract:
Dans le contexte de métropoles de plus en plus tournées vers la valorisation de leurs singularités patrimoniales, émergent de nouvelles formes d’interventions portées par des mouvements de résistance utilisant l’art et la culture comme supports de contestation et de revendication citoyenne. Ce phénomène, observé dans des métropoles d’espaces riches ou pauvres sans distinction, inspire l’étude d’une initiative artistique menée dans la favela de Morro da Providência, à Rio de Janeiro, de son caractère multiforme et des rapports complexes qu’elle établit avec les lieux. Cette expérience « artiviste », par la médiation du lieu, rendue possible par l’usage des médias et par un jeu d’images permet-elle de faire entendre des sujets, que ce soit l’artiste ou l’habitant ou, au contraire, doit-elle être caractérisée comme éphémère, et ainsi se voir limitée dans sa capacité de remise en cause politique ?
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Paré, Sylvie, Sandrine Mounier, and Leila Farshadfar. "Transformations morphologiques à Hochelaga-Maisonneuve." Canadian Planning and Policy / Aménagement et politique au Canada 2023 (January 31, 2023): 1–22. http://dx.doi.org/10.24908/cpp-apc.v2023i1.15150.

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Abstract:
Cet article cherche à mieux comprendre les dynamiques des transformations morphologiques et socio économiques des anciens quartiers ouvriers à travers l’étude de cas d’Hochelaga-Maisonneuve à Montréal. Nous nous intéressons plus spécifiquement à l’incidence potentielle de l’intervention publique sur l’évolution du marché immobilier. Pour ce faire, nous avons à la fois procédé à un recueil documentaire des projets d’aménagement urbain récents dans le quartier et constitué une base de données inédite sur la typomorphologie architecturale résidentielle et les valeurs foncières d’un échantillon de 1034 unités. Force est de constater que l’évolution du marché immobilier est multifactorielle. D’une part, les environs de certaines opérations de revitalisation urbaine deviennent plus attractifs pour les acheteurs recherchant des lieux esthétiques et des services de proximité. D’autre part, les valeurs foncières augmentent davantage dans les résidences les plus anciennes d’intérêt architectural et patrimonial. Nous terminons par une discussion sur l’intervention publique en rapport avec la revitalisation urbaine et la gentrification.
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Couderchet, Laurent. "Le tropisme viticole et la fermeture des paysages dans le nord de la Gironde." Sud-Ouest européen 21, no. 1 (2006): 77–82. http://dx.doi.org/10.3406/rgpso.2006.2914.

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Abstract:
Cette contribution s'inscrit en marge des descriptions enthousiastes et patrimoniales des paysages de la vigne. L'analyse du rapport individuel des producteurs du nord de la Gironde à l'agriculture en général et à la vigne en particulier révèle une forme de mythe vitivinicole dans l'aire bordelaise même ; elle est combinée à des traitements de données objectivables ayant trait aux structures de production (recensements) et à l'occupation du sol (télédétection). Cette double approche met en évidence le paradoxe d'une vigne à la fois facteur de prospérité et de déprise, elle détermine des centralités prospères et des périphéries sur lesquelles nous axons notre étude. La relative entropie du système polyculture vigne nord girondin, opposée pour les besoins de la démonstration à la nèguentropie d'un système laitier du Puy-de-Dôme, se traduit dans sa très faible réactivité aux changements et ses médiocres capacités d'innovation.
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Pioppi, Daniela. "Neo-patrimonialismo, politica identitaria e opposizione nel mondo arabo: il caso dei Fratelli Musulmani inEgitto." MONDO CONTEMPORANEO, no. 1 (April 2010): 53–78. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001002.

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Abstract:
Le principali forze di opposizione ai regimi neo-autoritari al potere nel mondo arabo sono oggi senza eccezioni i partiti o movimenti islamisti, mentre altre forme di appartenenza clanica, tribale, etnica o confessionale hanno ripreso centralitŕ politica nel contesto della crisi dello Stato sociale e nazionale che si era invece consolidato nel periodo post-indipendenza. Questo saggio propone di studiare le modalitŕ della mobilitazione e partecipazione politica nel mondo arabo in relazione al neo- patrimonialismo e clientelismo che sempre piů caratterizzano il rapporto Statosocietŕ in questi paesi. Attraverso il caso dei movimenti islamisti e, in particolare, dei Fratelli Musulmani in Egitto, il saggio illustra come lo studio dell'interazione fra i diversi attori sociali e politici e le reti neo-patrimoniali che provengono dal regime puň aiutarci a comprendere meglio la razionalitŕ di alcune scelte di mobilitazione su base identitaria (tribale, etnica o confessionale); il grado di integrazione dei diversi attori politici all'opposizione con le strutture di potere nei rispettivi paesi e quindi la loro natura sistemica o anti-sistemica; e, piů in generale, le probabilitŕ che emergano strutture di potere parallele o alternative a quelle vigenti.
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Dournel, Sylvain, and Bertrand Sajaloli. "Les milieux fluviaux et humides en ville, du déni à la reconnaissance de paysages urbains historiques." Articles 41, no. 1 (January 31, 2013): 5–21. http://dx.doi.org/10.7202/1013761ar.

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Abstract:
En moins de quatre décennies, les milieux fluviaux et humides des villes occidentales sont passés du statut d’espace répulsif et marginal à celui d’élément patrimonial, convoité par les sociétés urbaines. Les nombreux dispositifs réglementaires français attachés à leurs qualités écologiques, paysagères et culturelles en témoignent : la vallée de l’Erdre en région nantaise et les marais de Bourges sont classés au titre de la loi de 1930 quand les rives du Loiret à Orléans et le vieux-centre de Châlons-en-Champagne forment des aires de mise en valeur de l’architecture et du patrimoine. En outre, les quais de la Seine à Paris, ceux de la Garonne à Bordeaux, les cités historiques de Lyon et d’Albi, le Val de Loire sont autant de sites d’eau inscrits au patrimoine de l’UNESCO. Notre article cherche à comprendre l’actuel engouement patrimonial des citadins pour les milieux d’eau, relayé aujourd’hui par le développement de projets urbains attachés à leur requalification esthétique et fonctionnelle. Dans cette perspective, nous focalisons notre étude sur plusieurs cités d’eau du Bassin parisien (Amiens, Bourges, Châlons-en-Champagne, Évreux, Orléans, Tours, Troyes) pour y entreprendre une étude géohistorique, diachronique et dynamique, dans un double objectif. D’un côté, il s’agit d’y repérer et de théoriser les types de rapports à l’eau qui se sont développés dans le temps et dans l’espace, afin de souligner le caractère historique et socioculturel des milieux et les conditions de leur patrimonialisation. De l’autre, notre but est de décrypter la formation des paysages d’eau singuliers des villes étudiées, héritage d’une histoire et de façonnements spécifiques. Étroitement associés à la ville, les milieux fluviaux et humides participent à la constitution de la notion de patrimoine urbain.
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Pineau, Jean. "L'ordre public dans les relations de famille." Les Cahiers de droit 40, no. 2 (April 12, 2005): 323–44. http://dx.doi.org/10.7202/043544ar.

