Academic literature on the topic 'Qualità del paesaggio'

Create a spot-on reference in APA, MLA, Chicago, Harvard, and other styles

Select a source type:

Consult the lists of relevant articles, books, theses, conference reports, and other scholarly sources on the topic 'Qualità del paesaggio.'

Next to every source in the list of references, there is an 'Add to bibliography' button. Press on it, and we will generate automatically the bibliographic reference to the chosen work in the citation style you need: APA, MLA, Harvard, Chicago, Vancouver, etc.

You can also download the full text of the academic publication as pdf and read online its abstract whenever available in the metadata.

Journal articles on the topic "Qualità del paesaggio"

1

Morelli, Emanuela. "Progettare per la natura. Cosa non dovremo dimenticare dall’esperienza COVID-19?" Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 5–25. http://dx.doi.org/10.36253/rv-11510.

Full text
Abstract:
Questo numero di Ri-Vista nasce nell’Aprile del 2020, in pieno lockdown, con l’esigenza di raccogliere alcune delle riflessioni espresse durante il periodo della pandemia prodotta dal COVID-19, nel dibattito sulla qualità dei luoghi che abitiamo, su come questi dovrebbero essere e su come gli esseri umani dovrebbero abitare il pianeta. Un tentativo di compilare una sorta di diario di bordo, o se vogliamo una serie di appunti, utili a ricordare cosa non dovremmo dimenticare di questa esperienza e cosa dovremmo portare all’interno del progetto di paesaggio per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi del pianeta.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Morezzi, Emanuele. "La Cattedrale dell'Elettricità: trasformazione del rudere, permanenza dell'immagine. Il caso della Battersea Power Station di Londra." Labor e Engenho 11, no. 4 (December 26, 2017): 477. http://dx.doi.org/10.20396/labore.v11i4.8651202.

Full text
Abstract:
Le recenti trasformazioni della Battersea Power Station impongono una riflessione sulla modifica del paesaggio industriale londinese del XX secolo. L'articolo intende porre una riflessione non solo sulla conservazione/trasformazione del rudere, ma anche sulla valenza iconica dell'edificio e sull'importanza del simbolo che esso rappresenta nel panorama londinese, in qualità di caso studio di architettura legata al periodo industriale e alle architetture per la produzione di energia elettica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Colafranceschi, Daniela, and Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

Full text
Abstract:
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Farinella, Romeo, and Edoardo Seconi. "Il delta del Po ferrarese. Racconto di una fragilità ambientale e politica." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2021): 51–62. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-003004.

Full text
Abstract:
La storica mutevolezza del paesaggio è paradossalmente il carattere più permanente del Delta del Po. Si parla di un territorio di valli e lagune che è sempre stato povero, ma che fu al centro di una delle operazioni più importanti di colonizzazione nel territorio italiano. Il Delta nel do-poguerra fu oggetto di ipotesi progettuali che, se realizzate, lo avrebbero devastato, ben oltre quanto successo con le urbanizzazioni costiere anche perché negli anni del boom economico si puntava alla "modernizzazione" ma si iniziò anche a parlare di Parco del Delta del Po. Altra fragilità ricorrente è certamente quella ambientale associata ai temi del rischio idraulico, dell'ingressione salina, dell'urbanizzazione turistica diffusa e senza qualità, dell'innalzamento del livello del mare. Il Delta costituisce uno straordinario laboratorio di ricerca progettuale sui temi posti dai cambiamenti climatici, necessario per definire strategie centrate su conflitti, con-traddizioni e opportunità.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Kappers, EF, A. Fanfani, and L. Salvati. "A bio-indicator for the evaluation of quality forestry and landscape fragmentation." Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 10, no. 4 (November 4, 2013): 94–102. http://dx.doi.org/10.3832/efor1040-010.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Venturi Ferriolo, Massimo. "Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

Full text
Abstract:
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Castiglioni, Benedetta, Massimo de Marchi, and Monica Ruffato. "Paesaggi democratici: dalla partecipazione alla cittadinanza." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (April 2011): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-001006.

Full text
Abstract:
L'articolo esplora le potenzialitŕ offerte dal paesaggio (inteso nella sua dimensione sociale di mediatore sensibile tra societŕ e territorio) come occasione di partecipazione e di costruzione di una cittadinanza sostenibile e responsabile. Dopo una attenta analisi della dimensione sociale del paesaggio, alla luce della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) la seconda parte dell'articolo affronta il quadro delle politiche per la partecipazione, e l'evolversi degli strumenti di misurazione dell'che obbligano ad un miglioramento della qualitŕ decisionale e dell'inclusione sociale sulle questioni relative ai rapporti tra comunitŕ e luoghi. Nella terza parte dell'articolo sono esaminati due tipologie di esempi relativi all'istituzionalizzazione di pratiche partecipative relative al paesaggio: gli Osservatori del Paesaggio e le reti di attori. L'ultima parte dell'articolo evidenzia come il "fare partecipazione" sul paesaggio rappresenti una grande occasione pubblica per ricostruire e approfondire la dimensione della cittadinanza sostenibile a partire dal delineare nuove regole di appartenenza e responsabilitŕ nei confronti di comunitŕ e luoghi.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Zanon, Bruno, Giorgio Tecilla, Roberto Paoli, and Marco Piccolroaz. "Trentino. Territorio, paesaggio e architettura del regionalismo / Territory, landscape and critical regionalism in Trentino." Regionalità e produzione architettonica contemporanea nelle Alpi, no. 1 ns, november 2018 (November 15, 2018): 138–51. http://dx.doi.org/10.30682/aa1801p.

