Academic literature on the topic 'Qualità della voce'

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Journal articles on the topic "Qualità della voce"

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Gabrielli, Giampietro. "La triade sanitaria riabilitativa nella malattia di Parkinson: fi sioterapia, logopedia, neuropsicologia." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 20–30. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002003.

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Abstract:
La malattia di Parkinson (MdP) è la più diffusa malattia neurodege- nerativa dopo la malattia Alzheimer, con un numero di casi destinati ad aumentare in futuro. È una malattia che presenta un quadro di sintomi complesso, che comprende aspetti motori e non motori, che possono influire molto negativamente sulla qualità di vita. Gli studi scientifici degli ultimi anni dimostrano che l'approccio multidisciplinare sia essenziale per il mantenimento ed il miglioramento delle funzioni più colpite dalla malattia. L'approccio multidisciplinare prevede la presenza di un team composto da neurologi, cardiologi, urologi, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi, infermieri; il team necessita di un coordinatore che abbia conoscenze cliniche interdisciplinari per riuscire ad avere una visione globale del livello di salute del paziente e del suo intero nucleo familiare, il cui coinvolgimento è importante per il buon livello di recupero. Il coordinatore deve riuscire, inoltre, a distinguere sintomi strettamente legati alla malattia e sintomi causati da altre situazioni patologiche o disfunzionali, al fine di ottimizzare gli interventi terapeutici. La riabilitazione nella MdP si occupa della rieducazione neuromotoria, della terapia della voce e della deglutizione, delle funzioni cognitive e degli aspetti emotivi del paziente e dei familiari. Queste discipline non intervengono separatamente ma ne cessitano di un continuo interscambio, dando spazio alla componente riabilitativa più urgente rispetto ad altre.
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Akil, F., U. Yollu, S. F. Toprak, and M. Ayral. "Laryngectomy: what is the impact of the type of surgery on life quality and sexual function?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 4 (August 2017): 276–80. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-760.

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Abstract:
Lo scopo del presente studio è stato quello di confrontare gli effetti della laringectomia totale e della laringetomia parziale sulla qualità di vita e sulla sessualità. Lo studio ha incluso 31 pazienti affetti da carcinoma laringeo sottoposti a laringectomia parziale (Gruppo 1) e 51 pazienti sottoposti a laringectomia totale (Gruppo 2). Ai pazienti sono stati somministrati i questionari dedicati dell’ EORTC (QLQ-H&N35) e l’Arizona Sexual Experiences Scale (ASEX). I risultati del test EORTC QLQ-H&N35 relativamente alle sezioni HNSW (deglutizione), HNSE (sensi), HNSP (voce), HNSO (alimentazione sociale), HNSX (sessualità), HNTE (problematiche coi denti), HNOM (problemi nell’apertura della bocca) e HNCO (tosse) sono risultati significativamente più alti per il gruppo 2. Tuttavia il test Arizona non ha mostrato differenze significative fra i due gruppi.
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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 20, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10266.

Full text
Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Saggiomo, Carmen. "IL CITOYEN NEI DIZIONARI FRANCESI TRA XVII E XVIII SECOLO." Verbum 7, no. 7 (December 22, 2016): 165. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10294.

Full text
Abstract:
È intenzione del presente studio esplorare la voce citoyen attraverso le entrate di alcuni fra i più rile­vanti dizionari, dal Thresor de la langue françoyse di Jean Nicot, del 1606, all’edizione del Diction­naire de L’Académie françoise del 1798. Si ha così l’occasione per censire i mutamenti semantici e culturali, l’étendue des sens, tra la pubblicazione del primo dizionario moderno della lingua francese e la quinta edizione dell’Accademia, che precede la fine del periodo rivoluzionario, assunto dalla sto­riografia come spartiacque fra età moderna e età contemporanea. Nel XVII secolo il termine citoyen rimanda, in modo pressoché costante, alla cultura giuridica greco-romana, per la quale cives erano gli abitanti di Roma, Atene, Sparta etc. La concezione della città-Stato, che caratterizza soprattutto il mondo greco, diverrà, seppur con qualità specifiche, un tratto tipico di Roma anche successivamen­te all’espansione dell’impero, ragion per cui, pur in presenza di una forte estensione territoriale, il cittadino romano resta ancorato all’Urbe. Tale modo di concepire il cittadino è rinvenibile in tutti i dizionari francesi qui analizzati. Non va dimenticato che il concetto di “Stato”, nel suo significato moderno, si afferma convenzionalmente solo dopo il Trattato di Westphalia del 1648, quando sulla scena internazionale si affacciano gli Stati nazionali. Solo nel XVIII secolo, e in particolare con la Rivoluzione francese, si passa a un citoyen inteso come soggetto parte della nazione e depositario della sovranità popolare.
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Chiodo, Emanuela. "Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Abstract:
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Gozzelino, Giulia, and Federica Matera. "Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Abstract:
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (March 5, 2018): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. "Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration." Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no. 1 (December 20, 2017): 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Abstract:
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Argentieri, Simona, and Luigi Maccioni. "Un libro a due voci: Paolo Milone, L'arte di legare le persone / Anime perse: commenti a margine del libro di Paolo Milone." PSICOANALISI, no. 2 (December 2021): 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/psi2021-002005.

