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Latrofa, Nunzio Dario. "Il trust e i conti dedicati per gli appalti pubblici." Trusts, no. 3 (June 1, 2022): 571–74. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.128.

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Abstract:
Sunto L’art. 3 della L. 13 agosto 2010, n. 136 impone ai soggetti affidatari di appalti pubblici o di pubbliche concessioni l’apertura di un conto dedicato sul quale far confluire sostanzialmente tutti i movimenti finanziari relativi ai servizi, ai lavori e alle forniture pubbliche. Detto conto, però, ha solo fini di trasparenza, lasciando esposte le somme ivi confluite ad attacchi da parte di soggetti terzi completamente estranei all’appalto. Di seguito un caso dove con l’utilizzo del trust e grazie al suo effetto segregativo, la funzione di questo conto viene rafforzata sia in termini di trasparenza che di tutela dell’interesse pubblico.
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Danesi, Sandro. "Public administration, European funds and NRRP (National Recovery and Resilience Plan) (Italian PNRR): the system and management of public incentives for the territorial development." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 115–25. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223109.

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Abstract:
The choices of the Public Administration (PA), the needs of the territory, the policies for the local economic development, the use of public funding constitute an inseparable combination aimed at creating development opportunities and therefore also to create work for the collectivity. In the current period characterized by globalization, the competitiveness of a territory can be facilitated by a PA responding to the needs of the time, that is, a real production organization capable of responding concretely, assuming a strategic role in the implementation of the development measures indicated in the economic planning tools and in the management of a large amount of public financial resources. In fact, the NRRP considers as a priority both the modernization of the Public Administration (PA) and the strengthening of the administrative capacity of the public sector, with the goal of engaging and spending the available financial resources with participatory and shared projects where the public-private partnership assumes a strategic role. Le scelte della Pubblica Amministrazione (PA), le necessità del territorio, le politiche per lo sviluppo economico locale, l’impiego dei finanziamenti pubblici costituiscono un connubio inscindibile finalizzato a creare opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per la collettività. Nell’attuale periodo caratterizzato dalla globalizzazione, la competitività di un territorio potrà essere agevolata da una PA rispondente alle necessità del tempo, cioè una vera e propria organizzazione produttiva in grado di rispondere concretamente, assumendo un ruolo strategico nell’attuazione delle misure di sviluppo indicate negli strumenti di programmazione economica e nella gestione di un ingente quantità di risorse finanziarie pubbliche. Infatti, il PNRR reputa prioritaria sia la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, sia il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico, con l’obiettivo di impegnare e spendere le risorse finanziarie disponibili con progetti partecipati e condivisi dove il partenariato pubblico-privato assume un ruolo strategico. È evidente quindi che programmare lo sviluppo dei territori e definire le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici sia una funzione che coinvolge le Istituzioni pubbliche, a seconda delle rispettive competenze legislative, dal livello europeo rappresentato dall’Unione Europea fino ad arrivare a livello statale, regionale e lo- cale rappresentato dal Comune. È con questo approccio che il paper prova a dare un input centrando l’attenzione sul ruolo strategico delle Istituzioni, sia di livello locale che quelle sovraordinate, sia sulla necessità di conoscere gli strumenti di programmazione economica, al fine di comprendere quali tipologie progettuali mettere in atto utilizzando e ottimizzando i relativi finanziamenti pubblici messi a disposizione.
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3

Santoro, Patrizia. "Mercato del lavoro pubblico e mancato sviluppo locale: il caso della Regione Sicilia." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 29–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001002.

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Abstract:
Ormai da decenni, sappiamo che, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, l'offerta di lavoro č assorbita quasi esclusivamente dal settore dei servizi. Ma l'aspetto piů rilevante - non ancora sondato dalle statistiche ufficiali - č che questo settore č costituito per larga parte da organizzazioni direttamente o indirettamente finanziate con risorse pubbliche. Con la conseguenza che la maggioranza degli occupati meridionali sono a carico dei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Come si riflette questa anomalia del mercato del lavoro sulle capacitŕ e/o modalitŕ con cui le pubbliche amministrazioni meridionali accompagnano i processi di sviluppo? Per provare a rispondere a questa complessa domanda, l'autore, dopo avere avanzato una definizione del mercato del lavoro pubblico che va oltre il concetto di "settore pubblico allargato", tradizionalmente inteso, ricostruisce con una ricerca empirica l'entitŕ del fenomeno utilizzando come caso studio l'indotto della Regione siciliana come nucleo generatore.
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Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract:
Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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Stentella, Danilo. "Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (June 2022): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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Abstract:
La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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Geron, Devis, and Luciano Greco. "Supporto pubblico al capitale di rischio: lezioni dalla crisi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2013): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Abstract:
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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Crain, W. Mark, and Richard E. Wagner. "Politics, Public Capital, and the Structure of Production*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 3–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540624.

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Abstract:
Abstract Numerosi studi hanno tentato di misurare gli effetti sull’economia degli investimenti in capitale pubblico. Le due principali domande a cui questi studi hanno cercato di rispondere sono state: a) il capitale pubblico contribuisce alia produzione privata? b) il capitale pubblico influisce sugli investimenti privati?Uno dei risultati che emerge da questo studio è che la produttivita marginale del capitale pubblico, in particolare di quello federale, è significativamente più bassa di quella del capitale privato. Se si pensa alle attività di rent-seeking, si può ritenere che i gruppi di interesse beneficiari di tali attività si assicureranno un’espansione degli investimenti pubblici che ne ridurrà la produttivita marginale.Questi risultati non escludono l’importanza del capitale pubblico per la produzione privata, con cui vi sono ovvie complementarietà. Non sarebbe, tuttavia, corretto sostenere che siano state le infrastrutture pubbliche a rendere possibili le attività private. I processi sono simultanei e nessuna infrastruttura è logicamente ed economicamente antecedente la produzione privata.
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Gualmini, Elisabetta. "APPRENDIMENTO E CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE PUBBLICHE. IL RUOLO DELLE IDEE E DELLA CONOSCENZA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 2 (August 1995): 343–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023601.

