Journal articles on the topic 'Quartieri pubblici'

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1

Morandi, Corinna, Gloria Pessina, and Lina Scavuzzo. "Strumenti innovativi per la riqualificazione dei quartieri residenziali in Italia: tre casi esemplari." Ciudades, no. 13 (November 29, 2017): 103. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.13.2010.103-122.

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Abstract:
Dagli anni ‘90 la realizzazione dei quartieri residenziali pubblici, avvenuta tra gli anni '50 e '70, ha ceduto il passo in buona parte delle città italiane ad interventi di riqualificazione, non solo fisica ma anche sociale, dei grandi complessi realizzati nei decenni precedenti, spesso percorsi da processi di degrado che ne hanno stigmatizzato negativamente l’immagine. I tre casi presentati nell’articolo descrivono diverse ed esemplari modalità di intervento pubblico o in partnership pubblico-privato, per la riqualificazione integrata di quartieri periferici: mentre due di essi (PRU via Artom e CdQ Sant'Eusebio) utilizzano in modo nuovo alcuni strumenti attuativi innovativi nelle modalità di finanziamento pubblico e nell’iter procedurale introdotti negli anni '90 –i cosiddetti “programmi complessi”-, il terzo caso (Villaggio Barona) propone, attraverso un intervento di dimensioni quantitativamente limitate e di iniziativa sostanzialmente privata, la riqualificazione di un ampio settore urbano in crisi di cui il “quartiere” diviene il nuovo centro spaziale e sociale. Dei casi si ricostruisce, oltre la contestualizzazione negli ambiti urbani di riferimento, l’insieme delle azioni di accompagnamento o di partecipazione che hanno teso a superare le situazioni di conflittualità che spesso compromettono l’efficacia di questi programmi.
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2

Basso, Sara. "Cibo e quartieri pubblici: spazi, diritti e giustizia." TERRITORIO, no. 79 (January 2017): 30–36. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079005.

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3

Luisi, Daniela, and Caterina Rizzo. "Connessioni di comunità educanti per contrastare la povertà educativa in aree marginali: primi risultati e apprendimenti dalla valutazione del progetto Co.Di.C.E." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 155–70. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002011.

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Abstract:
Il presente contributo analizza il ruolo della valutazione come pratica riflessiva nell'attuazione di un progetto di contrasto alla povertà educativa realizzato in al-cuni quartieri svantaggiati della città di Genova. A partire dall'attività di valuta-zione di impatto del progetto Co.Di.C.E, il contributo si propone di rilevare i cambiamenti generati dall'introduzione di metodi partecipativi e figure della facilita-zione. Dal confronto riflessivo con referenti territoriali e operatori del terzo settore, insegnanti e dirigenti scolastici coinvolti nel percorso progettuale, emerge una pri-ma analisi sugli esiti di progetto e sul ruolo della valutazione come attività di ricerca applicata ai contesti scolastici. La riflessione sui cambiamenti facilita nuovi percorsi di ricerca sul ruolo della valutazione d'impatto sociale in progetti/politiche educative che vedono il coinvolgimento di reti multiattore composte da enti pubblici, privato sociale, famiglie e scuole.
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4

Parisio, Enrico, and Fabio Mongelli. "Place identity design nel quartiere San Lorenzo a Roma." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003008.

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Abstract:
L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha modificando la tessitura delle relazioni sociali e l'approccio allo studio e al lavoro. Il ruolo del designer e, più in generale dell'artista, in que-sto contesto storico così imprevedibile, coincide oggi con quello dell'esploratore che abban-dona i processi di ricerca e sperimentazione individuale, per inseguire una nuova vocazione collettiva che guarda al domani. Città, parchi, piazze, agorà culturali dovranno confrontarsi con stravolgimenti che andranno ad incidere sulle abitudini dei cittadini. Gli spazi pubblici saranno rimodellati con progetti che tengano conto delle esigenze culturali connesse alla socia-lità e all'ambiente. È possibile immaginare un processo di rigenerazione urbana che, coinvol-gendo giovani studenti e ricercatori nella valorizzazione di una determinata identità territoriale, possa trasformarsi in un modello operativo aperto da innestare in altre aree. Roma prova a dare una prima risposta, con uno dei suoi quartieri simbolo: San Lorenzo, dando forma ad un'azione di co-design partecipativo che declina storia e futuro.
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5

Pellegrini, Mirko. "Un percorso tra quartieri pubblici e campagne urbane: relazioni di prossimità nelle frange periurbane di Trieste sud-est." TERRITORIO, no. 79 (January 2017): 70–73. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079012.

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6

Dieci, Daniele. "La politique de la ville e i quartiers sensibles in Francia: un profilo." STORIA URBANA, no. 135 (February 2013): 91–118. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-135005.

