Academic literature on the topic 'Pubblic'

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Journal articles on the topic "Pubblic"

1

Danesi, Sandro. "Public administration, European funds and NRRP (National Recovery and Resilience Plan) (Italian PNRR): the system and management of public incentives for the territorial development." Valori e Valutazioni 31 (February 2023): 115–25. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223109.

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Abstract:
The choices of the Public Administration (PA), the needs of the territory, the policies for the local economic development, the use of public funding constitute an inseparable combination aimed at creating development opportunities and therefore also to create work for the collectivity. In the current period characterized by globalization, the competitiveness of a territory can be facilitated by a PA responding to the needs of the time, that is, a real production organization capable of responding concretely, assuming a strategic role in the implementation of the development measures indicated in the economic planning tools and in the management of a large amount of public financial resources. In fact, the NRRP considers as a priority both the modernization of the Public Administration (PA) and the strengthening of the administrative capacity of the public sector, with the goal of engaging and spending the available financial resources with participatory and shared projects where the public-private partnership assumes a strategic role. Le scelte della Pubblica Amministrazione (PA), le necessità del territorio, le politiche per lo sviluppo economico locale, l’impiego dei finanziamenti pubblici costituiscono un connubio inscindibile finalizzato a creare opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per la collettività. Nell’attuale periodo caratterizzato dalla globalizzazione, la competitività di un territorio potrà essere agevolata da una PA rispondente alle necessità del tempo, cioè una vera e propria organizzazione produttiva in grado di rispondere concretamente, assumendo un ruolo strategico nell’attuazione delle misure di sviluppo indicate negli strumenti di programmazione economica e nella gestione di un ingente quantità di risorse finanziarie pubbliche. Infatti, il PNRR reputa prioritaria sia la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, sia il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico, con l’obiettivo di impegnare e spendere le risorse finanziarie disponibili con progetti partecipati e condivisi dove il partenariato pubblico-privato assume un ruolo strategico. È evidente quindi che programmare lo sviluppo dei territori e definire le modalità di utilizzo dei finanziamenti pubblici sia una funzione che coinvolge le Istituzioni pubbliche, a seconda delle rispettive competenze legislative, dal livello europeo rappresentato dall’Unione Europea fino ad arrivare a livello statale, regionale e lo- cale rappresentato dal Comune. È con questo approccio che il paper prova a dare un input centrando l’attenzione sul ruolo strategico delle Istituzioni, sia di livello locale che quelle sovraordinate, sia sulla necessità di conoscere gli strumenti di programmazione economica, al fine di comprendere quali tipologie progettuali mettere in atto utilizzando e ottimizzando i relativi finanziamenti pubblici messi a disposizione.
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de Clercq, Marc. "Collective, Quasi-Collective and Merit Goods. The Trap of Modern Public Finance Terminology." Journal of Public Finance and Public Choice 3, no. 2 (October 1, 1985): 125–32. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117129.

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Abstract:
Abstract Già da tempo l’offerta di beni pubblici è oggetto di attenzione crescente da parte degli studiosi di finanza pubblica. Il concetto fondamentale, in questo ambito, è quello di «bene pubblico», o «bene collettivo». Un secondo concetto, introdotto da Musgrave, è quello di «bene di merito», mentre gli studiosi olandesi hanno aggiunto un terzo concetto: quello di «beni quasi-collettivi».Sebbene questa terminologia sia ormai ampiamente diffusa in tutti i testi di finanza pubblica, essa è molto meno chiara di quanto non sembri ad una prima impressione.Questa classificazione è, inoltre, non univoca e, in certa misura, anche dannosa, perché fa perdere di vista che il problema fondamentale è quello della composizione, nonché della dimensione della spesa pubblica.
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de Jasay, Anthony. "Public Goods: Contribution and Benefit." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 3 (October 1, 1991): 187–202. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345388.

