Academic literature on the topic 'Pubbliche'

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Journal articles on the topic "Pubbliche"

1

Latrofa, Nunzio Dario. "Il trust e i conti dedicati per gli appalti pubblici." Trusts, no. 3 (June 1, 2022): 571–74. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.128.

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Abstract:
Sunto L’art. 3 della L. 13 agosto 2010, n. 136 impone ai soggetti affidatari di appalti pubblici o di pubbliche concessioni l’apertura di un conto dedicato sul quale far confluire sostanzialmente tutti i movimenti finanziari relativi ai servizi, ai lavori e alle forniture pubbliche. Detto conto, però, ha solo fini di trasparenza, lasciando esposte le somme ivi confluite ad attacchi da parte di soggetti terzi completamente estranei all’appalto. Di seguito un caso dove con l’utilizzo del trust e grazie al suo effetto segregativo, la funzione di questo conto viene rafforzata sia in termini di trasparenza che di tutela dell’interesse pubblico.
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Danesi, Sandro. "Public administration, European funds and NRRP (National Recovery and Resilience Plan) (Italian PNRR): the system and management of public incentives for the territorial development." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 115–25. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223109.

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Abstract:
The choices of the Public Administration (PA), the needs of the territory, the policies for the local economic development, the use of public funding constitute an inseparable combination aimed at creating development opportunities and therefore also to create work for the collectivity. In the current period characterized by globalization, the competitiveness of a territory can be facilitated by a PA responding to the needs of the time, that is, a real production organization capable of responding concretely, assuming a strategic role in the implementation of the development measures indicated in the economic planning tools and in the management of a large amount of public financial resources. In fact, the NRRP considers as a priority both the modernization of the Public Administration (PA) and the strengthening of the administrative capacity of the public sector, with the goal of engaging and spending the available financial resources with participatory and shared projects where the public-private partnership assumes a strategic role. Le scelte della Pubblica Amministrazione (PA), le necessità del territorio, le politiche per lo sviluppo economico locale, l’impiego dei finanziamenti pubblici costituiscono un connubio inscindibile finalizzato a creare opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per la collettività. Nell’attuale periodo caratterizzato dalla globalizzazione, la competitività di un territorio potrà essere agevolata da una PA rispondente alle necessità del tempo, cioè una vera e propria organizzazione produttiva in grado di rispondere concretamente, assumendo un ruolo strategico nell’attuazione delle misure di sviluppo indicate negli strumenti di programmazione economica e nella gestione di un ingente quantità di risorse finanziarie pubbliche. Infatti, il PNRR reputa prioritaria sia la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, sia il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico, con l’obiettivo di impegnare e spendere le risorse finanziarie disponibili con progetti partecipati e condivisi dove il partenariato pubblico-privato assume un ruolo strategico. È evidente quindi che programmare lo sviluppo dei territori e definire le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici sia una funzione che coinvolge le Istituzioni pubbliche, a seconda delle rispettive competenze legislative, dal livello europeo rappresentato dall’Unione Europea fino ad arrivare a livello statale, regionale e lo- cale rappresentato dal Comune. È con questo approccio che il paper prova a dare un input centrando l’attenzione sul ruolo strategico delle Istituzioni, sia di livello locale che quelle sovraordinate, sia sulla necessità di conoscere gli strumenti di programmazione economica, al fine di comprendere quali tipologie progettuali mettere in atto utilizzando e ottimizzando i relativi finanziamenti pubblici messi a disposizione.
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3

Santoro, Patrizia. "Mercato del lavoro pubblico e mancato sviluppo locale: il caso della Regione Sicilia." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 1 (March 2012): 29–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001002.

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Abstract:
Ormai da decenni, sappiamo che, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia, l'offerta di lavoro č assorbita quasi esclusivamente dal settore dei servizi. Ma l'aspetto piů rilevante - non ancora sondato dalle statistiche ufficiali - č che questo settore č costituito per larga parte da organizzazioni direttamente o indirettamente finanziate con risorse pubbliche. Con la conseguenza che la maggioranza degli occupati meridionali sono a carico dei bilanci delle pubbliche amministrazioni. Come si riflette questa anomalia del mercato del lavoro sulle capacitŕ e/o modalitŕ con cui le pubbliche amministrazioni meridionali accompagnano i processi di sviluppo? Per provare a rispondere a questa complessa domanda, l'autore, dopo avere avanzato una definizione del mercato del lavoro pubblico che va oltre il concetto di "settore pubblico allargato", tradizionalmente inteso, ricostruisce con una ricerca empirica l'entitŕ del fenomeno utilizzando come caso studio l'indotto della Regione siciliana come nucleo generatore.
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4

Creaco, Salvo. "Some Notes on Coproduction*." Journal of Public Finance and Public Choice 6, no. 1 (April 1, 1988): 33–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344479.