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Abstract:
Il saggio tratta la storia delle politiche urbane francesi, approfondendo l'evoluzione cronologica del dispositivo pubblico della politique de la ville e della categoria pubblica di quartier sensible. Si parte dalle origini delle politiche urbane francesi che vedono il quartiere come unitŕ territoriale di riferimento passando attraverso i moti delle balie, che influenzano fortemente le policy, dagli anni '80 in poi. Parallelamente sono analizzati i testi normativi piů importanti, i dibattiti parlamentari, gli avvicendamenti politici, le riforme introdotte e la nascita della geografia prioritaria, concludendo con i moti urbani piů recenti e le critiche alle misure adottate dal governo francese.
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7

Giovannoni, Giulio. "Dal discorso alla città: pratiche discorsive e produzione dello spazio nei quartieri di edilizia pubblica." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099001.

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Abstract:
Il saggio analizza il ruolo delle pratiche discorsive nella costruzione dello spazio e nella gestione dei quartieri di edilizia pubblica. La riflessione si basa su un caso di studio italiano e un caso di studio statunitense. La prima parte del paper utilizza i contributi teorici di John Langshaw Austin, Antonio Gramsci, Michel Foucault ed Henri Lefebvre per riflettere sul rapporto tra pratiche discorsive e politiche pubbliche. La seconda parte analizza questo rapporto nei due casi di studio. La sezione conclusiva del paper si sofferma sull'importanza di spezzare la catena di trasmissione tra pratiche discorsive mainstream e produzione di politiche urbane per i quartieri di edilizia pubblica e sulla necessità di rifondare queste politiche a partire da pratiche discorsive e descrizioni di matrice socioantropologica.
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8

Lo Piccolo, Francesco. "Crisi globali, nuove diseguaglianze e co-produzione di spazi: una prospettiva di ricerca." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 62–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098010.

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Abstract:
L'articolo propone una riflessione critica sul rischio di negazione sostanziale di diritti di cittadinanza a partire dalle forme di discriminazione nell'uso e fruizione dello spazio pubblico introdotte dalle crisi globali. La co-produzione di nuovi spazi alla micro-scala e alla scala di quartiere (a partire dagli spazi pubblici o semipubblici spesso privatizzati o sottoutilizzati) può divenire l'occasione per la generazione di nuovi luoghi di condivisione e socialità che rispondano alla richiesta di nuovi servizi e definiscano al contempo il profilo di una pratica urbanistica innovativa, fondata sul pieno riconoscimento del diritto alla città e sul patto istituzionicittadini.
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M. Bello, Elisabetta, and Maria Teresa Gabardi. "Gli usi temporanei del patrimonio pubblico abitativo. Alcune sperimentazioni a Milano e Torino." CRIOS, no. 22 (March 2022): 44–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022005.

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Abstract:
La crisi economica che ha investito l'Italia negli ultimi dodici anni ha avuto notevoli riflessi sia dal punto di vista sociale che urbanistico. Diversi quartieri di edilizia residenziale pubblica, ma non solo, hanno subito svuotamenti e risignificazioni nell'organizzazione e uso degli spazi, mettendo in luce una ricerca paziente di nuove forme di gestione e uso del patrimonio pubblico. Molte sono le sperimentazioni e i tentativi che si sono dati, anche con forme di cooperazione pubblico/privato. Alcune iniziative e politiche promosse dai Comuni e dagli enti gestori hanno predisposto per esempio l'assegnazione temporanea in locazione a particolari categorie di popolazione, per garantire un uso continuativo del patrimonio ed evitare forme di degrado spaziale e sociale. Scopo del presente contributo è quello di provare a esplorare e restituire alcune di queste esperienze in atto, attraverso dei casi studio a Milano e Torino, indagandone le politiche alla base, le modalità di assegnazione degli alloggi e l'efficacia di alcuni esiti.
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Rusci, Simone, and Elisabetta Pozzobon. "La rendita attraverso l'edilizia residenziale pubblica: i quartieri INA-Casa come marker della rendita differenziale." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 86–112. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1005.

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Abstract:
L'articolo propone una metodologia di comparazione dei valori della rendita urbana utiliz-zando come marker i quartieri di edilizia residenziale pubblica costruiti in Italia nell'ambito dei Piani INA-Casa. Il confronto tra i valori fa emergere due aspetti ritenuti significativi: la forte differenziazione delle condizioni economico-immobiliari che caratterizzano il paese e il riconoscimento dell'ineliminabilità della rendita, che manifesta nei casi studio effetti economici del tutto rilevanti. L'articolo propone una metodologia di comparazione dei valori della rendita urbana utilizzando come marker i quartieri di edilizia residenziale pubblica costruiti in Italia nell'ambito dei Piani INA-Casa. Il confronto tra i valori fa emergere due aspetti ritenuti significativi: la forte differenziazione delle condizioni economico-immobiliari che caratterizzano il paese e il riconoscimento dell'ineliminabilità della rendita, che manifesta nei casi studio effetti economici del tutto rilevanti.
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Pettenati, Giacomo. "La Bicocca: centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ?" ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Abstract:
Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Caggiano, Monica. "E' ritornato il tempo delle ciliegie nei jardins partagés di Parigi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 98 (July 2012): 28–43. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098003.