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Abstract:
Abstract In questo scritto viene messa in discussione la definizione tradizionale di bene pubblico, in base alia quale la natura pubblica di un bene è conseguenza della non-escludibilità ed indivisibilità, e ne viene proposto un concetto alternativo per cui la natura pubblica è piuttosto causa di tali caratteristiche.Contrariamente all’approccio tradizionale che considera il problema dei beni pubblici come un dilemma del prigioniero in cui contribuire è irrazionale da un punto di vista individuale, l’autore argomenta che la fornitura volontaria di beni pubblici rappresenta la soluzione di un gioco in cui l’utilità attesa derivante da strategie da «sucker» o da «free rider» varia al variare della probabilità soggettiva che un qualsiasi altro beneficiario adotti una data strategia.La coercizione a contribuire rappresenta dunque la condizione necessaria non per la fornitura di beni pubblici, ma per la realizzazione di una «giustizia» anti-free rider nella organizzazione della stessa. In sostanza, la coercizione assegna ad una scelta sociale la selezione di «suckers» e «free riders», selezione che, in sua assenza, avrebbe luogo sulla base di scelte individuali volontarie di tali ruoli.
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Stentella, Danilo. "Azienda pubblica e finanziamento pubblico dei partiti politici." ECONOMIA PUBBLICA, no. 2 (June 2022): 233–53. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-002002.

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Abstract:
La reintroduzione in Italia di un meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti politici, la cui entità venisse collegata direttamente e in via almeno prevalente a una percentuale significativa degli utili generati dalle partecipazioni statali, potrebbe determinare da parte dei leader politici una maggiore propensione alla scelta di management capace e l'adozione di un efficace sistema di verifica delle procedure di gestione di questo patrimonio pubblico. Si potrebbe ridimensionare drasticamente per questa via la piaga apparentemente endemica e cronica del clientelismo dei colletti bianchi di alto livello e realizzare contestualmente una gestione della proprietà pubblica più efficiente, di tipo finalmente privatistico, se proprio vogliamo assegnare a questa categoria una valenza cogente. Le riforme di politica economica introdotte negli ultimi decenni dai governi dei paesi più industrializzati sono state fortemente condizionate dalla dottrina del New Public Management, un approccio radicale, capace di compromettere l'integrità strutturale ed etica del settore pubblico subordinando la giustizia sociale all'efficienza economica, una trasformazione caratterizzata dal taglio della spesa pubblica che ha travolto anche un fondamentale istituto del sistema democratico, i partiti politici. Purtroppo i trascorsi delle imprese pubbliche hanno fortemente agevolato quelle riforme, in quanto per un certo periodo storico queste hanno mostrato una tendenza cronica alla bassa produttività, rispetto alle imprese private, anche a causa delle politiche clientelari e dell'uso intensivo del fattore lavoro. Poiché elementi di servizio pubblico ed elementi di business convivono soprattutto nel settore delle public utilities, potenzialmente capace di generare reddito, le imprese pubbliche possono rappresentare un'utile e prudente forma di diversificazione dei ricavi per la finanza pubblica, in grado di ridurre sensibilmente i rischi di liquidità, ancor di più in un contesto storico di crisi finanziarie ed economiche internazionali ricorrenti. Il finanziamento pubblico dei partiti politici è stato introdotto nel 1974 con la L. 195/1974 per contrastare le collusioni con i grandi poteri economici, già sorte negli anni precedenti. È stato completamente abolito con D.L. 149/2013, convertito in L. 13/2014, lasciando spazio ad una crescente attività di lobbying e finanziamento indiretto ai partiti. La domanda a cui questo elaborato cerca di rispondere è: può l'azienda pubblica essere gestita in modo efficiente dallo Stato, produrre entrate e servizi per la comunità, senza dare luogo a risultati di gestione cronicamente negativi e contribuire a finanziare il diritto costituzionalmente garantito di organizzarsi in partiti politici, finanziando il loro meccanismo?
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Latrofa, Nunzio Dario. "Il trust e i conti dedicati per gli appalti pubblici." Trusts, no. 3 (June 1, 2022): 571–74. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2022.128.

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Abstract:
Sunto L’art. 3 della L. 13 agosto 2010, n. 136 impone ai soggetti affidatari di appalti pubblici o di pubbliche concessioni l’apertura di un conto dedicato sul quale far confluire sostanzialmente tutti i movimenti finanziari relativi ai servizi, ai lavori e alle forniture pubbliche. Detto conto, però, ha solo fini di trasparenza, lasciando esposte le somme ivi confluite ad attacchi da parte di soggetti terzi completamente estranei all’appalto. Di seguito un caso dove con l’utilizzo del trust e grazie al suo effetto segregativo, la funzione di questo conto viene rafforzata sia in termini di trasparenza che di tutela dell’interesse pubblico.
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Crain, W. Mark, and Richard E. Wagner. "Politics, Public Capital, and the Structure of Production*." Journal of Public Finance and Public Choice 15, no. 1 (April 1, 1997): 3–24. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540624.

