Academic literature on the topic 'Qualità dell'assistenza'

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Journal articles on the topic "Qualità dell'assistenza"

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Petralia, Valentina. "Operatori empowering e qualità dell'assistenza." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 2 (March 2013): 113–18. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-002010.

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Borgonovi, Elio. "Verso il gigantismo delle ASL: implicazioni sulla qualità dell'assistenza e il management." MECOSAN, no. 93 (June 2015): 3–7. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2015-023001.

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Spagnuolo, Sabrina, and Serenella Stasi. "La valutazione della qualità dell'assistenza infermieristica: pro e contro dell'EBN a partire da una revisione sistematica." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 67 (March 2018): 24–44. http://dx.doi.org/10.3280/riv2017-067003.

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Houlis, Demetrio, Paola Cardinali, Mario Giuseppe Cocchi, and Donatella Cavanna. "Valutare le esperienze di cura: soddisfazione e percezione della qualità dell'assistenza in un gruppo di professionisti italiani." SALUTE E SOCIETÀ, no. 3 (October 2018): 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/ses2018-003011.

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Vadori, M. "Essere infermiere in dialisi tra tecnologia e relazione con la persona straniera: l'operatore sanitario." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 2 (January 26, 2018): 87–92. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1145.

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Abstract:
La carenza infermieristica è ormai un problema mondiale, le cui cause sono fortemente correlate tra loro e riconducibili a quattro fattori: • L'invecchiamento della popolazione infermieristica • La riduzione delle iscrizioni ai corsi universitari • Il mutamento delle condizioni lavorative • L'immagine scadente della professione infermieristica. La migrazione infermieristica è motivata dalla ricerca di sviluppo professionale, di una migliore qualità della vita e di sicurezza personale. Vi sono Paesi donatori e Paesi riceventi. Anche in Italia il fenomeno è da anni presente. Nel 2007–2010 vi è stato il boom dell'ingresso in Italia di infermieri stranieri superiore al 25%. Nel 2010 erano iscritti all'albo IPASVI 375 185 infermieri, 77% donne e 10% erano stranieri. Ogni Azienda Sanitaria ha attuato la propria strategia di risoluzione. Presso l'ASLTO2 di Torino, dapprima sono state indette gare per “Cooperative infermieristiche”, poi per “Agenzie Interinali” e attualmente sono presenti i professionisti degli “Studi Associati”. Presso la dialisi del S.G. Bosco di Torino l'esperienza è ormai decennale, strutturata e consolidata. Dal 2001 si sono alternati 30 infermieri stranieri provenienti da sei Paesi diversi, il maggiore è ancora la Romania. Il piano didattico di inserimento del neo infermiere straniero, segue quello usato presso la Struttura complessa per tutti i neo assunti e questo permette una qualità omogenea dell'assistenza e un buon livello di “integrazione” percepito dai lavoratori stranieri. (nursing)
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Sharples, M., and B. du Boulay. "Cuore e testa: Il «tutore radiologico» e oltre." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 465–71. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500410.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta dell'insegnamento dell'interpretazione delle immagini mediche basato sul computer. Esso indica i vantaggi dell'assistenza del computer come metodo per fornire una consulenza sistematica accessibile per l'interpretazione delle immagini mediche, nonchè i problemi dati dalla sostituzione o dall'integrazione della figura dell'insegnante. Esso descrive il prototipo di un sistema di insegnamento relativo alle radiografie al torace ed illustra un progetto attualmente in corso per estendere il sistema alle immagini neurologiche della risonanza magnetica. Insegnare ad interpretare le immagini mediche è molto simile all'insegnamento in altre discipline, come la meteorologia, la botanica e la geologia, nelle quali le informazioni si presentano principalmente come immagini visive. Testi di psicologia dell'insegnamento forniscono chiare indicazioni su come insegnare le immagini visive e molte possono essere applicate all'insegnamento riferito alle immagini mediche. Ma le immagini mediche presentano problemi particolari: la qualità dell'immagine è fortemente influenzata da fattori tecnici come il tempo di esposizione; l'immagine è un'astrazione degradata della struttura fisica; le strutture tridimensionali sono ridotte a modulazioni dell'intensità dell'immagine; caratteristiche anatomiche cruciali possono essere nascoste da altre caratteristiche; e le caratteristiche possono assumere un'ampia gamma di valori in pazienti normali e in quelli con anomalie. Nonostante queste difficoltà non esiste un metodo affermato per insegnare ad esaminare le immagini mediche. Generalmente gli studenti imparano sui libri di testo e la loro esperienza di studio di casi è limitata a brevi incontri con un insegnante e un set di immagini scelte ad hoc. I sistemi di insegnamento basato sul computer offrono una soluzione al problema di fornire una consulenza sistematica accessibile. Essi sono stati sviluppati per altri settori della formazione professionale, come l'elettronica, la diagnosi di malattie infettive ed il controllo di processi industriali. Sono in grado di utilizzare varie strategie di insegnamento e di apprendimento, compresi lo sfogliare rapidamente il testo, l'esplorazione guidata, l'assistenza nello studio di casi e l'insegnamento diretto. Un computer può immagazzinare migliaia di immagini interrelate e collegate ad informazioni relative alle loro caratteristiche e alle patologie ad esse associate. Questo database può essere consultato per tenere una «lezione» costituita da una sequenza studiata di immagini esemplificatrici o per correggere le concezioni errate di uno studente mostrandogli immagini comparate.
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SIMÕES, Patricia Maria Uchôa, and Mariana Uchôa Simões BARBOSA. "Bebês em creches nas zonas rurais do Brasil." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 264. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244906.