Full text
Abstract:
The progress of the practice and the debate on architecture in the Alpine region of Trentino, in the last fifty years, has been characterised by a pivotal role of the Autonomous Province, the local authority with key competencies in environmental matters and spatial organisation, on the one hand, and by the experimentation and the promotion of discussion events on architecture, on the other. In the Sixties, spatial planning was conceived as a key instrument to support the development of a mountain province. Change was the perspective, and this required the activation of landscape control procedures centred on the control of the quality of architectural projects. This was not enough to qualify the professional practice, although some architects were able to propose innovative projects and began to animate the cultural debate, to establish supra-local relationships and to consolidate the awareness of the role of the architectural project. The contributions proposed are aimed at critically examine such issues, with a particular focus on the experience of institutions such as the “Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio” within the Trentino School of Management, the “Osservatorio per il Paesaggio” within the Autonomous Province and the “Circolo Trentino Architettura Contemporanea”. Factors that led a decisive evolution of the spatial planning framework in the last decade, characterised by a new attention to the landscape and to the quality of architectural design, thanks to cultural initiatives, occasions of debate, and training paths.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Sartorio, Gianluigi, and Fulvia Pinto. "L'applicazione diffusa del principio perequativo per la tutela attiva del paesaggio nel Pgt." TERRITORIO, no. 49 (July 2009): 97–103. http://dx.doi.org/10.3280/tr2009-049013.

Full text
Abstract:
- Regional Law n. 12/2005 offers local administrations every possibility of obtaining a planning instrument that is genuinely capable of introducing quality factors to an area in a general framework of flexible programming and the direct involvement of citizens in managing their environment. This scenario introduces the integral application of ‘active protection of the landscape' as in the proposal for the Taino general plan where the redevelopment of the environment and landscape constitutes a primary strategic value to be pursued because of the extremely attractive nature of the landscape in the district to which it belongs. In order to strengthen the compulsory nature of the sustainability and environmental and landscape quality objectives of the general plan, the local authority decided to make widespread use of the principle of equalisation by consent and of its role as promoter and guarantor of the procedures, which actively involve individual citizens in the implementation of the plan.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
10

Di Franco, Andrea. "Il carattere della cittŕ delle relazioni." COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no. 22 (December 2011): 45–61. http://dx.doi.org/10.3280/cost2011-022005.

Full text
Abstract:
La natura della cittŕ e i suoi processi di formazione dalle origini a oggi esprimono una primaria qualitŕ della nostra specie, quella umana, contesa tra l'appartenenza ad una collettivitŕ e l'affermazione del proprio carattere individuale. La bellezza e la bontŕ, la giustizia e la sicurezza, la libertŕ e la concordia vanno di volta in volta patteggiate, per quanto ne concerne il significato, la specifica formalizzazione, l'orizzonte di condivisibilitŕ. Sembra essere chiaro che nulla č frequentabile in campo urbano, in quanto settore principe del campo umano, al di fuori di un principio di relazionalitŕ. In questo orizzonte di senso, l'idea della tradizione come enciclopedia entro cui trovare o riscrivere una grammatica per la traduzione dei nuovi termini della cittŕ ecologica, del paesaggio urbano e della sostenibilitŕ abitativa, č la base del progetto comune, del progetto di un'architettura delle relazioni.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Dissertations / Theses on the topic "Qualità del paesaggio"

1

GAVIANO, CARLA. "Analisi diacronica, pedogeochimica ed etnopedologica per lo studio dell’evoluzione storico-territoriale e delle condizioni attuali dei suoli e del paesaggio. La fascia costiera dell’Ambito di Paesaggio “Golfo di Oristano”(Sardegna centro-occidentale)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266584.