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Abstract:
Abstract L’analisi delle funzioni pubbliche dal punto di vista dell’appropriata allocazione giurisdizionale è stata svolta sinora soprattutto dal punto di vista economico e politico.Questo scritto considera la partecipazione politica da un particolare punto di vista economico, poichè include nella categoria della partecipazione le diverse strategic usate dall’individuo nell’esecuzione di programmi pubblici. La principale ipotesi è che I’individuo influi sui contenuti di molti beni e servizi pubblici attraverso la sua diretta partecipazione.L’applicazione del modello di comportamento della Public Choice dimostra che la co-produzione raggiunge risultati positivi con riferimento alle attività pubbliche locali.
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5

Stentella, Danilo. "Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (June 2022): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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Abstract:
La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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6

Geron, Devis, and Luciano Greco. "Supporto pubblico al capitale di rischio: lezioni dalla crisi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2013): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Abstract:
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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Crain, W. Mark, and Richard E. Wagner. "Politics, Public Capital, and the Structure of Production*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 3–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540624.

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Abstract:
Abstract Numerosi studi hanno tentato di misurare gli effetti sull’economia degli investimenti in capitale pubblico. Le due principali domande a cui questi studi hanno cercato di rispondere sono state: a) il capitale pubblico contribuisce alia produzione privata? b) il capitale pubblico influisce sugli investimenti privati?Uno dei risultati che emerge da questo studio è che la produttivita marginale del capitale pubblico, in particolare di quello federale, è significativamente più bassa di quella del capitale privato. Se si pensa alle attività di rent-seeking, si può ritenere che i gruppi di interesse beneficiari di tali attività si assicureranno un’espansione degli investimenti pubblici che ne ridurrà la produttivita marginale.Questi risultati non escludono l’importanza del capitale pubblico per la produzione privata, con cui vi sono ovvie complementarietà. Non sarebbe, tuttavia, corretto sostenere che siano state le infrastrutture pubbliche a rendere possibili le attività private. I processi sono simultanei e nessuna infrastruttura è logicamente ed economicamente antecedente la produzione privata.
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Gualmini, Elisabetta. "APPRENDIMENTO E CAMBIAMENTO NELLE POLITICHE PUBBLICHE. IL RUOLO DELLE IDEE E DELLA CONOSCENZA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no. 2 (August 1995): 343–70. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023601.

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Abstract:
IntroduzioneLe più recenti direzioni di ricerca nell'ambito dell'analisi delle politiche pubbliche rivelano un interesse sempre più marcato verso lo studio delle componenti cognitive del fenomeno politico: le idee e gli assunti normativi che informano l'azione dei decisori pubblici1. Un'ampia letteratura, di prevalente origine anglosassone, si è sviluppata intorno al concetto dipolicy learning, inteso come processo di revisione degli obiettivi e degli strumenti contenuti nei programmi pubblici, nonché delle premesse di valore a cui essi rimandano, in risposta agli errori cumulati nell'esperienza passata, all'acquisizione di nuove informazioni e all'innescarsi di logiche imitative. Più in dettaglio, si individuano tre tematiche salienti intorno alle quali pare meritorio interrogare questa letteratura: la possibilità di spiegare il cambiamento nelle politiche pubbliche accostando alle variabili strutturali, prevalentemente riconducibili alla fenomenologia del potere e del conflitto, le dimensioni cognitive da cui esse non possono prescindere; il riconoscimento della rilevanza della conoscenza e della circolazione delle idee non solo come fonti di innovazione, ma comeframesentro cui la formulazione stessa dei problemi dipolicy, la loro salienza e la loro trattabilità vengono costruite socialmente; l'accettazione dell'indeterminatezza causale e dell'ambiguità strutturale nella descrizione (e spiegazione) del rapporto tra attori, problemi e soluzioni.
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9

Morisi, Massimo. "LE AUTORITÀ INDIPENDENTI IN ITALIA COME TEMA DI RICERCA." Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no. 2 (August 1997): 225–72. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024825.