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Abstract:
Lo scritto è una nota di lettura sul libro bello e originale di Paolo Milone, nella sua indub-bia qualità letteraria e al tempo stesso nel suo valore di testimonianza circa la difficile impresa del prendersi cura della follia. Ed è anche una occasione per riprendere il filo aggrovigliato del rapporto tra psichiatria e psicoanalisi.
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Deiana, Igor, Stefania Malavolta, and Carla Marulo. "LA A23 SI RACCONTA: UNA VOCE PER CHI INSEGNA NELLA CLASSE DI CONCORSO DI LINGUA ITALIANA PER DISCENTI DI LINGUA STRANIERA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 1–12. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17126.

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Abstract:
Malgrado la creazione della classe di concorso A23 abbia rappresentato un riconoscimento istituzionale per l’italiano L2 nella scuola, sembra che rispetto a quanto atteso ben poco sia cambiato. Infatti, pur essendo gli unici insegnanti della scuola italiana che sulla base di titoli ed esperienza possono essere considerati competenti in italiano L2, le e i docenti A23 costituiscono una piccola minoranza del corpo docente in servizio e sono stati assegnati esclusivamente ai CPIA. Visto che i CPIA sono l’unica scuola in cui al momento le e i docenti A23 lavorano, l’evento A023: un confronto di esperienze organizzato in occasione di FIERIDA 2021 è stata un’importante occasione che ha permesso di sondare l’attuale situazione di questa classe di concorso. L’iniziativa, inoltre, oltre a evidenziare problemi e criticità, ha permesso la condivisione di buone pratiche e la proposta di azioni costruttive. Dopo una breve presentazione di FIERIDA e di A023: un confronto di esperienze, il contributo si propone di fare un punto sul ruolo che le e i docenti A23 hanno nei CPIA attraverso le dichiarazioni rilasciate nel corso dell’iniziativa. Sempre grazie alle osservazioni fatte dalla platea partecipante, sono presentate una serie di proposte attuabili e concrete per un migliore impiego della professionalità di questi docenti nei CPIA e nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. A23 tells her story: a voice for those who teach Italian language for foreign language learners Although the recruitment of A23 teachers (Lingua italiana per discenti di lingua straniera) can be considered a key moment for the institutional recognition for Italian L2 in school, it seems that very few things have changed compared to what was expected. In fact, even if since the school year 2017/2018 teachers that had successfully completed a structured course on teaching Italian as a second language have been included in the Italian public-school staff, nowadays it is evident that A23 teachers constitute a small minority of the teaching staff in service and have been assigned exclusively to the CPIA. Since the CPIAs are the only school where the A23 teachers currently work, the webinar “A023: un confronto di esperienze” organized during FIERIDA 2021 was an important opportunity that allowed to probe the current situation of these teachers. The webinar not only highlighted problems and criticalities, but also allowed the sharing of good practices and the proposal of constructive actions. After having briefly described FIERIDA and the aims and structure of the webinar, this paper focuses on the role that A23 teachers have in the CPIA. Furthermore, thanks to the observations made by the participating audience, in the second part of the paper we present a series of feasible and concrete proposals aimed to improve the quality of Italian L2 teaching in CPIA.
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Dissertations / Theses on the topic "Qualità della voce"

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CIPRESSI, ELENA. "Il ruolo della Quality of Experience e della Voce nelle reti 5G." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200608.