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Abstract:
RESUMONo Brasil, a história da educação institucionalizada dos bebês inicia-se com instituições voltadas para o atendimento das populações mais pobres das cidades e está relacionada à industrialização e urbanização. Essa origem explica, em parte, a escassa oferta de Educação Infantil para as populações rurais, até hoje. O estudo debate a trajetória das creches das zonas rurais, analisa alguns dos indicadores educacionais e dados da implantação do Proinfância nessas áreas. As conclusões apontam para os avanços na legislação e a melhoria dos indicadores educacionais nas primeiras décadas desse século, também apresenta o Proinfância como uma alternativa para as zonas rurais, com a oferta de apoio aos municípios na construção de políticas de inclusão dos bebês em creche com maior qualidade de atendimento. Faz-se necessário a afirmação desses bebês como sujeitos de direitos, da sua educação como condição de cidadania e da especificidade da creche nas zonas rurais como direito à diferença.Bebês. Creche. Educação Infantil do Campo. Babies in daycare centers in rural BrazilABSTRACT In Brazil, the history of institutionalized baby education begins with institutions aimed at serving the poorest populations in cities and is related to industrialization and urbanization. This origin explains, in part, the scarce offer of Early Childhood Education for rural populations, even today. The study debates the trajectory of daycare centers in rural areas, analyzes some of the educational indicators and data on the implementation of Proinfância in these areas. The conclusions point to advances in legislation and the improvement of educational indicators in the first decades of this century, it also presents Proinfância as an alternative for rural areas, with the offer of support to municipalities in the construction of policies for the inclusion of babies in daycare centers with higher quality of care. It is necessary to affirm these babies as subjects of rights, their education as a condition of citizenship and the specificity of daycare in rural areas as the right to difference.Babies. Nursery. Rural Early Childhood Education. Bebés en guarderías en zonas rurales de BrasilRESUMEN En Brasil, la historia de la educación institucionalizada de bebes comienza con instituciones destinadas a servir a las poblaciones más pobres de las ciudades y está relacionada con la industrialización y la urbanización. Este origen explica, en parte, la escasa oferta de educación de la primera infancia para las poblaciones rurales, incluso hoy en día. El estudio debate la trayectoria de las guarderías en áreas rurales, analiza algunos de los indicadores educacionales y los datos sobre la implementación de “Proinfância” en estas áreas. Las conclusiones apuntan a avances en la legislación y la mejora de los indicadores educacionales en las primeras décadas de este siglo, también presenta a “Proinfância” como una alternativa para las zonas rurales, ofreciendo apoyo a los municipios en la construcción de políticas para la inclusión de bebés en guarderías con mejor calidad de cuidado. Es necesario afirmar que estos bebés son sujetos de derechos, su educación debe ser entendida como condición de ciudadanía y la especificidad de la guardería en las zonas rurales como un derecho a la diferencia.Bebés. Guardería. Educación de la primera infancia rural. Bambini in asili nele aree rurali del BrasileSINTESEIn Brasile, la storia dell'educazione al bambino istituzionalizzata inizia con istituzioni progettate per servire le popolazioni più povere delle città ed è legata all'industrializzazione e all'urbanizzazione. Questa origine spiega, in parte, l'offerta limitata di educazione della prima infanzia per le popolazioni rurali, anche oggi. Lo studio discute la traiettoria degli asili nelle aree rurali, analizza alcuni degli indicatori e dati educativi sull'attuazione di "Proinfância" in queste aree. Le conclusioni indicano i progressi della legislazione e il miglioramento degli indicatori educativi nei primi decenni di questo secolo, inoltre presenta "Proinfância" come alternativa alle aree rurali, offrendo supporto ai comuni nella costruzione di politiche per l'inclusione dei bambini negli asili nido con una migliore qualità delle cure. È necessario affermare che questi bambini sono soggetti di diritti, la loro educazione deve essere intesa come una condizione di cittadinanza e la specificità dell'assistenza all'infanzia nelle aree rurali come un diritto alla differenza.
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Mignardi, Licia. "L'accesso ospedaliero: un'esperienza di riorganizzazione secondo l'approccio Lean Thinking." SALUTE E SOCIETÀ, no. 1 (May 2009): 155–65. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-su1013.