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Abstract:
IntroduzioneLe funzioni di cui si occupano le autorità indipendenti nel nostro paese, formano un elenco abbastanza impressionante. A tali istituzioni viene infatti affidata una complessa gamma di funzioni decisionali in una molteplicità di settori di regolazione economica e sociale di cruciale importanza. Moneta e credito, concorrenza e assicurazioni, borsa, valori mobiliari e fondi pensione, comunicazioni di massa e informatica pubblica, appalti di lavori pubblici e tariffe di energia elettrica e gas, scioperi nei servizi pubblici e contrattazione sindacale nelle pubbliche amministrazioni, monitoraggio e innovazione neirambiente e nel funzionamento del sistema sanitario sono solo i più evidenti items di un profondo spostamento di poteri dall'apparato politico e amministrativo di governo verso una rete articolata, e in continua diramazione, di nuove e separate arene di rappresentazione, intermediazione o aggiudicazione, secondo i casi, di interessi. Chi domani volesse impegnarsi in ricerche empiriche sulle politiche pubbliche in questi settori decisivi per il sistema economico e sociale di questo paese, dovrebbe primariamente sottoporre ad analisi l'azione delle authorities e le reti di relazioni con gli interessi organizzati e diffusi in cui esse sono chiamate ad operare. Il campo visivo della rilevazione andrebbe profondamente riorientato. Solo ex post andrebbe ponderato il ruolo delle istituzioni classiche della forma di governo, come i partiti, gli organi dell'Esecutivo e il Parlamento. L'analisi empirica, a fronte di casi e circostanze determinate, potrebbe anche sancirne la (de) qualificazione alla sola stregua di attori e arene integrative.
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10

Ciaffi, Daniela, and Emanuela Saporito. "Il diritto alla cura dei beni comuni come palestra di democrazia." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 127 (March 2022): 39–51. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127004.

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Abstract:
L'incrocio tra il diritto e la sociologia urbana apre a scenari di sperimentazione di modelli democratici nuovi, permettendoci di ridefinire servizi pubblici, spazi urbani, territori come beni comuni. Secondo la prospettiva proposta, le pratiche sempre più diffuse di cittadinanza attiva, che si prende cura dei beni comuni, trasformano i cittadini/abitanti da utilizzatori/consumatori di servizi e spazi a prosumers, suggerendoci che siamo in una fase di cambio di paradigma nella rappresentazione e definizione delle istituzioni pubbliche. La scuola è proposta come campo concreto di riflessione, nel suo passaggio da servizio pubblico a bene comune, quando cioè si territorializza, diventando oggetto di cura di tutta la "comunità educante", per disegnarsi sui caratteri socio-spaziali del bisogno educativo.
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Dissertations / Theses on the topic "Pubbliche"

1

FELLETI, Liliana. "Vigilanze pubbliche sull'esercizio privato di pubbliche funzioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/89517.

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2

FANNI, DAMIANO. "Pubblici nella rete : le politiche pubbliche in tempi di: Information and communication technology." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/11578/278611.

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3

Nikifarava, Khelena <1979&gt. "Le funzioni pubbliche e l'IVA." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1148/1/Tesi_Nikifarava_Khelena.pdf.

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4

Nikifarava, Khelena <1979&gt. "Le funzioni pubbliche e l'IVA." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1148/.

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5

Reginato, Sonia <1979&gt. "Le biblioteche pubbliche nell'era "social"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17890.

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Abstract:
L'elaborato analizza i principali cambiamenti legati all'avvento del Web 2.0 ed all'applicazione del concetto di "Library 2.0" nelle biblioteche pubbliche italiane. L'evoluzione tecnologica ha cambiato i comportamenti e le pratiche di utilizzo delle informazioni in Rete da parte delle persone, aumentando la spinta alla partecipazione come idea di produzione e di accesso democratico alla conoscenza. Ma la filosofia "2.0" ha prodotto un cambio di paradigma anche a livello sociale, oltre che tecnologico, che si riflette anche in un differente utilizzo delle pratiche di lettura e di modalità di apprendimento delle persone, sempre più convergente verso l’ambiente digitale come medium privilegiato per l’accesso alla conoscenza. Di fronte ad uno scenario in cui gli Opac delle biblioteche pubbliche sembrano in competizione con Google, le statistiche nazionali rilevano una contrazione dei lettori, l’emergere di nuovi canali comunicativi e di marketing digitale attraverso i social network, le biblioteche pubbliche stanno attraversando, da quasi un ventennio, una “crisi d’identità” che si affianca a quella economica ed alla persistente contrazione di risorse umane ed economiche destinate a queste istituzioni. L'analisi parte dal concetto di identità della biblioteca pubblica locale, partendo dall'affermazione del modello anglosassone sino al dibattito intorno all'evoluzione del ruolo istituzionale che sposta il focus dell'attenzione dalla dimensione materiale dei documenti (e dei libri) a quella dell'aspetto conoscitivo, maggiormente legato alle attività di apprendimento, alle attività di socializzazione e di incontro delle persone nella comunità di riferimento, tenendo conto anche dei principi internazionali e delle politiche comunitarie emanati intorno ai temi di accesso alla conoscenza e di riduzione del divario digitale. Infine, una parte della tesi affronta l’evoluzione storica ed istituzionale della biblioteca pubblica di Ente locale nel nostro Paese per meglio comprenderne l’assetto normativo, la ripartizione delle competenze tra Regioni e Comuni, le ragioni e le conseguenze dell’assenza di una politica bibliotecaria statale in tema di biblioteche pubbliche locali.
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6