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Abstract:
Abstract Numerosi studi hanno tentato di misurare gli effetti sull’economia degli investimenti in capitale pubblico. Le due principali domande a cui questi studi hanno cercato di rispondere sono state: a) il capitale pubblico contribuisce alia produzione privata? b) il capitale pubblico influisce sugli investimenti privati?Uno dei risultati che emerge da questo studio è che la produttivita marginale del capitale pubblico, in particolare di quello federale, è significativamente più bassa di quella del capitale privato. Se si pensa alle attività di rent-seeking, si può ritenere che i gruppi di interesse beneficiari di tali attività si assicureranno un’espansione degli investimenti pubblici che ne ridurrà la produttivita marginale.Questi risultati non escludono l’importanza del capitale pubblico per la produzione privata, con cui vi sono ovvie complementarietà. Non sarebbe, tuttavia, corretto sostenere che siano state le infrastrutture pubbliche a rendere possibili le attività private. I processi sono simultanei e nessuna infrastruttura è logicamente ed economicamente antecedente la produzione privata.
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Geron, Devis, and Luciano Greco. "Supporto pubblico al capitale di rischio: lezioni dalla crisi." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (February 2013): 97–124. http://dx.doi.org/10.3280/es2012-003008.

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Abstract:
L'articolo si prefigge di analizzare l'evoluzione, a cavallo degli ultimi anni di crisi, dell'intervento pubblico a supporto del capitale di rischio tramite strumenti innovativi di partnership con operatori privati. L'intervento pubblico origina da fallimenti del mercato del capitale di rischio, particolarmente nel segmento del venture capital, accentuati dalla crisi e segnatamente a scapito delle giovani piccole e medie imprese innovative, potenziale motore di sviluppo e crescita economica. Dopo un iniziale quadro di analisi degli strumenti in oggetto, l'articolo delinea il contesto internazionale per focalizzarsi sulla situazione italiana e regionale veneta. Dall'analisi delle esperienze considerate emerge innanzitutto come l'attenzione al contesto normativo e culturale sia un necessario complemento degli interventi pubblici di investimento diretto nel capitale di rischio. Inoltre, l'intervento pubblico nel medio-lungo termine deve risultare funzionale allo sviluppo del mercato privato, ed evitare di allocare eccessivi oneri a carico delle finanze pubbliche.
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Bordogna, Lorenzo, and Stefano Neri. "La regolazione del lavoro pubblico in Italia e in Francia: convergenze e divergenze." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 127 (October 2010): 455–97. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-127003.

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Abstract:
L'articolo analizza le trasformazioni nella regolazione del lavoro pubblico in Italia e in Francia negli ultimi decenni, nel quadro della piů generale riforma della pubblica amministrazione e alla luce dell'approccio del New Public Management. Esso mostra che, nonostante l'appartenenza ad una comune tradizione amministrativa, le traiettorie di riforma nei due paesi hanno cominciato a divergere dai primi anni ottanta, e in misura ancora maggiore dagli anni novanta. L'Italia si č avvicinata maggiormente, pur con qualche incoerenza, ai canoni del NPM, e probabilmente anche alla debolezza teorica di questi canoni deve alcune delle presenti difficoltŕ di regolazione del lavoro pubblico. La Francia si č invece mostrata assai piů cauta nell'abbracciare il NPM, conservando diversi tratti tipici della propria tradizione amministrativa, a cominciare dallo status pubblicistico del rapporto di lavoro degli oltre 5 milioni di dipendenti pubblici; un modello talvolta definito come neo-weberiano. In prospettiva comparata, si conferma l'opportunitŕ di analizzare differenti traiettorie nazionali di riforma, radicate nelle tradizioni legali e istituzionali di ciascun paese, piuttosto che ipotizzare universali convergenze verso l'unico modello regolativo del NPM.
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KNIGHT, DAVID. "SCIENCE AND CULTURE IN MID-VICTORIAN BRITAIN: THE REVIEWS, AND WILLIAM CROOKES' QUARTERLY JOURNAL OF SCIENCE." Nuncius 11, no. 1 (1996): 43–54. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00817.