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Abstract:
- 013 The objective of making the admission to hospital services more efficient and effective can be pursued using diverse methods and organisational approaches. Lean thinking and theory of constraints - used in industry and manufacturing - have proved to be valuable for business process reengineering also within the healthcare sector. When changing and improving the hospital admission, lean thinking is a radical approach which requires addressing the whole process and not only single components in isolation. Applying the key principle of the Toyota production system, when increasing product/service value for customers/patients, all processes need to be redeveloped. The focus is not only on better hospital admission procedures, but concentrates also on creating a system where each step pulls the patients towards it when it is ready, from discharge backwards. The OLA project (in Italian "Organizzazione Lean dell'Assistenza") developed by the Local Health Authority of Florence shows how industrial systems such as lean thinking can be used to deliver higher quality health care. Relevant achievements are characterised by a strong strategic vision provided and continuously sustained by the executive leadership. Rigorous methodology and constant professional involvement and participation to the project are equally critical requirements.Keywords: hospital admission; lean thinking for healthcare sector; business process reengineering; efficiency; continuous improvement.
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Dissertations / Theses on the topic "Qualità dell'assistenza"

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Pieri, Giulia <1981&gt. "L'ospedale di comunità nella regione Emilia-Romagna: modelli organizzativi e valutazione della qualità dell'assistenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7368/1/PIERI_GIULIA_tesi.pdf.