Sala, Antonio. "Il giudice delle risorse pubbliche." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422982.

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Abstract:
This study intends to deal with the activity of the italian Court of Auditors as the guardian of public resources. The dissertation is divided into two sections: the first one deals with some important constitutional principles concerning public resources (public property and undertaking, cultural heritage, public budget), whereas the second one is more specific on the Court’s functions as auditor and judicial body. The essay aims to affirm that the role of the Court of Auditors in our legal system is essential, because monitoring the use of public goods and funds in order to prevent or sanction activities that, in different ways, cause damage to the public is a function with constitutional rank. The Court grants citizens-taxpayers the right to see the public money legitimately and efficiently employed for the public welfare. A special attention is drawn to recent reforms, such as the constitutional amendments of April 2012 concerning public budget and the various special forms of administrative liability with sanctionary purpose, which the legislator has introduced alongside the general regulation provided by law 20/1994.
La ricerca si propone di trattare il tema dell’attività della Corte dei conti come custode delle risorse pubbliche. La tesi si divide in due parti: la prima è dedicata ad alcuni importanti principi costituzionali in tema di risorse pubbliche (la proprietà e l’impresa pubbliche, il patrimonio culturale, il bilancio pubblico); la seconda, più specificamente, alle attribuzioni - di controllo e giurisdizionali – della Corte dei conti. L’idea sottesa a questo lavoro è che la presenza della Corte dei conti nell’ordinamento sia necessaria, in quanto la funzione di controllo nell’uso delle risorse e di repressione delle attività che, in vario modo, danneggiano il patrimonio collettivo ha carattere costituzionale. La Corte garantisce il diritto dei cittadini-contribuenti ad un impiego accurato ed alla custodia delle risorse pubbliche. Particolare attenzione è stata riservata alle novità normative, quali la riforma costituzionale del bilancio pubblico dell’aprile 2012 e le numerose ipotesi speciali di responsabilità amministrativa con finalità sanzionatoria che il legislatore ha affiancato alla disciplina generale di cui alla l. 20 del 1994.
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Brusatin, Giovanni. "Opere pubbliche e principio democratico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427491.

