Journal articles on the topic 'Rapporti economici'

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Barbero, Giuseppe. "La Costituzione del 1948 e la politica agraria italiana negli anni Cinquanta e Sessanta." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 1 (March 2010): 37–64. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001003.

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Abstract:
I problemi economico-sociali del mondo rurale del secondo dopoguerra hanno avuto molto peso nella definizione della Carta costituzionale e nella elaborazione delle successive politiche agrarie. L'articolo, ricorda il ruolo della Commissione economica a sostegno del lavoro dei Costituenti, mettendo in evidenza due delle principali caratteristiche della Costituzione in tema di rapporti economici: a) la preminenza dei fini sociali verso cui devono essere indirizzate e coordinate le attivitŕ economiche e l'esercizio della proprietŕ privata; b) l'imposizione di obblighi e vincoli alla proprietŕ terriera privata. Vengono inoltre descritte le iniziative di politica agraria successive all'entrata in vigore della Costituzione quali gli incentivi per la formazione della proprietŕ contadine, la proroga dei contratti agrari e i programmi di esproprio, bonifica e irrigazione
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Ambrosini, Maurizio. "Tra sopravvivenza marginale e innovazione dell'offerta imprenditoriale: il caso delle attivitŕ indipendenti degli immigrati." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 94–107. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122007.

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Abstract:
Il fenomeno della partecipazione degli immigrati al lavoro indipendente sta crescendo notevolmente in Europa, secondo una linea di tendenza da tempo riscontrata oltre oceano. è probabilmente la maggiore novitŕ emersa negli ultimi vent'anni nei rapporti tra lavoratori immigrati e sistemi economici riceventi. L'articolo analizza portata e limiti dell'innovazione economica, sociale e culturale ascrivibile alle attivitŕ indipendenti promosse da immigrati sulla base di ricerche empiriche svolte a Milano, Torino e Genova, con particolare riferimento alle iniziative con caratteri transnazionali. Considera altresě il dark side rappresentato dalle resistenze locali verso questi nuovi attori e fenomeni delle economie urbane.
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3

Pia, Ezio Claudio. "«Certum testimonium»: atti notarili e relazioni mercantili-finanziarie (Asti e Piemonte meridionale secoli XIII-XIV)." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 645–59. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16903.

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Abstract:
La documentazione astigiana dei secoli XIII e XIV restituisce la sperimentazione, da parte del notariato, di modi e forme di definizione dei rapporti economici, segno – come scrive Paolo Cammarosano – del «peso dei notai nel complesso della vita politica e sociale». La scrittura notarile inquadra le criticità delle relazioni mercantili- finanziarie, costruendo meccanismi di compensazione e di regolazione, e intervenendo nel complesso incontro tra credito e politica in ambito fiscale. Una conferma della peculiare competenza «in intelligendo, disquirendo et componendo» che il giurista duecentesco Martino da Fano attribuisce al notariato.
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Guido, Alpa. "Responsabilitŕ sociale dell'impresa, enti non profit, etica degli affari." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (January 2012): 199–227. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002001.

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Abstract:
Č variegato lo scenario nel quale sta evolvendo la "responsabilitŕ sociale dell' impresa", un'idea, poi trasformatasi in corrente intellettuale e in iniziative di natura culturale ed istituzionale, che vede protagonisti le imprese, le categorie professionali, le Amministrazioni pubbliche, larghi strati della societŕ civile nonché Governi e Parlamenti. La responsabilitŕ sociale impegna gli operatori economici a valutare - nell'ambito di uno "sviluppo sostenibile" - gli effetti dell'attivitŕ economica sui suoi destinatari e sull'ambiente, e a contribuire alla formazione di un'etica sociale: l'ente organizzato in forma collettiva - corporate, come suona la formula importata dal mondo anglo- americano - č chiamato a prender consapevolezza della dimensione sociale dello sviluppo in cui si confrontano e si contemperano esigenze economiche ed esigenze della collettivitŕ e a recare il proprio contributo alla tutela di diritti e interessi individuali e collettivi sui quali si ripercuotono le scelte, i comportamenti, le strategie dell'agire economico. Č una delle risposte - tra le molte che si potrebbero dare - al progressivo sgretolamento dello Stato sociale, alle aggressioni all'ambiente, alla creazione dei bisogni consumistici, alla precarietŕ del lavoro, alla opacitŕ dei rapporti negoziali, alla ingovernabilitŕ della globalizzazione dei mercati. Questa risposta riposa sul contributo volontario degli operatori e si colloca dunque in uno spazio che va al di lŕ di ciň che ad essi č richiesto dagli obblighi imposti dalla legge.
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5

Martinat, Monica. "Il Consolato e l'Annona. La gestione dell'approvvigionamento alimentare a Lione in etŕ moderna: tra interessi particolari e pubblica utilitŕ." STORIA URBANA, no. 134 (June 2012): 95–113. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134006.

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Abstract:
Approvvigionamento Lione, secc. XVI-XVIII Mercato Storia urbana L'articolo analizza il sistema di rifornimento cerealicolo e di gestione del mercato del grano adottato dalle autoritŕ lionesi nel corso del Seicento. Le tappe della faticosa costruzione di tale sistema, che comporta regole specifiche relative all'acquisto e allo smercio di grano in cittŕ, e la messa a punto di un particolare sistema di stoccaggio di grani pubblici, sono messe in relazione con il dibattito relativo alle questioni annonarie che si svolge in parallelo e che coinvolge tanto i poteri locali quanto i poteri economici della cittŕ. Le discussioni che qui si sviluppano intorno alla soluzione della «questione annonaria» permettono infatti di mettere in luce temi e argomenti, nonché pratiche politiche specifiche individuate dall'élite mercantile e destinate a modellare piů profondamente rapporti sociali e politici piů larghi. Se l'Annona č una necessitŕ politica, č perň anche un'opportunitŕ per far fruttare risorse private e pubbliche di cui i gruppi dirigenti - che troppo si confondono con le gerarchie economiche - non intendono privarsi.
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Narciso, Fabio. "L'apprendistato, le politiche attive per l'inserimento dei giovani al lavoro." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 185–95. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099010.