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Abstract:
Il paper presenta una ricerca sui "Jardins Partagés" (JPs) a Parigi e le recenti evoluzioni di questi giardini collettivi gestiti da associazioni di quartiere in terreni pubblici. I JPs, luoghi condivisi e spazi di promozione di legami sociali e culturali, sono capaci di creare una sorta di "effetto di straniamento" (Brecht) tale da suggerire scenari per un futuro sostenibile attraverso forme di autogoverno responsabile delle comunitŕ locali.
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Gresleri, Jacopo. "Contraddizioni e complessità del cohousing. Il contributo dell'abitare collaborativo alla generazione di spazio pubblico." CRIOS, no. 22 (March 2022): 16–29. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022003.

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Abstract:
A partire dalla posizione di Dorit Fromm a proposito del cohousing, soluzione che parrebbe incoraggiare i residenti a socializzare costituendo al tempo stesso una potenziale strategia per il rinnovamento di piccoli quartieri, l'autore si interroga sul reale contributo "innovativo" di questa forma residenziale nel soddisfare le nuove esigenze di urbanità. Se, come dichiara Bianchetti, lo spazio pubblico contemporaneo è uno spazio che non è per tutti, che «non celebra la fissità ma l'occasione», sarebbe utile delinearne l'uso odierno e le sue specificità. Nella ricerca di risposte a questi interrogativi, analizzando la posizione degli Smithson a proposito del ruolo pubblico dell'intervento privato e rifacendosi ad alcuni esempi ereditati dalla città antica, l'autore identifica una possibile nuova forma di abitare collaborativo.
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Lucido, Simone. "Marseille Euroméditerranée. Il governo urbano di fronte alla crisi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 164–83. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104010.

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Abstract:
Fine dell'impero coloniale e deindustrializzazione hanno prodotto importanti cambiamenti nel tessuto sociale e urbano di Marsiglia. Dal 1995 la cittŕ č interessata da un processo di trasformazione che ha come obiettivi principali l'attrazione di nuovi investitori e l'intervento nei quartieri piů degradati. L'articolo riassume gli esiti dell'intervento, si concentra sul ruolo dell'organismo gestore, analizza le dinamiche della partnership pubblico-privato e gli effetti delle trasformazioni sul tessuto sociale.
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Allulli, Massimo. "Grandi Progetti Urbani e spazio pubblico: condizioni di un binomio possibile. il caso della ZAC clichy-Batignolles." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 140–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104009.

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Abstract:
In questo testo si prende in esame il caso della ZAC Clichy Batignolles, un programma di trasformazione urbana originato dalla candidatura olimpica di Parigi per il 2012. La candidatura č stata colta come occasione per avviare un processo di progettazione partecipata di un quartiere socialmente ed ecologicamente esemplare. A partire dall'analisi del caso, nel testo si propone un'interpretazione circa le condizioni alle quali i grandi progetti urbani possono agire come generatori di nuovi spazi pubblici.
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Mela, Sara. "La creazione di un laboratorio permanente di rigenerazione urbana. Un percorso di ricerca-azione nel quartiere aurora di Torino." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 91–101. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003007.

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Abstract:
L'articolo presenta alcune considerazioni maturate a seguito di un lavoro di ricerca-azione svolto da un gruppo di ricercatori e docenti del Politecnico e dell'Università di Torino, nel quartiere Aurora di Torino. I primi due paragrafi contengono una riflessione teorica sul tema della rigenerazione urbana come pratica finalizzata alla creazione di un'infrastruttura sociale che individua nello spazio pubblico l'asse portante di una molteplicità di servizi co-progettati dai cittadini. Il terzo paragrafo espone i risultati di una campagna d'interviste a testimoni privilegiati e descrive il processo che, a seguito della situazione di emergenza sanitaria determinata dal diffondersi della pandemia, ha portato alla nascita di un Coordinamento di oltre 40 realtà attive in Aurora (comitati di cittadini, associazioni, case del quartiere, ecc.) teso alla creazione di un laboratorio permanente per la rigenerazione del quartiere.
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Cognetti, Francesca, and Liliana Padovani. "Ri-attribuire valore e senso ai quartieri di edilizia residenziale pubblica e alla politica della casa. Percorsi attraverso il quartiere San Siro a Milano." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 117 (October 2016): 5–25. http://dx.doi.org/10.3280/asur2016-117001.

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Minerva, Laura. "Partecipazione popolare e progettazione urbana: il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975)." STORIA IN LOMBARDIA, no. 1 (July 2021): 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Abstract:
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Coppetti, Barbara. "La dialettica tra residenza e spazio aperto nella cittŕ contemporanea: processi generativi e costitutivi." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059013.