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Abstract:
The purpose of this thesis, titled “Public facilities and democratic principle”, is to understand whether the democratic principle (art. 1 Costituzione Italiana) is guaranteed in the administrative procedures involving the construction and localization of public infrastructures. The work is organized into three chapters. The first one concerns the statute law, through which people should be represented. The chapter focuses its attention, in the first place, to the concepts of Sovereignty (which, under the Italian Constitution, belongs to the people) and State (which should pursue the aims identified in the public will) and the relation between them and, in the second place, highlights that the crisis of statute law is due to the recent inability (although there’s the doubt whether it has ever been able) to identify what the public will really is. The second part analyses some examples of real life cases in order to prove how lacks of law, which are due to the inability to implement the democratic principle and to the deficit of the law to be put into effect, have repercussions in the administrative measures which give implementation to the law itself. This work will consider two cases in order to understand all the difficulties which arise from the enactment of the provisions regarding infrastructures. Finally, considering that the examined cases are not an exception in Italy, the third chapter will try to find out, on one hand, all the reasons that lead to the lack of infrastructures in this Country and on the other hand, some proposals which, despite not solving the problem, can, somehow, soothe the major difficulties. The final consideration is made to understand how, just like in other countries, it is important to expand the public attendance in the administrative procedure which, not only should reduce the court contentious (with time and money savings), but also should give implementation to the democratic principle which at the moment is not properly respected by the law itself
La presente tesi di dottorato, dal titolo “Opere pubbliche e principio democratico”, si propone, come obiettivo, quello di comprendere se, nel complesso procedimento amministrativo che porta alla decisione sulla realizzazione di un'infrastruttura e sulla sua localizzazione, sia garantito il principio democratico, introdotto nel nostro ordinamento dall'articolo 1 della Costituzione. In particolare, il lavoro si struttura in tre capitoli, dei quali, il primo è dedicato allo strumento principe attraverso il quale si realizza (o dovrebbe realizzarsi) la volontà popolare: la legge. Dopo alcuni cenni sui concetti di sovranità (che, a mente del citato disposto costituzionale, appartiene al popolo) e Stato (che dovrebbe essere l'apparato finalizzato a perseguire gli scopi individuati dal volere popolare) e sui loro rapporti, il capitolo evidenzia gli elementi di crisi dello strumento legislativo, il quale non appare più in grado (ammesso che mai lo sia stato) di individuare la volontà generale. Il secondo capitolo, poi, tramite l'esame di alcuni casi concreti, vuole dimostrare come i difetti della legge, sia sotto il profilo della sua (almeno parziale) inettitudine a garantire l'attuazione del principio democratico, sia in ragione dell'oscurità e del deficit di precettività che, oramai, la caratterizzano, siano destinati a riflettersi sui provvedimenti amministrativi che, di quella, danno concreta attuazione. Si prenderanno, quindi, in esame, due vicende relative alla realizzazione di altrettante opere infrastrutturali, analizzandole in profondità, onde dar conto delle concrete difficoltà di fronte alle quali ci si trova, quando si tratti di dare applicazione delle disposizioni disciplinanti le infrastrutture. Da ultimo, nel terzo capitolo, dopo aver cercato di dimostrare (attraverso l'analisi di dati) che i casi esaminati non costituiscono un'eccezione, ma sono piuttosto rappresentativi dei reali problemi del Paese, ci si proporrà, da un lato, di individuare le cause della carenza infrastrutturale dell'Italia e, d'altro lato, di avanzare alcune proposte che, se certamente non risolutive delle questioni poste, tuttavia possano, in qualche misura, lenire le maggiori criticità. Anche sulla scorta di un esame dei metodi utilizzati in altri Paesi, infatti, si giungerà alla conclusione che sia quantomai opportuno ampliare quei momenti di partecipazione pubblica nel procedimento amministrativo che, se per un verso consentono di diminuire il contenzioso innanzi al giudice (con evidente risparmio di tempo e, quindi, denaro), per altro verso promettono di dare maggiore attuazione al principio democratico che non appare sufficientemente garantito dalla sola legge.
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8

VESCOVI, MATTEO. "CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA LUCE DEL NUOVO TESTO UNICO (D.LGS. 19 AGOSTO 2016, N. 175)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/707978.

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Abstract:
La tesi analizza il modello di società emergente dal nuovo Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, giungendo alla conclusione che il legislatore della riforma abbia optato per la riconduzione di queste entità allo schema societario privatistico, declinato nei tipi previsti dal Codice civile. Di converso le esigenze di tutela dell’interesse pubblico, persa definitivamente la capacità di snaturare il modello civilistico tipico, rimangono extrasociali, confinate nella fase a monte dell’evidenza pubblica. Per apprezzare compiutamente la portata di tali approdi, l’analisi del Testo unico è preceduta da una ricostruzione del tortuoso itinerario delle società a partecipazione pubblica nel nostro ordinamento, che nel corso degli anni ha registrato oscillazioni tra opposte polarità e contrasti interpretativi profondi, frutto del complesso rapporto tra pubblici poteri ed economia.
The thesis aims at analyzing the model of company emerging from the new Consolidated law on public bodies owned companies, coming at the conclusion that the reform has chosen for a private characterization, according to the types envisaged by the Civil Code. Conversely, the need of pursuing public interest has permanently lost the ability to denaturalize the company. It represents an extrasocial interest, that may be satisfied only during the public law phase. To fully appreciate the importance of these results, the analysis of the Consolidated law is preceded by a reconstruction of the tortuous itinerary of public bodies owned companies in the Italian legal system, which over the years has seen oscillations between opposite polarities and deep interpretative contrasts, result of the complex relationship between public authorities and the economy.
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9

GIROSANTE, GIORGIA. "LEADERSHIP E PERFORMANCE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/39864.