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Abstract:
L'articolo ha come scopo quello di accendere una riflessione sugli strumenti dedicati all'inserimento lavorativo dei giovani. L'obiettivo č quello di fare una valutazione sulle misure di politica attiva, in uso nello specifico nella Provincia di Terni Servizio programmazione delle politiche del lavoro, quali il prodotto di filiera, mettendo questo strumento in relazione ed in filiera con le modalitŕ d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro per mezzo del contratto di apprendistato. L'articolo ripercorre brevemente le varie trasformazioni ed applicazioni dello strumento dell'apprendistato mettendo in luce come nel tempo questo strumento abbia perso la valenza di raccordo con il mondo dell'istruzione e della formazione ed abbia messo l'accento principalmente sui vantaggi economici del contratto. L'apprendistato nato come luogo d'incontro tra i diversi mondi dell'istruzione, della formazione e del lavoro stenta a far dialogare questi mondi ed a condividere un linguaggio ed ad essere efficace in una logica di contaminazione e nella sua essenza formativa. I dati dell'ultimo rapporto ISFOL sull'apprendistato dimostrano in maniera sorprendente come le cause di interruzione dei rapporti di apprendistato per dimissioni, circa il 62%, dipendano dalla scelta dei lavoratori giovani che affrontano il mondo del lavoro con poca consapevolezza e privi di un percorso di orientamento capace di determinare le scelte professionali adeguate con un costo sociale che č tra i piů alti in Europa L'articolo poi descrive l'esperienza del prodotto di filiera work experience: composto da formazione propedeutica all'ingresso, tirocinio semestrale retribuito ed obbligo all'inserimento che ha prodotto il 64% di successi d'inserimento del mondo del lavoro dei giovani e che č considerato uno strumento virtuoso di conoscenza per massimizzare l'incontro domanda offerta.
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Bompiani, Adriano. "Economia ed etica nello sviluppo del Sistema sanitario italiano." Medicina e Morale 45, no. 5 (October 31, 1996): 923–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.898.

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Abstract:
In italia, come nei Paesi industrializzati dell’Europa occidentale, sono intervenuti notevoli cambiamenti demografici ed epidemiologici (invecchiamento della popolazione e aumento del numero di anziani, riduzione della patologia infettiva e aumento delle malattie degenerative), associati a rilevanti fenomeni sociali (contrazione volontaria della fertilità, progressivo aumento del lavoro extradomestico della donna), ai quali fanno riscontro le aumentate capacità di cura delle malattie acute, lo sviluppo incessante della tecnologia e la crescente richiesta di “godimento di salute” come diritto dell’individuo. Tutto ciò ha portato a concepire nuovi assetti sanitari, mentre è venuto meno il welfare state e stenta ad affermarsi la strategia di promozione della salute mediante la prevenzione. Partendo da queste difficoltà e rendendosi conto del rilievo etico di queste problematiche, poichè è indubbia l’estensione del diritto all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, nell’articolo vengono esaminati i rapporti tra il principio di giustizia, tradotto in pratica dal principio di equità, e l’economia sanitaria. Inoltre, delle diverse questioni affrontate (assistenza sanitaria in generale, l’acquisizione delle risorse per la sanità in Italia e negli altri Paesi europei, la proposta del cosiddetto federalismo in sanità, l’impiego delle risorse e la razionalizzazione economica nella spesa) sono evidenziate anche le implicanze etiche e bioetiche relative alle diverse correnti di pensiero: utilitarismo, individualismo-libertario, egualitarismo e personalismo, e se ne ricava che le concezioni della bioetica personalista sono quelle che più servono da supporto all’etica medica tradizionale, sebbene essa richieda un lavoro di interpretazione dei “parametri economici” caso per caso ed una grande responsabilità da parte di ogni operatore sanitario nel gestire le risorse comuni.
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Hocquet, Jean-Claude. "Silvano Borsari, Venezia e Bisanzio nel XII secolo. I rapporti economici, Venise, Deputazione di storia patria editrice, « Miscellanea di studi e memorie », vol. XXVI, 1988, 179 p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 45, no. 2 (April 1990): 363–64. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900063848.

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9

Lupoi, Sergio, Paola Cipolla, Simona Dell'Atti, Adele M. R. Francavilla, and Roberta Menichelli. "Unioni vaganti: alla ricerca della quadratura del cerchio." RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no. 34 (December 2011): 91–109. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34007.

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Abstract:
Questo articolo analizza l'evoluzione della coppia nel XX secolo, partendo dall'osservazione che l'amore č cambiato, in quanto č diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel "tu" il proprio "io". L'individualismo č un elemento fondante della "modernitŕ liquida", effetto di una serie di cambiamenti (economici, politici, sociali, esistenziali e culturali) che stanno attraversando le societŕ dall'inizio del secolo. Anche i rapporti di coppia diventano liquidi, ovvero fragili e vacui, devono essere facilmente allentabili non appena si avverte la necessitŕ di cambiare. L'effetto č da un lato la riduzione drastica dei matrimoni, dall'altro l'emergere di nuove forme di convivenze (LAT, childfree/childless coppie, coppie omosessuali, ecc.) attraverso le quali l'individuo puň scegliere liberamente come realizzarsi. Il nostro lavoro ipotizza che le nuove forme di coppie siano un segno visibile di un grande cambiamento storico e di una crisi culturale ma al tempo stesso una risposta adattativa e funzionale per combattere il senso di impotenza ed incertezza. Seguendo questo punto di vista, gli psicoterapeuti dovrebbero valutare la richiesta d'aiuto da parte della coppia (o individuo) come una crisi in una societŕ in crisi. L'obiettivo terapeutico dovrebbe essere quello di disilludere dell'esistenza di una soluzione sicura e perenne, e aiutare i partner da una parte a pensare la coppia come un'unione imperfetta dove l'altro sarŕ sempre diverso da come uno se lo aspetta, dall'altra ad accettare il cambiamento dell'altro e il proprio e infine portare i singoli partner a conoscere ciň che porta la crisi e come di volta in volta cercare di fronteggiarla.
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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports." Revue d’économie industrielle 52, no. 1 (1990): 116–25. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1990.1333.

