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Dissertations / Theses on the topic 'Pubblica sicurezza'

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CUCINOTTA, CARLO. "Sicurezza alimentare e diritto penale. Uno studio sulla tutela penale della salute pubblica." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1437676.

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Abstract:
Il lavoro affronta una tematica di particolare attualità nel panorama scientifico, concernente la tutela penale della salute pubblica nel settore alimentare. Il presente studio è suddiviso in cinque capitoli: premesse un’indagine di teoria generale sui reati di pericolo (cap. I) e un’analisi storico-comparatistica sulla tutela penale della salute pubblica (cap. II), vengono approfondite le principali problematiche che caratterizzano la disciplina vigente dei reati alimentari (cap. III) e le relative interrelazioni con la normativa sovranazionale (cap. IV), mentre per finire sono esaminate le prospettive di riforma del settore in esame attraverso lo studio di un recente disegno di legge (cap. V). Più precisamente, la ricerca si diparte da un’analisi delle tecniche normative che si offrono al legislatore nella tutela della salute dei consumatori in materia alimentare. Vengono evidenziati i problemi di determinatezza e di praticabilità processuale che concernono i reati di pericolo concreto; sono esaminati i rapporti fra tale tecnica normativa e l’utilizzo del sapere epidemiologico; sono approfonditi i pregi e gli inconvenienti connessi alle ulteriori tecniche di tutela anticipata; particolare attenzione è infine dedicata all’utilizzo dei c.d. limiti-soglia, di cui viene analizzata la posizione nella struttura del reato, la disciplina giuridica, il relativo procedimento di determinazione, nonché i rapporti con i principi di riserva di legge e di offensività. Alla luce di siffatta impostazione, il lavoro procede a investigare l’origine storica dell’attuale disciplina dei reati contro la salute pubblica, nella consapevolezza che la comprensione dei problemi posti dalle fattispecie vigenti non può che passare dalla storia entro cui esse si sono formate. L’analisi è dedicata anzitutto ai principali modelli di codificazione che hanno influenzato la redazione del codice Zanardelli – tra cui il codice napoleonico del 1810, i codici dell’Italia preunitaria e il codice dell’impero tedesco del 1871 –, a cui segue una ricostruzione dei relativi lavori preparatori, tesa a comprendere i profili dogmatici e politico-criminali che caratterizzano i delitti contro la salute pubblica nel codice del 1889. A questo punto la ricerca si sposta sulla normativa vigente. Dopo aver esaminato le problematiche connesse al trattamento sanzionatorio differenziato dei delitti contro la salute pubblica e proposto una ricostruzione maggiormente in linea con il rango primario ricoperto dalla salute all’interno della Costituzione, il lavoro affronta i problemi di tassatività e di ragionevolezza che concernono sia gli artt. 439 ss. c.p., sia il relativo rapporto con le contravvenzioni previste dalla l. n. 283 del 1962, giungendo a sostenere l’opportunità di superare la tradizionale concezione c.d. quantitativa del pericolo comune, incentrata sulla diffusività del danno minacciato. Successivamente vengono analizzati la riforma del settore alimentare operata dal legislatore europeo a partire dal Reg. CE n. 178 del 2002 e i relativi nessi con la disciplina nazionale degli illeciti alimentari, ponendo in luce le principali aporie del sistema sanzionatorio interno. La ricerca si conclude esaminando il disegno di legge C. 2427 del 6 marzo 2020 ed evidenziando, attraverso la formulazione di talune proposte normative, l’opportunità di riformare la disciplina sanzionatoria del settore alimentare al fine di operare un equilibrato bilanciamento tra le istanze di tutela della salute dei consumatori e i principi di ragionevolezza, determinatezza e tassatività.
The work deals with the criminal protection of public health in the food sector. The study is divided into five chapters: after a general theoretical investigation on endangerment crimes (ch. I) and a historical-comparative analysis on the criminal protection of public health (ch. II), the main problems that characterize the current discipline of food crimes (ch. III) and its interrelationship with the supranational legislation (ch. IV) are examined in depth, while finally the prospectives of reform of the sector are examined through the study of a recent draft law (ch. V). More precisely, the research starts from an analysis of the regulatory techniques available to the legislator in the protection of consumer health in the food sector. Then, the study focuses on: the problems of legal certainty and procedural practicability that concern concrete endangerment crimes; the relations between this normative technique and the use of epidemiology; the merits and drawbacks connected to further techniques of anticipated protection. Finally, particular attention is dedicated to the use of the so-called threshold limits, to their role in the structure of the crime as well as to their legal discipline, the relative determination procedure, and the relations with the rule of law and the principle of harmfulness. In the light of this approach, the work proceeds to investigate the historical origin of the current discipline of crimes against public health, in the awareness that the understanding of the problems posed by the current legislation needs to pass through the history within which it was formed. The analysis is first of all dedicated to the main codification models that have influenced the drafting of the Zanardelli code - including the Napoleonic code of 1810, the codes of pre-unification Italy and the code of the German empire of 1871 -, followed by a reconstruction of the related preparatory work, aimed at understanding the dogmatic and political-criminal profiles that characterise crimes against public health in the code of 1889. At this point, the research shifts to current legislation. After examining the problems connected to the differentiated sanctioning treatment of offences against public health and proposing a reconstruction more in line with the primary rank of health within the Italian Constitution, the work addresses the problems of taxability and reasonableness concerning both Articles 439 et seq. of the Criminal Code and the relative relationship with the offences provided for by Law no. 283 of 1962, coming to support the opportunity to overcome the traditional so-called quantitative conception of the public danger, centred on the diffuseness of the threatened damage. Subsequently, the reform of the food sector carried out by the European legislator starting from the EC Reg. n. 178 of 2002 and its connections with the national discipline of food offences are analysed, highlighting the main aporias of the internal sanctioning system. The research concludes by examining the draft law C. 2427 of 6 March 2020 and highlighting, through the formulation of some regulatory proposals, the opportunity to reform the sanctioning discipline of the food sector in order to strike a better balance between the need to protect the health of consumers and the principles of reasonableness and legal certainty.
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Venturelli, Elena <1990&gt. "La sicurezza alimentare in Cina. Scandali alimentari, percezione pubblica e mercato del biologico." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/7174.