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Abstract:
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'Origine delleSpecie, che Charles Darwin pubblic nel 1859, sovente considerata come l'opera che segn un punto di svolta nel conflitto tra sapere scientifico e religione. Recenti studi, specialmente sul ruolo giocato nella vicenda da T. H. Huxley, il bulldog di Darwin, sottolineano invece (o meglio, al pari) l'intenzione di Huxley di escludere soprattutto appassionati e dilettanti da un ambito di ricerca che si stava trasformando in un settore per esperti. Per quanto le riviste del periodo contenessero soltanto un 10% di articoli scientifici, la domanda nei confronti di informazioni non specialistiche era in diminuzione; scienza e discipline umanistiche si stavano difatti trasformando in ci che C. P. Snow avrebbe poi definito le due culture.
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Poggiolini, Ilaria. "LA DIPLOMAZIA PUBBLICA È IMPORTANTE? IL DIBATTITO SUI TEMI E GLI ATTORI DELLA DIPLOMAZIA PUBBLICA IMPEGNO DIPLOMATICO PUBBLICO." Il Politico 254, no. 1 (June 7, 2021): 5–21. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.558.

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Abstract:
A seconda di come definiamo la diplomazia pubblica (PD), le sue radici possono essere fatte risalire al periodo tra le due guerre, agli anni '40, o più recentemente, agli anni '60 e all'era post guerra fredda. Attualmente, politici, diplomatici e studiosi sono sempre più attratti, interessati e coinvolti nella pratica e nella teoria di questo campo impegnativo e in rapidissimo sviluppo. L'accademia, così come il mondo della politica e della diplomazia, si stanno sforzando di capire da un lato, modellare e influenzare dall'altro, il flusso di impegno diplomatico pubblico che può lanciare e sostenere molteplici dialoghi con i pubblici stranieri in una strada a doppio senso senza precedenti, ma anche, inevitabilmente, permette al lato oscuro della disinformazione e della propaganda di trarre vantaggio da un ambiente diplomatico sempre più digitalizzato.
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Dissertations / Theses on the topic "Pubblic"

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MARIANI, CARLO. "I poteri del giudice amministrativo nel processo appalti." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199205.

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Abstract:
Scopo della riflessione è, in particolare, offrire una analisi storica e sistematica dei poteri del giudice amministrativo nell’ambito del processo appalti e ciò anche al fine di saggiare il grado di effettività della tutela dei ricorrenti che il menzionato processo è in grado di fornire. Essendo, infatti, passato più di un lustro dalla sua entrata in vigore, si rende opportuna una sua “messa a punto” in ordine a questioni interpretative che la prassi applicativa, ed invero già la dottrina in sede di primo commento, non hanno mancato di evidenziare. Gli snodi problematici selezionati riguardano, in particolare, aspetti nevralgici della struttura processuale, i quali a loro volta fungono da punti di riferimento per l’inizio di una riflessione più ampia circa l’individuazione del modello processuale che si sta venendo a delineare e il suo rapporto con il processo amministrativo ordinario
investigates the issue of special jurisdiction competence on disputes about public contracts The study illustrates the doctrinal and jurisprudential debate on the limits of Administrative jurisdiction in public services and develops topics regarding the consequences in terms of greater protection of the citizen deriving from the Administrative jurisdiction.
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Meli, Giuseppe. "Esternalizzazioni delle pubbliche amministrazioni. Questioni di diritto del lavoro." Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/3958.

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Abstract:
Il lavoro si occupa delle strategie di esternalizzazione delle pubbliche amministrazioni, dalla prospettiva del diritto del lavoro. La trattazione si concentra sugli appalti, il lavoro mediante agenzia e le "societarizzazioni", quali strumenti di outsourcing, che consentono di ridurre il perimetro della p.a., conformemente ai postulati della dottrina del new pubblic managment. L'obiettivo finale è di formulare una proposta di "risocializzazione" delle esternalizzazioni, basata sul metodo del bilanciamento, che consenta di evidenziare e correggere gli eccessi e le antinomie causate delle politiche neoliberali: sprigionando le potenzialità sociali dell'ordinamento europeo è possibile promuovere un riequilibrio dell'asimmetria pro-market, mediante l'utilizzo accorto del principio di proporzionalità, sì da contemperare i diritti sociali e le libertà economiche nello spazio sovranazionale.
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TACCI, Lorena. "La garanzia del pubblic hearing nel processo penale italiano e il contesto europeo di tutela dei diritti fondamentali coinvolti." Doctoral thesis, Palermo, 2015. http://hdl.handle.net/10447/105645.