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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports." Revue d’économie industrielle 56, no. 1 (1991): 124–33. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1991.1371.

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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports." Revue d’économie industrielle 60, no. 1 (1992): 116–28. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1992.1431.

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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports." Revue d’économie industrielle 64, no. 1 (1993): 105–16. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1993.1482.

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Boulvert, Gérard. "Sandro Angelo Fusco, « Pecuniam commodare », aspetti economici e sociali délie disciplina giuridica dei rapporti di credito nel V secolo d.C, Pérouse, Pub. délia Facoltà di Giurisprudenza, 22, 1980, 181p." Annales. Histoire, Sciences Sociales 40, no. 5 (October 1985): 1201–3. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900074850.

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Runschke, Florian. "Das Generalkommissariat in Italien von 1624 bis 1632." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no. 1 (November 1, 2019): 201–42. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0010.

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Abstract:
Riassunto Nella storia moderna il Regno d’Italia fu, dopo la morte di Carlo V, una seria fonte di preoccupazione per gli imperatori tedeschi. Mentre la Spagna con i suoi possedimenti (Napoli, Sicilia e Milano) svolgeva un ruolo predominante sulla penisola, e Stati come Genova, Toscana e Savoia estendevano la loro area di dominio, l’Impero non disponeva di una base attraverso cui esercitare la sua influenza sulla politica italiana. Vi erano tuttavia, in Italia, tra i 250 e 300 vassalli imperiali minori residenti, in gran parte, in Lunigiana, nelle Langhe e nella pianura padana. Essi si mostravano fedeli alla causa imperiale, ma temevano quasi sempre di essere conquistati dagli Stati più grandi. Per ovviare a questo rischio, Ferdinando II nominò, nel 1624, Ferrante II Gonzaga a commissario generale in Italia. I suoi compiti consistevano, tra gli altri, nel rafforzare l’autorità dell’imperatore, nell’esigere i contributi economici dai vassalli e nell’informare Vienna su quanto avveniva nel territorio imperiale. In pratica, però, la riscossione dei tributi fallì completamente, mentre l’autorità imperiale fu rafforzata solo in parte. I rapporti per Vienna, invece, venivano stilati con un ritmo soddisfacente, sebbene fosse in realtà il subdelegato di Ferrante, lʼauditore Octavio Villani, a svolgere la maggior parte dei sondaggi tra i vasalli. Anche se i vassalli imperiali minori approvarono questo nuovo ufficio, non si comprende bene fino a che punto Ferrante Gonzaga abbia potuto aiutarli nella loro lotta contro gli Stati italiani maggiori. Dopo la morte del secondo commissario, Cesare II Guastalla, figlio di Ferrante, avvenuta nel 1632, il Consiglio Aulico di Vienna sconsigliò all’imperatore di riassegnare quell’incarico. Ciò non di meno Ferdinando II nominò Giovanni Andrea Doria Landi a capo del Commissariato generale.
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De Vincenti, Claudio. "L’ECONOMIA ITALIANA E LE FRATTURE DELLA GLOBALIZZAZIONE." Il Politico 251, no. 2 (March 3, 2020): 200–220. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.245.

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Abstract:
Il documento presenta una ricostruzione sintetica delle principali tappe del processo di globalizzazione e dell'economia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. Per quanto riguarda lo scenario internazionale, si individuano due chiare fratture: la fine dell'"età dell'oro" con la crisi del dollaro dell'agosto 1971 e lo shock petrolifero del 1973; la crisi finanziaria del 2007-2008, dovuta all'accumulo di gravi squilibri macroeconomici negli anni della cosiddetta "Grande Moderazione". Queste due fratture trovano una chiara corrispondenza in due analoghe fratture dello sviluppo economico italiano. L'Italia, tuttavia, presenta una terza frattura intermedia con la crisi della lira dell'agosto 1992 legata a specifiche debolezze interne; uno spartiacque per la politica economica italiana. Oggi le tensioni nei rapporti commerciali internazionali e gli impulsi populisti nei Paesi avanzati testimoniano che la crisi del 2008 è ben lungi dall'essere ricomposta nelle sue determinanti. Il documento propone un suggerimento: alla base delle dinamiche economiche degli ultimi 75 anni c'è un rapporto irrisolto tra crescita economica capitalistica ed espansione della democrazia a livello nazionale e internazionale.
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Quelin, Bertrand. "Chronique : rapport sur les rapports - La déréglementation en marche." Revue d’économie industrielle 68, no. 1 (1994): 107–16. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1994.1531.

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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports - Développement du commerce électronique et économie d'internet." Revue d’économie industrielle 84, no. 1 (1998): 105–15. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1998.1719.

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Quelin, Bertrand. "Rapport sur les rapports : Recherche et développement, innovation et compétences stratégiques." Revue d’économie industrielle 87, no. 1 (1999): 67–74. http://dx.doi.org/10.3406/rei.1999.1740.

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Charrier, Guy. "Parallèle entre la loi italienne pour la protection de la concurrence et le système français." Journal of Public Finance and Public Choice 8, no. 2 (October 1, 1990): 103–15. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345045.