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Abstract:
L’attuale frammentazione dei percorsi assistenziali rivolti ai pazienti anziani con multimorbosità e fragili, non garantisce cure efficaci, efficienti né soddisfazione dei pazienti e delle loro famiglie. Si stanno sviluppando a livello internazionale modelli di organizzazione dei servizi di “cure intermedie”, per rispondere ai bisogni emergenti rappresentati da invecchiamento, aumento di patologie croniche, multimorbosità e fragilità, per evitare ospedalizzazioni inappropriate e ritardare l’istituzionalizzazione di lungo periodo. Coerentemente con le indicazioni normative nazionali, la Regione Emilia-Romagna (RER) ha intrapreso un percorso di ridefinizione dei servizi territoriali e della rete ospedaliera con l’obiettivo di garantire la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio, in particolare per le persone con patologia cronica, potenziando i servizi assistenziali di cure intermedie e attivando strutture residenziali intermedie territoriali (Ospedali di Comunità). Il progetto di ricerca aveva l’obiettivo di definire, attraverso l’individuazione di specifici indicatori, una modalità strutturata per il monitoraggio dell’assistenza fornita ai pazienti che vengono presi in carico negli Ospedali di Comunità dal punto di vista clinico, organizzativo e del paziente. Il modello organizzativo è stato studiato confrontando tre Ospedali di Comunità della Regione Emilia-Romagna. Gli indicatori individuati sono quindi stati analizzati per descrivere la coorte di pazienti dimessa dall’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro Terme (Ausl Imola). L’analisi condotta, con l’identificazione di sottotipi caratteristici di pazienti che accedono all’Ospedale di Comunità può costituire un valido supporto conoscitivo nel processo di miglioramento dei percorsi clinico-assistenziali. La descrizione dei percorsi di cura seguiti dai pazienti presi in carico negli Ospedali di Comunità, di cui l’analisi presentata rappresenta un primo step, può infatti contribuire a meglio definire le strategie organizzative dell’assistenza ospedaliera e territoriale, sanitaria e socio-assistenziale per potenziare quindi la capacità di risposta ai bisogni dei pazienti.
The fragmentation of services for elderly with multimorbidity and frailty does guarantee neither effective and efficient care, nor the satisfaction of patients and their families. At international level, for decades, organizational models for “intermediate care” have been developing, as solution to emerging problems (aging, chronic disease, multiborbidity and frailty), to avoide inappropriate hospital admission and to delay long-term care. Consistent with national documents, Emilia-Romagna Region has been redefining community services and the acute hospital network with the aim of ensuring continuity of care and integration between hospital and community services, especially for people with chronic diseases, developing intermediate care and activating bed-based intermediate care services (Community Hospitals). The research project aimed to define – through the identification and analysis of specific indicators – a structured method for monitoring health care provided to patients in Community Hospitals in terms of clinical, organizational and patient perspective. The organizational model has been examined comparing three Community Hospital of Emilia-Romagna Region. Indicators have been analyzed to describe patients discharged from the Community Hospital of Castel San Pietro Terme (Imola Local Health Authority). The structured analysis and the identification of emerging clusters of patients admitted in Community Hospital, could provide important input for the best planning of integrated care pathways for patients. The description of clinical pathway of patients admitted in Community Hospitals may help to better define organizational strategies for both acute and community care, both health and social assistance, to enhance responses to patients' needs.
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Pieri, Giulia <1981&gt. "L'ospedale di comunità nella regione Emilia-Romagna: modelli organizzativi e valutazione della qualità dell'assistenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7368/.

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Abstract:
L’attuale frammentazione dei percorsi assistenziali rivolti ai pazienti anziani con multimorbosità e fragili, non garantisce cure efficaci, efficienti né soddisfazione dei pazienti e delle loro famiglie. Si stanno sviluppando a livello internazionale modelli di organizzazione dei servizi di “cure intermedie”, per rispondere ai bisogni emergenti rappresentati da invecchiamento, aumento di patologie croniche, multimorbosità e fragilità, per evitare ospedalizzazioni inappropriate e ritardare l’istituzionalizzazione di lungo periodo. Coerentemente con le indicazioni normative nazionali, la Regione Emilia-Romagna (RER) ha intrapreso un percorso di ridefinizione dei servizi territoriali e della rete ospedaliera con l’obiettivo di garantire la continuità delle cure e l’integrazione ospedale-territorio, in particolare per le persone con patologia cronica, potenziando i servizi assistenziali di cure intermedie e attivando strutture residenziali intermedie territoriali (Ospedali di Comunità). Il progetto di ricerca aveva l’obiettivo di definire, attraverso l’individuazione di specifici indicatori, una modalità strutturata per il monitoraggio dell’assistenza fornita ai pazienti che vengono presi in carico negli Ospedali di Comunità dal punto di vista clinico, organizzativo e del paziente. Il modello organizzativo è stato studiato confrontando tre Ospedali di Comunità della Regione Emilia-Romagna. Gli indicatori individuati sono quindi stati analizzati per descrivere la coorte di pazienti dimessa dall’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro Terme (Ausl Imola). L’analisi condotta, con l’identificazione di sottotipi caratteristici di pazienti che accedono all’Ospedale di Comunità può costituire un valido supporto conoscitivo nel processo di miglioramento dei percorsi clinico-assistenziali. La descrizione dei percorsi di cura seguiti dai pazienti presi in carico negli Ospedali di Comunità, di cui l’analisi presentata rappresenta un primo step, può infatti contribuire a meglio definire le strategie organizzative dell’assistenza ospedaliera e territoriale, sanitaria e socio-assistenziale per potenziare quindi la capacità di risposta ai bisogni dei pazienti.
The fragmentation of services for elderly with multimorbidity and frailty does guarantee neither effective and efficient care, nor the satisfaction of patients and their families. At international level, for decades, organizational models for “intermediate care” have been developing, as solution to emerging problems (aging, chronic disease, multiborbidity and frailty), to avoide inappropriate hospital admission and to delay long-term care. Consistent with national documents, Emilia-Romagna Region has been redefining community services and the acute hospital network with the aim of ensuring continuity of care and integration between hospital and community services, especially for people with chronic diseases, developing intermediate care and activating bed-based intermediate care services (Community Hospitals). The research project aimed to define – through the identification and analysis of specific indicators – a structured method for monitoring health care provided to patients in Community Hospitals in terms of clinical, organizational and patient perspective. The organizational model has been examined comparing three Community Hospital of Emilia-Romagna Region. Indicators have been analyzed to describe patients discharged from the Community Hospital of Castel San Pietro Terme (Imola Local Health Authority). The structured analysis and the identification of emerging clusters of patients admitted in Community Hospital, could provide important input for the best planning of integrated care pathways for patients. The description of clinical pathway of patients admitted in Community Hospitals may help to better define organizational strategies for both acute and community care, both health and social assistance, to enhance responses to patients' needs.
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Rizzato, Elena. "Analisi della copertura e della qualità dell'Assistenza Domiciliare Integrata nell'Azienda Ulss 6 della Regione Veneto." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426985.