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Abstract:
La dissoluzione dell'isolato tradizionale inteso come unitŕ costitutiva del tessuto edilizio, determina una nuova organizzazione urbana che modifica radicalmente la dialettica fra residenza e spazio pubblico nella cittŕ. L'edificio diventa un volume reiterabile all'interno del quartiere e lo spazio libero si svuota dei suoi caratteri specifici. Da una logica in base alla quale ad ogni spazio viene assegnato un particolare carattere riconosciuto dalla pratica, si passa ad un principio insediativo le cui parole chiave sono ritmo, sequenza, intervalli, ripetibilitŕ. Il progetto architettonico e urbano intende rimarcare il senso celato degli odierni paesaggi della mediocritŕ e ricercare nuovi modi abitativi, usi e aggiornate tipologie che diano forma a relazioni aperte capaci di tracciare i processi trasformativi alla quota del suolo pubblico.
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Ginocchini, Giovanni. "Dalla cittŕ: il momento urbanistico di Bologna e la sua dimensione pubblica." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 66–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057008.

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Abstract:
L'evoluzione dell'Urban Center, l'attenzione per la comunicazione che ha accompagnato la redazione dei nuovi strumenti urbanistici, l'esperienza dei laboratori di quartiere sono gli spunti utilizzati per fornire un quadro, solo parzialmente organico, della discussione pubblica bolognese sui temi urbanistici. Il racconto si spinge fino all'attualitŕ, caratterizzata da una particolare attenzione per i progetti relativi alla cittŕ storica in uno scenario generale di crisi (non solo economica ed ambientale, ma anche politica) forse senza precedenti, almeno in anni recenti.
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Camporeale, Rosalia, Leonardo Caggiani, and Michele Ottomanelli. "Equità e accessibilità nella pianificazione della mobilità sostenibile." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 32–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099005.

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Abstract:
Una sfida molto sentita nell'ambito della mobilità sostenibile è quella di pianificare e operare servizi equi da un punto di vista sia geografico che sociale. Le nuove forme di mobilità, infatti, possono esacerbare le disuguaglianze preesistenti nell'accesso ai sistemi di trasporto pubblico escludendo alcune aree urbane quali ad esempio i quartieri a basso reddito o quelli più lontani dal centro città, ovvero proprio laddove i residenti potrebbero beneficiare maggiormente di un nuovo servizio. L'obiettivo di questo lavoro è inquadrare questi aspetti e discuterli alla luce degli studi più recenti, profilando gli aspetti chiave da approfondire sia nella ricerca scientifica così come da parte dei professionisti della pianificazione.
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Galli, Jacopo. "L’UCRONIA COSTRUITA DI LEONARDO BENEVOLO. IL RUOLO DELL’URBANIZZAZIONE PUBBLICA NEL PROGETTO DI SAN POLO A BRESCIA." Proyecto, Progreso, Arquitectura, no. 27 (2022): 32–47. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2022.i27.02.

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Abstract:
L’articolo riscopre il progetto urbano realizzato dal famoso urbanista e storico Leonardo Benevolo per il quartiere di San Polo a Brescia focalizzandosi sul metodo dell’urbanizzazione pubblica, testato per la prima volta in Italia e, nonostante il successo economico e urbano dell’operazione, mai più riproposto in seguito. La prima sezione fornisce un inquadramento delle condizioni politiche e amministrative che portarono Benevolo a Brescia e del suo rapporto con Luigi Bazoli, illuminato assessore all’urbanistica. La seconda sezione descrive il cambio di paradigma apportato dall’urbanizzazione pubblica: una rivoluzione dei sistemi di proprietà fondiaria in Italia che mirava ad allinearsi ai principali paesi europei definendo un mercato delle aree urbanizzate di proprietà pubblica che abbassasse i prezzi di costruzione consentendo una pianificazione coesa dello sviluppo urbano. La terza sezione criticizza l’operazione progettuale sottolineandone gli indubbi meriti ma facendone emergere i limiti e le possibilità inespresse. La quarta sezione mostra come San Polo sia una ucronia, un frammento unico di una storia alternativa, illustrando come nel 1962 la proposta di riforma urbanistica nazionale elaborata da Fiorentino Sullo, che avrebbe fatto dell'urbanizzazione pubblica una legge statale, avesse sollevato così grandi preoccupazioni da provocare un tentativo di colpo di stato. La conclusione re-inserisce San Polo nella contemporaneità, verificando il valore urbano dell’operazione a cinquanta anni di distanza e cercando di riportare alla luce la lezione di Benevolo, inascoltata ma ancora valevole per le sfide odierne.
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Careri, Francesco, Fabrizio Finucci, and Danilo Marinelli. "Porto Fluviale RecHouse." Revista Estado da Arte 3, no. 1 (June 30, 2022): 1–9. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63795.