Full text
Abstract:
This research aims to show a possible integrated approach to the study of the coastal zone of the Gulf of Oristano, characterized by a complex and delicate environmental system and a production context historically significant in terms of agriculture. The purpose is to propose a tool for knowledge of the area through the analysis of the existing relationship between: - the landscape and its transformations, mostly related to the use and land cover; - the soil, which is one of the fundamental components of the landscape; - local knowledge expressed with toponyms (place names), which are often originated by the characteristics of the landscape to which they relate and contribute to the formation of the social representation of a territory. The starting point of the study has been the consciousness that in the last century the study area has undergone an intense transformation. A careful analysis of the evolutionary processes of land use and landscape has been performed, based on comparison of historical and geographical information of maps and orthophotos available for the study area, in order to understand the historical matrix of the landscape and recognize the stays and the changes imposed on the territory as a result of the man-environment interaction. Specifically, the study area has undergone a deep reconfiguration mainly due to the activities of land reclamation and to important changes towards the artificial land use of previously agricultural or natural/semi-natural areas. The soil consumption has been defined, as well as on a quantitative basis, also on the basis of the quality of the soils affected by the process of consumption. Soils mostly consumed in the period considered (1954-2008) belong to the intermediate classes of land capability. Bearing in mind that the soil functions can be defined in terms of chemical, physical and biological properties and related processes, the present study (carried out in collaboration with national and foreign research institutions) has determined in first analysis the parameters that give a general idea of the specific environmental system under study (physico-chemical analysis) and then has proceed with more specific surveys (biochemical analysis and analysis on PTEs - Potentially Toxic Elements), in order to perform a screening of the “state of health” and define the quality of soil in relation to different uses. The physico-chemical and pedo-geochemical survey has allowed to determine the quality level of the investigated soils and to differentiate the anthropic or geogenic/pedogenic origin of potential contaminants (Pb, Zn, Cd, Cu, Ni and As). It has been found that in the investigated area there is a form of punctual contamination quite limited and certainly not widespread. The data processing has showed that, with the exception of areas in which the contamination is clearly anthropic (River Sitzerri valley) or where the contamination is supposed (areas locally contaminated by Cu), the main factors that control the distribution and the concentration of PTEs in the study area are related to natural geological and pedological conditions. The evaluation of the effects of land use on soil quality has been based on the determination of biochemical parameters used as indicators of soil quality in response to land use representative of the study area (agricultural fields, Mediterranean scrub, garrigue, eucalyptus plantations, stands of pine, uncultivated). The biochemical analysis have examined the determination of enzymatic activities related to four soil enzymes (dehydrogenase, indicative of overall metabolic activities of microorganisms in soil and beta-glucosidase, phosphatase and protease, hydrolytic enzymes connected to the carbon, nitrogen and phosphorus cycle) and the determination of glomalin (glycoprotein produced by arbuscular mycorrhizal fungi). It has been found that the variations in the measured enzymtic activities and glomalin are related to the diversity of land uses. These parameters indeed increase mainly as a function of the input of organic matter and of the availability of substrates, and decrease in function of anthropic interference, showing always medium-low values in soils under stands of pine and agricultural fields, while high values are always related to the Mediterranean scrub and the eucalyptus plantations. Moreover in the research, in the light of the fact that the landscape (of which the soil is an integral part) can be considered as a mirror of all the local knowledge and perceptions of the lived space, it has been investigated through an ethno-pedologic integrated approach on the meaning and distribution of toponyms, with particular reference to those related to the soil resources (pedonyms) of the 14 municipalities bordering the coastal zone of the Gulf of Oristano. This approach has helped to identify the correspondence between local knowledge (deduced from the meaning of toponyms) and the scientific one (analytical parameters and information related to soil classification). The most important result of the research provides statistical evidence of the fact that the inhabitants of the study area, although not possessing the appropriate scientific expertise (at least in the past), have tried over time to distinguish the various types of soil and give them a name according to the characteristics of the soil especially related to fertility, the knowledge of which allowed to make the best use of the soils for agricultural purposes.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Martelli, Cinzia. "Il paesaggio nella ridefinizione dello spazio dell'abitare." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/967.

Full text
Abstract:
La Convenzione Europea del Paesaggio ha richiamato l attenzione di amministrazioni pubbliche, tecnici e cittadini sul fatto che tutto il territorio è paesaggio e merita pertanto attenzione paesistica. Il paesaggio diventa il quadro di riferimento per la definizione di scelte di governo capaci di migliorare la qualità dei territori e la competitività economica, al centro di un processo democratico di vasta portata che implica la partecipazione delle popolazioni alla costruzione e al miglioramento dei paesaggi del quotidiano, dell abitare e del tempo libero, influenzando in maniera decisiva la qualità della vita della popolazione. Agli strumenti di pianificazione, ed in particolare ai regolamenti edilizi rivisti in chiave sostenibile, si chiede di individuare una nuova metodologia progettuale e costruttiva finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica che consentono di contribuire al miglioramento della qualità della vita. Il paesaggio diviene il motore di un nuovo sviluppo qualitativo e sostenibile, con ripercussioni sull occupazione e sull intero sistema economico. Dopo un attenta analisi degli orientamenti e strumenti legislativi, del livello di definizione paesaggistica negli atti di pianificazione territoriale, della qualità dei luoghi dell abitare e dei dati forniti dall Onre, verranno passate in disamina le contraddizioni della pianificazione urbanistica in Sicilia e l esperienza positiva della Regione Puglia.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

GRECO, RAFFAELLO. "Ponti e paesaggio. La qualità architettonica nella trasformazione dei luoghi." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/938414.