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Abstract:
Il était traditionnellement admis que l'organisation de la famille, telle qu'elle avait été édictée par le législateur, était d'ordre public et que toute convention dérogeant aux règles gouvernant cette organisation constituait une atteinte à l'ordre public classique de direction. En revanche, la liberté était de principe dans les rapports patrimoniaux, telle la liberté dans le choix d'un régime matrimonial. Qu'en est-il aujourd'hui ? On constate que l'ordre public classique de direction, s'il se maintient dans les pays relevant d'un droit religieux, marque un recul certain dans les pays soumis à un droit laïque ; il ne disparaît certes pas, mais il cède le pas à un nouvel ordre juridique familial, le plus souvent de protection, mais à contenu variable : protection de la personne, des époux, de l'intérêt de l'enfant, des consentements, ou encore égalité, collégialité, solidarité, partage. On relève donc l'existence d'une multiplicité d'ordres qui, parfois, se recoupent, mais qui, parfois aussi, entrent en conflit et peuvent donner l'impression d'un certain... désordre !
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LORIAUX, Michel. "Les conséquences de la révolution démographique et du vieillisement sociétal : restructuration des âges et modification des rapports entre générations." Sociologie et sociétés 27, no. 2 (September 30, 2002): 9–26. http://dx.doi.org/10.7202/001453ar.

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Abstract:
Résumé Le vieillissement démographique s'est intensifié au cours des dernières décennies, entraînant une modification importante des rapports entre les classes d'âges et les sexes. Cette évolution est le résultat à la fois d'une baisse séculaire de la fécondité et de la natalité, mais surtout, pour la période récente, du recul marqué de la mortalité aux âges élevés, qui se traduit par une progression substantielle de la longévité moyenne laquelle a augmenté de 30 ans au cours du seul xxe siècle (dans l'ensemble des pays occidentaux d'Europe ou d'Amérique du Nord). Or, ces changements des structures démographiques entraînent des réorganisations, des rapports entre les générations, la plus spectaculaire et la plus lourde de conséquences étant sans doute la coexistence dans le même temps et le même lieu de quatre à cinq générations en filiation directe. Les conditions de la vie familiale en sont nécessairement profondément affectées, mais, au-delà, ce sont toutes les formes de la vie en société qui sont atteintes par ces changements des pyramides de population. Les mutations concernent notamment l'organisation du travail et des loisirs, Mais aussi celle de la sécurité sociale, les modalités du transfert patrimonial, les formes du pouvoir politique, les valeurs culturelles, etc. L'auteur défend notamment la thèse qu'il faut réinventer un nouvel " esprit de vieillesse ", restaurer les personnes âgées dans des statuts sociaux revalorisés et mettre tout en œuvre pour favoriser l'intégration des âges et la solidarité des générations, afin d'accéder dans les meilleures conditions possibles à ce qu'il appelle l'" ère de la géritude " qui accompagnera l'avènement de la société post-industrielle orientée vers la production de masse des loisirs et des services.
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Bernier, Xavier. "Marges et périphéries des routes touristiques et des itinéraires culturels : quelles interspatialités ?" Cahiers de géographie du Québec 57, no. 162 (September 12, 2014): 359–78. http://dx.doi.org/10.7202/1026524ar.

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Abstract:
Cet article porte sur les marges patrimoniales et les espaces définis par les périphéries des routes touristiques et des itinéraires culturels. Il cherche à comprendre les multiples combinaisons des interspatialités entre ces deux types d’espace, qui sont décryptées ici grâce à plusieurs modèles graphiques dont l’ambition est de déboucher sur une lecture typologique. Avec des exemples choisis à différentes échelles dans un contexte de montagne et étudiés en Suisse, en France, au Canada et aux États-Unis, il s’agit d’appréhender les différentes formes de couplage des routes et des itinéraires concernés avec leurs marges et leurs périphéries. Selon qu’ils sont isolés ou organisés en réseaux dont les niveaux de connectivité et de connexité peuvent être élevés, les agencements spatiaux bâtis autour de ces axes touristiques et culturels répondent à des schémas plus ou moins récurrents. Des processus et des outils d’intégration ou, au contraire, de marginalisation sont ainsi identifiés pour révéler, par exemple, des « effets d’ombrage » liés à une trop grande proximité, un effacement ou une protection des marges par la traversée des espaces, ou encore des périphéries plus ou moins autonomes par rapport aux routes et qui fonctionnent comme des isolats. Les espaces parcourus sont vécus et expérimentés par les acteurs touristiques en même temps qu’ils donnent lieu à des aménagements plus ou moins élaborés. Les marques de la patrimonialisation sont ici envisagées comme des traceurs des processus spatiaux en cours. Au final, les marges patrimoniales et les périphéries touristiques sont indissociables des routes touristiques et des itinéraires culturels eux-mêmes et leur compréhension va de pair.
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Zaiane-Ghalia, Selma. "Médiation culturelle pour la sauvegarde et la valorisation du patrimoine tunisien." Ethnologies 38, no. 1-2 (October 20, 2017): 127–53. http://dx.doi.org/10.7202/1041590ar.

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Abstract:
Depuis son indépendance, la Tunisie a consacré des efforts importants à la valorisation du patrimoine culturel dans un objectif de développement économique misant sur le secteur touristique. Les diverses institutions gouvernementales concernées par la sauvegarde et la valorisation des richesses patrimoniales, telles que le ministère de la Culture et le ministère du Tourisme, ont mis en place plusieurs actions de médiation culturelle à cet effet. De nombreux rapports et publications mentionnent ces données mais l’on a peu écrit sur l’apport important des citoyens et des organisations communautaires à ce domaine de la médiation culturelle. Or le mouvement associatif a toujours été fort en Tunisie et il s’est renforcé depuis la révolution de 2010. À partir de visites et de rencontres personnelles effectuées sur le terrain et complétées par des données récentes colligées sur Internet – sur des blogues, des pages sociales ou des sites plus professionnels –, nous nous proposons d’examiner la place de la participation citoyenne dans la médiation culturelle en Tunisie. Nous prendrons à cet effet des exemples de projets concrets.
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Bacha, Myriam. "La construction patrimoniale tunisienne à travers la législation et le journal officiel, 1881-2003 : de la complexité des rapports entre le politique et le scientifique." L'Année du Maghreb, no. IV (October 1, 2008): 99–122. http://dx.doi.org/10.4000/anneemaghreb.433.