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Abstract:
Negli ultimi trenta anni la Cina ha conosciuto una crescita economico-industriale senza precedenti. Se da un lato l’intensa industrializzazione e la continua urbanizzazione permettono il miglioramento delle condizioni di vita di una fetta della popolazione, la quale aspira a stili di vita sempre più elevati, dall’altra parte hanno prodotto una progressiva riduzione dei terreni coltivabili. Lo smisurato sfruttamento dovuto alla ridotta disponibilità di terreno arabile ha comportato l’uso e l’abuso di fertilizzanti, pesticidi e farmaci, riducendo i livelli di sicurezza dei prodotti agricoli causando in questo modo scandali alimentari e degrado ambientale. Questa crescita incontrollata ha portato con sé diverse conseguenze negative che hanno indotto la Cina ad affrontare il problema della sostenibilità ambientale. Una delle più attuali problematiche riguarda la food safety, ovvero quella riguardante la qualità degli alimenti e gli effetti che questi ultimi hanno sulla salute dell’uomo. In questa tesi verranno presentati alcuni dei principali casi di scandali alimentari occorsi negli ultimi anni in Cina, come questi scandali sono stati comunicati e come tutto ciò ha influito sulla percezione pubblica della sicurezza alimentare. In seguito verranno analizzate le scelte d’acquisto dei consumatori influenzate dagli scandali alimentari e i consumatori classificati in base al loro profilo e atteggiamento di consumo. Infine verrà presentato il mercato degli alimenti biologici in Cina, le certificazioni ecologiche cinesi e la loro storia.
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LA, PORTA CLEMENTE DAVIDE. "LA NOZIONE DI DATORE DI LAVORO PUBBLICO NELLA SICUREZZA DEL LAVORO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/544576.

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Abstract:
The research deals with the notion of public employer in the field of health and safety in the workplace, currently regulated by Article 2 (1)(b), Legislative Decree No. 81/2008. Firstly, the research considers the evolution of the discipline from an historical point of view, highlighting both the effects and the main issues concerning its application in the Public Sector. Secondly, it takes into account the notion of public employer in the light of the privatization process that involved the public employment, making a comparison between the latter and the private one. In conclusion, the research investigates the unsolved profiles concerning the definition of public employer provided by the so-called Testo Unico of Health and Safety at the Workplace, questioning the opportunity/necessity to use different notions in relation with the figure of the employer in both the private and the public sectors.
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Di, Giorgio Michele <1984&gt. "Per una polizia nuova : il movimento per la smilitarizzazione e per la riforma della Pubblica Sicurezza in Italia (1969-1981)." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8837.

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Abstract:
Nel periodo compreso tra il 1969 e il 1981 la polizia fu attraversata da un movimento democratico che si pose l'obbiettivo di condurre l’istituzione ad una riforma profonda che garantisse la smilitarizzazione ed il sindacato. Il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza era un organismo militare e tutti i suoi appartenenti erano sottoposti ad una rigida disciplina. La vita dei poliziotti era particolarmente difficile: paghe basse, addestramento inadeguato, dure condizioni di lavoro e mancanza di democrazia. All’interno di un corpo separato dalla società civile qualsiasi lagnanza degli agenti nei confronti dell'istituzione era destinata a spegnersi sotto la minaccia di punizioni e trasferimenti. Parallelamente, l’operato e la gestione della polizia furono spesso oggetto di dure critiche sia dentro che fuori il Parlamento: eccessiva prossimità con il potere politico, militarismo, pervasività, faziosità, scarsa professionalità, inefficienza e brutalità furono le accuse più frequenti. Il movimento nacque in questo contesto alla fine degli anni Sessanta con pochi e chiari obiettivi: smilitarizzazione, riforma, sindacalizzazione e democratizzazione della polizia. In pochi anni, grazie ad una frenetica attività clandestina e alla collaborazione della rivista «Ordine Pubblico» e del suo direttore Franco Fedeli, le adesioni all’organizzazione crebbero vertiginosamente. Dopo aver creato una solida rete di comitati locali e aver raccolto migliaia di simpatizzanti tra i poliziotti, il movimento uscì allo scoperto alla fine del 1974. La campagna d’informazione dei poliziotti democratici (che evidenziò tutte le storture dell’istituzione) fu osteggiata dalla parte più conservatrice della Democrazia Cristiana e dalle destre. Le reazioni dei vertici della polizia e del Ministero dell’Interno non tardarono ad arrivare: provvedimenti repressivi (punizioni, trasferimenti, licenziamenti e carcere militare) colpirono tutti i membri più attivi dell’organizzazione. Questi espedienti, tuttavia, non riuscirono a fermare il movimento. Rompendo la tradizionale separazione con la società e mostrando una notevole maturità democratica, i poliziotti diedero vita ad una intensa attività di informazione (articoli sulla stampa, convegni, assemblee, riunioni nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro) rivolta ai lavoratori e alla cittadinanza. Nel 1976, dopo centinaia di incontri pubblici in tutto il Paese, gli agenti democratici riuscirono ad imporre nel dibattito politico il tema della smilitarizzazione e della sindacalizzazione della polizia, ottenendo dal Governo la promessa di una rapida riforma. Nonostante ciò, il provvedimento tanto atteso giunse soltanto diversi anni dopo, nell’aprile del 1981 (legge 121/81), e rispose solo in parte alle richieste del movimento.
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Deana, Alessia. "protezione dei dati personali e tutela della sicurezza pubblica: la prospettiva europea sul caso apple vs fbi e la strage di san bernardino." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
L’obiettivo di questa trattazione è quello di esporre il rapporto controverso fra il diritto alla privacy, garantito ad ogni cittadino, e la tutela della sicurezza nazionale. L’episodio protagonista che verrà analizzato riguarda il contenzioso che, nel dicembre del 2015, ha coinvolto la società Apple Inc. e l’Fbi. Nella prima parte dell’elaborato l’attenzione verrà focalizzata sul concetto di privacy, approfondendo la sua diversa impostazione nelle normative americana e europea. In particolare, si partirà dal right to be let alone del 1890 per giungere a quella che è la concezione attuale del diritto alla protezione dei dati personali secondo il GDPR e il Privacy Act per poi elaborarne un confronto. Successivamente, verrà analizzato il tema della tutela della sicurezza pubblica facendo ricorso ad alcuni esempi di leggi emanate a seguito degli attentati terroristici dell’11 settembre. Nella seconda parte, dunque, si entrerà nel vivo della Strage di San Bernardino, ripercorrendo passo dopo passo le indagini. Il focus sarà lo scontro legale tra Apple e Fbi e le trattative in merito al dispositivo rinvenuto durante la strage. Infine, si ipotizzerà di “trasportare” il caso nella normativa europea, ossia immaginando la sua risoluzione qualora la normativa adottata non fosse stata quella americana.
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BENEDETTO, F. DI. "LA PROTEZIONE DEI SETTORI STRATEGICI EUROPEI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/345493.