Full text
Abstract:
La presente trattazione si colloca all'interno del filone riguardante lo studio dell'architettura in relazione al paesaggio, nell'ambito di quegli studi che intendono affermare l'importanza dell'opera architettonica, quindi umana, dal punto di vista paesaggistico e di quelli che intendono promuovere la qualità dell'architettura come componente di primaria importanza per la qualità del paesaggio. Oggetto d'esame sono in primo luogo i ponti ed i paesaggi che essi sono in grado di determinare, ed in secondo luogo la qualità architettonica, in particolare in relazione alla qualità del paesaggio ed all'interno degli strumenti di valutazione del progetto. Osservando la miriade di ponti disseminati per il territorio è possibile constatare come alcuni di essi siano in grado di arricchire il paesaggio mentre altri vengano percepiti come elementi estranei al contesto. Perché questa differenza? La ricerca ha raccolto alcune riflessioni fatte nel Novecento da ingegneri e architetti che si sono occupati della progettazione dei ponti. Le loro considerazioni sono per lo più indirizzate a ragionare su oggetti architettonici di qualità con deboli riferimenti al paesaggio e agli utenti. L'intento della presente trattazione è quello di arricchire tali ragionamenti incentrando, però, l'attenzione sull'opera in relazione al paesaggio ed ai suoi fruitori. Come mai alcuni ponti invitano ad essere vissuti? Come mai alcuni catturano lo sguardo e lasciano col fiato sospeso? Come mai altri risultano così ben integrati nel paesaggio? Il presente lavoro prende forma proprio da questi interrogativi cui si tenta di dare risposta. Alcuni ponti determinano un nuovo "luogo", un nuovo paesaggio riconoscibile da quei caratteri che nella presente trattazione vengono definiti "fattori di singolarità e riuscita del ponte". Le ragioni che inducono ad approfondire tale argomento sono principalmente due: l'interesse per i paesaggi che i ponti determinano e l'interesse relativo al concetto di qualità architettonica, concetto di estrema attualità ed importanza specie se messo in relazione con il paesaggio. Una breve introduzione storica cerca di inquadrare il ruolo del ponte nel paesaggio. Il primo capitolo affronta in modo più ampio il tema delle infrastrutture, oggi particolarmente necessarie ad una società sempre più interconnessa; esse sono al tempo stesso lesioni del paesaggio e segno evidente dell'opera dell'uomo. I ponti sono elementi eccezionali all'interno del sistema infrastrutturale perché per loro natura congiungono due fronti diversi e incidono inevitabilmente sul paesaggio. In alcuni casi essi stessi sono paesaggio. In quali casi e che tipo di paesaggi sono in grado di determinare? Il secondo capitolo dà risposta a tale domanda attraverso la raccolta di un numero cospicuo di ponti suddivisi in quattro categorie ritenute dominanti per quanto attiene all'aspetto paesaggistico: il ponte come luogo dello stare, lo spazio sotto il ponte, il ponte icona, suddiviso in due sottocategorie il ponte opera d'arte e il ponte e l'identità del luogo, la dismisura del ponte. La collocazione di alcune opere nelle suddette categorie non è sempre netta, la suddivisione, infatti, tiene conto della loro caratteristica prevalente. I ponti raccolti sono stati progettati e realizzati prevalentemente negli ultimi venti anni; fanno eccezione il Viadotto Bisantis di Riccardo Morandi del 1962 ed il Ponte sul Basento di Sergio Musmeci del 1976. Le opere, quindi, si collocano in un arco temporale ad oggi né troppo vicino né troppo lontano, cosa che permette di fare riflessioni non affrettate sul loro inserimento nei contesti. Nelle prime tre categorie sono raccolti perlopiù ponti pedonali o ciclopedonali mentre nell'ultima solo ponti carrabili. Al lavoro di suddivisione fa seguito una riflessione sul tema della qualità architettonica che sembra essere qualcosa di intangibile e di difficile esplicitazione. La tesi di questo lavoro parte dal presupposto che, essendo il paesaggio il risultato anche dell'azione dell'uomo sulla natura, l'architettura, nel caso specifico quella dei ponti, influisce su di esso; tuttavia, definire cosa sia la qualità è oggetto di ampio dibattito. Inoltre, quanto gli strumenti odierni di valutazione del progetto tengono conto della qualità architettonica? Essa sembra essere, per il momento, solo un parametro marginale su cui basare le valutazioni di tipo paesaggistico e ambientale. La cosa è evidente se si esamina la documentazione richiesta per la redazione della Relazione Paesaggistica e dello Studio di Impatto Ambientale. L'analisi approfondita di alcuni casi di studio, attraverso l'ausilio degli elaborati di valutazione ambientale e paesaggistica o le testimonianze dei progettisti, permette di comprendere quanto le Amministrazioni e i progettisti abbiano tenuto in considerazione, consapevolmente o meno, la qualità architettonica del manufatto allo scopo di ottenere qualità paesaggistica. Sulla base di alcune considerazioni fatte nei decenni passati sulla progettazione dei ponti è stato possibile individuare una lista di parametri su cui basare valutazioni di tipo qualitativo in riferimento al paesaggio. In particolare, la qualità architettonica è data dalle relazioni che l'opera instaura con il contesto. Le relazioni possono essere di tipo fisico, metafisico, cromatico, materico, storico, artistico, ecc. È possibile attuare modalità di mimesi o di contrasto per le quali è necessario conoscere i caratteri e le peculiarità del luogo, da assecondare o negare. Al fine di esprimere un giudizio coerente e completo di tipo qualitativo nei confronti di un'opera inserita nel paesaggio, è necessario, quindi, basarsi anche sulle relazioni tra architettura e contesto. I paesaggi possono essere degradati, modesti, eccezionali; la qualità architettonica di un ponte è sempre messa in relazione con la qualità del luogo in cui va inserito. Il bilancio della qualità tra il prima e il dopo inserimento dovrebbe essere sempre positivo. Al fine di verificare la qualità di un ponte nella fase successiva alla sua realizzazione, è stata proposta la metabolizzazione come indicatore della buona riuscita dell'opera; si sostiene, infatti, che un ponte metabolizzato sia di per sé un ponte di qualità. Quali sono le caratteristiche dell'opera che rendono possibile tale simbiosi? Sicuramente l'azione del tempo, che permette al manufatto d'essere assorbito dal contesto e dalla comunità, le relazioni intercorrenti tra ponte e luogo, il carattere iconico e anche tutto ciò che attiene all'aspetto fisico e metafisico. L'insieme degli argomenti esposti nella presente trattazione mira ad affermare che la qualità architettonica è una componente fondamentale della qualità paesaggistica, parametro non marginale su cui formulare un giudizio di merito nei confronti di un'opera inserita nel paesaggio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

CAMPUS, ENRICA. "Progettare con il vento. Il parco eolico da impatto a opportunità per un progetto di paesaggio." Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592521.

Full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

ZAMPIERI, LAURA. "Il mondo non è più un giardino. una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell'ambiente." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1353997.