Full text
Abstract:
L’imminente avvento del 5G non rappresenta solo una rivoluzione tecnologica, ma definisce anche nuovi modelli di business, a cui i service providers e gli operatori di rete dovranno adattarsi. A differenza del 4G, che ha migliorato in termini di performance il preesistente 3G, il 5G promette di abilitare nuovi paradigmi di comunicazione come le comunicazioni device-to-device, intra e inter-veicolari, cosí come di diffondere nuovi servizi, la tele-medicina e le case intelligenti, per citarne alcuni. Coadiuvata dal cosiddetto network slicing, che consentirà lo sviluppo di multiple reti logiche sulla stessa infrastruttura fisica, il 5G allocherà porzioni di rete a servizi ad-hoc con specifici requisiti di latenza e velocità. L’utente focalizzerà l'attenzione di diversi providers, e con esso ogni sua aspettativa. Per tale motivo, il key asset del 5G non è più la Quality of Service (QoS) ma la Quality of Experience (QoE). Per anticipare e rimanere competitivi nel mercato, la definizione di un sistema affidabile di monitoraggio della QoE è cruciale per l’azienda in cui ho svolto il mio PhD, Empirix, la quale offre servizi di diagnostica e troubleshooting ad operatori di rete ed imprese. Questa tesi esplora il tema del 5G e della QoE, e nella parte finale propone un approccio innovativo volto a determinare la qualità percepita dall’utente finale. In una prima fase, ho seguito la standardizzazione del 5G, con particolare attenzione agli aspetti legati al core business dell’azienda. Ho svolto seminari e lezioni sulle principali caratteristiche del 5G. In seguito, assieme ad Empirix, ho individuato nei servizi voce una delle applicazioni più promettenti dell’ecosistema 5G, e meritevole di approfondimento. Recentemente, Forbes ha dichiarato che “with 5G every object could soon have a voice”, e secondo le previsioni di Ericsson “voice is the king of communication and in a 5G world it will be more important than ever […]. The network infrastructure used for Voice over LTE (VoLTE) today will also be used to enable 5G voice calls”. Ho dapprima sfruttato misure passive di rete per analizzare e confrontare la qualità di diversi milioni di chiamate VoLTE di una rete reale, codificate dagli odierni Adaptive Multi-Rate (AMR) e Adaptive Multi-rate Wide-Band (AMR-WB) codecs. Questa analisi ha permesso di verificare la maggiore robustezza delle chiamate AMR-WB rispetto agl’impariments dei servizi voce, quali jitter e packet loss rate. In parallelo, sono giunta alla conclusione che fare affidamento ad un modello empirico per monitorare la QoE porti a diverse limitazioni, prima fra tutte, la mancanza feedback dell’utente finale. Per ovviare a questa lacuna, ho adottato un approccio customer-driven, seppure in un contesto molto piú confinato del precedente. A tale proposito, ho sottoposto ad un gruppo di volontari un esperimento di valutazione di qualità chiamate AMR-WB, generate in ambiente virtuale da Hammer, una piattaforma proprietaria di Empirix volta ad emulare comunicazioni Voice over IP. Confrontando le caratteristiche di diversi algoritmi dello stato dell’arte, ho allenato un modello di Machine Learning supervisionato per comprendere come la QoE sia in relazione con le metriche di rete e le caratteristiche dell’utente (età, genere, tipo di dispositivo impiegato). Ho constatato che: i) l’algoritmo che meglio approssima la relazione di cui sopra é l’Ordinal Logit Regression; ii) gli utenti spesso convengono nel definire una chiamata di qualità ‘eccellente’ o ‘pessima’ iii) per contro, quando valutano una chiamata di qualità definibile ‘intermedia’, entrano in campo variabili soggettive che difficilmente possono essere interpretate in termini statistici, rendendo pertanto ardua la predizione di QoE.
The forthcoming advent of 5G networks is not only a technological revolution, it will also encompass new business models, whom service providers and network operators should be ready to adapt to. Differently from 4G, which enhanced the performance of the existing 3G systems, 5G will enable new communication paradigms such as device-to-device, inter- and intra- vehicular communications, as well as new services like remote healthcare and smart homes, just to name a few. 5G will dedicate different portions of the network to ad-hoc services with specific speed/latency requirements, taking advantage of the so-called ‘network slicing’ approach that allows to deploy several multi-service logically distinct networks over the same physical infrastructure. End-users and their expectations will be the focus of any provider. As such, the strategical key asset of 5G will no longer be Quality of Service (QoS), rather, Quality of Experience (QoE). To anticipate market needs, the definition of a trustable monitoring approach to QoE is a strategical action for Empirix, the corporation where I worked over my PhD years, as this company offers troubleshooting and diagnostics solutions to service providers and enterprises. This dissertation focuses on the exploration of 5G and QoE topics and in its final part, it proposes a novel technique to assess the quality that end-users will experience. Firstly, I followed 5G standardization with a special emphasis on investigating aspects related to Empirix core business. I transferred my knowledge to the whole company through trainings and lessons. After this phase of study, Empirix and I recognized in the delivery of voice one of the most promising 5G applications, worthy of an in-depth study. Recently, Forbes stated: “with 5G every object could soon have a voice”, and, according to Ericsson forecasting: “voice is the king of communication and in a 5G world it will be more important than ever […]. The network infrastructure used for Voice over LTE [VoLTE] today will also be used to enable 5G voice calls”. Thus, by exploiting passive network measurements, I performed a comparative study of the end-to-end quality degradation that several millions of real VoLTE calls underwent, when two popular codecs were employed, namely, Adaptive MultiRate (AMR) and Adaptive MultiRate WideBand (AMR-WB). This study revealed to what extent AMR-WB based calls are more robust against network impairments of voice services (e.g., jitter and packet loss rate) than their narrowband counterpart. In parallel, I also came to the conclusion that relying on empirical model to monitor QoE leads to several limitations, most notably, the lack of actual feedback from end-users. I addressed this shortcoming adopting a customer-driven approach, although in a much more confined environment. To this regards, I leveraged a pool of research participants that listened and scored AMR-WB calls generated by Hammer, an Empirix platform that emulates Voice over IP communications, therefore providing truly subjective evaluation scores. By comparing different state-of-the-art algorithms my goal was to exploit statistical approaches based on supervised Machine Learning to understand how QoE was related to network metrics and human-based features like age, gender and type of headset. The major findings were: i) Ordinal Logit Regression is the algorithm that best resembles the aforementioned relation. ii) Users usually agree to rate call quality as either ‘excellent’ or ‘bad’. iii) Conversely, when they are asked to rate a call whose quality can be considered between two opposites, the statistical prediction of QoE becomes a difficult task: the perception of 'intermediate' quality is deeply related to subjective personal traits and it may significantly vary among persons.
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PALMONARI, CATERINA. "Valutazione dell'accuratezza della determinazione di VOC quali biomarker di neoplasia del colon-retto nei soggetti FIT positivi dello Screening di Prevenzione." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488221.