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FARES, NATALIA ILARIA. "Outsourcing e pubblica amministrazione: la prospettiva dei servizi pubblici locali esternalizzati." Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/363203.

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Abstract:
Il lavoro propone un’analisi approfondita sul fenomeno dell’esternalizzazione dei servizi nella pubblica amministrazione, con particolare riguardo ai servizi pubblici locali, quali fattori fondamentali nel determinare la qualità della vita dei cittadini e l’assetto produttivo delle imprese. Le imprese di servizi pubblici locali, di medio-grandi dimensioni, si configurano come una realtà economica di proporzioni assai rilevanti sia per quanto riguarda il PIL del settore confrontato con quello della produzione industriale nazionale, sia per gli investimenti ed il valore aggiunto del settore che seguono tassi di crescita molto al di sopra di quelli dell’economia nazionale. Queste considerazioni, congiuntamente all’imprescindibilità che i servizi pubblici rivestono per il cittadino/utente (miglioramento della qualità della vita connesso al buon funzionamento delle istituzioni che non possono non essere virtuose, attraverso risposte certe e tempestive) giustificano la sempre maggiore attenzione, negli ultimi anni, da parte di politici, operatori, studiosi (giuristi, economisti pubblici, aziendalisti). Il tema di studio è qui affrontato nell’ottica della pubblica amministrazione e, in particolare, dei Comuni. Ad un esame iniziale delle riforme che hanno interessato, sotto la spinta di tendenze innovative, la pubblica amministrazione attraverso processi di modernizzazione inerenti l’erogazione di servizi pubblici (capitolo I), segue uno specifico approfondimento della formula gestionale in outsourcing o esternalizzazione, vale a dire l’affidamento all’esterno di funzioni proprie dell’amministrazione (non strutturali) volto ad aumentarne la flessibilità organizzativa, garantire il contenimento dei costi e la proficuità dei risultati (capitolo II). Occorre premettere che il settore dei servizi pubblici, soprattutto locali, è stato investito da tempo da una ipertrofica produzione normativa ispirata dalla volontà sia di assicurare efficienza, qualità e quantità maggiori dei servizi erogati, sia di assecondare un processo di liberalizzazione del mercato, anche sotto la spinta del diritto comunitario, che comportasse un maggiore rispetto delle regole della concorrenza. Si è assistito, così, ad un susseguirsi caotico di riforme e “controriforme” riguardanti i modelli organizzativi e le modalità di affidamento dei servizi stessi. In tale contesto, le forme di gestione dei servizi stessi oscillano tra i modelli tradizionali, i modelli dell’in house providing e di outsourcing. In particolare, oggetto del presente lavoro è l’outsourcing nei suoi aspetti qualificanti, nelle sue potenzialità e nei suoi limiti. L’amministrazione può, dunque, instaurare rapporti nei quali, pur non agendo come mero operatore economico, attua i propri compiti istituzionali sottoponendoli ad un regime contrattuale sostanzialmente privatistico. L’uso del contratto, in luogo del provvedimento, costituisce un nuovo modo di regolazione degli interessi, soprattutto in considerazione di particolari esigenze di settore, rispondenti, per lo più, ad esigenze di opportunità, da compiersi caso per caso, in presenza di presupposti stabiliti in via generale. Segue, poi, l’analisi del tema delle esternalizzazioni dei servizi pubblici locali, con peculiare interesse verso quelli a rilevanza economica, in una ottica di interpretazione delle esigenze della comunità di riferimento, di individuazione dei servizi più idonei a soddisfarle, di scelta delle modalità di gestione più opportune e delle forme di indirizzo e controllo dell’attività dei provider. Si approda, successivamente, allo studio delle forme di outsourcing strutturale e funzionale nella Pubblica Amministrazione (capitolo III), per poi passare ad affrontare il tema relativo al governo degli affidamenti in outsourcing da parte, in particolare, dei Comuni, sia sotto il profilo strategico (pianificazione, controllo e responsabilità politica rispetto alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali), sia sotto il profilo manageriale-operativo (programmazione delle esternalizzazioni; passaggio dal controllo tipico della gestione diretta – controllo di gestione- al “controllo del gestore”) (capitolo IV). Infine, si delineano delle conclusioni con riguardo alla efficienza produttiva e alla efficacia sociale delle gestioni in outsourcing nell’esperienza delle amministrazioni locali (capitolo V).
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VESCOVI, MATTEO. "CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA ALLA LUCE DEL NUOVO TESTO UNICO (D.LGS. 19 AGOSTO 2016, N. 175)." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/707978.