Full text
Abstract:
Il presente lavoro di ricerca di Dottorato, così come esplicitato dal titolo, vuole indagare le condizioni per le quali, a partire dall’invenzione dell’’idea della natura selvaggia’ nel XVIII secolo, ed al cui sviluppo la cultura occidentale è strettamente correlata, si sia perso un approccio empatico nei confronti della natura e degli spazi naturali. Tale condizione, che ha facilmente veicolato la loro distruzione o sottomissione a ragioni che ne hanno profondamente alterato il nostro rapporto con essi, si è espressa a vantaggio di uno sviluppo produttivo ormai completamente scisso dall’idea di natura e, nella maggior parte dei casi, distruttivo nei suoi confronti. In contrapposizione a tali presupposti, si è inoltre rapidamente sviluppato un pensiero di opposizione che ha portato la nascita del movimento ecologista, a cavallo tra gli stati Uniti d’America ed il nord Europa, tra la fine dell’ottocento e la metà del XX secolo. Partendo da tali presupposti, le ‘azioni-reazioni’ che si sono sviluppate, hanno marcato nettamente le differenze di approccio tra mondo anglosassone e mondo giudaico-cristiano nei confronti dell’idea di natura, che tuttora sottolineano i due diversi continenti. Se negli Stati Uniti d’America, si è infatti rapidamente sviluppato ed organizzato un pensiero accademico che ha affrontato ed esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di riequilibrio, lettura e risoluzione delle problematiche ambientali, resesi evidenti sino dagli inizi di tale storia, diverso è stato l’approccio nel continente europeo, che, a volte con grandi differenze tra ‘mondo nordico’ e ‘mondo mediterraneo’, fatica ancora a trovare sintesi nella possibilità di argomentare con risoluzione, un approccio al progetto di paesaggio che sappia realmente fare propria la materia relativa alla tutela e sviluppo dell’ambiente. Al fine di esplorare tali contraddizioni e potenzialità, che tuttora conservano margini non chiariti, la tesi di Dottorato propone un approccio metodologico che organizza tali considerazioni in un primo gruppo di indagini testuali, raccolte sotto il titolo di ‘Scritti’. All’interno di tale ambito tematico vengono riletti ed analizzati gli scritti di autori selezionati secondo tre principali punti di osservazione: ‘la crisi dell’idea di Natura e l’avvento dell’ecologia tra mondo nordamericano ed europeo’, il ‘rapporto tra progetto di paesaggio ed emergenza ambientale’, ‘l’evoluzione dell’idea di natura nel progetto di paesaggio europeo e mediterraneo’. Gli autori selezionati nella prima parte degli ‘Scritti’, contenuti nel primo capitolo, rileggono e chiariscono con autorevolezza, i passaggi principali che hanno veicolato l’evoluzione dell’idea di natura dal suo ‘status’ di Natura Selvaggia (Henry David Thoreau), alle sue contraddizioni epistemologiche (Paul Shepard), fino alla contemporanea emergenza ambientale e climatica (Bill McKibben). La seconda parte degli ‘Scritti’, contenuti nel capitolo successivo, intende indagare la registrata difficoltà contemporanea, particolarmente avvertita in ambito mediterraneo, nel coniugare e fare sintesi progettuale, tra paesaggio e ambiente. A tal fine, vengono riletti autori e progettisti che hanno esemplarmente affrontato tale tematica, sotto il duplice profilo teorico e della ricerca progettuale: Franco Zagari, Linda Pollack, Elizabeth K. Meyer, sotto il profilo teorico, Ian McHarg, Dilip Da Cunha, Anuradha Mathur, Kate Orff, Richard Misrach, Catherine Seavitt e Guy Nordenson. A conclusione di tale sezione di ricerca, si è inoltre ritenuto significativo mettere in relazione l’evoluzione della contemporanea ‘idea di natura’, così come espressa dagli autori di cultura anglosassone trattati in apertura di ricerca, con la quasi coeva sua esplorazione europea, attraverso la lettura critica di testi e ‘manifesti’ di tre indiscussi protagonisti del progetto di paesaggio europeo e mediterraneo: Dieter Kienast, Rosa Barba Casanovas, Gilles Clement. Attraverso la lettura dei testi di tali autori affiora infatti, cronologicamente cadenzato, un ripensamento contemporaneo attorno al tema del progetto di paesaggio, ed alla sua conseguente idea di natura che si organizza in una ricerca di essenzialità estetica, ed in particolare negli ultimi due autori, riporta alla prossimità con gli elementi basilari: terra, acqua, vegetazione, ed alla loro capacità di evolvere autonomamente anche, ed in particolare, nei contesti urbani. La seconda parte della ricerca, accorpata sotto il titolo ‘Progetti’, intende presentare una selezione di progetti, realizzati da indiscussi autori del progetto di paesaggio europeo, che hanno fatto ricerca e sintesi delle caratteristiche sopra descritte, ed espresso la possibilità di relazione e collaborazione tra componente estetica e processi di riqualificazione dell’ambiente. Al fine di esplicitare con chiarezza tale opportunità del progetto contemporaneo, gli esempi presentati, sono raccolti ed organizzati in quattro temi principali, che interpretano la capacità progettuale di diretta adesione con gli elementi trattati: acqua, aria, terra, scarto. Quest’ultima categoria, lo scarto, pur non costituendo necessariamente elemento naturale, è stata volutamente introdotta in quanto, nel contemporaneo, si ritiene essere lo scarto quale componente ineludibile dei processi di rielaborazione delle componenti dell’ambiente naturale. Tale primo catalogo, composto da otto casi di indagine, si dispone pertanto come indizio e inizio di ricerca aperta, implementabile nel tempo. La terza parte della ricerca, identificata con il termine ‘Mappe’, intende infine indagare, e dare prefigurazione ed evidenziazione grafica, a come le sopracitate categorie, acqua, aria, terra, scarto, individuate per sottolineare la possibilità di stabilire un punto di sinergia tra paesaggio, componenti ambientali e loro alterazioni, possano essere estese alla dimensione del bacino mediterraneo. Si è pertanto inteso comporre quattro scenari di sintesi, alla scala del bacino mediterraneo, da cui fare emergere relazioni complesse ed interdipendenti nell’uso attuale delle risorse naturali e, soprattutto, nel loro sfruttamento, consumo depauperazione. Tali categorie di indagine, espresse sinteticamente attraverso le alterazioni dei menzionati quattro elementi basilari di indagine, acqua, aria, terra, scarto, vogliono pertanto esprimere, attraverso l’evidenziazione grafica, gli scenari possibili, e le relative emergenze ambientali, cui il futuro progetto di paesaggio nel mediterraneo, ed i paesi che vi afferiscono, potranno o dovranno essere chiamati a dare risposta. I principali contenuti e codici interpretativi di tali mappe, redatte sulla base di dati GIS estrapolati dai cataloghi delle banche dati degli istituti internazionali di ricerca (IPCC, Banca Mondiale, etc.), sono analizzati e riportati attraverso quattro elementi di riscontro e comparazione: geografie, risorse, alterazioni, transiti.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Sandra, Marraghini. "Verde pensile, scenari e percorsi di innovazione urbana. Analisi dello sviluppo delle coperture e delle pareti ecologiche e applicazione pratica per la rivalutazione del paesaggio urbano e miglioramento della qualità della vita." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/1123312.