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Abstract:
Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato presenta una notevole analogia, sia nei concetti che nei principali meccanismi applicativi, con le principali legislazioni dei Paesi membri della CEE e soprattutto con quelle che sono state introdotte negli anni più recenti.Il campo d’applicazione riguarda, almeno in principio, tutti i settori di attività, sia nel sistema italiano che in quello francese, poiché nessuna deroga è prevista, salvo per alcune particolari attività, come gli audio-visivi, la stampa, le banche e le assicurazioni.Questa estensione del campo di applicazione della legislazione si spiega con il fatto che essa riguarda tutte le pratiche anti-concorrenziali che vadano a detrimento del buon funzionamento del mercato e che tali pratiche siano suscettibili di provenire da tutti gli operatori economici.In Francia, peraltro, vige una distinzione tra comportamenti diretti a falsare il mercato, e che ricadono sotto le categorie di cartelli e di abuso di posizione dominante, di cui si occupa il Consiglio della concorrenza, e le pratiche restrittive, come il rifiuto di vendere, la subordinazione delle vendite, le discriminazioni e l’imposizione di prezzi, che sono di competenza dei tribunali perché in principio riguardano soltanto i rapporti tra imprese.Un secondo aspetto riguarda l’applicazione delle regole della concorrenza alle persone pubbliche. In principio, le disposizioni della legge italiana circa le imprese pubbliche (art. 8) e quelle della legge francese (art. 53) rispondono soltanto in parte alla questione. Nel diritto francese, quando una persona pubblica agisce da privato, è sottoposta alle leggi che riguardano il comportamento dei privati. Una difficoltà sorge, invece, quando questa persona pubblica, agendo nell’ambito dei suoi poteri, genera sul mercato effetti che danneggiano la concorrenza. Una recente sentenza del Tribunale dei conflitti ha concluso che le regole della concorrenza non si applicano alle persone pubbliche se non nella misura in cui esse diano luogo ad attività di produzione (di distribuzione o di servizi).La legge italiana non dà alcuna definizione del concetto di concorrenza nè dà alcun elemento che ne consenta la giustificazione economica. Altrettanto avviene con la legge vigente in Francia, ove sono i testi delle decisioni che forniscono indicazioni al riguardo.Il principio generate del divieto dei cartelli, come anche l’elenco dei casi suscettibili di costituire intese di carattere anti-concorrenziale, sono presentati in modo molto simile sia nella legge italiana che in quella francese. Ambedue riprendono, d’altronde, la formulazione dell’art. 85 del Trattato di Roma.Tutto fa pensare che l’Autorità italiana si troverà di fronte a casi analoghi a quelli di cui si è in varie occasioni occupato il Consiglio della concorrenza francese: cartelli orizzontali (accordi sui prezzi, sulla ripartizione dei mercati, sull’esclusione di un’impresa del mercato, ecc.); intese verticali (risultanti da accordi tra un produttore ed i suoi distributori nell’ambito di contratti di distribuzione selettiva o esclusiva); imprese comuni (la cui creazione può rientrare nel campo della proibizione di cartelli o costituire un’operazione di concentrazione); intese tra imprese appartenenti allo stesso gruppo (nel quadro dei mercati pubblici, il Consiglio ha ritenuto che non sia contrario alle norme concorrenziali, per imprese con legami giuridici o finanziari, rinunciare alla loro autonomia commerciale e concertarsi per rispondere a delle offerte pubbliche).Sull’abuso di posizione dominante, così come per i cartelli, i due sistemi italiano e francese presentano molte somiglianze. Tuttavia, contrariamente al diritto francese ed a quello tedesco, nella legislazione italiana non si fa alcun riferimento alle situazioni di «dipendenza economica». Peraltro, l’identificazione di questo caso è alquanto complessa e, sinora, il Consiglio non ha rilevato alcun caso che rientri nello sfruttamento abusivo di una situazione di dipendenza economica. Pertanto, si può forse concludere che il legislatore italiano sia stato, a questo riguardo, più saggio di quello francese. Più in generale, per quanto riguarda i casi di abuso di posizione dominante, il Consiglio deBa concorrenza ha seguito un’impostazione piuttosto tradizionalista.Anche sul controllo delle concentrazioni, il testo della legge italiana richiama quello francese e anche quello della normativa comunitaria, pur se è diversa la ripartizione delle competenze tra Autorità incaricata della concorrenza e Governo. Nella legge italiana, d’altra parte, vi sono delle norme relative alla partecipazione al capitale bancario che fanno pensare ad un dibattito molto vivo su questo tema.I livelli «soglia” per l’obbligo di notifica delle concentrazioni sono più elevati in Francia. Bisognerà poi vedere con quale frequenza il Governo italiano farà ricorso all’art. 25, che gli conferisce il potere di fissare criteri di carattere generale che consentono di autorizzare operazioni di concentrazione per ragioni d’interesse generale, nel quadro dell’integrazione europea.L’interesse delle autorità amministrative francesi nei riguardi delle concentrazioni, che un tempo era molto limitato, è divenuto più intenso negli anni più recenti, anche se i casi di divieto di concentrazioni sono stati sinora molto limitati.In conclusione, si può ricordare che un organismo competente in materia di protezione della concorrenza ha un triplice compito: pedagogico (attraverso la pubblicazione delle decisioni, delle motivazioni e delle ordinanze su questioni di carattere generale e sui rapporti attinenti al funzionamento del mercato), correttivo (per distogliere gli operatori economici da comportamenti anti-concorrenziali) e, infine, dissuasivo (poiché l’esperienza di applicazione delle leggi relative alla concorrenza dimostra che la loro efficacia dipende in modo decisivo dalla comminazione di sanzioni).
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Dimitri, Nicola. "Investire nella solidarietà tra Stati UE per fronteggiare l'emergenza. Il fattore creativo della crisi." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 171–80. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002014.

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Abstract:
Tra solidarietà e crisi intercorre un rapporto intimo: ogni crisi ripropone l'urgenza di individuare nuovi equilibri che, in chiave solidaristica, consentano di prospettare nuove possibilità di vita in comune. Questa consapevolezza non solo ha capillarizzato le riflessioni politico-culturali dell'Europa moderna e contemporanea, ma ha accompagnato il processo di formazione dell'UE. In questi termini, l'articolo che si offre, a partire da un'analisi del concetto di solidarietà e del modo in cui la solidarietà si articola come principio nei rapporti tra Stati dell'UE, si propone di analizzare alcune delle risposte adottate dall'Unione per fronteggiare la crisi economico-sanitaria in corso. L'obiettivo è quello di interrogarsi sul modo in cui lo spirito della solidarietà, durante la pandemia, si sta effettivamente articolando in ambito UE.
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Di Michele, Andrea. "Berlusconi-Putin. Le ragioni di una vicinanza." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 260 (February 2011): 494–510. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260008.