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Abstract:
Questa è la descrizione della proposta del progetto Porto Fluvial RecHouse, per la rigenerazione di un edificio in via Porto Fluviale, nell'ex area industriale di Roma. Enti comunali, universitari, governativi e di base (ex residenti della zona) hanno collaborato al progetto, tra cui: ridurre il problema abitativo attraverso un processo di integrazione e occupazione sociale; dotare il quartiere di un nuovo spazio pubblico; utilizzare metodi di gestione innovativi; attivare un processo di partecipazione; aumentare il mix sociale come antidoto ai processi di gentrificazione in atto nella zona; migliorare la vicinanza sociale tra gruppi eterogenei.
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Briata, Paola. "I super ricchi e il lato oscuro di "Londra capitale"." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096001.

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Abstract:
La concentrazione spaziale delle persone ricche è per molto tempo apparsa come un fenomeno non problematico per gli studiosi e per i policy maker. In questo contesto, l'articolo propone alcune riflessioni sulla letteratura che ha guardato criticamente alla presenza dei super ricchi in alcune città globali, in particolare, a Londra. Se i media hanno concentrato l'attenzione soprattutto sulla crisi urbana determinata dallo svuotamento e dalla perdita di vitalità dei quartieri dove le case, acquistate con fini d'investimento, sono abitate pochi mesi all'anno, si vuole qui riflettere anche sulle conseguenze della presenza dei super ricchi sulla disponibilità di abitazioni a prezzi accessibili, così come sulla contrazione della sfera pubblica nelle aree urbane costruite per queste popolazioni.
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Mattogno, Claudia. "Frutteti ed orti tra gli spazi aperti dei quartieri della città pubblica a Roma." TERRITORIO, no. 79 (January 2017): 60–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079010.

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Gottero, Enrico. "Hafencity: la cittŕ nella cittŕ." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104007.

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Abstract:
Il progetto del quartiere di HafenCity rappresenta il caso di un grande intervento di rigenerazione urbana ubicato in un'area portuale dismessa sul fiume Elba, nelle vicinanze del centro storico della cittŕ di Amburgo. In questo saggio l'autore ripercorre tutte le tappe dell'intero processo di programmazione e attuazione dell'intervento, in cui riaffiora continuamente il forte legame con l'acqua e con il passato industriale dell'area. Un progetto orchestrato dall'attore pubblico in cui emerge l'approccio urbano sostenibile e la volontŕ di (ri)creare uno spazio con una propria identitŕ, capace di dare origine ai nuovi luoghi della cittŕ e nella cittŕ.
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Iacomoni, Andrea, and Carmela Mariano. "Un'esperienza di rigenerazione dello spazio pubblico nel quartiere erp di Gagno a Pisa." TERRITORIO, no. 89 (November 2019): 155–64. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-089020.

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Olivetti, Maria Livia. "La terza via. Nuove regole per trasformare gli spazi aperti nei quartieri della città pubblica." TERRITORIO, no. 72 (March 2015): 40–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072006.

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Basso, Sara, and Elena Marchigiani. "Quartieri di edilizia pubblica e attrezzature collettive nel dopoguerra: gli anni di una ricerca sperimentale." TERRITORIO, no. 84 (May 2018): 41–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-084006.

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Bonetti, Marta, Simona Carbone, Maurizia Guerrini, and Fedele Ruggeri. "Servizio sociale di prossimità ed empowerment degli abitanti in un quartiere di edilizia pubblica." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2015): 114–27. http://dx.doi.org/10.3280/we2015-001011.

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Inguaggiato, Valeria. "Riuso temporaneo a Milano." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056004.

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Abstract:
Parlare di riuso temporaneo di edifici e aree libere sottoutilizzati o dismessi a Milano vuol dire innanzitutto riflettere sulla forma fisica della cittŕ e sul mutamento che negli ultimi anni l'ha attraversata. Una cittŕ ‘in contrazione' che ha perso abitanti e funzioni e che nel frattempo non ha sviluppato una forte strategia per attrarne di nuove. In questo contesto, esperienze di riuso temporaneo sono state sperimentate in prima istanza da privati grazie alla progettualitŕ e l'iniziativa di gruppi di attivisti ma anche soggetti legati al design e alla creativitŕ che si sono mobilitati a ridosso di specifiche necessitŕ: un ostello temporaneo in occasione di grandi eventi, la sede temporanea di una associazione che si apre al quartiere con eventi e attivitŕ di varia natura, o ancora un luogo di lavoro e intrattenimento in un quartiere in profonda trasformazione. Ad oggi tuttavia anche alcune amministrazioni pubbliche iniziano ad intravvedere il riuso temporaneo come possibile strategia di sviluppo territoriale.
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Papi, Emanuele. "La turba inpia: artigiani e commercianti del Foro Romano e dintorni (I sec. a.C. – 64 d.C.)." Journal of Roman Archaeology 15 (2002): 45–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400013830.