Full text
Abstract:
Uno dei problemi contemporanei più impegnativi è lo sfruttamento incontrollato di risorse naturali e umane e di risorse energetiche non rinnovabili. Un insaziabile bisogno di produrre, è alla base del nostro benessere ma siamo consapevoli che questa condizione così come viene condotta oggi non potrà durare a lungo. La tesi sviluppa una ricerca sul tema del verde urbano e in particolare del verde pensile, quali opportunità di sostenibilità di riqualificazione ambientale e rigenerazione urbana.One of the most challenging contemporary problems is the uncontrolled exploitation of natural and human resources and non-renewable energy resources. An insatiable need to produce is the basis of our well-being but we are aware that this condition as it is being conducted today will not last long. The thesis develops a research on the theme of urban green and in particular of hanging green, as opportunities for sustainability of environmental requalification and urban regeneration.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

PILI, SILVIA. "Frammentazione e perdita di spazi aperti nelle metropoli mediterranee: indici e metriche del paesaggio quali strumenti di analisi e per la valutazione di scenari di pianificazione resiliente." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1266173.

Full text
Abstract:
This thesis highlights the relevance of the landscape ecology analysis as a tool for planning the resilience of the metropolitan areas in relation to the processes of loss and fragmentation that are impacting on the open spaces. The research is focused on the Mediterranean region where an ever-growing alteration and fragmentation of the natural and semi-natural environments, as consequence of rapid urban and infrastructural expansions, is observable at multiple scales. For this reason, the thesis supports two main hypotheses: namely that planners should led more effective plans of resilience to the abovementioned processes monitoring the evolution of the metropolitan landscapes through several metrics and indices provided by the discipline of the landscape ecology; nevertheless, these analytical tools should be part of more integrated analysis with the aim of sustaining or restore the landscape services, on which all the species depend. The work is divided in four chapters as explained below. Firstly, a bibliographic recognition of the historical trajectories that have generated the metropolitan and the post-metropolitan forms is proposed. In order to debate the ways to resolve the socio-ecological critical points emerging from the model of unlimited growth that have guided their evolution, several alternative models (such as socio-metabolic models and bioregional approaches) are taken into account. The second chapter illustrates (i) some basic European directives concerning environmental conservation, (ii) some examples of green infrastructure’s planning and (iii) some case studies of urban and peri-urban agriculture in the Mediterranean region. The third chapter takes into account the potentials and the practical opportunities provided by landscape metrics and indices for the analysis of the processes of fragmentation and loss of the open spaces. Several research approaches (es. MuSIASEM or Energy-Territory Integrated Analysis) are illustrated and the case of the metropolitan urban planning of Barcelona is presented. Finally, in the fourth chapter, an original explorative analysis of the recent dynamics of lost and fragmentation interesting the metropolitan areas in the Mediterranean bioregion is presented. The study was carried out considering the CLC land use data in a multi-temporal perspective (1990-2012), through the elaboration of a set of metrics and indices referred to a representative number (97) of metropolitan areas. This set was employed for several objectives: to evaluate the urban and infrastructural expansion’s features; to identify examples of landscape fragmentation impacting on the ecological connectivity; to illustrate the recent loss of landscape functions; and, finally, to develop a proposal of a GIS-based method allowing the identification of critical areas needing priority -and multi-disciplinary- intervention with the aim of supporting and restoring the landscape ecological functionality.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Books on the topic "Qualità del paesaggio"

1

Italy. Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma, Rieti e Viterbo, ed. Il paesaggio del Lazio: Tutela, conservazione, qualità della trasformazione. Roma: De Luca, 2008.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

(Italy), Tuscany, ed. Il rinascimento del paesaggio: Toscana natura cultura città industrie innovazione bellezza qualità coesione. [Florence, Italy]: Regione Toscana, 2010.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Laura, Zampieri. Il mondo non è più un giardino: Verso una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell'ambiente. Macerata: Quodlibet, 2021.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Poli, Daniela, ed. Agricoltura paesaggistica. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-437-0.