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Abstract:
“The Protection of the European Strategic Sectors”. The kind of protection that is at the heart of this doctoral thesis is the defence of the strategic companies established in the European Union (EU) from takeovers by foreign investors, that is to say investors from countries which are not part of the European Economic Area. This work aims, on the one hand, at outlining the main features of a screening mechanism of foreign investments at the EU level and, on the other, at identifying the proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. Chapter 1 contains a non-exhaustive list of the European strategic sectors which consist in all the economic sectors in which the EU or its Member States have adopted rules to limit foreign investors’ right to acquire participations in strategic companies for reasons of public security. Indeed, the Court of Justice of the EU (CJEU) used the expression “strategic sectors” in relation to undertakings whose activities are deeply linked to the protection of public security. The EU notion of public security contains both internal and external security, but also the production of goods and the supply of services which are essential for the very existence of a country. Chapter 2 provides a comparative study of the present situation of strategic enterprises’ protection in three EU Member States (Germany, Italy and France). It shows that a fragmented landscape of foreign investment control rules adopted by national authorities represents both a constraint to an efficient internal market of capital movements, and a limit to an effective protection of the European strategic sectors. By contrast, an EU foreign investment control mechanism could lead to a less fragmented system of strategic companies’ protection, which would be able to encourage foreign investments. At the same time, a single EU body of foreign investment control should be more efficient in order to protect EU public security. Moreover, unlike Member States measures such as “golden shares”, this mechanism could enjoy a greater degree of compatibility with the fundamental freedoms of the Treaties. In effect, the CJEU recognises a “presumption of conformity” with the freedoms of movement to the EU secondary legislation which pursues objectives of general interest like the protection of public security. Chapter 3 analyses the most significant experience of foreign investment control at the global level, the Committee on Foreign Investment in the United States, in order to understand if it could be a suitable model for the establishment of a similar body in the EU, the Committee on Foreign Investment in the EU (CFIEU). Once outlined the key aspects of the CFIEU, chapter 3 focuses on the search of the most proper legal basis in the EU Treaties for its establishment. The study tries to demonstrate that Article 207(2) TFEU on unilateral measures of Common Commercial Policy (CCP) could be the right legal basis for the creation of the CFIEU. Indeed, after the Lisbon Treaty, the CCP has become an exclusive competence of the EU which also encompasses the admission and the treatment of foreign direct investments. In conclusion, chapter 3 tries to figure out the implications of the establishment of the CFIEU both on Member States competences (especially their exclusive competence on national security by virtue of Article 4 TEU), and on the international obligations undertaken by the EU towards third countries, with particular reference to the World Trade Organisation rules and international investment law.
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Corbelli, Sonia. "Reati informatici e sicurezza - come tutelarsi a livello tecnico e giuridico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
La tesi ha l’obiettivo di rendere consapevoli gli utenti sul fatto che esistono dei rischi per la sicurezza e devono prendere delle contromisure per proteggere i loro dati. Ciò è stabilito anche dalla legge, che presta particolare attenzione a questo problema quando vengono trattati dati sensibili. Attualmente si occupa di questa tutela il Codice Privacy, ma è già entrato in vigore il regolamento europeo 2016/679, che lo sostituirà operativamente il 25/05/2018. Come prima forma di sicurezza si introduce la crittografia, a chiave simmetrica o a chiave pubblica, applicata in particolare alla firma digitale. Questa può essere certificata da un’autorità di certificazione qualificata per avere la stessa validità di una firma autografa. Un’altra forma di sicurezza primaria fondamentale è il controllo degli accessi. Quello più comune è l’accesso tramite password. La principale fonte di minaccia è costituita dai malware. Se ne discutono quindi le tipologie e i modi in cui compromettono un sistema e si illustrano alcune forme di difesa per proteggersi da essi. Si considerano quindi gli attaccanti che si introducono in un sistema informatico, mettendone in evidenza le motivazioni e illustrando ulteriori misure di protezione tecniche. Si ricorda infine che tutti questi comportamenti malevoli sono reati e si illustrano le leggi che li regolano, in modo da tutelare gli utenti legittimi e punire i criminali.
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MORELLO, Francesco. "La sicurezza del lavoro nelle pubbliche amministrazioni per il benessere organizzativo, la customer satisfaction e la qualità del servizio reso agli utenti." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30447.