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Abstract:
La prima parte del saggio indaga gli elementi di comunanza tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin (leaderismo esasperato, populismo con venature nazionalistiche, controllo dei mezzi d'informazione), nonché il significato assunto dal rapporto con la Russia nella complessiva politica estera di Berlusconi, che ha visto l'Italia distaccarsi dal suo tradizionale europeismo e intessere relazioni preferenziali con Stati Uniti e Russia. Nella seconda parte, l'attenzione si sposta dai rapporti Berlusconi-Putin a quelli Italia-Russia, mostrando come la politica di avvicinamento a Mosca sia stata perseguita da tutti i governi italiani, di centrodestra e di centrosinistra, degli ultimi 10-15 anni. La Russia č per l'Italia un partner economico-commerciale fondamentale, in particolare in qualitŕ di fornitore di prodotti energetici. Eni e Gazprom hanno costruito un rapporto di collaborazione e integrazione che non č esagerato definire strategico e che ha fatto di Eni il primo partner commerciale di Gazprom. Le scelte nazionali di politica energetica, che hanno determinato una crescente dipendenza dall'approvvigionamento russo, influenzano fortemente la piů generale politica estera italiana, che crea malumore in Europa e negli Stati Uniti per il legame troppo forte e sbilanciato con Mosca.
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CLARKSON, PETER M., JENNIFER L. KAO, and GORDON D. RICHARDSON. "La présentation volontaire d'information à caractère prévisionnel dans le rapport de gestion intégré aux rapports annuels." Contemporary Accounting Research 11, no. 1 (June 9, 1994): 451–88. http://dx.doi.org/10.1111/j.1911-3846.1994.tb00451.x.

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Paltrinieri, Roberta. "L'uso dei beni: il rapporto tra consumi e felicitŕ." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 116 (April 2010): 118–31. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116011.

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Abstract:
Il saggio discute sull'attualitŕ dell'homo oeconomicus e sulla teoria del consumo di matrice economica, proponendo alcune riflessioni sociologiche sui modelli di consumo nella societŕ globale alternative a quelle proposte dall'economia. A partire dai processi di individualizzazione si profila una nuova soggettivitŕ capace di scegliere responsabilmente, che fonda una teoria dell'azione valida per l'economia della responsabilitŕ sociale. Il cittadino-consumatore come homo civicus, cioč come soggetto dotato di senso morale diventa il presupposto per modelli di sviluppo economici e sociali sostenibili e comprensivi.
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Pricoco, Francesca. "I presupposti della dichiarazione di adottabilità: un accertamento complesso sulla responsabilità genitoriale e sulle corresponsabilità del sistema di protezione e tutela." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (January 2023): 14–29. http://dx.doi.org/10.3280/mg2022-001002.

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Abstract:
Questo contributo riflette, con una particolare attenzione alla più recente giurisprudenza nazionale della Corte di legittimità correlata ad alcune delle principali pronunce della Corte Edu, sui presupposti che legittimano la dichiarazione di adottabilità, soffermandosi in particolare sugli elementi connotativi della locuzione, formulata come clausola generale nell'ordinamento interno, dello "stato di abbandono". Se questo è il focus della riflessione, un rilievo certamente particolare assume il rapporto tra sistema giudiziario e amministrativo nel comune obiettivo di porre in essere gli interventi necessari al recupero delle capacità genitoriali, fortemente condizionato dalla rigidità dei vincoli posti dalle risorse economiche effettivamente disponibili per le azioni di welfare a sostegno della genitorialità e dell'infanzia. Nella parte conclusiva il contributo amplia l'esame delle questioni sottese alla dichiarazione di adottabilità e vi include, secondo le più recenti indicazioni della giurisprudenza di legittimità e della Corte Edu, anche la valutazione sull'opportunità di mantenere i rapporti, con alcuni componenti della famiglia di origine: di questo ampliamento del perimetro della cognizione del giudice di merito vengono esaminate alcune delle più rilevanti criticità.
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Giullari, Barbara. "Tra conoscenza e lavoro: una introduzione." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 120 (February 2011): 7–22. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120001.

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Abstract:
Lo scenario contemporaneo č caratterizzato da radicali trasformazioni sia dei processi di produzione della conoscenza, sia del lavoro che sottopongono il rapporto tra i due termini a critiche e revisioni profonde. Nonostante i diversi punti di vista, l'imperativo volto alla costruzione di una societŕ ed un'economia della conoscenza si traduce sovente in politiche che enfatizzano il ruolo strumentale dell'educazione nei confronti della crescita economica, cosě come nello stesso tempo il lavoro č sottoposto a processi di trasformazione che ne indeboliscono il rapporto con la cittadinanza. La centralitŕ della conoscenza nei processi sociali ed economici chiama in causa la qualitŕ del sistema scolastico e formativo e la qualitŕ del lavoro e della sua organizzazione: č quindi necessario sviluppare una prospettiva critica che ponga in evidenza nuovi terreni di confronto, di potenzialitŕ e di rischi nel rapporto tra sistema formativo e mondo del lavoro. In tale prospettiva č introdotta la relazione tra processi di apprendimento e traiettorie lavorative, illustrando alcune tra le principali direzioni di ricerca connesse a tali questioni.
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Bidet-Mordrel, Annie, and Jacques Bidet. "Les rapports de sexe comme rapports sociaux." Actuel Marx 30, no. 2 (2001): 13. http://dx.doi.org/10.3917/amx.030.0013.

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Evangelista, Riccardo, and Stefano Spalletti. "Il vino come elemento culturale e analitico nella storia del pensiero economico. Vino, agricoltura e commercio internazionale da Cantillon a Ricardo." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (January 2021): 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002002.

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Abstract:
A partire dai paradigmi preclassici di Cantillon e Quesnay, fino ad arrivare all'affermazione della teoria classica di Smith e Ricardo, il vino è stato utilizzato dai grandi autori del pensiero economico per analizzare il tema della produttività del settore primario, del rapporto con quello manifatturiero e del commercio internazionale. Pur perdendo gran parte del suo ruolo paradigmatico con la rivoluzione marginalista, il vino rimane oggetto di alcune questioni contemporanee che caratterizzano l'indagine economica.
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Purcell, Wayne D. "Morale and Faculty Development in Agricultural Economics." Journal of Agricultural and Applied Economics 25, no. 1 (July 1993): 14–23. http://dx.doi.org/10.1017/s1074070800018563.