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Abstract:
The increase in the population's average age has led to a growth in chronic degenerative and neoplastic diseases and thus a growing demand for health and social care charges on Local Health Unit. At the same time the available economic resources ' decrease has brought the Local Health Unit themselves to reorganize, as a consequence of regional and national actions, their care services network which includes, among other things, the containment of inappropriate admissions. These two phenomena, combined with technological advances in medicine that make some types of care possible even at home, have increased the number of patients who require social and health integrated home care, which is developed with the integrated home care (ADI). ADI is not equally developed in the country and there are differences among the Social Health Districts of the same Local Health Unit. A quantitative survey of the integrated home assistence's coverage and quality perceived has been led to in the Local Health Unit 6 of the Veneto Region , using the informations contained in different management data base of the firm, which have been duly connected by operations of records linkage through more identifying keys and filtered according to previously tested criteria. The data set, obtained by the programming language SAS, have been used to assess the area's coverage. The qualitative survey, however, has been led to by questionnaires administered to people involved in integrated intensive home care, carefully sampled from data sets of ADIMED patients in the period January 2006 - June 2008 for each Local Health Unit 6' s district. From these questionnaires administered to the patient, to the caregiver, to the doctor and to the district operator, and after statistical analysis carried out on data obtained, it has been possible to assess the ADI's various aspects of the area considered . The same work, suitably adapted, can be implemented in other Local Health Unit of the national territory.
L’aumento dell’età media della popolazione ha determinato un incremento delle patologie croniche degenerative e delle patologie neoplastiche e di conseguenza una crescita della domanda di assistenza sanitaria e sociale a carico delle Aziende Ulss. Allo stesso tempo la diminuzione delle risorse economiche disponibili ha portato le stesse Aziende Ulss, per direttive regionali e nazionali, ad un intervento riorganizzativo delle loro reti di servizi assistenziali che comprende, fra le altre cose, il contenimento dei ricoveri impropri. Questi due fenomeni, uniti ai progressi tecnologici in campo medico che rendono alcuni tipi di cura possibili anche a domicilio, hanno aumentato il numero di pazienti che necessitano di cure domiciliari sia sanitarie che sociali integrate fra loro, che si sviluppano con l’Assistenza Domiciliare Integrata ovvero ADI. L’ ADI non è omogeneamente sviluppata nel territorio nazionale e vi sono delle differenze anche fra Distretti Socio Sanitari della stessa Azienda Ulss. Nell’Azienda Ulss 6 della Regione Veneto è stata condotta un’analisi della copertura quantitativa e della qualità percepita dell’assitenza domiciliare integrata utilizzando le informazioni contenute in diversi data base gestionali dell’ Azienda, che sono stati opportunamente collegati fra loro mediante operazioni di record linkage tramite più chiavi identificative e filtrati, secondo criteri precedentemente testati. I data set così ottenuti, mediante il linguaggio di programmazione SAS, sono stati utilizzati per valutare la copertura del territorio L’analisi qualitativa, invece, è stata condotta mediante questionari somministrati ai soggetti coinvolti nell’assistenza domiciliare integrata ad alta intensità assistenziale, accuratamente campionati a partire dal data set dei pazienti in ADIMED nel periodo gennaio 2006 – giugno 2008 per ogni distretto dell’Azienda Ulss 6. Da questi questionari, somministrati al paziente, al caregiver, al medico di base e all’operatore di distretto, ed in seguito ad analisi statistiche condotte sui dati ottenuti, si sono potuti valutare vari aspetti dell’ Assistenza Domiciliare Integrata ad alta intensità assistenziale della zona in esame. Lo stesso lavoro, opportunamente adattato, può essere condotto in altre Ulss del territorio nazionale.
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Piraccini, Francesca. "Disuguaglianze nella qualità dell'assistenza alla popolazione adulta con diabete mellito della Regione Marche: lo studio AEQUITAS." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242870.