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Abstract:
Il lavoro, composto da tre articoli, si focalizza sulla relazione tra leadership e performance, indagata e osservata da molteplici punti di vista e attraverso differenti strategie di ricerca, ma sempre in un contesto pubblico o comunque mission-driven. In particolare, il primo articolo indaga la relazione tra leadership e performance organizzativa, con un duplice obiettivo: da un lato validare da un punto di vista metodologico la scala di misurazione più utilizzata, dall’altro verificarne la relazione con la performance organizzativa utilizzando una scala più parsimoniosa. Gli altri due articoli si focalizzano sulla relazione tra leadership e performance individuale: il primo esplora, attraverso un disegno di ricerca qualitativo, il ruolo del feedback fornito dal superiore nel processo di riflessione critica dei collaboratori, volto al cambiamento dei comportamenti e al miglioramento della propria performance; il secondo indaga, attraverso un disegno di ricerca sperimentale, gli effetti della credibilità dei leader sulla performance dei collaboratori, anche mediante la percezione da parte dei dipendenti dell’importanza e dell’utilità del proprio lavoro per gli altri.
The three papers included in the thesis focus on the relationship between leadership and performance, investigated and observed from multiple points of view and through different research strategies. All the papers are conducted in a public or mission-driven setting. The first article focuses on the relationship between leadership and organizational performance, with a twofold objective: on the one hand, to validate the most used measurement scale for leadership from a methodological point of view, and, on the other, to verify the relationship with organizational performance using a more parsimonious scale. The other two articles focus on the relationship between leadership and individual performance. One explores, through a qualitative research design, the role of feedback provided by the supervisor in employees’ critical reflection process, aimed at changing their behaviors and at improving their own performance. The last one investigates, through an experimental research design, the effects of leaders’ trustworthiness on the performance of employees, through the employees' perception of the task significance of their job.
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10

Rauti, Silvia <1969&gt. "Gli opac delle biblioteche pubbliche vicentine." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2029.

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Books on the topic "Pubbliche"

1

Giannini, Massino Severo. Il pubblico potere: Stati e amministrazioni pubbliche. Bologna: Il Mulino, 1986.

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2

Sciascia, Michael. Diritto delle gestioni pubbliche: Istituzioni di contabilità pubblica. Milano: Giuffrè, 2007.

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3

Roggero, Giuseppe A. La Relazionai pubbliche. 6th ed. Milano, Italy: F. Angeli, 1993.

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4

Le società "pubbliche". Torino: G. Giappichelli, 2011.

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5

Introduzione alle politiche pubbliche. Roma: Laterza, 2010.

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6

Italy. Codice delle amministrazioni pubbliche. Bologna: Zanichelli, 2001.

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7

Rebora, Gianfranco. Strategia delle amministrazioni pubbliche. Torino: UTET, 1990.

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8

L'analisi delle politiche pubbliche. Roma: Aracne, 2009.

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Acciai, Riccardo. Privacy e banche dati pubbliche: Il trattamento dei dati personali nelle pubbliche amministrazioni. Padova: CEDAM, 2001.

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Baldini, Massimo. Diseguaglianza, povertà e politiche pubbliche. Bologna: Il mulino, 2009.

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Book chapters on the topic "Pubbliche"

1

Santangeli Valenzani, Riccardo. "Spazi privati e funzioni pubbliche nell’edilizia residenziale altomedievale." In Spazio pubblico e spazio privato, 199–211. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116185.

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2

Saggioro, Fabio. "Struttura e organizzazione delle aziende pubbliche nell'Italia padana (VIII-X secolo)." In Biens publics, biens du roi, 235–59. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118745.

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3

Lazzari, Tiziana. "Città e territori: l’articolazione delle circoscrizioni pubbliche nell’Italia padana (secoli ix-xi)." In Urban identities in Northern Italy, 800-1100 ca., 339–56. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.109867.

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4

Turchiano, Maria, and Giuliano Volpe. "Faragola e le proprietà pubbliche nel comparto orientale del Ducato beneventano: una prospettiva archeologica." In Biens publics, biens du roi, 261–325. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118746.

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5

Poccetti, Paolo. "4. Istituzioni pubbliche nell’area delle lingue sabelliche tra filtri documentari, εἴδωλα terminologici e percorsi etimologici." In Re e popolo, 195–246. Göttingen: V&R unipress, 2019. http://dx.doi.org/10.14220/9783737010221.195.

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6

Schiffer, Davide. "Pubblicare i lavori." In Attraverso il microscopio, 93–94. Milano: Springer Milan, 2011. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1893-8_12.

