Academic literature on the topic 'Raggiungimento scopi personali'

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Journal articles on the topic "Raggiungimento scopi personali"

1

Porretta, Bruno, Elvira Cicognani, and Bruna Zani. "Scopi di vita e uso di sostanze psicoattive fra gli studenti universitari." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (February 2011): 31–46. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003003.

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Abstract:
La ricerca indaga, in un campione di studenti universitari, la relazione tra utilizzo di sostanze psicoattive e scopi di vita (, Emmons, 1986). L'ipotesi era che le sostanze siano considerate un fattore che facilita il raggiungimento di alcuni tipi di scopi, in particolare quelli relativi all'area delle relazioni sociali e del benessere. Il campione č costituito da 698 studenti universitari (di cui il 37.8% maschi) iscritti a diversi anni di corso. I risultati hanno evidenziato un maggiore consumo di sostanze da parte dei maschi, degli studenti fuori sede e un incremento del consumo durante gli anni universitari. Il consumo di alcolici č ritenuto facilitare il raggiungimento degli scopi di natura sociale (es. conoscere persone nuove, sentirsi adeguato nelle situazioni di gruppo), mentre l'utilizzo di hashish/ marijuana č associato al raggiungimento degli scopi di vita riferiti alla crescita personale e al benessere psicologico.
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2

Barbieri, Michele. "Guerra, politica, letteratura in Foscolo e Clausewitz." DILEF. Rivista digitale del Dipartimento di Lettere e Filosofia, no. 1 (March 23, 2022): 66–87. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/2022.3288.

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Abstract:
AbstractLa generazione di Foscolo e di Clausewitz assistette in un quarto di secolo all’avvicendamento di una decina di costituzioni, si assoggettò o si ribellò a vari cambi di sovranità o di regime, e si spense infine in un regime di sovranità coatta. Hölderlin ne impazzì, mentre essi non conobbero il successo personale, nel doppio significato del riconoscimento pubblico e del raggiungimento dei propri scopi letterari ultimi. Caos e catastrofe non furono soltanto nozioni astratte, bensì esperienza e spettacolo. L’esperienza si narra, allo spettacolo si assiste o lo si immagina. In a quarter of a century, the generation of Foscolo and Clausewitz witnessed the advancement of a dozen constitutions, subjected or rebelled to various changes of sovereignty or regime, and finally died out in a regime of forced sovereignty . Hölderlin went mad, while they did not know personal success, in the double meaning of public recognition and the achievement of their ultimate literary goals. Chaos and catastrophe were not just abstract notions, but experience and spectacle. The experience is told, the spectacle is witnessed or imagined.
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Spasiano, Alessandra, Chiara Molinari, Anna Marangone, and Tiziana Bove. "TBI moderato e servero nel pre-ospedaliero: aderenza alle raccomandazioni e outcome." Rescue Press 02, no. 02 (April 1, 2022): 1. http://dx.doi.org/10.53767/rp.2022.02.02.it.