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Ferguene, Améziane, and Rabih Banat. "Artisanat traditionnel, valorisation touristique du patrimoine et dynamique territoriale : le cas de la ville syrienne d’Alep." Cahiers de géographie du Québec 57, no. 160 (August 6, 2013): 87–114. http://dx.doi.org/10.7202/1017806ar.

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Abstract:
Résumé Rédigé un peu avant le début des événements dramatiques qui ravagent la Syrie depuis mars 2011, cet article analyse la relation entre ressources territoriales et développement touristique dans la ville d’Alep. Adoptant la perspective historique longue, il expose dans un premier temps la mutation de ce vieux territoire urbain dont l’économie, jusque-là fondée largement sur l’artisanat traditionnel, a été engagée, au cours des années 2000, dans un processus de diversification par intégration du tourisme comme voie complémentaire de mise en valeur de son riche patrimoine culturel. Dans un deuxième temps, l’analyse se focalise justement sur le rôle des ressources patrimoniales dans le développement socioéconomique de cette ville. La conclusion à laquelle aboutit la réflexion est que, dans le contexte actuel de concurrence globalisée entre pays et territoires, l’avenir d’Alep dépend en bonne partie de la capacité des autorités locales et du gouvernement central à imaginer un mode de gouvernance capable de mobiliser tous les acteurs autour d’un projet collectif de développement territorial. Il va sans dire que le conflit armé que vit la Syrie depuis plus de deux ans maintenant, et qui a détruit (en partie) ses institutions, est de nature à compromettre cette analyse. Toutefois, compte tenu du rapport des forces en présence, il n’est pas exclu qu’une solution politique, satisfaisante pour tous, soit trouvée dans un avenir proche. Pour peu que cette solution prévoie une dose d’autonomie des régions par rapport au pouvoir central, les acteurs locaux d’Alep auront à coeur de relancer sur des bases rénovées la dynamique de développement territorial. Dans une telle hypothèse (favorable), l’analyse esquissée ici retrouverait alors toute son actualité.
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Donlefack, Martin. "Festival culturel ŋgím nu du peuple Bamendou (Cameroun)." Ethnologies 43, no. 1 (October 5, 2021): 197–220. http://dx.doi.org/10.7202/1082165ar.

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Abstract:
Les questions d’identité et de culture drainent avec elles une forte teneur symbolique en ce qu’elles se situent au centre des rapports humains ; elles ressortent les rapports entre l’homme et son semblable, les brassages des peuples, les syncrétismes culturels, les enjeux économiques, les préoccupations mémorielles… Ces dernières décennies au Cameroun, elles fascinent de plus en plus, suscitent des polémiques, animent des débats et orientent certaines décisions et politiques publiques. En tant qu’entité politique construite sur des valeurs identitaires ou culturelles communes à un peuple et sur des expériences historiques propres à elle, la Chefferie Supérieure Bamendou au Cameroun ne peut que réaffirmer le rôle qu’elle a joué et la place qu’elle a occupée dans tous ces processus historiques. Le festival culturel ngím nu des Bamendou s’inscrit ainsi dans une volonté de valoriser ce pan important de son passé, de lutter contre l’oubli, de rapprocher les peuples en encourageant la culture de paix et de tolérance. C’est donc tous ces aspects qui ont encouragé et soutenu l’organisation de la 54e édition du festival ngím nu en mars 2019 (édition de la relance). Parce que nous avons été au coeur de l’organisation de cet événement, nous avons eu le privilège de rassembler un ensemble de témoignages oraux, écrits et iconographiques. L’exploitation et la confrontation de ces sources nous permettent de présenter un modèle festivalier qui s’impose comme une arme locale et culturelle contre l’acculturation devenue un facteur d’instabilité sociale et politique (conflits ethniques et conflits entre et au sein des grandes religions monothéistes) et comme une implémentation objective des politiques de restauration et de valorisation des valeurs patrimoniales. Ce festival est aussi un moyen efficace de reconstitution d’une mémoire collective effritée par un passé colonial culturellement douloureux.
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Van Bockhaven, Vicky. "Les Congolais obtiendront-ils la restitution qu’ils demandent?" Afrika Focus 35, no. 1 (June 30, 2022): 190–98. http://dx.doi.org/10.1163/2031356x-35010011.

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Abstract:
Abstract Ce rapport évalue la politique belge visant à restituer au Congo les objets spoliés du Musée royal de l’Afrique centrale et qui s’appuie sur la recherche de provenance. Si la volonté politique de restituer est un jalon historique, cette approche, avec la restitution comme objectif final, ne tient pas compte des besoins des communautés du patrimoine. Dans le nord-est du Congo, la population exprime un sentiment complexe de perte autour de ce patrimoine, car l’administration coloniale a appris à considérer leur culture comme inférieure, tandis que les objets rituels qui servaient à protéger la communauté étaient enlevés. Les gens y voient une perte de pouvoir qui explique l’état économique et politique précaire du Congo, alors que la Belgique a prospéré, une vision qui est fortement sous-estimé en Occident. Plus fort que la demande de restitution, il y a la demande de solutions régionales qui permettent de renouer avec sa propre culture et son histoire. Un changement dans la politique belge est nécessaire, avec un accent sur le travail de mémoire et de réparation ensemble avec les communautés patrimoniales, plutôt que sur la recherche de provenance dans un musée belge.
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Jennan, Dr Lahsen. "Quelle mobilisation du patrimoine dans le développ ement des terr itoires ? Cas l’espace oasien." digitAR - Revista Digital de Arqueologia, Arquitectura e Artes, no. 5 (February 20, 2019): 45–68. http://dx.doi.org/10.14195/2182-844x_5_2.

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Abstract:
Valoriser ou remettre en valeur des patrimoines, c’est permettre à des territoires de trouver ou de retrouver leur cohérence à travers des références identitaires communes ou l’entretien de liens sociaux à l’occasion d’exercice d’activités communes, notamment symboliques. Pour construire l’identité d’un territoire, le patrimoine devient porteur de sens et de signification pour la société qui l’a produit, notamment à travers: L’identification d’un patrimoine commun à l’ensemble du territoire, justifiant d’une identité. La conservation et la restauration d’éléments marqueurs de l’histoire du territoire, permettant de le spécifier par rapport aux autres territoires. La nouvelle conception du développement local s’appuie sur le fait que tous les espaces ont potentiellement des ressources à condition de s’organiser pour les faire émerger et les valoriser au mieux. Il est ainsi admis que les systèmes territoriaux se caractérisent par la manière dont ils organisent la création et la gestion de leurs ressources. Enfin, la meilleure façon de conserver le patrimoine, c’est de le valoriser, de lui trouver des usages qui ne portent pas, bien entendu, atteinte à son authenticité. Cette valorisation peut se concevoir dans le cadre d’un projet de territoire dit « pole d’économie du patrimoine » (PEP). Cette communication se propose d’appliquer la démarche PEP à l’espace oasien en raison du grand potentiel patrimonial que cette aire recèle à l’échelle de la région Draa-Tafilalet.
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Paolucci, Caterina. "FORZA ITALIA A LIVELLO LOCALE: UN MARCHIO IN FRANCHISING?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 3 (December 1999): 481–516. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028926.