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Abstract:
IntroduzioneLe più recenti direzioni di ricerca nell'ambito dell'analisi delle politiche pubbliche rivelano un interesse sempre più marcato verso lo studio delle componenti cognitive del fenomeno politico: le idee e gli assunti normativi che informano l'azione dei decisori pubblici1. Un'ampia letteratura, di prevalente origine anglosassone, si è sviluppata intorno al concetto dipolicy learning, inteso come processo di revisione degli obiettivi e degli strumenti contenuti nei programmi pubblici, nonché delle premesse di valore a cui essi rimandano, in risposta agli errori cumulati nell'esperienza passata, all'acquisizione di nuove informazioni e all'innescarsi di logiche imitative. Più in dettaglio, si individuano tre tematiche salienti intorno alle quali pare meritorio interrogare questa letteratura: la possibilità di spiegare il cambiamento nelle politiche pubbliche accostando alle variabili strutturali, prevalentemente riconducibili alla fenomenologia del potere e del conflitto, le dimensioni cognitive da cui esse non possono prescindere; il riconoscimento della rilevanza della conoscenza e della circolazione delle idee non solo come fonti di innovazione, ma comeframesentro cui la formulazione stessa dei problemi dipolicy, la loro salienza e la loro trattabilità vengono costruite socialmente; l'accettazione dell'indeterminatezza causale e dell'ambiguità strutturale nella descrizione (e spiegazione) del rapporto tra attori, problemi e soluzioni.
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Morisi, Massimo. "LE AUTORITÀ INDIPENDENTI IN ITALIA COME TEMA DI RICERCA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 225–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024825.

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Abstract:
IntroduzioneLe funzioni di cui si occupano le autorità indipendenti nel nostro paese, formano un elenco abbastanza impressionante. A tali istituzioni viene infatti affidata una complessa gamma di funzioni decisionali in una molteplicità di settori di regolazione economica e sociale di cruciale importanza. Moneta e credito, concorrenza e assicurazioni, borsa, valori mobiliari e fondi pensione, comunicazioni di massa e informatica pubblica, appalti di lavori pubblici e tariffe di energia elettrica e gas, scioperi nei servizi pubblici e contrattazione sindacale nelle pubbliche amministrazioni, monitoraggio e innovazione neirambiente e nel funzionamento del sistema sanitario sono solo i più evidenti items di un profondo spostamento di poteri dall'apparato politico e amministrativo di governo verso una rete articolata, e in continua diramazione, di nuove e separate arene di rappresentazione, intermediazione o aggiudicazione, secondo i casi, di interessi. Chi domani volesse impegnarsi in ricerche empiriche sulle politiche pubbliche in questi settori decisivi per il sistema economico e sociale di questo paese, dovrebbe primariamente sottoporre ad analisi l'azione delle authorities e le reti di relazioni con gli interessi organizzati e diffusi in cui esse sono chiamate ad operare. Il campo visivo della rilevazione andrebbe profondamente riorientato. Solo ex post andrebbe ponderato il ruolo delle istituzioni classiche della forma di governo, come i partiti, gli organi dell'Esecutivo e il Parlamento. L'analisi empirica, a fronte di casi e circostanze determinate, potrebbe anche sancirne la (de) qualificazione alla sola stregua di attori e arene integrative.
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Ciaffi, Daniela, and Emanuela Saporito. "Il diritto alla cura dei beni comuni come palestra di democrazia." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 39–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127004.

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Abstract:
L'incrocio tra il diritto e la sociologia urbana apre a scenari di sperimentazione di modelli democratici nuovi, permettendoci di ridefinire servizi pubblici, spazi urbani, territori come beni comuni. Secondo la prospettiva proposta, le pratiche sempre più diffuse di cittadinanza attiva, che si prende cura dei beni comuni, trasformano i cittadini/abitanti da utilizzatori/consumatori di servizi e spazi a prosumers, suggerendoci che siamo in una fase di cambio di paradigma nella rappresentazione e definizione delle istituzioni pubbliche. La scuola è proposta come campo concreto di riflessione, nel suo passaggio da servizio pubblico a bene comune, quando cioè si territorializza, diventando oggetto di cura di tutta la "comunità educante", per disegnarsi sui caratteri socio-spaziali del bisogno educativo.
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Formisano, Vincenzo, Giuseppe Russo, and Rosa Lombardi. "Il Public Value Creation e il ruolo delle Universitŕ." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (November 2012): 255–72. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002005.

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Abstract:
Nell'attuale scenario economico-competitivo, lo studio delle reti d'impresa (Bastia, 1989; D'Alessio, 2008; Cafaggi, 2004; Lipparini, 2002; Lorenzoni, 1992) consente di enfatizzare il ruolo svolto dalla cooperazione tra piů organizzazioni sia pubbliche, sia private. In questa direzione, con l'avvento dell'economia della conoscenza, le imprese creano valore collettivo per effetto dell'azione di gruppo e degli interessi coinvolti nel sistema organizzativo a rete. Le opportunitŕ che si presentano alle aziende coinvolte nella rete sono molteplici: l'investimento relazionale favorisce l'interdipendenza tra i differenti sistemi aziendali e ne rafforza la loro complementarietŕ; ogni processo cooperativo influenza ciascuna impresa della rete. Nelle aziende pubbliche, tale fenomeno č noto come New Public Governance (Bovaird, 2002; Lynn et al., 2007): all'interno di una rete locale si trovano aziende pubbliche e private la cui azione č protesa alla realizzazione del bene comune (Zamagni,2008). In questo senso, il passaggio dal New Public Management al New Public Governance ha permesso di valorizzare il concetto di network indagandolo quale rete di soggetti o entitŕ interagenti tra loro, in grado di guidare le loro relazioni verso il raggiungimento di un obiettivo comune: il public value creation (Moore, 2005). In questa direzione, il presente contributo si propone di analizzare il concetto di rete, con particolare riferimento alle possibili configurazioni che possono assumere i network pubblici locali. Nel caso di specie, lo studio si concentra sui network all'interno dei quali esiste la presenza dell'istituzione universitaria quale catalizzatrice del sapere e fonte della creazione di valore pubblico locale. Mediante l'esperienza dell'Universitŕ di Cassino, lo studio si propone di definire il ruolo dell'universitŕ rispetto al contesto territoriale di riferimento e quale impatto economico-sociale genera la sua azione. La domanda di ricerca č la seguente: Che cosa sono i network? Nell'ottica della New Public Governance, qual č il ruolo svolto dalle universitŕ nel sistema di rete? Č possibile individuare, in tal caso, un modello di rete?
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Cirillo, Antonella. "L'amministrazione relazionale. Modelli comunicativi di Public Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004005.