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Abstract:
Lo screening è raccomandato per ridurre sia l'incidenza che la mortalità del carcinoma del colon-retto (CCR). Attualmente, molti Paesi organizzano programmi di screening della popolazione basati sull'analisi del sangue occulto nelle feci (FOBT). In Emilia-Romagna (Italia), dal 2005, la versione immunochimica del FOBT (FIT) viene eseguita ogni due anni su persone di età compresa tra 50 e 69 anni. Quindi, la colonscopia viene eseguita sui positivi al FIT. Sfortunatamente, il FIT mostra un numero elevato di falsi positivi (circa il 65%), principalmente a causa di sanguinamenti di origine non tumorale, che portano a molte colonscopie negative (senza tumori). L'introduzione di un metodo economico e di facile utilizzo per verificare i positivi FIT migliorerebbe l'efficacia dello screening, riducendo anche i costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Questa tesi mostra i risultati del protocollo di validazione clinica, iniziato nel 2016, di un dispositivo brevettato composto da un array di sensori di gas nanostrutturati. Questo dispositivo, detto SCENT A1, è stato progettato per identificare la presenza di CCR e di lesioni pre-cancesorse mediante la rivelazione di composti organici volatili (VOC) fecali, con un'analisi non invasiva, in vitro e a basso costo. Le feci sono, infatti, contaminate da questi biomarcatori volatili del tumore, prodotti dalla perossidazione cellulare e dalle alterazioni metaboliche delle cellule. Il protocollo di validazione clinica prevedeva l'analisi, con SCENT A1, di campioni fecali di soggetti FIT positivi allo screening di prevenzione, e l’utilizzo della colonscopia come gold-standard. Un totale di 398 campioni sono stati analizzati con SCENT A1 e con tecniche avanzate di apprendimento automatico (SVM e PCA). Inizialmente i campioni sono stati analizzati dividendoli in due macrocategorie a seconda dello stato di salute: sani (individui senza alcun tipo di lesione tumorale) e malati (individui affetti da adenomi ad alto e basso rischio e/o carcinomi) ottenendo una sensibilità e specificità rispettivamente dell'84,1% e dell'82,4%. I VPP e VPN estrapolati sono risultati rispettivamente del 72% e del 91%. Successivamente tali campioni sono stati analizzati dividendoli in tre categorie: sani, adenomi a basso rischio, adenomi ad alto rischio e carcinomi e ottenendo una sensibilità e specificità rispettivamente dell’80,2% e del 94,4%. I VPP e VPN estrapolati estrapolati sono risultati rispettivamente del 78% e del 95%. Nel 2020 verrà effettuato uno studio multicentrico per valutare l'accuratezza del test su base demografica.
Screening is recommended to reduce both incidence and mortality of colorectal cancer (CRC). Currently, many Countries organize population screening programs based on fecal occult blood test (FOBT). In Emilia-Romagna (Italy), since 2005, FOBT immunochemical version (FIT) is performed every two years on people aged between 50 and 69 years. Then, colonoscopy is carried out on FIT-positives. Unfortunately, FIT shows a high number of false positives (about 65%), mainly due to non-tumoral bleedings, leading to many negative (without tumors) colonoscopies. The use of an economic and easy-to-use method to check FIT-positives would improve effectiveness of the screening, reducing also the costs for National Health Service. This work shows the outcomes of the clinical validation protocol, started in 2016, of a patented device composed by a core of nanostructured gas sensors. This device, SCENT A1, was designed to identify the presence of CRC and pre-cancerous lesions by detecting the fecal volatile organic compounds (VOCs), with a non-invasive, in-vitro and low-cost analysis. Feces are, in fact, affected by tumor volatile biomarkers, produced by cellular peroxidation and metabolic alterations. The clinical validation protocol consisted in the analysis, with SCENT A1, of fecal samples of FIT-positive subjects, using colonoscopy as a gold-standard. A total of 398 samples has been analyzed by means SCENT A1 and with advanced machine learning techniques (PCA e SVM). The samples were initially analyzed by dividing them into two macro-categories according to their health: healthy (individuals without any type of tumor lesion) and sick (individuals with high and low risk adenomas and/or carcinomas) obtaining sensitivity and specificity respectively 84.1% and 82.4%. The extrapolated VPPs and VPNs were 72% and 91% respectively. Subsequently, these samples were analyzed by dividing them into three categories: healthy, low risk adenomas, high risk adenomas and carcinomas and obtaining a sensitivity and specificity of 80.2% and 94.4% respectively. Extrapolated VPPs and VPNs were 78% and 95% respectively. A multicenter study will be performed in 2020, to assess the accuracy of the test on a population basis.
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Menghini, Massimiliano. "Sviluppo e sperimentazione di sensori per il monitoraggio della qualità dell'aria." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10249/.