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Abstract:
IntroduzioneIn questo saggio presenterò alcuni risultati di una ricerca empirica sugli amministratori locali di Forza Italia, che si inserisce in un più ampio progetto di analisi del processo di istituzionalizzazione di questo partito. La scelta di concentrare l'attenzione sugli eletti locali nasce dalla convinzione che il futuro di Forza Italia sia legato non solo agli eventi organizzativi e politici che la riguardano a livello nazionale e di leadership, ma anche allo sviluppo di strutture e procedure preposte alla formazione e al consolidamento di una classe dirigente locale. In altri termini, la persistenza organizzativa di questo nuovo partito dipenderà dalla realizzazione, quantomeno a livello locale, di quella «infusione di valori» che rappresenta la premessa indispensabile di ogni compiuta istituzionalizzazione (Huntington 1968, 15; Selznick 1957, 21-22). Il fatto che a cinque anni dalla sua fondazione Forza Italia sia ancora un'organizzazione patrimoniale fortemente caratterizzata in senso personalistico ed aziendalista (Maraffi 1996; Panebianco 1995), suggerisce che tale infusione di valori, e dunque l'inizio del processo di consolidamento organizzativo, non possa aver luogo per impulso delle élites nazionali. A livello centrale questo processo è reso infatti assai difficile dalle modalità di reclutamento e selezione del personale partitico e parlamentare, miranti a creare o confermare un rapporto di fiducia personale con il leader Silvio Berlusconi, tale per cui la legittimazione dei prescelti diventa una funzione diretta delle oscillazioni del rapporto fiduciario che li lega al capo. E a quest'ultimo, non già all'organizzazione, che si dirige la lealtà delle élites centrali, e non potrebbe essere altrimenti, data la natura del partito. A livello locale, al contrario, la distanza dal centro potrebbe aver favorito un reclutamento più aperto e una selezione meno personalistica, e dunque l'emergere di un personale politico più libero di dirigere la propria lealtà verso l'organizzazione in sé, piuttosto che esclusivamente verso il suo capo. Pertanto, se esiste una possibilità di consolidamento per Forza Italia, essa è sicuramente maggiore a livello locale. In questa prospettiva è necessario dunque valutarne le dinamiche organizzative sul territorio, tenendo presente tuttavia che l'istituzionalizzazione presuppone l'esistenza di un legame tra centro e periferia che favorisca coesione e coordinamento tra i diversi livelli, senza le quali difficilmente l'organizzazione potrà stabilizzarsi nel tempo (Huntington 1968, 23).
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Morin, Christine. "La contractualisation du mariage : réflexions sur les fonctions du Code civil du Québec dans la famille." Les Cahiers de droit 49, no. 4 (June 3, 2009): 527–49. http://dx.doi.org/10.7202/037456ar.

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Abstract:
Le Code civil du Québec prévoit qu’il est « permis de faire, par contrat de mariage, toutes sortes de stipulations, sous réserve des dispositions impératives de la loi et de l’ordre public » (art. 431 C.c.Q.). Cependant, le Code civil impose depuis 1989 le partage de la valeur du « patrimoine familial » aux conjoints mariés (et depuis 2002 aux conjoints unis civilement), et ce, au détriment de leur liberté contractuelle. Convient-il de s’en réjouir ? La réponse à cette interrogation dépend de différents facteurs, dont celui des représentations sociales des fonctions du Code civil. En effet, tous les acteurs sociaux n’ont pas la même représentation du rôle du Code civil dans la famille. Pour certains, il doit d’abord être au service du bien général, alors que pour d’autres il doit prévenir les situations problématiques. Suivant la première représentation, le Code civil doit respecter la liberté et la volonté des conjoints en permettant la contractualisation de leurs rapports patrimoniaux. Suivant la seconde, il doit plutôt veiller à l’égalité économique des conjoints mariés ou unis civilement en empêchant la contractualisation de certains aspects de leur relation. Afin de mieux comprendre les prétentions des tenants de l’une et l’autre de ces positions, l’auteure compare leurs représentations divergentes du rôle du Code civil dans les relations conjugales, du principe de l’égalité des conjoints et de la définition du mariage.
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Fallenbacher, Francine. "Les contours obscurs de la littérature scolaire : l’école romande à l’épreuve." Cahiers du Centre de Linguistique et des Sciences du Langage, no. 27 (April 1, 2022): 61–76. http://dx.doi.org/10.26034/la.cdclsl.2010.1342.

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Abstract:
LES QUALITES INHERENTES AU TEXTE LITTERAIRE et ses valeurs, entendues ici comme tout ce qui est transmis, en font un objet ambigu dans l’espace scolaire, dérangeant, d’une part, en tant que dispositif polymorphe et polyvalent, qui se dérobe aux pratiques communes, et privilégié, de l’autre, par les aspects moraux, idéologiques et patrimoniaux dont il est investi. Réconcilier les valeurs du littéraire associées au fictif qui font appel à l’émotion et à l’imagination, avec le travail scolaire, pose problème et questionne les enseignants sur leurs choix de corpus et de méthodes (entre liberté et contraintes). De plus, le jeune lecteur, enfant ou adolescent, développe des formes et des habitudes de lecture souvent très éloignées des pratiques lettrées prônées par l’école. Quelles formes scolaires de la littérature appellent un lecteur expert, idéalement visé par l’école obligatoire romande d’aujourd’hui ? Et que fait l’institution pour combler l’écart entre les champs culturels des élèves et ceux du milieu « lettré » ? L’institution attribue au littéraire des valeurs symboliques et éducatives qui présupposent un sujet lecteur engagé et critique, participant activement à l’édification de cultures. Cette vision de l’apprenant actif et d’une école « citoyenne » qui a posé en Suisse romande de nombreux jalons, rencontre de fortes résistances comme dans le reste de la francophonie. Quelle cohérence donner, alors, aux rapports de l’institution avec la recherche et la formation, pour transformer peu à peu les représentations et produire l’impact attendu sur les actes pédagogiques ?
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Parent, France, and Geneviève Postolec. "Quand Thémis rencontre Clio: les femmes et le droit en Nouvelle-France." Les Cahiers de droit 36, no. 1 (April 12, 2005): 293–318. http://dx.doi.org/10.7202/043330ar.