Full text
Abstract:
L’agricoltura è la prima delle arti, nasce da un progetto, dalla modificazione cosciente di un contesto, utilizzando conoscenze tramandate e accumulate nel tempo. L’agricoltura contemporanea, figlia della ‘rivoluzione verde’, del fordismo e della sua crisi, ha voltato le spalle a questo sapere che era in grado di produrre non solo alimenti, ma anche tutela ambientale e qualità estetica. I testi raccolti in questo volume intendono alimentare riflessioni e pratiche nei vari settori della pianificazione e progettazione del territorio e del paesaggio – da quello universitario a quello politico, tecnico, professionale e amministrativo – che portino il mondo dell’agricoltura a riconquistare un ruolo centrale nel disegnare nuove relazioni fra abitanti e territorio. In questi scritti, il paesaggio agrario rappresenta un’opportunità per produrre un contesto in cui sia piacevole vivere, con un approccio lontano dalla deriva estetizzante di un malinteso immaginario ‘pittoresco’, ma attento piuttosto ad un’estetica di tipo contestuale, che nasce dentro e dal mondo rurale.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Mazzotta, Alessandro. L'acqua: Materia per l'immagine del paesaggio costruito : indicazioni manualistiche tra sostenibilità e sensibilità. Firenze: Alinea, 2007.

Find full text
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Salvestrini, Francesco, ed. L'Italia alla fine del Medioevo I. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-388-0.

Full text
Abstract:
Primo di due volumi, il secondo curato da Federica Cengarle, che prendono in esame alcuni 'caratteri originali' dell'Italia tardomedievale rispetto all'Europa del tempo.Dei due convegni dei quali si pubblicano gli atti, il primo – tenutosi nell'ottobre del 2000 – ha cercato di dar conto, in una sezione introduttiva, dei quadri ambientali di lungo periodo entro cui si iscri-ve il percorso della società italiana: il paesaggio rurale e il quadro degli insediamenti urbani, senza dimenticare, nell'uno e nell'altro caso, l'eredità del mondo romano. Il secondo convegno, invece, tenutosi nell'autunno del 2002 si è proposto di prendere in considerazione aspetti e settori di storia della cultura e delle ideologie politiche, della mentalità, della vita religiosa, ma anche la storia delle tecniche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Cengarle, Federica, ed. L'Italia alla fine del Medioevo II. Florence: Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-390-2.

Full text
Abstract:
Secondo di due volumi, il primo curato da Francesco Salvestrini, che prendono in esame alcuni 'caratteri originali' dell'Italia tardomedievale rispetto all'Europa del tempo.Dei due convegni dei quali si pubblicano gli atti, il primo – tenutosi nell'ottobre del 2000 – ha cercato di dar conto, in una sezione introduttiva, dei quadri ambientali di lungo periodo entro cui si iscri-ve il percorso della società italiana: il paesaggio rurale e il quadro degli insediamenti urbani, senza dimenticare, nell'uno e nell'altro caso, l'eredità del mondo romano. Il secondo convegno, invece, tenutosi nell'autunno del 2002 si è proposto di prendere in considerazione aspetti e settori di storia della cultura e delle ideologie politiche, della mentalità, della vita religiosa, ma anche la storia delle tecniche.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
8

Turi, Nicola, ed. Ecosistemi letterari. Florence: Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-993-1.

Full text
Abstract:
Cosa ci dice il crescente interesse della critica letteraria per la rappresentazione della natura e per le sue implicazioni etiche? In quali pieghe del discorso narrativo, poetico o cinematografico si collocano le manifestazioni di una sensibilità continuamente rinnovata per le contraddizioni del progresso, per la precaria convivenza tra agenti umani, animali e vegetali? E che tipo di relazioni può instaurare con l’ecocritica la semantica dei luoghi e dei paesaggi che si spiega in un mondo di finzione? Sedici saggi sospesi tra analisi del ‘testo’ e teoria della critica, sollecitati e raccolti da Nicola Turi, tentano di rispondere a questi e altri interrogativi che investono la funzione e gli orientamenti della critica contemporanea, la sua capacità di restituire le forme del linguaggio artistico, e insieme la sua ricorrente tentazione di confrontarsi, come direbbe la Bradamante di Calvino, con «la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro».
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
9

Dessì, Giuseppe, and Mario Pinna. Tre amici tra la Sardegna e Ferrara. Edited by Costanza Chimirri. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-478-3.

Full text
Abstract:
Una Sardegna riservata e lontana anima i testi di questo doppio carteggio, tra paesaggi arcaici e mitologie personali e letterarie nelle quali si inserisce ogni tanto la Ferrara degli anni giovanili degli autori, ricca di vita, di riviste («Primato» di Bottai, il «Corriere Padano» con la presenza di Bassani…), incontri serali nelle osterie o nelle camere in affitto, passeggiate lungo i Rampari, e l’uso di scherzosi soprannomi che sarebbe continuato oltre la giovinezza. Un mondo fatto di cose concrete, animato e vivificato da forti curiosità e passioni intellettuali, emerge dalle lettere, accuratamente trascritte e annotate da Costanza Chimirri, che ricostruiscono la vita e la storia di Giuseppe Dessí, Mario Pinna, Claudio Varese. La corrispondenza si apre con gli anni trascorsi a Ferrara – dopo Pisa momento cruciale per la loro formazione – e consente di ricostruire atmosfere ed ambienti, letture e lavoro, offrendo dall’interno un significativo spaccato dell’Italia del Novecento. Mai slegati tra loro, bensì uniti dal continuo richiamo alla triplice amicizia nel nome di Giuseppe Dessí, che è sempre presente, anche in assenza, nei discorsi degli altri, i carteggi hanno consentito anche di riportare alle luce testi inediti del più appartato del gruppo (Mario Pinna, accanito lettore di classici, ispanista, autore di poesie in dialetto logudorese e di brevi racconti ambientati in Sardegna), di rafforzare il ruolo da sempre ricoperto dal più ‘antico’ – per tutti maître-camarade – Claudio Varese; e di confermare ancora una volta quanto l’universo creativo di Dessí, profondamente segnato dalla componente biografica, abbia continuato a svilupparsi e alimentarsi sotto lo sguardo sapiente e affettuoso di amici fraterni, in uno scambio capace di dare vita a un vero e proprio immaginario collettivo.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Book chapters on the topic "Qualità del paesaggio"

1

Facchin, Carlo, and Michele Bordoni. "Cinque domande a un Altissimo poeta." In Studi e ricerche del Dipartimento di Lettere e Filosofia, 443–60. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2023. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-688-1.24.