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Individuare e conoscere la natura degli inquinanti atmosferici e disporre dei dati delle emissioni sono azioni fondamentali per formulare politiche ambientali incentrate sul miglioramento della qualità dell'aria e monitorarne l'efficacia. Sorge l'esigenza di un controllo costante della qualità dell'aria, processo che avviene utilizzando delle centraline di monitoraggio fisse sparse nelle vie delle maggiori città o nei pressi dei principali insediamenti industriali. Lo scopo di questo progetto è quello di realizzare una stazione di monitoraggio mobile al fine di aumentare la superficie di controllo, realizzando un oggetto dinamico capace di acquisire dati sull'inquinamento. Questo è stato fatto applicando ad un drone un sistema di sensori capaci di rilevare le variazioni dei livelli di concentrazione degli agenti inquinanti. Ciò permette di eliminare le stazioni di monitoraggio fisse, le quali rappresentano una spesa ingente. Inoltre, attraverso l'utilizzo di un drone, è possibile monitorare siti più vasti, permettendo un monitoraggio costante e ripetuto nel tempo. La prima parte dell'elaborato analizza il sistema Embedded utilizzato per l'acquisizione dei dati, concentrando l'attenzione prevalentemente sui moduli utilizzati. La seconda descrive quali sono i primi passi per cominciare ad utilizzare i sensori posti sulla Gases Board 2.0 e risponde ai dubbi più comuni su quali parametri di configurazione adottare per un avere una risposta adeguata, quale processo di calibrazione seguire o come trasformare i dati acquisiti, espressi in tensioni, in valori di concentrazione di gas. La terza parte illustra i test effettuati per verificare il corretto funzionamento del sistema completo, con l’esposizione delle problematiche individuate, e una presentazione delle alternative più valide per superarle.
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Books on the topic "Qualità della voce"