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Abstract:
ABSTRACT Introduzione Il trauma cranico (TBI – Traumatic Brain Injury) è una delle principali cause di morte e disabilità al mondo. Il danno cerebrale primario è rappresentato dal trauma, mentre il danno cerebrale secondario è l’evoluzione, limitabile, del danno primario. Esso necessita di una gestione precoce, che inizi immediatamente dopo il trauma e che preveda il raggiungimento di precisi target terapeutici correlati ad un miglior outcome. Attualmente le indicazioni per la gestione del TBI provengono dalle Linee Guida del 2008 (LG 2008), ma in questi anni la letteratura scientifica si è arricchita di molti studi che costituiscono un importante fonte di aggiornamento e miglioramento della gestione preospedaliera dei pazienti con trauma cranico. Scopo dello studio: valutare l’aderenza alle raccomandazioni delle LG 2008 e della più recente letteratura sulla gestone del TBI moderato e severo. Metodo: studio retrospettivo monocentrico. Criteri di inclusione: età > 18 anni, GCS <12, soccorsi da HEMS FVG o Automedica ASUFC. Periodo: 01/05/20118 – 30/04/2020. Raccolta parametri e informazioni cliniche da schede di intervento e sistema informatico ospedaliero. Risultati: 82 pazienti arruolati, 59 (72%) maschi. Età media 58.1±21.3 anni. Il valore medio di H-AIS è stato 3±1.5. A T1: 51(62.2%) TBI severi, 30(36.6%) moderati e 1(1.2%) lieve poi evoluto in moderato. Aderenza di rilevazione del GCS/pupille variabile da 100%/40.2% a 57.1%/17.1%. Aderenza di rilevazione di SpO2/sAP/etCO2 variabili tra 82.9%/89%/45.5% e 53.7%52.4%/46.3%. Temperatura rilevata al massimo nel 2.4% dei casi. Aderenza terapeutica >90% per O2 terapia, <90% per intubazione, <80% per fluidoterapia e vasopressori, <50% per etCO2, nulla per normotermia. Raggiungimento target terapeutici: >95% per SpO2 e sAP>90mmHg, 85.5% per sAP>110mmHg, <50% per etCO2. Conclusioni: necessità di migliorare aderenza di rilevazione di temperatura e pupille, mediante sensibilizzazione del personale e introduzione di scheda di missione unica. Migliorabile il raggiungimento del target pressorio utilizzando sia fluidi che vasopressori. Da implementare la rilevazione dell’etCO2 come guida nell’impostazione della ventilazione.
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Dendasck, Carla Viana, Lucas Facco, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, and Cláudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Aspettative, percezioni e motivazioni degli studenti di una scuola superiore pubblica all’interno di São Paulo." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, May 25, 2020, 32–43. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/motivato-da-uno-studente.

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Abstract:
La teoria degli obiettivi del raggiungimento cerca di comprendere l’insieme di fattori, come: pensieri, credenze, motivazioni, scopi ed emozioni che portano lo sviluppo delle prestazioni dell’individuo (in questo caso, gli studenti) ad agire, e di conseguenza tradurre in risultati le loro azioni. L’obiettivo di questa ricerca era quello di indagare le aspettative, le percezioni e le motivazioni degli studenti di un liceo pubblico all’interno di San Paolo. Lo studio qualitativo è stato condotto in un liceo pubblico, situato in una città all’interno dello stato di São Paulo, nel primo semestre del 2019. La separazione dei genitori può talvolta essere un fattore problematico per la vita degli studenti. Gli studenti i cui genitori hanno alfabetizzazione e un’istruzione formale più lunga tendono a rimanere alfabetizzati ed evolversi nella sfera educativa. Gli studenti delle scuole superiori cercano di completare i loro studi e passare all’istruzione superiore al fine di raggiungere gli obiettivi di vita personale. Gran parte degli studenti non comprende l’effettiva funzione di frequentare la scuola
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Dissertations / Theses on the topic "Raggiungimento scopi personali"

1

RUSSETTI, DANIELE. "Abuso del diritto: principio interpretativo o categoria generale del diritto dell'unione europea." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/41955.