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Abstract:
La normativa posta a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, risulta imperniata sulla centralità del concetto di organizzazione e si applica tanto al settore privato quanto al complesso sistema del pubblico impiego. Il presente lavoro si propone di dimostrare che la matrice dell’organizzazione prevista dal T.U. d.lgs. 81/2008 si conforma, in un ottima sistematica, con la mission e le precipue finalità istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni. Garantire e valorizzare la dignità della persona che lavora, assicurando uno “stato di completo benessere fisico mentale e sociale” (art. 2, T.U.), significa sia dare attuazione concreta, alla disciplina prevenzionale, che migliorare il processo produttivo o di lavoro. Benessere individuale e organizzativo si riflettono sul livello di performance raggiunto dalle organizzazioni e ciò in particolare in ambito pubblico ove il tema del miglioramento del clima lavorativo si colloca nella prospettiva dell'inveramento dei principi e valori costituzionali nell'Amministrazione reale, oggi chiamata a rispondere con limitate risorse finanziarie alle domande correlate ai cambiamenti della società e alla crisi economica in atto. L’evoluzione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dalla contrattualizzazione del rapporto di lavoro alle recenti riforme “efficientiste” e di spesa dell’organizzazione pubblica, hanno prodotto un articolato sistema che distingue macro e micro organizzazione. Ogni amministrazione pubblica deve per legge incrementare il proprio livello di benessere, modulando secondo le rispettive specificità strumenti e forme di partecipazione, così da fornire un servizio qualitativamente in linea con le esigenze della collettività. A tal fine vengono passate in rassegna insieme alle norme anche talune esperienze concretamente sviluppatesi con riferimento anche ai fini della customer satisfaction. Nella stessa ottica si muove l’indagine che attraverso l’analisi dei principali rischi, quelli psicosociali (stress, mobbing, burn out…), individua per ogni soggetto dell’organizzazione non solo il proprio debito di sicurezza ma soprattutto il proprio ruolo nell’implementazione del benessere. L’autore giunge infine a configurare in capo al lavoratore pubblico un vero e proprio diritto al benessere, organizzativo e individuale, esigibile in base ad un paradigma risarcitorio, che in uno alle responsabilità ad esso correlate, esaminate anche nei profili emersi più di recente, conferma che nelle P.A. sicurezza sui luoghi di lavoro, benessere organizzativo e ciclo della performance sono tra loro strettamente e necessariamente complementari.
The regulation of occupational health and safety is mainly focused on the importance of organisational aspects regarding both private and public sector. The aim of this study is to demonstrate that the origin of the public organisation system set out in the T.U. d.lgs 81/2008 is in compliance with the mission and institutional aims of the Public Administration, under a systematic perspective. “Valuing and protecting the dignity of the workers, safeguarding the physical, mental and social welfare”, will practically enforce the preventive regulatory system and increase the productivity of the working process. The individual and organisational well-being is strictly co-related to the general level of performance achieved by organisations specifically in the public sector, where the improvement of working conditions can be considered as an implementation of Constitutional principles in the context of the Public Administration which nowadays is deemed to face, with limited financial resources, the changes of the society and the current economic crisis. Each public organisation shall, by law, increase its level of welfare according to its own means and type of participation, in order to provide a service that complies qualitatively with the needs of the public. For this purpose the study is conducted through the analysis of legislations and practical experiences related also to the aims of the customer satisfaction. Moreover the study establishes which are the main psychosocial risks (stress, mobbing, burn out), and identifies for each member of the organisation not only its own debt security but also the importance of its role in the growth of the well-being. In the end the author concludes that public employees have the right to obtain a collective and individual well-being through a compensation scheme and that in the public administrations, the job safety, the organisational well being and the job performance are strictly and inevitably interdepend.
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Antonelli, Claudia. "La Blockchain: aspetti crittografici e applicazioni." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12016/.

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Abstract:
La Blockchain è un deposito di dati distribuito costituito da una lista di record (in continua crescita) resistente a modifiche e revisioni, anche da parte degli operatori dei nodi (computer) su cui risiede. I dati sono sicuri anche in presenza di partecipanti non affidabili o disonesti alla rete. Una copia totale o parziale della blockchain è memorizzata su tutti i nodi. I record contenuti sono di due tipi: le transazioni, che sono i dati veri e propri, e i blocchi, che sono la registrazione di quanto ed in quale ordine le transazioni sono state inserite in modo indelebile nel database. Le transazioni sono create dai partecipanti alla rete nelle loro operazioni (per esempio, trasferimento di valuta ad un altro utente), mentre i blocchi sono generati da partecipanti speciali, i cosiddetti “miners”, che utilizzano software e a volte hardware specializzato per creare i blocchi. L’attività dei miners viene ricompensata con l’assegnazione di “qualcosa”, nel caso della rete Bitcoin di un certo numero di unità di valuta. Spesso negli esempi si fa riferimento alla Blockchain di Bitcoin perché è la catena di blocchi implementata per prima, e l'unica ad avere una dimensione consistente. Le transazioni, una volta create, vengono distribuite sui nodi con un protocollo del tipo “best effort”. La validità di una transazione viene verificata attraverso il consenso dei nodi della rete sulla base di una serie di parametri, che variano secondo l’implementazione specifica dell’architettura. Una volta verificata come valida, la transazione viene inserita nel primo blocco libero disponibile. Per evitare che ci sia una duplicazione delle informazioni l’architettura prevede un sistema di time stamping, che non richiede un server centralizzato.
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GRAZIANI, CHIARA. "SICUREZZA E DIRITTI FONDAMENTALI: ANTITESI O BINOMIO?" Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2020. http://hdl.handle.net/11567/1009156.