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Abstract:
Il diabete è uno dei principali problemi di salute pubblica internazionale. La letteratura riporta la presenza di disuguaglianze di salute nella qualità dell’assistenza alle persone diabetiche, ma non vi sono dati riguardanti i servizi offerti nella realtà regionale. Utilizzando i dati dei database di 52 medici di medicina generale (MMG) e i dati amministrativi di utilizzo dei servizi sanitari regionali, il progetto di ricerca si pone l’obiettivo di valutare le differenze sociali e geografiche nell’appropriatezza del processo di cura del diabete mellito e stimare la prevalenza del diabete nella Regione Marche. All’interno del campione di 65 696 assistiti dai MMG sono stati identificati 6 494 diabetici nel periodo 2003-2010, per i quali è stata valutata l’appropriatezza delle cure prestate analizzando l’associazione tra due indicatori di appropriatezza, uno di esito (i ricoveri prevenibili per diabete, definiti secondo l’AHRQ) e uno di processo, la frequenza di controlli dell’emoglobina glicata (A1C) per ogni anno di osservazione e le variabili cliniche, strutturali e socioeconomiche dei soggetti. La prevalenza del diabete varia dal 5.4% nel 2003 al 7.8% nel 2010, con un significativo trend annuo in aumento indipendentemente dall’invecchiamento della popolazione regionale. I soggetti diabetici di età compresa tra 20 e 44 anni sono a maggior rischio sia di ospedalizzazione prevenibile sia di discontinuità nell’effettuare i controlli di A1C. Entrambi gli indicatori non si sono dimostrati influenzati dallo status socioeconomico dell’individuo, misurato dal livello di istruzione. La deprivazione del luogo di residenza ha un effetto favorente i ricoveri prevenibili e la discontinuità dei controlli nei soggetti con età maggiore di 45 anni. La deprivazione si è dimostrata un fattore indipendente protettivo per la discontinuità dei controlli, spiegabile dalla presenza di servizi specialistici diabetologici in molti comuni deprivati o molto deprivati. I risultati indicano la presenza di condizioni di vulnerabilità nella qualità dell’assistenza ai soggetti diabetici che richiede maggiori sforzi da parte di tutti gli attori del Sistema Sanitario Regionale.
Diabetes is one of the most common chronic diseases in nearly all countries. Subjects’ socioeconomic status (SES) is associated with diabetes incidence and prevalence, use of healthcare services and prevalence of diabetic complications. Considering the need to analyse if appropriate services are equally provided to different socio-economic groups at local level, and considering the role of the general practitioners (GPs) in the management of chronic disease, the project AEQUITAS was conducted. The aim of the current study was to evaluate social and economic disparity in diabetes care, analysing the association between preventable hospitalization for diabetes and frequency of controls of glicated haemoglobin (A1c) and indicators of inequality. We also evaluated the diabetes care demand estimating diabetes prevalence. This study was based on administrative archives with GPs database as the main source for case detection. A total of 6 494 subjects suffering from diabetes mellitus aged ≥ 20 years were analysed in the study period. Overall prevalence of diabetes ranged from 5.4% in 2003 to 7.8% in 2010, with a significant positive trend of 0.31%. Only 21% of subjects had two or more A1c tests in each year of observation.We found people aged ≤44 years at a significant higher risk of preventable hospitalization and of poor frequency of control of A1C than people aged >44, consistently with other Italian studies. We observed an excess of preventable admissions for people living in socioeconomic disadvantage areas and they was at significant higher risks of poor frequency of A1C controls if they were aged more than 44 years. As shown in other studies, the severity of the disease increased the frequency of controls, maybe through the care of a diabetes centre. However, educational level was significantly associated neither with the rate of preventable admissions nor with the frequency of controls. These results may indicate that patients independently by their SES appropriately use health services, but outpatient healthcare services continue to be not equally available on the regional territory. The study showed that there are considerable opportunities for improving the management of diabetes, especially in the youngest and in the disadvantage areas.
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Annarumma, Carmela. "Health Literacy." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/1533.