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Abstract:
Il percorso di modernizzazione della Pubblica amministrazione italiana č analizzato alla luce della piů ampia transizione politico-istituzionale in corso nelle democrazie contemporanee dallo schema autoritativo diallo schema reticolare di. I mutamenti legislativi, organizzativi e culturali con cui a partire dagli anni '90 il sistema pubblico del nostro paese tenta di adeguarsi agli standard qualitativi e competitivi richiesti dalle imperanti logiche del mercato globale ruotano attorno ai principi fondativi della. In particolare, nell'articolo si intende porre in evidenza come l'attivazione e il presidio da parte delle amministrazioni pubbliche di flussi comunicativi interni ed esterni coordinati e continuativi costituisca, in termini e di strumento e di processo, il presupposto funzionale e strategico ineludibile per la realizzazione di pratiche di democrazia deliberativa e partecipativa.
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Lorusso, Stefano. "Gestione delle aziende pubbliche: dal "principe" al valore pubblico." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 33–54. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003002.

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Abstract:
Il contributo propone una analisi dei diversi approcci che hanno caratterizzato la gestione delle aziende pubbliche. Partendo dalle prime suggestioni di Machiavelli sono riportati i diversi approcci in modo cronologico, evidenziando per ciascun modello l'aspetto concettuale mag-giormente rappresentativo. Ogni modello risente dell'assetto istituzionale di rife-rimento che definisce priorità e finalità, ed è così che partendo dallo stato di dirit-to si arriva a quello che è comunemente definito lo Stato relazionale. Nel tempo cambia il focus dell'azione della pubblica, che dapprima si concentra sulle procedure e le regole per poi per poi focalizzarsi sui risultati. Negli ultimi an-ni, poi, nella gestione pubblica diventano rilevanti le istanze provenienti dai di-versi attori e organismi sociali intermedi. La prospettiva fondamentale diventa la costruzione di relazioni, interazioni collaborative e partenariati tra soggetti pub-blici e privati. Attraverso poi la metafora dell'analisi sistemica per ciascun mo-dello si evidenzia l'elemento costitutivo dell'organizzazione pubblica (struttura, meccanismi operativi e processi) che diventa predominante. In conclusione in ragione della rappresentazione fornita, il lavoro si sofferma sull'evoluzione del ruolo della popolazione di riferimento di ogni pubblica amministrazione.
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Ferri, Vittorio. "Il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo: tre strumenti per il finanziamento della città pubblica." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (March 2021): 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1003.

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Abstract:
La costruzione della città pubblica richiede il finanziamento di politiche, progetti urbani e opere pubbliche. L'obiettivo principale di questo contributo è di richiamare l'attenzione su tre strumenti poco utilizzati dai comuni italiani per finanziare gli investimenti: il contributo straordinario per le trasformazioni urbane, l'imposta di scopo e il bilancio partecipativo. Questi strumenti sono importanti per aumentare e migliorare il finanziamento della città pubblica.
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Mocetti, Sauro, and Giacomo Roma. "Da 8.000 a 1.000? Razionalizzazione e governance delle società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 7–44. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003001.

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Abstract:
La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Società a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pubbliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia puntare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Santuari, Alceste. "I Gruppi di Azione Locale (GAL) quali forme giuridiche dei partenariati pubblico-privati nel settore turistico." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 31 (December 2020): 7–21. http://dx.doi.org/10.3280/dt2020-031001.

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Abstract:
Il turismo rappresenta un ambito in cui amministrazioni pubbliche e organizzazioni non lucrative possono decidere di collaborare per promuovere specifici prodotti ovvero per sostenere lo sviluppo di un territorio. In quest'ottica, enti pubblici ed enti private non profit possono costituire forme di partnership, quali i Gruppi di Azione Locale (GAL), oggetto del presente contributo.
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Rossi, Franco. "Presentazione." Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (December 2002): v—viii. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000162.

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Abstract:
La ricerca di modalità adeguate con cui, date le risorse a disposizione, procedere alla remunerazione dei costi dei servizi sanitari pubblici può essere definita come “a never ending task”. La ragione principale consiste nel fatto che, in un contesto in cui prevalgono criteri regolatori ispirati alla universalità dell'offerta e alla equità di accesso ai servizi, le modalità di allocazione delle risorse tra i vari produttori e tra le varie tipologie di servizio incorporano, accanto al contenuto “tecnico”, valenze di natura più generale che in qualche modo rappresentano le istanze legate ai criteri regolatori appena richiamati. In altri termini qualsiasi modalità di remunerazione dei costi di qualsiasi servizio sanitario pubblico, cioè finanziato con risorse pubbliche, è chiamata ad assolvere contemporaneamente ad una duplice funzione, dovendo rappresentare uno strumento orientato verso il perseguimento di maggiori livelli sia di efficienza allocativa, sia di equità distributiva intesa come opportunità di accesso ai servizi.
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Binci, Daniele. "E-government ed innovazione nella Pubblica Amministrazione: la riforma dei servizi di Stato civile." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 348–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002007.