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Abstract:
À partir de 1664, la Coutume de Paris est le principal corpus régissant le droit civil en Nouvelle-France. Si celui-ci définit d'une façon restrictive les balises légales entourant l’exercice juridique des femmes, en particulier celui des femmes mariées, les pratiques sociales montrent plus d'ouverture à leur participation devant une cour de justice. Ainsi, la représentation des femmes devant la Prévôté de Québec à la fin du XVIIe siècle déborde les restrictions juridiques liées à l'âge et au statut civil pour s'adapter aux circonstances sociales où elles sont actives. Les femmes exercent un certain pouvoir juridique dans le cadre d'un partenariat conjugal orienté vers la protection des patrimoines familiaux et l'établissement des enfants. Pourtant, ce pouvoir est largement tributaire des stratégies familiales des groupes sociaux en interaction, tant sur le plan des enjeux économiques que sur celui des pratiques patrimoniales. À partir d'une analyse minutieuse des causes inscrites aux registres d'une année d'audiences d'une cour de justice, le présent article vise à faire ressortir la différence entre les notions de pouvoir et de droit des femmes, entre exercice juridique et jouissance de droits, selon le statut civil des intervenantes dans les actes judiciaires de la Prévôté de Québec. Cette distinction permet de mettre en lumière une facette beaucoup plus nuancée du rapport des femmes au droit au regard de leur participation individuelle, familiale et sociale aux activités quotidiennes de la société en Nouvelle-France.
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Côté, Julie-Anne. "De la danse au musée : mémoires de l’oeuvre chorégraphique contemporaine." Muséologies 7, no. 2 (May 7, 2015): 55–70. http://dx.doi.org/10.7202/1030250ar.

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Abstract:
La notion de patrimoine culturel s’est élargie ces dernières années. Traditionnellement associée aux monuments et aux sites sous l’angle de leurs valeurs esthétiques et historiques, elle englobe maintenant les traditions et les pratiques sociales, mais aussi les arts du spectacle, dont la danse. L’élargissement de la notion de patrimoine pose la question des nouveaux objets patrimoniaux et muséaux dont les aspects vivants, contemporains, intangibles ou immatériels sont régis par des valeurs qui s’opposent aux valeurs traditionnelles des musées. Ainsi, quoique la conservation et la valorisation du patrimoine de la danse apparaissent nécessaires, elles n’en restent pas moins complexes, particulièrement en ce qui touche l’oeuvre chorégraphique contemporaine en Occident. La danse contemporaine requiert des modes singuliers de mémoire qui supposent diverses perspectives de transmission et de mise en mémoire. Après avoir situé la danse par rapport à la notion de patrimoine culturel immatériel, ce texte présente le double registre de la mémoire de la danse contemporaine : une mémoire documentaire et matérielle et une mémoire vivante et créative. L’étude du Musée de la danse de Boris Charmatz montre comment cette mémoire vivante et créatrice de la danse est mise en oeuvre et l’examen du projet d’exposition virtuelle de la Fondation Jean-Pierre Perreault présente la mise en valeur d’une mémoire documentaire et matérielle. Ces deux formes de mise en mémoire d’oeuvres chorégraphiques contemporaines illustrent de nouvelles perspectives de sauvegarde et de muséalisation d’un patrimoine vivant.
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Meulders-Klein, Marie-Thérèse. "Types and Styles of Family Proceedings - Rapport Général au XIIème Congrès Mondial de l’Association Internationale de Droit Judiciaire Mexico, 22-26 Septembre 2003." European Review of Private Law 12, Issue 4 (August 1, 2004): 421–69. http://dx.doi.org/10.54648/erpl2004029.

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Abstract:
Le thème des procédures familiales envisagé sous un angle comparatif est d?une complexité extrême dans la mesure où il implique à la fois le droit substantiel de la famille et le droit procédural, eux-mêmes intimement liés aux cultures et aux particularités des différents systèmes juridiques. A cela s?ajoute la spécificité du contentieux familial en raison de la nature propre de son objet, car l?état des personnes et les relations familiales ne revêtent pas seulement un intérêt social évident qui leur confère traditionnellement un caractère d?ordre public les soustrayant en tout ou en partie à la libre disposition des volontés. Ces relations et leurs crises ont aussi un caractère privé, humain et psychologique qui fait qu?on ne peut les traiter comme un contentieux ordinaire. En outre il s?agit moins dans ces cas de ?dire le droit? pour le passé, que de régler le mieux possible des situations de fait engageant l?avenir des individus et des familles dans l?intérêt général et particulier. Les modes de résolutions des conflits familiaux se situent donc à la croisée du privé et du public, au même titre que du droit substantiel et du droit processuel. Or, depuis plus de trente ans, et plus particulièrement dans les pays occidentaux, une évolution rapide se manifeste à la fois par une désaffection du mariage, une revendication d?autonomie individuelle et de privatisation des relations personnelles et familiales, une fragilisation croissante des couples, mariés ou non, et des familles. Depuis les années 70 tous les États ont donc modifié leur droit substantiel de manière plus ou moins radicale en matière de mariage, divorce, filiation, autorité parentale, tant sur le plan personnel que patrimonial, et ouvert le prétoire à une explosion de conflits et à une demande de justice à laquelle les tribunaux ne parviennent plus à faire face, le contentieux familial représentant en moyenne 50 à 60% du contentieux des juridictions civiles. Il en résulte une situation paradoxale entre une demande de plus de droits et moins de Droit, plus de justice et moins de procédure, plus de liberté et plus de protection, et une tension dans les choix politiques à adopter. Le droit judiciaire, en tant qu?auxiliaire du droit substantiel et serviteur de la justice est ici directement concerné et appelé non seulement à s?adapter à un contentieux différent de tous les autres, mais aussi à en atténuer si possible les effets négatifs et destructeurs. Mais ses structures traditionnelles sont plus lourdes et plus lentes à mouvoir que le droit du fond en raison de l?accumulation des strates législatives ou réglementaires relatives à l?organisation judiciaire et aux règles de compétence et de procédure, à l?insuffisance de moyens humains et matériels disponibles. Au risque d?aboutir à la désaffection de la justice et à la tentation de ?déjudiciarisation? des conflits familiaux au profit de leur ?privatisation? et de leur ?contractualisation?, sans autre forme de protection des parties les plus faibles.
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Langevin, Louise. "Liberté de choix et protection juridique des conjoints de fait en cas de rupture : difficile exercice de jonglerie." McGill Law Journal 54, no. 4 (May 4, 2010): 697–716. http://dx.doi.org/10.7202/039649ar.