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Abstract:
The analysis focuses on counter-terrorism measures adopted by democratic countries in response to the 9/11 attacks and up to nowadays to fight international terrorism. The aim of this work is to discuss whether the idea of security has changed over the years due to the terrorist threat.
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Potami, Gianmarco <1996&gt. "Le coalizioni discorsive nel caso del TPP in Giappone: il discorso pubblico riguardo autosufficienza alimentare e sicurezza alimentare." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18930.

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Abstract:
Lo studio, facendo uso delle coalizioni discorsive come teorizzate da Maarten Hajer, analizza il discorso pubblico rispetto all’autosufficienza e alla sicurezza alimentare nel contesto della discussione riguardo il TPP avvenuta in Giappone. Vengono individuate due coalizioni con una narrativa distinta. Da una parte il triangolo di ferro del settore agricolo e gruppi di cittadini che dipingono il trattato come rischioso per il Giappone in quanto porterebbe al collasso del mercato agricolo. Dall'altra, il governo centrale, individuato nella figura degli uffici dell’allora Primo Ministro Abe, affiancato dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Commercio che sottolineano come una maggiore liberalizzazione porterebbe dei benefici al settore agricolo. Lo studio introduce il contesto che ha portato alla creazione di un ambiente adeguato alla nascita di una nuova narrazione. Vengono poi presentati gli strumenti che sostenevano l’egemonia della narrazione dominante e quelli che hanno permesso di dare vita ad un nuovo discorso. Le narrazioni delle due coalizioni saranno poi esposte. Lo scopo ultimo della tesi è verificare il cambiamento del discorso dominante nel post-TPP analizzando le politiche estere e le riforme agricole compiute del governo Abe.
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GAGLIONE, CHIARA. "Il lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1261319.

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Abstract:
Lo studio proposto e intrapreso si sviluppa intorno all’obiettivo di esaminare, in un’ottica interdisciplinare, il livello di compatibilità tra l’istituto del lavoro agile e il contesto del lavoro pubblico (posta l’attuale univocità della normativa di riferimento, applicabile sia al settore del lavoro pubblico che a quello privato). Nel tentativo di rispondere a tale domanda di ricerca - individuata ben prima che, in Italia e nel resto del mondo, si avvicendassero gli eventi pandemici, alla luce dei quali l’ordinamento ha riconosciuto nuova rilevanza allo smart working – si è deciso di distribuire la riflessione su tre piani, dei quali il primo, dedicato alla disamina del contesto pubblico; il secondo, incentrato sullo studio analitico degli elementi giuridici che definiscono questo nuovo modello di organizzazione del lavoro, il terzo volto a indagare le tecniche e i metodi di valutazione della performance agile. Nel dettaglio, il primo capitolo, intitolato “Il quadro normativo e il contesto di riferimento”, si apre con una rassegna dettagliata delle questioni terminologiche che continuano a intrattenere la dottrina giuslavoristica sin dall’emanazione della l. n. 81/2017. L’esame lessicale introduce, in maniera funzionale, allo studio del complesso quadro normativo vigente in tema di lavoro agile svolto alle dipendenze delle pp. aa, costruito sul coordinamento tra le norme contenute nel d.lgs. n. 165/2001 e quelle della legge n. 81/2017, comprendendovi anche le modifiche provvisorie introdotte a tale disciplina per far fronte all’emergenza sanitaria esplosa nel 2020. Segue, ricalcando rapidamente le tappe essenziali del lungo processo di privatizzazione del lavoro pubblico, intrapreso agli inizi degli anni ’90, lo studio della rilevanza assunta dal contratto individuale nei rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni e di come tale aspetto faciliti e incentivi il ricorso a strumenti di flessibilizzazione. Nella parte finale, invece, si affronta, sempre in una prospettiva diacronica, il tema della digitalizzazione, divenuto ancor più rilevante nel periodo di chiusura e distanziamento imposti per limitare il rischio di contagio durante la pandemia. Il secondo capitolo, invece, è interamente dedicato all’analisi giuridica degli istituti costitutivi del lavoro agile. L’analisi si divide in due sezioni: una, rivolta allo studio della fattispecie, quindi degli elementi essenziali e accidentali che la caratterizzano; l’altra, diversamente, sviluppata intorno ai temi della sicurezza e della previdenza sociale. Il terzo capitolo invece indaga sulla adeguatezza del sistema di valutazione rispetto alle caratteristiche del lavoro agile.
The study proposed and undertaken is developed around the objective of examining, from an interdisciplinary perspective, the level of compatibility between the institution of agile work and the context of public employment (given the current univocality of the reference legislation, applicable to both the public and private sectors). In an attempt to answer this research question - identified well before the pandemic events, in Italy and in the rest of the world, in the light of which the legal system has recognized new relevance to smart working - it was decided to distribute the reflection on three levels, of which the first, dedicated to the examination of the public context; the second, focused on the analytical study of the legal elements that define this new model of work organization, the third aimed at investigating the techniques and methods of evaluation of agile performance. In detail, the first chapter, entitled "The Regulatory Framework and the Context of Reference," opens with a detailed review of the terminological issues that continue to entertain labor doctrine since the enactment of Law No. 81/2017. The lexical examination introduces, in a functional manner, the study of the complex regulatory framework in force on the subject of agile work carried out on the employees of the pp. aa, built on the coordination between the rules contained in Legislative Decree no. 165/2001 and those of Law no. 81/2017, including the provisional changes introduced to this discipline to address the health emergency exploded in 2020. It follows, quickly tracing the essential stages of the long process of privatization of public work, undertaken in the early 90s, the study of the relevance assumed by the individual contract in labor relations with public administrations and how this aspect facilitates and incentivizes the use of flexibilization tools. In the final part, on the other hand, the theme of digitization is addressed, again in a diachronic perspective, which became even more relevant in the period of closure and distancing imposed to limit the risk of contagion during the pandemic. The second chapter, on the other hand, is entirely dedicated to the legal analysis of the constituent institutions of agile work. The analysis is divided into two sections: one aimed at studying the case in point, and therefore the essential and accidental elements that characterize it; the other, on the other hand, developed around the themes of security and social security. The third chapter, on the other hand, investigates the adequacy of the evaluation system with respect to the characteristics of agile work.
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D’Alto, Antonio. "I principali strumenti giuridici per lo scambio di dati tra le pubbliche amministrazioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2397/.