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Abstract:
I processi di riforma e di ammodernamento che stanno interessando le Pubbliche Amministrazioni dai primi anni '90 hanno l'obiettivo di migliorare la qualitŕ dei servizi compatibilmente con la diminuzione della spesa pubblica. In questo quadro l'e-government rappresenta un ambito di innovazione ad alto potenziale, in quanto l'uso di tecnologie innovative č in grado di incidere positivamente sulla gestione dei processi manageriali ed operativi attraverso un risparmio sui costi, una maggiore velocitŕ di erogazione ed una migliore qualitŕ dei servizi. Questo contributo si inserisce nel dibattito sull'e-government ed informatizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni e vuol fornire, sotto il profilo gestionale, una rappresentazione dell'attuale funzionamento dello Stato Civile, area strategica, sottoposta ad un processo di cambiamento tecnologico ed organizzativo iniziato con il DPR. 396/2000. Dopo una breve panoramica sull'e-government e sui vantaggi che l'uso delle ICT apportano all'operato delle pubbliche amministrazioni, viene fornito un approfondimento sul ridisegno dei processi (BPR), strumento tecnico attraverso cui le riforme ed in generale i progetti di cambiamento si possono implementare. A conclusione del contributo viene discussa la riforma di Stato Civile attraverso il confronto tra il TO-BE cosě come delineato dalla riforma e l'AS-IS tuttora realizzato nella pratica dagli Ufficiali di Stato Civile.
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Salomoni, Luciano. "Le reti di imprese nella gestione dei servizi pubblici locali: verso nuove forme organizzative di collaborazione tra società pubbliche." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 65–83. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003003.

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Abstract:
Le reti di imprese sono un istituto di diritto civile di recente introduzione, che si colloca a metà strada tra la costituzione di un nuovo soggetto giuridico e la for-ma contratto. Il saggio intende affrontare le relazioni tra questo istituto e i servizi pubblici locali: considerando alcune esperienze recenti di costituzioni di reti da parte di società pubbliche, il contributo indaga le problematiche connesse all'utilizzo delle reti nell'ambito dei servizi pubblici a rete quali il servizio idrico e il servizio rifiuti.
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Gentile, Michele. "Lavoro pubblico e Pubbliche Amministrazioni: le ragioni di una vera riforma." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 1 (April 2016): 75–83. http://dx.doi.org/10.3280/es2016-001005.

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Chiarello, Franco. "Opere grandi e grandi opere. Opere pubbliche e di pubblica utilità." Quaderni di Sociologia, no. 16 (April 1, 1998): 96–103. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1527.

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Bellavista, Alessandro. "La figura del datore di lavoro pubblico." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 125 (May 2010): 87–158. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-125002.

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Abstract:
Il saggio esamina le caratteristiche peculiari del datore di lavoro pubblico, tenendo conto delle concrete dinamiche delle pubbliche amministrazioni. Oggetto di studio sono i rapporti tra politica e amministrazione, la disciplina della dirigenza amministrativa e della contrattazione collettiva. La tesi centrale č quella che ancora oggi il datore di lavoro pubblico č sensibile a ragioni di tipo politico-elettorale e di pace sociale e trascura le esigenze dell'efficienza e dell'efficacia dell'amministrazione che governa nonché dell'effettiva soddisfazione degli utenti. La soluzione andrebbe trovata rafforzando le responsabilitŕ dei vertici politici e le forme di controllo dei cittadini.
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Godoy Dotta, Alexandre. "La politica pubblica per la valutazione di qualità come il modo della valutazione dell'educazione come un bene pubblico." Revista Eurolatinoamericana de Derecho Administrativo 4, no. 2 (December 29, 2017): 43–57. http://dx.doi.org/10.14409/rr.v4i2.7117.

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Abstract:
Il presente articolo ha come oggetto l’analisi storica e politica relativa alla nascita del concetto d’insegnamento di qualità nell’organizzazione dell’educazione in Brasile. Per raggiungere questo obiettivo, si concentra sullo status di“diritto all’educazione” o “servizio pubblico educazionale” come bene pubblico. Discorre sull’organizzazione del sistema educazionale brasiliano e presenta considerazioni sul problema delle interpretazioni restrittive e formali del sistema educativo, soprattutt o nei termini della proposta neoliberale tipica degli anni novanta. Sviluppa riflessioni sul concetto di qualità e sulla possibilità di metterlo in pratica, attraverso le determinazioni della Costituzione brasiliana, secondo un’interpretazione sostanziale delle politiche pubbliche valutative.
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Finardi, Linda. "Valutare la Comunicazione Pubblica. La valutazione di un evento a partire da un caso studio." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 46 (April 2011): 85–104. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046007.

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Abstract:
L'articolo presenta l'elaborazione di un modello valutativo per i comunicatori pubblici di front-line, responsabili dell'organizzazione e della comunicazione degli eventi delle pubbliche amministrazioni. L'articolo si sviluppa analizzando dapprima un caso studio, sottolineando gli elementi innovativi, quelli di continuitŕ e gli aspetti critici di questo particolare processo comunicativo e dell'organizzazione che lo attiva. In secondo luogo, vengono esposti i motivi e i criteri alla base della costruzione del modello proposto, presentato alla fine dell'articolo insieme allo schema cognitivo sottostante.
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Barattucci, Chiara. "Il progetto urbanistico per gli spazi pubblici delle diversità nel contesto occidentale europeo." CRIOS, no. 23 (October 2022): 56–65. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023006.

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Abstract:
Dopo aver definito l'espressione spazi pubblici nella cultura occidentale europea, questo articolo illustra le ragioni che motivano l'importanza del dialogo interculturale e dell'edu- cazione alla tolleranza reciproca negli spazi pubblici urbani. Viene quindi evidenziato il ruolo sempre più importante del concetto di mixité per il progetto urbanistico europeo di rigenerazione degli spazi pubblici. Un progetto urbanistico che deve affrontare anche, nel contesto della perdurante crisi economica, ambientale e sociale, il rapporto proble- matico tra procedure urbanistiche e scarsità di risorse economiche pubbliche. Nell'arti- colo si sostiene quindi l'urgenza di un nuovo progetto urbanistico europeo, fondato su sperimentazioni contestualizzate e progetti esplorativi. La vivibilità della futura Europa urbana va infatti costruita a partire dalla rigenerazione degli spazi pubblici, contrastando le disuguaglianze sociali e aprendo i recinti di enclave socialmente e funzionalmente omogenee.
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Andrea, Bonaccorsi. "Nuovi ruoli della valutazione delle politiche pubbliche per ricerca e innovazione: oggetti, effetti, metodi, dati." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 48 (January 2012): 15–44. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-048003.