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Abstract:
Résumé Le Québec compte la plus haute proportion de couples vivant en union de fait au monde. Pourtant, contrairement aux autres provinces canadiennes, les conjoints de fait défavorisés ne bénéficient d’aucune protection législative en matière alimentaire et patrimoniale en cas de rupture. L’auteure critique la récente décision de la Cour supérieure Droit de la famille — 091768, qui maintient cet état du droit. La Cour a jugé que le traitement législatif différencié entre les couples mariés et ceux en union de fait, qui exclut ces derniers des protections prévues au Code civil en cas de rupture, n’est pas discriminatoire pour les conjoints de fait au sens de l’article 15(1) de la Charte canadienne des droits et libertés. La chronique de l’auteure s’inscrit dans un cadre théorique féministe qui dénonce les rapports sociaux de sexe et la position d’inégalité des femmes dans la société. Ainsi, elle rejette le postulat de l’arrêt Walsh voulant que la Cour doive respecter la liberté de choix des couples mariés et non mariés. L’auteure croit que la juge Hallée aurait dû prendre connaissance d’office des travaux de recherche sur la pauvreté des familles monoparentales dirigées par des femmes, qui démontrent les effets néfastes du traitement législatif différencié envers les couples non mariés. La distinction qu’établit la juge Hallée entre les fonctions judiciaires et législatives pour éviter d’intervenir, au nom du respect de la diversité et de la liberté de choix, ne fait qu’alimenter une fausse distinction entre la sphère privée et la sphère publique. L’auteure rappelle que l’État impose le partage du patrimoine familial aux couples mariés et qu’il intervient aussi dans la vie des ex-conjointes de fait qui ont besoin d’aide sociale à la suite de leur rupture conjugale. L’auteure espère que la Cour d’appel sera moins frileuse dans son interprétation du Code civil, afin que le droit reflète véritablement la réalité sociale d’une proportion importante de la population adulte du Québec.
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Zivojinovic, Mirjana. "Les Dragas et le mont Athos." Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no. 43 (2006): 41–57. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0643041z.

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Abstract:
(francuski) L'auteur de ce travail consid?re les rapports des Dragas avec certains monast?res athonites: Saint-Pant?l??m?n, Chilandar, Iviron, Kutlumus et Vatop?di. En l'occurrence, on sait qu'outre la confirmation d'anciens privil?ges fonciers, ils ont octroy? de nouveaux droits ? ces ?tablissements ? travers la donation de nombre de villages et d'?glises sis sur le territoire de leur Etat, tr?s agrandi apr?s la bataille de la Maritsa (26 septembre 1371), et, le cas ?ch?ant, ont r?solu les litiges fonciers les opposant entre eux. Cette activit? est attest?e par plusieurs documents d?livr?s ? ces monast?res, dont les indications chronologiques subsistant sur les originaux endommag?s ne sont pas toujours fiables, alors qu'elles font totalement d?faut sur les copies. L'auteur estime que Chilandar et Saint Pant?l??m?n sont les premiers monast?res athonites ? avoir sollicit? l'intervention des nouveaux ma?tres de la r?gion de la Strumica, tout d'abord pour r?soudre un litige concernant le village de Breznica, qui opposait ces deux ?tablissements depuis approximativement 1364. On sait que ce village est vraisemblablement ?chu au monast?re russe un peu apr?s juin 1374. A cette ?poque, d'apr?s des copies conserv?es, les fr?res Dragas ? le despote Jovan et gospodin Konstantin ? ont offert ? Saint-Pant?l??m?n une dizaine de villages sis dans la r?gion de la Strumica, dont la majorit? existent encore aujourd'hui, ainsi qu'un ou deux hameaux; la donation de ces villages incluait celle de neuf ?glises patrimoniales, auxquelles ils ont ?galement ajout? une ?glise situ?e ? Strumica et deux respectivement ? P?trie et dans les environs de cette ville. Pour sa part, le gospodin Konstantin semble avoir rattach? ? Saint-Pant?l??m?n jusqu'? 18 villages, 3 hameaux et 6 ?glises sis dans la r?gion de Tikves. En fait, nous poss?dons uniquement une seule copie faisant ?tat de la donation ? cet ?tablissement de l'?glise Saint-Georges sise ? Polosko avec les villages de Polosko, Kosane et Dragozelj. Cependant cette donation pourrait justement ?tre mise en doute compte tenu que nous savons que l'empereur Dusan a rattach? cette ?glise avec les trois villages mentionn?s au monast?re de Chilandar en f?vrier 1340. L'auteur attire toutefois l'attention sur le fait que l'?glise Saint-Georges avec ces villages, dans ce cas, se serait retrouv? comme une possession isol?e de Chilandar, entour?e de possessions de Saint-Pant?l??m?n de sorte qu'il n'exclut non plus la possibilit? qu'il soit question d'une donn?e digne de foi. Par cons?quent, une solution serait que Chilandar s'est peut-?tre vu d?dommag?e la perte de ces villages et de cette ?glise sis ? Polosko par la cession de villages sis dans une autre r?gion. Finalement, Konstantin a ?galement offert au monast?re athonite russe deux autres ?glises ? une sise ? Stip et la seconde ? Zletovo avec les droits leur appartenant. Les litiges apparus entre les moines de Chilandar et ceux de Saint-Pant?l??m?n au sujet de leur possessions limitrophes, sises sur la rive droite de la Strumica ont ?t? r?solus, sur ordre du gospodin Konstantin et du conseil de ses seigneurs par les ?v?ques de Strumica et de Vodoca en 1375/76. Puis, vers 1376/77, les fr?res Dragas avec leur m?re, l'imp?ratrice Evdokija, ont confirm? ? Saint-Pant?l??m?n la possession de villages sur la seule rive droite de la Strumica, ce faisant leur acte consigne de fa?on pr?cise les droits de ces villages tr?s probablement aux fins de pr?venir tout nouveau litige avec les voisins de ces biens dans la jouissance de ceux-ci. Les donations des fr?res Dragas en faveur de Chilandar s'av?rent ?galement tr?s nombreuses. Par un acte dat? du 1er juin 1377 le despote Jovan et le gospodin Konstantin ont confirm? ? Chilandar la possession durable et inali?nable de l'?glise Saint-Biaise ? Stip et de trois villages sis dans les environs de cette ville. Ensuite, vers 1379 ou en 1380/81, l'imp?ratrice Evdokija et le gospodin Konstantin ont donn? ? Chilandar leur ?glise patrimoniale d?di?e ? la Vierge sise au lieu dit Arhiljevica et 19 villages avec leurs droits; au printemps 1380, Konstantin, ? la demande des moines de Chilandar, a rattach? ? leur monast?re quelques villages sis dans la r?gion de Vranje; une seconde importante possession de Chilandar sise ? Lesnovo, en l'occurrence l'?glise du Saint-Archange (Michel), a ?t? restitu?e par Konstantin ? ce monast?re le 15 ao?t 1381, ? la demande de ses moines et par l'interm?diaire du milosnik vo?vode Dmitar. L'?glise du Saint-Archange a ?t? remise avec 10 villages, 5 hameaux, 4 villages abandonn?s, ainsi qu'avec tous leurs droits dans la r?gion de Lesnovo, de Bregalnica et de Stip; parall?lement, Konstantin a confirm? ? l'?glise du Saint-Archange une donation de Dusan, en l'occurrence un revenu annuel de 100 hyperpres provenant du march? de Zletovo. Enfin vraisemblablement vers la fin de la neuvi?me d?cennie du XIV?me si?cle satisfaisant une requ?te du vo?vode Dmitar alors entr?e en religion Konstantin a rattach? ? Chilandar trois autres villages sis dans les environs de Stip. En plus des villages offerts par les fr?res Dragas ou par Konstantin seul, les monast?res se sont vu attribuer tous les imp?ts et corv?es rattach?s ? ces biens. Pour tout ce qu'il a fait pour leur monast?re les moines de Chilandar reconnaissants ont rang? gospodin Konstantin au nombres des fondateurs de leur ?tablissement. Les fr?res Dragas ?taient en relation avec le monast?re d'Iviron par le biais de son m?toque d?di? ? la Vierge El?oussa, situ? non loin de Strumica, auquel ils ont c?d? (le 13 janvier 1380) deux importants privil?ges, exemptant pour toujours ses hommes de l'obligation de la bigla (bigliatikori) et de la moisson de froment (zetva zitna) ? corv?es au profit de l'Etat, dont les souverains serbes exemptent d'habitude les habitants des villages appartenant ? des monast?res. Une donn?e (juin 1393) nous apprenant que le gospodin Konstantin ?tait un bienfaiteur de Kutlumus appara?t toute ? fait digne de foi; ce seigneur y est mentionn? comme son 'protecteur et fondateur'. Toutefois, nous ne poss?dons aucune information sur les donations, assur?ment importantes pour justifier ces titres honorifiques, faites par Kontantin ? cet ?tablissement. A la diff?rence des actes par lesquels les Dragas ont proc?d? ? des donations ? Saint-Pant?l??m?n, Chilandar et Iviron, et qui, par leur formulation, sont tr?s proches des actes imp?riaux, ce qui pourrait attester qu'ils sont issus de la chancellerie de souverains ind?pendants, l'acte par lequel Konstantin a confirm? ? Vatop?di, en octobre 1393, le monast?re de la Sainte-Vierge Pantanassa sis ? Melnik, petit ?tablissement gravement d?labr?, montre clairement que le donateur a une position de vassal par rapport au sultan ottoman, qu'il mentionne comme. Pour cette raison l'auteur en conclut que le despote Jovan, jusqu'? son entr?e en religion un peu apr?s 1377, et le gospodin Konstantin, vraisemblablement jusqu'? la bataille de Kosovo (13 juin 1389) ont prot?g? les int?r?ts des moines hagiorites, ? ce qu'il semble en qualit? de souverains ind?pendants satisfaisant ? leur requ?tes. Si le gospodin Konstantin s'est trouv? dans quelque position d?pendante par rapport au sultan ottoman, il est toutefois certain que celle-ci n'atteignait pas le degr? que sugg?re notre acte d'octobre 1393. .
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De Cristofaro, Ernesto. "La sovranità nei corsi di Foucault al Collège de France." Italian Review of Legal History, no. 8 (December 21, 2022): 313–40. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19256.