Full text
Abstract:
2010 - 2011
The increasing interest in health literacy is due to the universally recognized assumption that health and knowledge are crucial assets for well being, both for individuals and the community. Health literacy, is no longer a negligible health determinant. It goes beyond the ambit of education, pertains to community development through continuous and dynamic interaction with the social environment, and is strategically functional to the pursuit of equity, appropriateness and adequacy in health care services. In short, health literacy is an empowerment strategy bent on the improvement of people’ s attitude to accessing health information and using it effectively. At the same time, it is an instrument that policy makers can use to optimize health promotion, to gain better health outcomes and to cut costs in the health care system. Our study confirms that a limit in most research is that health literacy is measured only in patients in the context of their relation with health professionals, whereas a “systemic vision” is sorely lacking whereby a health care organization can evaluate its capacity to deliver a service and put in place managerial and communicational mechanisms that encourage interaction between the patient/client and the health organization as a whole. Consequently, the present study aims to investigate the attitude of health organizations when implementing policies and at the same time, to activate procedures and approaches that promote adequate levels in patient/client health literacy and a greater extent of health literacy in the community. Assuming the hypothesis that the Italian health care system is unable to cope with policies to improve health literacy, and in addition, postulating that Italian health organizations are quite unaware of the issue, we attempt to show how the health system in Italy is still far from effectively activating health literacy pathways, since health outcomes seem to be correlated to “informal procedures” carried out by health professionals as opposed to formal engagement on the part of health organizations combined with a commitment towards literacy in patients. Our research verifies that utility, quality and effectiveness in health literacy practice can only be maximized if health organizations adopt a systemic vision and pervasive policies. On the contrary, all the efforts made by health care professionals in Italy in order to put in place informal procedures are thwarted, since besides not being mainstreamed within the organization; they are sporadic and not concretized into routines; in terms of management, they come up against the lack of organizational commitment and clash with a non-attitude in the community on health literacy. Only if health organizations acquire awareness and put in place effective processes of change, can we envisage, through the lens of health literacy, more equity, better outcomes, lower costs: in a word, better quality public health. [edited by Author]
X n.s.
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Gori, Davide <1984&gt. "Il ruolo degli indicatori patient reported (PROMs) per la promozione della qualità dell'assistenza: il caso di studio della chirurgia del CA prostatico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8520/1/FILE_FINALE_DAVIDE_GORI_DEF_2.pdf.

