Academic literature on the topic 'Ragionamento del giudice'

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Journal articles on the topic "Ragionamento del giudice"

1

Patrone, Matteo. "Il controllo della Corte sull’esercizio del potere di nomina del guardiano (<i>Mazzoleni</i> v <i>Summerhill Trust</i>, High Court of Justice, Isola di Man)." marzo-aprile, no. 2 (April 7, 2022): 340–43. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.90.

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Abstract:
Massima Anche quando il potere del trustee è un mere power (il cui titolare non ha alcun obbligo di esercitarlo), sussiste comunque l’obbligo di ponderare la scelta che ha condotto il titolare a decidere di non utilizzare il potere (ciò, a maggior ragione, quando vi è una richiesta dei beneficiari in tal senso). Tale decisione deve essere infatti coscienziosa e appropriata. In caso contrario, il giudice può ordinare al trustee di riconsiderare la propria decisione sul mancato utilizzo, indicando altresì elementi e ragionamenti che sarebbe opportuno considerare.
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2

Barisione, Mauro. "Le Scelte Politiche Dei Cittadini: Ambivalenza, Ragione O Affetto?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no. 1 (April 2002): 141–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029956.

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Abstract:
George E. Marcus, W. Russel Neuman e Michael MacKuen, Affective Intelligence and Political Judgement, Chicago, University of Chicago Press, 2000, pp. 199, Isbn 0-226-50468-9Citizens and Politics esce dieci anni dopo i due lavori che più hanno segnato l'attuale psicologia politica e il campo delle ricerche sull'opinione pubblica negli Stati Uniti: Reasoning and Choice di Sniderman et al (1991) e The Nature and Origins of Mass Opinion di Zaller (1992); ma marca anche una continuità con quei volumi collettanei che dalla metà degli anni ‘80 si sono dedicati alle problematiche delle cognizioni politiche e dell'information processing: Lau e Sears (1986), Ferejohn e Kuklinski (1990), Lodge e McGraw (1995), Mutz et al. (1996). Promettendo – per le ragioni che si vedranno più avanti – di far parlare molto di sé, il lavoro curato da Kuklinski, propone allo stesso tempo una sintesi dei temi e un panorama delle ricerche politologiche affrontate da prospettive psicologiche e cognitive. Gli atteggiamenti, i valori, le percezioni, gli affetti, i ragionamenti, le decisioni degli individui nella sfera politica sono analizzati in 17 contributi – introdotti sempre in modo chiaro ed esauriente da Kuklinski, anche se articolati in 4 aree tematiche dalla definizione piuttosto vaga – di autori come Sears, Feldman, Masters, Lau, Lodge, Sniderman, Marcus, per citarne solo alcuni fra i più noti. In particolare, la prima area («Affetto ed emozioni») racchiude quattro contributi incentrati sul ruolo delle inclinazioni affettive nella percezione degli oggetti politici carichi di una valenza simbolica (dalle parole – fra gli esempi americani: «comunisti», welfare, «neri» – alle immagini politicopersonali dei candidati); la stessa dimensione affettiva è analizzata nella seconda parte («Cognizione politica») in relazione ai processi di trattamento dell'informazione, di valutazione delle notizie e di elaborazione di giudizi politici da parte dei cittadini, specie nell'arco della campagna elettorale; la terza parte («Atteggiamenti politici e percezioni») aggiorna il dibattito classico intorno alla maggiore o minore stabilità e coerenza degli atteggiamenti in seno all'opinione pubblica, mentre la quarta parte è interamente dedicata allo studio dei «Valori politici», con due ricerche che analizzano più precisamente le relazioni fra i valori di «umanitarismo» e «individualismo» e le preferenze dei cittadini in tema di politiche pubbliche.
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3

Canale, Damiano. "La precomprensione dell’interprete è arbitraria?" Direito Público 19, no. 103 (October 31, 2022). http://dx.doi.org/10.11117/rdp.v19i103.6722.

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Abstract:
Il concetto di precomprensione svolge un ruolo chiave nella metodologia giuridica contemporanea. È infatti opinione ampiamente condivisa che l’interpretazione giudiziale sia condizionata dalle competenze linguistiche e tecnico-giuridiche del giudice, dalle sue presupposizioni e inclinazioni, dai suoi valori e preferenze politiche; fattori, questi, che conducono il giudice ad anticipare il senso (precomprendere) del testo oggetto di interpretazione, prefigurando la soluzione del caso. Ma se la precomprensione precede qualsiasi processo interpretativo, condizionandone gli esiti, come distinguere una precomprensione corretta, legittima, adeguata da una precomprensione errata, illegittima, inadeguata? Questo saggio tenta di rispondere a tale quesito ricostruendo il modo in cui il concetto di precomprensione è stato elaborato dall’ermeneutica novecentesca, in particolare da Gadamer e da Heidegger. La tesi centrale del saggio è che la precomprensione si presta ad essere considerata corretta se corrisponde alla “cosa stessa” (Sache selbst) disciplinata dal testo normativo. Tale criterio può essere articolato concettualmente mediante un approccio inferenzialista ai contenuti linguistici e al ragionamento giuridico.
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4

Malagoli, Luca. "A Challenging Task. Teoria dell’interpretazione giuridica e del ragionamento giudiziale nell’opera di Friedrich Müller e di John Dewey: appunti per un confronto." Direito Público 19, no. 103 (October 31, 2022). http://dx.doi.org/10.11117/rdp.v19i103.6705.