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Abstract:
Chi avesse percorso la Sacra via tra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e l'estate del 64 d.C. si sarebbe trovato in un profano e lussuoso quartiere commerciale: ori, argenti, perle e pietre preziose, aromi e spezie, primizie e cibi ricercati, strumenti musicali, libri, corone di fiori, cortigiane e prostitute — tutte le delizie della vita (come già ai Greci era piaciuto immaginarle) fornite dalla plebe urbana che qui gestiva il sistema di vendite al minuto più famoso e organizzato della città. Anche nelle altre zone intorno al Foro lo scenario non sarebbe stato diverso; nelle botteghe della piazza, lungo le strade circostanti e nei vicini edifici continuava il commercio di dispendiose mercanzie per una clientela di gusti ambiziosi e grandi disponibilità. La tradizione commerciale del luogo era molto antica e risaliva all'età dei re; stando alla tradizione, Tarquinio Prisco aveva per primo utilizzato la valle per attività pubbliche, facendo costruire appositi vani per artigianato e commercio (tabernae circa forum). Quando alla fine del VI sec. a.C. si impiantarono i quartieri della Sacra via, sul fronte degli isolati furono costruite una serie di botteghe tra le quali si aprivano gli ingressi alle domus. Nel periodo più remoto era lo smercio di prodotti alimentari, soprattutto le carni, l'attività primaria forse anche per la presenza di un mercato del bestiame collegato al Foro Boario (beccherie e beccai sono ricordati dal V sec. a.C). Fu negli ultimi decenni del IV sec. a.C. che un aspetto più conveniente (forensis dignitas) si sarebbe affermato per gli interventi di C. Maenius e per la trasformazione delle botteghe da lanienae in argentariae, da macellerie cioè in banchi di cambiavalute, usurai e banchieri, destinati a dominare la piazza fin agli inizi dell'Impero. I commerci più ordinari o le rivendite specializzate non dovettero scomparire del tutto almeno fino alla metà del II sec. a.C: alle tabernae argentariae si mescolavano i negozi di beccai e speziali, chiamati alla greca myropolae, i primi ricordati da Plauto e da Livio nel luogo della basilica Sempronia, i secondi soltanto da Plauto.
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Nifosì, Chiara. "Una piazza come anticipazione di una nuova visione." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 61–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093010.

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Abstract:
Attuando uno dei principali obiettivi del nuovo Piano di governo del territorio di Romano di Lombardia, la rigenerazione della piazza Don Sandro Manzoni ha risposto alla necessità di riconquistare uno dei luoghi più sensibili per la collettività, limitando le risorse investite. Il nuovo spazio pubblico si configura come un suolo comune, dinamico, flessibile e multifunzionale: un grande prato in grado di accogliere attività diversificate e il gioco libero, un'estesa superficie disegnata per gli eventi, lo sport, i mercatini e le feste di quartiere. Questo piccolo intervento non solo risponde a principi di rammendo dell'esistente, ma soprattutto esemplifica un efficiente processo di integrazione sia degli strumenti di pianificazione e di progetto, sia della moltitudine di soggetti e risorse a vario titolo coinvolti.
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Redemagni, Paola. "Il cimitero di Laorca: uno spazio identitario fra storia e leggenda." STORIA IN LOMBARDIA, no. 2 (January 2022): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-002001.

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Abstract:
Laorca oggi è un quartiere di Lecco ma un tempo era un paese famoso per l'industria di trasformazione dei metalli e per il suo cimitero, costruito a partire dal 1632 all'interno di un anfiteatro naturale di grande bellezza e considerato miracoloso. Nel corso dei secoli gli abitanti del paese riservano grande cura ai propri defunti. Nel 1923, tuttavia, Benito Mussolini decide l'aggregazione di Laorca e dei paesi vicini al Comune di Lecco: i cimiteri locali sono destinati a scomparire, sostituiti dal Nuovo Cimitero Urbano Unico, da edificare nel Comune di Malgrate. Gli abitanti di Laorca si mobilitano a difesa del proprio camposanto: contro ogni previsione ebbero successo. Il Nuovo Cimitero Unico, costruito solo in parte tra il 1933 e il 1938, non fu mai utilizzato. Nel nuovo contesto democratico postbellico, esso rappresenta l'espressione di una volontà fascista che non ha tenuto in alcun conto la sensibilità dell'opinione pubblica e la tradizione locale. Sarà infine distrutto nel 1973. Il cimitero di Laorca, invece, compare oggi nella European Cemeteries Route, il progetto di valorizzazione dei cimiteri storici voluto dall'Association of Significant Cemeteries in Europe (ASCE).
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Belingardi, Chiara. "Strade scolastiche: pensare la scuola nella città." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 70–87. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13597.