Full text
Abstract:
Gli esiti riferiti dai pazienti (PROMS), sono attualmente diventati tra gli strumenti più utilizzati in tutti i livelli dell’assistenza, e in particolare per le patologie oncologiche. Il cancro della prostata è la diagnosi più comune di tumore maligno e la seconda causa di morte negli uomini. I pazienti possono sviluppare effetti collaterali legati al trattamento di cui l'incontinenza urinaria ne rappresenta uno dei più frequenti e influenzanti maggiormente la qualità della vita. Nella prima parte sperimentale della presente tesi sono stati identificati gli indicatori più importanti di qualità per il cancro alla prostata (proposti dalla comunità scientifica) e ne è stato determinato il loro utilizzo. Successivamente, tramite una raccolta dati sugli esiti funzionali estratti dalle cartelle cliniche informatizzate utilizzando i dati del database Stanford University HealthCare, è stato sviluppato un flusso di estrazione e di data-mining che è stato in grado di catturare la documentazione fornita dai medici sugli esiti più importanti e centrati sul paziente utilizzando note cliniche non strutturate e registrate di routine. Inoltre è stato misurato quanto riferito dai pazienti utilizzando l'indagine EPIC-26 (somministrato in sede di visita oncologica pre e post intervento), un questionario che nel corso degli anni è stato validato ed è attualmente considerato uno dei gold-standard per la valutazione del paziente post-prostatectomia. Il risultato maggiore della attuale comparazione è che quanto viene riferito dai pazienti è altamente concordante con quanto viene riportato dai medici sulle cartelle cliniche elettroniche. Il caso di studio presentato, apre la strada alla possibilità di utilizzare e valutare questo tipo di indicatori in maniera sistematica. I clinici possono riportare nelle cartelle cliniche importanti informazioni riferite dai pazienti, la cui integrazione potrà portare, in futuro, ad una migliore raccolta dei dati sugli esiti patient-centered e ad un effettivo miglioramento della qualità così orientata in tutti i settori della medicina.
Patient reported outcome measures (PROMS) have now become among the most used tools at all levels of care, particularly for oncology. Prostate cancer is the most common malignant cancer diagnosis and the second leading cause of death in men. Patients may develop treatment-related side effects of which urinary incontinence is one of the most frequent and most influencing quality of life. In the first experimental part of this thesis the most important quality indicators for prostate cancer (proposed by the scientific community) were identified and their use was determined. In a second stage, through data collection of the functional outcomes extracted from the electronic medical records (using data from the Stanford University HealthCare database), an extraction and data-mining flow that has been able to capture the documentation provided by the physicians on the most important patient-centered outcomes using unstructured and routine recorded clinical notes has been developed. Furthermore, patient reported outcomes were collected using the EPIC-26 survey (administered during the oncological visit before and after surgery), a questionnaire that over the years has become one of the gold-standard for evaluation of the patients undergoing prostatectomy. The main result of the actual comparison is that what is reported by patients is highly consistent with what is reported by doctors on electronic medical records. The presented case study paves the way for the possibility of using and evaluating this type of indicators in a systematic way. Clinicians can report in the medical records important patient reported information, whose integration will lead, in the future, to a better collection of data on patient-centered outcomes and to an effective quality improvement in all medical fields.
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Books on the topic "Qualità dell'assistenza"

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Papini, Massimo, and Debora Tringali, eds. Il pupazzo di garza. Florence: Firenze University Press, 2004. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-119-5.

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Abstract:
Il libro è il risultato di un lavoro sulle esperienze delle malattie mortali dei bambini e sui loro risvolti psicologici ed etici condotto con giornate a carattere congressuale e seminari di approfondimento da parte di docenti e ricercatori appartenenti a discipline diverse della Medicina, della Psicologia, della Filosofia, delle Scienze Infermieristiche. Vi sono raccolti i contributi alle giornate congressuali e le relazioni dei ricercatori partecipanti ai seminari; in tal modo si è costruito un percorso ideale che, alternando riflessioni e testimonianze, porta a una nuova consapevolezza dell'assistenza sanitaria fondata sulla qualità del rapporto umano come prerequisito dell'atto sanitario.
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2

Tombaccini, Donatella, Donatella Lippi, Fiorella Lelli, and Cristina Rossi, eds. Firenze città spedaliera. Florence: Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/8884532248.

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Abstract:
Il volume con agili sintesi testuali e ricco corredo iconografico ripercorre la storia dell'assistenza a Firenze e nel suo comprensorio, dalle più antiche e generiche istituzioni ospedaliere, fino all'attuale Società della salute. La storia antica e recente degli ospedali è tracciata in relazione alle finalità del loro sviluppo, evidenziando il mutare nel tempo dei servizi e dello stesso concetto di qualità. Le schede degli ospedali sono state realizzate da studenti e personale della Facoltà di Medicina e Chirurgia, in nome della condivisione di intenti e di obiettivi che rappresentano un punto di forza nella formazione medica.
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3

Studi dell'OCSE sulla Qualità dell'Assistenza Sanitaria: Italia 2014. OECD, 2016. http://dx.doi.org/10.1787/9789264268128-it.

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4

Progetto educativo e qualità dell'assistenza. Milano: F. Angeli, 1998.

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