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Abstract:
L’abuso trova origine nella tensione tra la libertà di agire e gli scopi personali sottesi a tale agire. Lo scontro tra i suddetti elementi costituisce il terreno fertile su cui questo si innesta e cresce. Difatti, il diritto soggettivo si articola nella (lecita) possibilità di assumere un comportamento previsto dalla norma e, quindi, di poter agire per soddisfare un interesse degno di tutela a livello legislativo. Dal momento che questo, inteso come agere licere, è una facoltà “positiva”, l’ordinamento giuridico non può tollerare il perseguimento di obiettivi non contemplati dalla ratio normativa il quale si presenta come la negazione stessa di un corpus iuris. Configurandosi in termini di facoltà non soggetta ad alcuna regola, esso si pone in aperto contrasto con il principio di sistematicità e di coerenza che caratterizzano un sistema di norme. Ecco che la fattispecie dell’abuso nasce dal continuo ed inesorabile impegno da parte dell’ordinamento di riconoscere ai singoli individui, siano essi persone fisiche o giuridiche, uno spazio di libertà per il perseguimento di interessi “personali” degni di tutela da parte dell’ordinamento, senza che ciò possa sconfinare in un’azione priva di fondamento giuridico. Secondo il diritto UE, l’abuso si è posto e si pone come la sintesi del binomio libertà di azione o scelta vs scopo ultimo dell’azione o scelta. Se da un lato i Trattati istitutivi dell’UE attribuiscono ai soggetti libertà fondamentali da poter utilizzare in uno spazio giuridico senza frontiere, dall’altro si pone il problema di arginare tutti quei fenomeni in cui il formale esercizio del diritto attribuito sia del tutto incoerente con l’obiettivo della norma, dando vita a possibili forme di contrasto tra quanto concesso e, dunque, quanto effettivamente realizzato. È proprio in un’ottica di concorrenza tra gli ordinamenti, e quindi di circolazione dei modelli normativi, che si concretizza la possibilità di utilizzare il diritto per fini non coerenti con il dettato normativo, i.e. in maniera abusiva. Consapevoli di ciò, i Giudici della Corte di Giustizia, al fine di evitare un impiego distorto del diritto UE, hanno enucleato l’assunto secondo cui non è possibile utilizzare abusivamente (o fraudolentemente) il diritto comunitario/europeo. A detta di chi scrive, tale inciso deve essere giustificato alla luce di quella peculiare esigenza di individuare una clausola generale idonea a colmare le possibili lacune di un sistema particolarmente complesso come quello europeo, con inevitabili riflessi a livello nazionale. Stante il limitato ambito di applicazione delle misure interne volte a tutelare i sistemi giuridici nazionali, la Corte di Giustizia ha voluto “creare” uno strumento in grado non solo di preservare la coerenza del sistema europeo da possibili usi impropri dello stesso, ma anche di evitare che attraverso questo, si dessero vita a fenomeni di elusione o frode della disciplina nazionale. L’abuso è stato individuato ogni qual volta i singoli abbiano utilizzato le libertà di matrice europea per finalità non ammesse dalle disposizioni normative che attribuivano tali posizioni giuridiche. Inoltre, si è considerata legittima l’azione degli Stati membri di non riconoscere la fattispecie integrata dal singolo in quanto realizzata in palese violazione della sovranità delle leggi nazionali, ossia dello Stato di origine. Così facendo, l’esercizio delle disposizioni europee, eventualmente dotate di efficacia diretta, viene paralizzato, con il conseguente riconoscimento di forza cogente della norma nazionale impropriamente elusa. Il vero problema dell’abuso si pone quando ci si trovi di fronte a comportamenti individuali che corrispondono a fattispecie di esercizio di situazioni giuridiche, determinate da una norma positiva in modo più o meno dettagliato, ma in ogni caso tale da attribuire, prima facie, una precisa protezione a colui che agisce. È proprio in tali situazioni che si viene a creare quell’apparenza di legittimità del comportamento individuale, conforme alla fattispecie astratta di esercizio di un diritto contemplata dalla norma, che generalmente non corrisponde alla ratio ultima della disposizione e, quindi, del sistema giuridico europeo. La richiamata formula, e i casi in cui è stata utilizzata, fanno emergere, ictu oculi, che la nozione di abuso (nonché quella di frode!) e il correlato divieto sono legati proprio all’esercizio delle facoltà connesse alle libertà fondamentali, in particolare quando si considerino situazioni in cui si profili una diversità di disciplina normativa di determinate fattispecie tra le legislazioni nazionali. L’abuso e la frode costituiscono l’uso improprio, id est oltre i limiti, della facoltà offerta dall’ordinamento europeo di scegliere tra più alternative nell’ambito dell’esercizio delle libertà fondamentali. Ecco, dunque, che sulla base di quanto supra esposto è possibile ravvisare l’importanza del divieto dell’abuso del diritto. Coniugando la duplice veste di canone ermeneutico nonché di categoria generale del diritto dell’Unione Europea, il divieto si mostra nella sua veste