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Abstract:
Obiettivo dell’articolo, sviluppando (e reinterpretando) un interessante suggerimento formulato da Christoph Engel, è quello di avviare un (preliminare) confronto fra alcune delle principali tesi di Friedrich Müller in merito all’interpretazione giuridica e al ragionamento giudiziale, da un lato, e, dall’altro, alcuni dei principali contributi offerti, sui medesimi temi, da John Dewey. Mettendo in luce ed indagando talune interessanti analogie (così come le non meno considerevoli differenze) fra le due posizioni, l’articolo esplora altresì alcuni problemi centrali connessi con il ruolo del giudice nel quadro delle istituzioni della democrazia costituzionale.
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5

Zaccaria, Giuseppe. "I giudici di valore nell'interpretazione giuridica." Persona y Derecho, October 22, 2018, 103–13. http://dx.doi.org/10.15581/011.31695.

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Abstract:
Il saggio analizza il tema dei giudizi di valore nell'interpretazione giuridica come variante del più ampio rapporto tra diritto e morale. Attraverso un esame delle tesi del formalismo e dell'antiformalismo interpretativi, del più recente dibattito tra "giuspositivismo esclusivo e "giuspositivismo inclusivo", e alta luce della novità, sottolineata dal neocostituzionalismo e rappresentata dall'ingresso dei principi negli ordinamenti costituzionali contemporanei, si conferma la tesi, sempre più accolta dalla teoria giuridica contemporanea, per cui i giudici hanno strutturalmente a che fare nel loro ragionamento con giudizi di valore. La più recente e avvertita teoria giuridica cerca di individuare come e in quale misura i giudizi di valore siano rilevanti nell'attività giudiziale e quali conseguenze ciò comporti per lo stesso statuto dell'interpretazione. Il contributo dell'ermeneutica giuridica sta proprio nel riconoscere che il ragionamento giudiziale viene strutturalmente in contatto con la dimensione assiologica ma nel contempo, contra ogni deriva scettica, si sforza di reperire criteri intersoggettivi che contengano i possibili arbitri impliciti nella discrezionalità giudiziale.
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Dissertations / Theses on the topic "Ragionamento del giudice"

1

Cecchi, Marco. "La "motivazione rafforzata" del provvedimento. Un nuovo modello logico-argomentativo di stilus curiae." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1237996.

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Abstract:
La tesi prende in esame un istituto sperimentato, nel magma della prassi, dalla giurisprudenza e recentemente richiamato, in sede dottrinale, da alcuni contributi scientifici: la c.d. "motivazione rafforzata" del provvedimento. La tematica che viene affrontata interessa quindi tanto l’operatore pratico quanto lo studioso teorico e attiene a uno dei momenti più delicati di tutto il procedimento: la spiegazione delle ragioni decisorie. Più in particolare, la motivazione rafforzata rappresenta una nuova metodica valutativo-motivativa - cioè, di giudizio e di giustificazione - costruita a step (logico-argomentativi) obbligati, che rende ancora più trasparente l'agire e l'operato decisionale.
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Books on the topic "Ragionamento del giudice"

1

Rasia, Carlo. La crisi della motivazione nel processo civile. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg283.

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Abstract:
La crisi della motivazione diventa un nuovo e diverso fenomeno di “patologia giudiziaria”, in quanto i rimedi apprestati dalle recenti riforme normative – sulla struttura, sul contenuto e sul controllo motivazionale delle sentenze – non riescono a fornire una soluzione al problema generale dell’aumento del carico giudiziario, il quale continua a trovare il principale “collo di bottiglia” nel momento della redazione della parte motiva della decisione. L’idea di riconoscere uno stretto legame tra completezza argomentativa e correttezza della motivazione – frutto di una cultura crociana ispirata all’eleganza estetico-letteraria – non risulta più attuale ed è destinata al tramonto, poiché non giova innanzitutto all’efficacia e ai tempi della giustizia. Si sta facendo oggi avanti l’idea di una motivazione che punta più al rafforzamento del proprio profilo funzionale che di quello formale: flessibile, deformalizzata ed improntata a conciliare i bisogni di effettività della tutela delle parti con le esigenze di efficienza del sistema. Si cerca, infatti, di rendere una motivazione comprensibile ed idonea ad esplicitare il ragionamento decisorio ma, al contempo, di giungere alla conclusione della lite in tempi ragionevoli. In questo volume, l’autore, dopo un’attenta analisi della disciplina vigente e della giurisprudenza di legittimità, propone una lettura sistematica della motivazione all’interno di una più ampia visione del nostro sistema processuale contemporaneo, giungendo al risultato che essa è, da un lato, in crisi, ma dall’altro, comincia a rinascere a nuova vita, ponendosi più in linea con le molteplici forme e contenuti che caratterizzano oggi la decisione giudiziaria. Un costrutto motivazionale, dunque, sempre più vicino a un processo civile prossimo a lasciare modelli rigidi per schemi flessibili e semplificati, nel quale si affida al giudice e alla sua sensibilità il potere di calibrare anche il momento decisorio, rendendolo più aderente allo scopo del singolo processo
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