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Abstract:
Tra i temi di carattere giuridico e politico quello della sovranità è il più presente nei corsi che Michel Foucault ha tenuto presso il Collège de France dal 1970 al 1984. L’insegnamento presso questa istituzione – intitolato, nel suo caso, Storia dei sistemi di pensiero - obbedisce a regole particolari. Una tra queste è l’obbligo gravante sui docenti a non riproporre, di anno in anno, lo stesso corso di lezioni svolte in precedenza, ma di cambiare argomento. Al netto di questa clausola, negli anni che vanno dal 1973 al 1979, Foucault si occupa ripetutamente e intensamente di questioni che hanno una connessione molto esplicita e diretta con la dimensione del potere. Alcuni dei corsi tenuti costituiscono la base di opere che egli pubblica in questo periodo come Sorvegliare e punire o La volontà di sapere. È, certamente, all’interno dei corsi che si viene profilando l’idea del potere che attraversa la sua ricerca in questa fase temporale ed è grazie a questo laboratorio trasparente del suo lavoro che è possibile seguire l’analisi e la rielaborazione che egli svolge sull’argomento “sovranità”. Sebbene questo termine non sia mai espressamente presente nei titoli delle annualità didattiche, molte delle lezioni che impegnano l’insegnamento affidato a Foucault convergono su questa categoria. Foucault riceve dalla teoria giuridica e dalla politologia una parola alla quale si attribuisce pacificamente un preciso significato. Il titolare del potere sovrano è rappresentato, da una lunghissima e importante tradizione, come colui attorno al quale ruota il funzionamento dello Stato. Il sovrano è posto “in alto” e “al centro” della mappa del potere come il punto a partire dal quale e verso il quale si muovono tutti gli ingranaggi essenziali che fanno funzionare la macchina statuale. Inoltre, il sovrano è colui che esercita il proprio potere attraverso l’uso di una forza eminente, idonea a far rispettare le leggi, mantenere l’ordine e inibire qualunque ipotesi di sedizione. Foucault intende, viceversa, mettere in discussione questa lettura. L’itinerario che egli segue punta verso una fenomenologia dei rapporti di potere colti nella loro multiformità e disseminazione. Si tratta di osservare il potere rinunciando alla prospettiva della verticalità, come se esso fosse collocato presso una sola sede, alla prospettiva della patrimonialità, come se esso fosse posseduto esclusivamente da qualcuno e, infine, alla prospettiva della repressione, come se l’unica lingua che esso sapesse parlare fosse quella dell’intimidazione, della sanzione e delle armi. Per rileggere il potere bisogna, al contrario, studiarne il funzionamento presso apparati parziali della società, distribuiti trasversalmente e in grado di implementare una tecnologia che non si fonda sull’interdizione ma, al contrario, sulla sollecitazione della disciplina. Lungo il suo itinerario Foucault incontra lo sviluppo storico della penalità, nel cui perimetro viene sviluppandosi un potere fortemente individualizzante, capace di perseguire un incasellamento degli individui che si serve di molteplici tecniche di osservazione e descrizione operanti a vari livelli della struttura sociale; la storia della psichiatria, grazie alla quale la distinzione normale/anormale, e le conseguenti misure di monitoraggio e controllo della condotta deviante, hanno potuto avvalersi dell’uso di parametri “scientifici” e, pertanto, più cogenti; infine, la biopolitica, che ha ricollocato il tema della sottoposizione dei corpi a regole e vincoli, in vista della massimizzazione delle loro prestazioni, dalla scala degli individui a quella delle popolazioni, lasciando apparire dietro la figura tralatizia del sovrano che esprime la propria egemonia decidendo chi possa vivere e chi debba morire, l’immagine assai più concreta del potere anonimo delle regole di alimentazione, igiene e profilassi che stabiliscono come un’intera collettività debba essere curata e protetta.
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Ashley, Susan L. T. "Heritage Institutions, Resistance, and Praxis." Canadian Journal of Communication 31, no. 3 (October 23, 2006). http://dx.doi.org/10.22230/cjc.2006v31n3a1746.