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Abstract:
Il saggio sviluppa l'idea che la valutazione delle politiche pubbliche sia soggetta ad un significativo ampliamento della propria sfera di azione, in riferimento agli oggetti, agli effetti delle politiche, ai metodi e ai dati. Circa gli oggetti, il saggio sostiene che č in corso un processo irreversibile secondo il quale i policy makers domandano non piů solo la valutazione del prodotto visibile (output) o del risultato diretto (outcome), ma in modo crescente la valutazione dell'impatto diretto e indiretto, a medio e lungo termine, non solo sull'area di policy considerata ma sulla societŕ nel senso piů ampio. Circa gli effetti sulle politiche, si richiama l'attenzione sull'emergere di una nuova generazione di politiche pubbliche basate sul concetto di condizionalitŕ. In riferimento ai metodi e ai dati, il lavoro discute alcuni recenti sviluppi metodologici e tecnici (approccio controfattuale, metodi non parametrici robusti e condizionali, indicatori non commensurabili) e mostra il potenziale nell'uso di microdati di fonte pubblica. In tutti questi casi alla comunitŕ della valutazione viene chiesto uno sforzo ingente di lavoro metodologico quantitativo.
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Salvini, Andrea. "Dentro le reti. Forme e processi della Network Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004004.

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Abstract:
La complessitŕ dei fenomeni sociali e dei meccanismi di governo delleha prodotto l'allargamento della partecipazione alla sfera pubblica fino a comprendere un vasto orizzonte di soggetti interessati ad intervenire, a vario titolo, nella produzione di servizi e di beni comuni (istituzioni pubbliche, terzo settore, imprese). Le forme e i modi di questa partecipazione hanno previsto la costituzione di nuove entitŕ organizzative normalmente descritte mediante il concetto di rete; di conseguenza, stante la centralitŕ della dimensione reticolare che assumono i processi di governo all'interno della sfera pubblica "allargata", i concetti die ditendono a coincidere. In questo saggio si discutono le forme e i processi che caratterizzano il "governo mediante le reti", attingendo ad una duplice fonte teorica, lae l'interazionismo simbolico.
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Dapporto, Leonardo, Giancarlo Fiorini, Gabriele Fiumi, and Claudio Flamigni. "I Macrolepidotteri del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna (Lepidoptera)." Memorie della Società Entomologica Italiana 83, no. 1 (June 30, 2004): 211. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2004.211.

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Abstract:
Viene compilato un catalogo faunistico dei Macrolepidotteri del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna. L’elenco comprende dati provenienti da fonti bibliografiche, da collezioni pubbliche e private e da raccolte effettuate dagli autori. Molte citazioni sono state riviste sulla base di notizie bibliografiche e al controllo, dove possibile, del materiale originale. Nelle conclusioni è inquadrata la fauna lepidotterologica del Parco anche grazie al confronto con altre faune italiane. Infine vengono forniti alcuni suggerimenti per la conservazione dei lepidotteri nell’area studiata, puntando l’attenzione sugli effetti negativi di un’eccessiva riforestazione e dell’illuminazione pubblica.
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Tebaldi, Mauro. "Perché le politiche cambiano: il caso dei trasporti." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no. 1 (April 1999): 121–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026514.

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Abstract:
IntroduzioneIl tema delpolicy changeè da tempo al centro di un articolato dibattito intorno al quale si confrontano gli argomenti di chi, come l'autore di queste note, ritiene che il problema vada ben inquadrato in sede teorica avanti qualsivoglia indagine sui processi evolutivi delle politiche pubbliche. Sebbene assai poco frequentato dai cultori della scienza politica, il settore delle politiche dei trasporti richiama un campo di attività pubblica oltremodo rilevante, la cui esplorazione sistematica, alla luce degli studi sinora condotti, solleva questioni di ordine teorico e metodologico particolarmente salienti per l'analisi comparativa delpolicy change.
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Gaspari, Francesco. "Terzo Settore ed Amministrazione condivisa: profili sostanziali e processuali." Società e diritti 8, no. 15 (January 11, 2023): 71–104. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19679.

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Abstract:
Il lavoro esamina la nozione di amministrazione condivisa, intesa come coesercizio della funzione amministrativa tra Pubblica amministrazione e privato. In particolare, lo scritto analizza la disciplina contenuta nell’articolo 55 del Codice del Terzo settore del 2017, dedicato ai rapporti tra le Pubbliche amministrazioni e il Terzo settore. Tale rapporto ha costituito oggetto di notevoli studi in letteratura e di importanti pronunce (anche della Corte costituzionale), ma gli argomenti posti a fondamento delle tesi sostenute non sempre appaiono convincenti. Lo studio analizza, infine, le conseguenze dell’amministrazione condivisa sul piano processuale.
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Pozzoli, Stefano. "La regolazione delle partecipate pubbliche tra disposizioni di finanza pubblica e necessità industriali." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003002.

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Abstract:
L'articolo analizza gli effetti della riforma introdotta dal Testo unico sulle Socie-tà a Partecipazione Pubblica nel mondo delle Public Utilities e delle società pub-bliche in generale. Il testo parte da una analisi del contesto di riferimento, dagli anni Novanta ai giorni nostri, riportando le vicende di un Comune capoluogo di provincia e si sofferma, più in generale, sulle caratteristiche del mondo delle società partecipate in Italia. Successivamente ci si sofferma su alcuni profili critici del Testo Unico, criticandone da una parte la poca incisività su alcuni temi ritenuti, dal legislatore stesso, importanti. Una questione è quella delle perdite, dove si sottovaluta la loro concentrazione in poche società. La seconda riguarda la eccessiva penalizzazione dell'in-house providing, richiedendo di rivisitare il quadro legislativo di sfavore. La terza si riferisce all'assenza di una visione industriale, sostenendo che sia pun-tare alla crescita dimensionale delle imprese, favorendo le aggregazioni.
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Giovannoni, Giulio. "Dal discorso alla città: pratiche discorsive e produzione dello spazio nei quartieri di edilizia pubblica." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099001.