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Abstract:
Via Bixio è la strada dove è ubicata la scuola Di Donato a Roma. La scuola è molto grande (l’edificio contiene un nido, due scuole dell’infanzia – una statale e una comunale – e una primaria) e di conseguenza la strada su cui insistono i cancelli di ingresso e uscita è molto frequentata. La pedonalizzazione della strada antistante i due cancelli principali della scuola è una delle ultime conquiste dell’Associazione Genitori e dell’istituto scolastico. Tuttavia, come si vedrà, è una conquista tutt'altro che definitiva e pacificata, per quanto simbolica di come l’azione educativa e comunitaria possa eccedere luoghi e tempi dati per fare salti di scala. L’articolo intende portare un contributo al tema della “città a misura di bambine e bambini” e della scuola come punto di partenza per la creazione di spazi di prossimità a partire dalla pedonalizzazione di via Bixio, avvenuta in via sperimentale nel 2021 con un orizzonte temporale che arriva a giugno 2022. Partendo da una comunità scolastica molto forte e attiva, si è arrivati nel tempo a usare gli spazi della scuola come spazi pubblici comunitari, ad ampliare l’azione dal cortile alla strada, avendo come orizzonte di lungo periodo l’intero quartiere. Entrambi gli spazi diventano dispositivi abilitanti per la costruzione di relazioni mutualistiche, di accoglienza e animazione sociale. La rivendicazione dello spazio per il benessere di bambini e bambine (un luogo sicuro per entrata e uscita, uno spazio per il gioco libero) si concretizza in un luogo il cui orizzonte si amplia dall’isolato e dall’infanzia per rivolgersi ad ampio raggio agli e alle abitanti e al quartiere in generale. La prima parte dell’articolo intende dare una cornice a partire dal dibattito italiano sulle scuole come struttura comunitaria e dispositivo strategico e sulle sperimentazioni in corso. La seconda parte dell’articolo illustra il caso della scuola Di Donato, in particolare raccontando l'esperienza della pedonalizzazione della strada ed è frutto di un’osservazione partecipante. Le conclusioni intendono proporre alcune riflessioni alla luce del caso descritto.
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Delponte, Ilaria, and Paolo Rosasco. "Sustainable mobility and economic sustainability: the case of the new trolleybus line in Genoa." Valori e Valutazioni 29 (January 2022): 57–78. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212906.

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Abstract:
With over 3.5 billion people currently residing in major cities around the world, the issue of urban mobility is a current issue and is particularly important in European countries where over 75% of the population is concentrated in urban areas. Even today, many of the daily journeys depend on cars and other private motorized vehicles, with a strong impact in terms of air pollution, noise and climate change as in the European Union transport is responsible for a quarter of greenhouse gas emissions. Reducing private transport and making urban transport systems greener and more efficient therefore has important benefits: for the health, climate and prosperity of cities. New models of transport and urban accessibility, increasingly oriented towards environmental sustainability, must therefore be adopted; the choice of the transport solution must be made in relation to not only technical but also economic, social and environmental feasibility. Taking a cue from the Call issued in 2018 by the Ministry of Infrastructure and Transport for the selection of urban mobility proposals that can access the economic resources intended for the enhancement and implementation of rapid mass transport systems provided for by Law no. 232/2016, this contribution deals with the evaluation of three transport proposals hypothesized for the connection between the city center of Genoa (Brignole station) and the district of Prato, along the Bisagno Valley, developed according to the indications contained in the Urban Mobility Plan of the Municipality. In particular, a Cost-Benefit Analysis (CBA) is developed according to the indications given in the Notice and in the Guidelines of the Ministry of Infrastructure and Transport for the evaluation of investments in public works. The objective is to verify the applicability of the CBA tool for assessing the economic and financial sustainability of the solutions analyzed - also in relation to the indications given in the legislation, the transport scenarios configured and the reliability of the results obtained, for the the choice of the transport solution to be adopted. Con oltre 3,5 miliardi di persone che risiedono attualmente nelle grandi città del mondo, il tema della mobilità urbana è una questione attuale ed è particolarmente importante nei paesi europei dove nelle aree urbane si concentra oltre il 75% della popolazione. Ancora oggi, molti degli spostamenti quotidiani dipendono dalle auto e da altri veicoli motorizzati privati, con un forte impatto in termini di inquinamento atmosferico, sonoro e sul cambiamento climatico visto che nell’Unione europea i trasporti sono responsabili di un quarto delle emissioni di gas serra. Ridurre il trasporto privato e rendere i sistemi di trasporto urbani più ecologici e più efficienti presenta quindi dei vantaggi importanti: per la salute, il clima e la prosperità delle città. Nuovi modelli di trasporto e di accessibilità urbana, sempre più orientati verso la sostenibilità ambientale, devono quindi essere adottati; la scelta della soluzione trasportistica deve essere fatta in relazione alla fattibilità non solo tecnica ma anche economica, sociale ed ambientale. Prendendo spunto dal Bando emesso nel 2018 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la selezione delle proposte di mobilità urbana che possono accedere alle risorse economiche destinate al potenziamento e alla realizzazione di sistemi di trasporto rapido di massa previste dalla Legge n. 232/2016, il presente contributo tratta della valutazione di tre proposte trasportistiche ipotizzate per il collegamento tra il centro della città di Genova (Stazione Brignole) e il quartiere di Prato, lungo la Val Bisagno, sviluppate secondo le indicazioni contenute nel Piano Urbano di Mobilità del Comune. In particolare è sviluppata l’Analisi Costi-Benefici (ACB) secondo le indicazioni riportate nel Bando e nelle Linee Guida del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche. L’obiettivo è quello di verificare l’applicabilità dello strumento dell’ACB per la valutazione della sostenibilità economica e finanziaria delle soluzioni analizzate anche in relazione alle indicazioni riportate nella normativa, agli scenari trasportistici configurati e all’attendibilità dei risultati ottenuti, ai fini della scelta della soluzione trasportistica da adottare.
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Parisini, Roberto. "Commercio e governo della città in età fascista. Per uno studio di storia urbana." Storia e Futuro, no. 54 (February 17, 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5421g.