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Abstract:
Lo scopo del seguente lavoro sara' quello di illustrare i mezzi utilizzati in ambito amministrativo per garantire la privacy delle comunicazioni: stiamo parlando della PEC, ovvero della posta elettronica certificata. Inizialmente si tratteranno aspetti piu' tecnici legati a tale strumento, dandone una definizione e illustrando i metodi di funzionamento; successivamente si affronteranno invece aspetti legati piu' nel dettaglio all’ambito giuridico,
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AMATO, STEFANIA. "L'AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO IN TAJIKISTAN 1992 - 2012." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1872.

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Abstract:
Il coordinamento dell’aiuto pubblico allo sviluppo, evocato negli ultimi anni da più parti come la soluzione alla deludente efficacia degli aiuti è in realtà un argomento che nasce quasi contemporaneamente alle prime organizzazioni internazionali dedicate allo sviluppo . La funzione ambivalente delle Nazioni Unite, agente di mediazione diplomatica da un lato (mediazione tra stati e tra gruppi di potere all’interno dello stesso stato), e agente di sviluppo dall’altro, garantisce all’organizzazione un ruolo preminente nel coordinamento degli aiuti nei contesti di guerra e di post-conflitto. E’ questa stessa ambivalenza che impone all’organizzazione un rapporto ufficiale con i territori sottosviluppati, incardinato nella relazione con i governi centrali degli stati. La critica radicale all’aiuto pubblico allo sviluppo individua tutte le distorsioni politiche ed economiche legate all’afflusso dei fondi, sottolineandone le aggravanti possibili laddove esista una discrasia tra gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite e quelli dell’élite che occupa le posizioni apicali dello stato. Questa ricerca attraverso un’analisi storica del contesto, mette in luce l’interazione tra il sistema degli aiuti e il sistema-paese in Tajikistan dall’ingresso delle organizzazioni ai giorni nostri. L’analisi dimostra infine che la struttura politico-economica radicata sul territorio, pur conservando i tratti di uno “stato predatorio” (tratti non alleviati bensì aggravati dalle distorsioni legate all’afflusso dei fondi per lo sviluppo), sfugge in realtà alla definizione stessa di “Stato”. Questo dato rivela una debolezza insita nell’approccio metodologico del sistema degli aiuti che si fonda proprio sull’archetipo dello “Stato”.
The Official Development Assistance (ODA) coordination has been recently launched as a genuine mean to increase aid effectiveness. Actually, the “aid coordination” paradigm was born almost contemporaneously to the first international organizations dedicated to “development”. The ambivalent function of the United Nation that acts both as an agent of diplomatic mediation (among states and among different lobbies within the borders of the same state), and as a development agent, guarantees to United Nations a preeminent role in the field of aid coordination in conflict and post-conflict contexts. It’s this real ambivalence that compels the United Nations to deal with development countries through official relations with the central governments. The radical critique to development aid shows different political and economic distortions related to the incidence of foreign funds. At the same time, it underlines that wherever the goals of the official governments diverge from the development goals of the aid community these distortions might be even more burdensome for the country. This research, through an historical analysis, draws attention on the interaction among the development industry and the country-system in Tajikistan from the arrival of the international organizations to our days. The analysis demonstrates that the political and economic structure of the country, while maintaining the features of a “predatory state” (features which are not alleviated but worsened by the distortions brought about by the aid industry), simply do not comply with the definition of a “State”. This result highlights an innate weakness of the aid industry methodological approach that is in fact, fully based on the political archetype of the “State”.
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Brintazzoli, Giacomo. "Il progetto e l’adeguamento delle barriere di sicurezza: il caso dell’autostrada A1 “Milano-Napoli” e degli svincoli A08 “Milano-Varese” e A09 “Lainate-Como-Chiasso”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
La prima parte dell’elaborato è incentrata sulla sicurezza stradale e sulla raccolta dei dati di tale argomento, dopodiché vengono mostrati gli ultimi dati Istat del tasso di incidentalità stradale italiana. Vengono poi definiti i sistemi di ritenuta stradali e le normative vigenti in materia, facendo riferimento al quaderno tecnico di Anas. La seconda parte, nell'ambito della sicurezza stradale, è relativa al progetto esecutivo realizzato durante l’esperienza di tirocinio all’interno della società di ingegneria “Ale Consulting”, per la manutenzione straordinaria eseguita per conto di Autostrade per la riqualifica delle barriere di sicurezza M100 bordo ponte nella zona di Milano in 6 punti singolari differenti sull’Autostrada A1 e sugli svincoli A08, A09. Tale progetto prevede: -Individuazione zone di intervento e rilievo in sito degli stati di fatto: definizione dell’ubicazione dei sei punti oggetto della manutenzione, raccolta di documentazione fotografica e descrittiva, comprese possibili problematiche inerenti a interferenze tecnologiche e interferenze col traffico autostradale in funzione del quale definire gli schemi e le modalità dei cantieri; -Raccolta e trattamento di tutti i dati utili alla realizzazione del lavoro: identificazione TGM medio e classi di contenimento delle barriere di sicurezza necessarie su tali tratti autostradali, analisi di tutta la documentazione raccolta in sito e dei disegni contabili forniti da Autostrade; -Definizione delle barriere bordo ponte e bordo laterale da utilizzare in progetto, compresi tutti gli elementi di transizione e i terminali utili riportati sugli schemi tipologici, secondo le normative vigenti in materia; -Progettazione strutturale dei cordoli in calcestruzzo armato sui quali ancorare le barriere bordo ponte secondo le normative vigenti in materia; -Definizione delle fasi di intervento in funzione del quale prevedere tempi, costi e cantierizzazioni in riferimento al Disciplinare tecnico di Autostrade.
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Camporesi, Stefano. "Il ruolo della crittografia nelle Blockchain." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il progresso scientifico e tecnologico ha rappresentato per l'uomo un continuo miglioramento delle condizioni sociali ed economiche. Lo sviluppo di nuove tecnologie ha garantito un cambiamento favorevole delle condizioni di vita delle persone che oggigiorno sfruttano queste invenzioni per avere un tenore di vita più elevato. Con il continuo progresso della digitalizzazione le imprese sia pubbliche che private hanno cercato di apportare miglioramenti ai propri processi produttivi e di aumentare la qualità dei servizi offerti sfruttando le nuove tecnologie offerte dal mercato; in particolare, l’utilizzo di queste tecnologie può portare ad uno sconvolgimento degli attuali modelli di business cambiando diversi aspetti del mercato. Tra tutte le tecnologie emergenti occorre porre particolare attenzione alla tecnologia blockchain. Essa rappresenta un sistema decentralizzato che sfrutta una rete peer-to-peer per consentire agli utenti una comunicazione sicura senza intermediari. L’utilizzo di questa tecnologia garantisce uno scambio di informazioni in maniera del tutto protetta riducendo al minimo il rischio di violazione dei dati grazie all'utilizzo delle crittografia asimmetrica. Tale tecnologia trova il suo primo sviluppo nella rete Bitcoin, un nuovo sistema di basato sulle criptovalute creato con l'obiettivo di dare alla luce un nuovo sistema di pagamento sicuro e affidabile. Grazie all'elevato livello di sicurezza che la blockchain offre è possibile sfruttarla in svariati ambiti sia economici che sociali come ad esmpio nell'IoT o nella pubblica amministrazione. Molte società di consulenza, infatti, ritengono che questa tecnologia avrà in futuro un impatto enorme sull’economia globale.
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CRO, PAOLO. "Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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FORMICI, GIULIA. "BIG DATA TRA ESIGENZE SECURITARIE E DIRITTI ALLA RISERVATEZZA E ALLA PROTEZIONE DEI DATI: QUESTIONI NORMATIVE E GIURISPRUDENZIALI IN MATERIA DI DATA RETENTION." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/831332.