di correttivo alle lacune normative del sistema giuridico sovranazionale. Assolve la funzione di risolvere i conflitti normativi, di proteggere gli spazi comuni e di garantire il continuo adattamento del diritto europeo alla trasformazione della società. La sua stabilità funzionale si lega, quindi, ad un’intrinseca dinamicità operativa, tesa da un lato a precludere l’esercizio improprio delle libertà fondamentali e dall’altro a tutelare la coerenza sistematica dell’ordinamento UE. Il divieto in questione si presta ad essere un correttivo malleabile alle imprevedibili fenomenologie abusive e, dunque, stante la peculiare natura che lo contraddistingue, si appalesa quale rimedio evolutivo inquadrabile nel novero delle metodologie anti-formali che consente una tutela effettiva dal lato sostanziale. Ecco dunque che si pone come la giusta sintesi fra il principle of construction che caratterizza la corretta interpretazione del diritto in generale, sia da parte del singolo operatore economico che da parte delle Amministrazioni nazionali, e una categoria generale di sistema che informa l’ordinamento UE. Preme sottolineare come l’essenza della richiamata clausola deve fare i conti, però, con la relativa applicazione pratica che non può tradursi in una capziosa ed ingiustificata limitazione di quella autonomia privata che caratterizza gli operatori che agiscono nel mercato interno UE. La libertà dei singoli nello scegliere le modalità più adeguate per realizzare la propria attività è imprescindibilmente collegata a quel concetto di autonomia privata tutelata sia a livello nazionale che europeo. In particolare, la facoltà di agire, avvalendosi di quanto messo legittimamente a disposizione dall’ordinamento in cui si opera, costituisce una declinazione della più generale libertà di iniziativa economica, intesa quale comportamento volontario volto alla realizzazione degli interessi del soggetto che agisce. Allo stesso tempo tale autonomia di scelta è subordinata alle legittime possibilità contemplate dal sistema giuridico di riferimento, non potendo ammettere le azioni che non risultano coerenti con le finalità che permeano tale ordinamento. Anche in questa direzione, allora, può essere valutato l’abuso del diritto e il divieto ad esso correlato. Quando si sostiene l’impossibilità di utilizzare abusivamente il diritto UE, si vuole definire indirettamente la gamma di scelte che l’ordinamento europeo reputa compatibili con gli obiettivi a cui questo tende, nel rispetto dei principi di certezza del diritto e del legittimo affidamento dei singoli. In forza di ciò, il divieto sotteso all’esercizio abusivo del diritto europeo deve essere interpretato in modo da non pregiudicare i comportamenti o le operazioni legittime. La portata di tale proibizione risulta chiara: il diritto invocato da un soggetto è escluso quando l’attività posta in essere non ha altra spiegazione che quella di raggiungere impropriamente un beneficio che collide con gli scopi e con i risultati ammessi e tutelati dalle disposizioni di una determinata branca del diritto. Operazioni così siffatte non meritano di essere protette poiché si manifestano nella loro tensione di sovvertire la finalità dello stesso sistema legale in cui si collocano. Il divieto di abuso del diritto costituisce, dunque, anche una limitazione alla libertà di iniziativa dei singoli che opera quando l’esercizio di un diritto si concretizza in una fattispecie che, sebbene rispetti le condizioni normativamente poste per l’applicazione della disciplina positiva, si pone in contrasto con gli obiettivi da essa perseguiti e, al contempo, è priva di valide motivazioni idonee a giustificarla. L’autonomia privata, che ricomprende la libertà di scelta delle forme giuridiche attraverso cui realizzare i propri obiettivi, non costituisce, quindi, un dogma assoluto. Nel mercato interno questa non può essere considerata un valore intangibile in quanto trova fondamento e limite nei valori e nei principi che permeano l’ordinamento europeo. Alla luce di ciò, è possibile cogliere il precario equilibrio che caratterizza l’autonomia privata in seno all’Unione. La tutela di questa libertà non contempla quelle azioni il cui scopo è rappresentato dal raggiungimento di un vantaggio mediante comportamenti artificiosi e/o ingannevoli, privi di adeguate motivazioni che possano legittimare tali condotte; per contro, ove tale autonomia e, dunque, la sottesa libertà di iniziativa non fossero adeguatamente garantite, verrebbero compromessi gli stessi obiettivi a cui tende il sistema giuridico europeo, ossia la realizzazione e il consolidamento di uno spazio senza frontiere in cui la libertà di scelta e l’equivalenza tra gli ordinamenti giuridici ne costituiscono l’essenza. Ecco, quindi, la necessità di interpretare le azioni poste in essere alla luce dello scopo ultimo cui tendono in quanto solo così è possibile da un lato accertare la natura abusiva delle condotte e dall’altro lasciare impregiudicati i comportamenti legittimi frutto di quella libertà di scelta posta a fondamento dell’autonomia privata e dello stesso ordinamento europeo.
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