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Abstract:
Mi propongo di studiare, attraverso il caso del più grande quartiere operaio bolognese, la Bolognina, il commercio al dettaglio e come strumenti di integrazione delle nuove periferie popolari. Siamo, ritengo, nel contesto di una strategia – supportata da mirati interventi urbanistici e propagandistici – di nazionalizzazione piccolo-borghese, di governo dei consumi pubblici e privati, di retorica del decoro urbano, con cui il fascismo punta ad allargare il proprio consenso. My aim is to analyze Bolognina, the biggest working-class district in Bologna, to deal with retail trade as government tool of private consumption and petty bourgeois integration of urban suburbs in cities organized by Fascism.
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Parisini, Roberto. "Luoghi del commercio, edilizia pubblica e organizzazione dello spazio urbano. Su Bologna e la Bolognina negli anni Trenta." Storia e Futuro Giugno 2022, no. 55 (September 20, 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5522c.

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Abstract:
La Bolognina è storicamente ritenuto il più grande quartiere operaio bolognese. Negli anni Trenta la sua crescita è tale da rendere evidente la necessità, per le autorità fasciste, di una sua funzionale integrazione nella città organizzata. Le modalità privilegiate sono quelle di una nazionalizzazione piccolo-borghese fondata sull’intrusione senza precedenti del pubblico negli spazi anche privati della città, in termini di pratiche abitative, uso dello spazio urbano e logiche dei consumi. Tra questi specifici percorsi è in particolare l’ultimo quello su cui più mi concentro, quello che, finora, meno ha goduto dell’attenzione degli storici. Quello dove un ruolo significativo viene assunto dalle vie dei negozi e dagli spazi connessi al dettaglio commerciale, dai commercianti e dalle loro vetrine elevate ora a “nuovi e molto trasparenti confini tra pubblico e privato”. Bolognina is considered the largest historic working-class district in Bologna. Given its rapid growth during the 1930s, fascist authorities decided it was time to integrate it with the city at the functional level. Their preferred strategy was a petit-bourgeois nationalization based on an unprecedented intrusion of the public even into the city’s private spaces, by way of housing practices, use of urban space and consumption patterns. Among these issues, the latter is the one I will focus on the most since it is the one that has so far received the least attention from historians. Shopping streets, retail spaces, shopkeepers and their shop windows – which have now become “new and rather transparent borders between public and private” – play a crucial role dealing with this theme.
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De Maria, Sandro. "Phoinike d’Epiro in eta’ ellenistica." Archaeologia Adriatica 2, no. 2 (January 1, 2008). http://dx.doi.org/10.15291/archeo.1106.

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Abstract:
Phoinike è città della Caonia (Epiro settentrionale) nota alle fonti antiche (soprattutto Polibio) come prospera e capoluogo del koinòn fra III e II sec. a.C. Questo ruolo importante della città è confermato dalla documentazione archeologica, molto incrementata grazie alle recenti ricerche italo-albanesi (2000-2007), seguite alle prime condotte da Luigi M. Ugolini (1926-1927). La città si formò probabilmente secondo un processo sinecistico nella seconda metà del IV sec. a.C., limitata originariamente al settore orientale del colle su cui fu alloggiata, poi progressivamente estesa (III-II sec. a.C.) verso ovest. Un tempio in antis, forse sorto sull’agorà, e le due fasi ellenistiche del teatro (uno dei maggiori dell’Epiro) attestano l’importanza dell’architettura pubblica, mentre un quartiere di case a peristilio, alloggiato su terrazze nel versante meridionale del colle, rivela il tono alto dell’edilizia domestica. Il sistema urbanistico, di tipo scenografico a terrazze, si adatta alla natura irregolare del suolo, secondo le tendenze in atto nell’urbanistica del periodo ellenistico. Gli scavi nella necropoli hanno portato significativi documenti per l’assetto sociale della città, che si rivela tendenzialmente egualitario, mentre nel territorio sono noti diversi centri, anche fortificati, destinati allo sfruttamento dell’agricoltura e all’allevamento transumante degli animali.
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