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Abstract:
Il saggio analizza il ruolo delle pratiche discorsive nella costruzione dello spazio e nella gestione dei quartieri di edilizia pubblica. La riflessione si basa su un caso di studio italiano e un caso di studio statunitense. La prima parte del paper utilizza i contributi teorici di John Langshaw Austin, Antonio Gramsci, Michel Foucault ed Henri Lefebvre per riflettere sul rapporto tra pratiche discorsive e politiche pubbliche. La seconda parte analizza questo rapporto nei due casi di studio. La sezione conclusiva del paper si sofferma sull'importanza di spezzare la catena di trasmissione tra pratiche discorsive mainstream e produzione di politiche urbane per i quartieri di edilizia pubblica e sulla necessità di rifondare queste politiche a partire da pratiche discorsive e descrizioni di matrice socioantropologica.
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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Abstract:
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Clark, Jeff R., and Dwight R. Lee. "A Note on Public Choice and Cognitive Dissonance*." Journal of Public Finance and Public Choice 11, no. 2 (October 1, 1993): 123–28. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539716.

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Abstract:
Abstract La teoria della dissonanza cognitiva costituisce uno strumento per analizzare lo sconforto in cui cade chi fa una scelta non conforme ai suoi valori.In molti casi l’attività economica può essere spiegata come un tentativo di ridurre la divergenza tra i valori degli individui e le scelte da essi compiute.Lo stesso studio della Public Choice può, almeno in parte, essere motivato dal desiderio di ridurre la dissonanza cognitiva dovuta a preoccupazioni circa le scelte pubbliche. La Public Choice, infatti, dimostra che spesso l’effetto complessivo dell’intervento pubblico diretto a risolvere un problema è quello della creazione di ulteriori, più gravi problemi.
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Luciani, Fabrizio. "Brevi note sull'innovazione tecnologica come strumento di buona amministrazione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (December 2022): 199–218. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002008.

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Abstract:
L'innovazione tecnologica che ha coinvolto l'amministrazione pubblica a partire dagli anni Novanta del secolo scorso e che si è fortemente evoluta soprattutto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza punta a rafforzare il grado di efficacia ed efficienza dei risultati di interesse generale, semplificando al contempo le rigidità burocratiche per migliorare i rapporti delle amministrazioni pubbliche con i cittadini e le imprese. Questa transizione verso la digitalizzazione delle amministrazioni comprende la possibilità di arrivare a decisioni amministrative automatizzate attraverso l'uso di algoritmi che, per il momento, lasciano però alcuni dubbi sulla qualità del risultato finale.
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Schmitter, Philippe C. "LA RAPPRESENTANZA NELLA FUTURA ENTITÀ POLITICA EUROPEA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no. 3 (December 1992): 411–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018876.

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Abstract:
IntroduzioneSe la natura delle politiche pubbliche determina in misura crescente la sostanza degli interessi, la quale determina in misura crescente la forma delle constituencies, la quale determina in misura crescente il futuro della rappresentanza, e la Comunità europea determina in misura crescente la natura delle politiche pubbliche in Europa, allora il futuro della Comunità europea determinerà in misura crescente il futuro della rappresentanza in Europa.
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Caruso, Nadia, Alessandro Delladio, and Elena Pede. "Vuoti a rendere. Dublino e la gestione pubblica dei vuoti urbani." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095013.

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Abstract:
A seguito della crisi economica del 2008, molti progetti di trasformazione urbana avviati negli anni precedenti hanno subito una forte decelerazione. La crisi ha avuto ripercussioni sui processi di pianificazione urbana, eclissando il potere decisionale delle istituzioni pubbliche già depauperato dall'affermarsi dell'approccio neoliberale e dal taglio di risorse finanziarie. L'articolo presenta l'esperienza di Dublino come interessante tentativo di regolamentazione e di controllo del fenomeno dei vuoti urbani da parte dell'attore pubblico. Seppure in un contesto fortemente neoliberale, gli strumenti introdotti dalla città per la gestione e il rilancio degli spazi abbandonati, unito ad altre politiche, hanno dato luogo a normative innovative per l'avvio di pratiche di uso temporaneo.
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Ragionieri, Maria Pia, and Alessandro Chiarabolli. "Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture: the European approach." RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no. 2 (January 2013): 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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Abstract:
L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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D'Amico, Renato. "Benessere organizzativo, dinamiche di gruppo ed equilibrio omeostatico nelle pubbliche amministrazioni." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001001.

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Abstract:
La necessitŕ di innovazione delle pubbliche amministrazioni puntando sulla loro dimensione organizzativa e sul fattore umano ha aperto la strada ad un ampio dibattito su temi come il benessere organizzativo. Ciň ha implicato una riflessione anche sugli assetti paradigmatici che operano come sense making nei confronti della pubblica amministrazione. L'unitŕ di osservazione scelta in questo articolo č la relazione sociale tra individui ovvero le relazioni fra gruppi. Ne deriva per l'organizzazione la permanente ricerca di un punto di equilibrio, che nel quadro della dinamicitŕ delle relazioni viene qui definito equilibrio omeostatico. Con questo approccio, centrale diventa la dimensione soggettiva delle relazioni di forza che assicurano il governo della sequenza "equilibrio - rotture e crisi - nuovo equilibrio". Specie nel caso italiano, la principale questione diviene allora quella del cambiamento, nella versione trasformativa piuttosto che evoluzionistica, e dell'apprendimento organizzativo visto qui nella sua dimensione processuale.
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Bardelli, Patrizia, and Vincenza Briscioli. "Covid-19: il ruolo dei pediatri di famiglia." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 62–68. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004006.