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Abstract:
Abstract: Heritage institutions traditionally function as subtle hegemonic devices for the production and public representation of knowledge, meaning, and belonging. This article looks at the role of public intellectuals called heritage interpreters who work at heritage institutions as agents of knowledge production. The concept of the public sphere is considered in relation to Gramsci’s ideas on hegemony, the intellectual, and praxis to offer an expanded view of communicative production at heritage institutions. The article explores the interpreter’s role resisting ideological hegemony and commodification, and in creating spaces and conversations for alternative imaginings of and struggle toward public knowledge and radical pedagogy. Résumé : Les institutions patrimoniales ont traditionnellement fonctionné comme de subtils appareils hégémoniques en ce qui concerne la production et la représentation publique du savoir, de la signification et de l’appartenance. Cet article observe le rôle d’intellectuels publics qui travaillent dans les institutions patrimoniales — les interprètes patrimoniaux — en tant qu’agents de production du savoir. L’article considère le concept de « sphère publique » par rapport aux idées de Gramsci sur l’hégémonie, l’intellectuel et la praxis afin d’offrir une perspective plus vaste sur la production communicationnelle des institutions patrimoniales. L’article explore le type de résistance de l’interprète face à l’hégémonie idéologique et à la marchandisation, ainsi que le rôle joué par celui-ci dans la création d’espaces et de dialogues qui favorisent des notions alternatives de savoir public et de pédagogie radicale.
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Lemos-Nelson, Ana Tereza. "GRUPOS DE EXTERMÍNIO E ACCOUNTABILITY EM ÂMBITO MUNICIPAL." Caderno CRH 19, no. 47 (November 23, 2006). http://dx.doi.org/10.9771/ccrh.v19i47.18755.

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Abstract:
Este trabalho apresenta uma avaliação do problema dos grupos de extermínio contemporâneos no Brasil a partir da análise de documentos oficiais como processos, relatórios de CPIs e relatórios de Corregedorias de Polícia e Ministérios Públicos estaduais. Demonstra que tradições institucionais informais - como o patrimonialismo, e formais - como os regimes de exceção, tiveram um papel na gradual transformação que esses grupos experimentaram ao longo de séculos. Assim, milícias patrimoniais e esquadrões da morte desembocaram no fenômeno atual que atinge a maior parte do país. Apresenta ainda suas raízes municipais e os problemas que geram para a consolidação de políticas públicas federais que implementem o Estado de Direito. PALAVRAS-CHAVE: violência, grupos de extermínio, políticas públicas, direitos humanos, polícia.KILLER VIGILANTE GROUPS AND ACCOUNTABILITY AT MUNICIPAL LEVEL Ana Tereza Lemos-Nelson This paper presents an evaluation of the killer vigilante groups in present day Brazil based on the analysis of official documents such as criminal law suits, Congress hearings, and Internal Affairs departments and State Attorneys reports. It shows that informal institutional traditions – such as patrimonialism – and formal – as dictatorship situations – had a role to play in the gradual transformation those vigilante groups had through the centuries. Thus did private militiae and “death squads” become the present nationwide phenomenon. It presents yet these group’s municipal roots and the problems they generate to consolidate federal public policies that enforce human rights. KEYWORDS: violence, killer vigilante groups, public policies, human rights, police.GROUPES D’EXTERMINATION ET ACCOUNTABILITY AU NIVEAU DE LA MUNICIPALITÉ Ana Tereza Lemos-Nelson Ce travail présente une évaluation du problème des groupes contemporains d’extermination au Brésil réalisée à partir de l’analyse de documents officiels tels que des procès, des rapports de CPIs (Commissions Parlementaires d’Enquêtes) et des rapports des Tribunaux Correctionnels et des Ministères Publics des Etats. On y démontre que des traditions institutionnelles informelles - comme le patrimonialisme - et formelles - comme les régimes d’exception - ont eu une influence sur la transformation progressive de ces groupes tout au long des siècles. C’est ainsi que des milices patrimoniale et des escadrons de la mort en sont arrivés à constituer le phénomène actuel qui s’étend sur une grande partie du pays. On y montre aussi les racines municipales de ces groupes ainsi que les problèmes qu’ils engendrent pour la consolidation des politiques publiques fédérales qui permettent la mise en place l’Etat de Droit. MOTS-CLÉS: violence, groupes d’extermination, politiques publiques, droits de l’homme, police.Publicação Online do Caderno CRH:http://www.cadernocrh.ufba.br
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Broquet, Julien, and Manon Maurin. "Réticularités de La Chapelle numérique." Balisages, no. 2 (March 10, 2021). http://dx.doi.org/10.35562/balisages.468.

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Abstract:
Le fonds patrimonial numérisé La Chapelle numérique met en ligne depuis 2015 des documents iconographiques, textuels, audios et vidéos, plans et cartes autour de l’histoire du quartier de la Chapelle, à Paris. Créé et alimenté par la bibliothèque Václav-Havel, ce fonds est valorisé sur les réseaux sociaux numériques (RSN). Le fonctionnement réticulaire de ce fonds auquel contribuent habitants, institutions patrimoniales, artistes locaux, participe à l’ancrage territorial de la bibliothèque, lui donne une identité et encourage une communauté d’intérêt autour de la thématique du quartier. Dans la communication en ligne comme dans la gestion du fonds, c’est le rapport de la bibliothèque à son environnement qui est en jeu. Afin d'analyser la façon dont les stratégies de communication sur les RSN s’appuient sur l’identité de la bibliothèque, ses forces réticulaires, la communauté d’intérêt qu’elle suscite et l’émergence d’une communauté virtuelle et physique, une analyse inspirée des travaux de Niklas Luhmann est proposée. La médiation en ligne du fonds Chapelle numérique est ainsi analysée à l'aune de la relation de la bibliothèque avec son environnement.
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