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Abstract:
AbstractMorale and faculty development are closely related. The agricultural economics profession must decide what it is about. There is room to practice the principle of comparative advantage and allow a degree of specialization in teaching, extension, and research. To continue in the role of an applied discipline, there must also be an opportunity for the young professional to establish rapport with, and understanding of, the private sector and the policy-making arena. If that is to happen, there must be encouragement in the institutional setting and by faculty colleagues who respect the importance of investment in building rapport and in establishing credibility. If that environment is present, morale should be good and faculty development will occur.
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Errigo, Antonello, and Umberto Triulzi. "The Unbearable Weight of Italy’s Public Debt: what Fiscal and Budgetary Policy to Stay in Europe?*." Journal of Public Finance and Public Choice 12, no. 2 (October 1, 1994): 133–57. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539932.

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Abstract:
Abstract Obiettivo di questo lavoro è quello di verificare se l’Italia è in grado di arrivare all’appuntamento europeo e, più in particolare, di esaminare se il raggiungimento delle condizioni imposte dal Trattato di Maastricht per l’adesione all’Unione economica e monetaria europea, soprattutto per quanto attiene al rapporto debito/pil, non richieda tempi assai più lunghi di quelli auspicati dalle autorità di governo.A questo fine, vengono valutati gli effetti delle misure previste nel documento di programmazione economica e finanziaria per gli anni 1994-96, sulla base di tre possibili scenari per il periodo 1993-2010.Nel primo scenario, caratterizzato dall’assenza di politiche correttive, il debito pubblico cresce in modo insostenibile ed il fabbisogno totale annuo continua a crescere a ritmi eccessivi.Il secondo scenario è più favorevole: alla fine del periodo considerato, il rapporto debito/ pil si abbasserebbe all’89% e il rapporto deficit/pil potrebbe scendere al 2,3%.Il terzo scenario, che presuppone misure più severe del precedente, è ancora più positivo: rapporto debito/pil al 70% e rapporto deficit/pil all’1,4% (nell’ipotesi di provvedimenti molto restrittivi della spesa) e rapporto debito/pil dell’83 % con un rapporto deficit/ pil del 2% nell’ipotesi di provvedimenti meno severi.
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Scaramellini, Guglielmo, and Luca Muscarà. "Calogero Muscarà(1929-2020)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 114–24. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370.

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Abstract:
Il 5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
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Lalli, Angelo. "Effetti istituzionali e strutturali dell'espansione dei golden powers." DIRITTO COSTITUZIONALE, no. 2 (July 2022): 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-002006.

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Abstract:
Lo scritto analizza le recenti normative che hanno incrementato i poteri speciali di controllo sugli investimenti esteri nel contesto dei rapporti tra Stato e mercato. Sono studiati i profili organizzativi che investono la Presidenza del Consiglio dei ministri; le procedure istruttorie e valutative, sia a livello nazionale, sia europeo; gli obblighi delle imprese. L'autore mette in luce come sia cambiata la ratio dell'istituto che, da eccezionale e limitato mezzo di protezione contro paventate aggressioni economiche provenienti da Paesi extra UE, è divenuto uno strumento di controllo esteso a pressoché tutto il sistema economico, finalizzato a proteggerlo nella sua interezza, anche in occasioni che prescindono del tutto dall'ingresso di capitali stranieri
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Ferrari, Paolo. "Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Abstract:
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Piras, Mauro. "Lo spazio della critica sociale .1. Elaborazione del lutto utopico." SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no. 44 (September 2012): 135–44. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-044010.

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Abstract:
La concezione tradizionale che vede la sinistra e la critica sociale volte al rovesciamento del sistema economico-sociale si fonda su quattro presupposti: 1) la proprietÀ privata č la radice del dominio sociale; 2) č possibile pensare un regime di proprietÀ e di organizzazione economica diverso da quello capitalistico, accettabile in termini di equitÀ ed efficienza; 3) č possibile individuare nell'ordine sociale esistente le forze sociali che lo rovesceranno; 4) il cambiamento verso il nuovo ordine sociale puň essere realizzato con l'azione politica. Il saggio prova a dimostrare perché queste quattro condizioni non si danno, e come, se la sinistra riesce ad accettarlo, possa pensare la sua azione come cambiamento reale dei rapporti sociali esistenti, e non come il loro rovesciamento.
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Retbøll, Torben. "Breda Pavlic og Cees J. Hamelink: The New International Economic Order: Links between Economics and Communication. UNESCO-Rapport no. 98." MedieKultur: Journal of media and communication research 3, no. 5 (August 25, 1987): 2. http://dx.doi.org/10.7146/mediekultur.v3i5.739.

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Mari, Carlo. "Sui costi di generazione dell'energia elettrica da fonte nucleare." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 3 (November 2011): 141–65. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-003008.

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Abstract:
Viene presentata un'analisi dei costi di generazione dell'energia elettrica da fonte nucleare e da fonti fossili (carbone e gas naturale) effettuata sui dati tecnici pubblicati nell'ultimo rapporto IEA-NEA "Projected Costs of Generating Electricity" (Edizione 2010). Lo studio č finalizzato a determinare il "Levelised Cost of Electricity" in un contesto di libero mercato e secondo logiche privatistiche. A fini comparativi e per completare il quadro di riferimento, il lavoro include anche una valutazione dei costi di generazione basata sui dati tecnici ed economici statunitensi riportati in "Update on the Cost of Nuclear Power" (2009) del Massachusetts Institute of Technology. Le valutazioni del MIT sembrano infatti sottostimare i costi di generazione specie se confrontati con i valori riportati nel precedente rapporto "The Future of Nuclear Power" (2003). I risultati mostrano che in un contesto di politica energetica caratterizzata da incertezza nei programmi di sviluppo e nelle modalitŕ di attuazione, l'energia da fonte nucleare non sembra possedere quei requisiti di competitivitŕ economica necessari a prevederne un utilizzo significativo nel prossimo futuro. Nel lavoro, inoltre, viene sviluppata un'analisi di sensitivitŕ rispetto alle grandezze finanziarie più rilevanti, quali il livello di rischiositŕ percepita dagli investitori e catturata dai valori del costo opportunitŕ del capitale, e il rapporto di indebitamento iniziale, nel tentativo di individuare le principali criticitŕ e l'incidenza dei singoli fattori di rischio che, in un contesto di libero mercato, influenzano la competitivitŕ della fonte nucleare. Una sezione dedicata alla valutazione dei costi "sociali" di generazione conclude il lavoro.
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Caron, François. "Le rapport Clémentel." Entreprises et histoire 3, no. 1 (1993): 127. http://dx.doi.org/10.3917/eh.003.0127.