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7

Roberts, Albert R., and Kenneth R. Yeager. "Crisi pubblica e crisi privata." In Gli interventi sulla crisi, 5–6. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2029-0_2.

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8

Bianchi, Giovanna, Federico Cantini, and Simone Maria Collavini. "Beni pubblici di ambito toscano." In Biens publics, biens du roi, 327–48. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118747.

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9

Wickham, Chris. "Beni pubblici: a provisional typology." In Biens publics, biens du roi, 413–22. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118750.

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10

Manni, Paola. "Il Vocabolario Dantesco a cura dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano (CNR)." In L'illustre volgare, 35–47. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.03.

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Abstract:
L’Accademia della Crusca, fin dalle origini impegnata nell’attività lessicografica, ha avviato, in collaborazione con l’OVI – Opera del Vocabolario Italiano (CNR), un nuovo Vocabolario dantesco che si pubblica dal 2018 al sito di rete www.vocabolariodantesco.it. L’intervento illustra, con l’aiuto di alcune immagini, gli intenti e le metodologie altamente innovative di questo Vocabolario che, pur proponendosi di analizzare tutte le opere volgari di Dante, ha preso avvio dalla Commedia, testo fondante della nostra tradizione letteraria e linguistica.
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Conference papers on the topic "Pubbliche"

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Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Abstract:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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Borchi, Simone. "La selvicoltura nei patrimoni pubblici fra investimenti e abbandono: il caso della Toscana. Analisi, valutazione e proposte." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.142.

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D'Agosta, G. M., and A. Milazzo. "Soddisfacimento del fabbisogno energetico pubblico locale attraverso la generazione termoelettrica da biomassa legnosa forestale. Il caso di studio del Comune di Malvagna." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.214.

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Lariccia, Stefano, Robert M. Karn, and Marco Stefanoni. "Green’ntropy: semantic web / pragmatic web e Officine per la Sostenibilità della Ricerca come motore per riattivare la riqualificazione energetica degli edifici pubblici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7914.

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Abstract:
In questo “position paper” si rappresentano obbiettivi modelli e metodi per contribuire ad avviare una campagna attiva di ricerca e sensibilizzazione sociale basata sull’interazione attraverso reti sociali e reti di automi basata nel Parco della Ricerca Enea Casaccia. Viene fornita un’anticipazione di quello che vuole essere il progetto “Sistemi Aperti Sapienza”; viene poi fornita una descrizione delle motivazioni di partenza e della riflessione che ha generato questa idea progettuale. Poi vengono considerate le ragioni per la convergenza di partner, identificati nei principali organismi della ricerca nel nostro territorio, in una organizzazione regionale guidata e ospitata da ENEA per raggiungere più rapidamente gli obiettivi dichiarati. La proposta prevede l’ implementazione presso ENEA, di un “FabLab”, un laboratorio finalizzato alla realizzazione di prototipi virtuali / reali, ovvero progettati attraverso software di modellazione 3d e stampabili attraverso stampanti 3d dall’utilizzatore finale. Ciò avverrebbe sulla scorta di quanto sta rapidamente diffondendosi in Italia e nel mondo sull’esempio del Center for Bits and Atoms (CBA) - MIT di Boston fondato da Neil Gershenfeld. Il FabLab Casaccia dovrebbe essere realizzato come una delle previste Officine della Sostenibilità specializzata nella produzione di soluzioni per la riqualificazione energetica degli edifici, per l’ applicazione delle energie sostenibili, per la diffusione virale di educazione e consapevolezza energetica e ambientale. Questo progetto, è pensato come un contributo di Sapienza nell’ambito della partnership al progetto di riqualificazione del Parco ENEA finalizzato ad operare per l’applicazione, prevista entro il 2015, delle misure di riqualificazione degli edifici nel settore della Pubblica Amministrazione.
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Arras, Francesca, Arnaldo Cecchini, Elisa Ghisu, Paola Idini, and Valentina Talu. "Perché e come promuovere la camminabilitá urbana a partire dalle esigenze degli abitanti piú svantaggiati: il progetto "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!"." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7962.