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Abstract:
L'articolo discute le importanti difficoltà e le sfide che i pediatri di famiglia si trovano ad affrontare in questo periodo di pandemia. I bambini e i giovani rappresentano le fasce più deboli della popolazione, spesso dimenticate dalle politiche pubbliche, che stanno pagando un prezzo molto alto in termini di salute non solo fisica ma anche psicologica. Il punto di vista dei pediatri costituisce un osservatorio privilegiato per l'indicazione alle politiche pubbliche circa gli interventi prioritari a tutela delle generazioni più giovani.
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Vinciguerra, Rosa, Francesca Cappellieri, and Michele Pizzo. "Il contributo del partenariato sociale al sistema sanitario nazionale: un'indagine empirica su ruolo e caratteristiche demografiche delle onlus." MECOSAN, no. 119 (November 2021): 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119003.

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Abstract:
Il contributo indaga l'impatto che le relazioni di PPP sociale esercitano sulla performance - finanziaria e non finanziaria - delle strutture ospedaliere pubbliche, evidenziandone modalità di intervento e opportunità intrinseche. È stata condotta un'analisi empirica valutando la centralità che il ruolo intrapreso dalle organizzazioni non-profit e le loro caratteristiche di corporate governance possono assumere nella determinazione del successo della collaborazione. Lo studio è stato circoscritto alle relazioni di partenariato pubblico-privato, attive nell'anno 2019, in 6 regioni italiane, selezionate sulla base dei punteggi conseguiti sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il lavoro contribuisce alla letteratura colmando le lacune esistenti e fornisce spunti critici a sostegno tanto dei policy- makers quanto degli operatori del settore.
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Trupiano, Gaetana. "I vincoli economici e fiscali europei: il rigore di bilancio e l'esigenza della crescita." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 2 (November 2012): 79–92. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2012-002003.

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Abstract:
La governance europea ha accelerato i suoi interventi con il Semestre europeo del 2010, il six pack del 2011 per giungere, da ultimo, al fiscal compact del 2012. Il fiscal compact rappresenta la piů recente decisione europea in tema di controllo della stabilitŕ delle finanze pubbliche con l'introduzione di rigide regole sulla riduzione del deficit di bilancio e del debito pubblico. Il lavoro si sofferma sulle misure relative ai vincoli di bilancio e, in particolare, sulle regole e gli effetti del fiscal compact. Lo studio si occupa anche del problema della crescita da affrontare accanto alle decisioni sul rigore di bilancio, illustrando anche gli stessi strumenti europei a favore dello sviluppo economico.
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Martinez, Esteban. "La qualitŕ dell'occupazione e del lavoro. Lo ‘stato' della ricerca in Belgio." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 127 (September 2012): 209–22. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127013.

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Abstract:
L'articolo espone la natura polisemica ed evolutiva del concetto di "qualitŕ del lavoro", sia nel contesto delle politiche occupazionali pubbliche che della ricerca scientifica. Valutare la qualitŕ del lavoro puň, da un lato, fornire le basi per un programma di ricerca che critichi i cambiamenti nell'organizzazione del lavoro, orientati verso la flessibilitŕ, e le tendenze nella strategia europea per l'occupazione, concentrate sull'aumento incondizionato dei tassi di occupazione. Quando la si interpreta attraverso la - riduttiva - prospettiva di flexicurity, questa valutazio- ne puň, d'altra parte, oscurare quei fattori esplicativi di organizzazione del lavoro e di azione pubblica che provocano lavoro precario, un indebolimento del sistema di relazioni industriali e un deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
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Armondi, Simonetta. "Trasformazioni della mobilitŕ residenziale turistica. Dalle ‘seconde case' alle nuove pratiche di uso e abbandono del territorio." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 148–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058014.

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Abstract:
Il tema dell'articolo riguarda la casa. Non tratta le politiche dedicate alla ‘cittŕ pubblica', ma una specifica declinazione della ‘cittŕ privata': la casa di vacanza, un fenomeno abitativo assai diffuso, ma, almeno in Italia, poco indagato e sprovvisto di una politica di riferimento. A partire da una ricognizione della letteratura, l'articolo ha l'obiettivo di mostrare la complessitŕ dell'abitare ‘itinerante' e la necessitŕ di superare la nozione di seconda casa. Dopo aver osservato le caratteristiche e la varietŕ dei pattern insediativi del fenomeno della seconda casa nel contesto alpino, nel testo si compiono alcune riflessioni su alcuni temi rilevanti: il consumo di suolo l'abbandono, l'articolazione delle popolazioni turistiche, le differenti pratiche d'uso e di riuso, le politiche pubbliche eventualmente attivabili.
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Chiarini, Rosalba. "L'ALTA BUROCRAZIA MINISTERIALE: MODELLI DI RECLUTAMENTO E CARRIERA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 1 (April 1995): 119–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023352.

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Abstract:
Il problema e le ipotesiIl rendimento e la ricettività dei sistemi politici democratici in termini di capacità di risoluzione dei problemi da parte di apparati e strutture amministrative sono stati spesso interpretati facendo riferimento a caratteristiche culturali, politico-partitiche, socio-economiche. L'adozione di diverse angolazioni analitiche di questo tipo ha senza dubbio contribuito ad accrescere la conoscenza degli apparati pubblici e del loro grado di funzionalità. Tuttavia, sembra produttivo insistere nell'analisi delle dimensioni organizzative delle burocrazie pubbliche, in particolare dei fattori attinenti al reclutamento e alla socializzazione in quanto, ormai da tempo, hanno dimostrato la loro importanza al fine di interpretare il comportamento di un'organizzazione anche nelle sue relazioni con l'ambiente esterno.
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Capano, Giliberto. "LE TIPOLOGIE DELLE POLITICHE PUBBLICHE: UNA STRADA SENZA USCITA?" Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no. 3 (December 1993): 549–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022486.