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L’affermarsi del terrorismo internazionale e l’inasprirsi della gravità di fenomeni criminosi ha drammaticamente riportato al centro del dibattito politico e legislativo la necessità di adottare misure efficaci al fine di garantire un elevato livello di sicurezza. Il progresso tecnologico, la disponibilità di una enorme mole di dati (c.d. Big Data), derivanti in particolare dai mezzi di telecomunicazione, nonché lo sviluppo di sofisticati sistemi di Intelligenza Artificiale rappresentano strumenti importanti dalle innumerevoli potenzialità anche nell’ambito della lotta alla criminalità grave. Non possono tuttavia essere ignorati i rischi e pericoli per i diritti fondamentali che tali sistemi comportano, in particolare per i diritti alla riservatezza e protezione dei dati, la cui compressione rischia di incidere fortemente anche sul godimento di altre libertà fondamentali nonché sulla stessa democraticità delle nostre società. In tale contesto, nel quale dunque si afferma il complesso trinomio ‘Big Data-sicurezza-riservatezza/protezione dei dati’, emergono significative sfide per il mondo del diritto, chiamato a determinare un punto di equilibrio tra esigenze securitarie e garanzia dei diritti fondamentali. Il presente lavoro si propone di riflettere sul difficile e articolato rapporto tra gli elementi del citato trinomio mediante l’analisi di uno specifico caso-studio, individuato nello strumento della data retention ovvero nella conservazione e successivo eventuale accesso a dati e metadati. Restringendo lo studio all’ambito dell’Unione europea, vengono esaminate l’evoluzione legislativa e le vicende giurisprudenziali nonché le criticità incontrate nella determinazione di una disciplina armonizzata della data retention. La disamina prende abbrivio da una ricostruzione della Direttiva 2002/58 che forniva agli Stati la facoltà di adottare normative in materia di conservazione dei dati per finalità di garanzia della sicurezza, nonché della specifica Direttiva 2006/24 (c.d. Data Retention Directive) che imponeva invece agli Stati membri di prevedere in capo ai fornitori di servizi di telecomunicazione l’obbligo di conservazione generalizzata ed indiscriminata dei metadati di tutti i propri utenti. Il dibattito e le preoccupazioni che hanno caratterizzato l’approvazione di tali normative e le difficoltà riscontrate dagli Stati membri nella trasposizione sul piano interno del diritto dell’UE, sono sfociate in numerosi rinvii pregiudiziali alla CGUE che hanno affrontato molteplici aspetti controversi della disciplina della data retention, dalla base giuridica al riparto di competenze tra Stati membri e Unione, alla proporzionalità e necessità di tali misure. Ne sono derivate storiche sentenze dei giudici di Lussemburgo che pure hanno lasciato, come emerge dai molti casi ancora ad oggi pendenti, svariate zone grigie e problematiche ancora in attesa di chiara definizione. Il presente lavoro si propone inoltre di analizzare, sotto il profilo del diritto pubblico comparato, le ricadute della giurisprudenza europea nel contesto di alcuni Stati membri selezionati – Regno Unito, Belgio e Italia – studiandone le reazioni, gli approcci e le soluzioni normative nonché gli interventi giurisprudenziali nei quali legislatori e giudici si sono interrogati sul corretto equilibrio e sulla proporzionalità di una compressione della sfera privata e della data protection per scopi di tutela della sicurezza. La tesi dunque offre spunti di riflessione sulla peculiare posizione che le Istituzioni europee hanno assunto dinnanzi alla sfida della data retention, proponendo una lettura del tema attenta a tutte le criticità ancora irrisolte, ai possibili sviluppi futuri, alle conseguenze della giurisprudenza della CGUE sia nella dimensione interna all’UE, sia in quella esterna sotto il profilo del trasferimento e conservazione dei dati in Stati terzi per scopi securitari. Particolare rilievo è inoltre attribuito ai alle implicazioni della analizzata dimensione europea rispetto agli Stati membri: le scelte e differenti approcci di questi ultimi risultano fortemente intrecciati con il livello europeo e risentono sia dell’attivismo della CGUE, sia dell’assordante silenzio del legislatore dell’UE, nel peculiare contesto di un continuo dialogo e rapporto multilivello nel quale emerge peraltro tutta la difficoltà e delicatezza della chiara determinazione dei confini dell’ambito di applicazione del diritto dell’UE in una materia tanto complessa.
International terrorism, together with serious and transnational crimes has dramatically influenced the political and legislative debate, underling the necessity to adopt efficient instruments able to ensure a high level of security. At the same time, technological progress and technical innovations, based on the enormous amount of data (so-called Big Data) daily produced particularly through the use of telecommunications, as well as on sophisticated Artificial Intelligence systems, have created important instruments in the hands of public authorities, also for security purposes. Notwithstanding the great potentialities, it is important to detect and consider the serious risks and dangers these instruments could cause on the effective protection of fundamental rights, with particular regard to the right to privacy and data protection: a substantive violation of these rights, by consequently jeopardizing the guarantee and enjoyment of other fundamental rights such as freedom of expression or freedom of association, could ultimately endanger the very democratic nature of our societies. The affirmation of the complex and debated trio, to be identified