Full text
Abstract:
Il dialogo fra Carlo Facchin e Michele Bordoni riporta in forma scritta, con sostanziali rimodulazioni e ricalibrature, le principali questioni sollevate in sede di convegno: quali sono le relazioni fra la poesia (di Bordoni) e il concetto di mappa? che ruolo ha il paesaggio cittadino (in particolare quello veneto) nelle poesie di Bordoni? esiste ancora una poesia bucolica nella contemporaneità?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Melli, Stefano. "Partecipazione e approccio ai nuovi paesaggi: percezione del verde pensile come opportunità di rigenerazione dell’ecosistema urbano." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/020.

Full text
Abstract:
Landscape is the result of the reciprocal transformative relationship between humans and the places where they live. In recent decades, this relationship has been weakening, especially in urban areas, where the quality of life is decreasing due to the accelerating decay and the environmental crisis. Within this context, action strategies that create new landscapes planted in a city run the risk of being rejected by the inhabitants. An iconic case is the one of the roof garden, whose reputation, distorted by greenwashing operations, is far from achieving its full potential. Therefore, it is important to implement a systemic strategy whereby the green roof redefines the urban landscape together with the people living there.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles

Conference papers on the topic "Qualità del paesaggio"

1

Fedeli, Raul Enzo, and Stefano Magaudda. "Il progetto rewetland: riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

Full text
Abstract:
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
2

Middea, Alexandra. "Identita', cultura, paesaggio: costruzione di una responsabilità condivisa." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

Full text
Abstract:
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
3

Pugliano, Antonio. "Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare: studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano: il caso di Ostia." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

Full text
Abstract:
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
4

Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

Full text
Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
5

Zocchi, Angela Maria, and Barbara Raggiunti. "Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

Full text
Abstract:
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
6

Lutzoni, Leonardo. "Paesaggi in divenire: la territorialità attiva dei nuovi abitanti: il caso di Luogosanto in Alta Gallura." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

Full text
Abstract:
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
7

Salomone, Veronica. "Strategie di sopravvivenza: riciclare – rigenerare – includere nella città mediterranea." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8013.

Full text
Abstract:
Le trasformazioni che investono la città mediterranea contemporanea rendono l’abitare sempre più complesso e contaminato. La precarietà è una condizione ricorrente che genera paesaggi imprevedibili e incostanti. Nasce l’esigenza di rileggere la città attraverso le sue stratificazioni non più solo materiali: si abita riciclando spazi, stravolgendo relazioni, utilizzando strategie di mercato inusuali. La città perde la sua organicità apparente ma, trasformandosi, mantiene i suoi elementi fondanti, sopravvivendo nelle forme di autocostruzione e appropriazione, nelle relazioni sociali e negli assetti economici. La condizione di sopravvivenza si fa strategia e nuova frontiera dell’abitare. La tesi trova le sue argomentazioni in contesti dove condizioni ambientali e socio-economiche generano paesaggi al limite della sopravvivenza. È il caso del Cairo in cui interi quartieri sono stati trasformati dall’ingente domanda di sopravvivenza. In particolare, il paper vuole approfondire il caso studio della Città dei Morti. Inizialmente occupata da strutture temporanee di parenti adoranti, Al-Qarāfa è oggi abitata da circa un milione di egiziani. La densità abitativa è alta e i servizi non sempre sufficienti, per cui le autorità locali decisero nel 2010 di radere al suolo intere sezioni del cimitero attraverso l’attuazione del piano urbanistico Cairo 2050, stravolgendo l’impianto originario dell’area. Qual’è il ruolo del progetto? Quali sono i modelli politici, economici e sociali in grado di rigenerare la città mediterranea contemporanea? Si può ancora parlare di ‘modello mediterraneo’? The transformations that affect the contemporary Mediterranean city make the way of living more and more complex and contaminated. Precariousness is a recurring condition that generates unforeseeable and variable landscapes. It becomes necessary to reassess the city through its layers not only the material ones: you live by recycling spaces, changing relationships, using unusual market strategies. The city loses its apparent organicity but, transforming itself, keeps its basic elements, surviving in self-constructions and appropriation forms, in social relations and in the economic arrangements. The condition of survival becomes strategy and new border of living. The thesis finds its arguments in contexts where environmental and socio-economic conditions produce landscapes at the limits of survival. This is the case of Cairo where entire districts have been transformed by the huge demand of survival. In particular, the paper wants to deepen the study case of the City of the Dead. Initially occupied by temporary structures of adoring relatives, Al-Qarāfa is today inhabited by about a million of Egyptians. The population density is high and the services aren't always enough, so the local authorities decided in the 2010 to demolish entire sections of the cemetery through the implementation of the development plan Cairo 2050, changing the original structure of the area. What is the role of the project? What are the political, economic and social models capable of regenerating the contemporary mediterranean city? Can we still speak of 'Mediterranean model'?
APA, Harvard, Vancouver, ISO, and other styles
We offer discounts on all premium plans for authors whose works are included in thematic literature selections. Contact us to get a unique promo code!

To the bibliography