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Abstract:
La città contemporanea è una città a misura di automobilista. Chi non vuole o non può usare l'automobile per spostarsi non è in grado di esercitare pienamente il proprio diritto urbano di accesso ed uso degli spazi e delle strade sottratti dalle automobili all'uso pubblico e collettivo. Il prerequisito per la riconquista di questo diritto urbano negato è la promozione di un vero e proprio cambiamento culturale in materia di mobilità, attraverso il coinvolgimento consapevole e responsabile degli abitanti nelle politiche e nei progetti di promozione della mobilità altra, in particolare di coloro che subiscono la maggior parte delle conseguenze negative determinate dalla presenza invasiva delle automobili nella città: bambini, anziani, persone disabili e pedoni (e ciclisti) in generale. Nell'articolo descriveremo il progetto pilota "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!" che si pone l'obiettivo di promuovere la camminabilità urbana di due quartieri marginali della città di Sassari (e, in prospettiva, di tutta la città, trattandosi un progetto facilmente replicabile) a partire dalle esigenze, dai desideri e dalla "capacità di disobbedienza" dei bambini, uno dei gruppi di abitanti più svantaggiati in materia di mobilità. Contemporary city is a car-friendly city. Those who cannot or do not want to use a car are not capable to fully exercise their fundamental urban right to access and to use the public spaces and the streets. In this paper, we argue that it is possible to make more effective policies aimed at building walkable cities making reference to the desires and needs of disadvantaged groups. In particular, we concentrate on children as one of the most vulnerable groups of inhabitants of the city. The role children can play in improving urban quality of life is fundamental, for a number of reasons, most important of which, for the purpose of this paper, is their "capability of disobedience" which might be used as a force of urban transformation. Then, we present one project through which we try to promote the urban walkability of the city of Sassari starting from children's involvement: "ExtraPedestrians: let yourself be conquered by the 'alien' mobility".
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Andreassi, Fabio, and Ottavia Aristone. "Geografia e storia nei territori sensibili: rischio, emergenza e memoria: prove di dialogo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7934.

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Abstract:
Si vuole esplorare il significato nella pratica di alcune parole chiave quali cambiamento, collasso, emergenza, memoria, rischio e la loro eventuale capacità di esplicitare i nessi tra geografia e storia nei territori sensibili. Per i sapere non esperti, la nozione di rischio diventa cangiante: declinata al passato in forma di mitografia o respinta e scomoda declinazione del futuro, al presente tende a perdere un significato proprio per scivolare nel campo semantico dell'emergenza. Questa coniugazione produce azioni, nell'unità di spazio-temporale del disastro, che appartengono all'emergenza: depotenziata di un passato irripetibile e di un futuro incerto, si configura quale potente veicolo del potere, avendo liberato le decisioni dalle procedure necessarie per la verifica della opportunità tecnica e del consenso consapevole. Nei "casi di emergenza" si riduce la relazione decisionale con gli abitanti coinvolti; il coordinamento e la gestione assumono forme autoritative e astratte, inconsapevoli della soglia di sopportabilità del rischio da parte delle popolazioni. L'efficienza dell'intervento di prima istanza non corrisponde alla efficacia nella media durata laddove l'azione pubblica non orienta le possibili scelte e non ne supporta i processi attuativi e adattivi. Our intention is to explore the practical meaning of certain key-words such as change, collapse, emergency, memory and risk, and how they may explain the links between the geography and history of sensitive areas. For non-experts, the notion of risk is many-faceted: when declined in a past sense as a myth, or a rejected, inconvenient declination of the future, in the present, it loses its intrinsic meaning and comes to refer to an emergency. This conjugation produces actions, within the space and time of the disaster, which are proper to the emergency: its unrepeatable past weakened and with an uncertain future, it emerges as a forceful vehicle of power, which takes all the decisions and enforces the procedures necessary for assessing technical necessities and conscious consensus. In "cases of emergency", the inhabitants involved are deprived of their part in decision-making, while the management of the emergency takes on an abstract and authoritarian form and seems unable to sense the threshold of tolerance of risk of the population. The immediate intervention is seen to be effective, but not in the mid-term, where public action does not take into account the possible alternatives or sustain the local people in their attempt to adapt.
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Silva, Madalena Pinto da. "Guardare oltre il tempo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

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Abstract:
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Reports on the topic "Pubbliche"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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Frey, Joachim, and Stéphane Praz. Riassunto del programma nazionale di ricerca «Resistenza antimicrobica» (PNR 72). Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, November 2022. http://dx.doi.org/10.46446/publication_pnr72.2022.1.it.

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Abstract:
Il riassunto del programma si rivolge ai decisori del mondo scientifico e della politica, ma anche al vasto pubblico. Nell’intento di fornire un orientamento strategico, il gruppo direttivo vi delinea i contesti, i campi d’intervento e le misure principali che, secondo il gruppo direttivo del PNR 72, risultano dai lavori svolti nell’ambito del programma.
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