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Turgo, Nelson. "‘I Know Him So Well’: Contracting/tual ‘Insiderness’, and Maintaining Access and Rapport in a Philippine Fishing Community." Sociological Research Online 17, no. 3 (August 2012): 19–31. http://dx.doi.org/10.5153/sro.2660.

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Abstract:
‘Insider’ researchers are generally conceived to have an epistemic privilege in the field over ‘outsider’ researchers, especially around the issues of gaining access and building rapport with research participants. However, access and rapport once secured must be continuously maintained and this poses several methodological challenges to the researcher. This can be a particular problem if the people being researched have an intimate knowledge of the researcher's life. This intimate knowledge can affect the maintenance of access and rapport with research participants, particularly in a small community characterised by insecure economic prospects and whose members’ survival could be affected by the researcher's political experience. Based on an ethnographic study of a fishing community in the Philippines, this article is concerned with the various nuances of maintaining access and rapport in one's own community and its ever-evolving economic and political conditions, which then contribute to the shifting positionality of ‘insider’ researchers’ status in the field.
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Razzolini, Orsola. "Contitolaritŕ del rapporto di lavoro nel gruppo cartatterizzato da "unicitŕ di impresa"." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 122 (July 2009): 263–304. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2009-122003.

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Abstract:
- In the groups of companies, whenever determinate factors denote the existence of a "single economic entity", labour law judges, traditionally, disregard the general rule of separate personalities of companies. However, the fraus legi can no longer be regarded as an adequate key to understand this judicial mechanism, which, on the contrary, seems to be used by judges for the scope of general regulation. This paper, based, to some extent, on comparison either with company law or with the U.K. and Spanish legal systems, suggests a different interpretation of the aforementioned judicial mechanism, which appears to be more consistent with a regulatory approach. The conclusion is that, with regard to group of companies constituting a single economic entity, the legal concept of employer should be redefined in the light of the concept of joint-employment.Key words: Groups of companies; Single economic entity; Ascription of legal responsibilities; Joint-Employers; Solidarity; Labour law, Commercial and Company law.Parole chiave: Gruppi di imprese; Unicitŕ di impresa; Impresa di gruppo; Imputazione dei rapporti di lavoro; Contitolaritŕ; Solidarietŕ; Rapporti fra diritto del lavoro e diritto commerciale.
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Gasperoni, Domenico. "Amministrazione sammarinese: agenzia culturale e di sviluppo economico?" RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 3 (September 2011): 57–77. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003005.

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Abstract:
In ogni momento di crisi e di grandi cambiamenti politici, sociali ed economici del mondo esterno, la Repubblica di San Marino subisce un attentato alla sua identitŕ. Per sopravvivere si trova ogni volta costretta a ripensarsi e a riposizionarsi. L'autore illustra l'appuntamento storico di oggi, che si gioca con tre soggetti: la grande crisi economico-finanziaria mondiale, la nascita dell'Europa e un mutato e difficile rapporto con l'Italia. Fa rilevare che si č alla ricerca di un nuovo modello Paese, mediante il superamento dell'attuale "non modello economico". Per questa prospettiva, secondo l'autore, essenziale diventa il ruolo dell'Amministrazione pubblica, ma di una amministrazione post-burocratica. Viene approfondita l'analisi delle attuali criticitŕ e sono indicate le strade del rinnovamento: la ricerca di unanuova, la ritaratura delle funzioni stesse dello Stato, la riprogettazione di un nuovo modello di welfare. L'autore propone un'ipotesi di lavoro secondo cui l'Amministrazione sammarinese, da problema puň essere parte della soluzione e da consumatrice di Pil, diventerŕ produttrice, anche di conoscenza.
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Cafagno, Maurizio. "L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Abstract:
Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Clark, Gillian. "Economy and Environment in North-Eastern Italy in the Second Millennium b.c." Papers of the British School at Rome 54 (November 1986): 1–28. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008825.

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Abstract:
ECONOMIA E AMBIENTE NELL'ITALIA NORD-ORIENTALE NEL II MILLENNIO a.C.In questo articolo si studia il rapporto tra l'economia e l'ambiente nell'Italia nord-orientale dal Bronzo Iniziale al Bronzo Finale. Viene presentata una ricostruzione dell'ambiente nel II millennio a.C, basata soprattutto sui risultati dell'analisi del polline. Viene proposto un modello che prevede il rapporto tra l'economia e l'ambiente (nel presupposto che l'economia sia completamente determinata dall'ambiente). Viene posto l'accento sugli effetti del cambiamento del clima e sulle distinzioni ambientali, topografiche e vegetazionali tra le diverse regioni della zona oggetto di studio. I dati archeologici vengono esaminati e raffrontati a questo modello. È chiaro che il rapporto tra l'economia e l'ambiente è cambiato nel tempo. Nell'età del bronzo Iniziale il sistema ambientale aveva un influsso determinante sui sistema economico. Tuttavia, verso l'età del Bronzo Finale o durante questa, qualche altro sistema deve aver assunto un maggiore significato nella determinazione dell'economia, o il sistema economico stesso deve essere diventato più forte. Si possono anche notare differenze ne ruolo dell'ambiente tra le cinque zone geografiche definite. In breve, il rapporto tra l'economia e l'ambiente era complesso — si possono osservare variazioni nel tempo e nello spazio.
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Dauphin, Sandrine. "Action publique et rapports de genre." Revue de l'OFCE 114, no. 3 (2010): 265. http://dx.doi.org/10.3917/reof.114.0265.