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Abstract:
IntroduzioneCome è stato recentemente sottolineato, l'analisi delle politiche pubbliche costituisce, insieme al filone dellapolitical economy, «il campo d'indagine che ha registrato l'espansione forse più impetuosa nelle scienze sociali dell'ultimo ventennio» (Ferrera 1989, 241). Questo grande sviluppo dell'analisi delle politiche pubbliche pone una serie di problemi concernenti, oltre che il rapporto con la scienza della politica nel suo complesso, gli stessi assetti interni di questo campo di studi. Questioni che nascono soprattutto dal carattere intrinsecamente interdisciplinare dell'analisi delle politiche pubbliche, oltre che dalla problematicità dell'unità di analisi. Nel coacervo di questioni teorico-metodologiche che sorgono, nel momento in cui si intende porre al centro della ricerca empirica lapolicy, una di quelle più intriganti è costituita dal problema della classificazione delle politiche pubbliche. D'altra parte, il trattamento classificatorio dei concetti occupa un posto fondamentale nel processo di ricerca, costituendo altresì una condizione necessaria, pur se non sufficiente, per procedere in modo adeguato nell'analisi empirica e teorica del fenomeno politico (McKinney 1966, 1970; Tiryakian 1968; Sartori 1979; Oppenheim 1975; Marradi 1990). La questione assume, peraltro, una rilevanza assolutamente imprescindibile all'interno di un magmatico e frammentato campo di studi, quale è quello deipolicy studies, laddove, pur esistendo una notevole tradizione classificatoria - anzi, nella sua espressione più rilevante, tipologica - la diversità delle proposte elaborate (numerose, spesso assolutamente non confrontabili) ha condotto a non soddisfare le attese riposte in tale strumento metodologico per ordinare e guidare la prodigiosa produzione di ricerca (soprattutto a carattere idiografico) sviluppata negli ultimi trent'anni.
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Rinne, Katherine Wentworth. "Hydraulic infrastructure and urbanism in early modern Rome." Papers of the British School at Rome 73 (November 2005): 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003020.

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Abstract:
INFRASTRUTTURE IDRAULICHE E URBANISMO AGLI INIZI DELLA ROMA MODERNATra il 1570 e il 1620, Roma fu trasformata da una città essenzialmente medievale in una città barocca. Durante questo periodo, papi, cardinali e altri cittadini infiuenti restaurarono antichi acquedotti e costruirono nuove fontane con l'intento di usare le infrastrutture idriche come strumento per riportare Roma alla sua antica grandezza, solidificare il prestigio papale, cambiare l'assetto urbano esistente, stimolare lo sviluppo economico e accrescere la salute pubblica. Tre acquedotti a caduta furono costruiti per servire Roma: l'Acqua Vergine (1562–70), l'Acqua Felice (1585–7) e l'Acqua Paola (1607–12). Dopo un migliaio di anni di risorse limitate Roma fu rifornita di acqua e dal 1625 fu dotata di 80 nuove fontane pubbliche. In questo articolo tratterò queste fontane al fine di dimostrare come lo sviluppo urbano fu ottimizzato nelle aree in cui l'acqua poté essere distribuita. Si dimostrerà che le fontane erano molto più che ornamenti urbani; esse erano realmente le strutture più visivamente prominenti di un nuovo, benché perlopiù nascosto, ordine fisico, costruito sopra un sistema integrato di infrastrutture idriche che includeva acquedotti, condotti, distribuzione di cisterne e cloache, che nell'insieme verranno discusse in questa sede. Tale ordine esisteva in proporzione nelle vicinanze e nella città in quanto l'infrastruttura idrica forniva un'armatura per organizzare e effettivamente controllare lo spazio pubblico, forse per la prima volta dall'antichità.
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Sabbioni, Paolo. "Il controllo analogo quale presupposto dell'in house providing." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (January 2021): 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/ep2020-003004.

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Abstract:
Il Contributo affronta il tema del controllo analogo nelle società pubbliche ricostruendo l'origine dell'istituto e i presupposti del controllo, tenendo conto dell'evoluzione che ha avuto sul tema la giurisprudenza nazionale e, prima ancora, comunitaria. In particolare vengono analizzate le problematiche connesse alla nozione di controllo analogo congiunto e approfonditi i presupposti dell'esercizio del controllo, considerandone la disciplina alla luce del Testo Unico Società Pubbliche. La problematica del controllo è così inserita nel tema dell'affidamento in house, tenendone conto le implicazioni che hanno determinato l'evoluzione della disciplina del controllo analogo
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Tripi, Stefano. "Lo smart working nella Pubblica Amministrazione ai tempi del Coronavirus: alcune potenziali implicazioni manageriali e di salute mentale." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (September 2021): 75–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-002007.

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Abstract:
Il contributo si propone di analizzare alcune delle prime implicazioni che ci si attende dall'accelerazione dell'applicazione dello smart working (lavoro agile) nelle Pubbliche Amministrazioni italiane, come conseguenza dell'emergenza epidemiologica Coronavirus (Covid-19), con particolare riferimento all'ambito manageriale ed alla salute mentale. Nella piena consapevolezza di descrivere una situazione in continua evoluzione, si integreranno, con un approccio deduttivo, alcune tra le principali indicazioni che emergono dalla letteratura e da alcune ricerche. Dopo aver descritto l'evoluzione delle modalità di attivazione dello smart working nella Pubblica Amministrazione, in modalità ordinaria e nei vari momenti di emergenza, si descriveranno le principali implicazioni dal punto di vista manageriale ed in materia di salute mentale, concludendo con alcune riflessioni in merito a possibili spunti di ricerca e di policy.
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Giovanola, Benedetta. "Etica, economia e giustizia sociale: č possibile "quadrare il cerchio"?" PARADIGMI, no. 1 (April 2010): 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001007.

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Abstract:
La crisi attuale ci impone di interrogarci sulla possibilitŕ di paradigmi capaci di "quadrare il cerchio" tra benessere economico, coesione sociale e libertŕ politica. Il presente contributo discute la proposta elaborata dai principali esponenti del capability approach, l'economista indiano Amartya Sen e la filosofa americana Martha Nussbaum, mostrandone la riflessione critica sull'impianto normativo alla base dei processi economici (§ 1) e delle scelte pubbliche (§ 2), e prestando attenzione al ruolo delle politiche in ordine alla promozione di modelli di sviluppo e di convivenza (§ 3). La tesi č che un mutamento nei paradigmi dominanti č possibile solo a partire dal riconoscimento della dimensione etica connessa sia ai processi economici sia ai processi deliberativi propri della sfera pubblica.
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