in the strict connection between Big Data, security and privacy, represent one of the most significant and relevant challenges Legislators and Courts are asked to face, in the effort of balancing security needs in times of stress and fundamental rights’ protection. The present work aims at critically analyzing the complex relationship between the different elements composing the above-mentioned trio through the exam of a specific case study: the data retention regime, consisting of the retention and the subsequent possible access to retained data and metadata by law enforcement or intelligence agencies for security purposes. By restricting the analysis only to the European Union context, the present thesis will examine the legislative evolution as well as the most relevant European Court of Justice (ECJ) case law, by paying particular attention to the difficulties in approving a harmonized legislation on data retention at the EU level. The study will start, first of all, with the analysis of the so called e-Privacy Directive (Directive 2002/58/EC), giving the Member States the possibility to adopt national legislation establishing a data retention regime; secondly, the controversial Data Retention Directive will be examined: this legislation imposed Member States to oblige service providers to retain, in bulk, all metadata deriving from all telecommunications, related to the totality of users. The complex debate and the profound doubts and concerns expressed at the EU level by various authorities in the legislative process concerning the adoption of the DRD, together with the difficulties Member States faced in the implementation of the EU legislation, ultimately led to numerous references for preliminary rulings to the ECJ. In their decisions, the EU Judges dealt with many controversial and difficult aspects connected to the data retention regime and its limits, from the legal basis to the correct application of the principle of conferral, to the proportionality and necessity of the measures and obligations imposed. The famous landmark cases pronounced by the ECJ didn’t solve or clarify all the difficult and problematic issues linked to the data retention discipline as well as to the access regulation, as testified by a wide range of preliminary rulings still pending before the ECJ. The present work also aims at analyzing this complex topic through the public comparative law lenses, by studying the differences or similarities in the approaches and legislative choices made by three specific and selected Member States: Belgium, United Kingdom (also considering the Brexit process) and Italy. The comparative analysis will offer the opportunity to deepen the knowledge on the peculiar national approaches and on the most relevant case law of national Courts dealing with data retention regulation and determining different interpretations and applications of the criteria established at the EU level. The present work represents an opportunity to profoundly study the challenges and issues the EU Institutions as well as the Member States confronted with, in the difficult effort to find a proper balance between security needs and fundamental rights’ protection, by paying attention to the possible future developments and to the consequences related the ECJ case law both in the EU internal dimension and in the external one, looking at the complex regulation of the data transfer outside EU borders. The present research will also focus on the rather unexplored aspect of the impacts of the EU legislation and ECJ decisions affecting the EU Member States: their choices and solutions, representing different approaches to the analyzed challenges, are strictly interrelated to the EU developments, essentially based on the ECJ activism in the privacy and data protection field and, at the same time, on the inaction and lack of decisions taken by the EU legislator. The multilevel dialogue and the difficulties both the EU and the Member States addressed are a clear manifestation of the complexity and delicacy of the research topic, in which a precise recognition of the EU law scope of application demonstrated to be even more complicated and challenging.
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GENOVESE, ALESSANDRO. "La ruota alata. I primi 40 anni della Polizia Ferroviaria in Italia." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1326466.

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Abstract:
Nella primavera del 1915, con l'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale, i progetti di riforma sul servizio e sull'organizzazione della Polizia Ferroviaria ebbe un brusco rallentamento, in quanto l'autorità governativa si occupò prevalentemente di dettare nuove disposizioni sul controllo alle frontiere e sulla pianificazione del ruolo delle forze armate e di polizia per la vigilanza e laprotezione del servizio ferroviario. La fine del 1918, trovò i Commissariati Compartimentali di Pubblica Sicurezza impreparati per affrontare le condizioni disastrose di sicurezza in cui la Guerra aveva lasciato gli scali ferroviari. L'assunzione in blocco di personale ferroviario, senza nessuna garanzia e controllo sui precedenti penali e politici, e la propaganda sovversiva che si faceva strada preoccupò il Governo ed espose i Commissariati Compartimentali alle più dure fatiche per arginare il dilagare dei furti ed arrestare la marea bolscevica che ogni girno diventava sempre più pericolosa.
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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Abstract:
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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