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Megale, Teresa, ed. Contesti teatrali universitari. Florence: Firenze University Press, 2014. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-606-0.

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Abstract:
Il volume è il rendiconto dell’attività teatrale della Compagnia universitaria e in specie del progetto di residenza artistica Ri_Nascite che, finanziato dal Dipartimento della Gioventù_Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani, realizzato in collaborazione con il Comune di Prato, ha esplorato nuove dinamiche e rinsaldato il rapporto tra l’istituzione universitaria e la città di Prato per il tramite della compagnia universitaria ‘Binario di Scambio’, che proprio agli ex-Macelli debuttò nel 2007. Il libro a più voci raccoglie contributi originali di autori, attori e registi e riflette sull’esperienza collettiva che ha portato ad Officina, spazio nodale per la creatività giovanile, un programma articolato in diverse attività, per ragionare sulla pluralità dei punti di vista, sulle aree di intervento e sugli obiettivi intorno ai quali si sviluppano le possibilità del linguaggio teatrale oggi. La residenza artistica della compagnia teatrale ‘Binario di Scambio’, estesa tra ottobre 2012 e marzo 2013, ha prodotto quattro nuove produzioni della giovane formazione universitaria, un cartellone di incontri, e tre laboratori di carattere più strettamente formativo, dai quali sono scaturite occasioni sicure di crescita e di consapevolezza collettiva. Premio nazionale 'Cultura di gestione' di Federculture
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Bartolini, Francesca, ed. Lettere a Ruggero Jacobbi. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-164-9.

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Abstract:
Lettere a Ruggero Jacobbi offre un ampio regesto di oltre mille pezzi epistolari inviati all'autore nell'arco di quarant'anni (dal 1938 al 1981) e di circa settanta lettere da lui scritte a vari corrispondenti, dando conto di tutto il materiale epistolare conservato nel Fondo Jacobbi dell'"Archivio contemporaneo Bonsanti" del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze.Dai documenti inediti, attentamente schedati da Francesca Bartolini, emerge con forza la figura di un intellettuale tra i più significativi del nostro Novecento, sempre presente nei dibattiti culturali del tempo e appassionato e reattivo nei confronti del mondo letterario e teatrale. Grazie alle molte voci, che intrecciano diversi paesi ed età, possiamo ricostruirnela vita a partire dagli anni dell'ermetismo, al quale fu vicino nella prima giovinezza, trovare traccia dei sedici anni trascorsi in Brasile, ripercorrere gli ultimi decenni italiani, nei quali avrebbe contemporaneamente esercitato le attività di recensore, regista e autore teatrale, saggista, critico letterario, storico della letteratura, docente universitario, poeta e direttore dell'Accademia d'Arte drammatica "Silvio D'Amico".Molti e autorevoli sono i nomi che ricorrono, anche di mittenti di cultura lusitana e ispanica, a testimoniare la presenza autorevole di Jacobbi sulla scena europea. Basti ricordare Murilo Mendes, Jorge Amado, Ricardo Cassiano e, tra gli italiani, Italo Calvino, Alessandro Parronchi, Vasco Pratolini, Salvatore Quasimodo, Vittorio Sereni e Elio Vittorini. Nell'appendice che chiude il volume è proposta la trascrizione di alcunelettere che trattano di scrittura, di critica, di amicizia ed impegno.
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