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Aliyu, A. Abubakar, E. Istifanus Dang, and M. Bala Makson. "Influence of Economics Teachers Attitude on Attitude and Academic Performance Senior Secondary School Students in Bauchi Zone, Bauchi State." Kashere Journal of Education 2, no. 2 (March 15, 2022): 298–308. http://dx.doi.org/10.4314/kje.v2i2.36.

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Abstract:
The study is carried out to investigate the impact of economics teachers’ attitude on student’s attitude and academic performance in Bauchi Educational zone, the population of 29,199 senior secondary school two (SSII) students of government owned senior secondary schools their Two hundred and Forty-Five, (245) economics teachers was used. From the population of the study, the sample sizes of 420 students and 21 economics teachers were drawn. The drawing of the sample size was guided by Kreycie and Morgan (1970) table of sampling, the sample was drawn using stratified or multi stage sampling procedure. Three research questions and two null hypotheses were raised to guide the study. The data obtained was analyzed using the appropriate tools and procedure in SPSS version 26. The result revealed a positive relationship between teacher attitude and students’ attitude towards learning Economics. The result also revealed that students’ attitude towards learning of Economic has a significant impact on their academic performance. Among many suggestions and recommendations raised, teachers were advised to build excellent rapport with students and create an attractive and enjoyable environment to ensure students are dynamically involving in the classroom activities so that to arouse their attitudes towards Economics.
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Triola, Filippo. "Il riavvicinamento dell'Italia alla Germania tra il 1945 e il 1949." MONDO CONTEMPORANEO, no. 3 (March 2013): 31–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003002.

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Abstract:
L'autore ricostruisce ed esamina la storia dei rapporti italo-tedeschi negli anni immediatamente precedenti la riapertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica federale tedesca. Un riavvicinamento economico e politico progressivo, ma che suscitň forti contrasti tra i principali attori della diplomazia italiana. Il saggio si basa su una documentazione conservata presso l'Archivio Storico del Ministero degli Esteri e l'Archivio Centrale dello Stato. L'autore sostiene che le relazioni economiche italo-tedesche assunsero un ruolo centrale nel processo di elaborazione della politica estera italiana sulla questione tedesca nel corso di questi anni. Prima dell'istituzione della Repubblica federale tedesca, l'Italia divenne un partner economico fondamentale per la Germania occidentale. Tra il 1945 e il 1949 l'Italia fu il primo paese europeo favorevole alla rinascita di un nuovo Stato tedesco non sottoposto alla diretta influenza dell'Unione Sovietica. Il presidente del Consiglio De Gasperi e il ministro degli Esteri Sforza per sostenere la nuova Germania attuarono una precisa azione diplomatica di riavvicinamento politico, promuovendo diversi scambi di visite e di incontri con i rappresentanti tedeschi.
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Robelin, Jean. "Formalité juridique et rapports sociaux." Actuel Marx 21, no. 1 (1997): 53. http://dx.doi.org/10.3917/amx.021.0053.

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Melis, Enrico. "Indicatori socio-economici e progetti di integrazione: il rapporto 2008 sull'attività dei CTI." LIBERTÀCIVILI, no. 5 (December 2010): 147–69. http://dx.doi.org/10.3280/lic2010-005018.

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Ferrajoli, Luigi. "Politica e democrazia nel pensiero di Vittorio Foa." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 4 (October 2010): 52–65. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-004006.

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Abstract:
La opportunitŕ/necessitŕ che un welfare moderno assicuri un reddito minimo a tutti (e, dunque, non solo ai lavoratori ma a ogni persona priva di risorse sufficienti) ha dato vita in Europa, negli ultimi decenni, a un ampio dibattito teorico e a significative realizzazioni. La prospettiva che viene comunemente evocata con l'espressione "reddito di esistenza" (o basic incom) ha evidente centralitŕ in una situazione di crisi economica sempre piů grave come quella in atto. E, tuttavia, la istituzione di un reddito siffatto non incontra solo difficoltŕ di carattere economico ma rimanda a una visione del rapporto tra autonomia e subordinazione, del carattere della flessibilitŕ e della concezione stessa del lavoro, su cui permane, anche in ambito progressista, una diversitŕ di posizioni.
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Shatzmiller, Maya. "ISLAMIC INSTITUTIONS AND PROPERTY RIGHTS: THE CASE OF THE 'PUBLIC GOOD' WAQF." Journal of the Economic and Social History of the Orient 44, no. 1 (2001): 44–74. http://dx.doi.org/10.1163/156852001300079148.

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Abstract:
AbstractThe paper examines the institutional economic performance of the public good waqf with the intent of demonstrating the relevance of institutions to the momentous debate over Islamic backwardness and European progress and the waqf's role as supporter of learning institutions and promoter of social integration. Through the application of two sets of theoretical paradigms designed for measuring institutional behaviour, property rights and institutional arrangements, to legal cases supplied by fatwās from North Africa and Muslim Spain it will be possible to analyze and evaluate the impact of one of the major institutions of the premodern Islamic world on economic progress. L'article étudie la performance économique du waqf fiduciaire public, (waqf khairī), en tant qu'institution économique. Le but est de démontrer la pertinence de cette performance quant au débat sur la décadence économique des sociétés musulmanes par rapport au progrès que connut l'Europe. Sera étudié le rôle de l'activité économique institutionelle du waqf en général, et particulièrement dans les fonctions qui lui étaient attribuées, comme le soutien des institutions scolaires ainsi que la promotion de l'integrité sociale. Par l'application de deux paradigmes théoriques conçues pour mesurer le comportement institutionel, les droits de propriété et l'adaptation aux changements dans les conditions économiques rapportés par les documents juridiques tels les fatwās de l'Afrique du Nord et de l'Espagne musulmane, il sera possible d'analyser et d'évaluer l'impact de l'une des plus importantes institutions du monde islamique pré-moderne sur le progrès économique.
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Kergoat, Danièle. "Le rapport social de sexe." Actuel Marx 30, no. 2 (2001): 85. http://dx.doi.org/10.3917/amx.030.0085.

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