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Abstract:
La tesi analizza il modello di società emergente dal nuovo Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, giungendo alla conclusione che il legislatore della riforma abbia optato per la riconduzione di queste entità allo schema societario privatistico, declinato nei tipi previsti dal Codice civile. Di converso le esigenze di tutela dell’interesse pubblico, persa definitivamente la capacità di snaturare il modello civilistico tipico, rimangono extrasociali, confinate nella fase a monte dell’evidenza pubblica. Per apprezzare compiutamente la portata di tali approdi, l’analisi del Testo unico è preceduta da una ricostruzione del tortuoso itinerario delle società a partecipazione pubblica nel nostro ordinamento, che nel corso degli anni ha registrato oscillazioni tra opposte polarità e contrasti interpretativi profondi, frutto del complesso rapporto tra pubblici poteri ed economia.
The thesis aims at analyzing the model of company emerging from the new Consolidated law on public bodies owned companies, coming at the conclusion that the reform has chosen for a private characterization, according to the types envisaged by the Civil Code. Conversely, the need of pursuing public interest has permanently lost the ability to denaturalize the company. It represents an extrasocial interest, that may be satisfied only during the public law phase. To fully appreciate the importance of these results, the analysis of the Consolidated law is preceded by a reconstruction of the tortuous itinerary of public bodies owned companies in the Italian legal system, which over the years has seen oscillations between opposite polarities and deep interpretative contrasts, result of the complex relationship between public authorities and the economy.
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Guarino, Roberto. "I servizi pubblici locali tra esternalizzazioni e società pubbliche." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/167.

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Abstract:
2008 - 2009
Nella ricerca proposta dal titolo “I servizi pubblici locali tra esternalizzazioni e società pubbliche” si sono analizzate le modalità attraverso le quali, a partire dalla legge di disciplina delle municipalizzazioni del 1903, la Pubblica Amministrazione gestisce i servizi pubblici locali. Si è cercato, innanzitutto, di circoscrivere l’ambito dei servizi pubblici locali, ricostruendo, sulla base delle teorie elaborate dalla dottrina, una possibile nozione generale di servizio pubblico locale. L’individuazione di una definizione non ha soltanto un valore teorico, ma risulta determinante per attribuire, in ordine ad un dato servizio, la competenza in capo all’ente locale. Non tutti i servizi, infatti, sono di interesse pubblico locale, ma soltanto quelli che abbiano determinate caratteristiche soggettive ed oggettive. La definizione proposta tiene conto sia dell’imputabilità del servizio, sia dell’attività, sia della species di prestazioni. Individuata una possibile definizione di carattere generale, si è analizzato il fenomeno delle cosiddette “esternalizzazioni”, consistenti nello spostamento di funzioni o di attività pubbliche al di fuori dell’apparato amministrativo. Non sempre lo spostamento all’esterno dell’apparato amministrativo determina risultati migliori in termini di qualità, efficienza, efficacia ed economicità. Si è cercato di dimostrare come sia necessario un procedimento nel quale vengano riuniti e valutati i principi posti alla base dell’organizzazione dell’attività; all’interno di tale procedimento deve valutarsi la possibile forma organizzativa esterna in rapporto alla modalità ordinaria interna, sulla base dei principi di efficienza, efficacia, economicità, adeguatezza e proporzionalità. Nel capitolo II si è ripercorsa la disciplina dei servizi pubblici locali dalla legge di disciplina delle municipalizzazioni del 1903, alla riforma della legge 142 del 1990 e successive modificazioni, sino agli ultimi interventi legislativi del 2008 e del 2009. Attraverso le modifiche legislative succedutesi nel corso degli anni, il settore dei servizi pubblici locali è stato aperto alle imprese private. In particolare, la società mista rappresenta una forma di partenariato pubblico- privato, riunendo nello stesso organismo societario due diverse categorie di soci, con finalità diverse. Inizialmente, il capitale pubblico doveva essere di maggioranza, onde consentire il controllo da parte dell’ente pubblico. Successivamente, il vincolo del capitale pubblico maggioritario venne abolito nell’ottica di favorire una maggiore apertura al mercato. Alle aziende speciali, inoltre, mentre in un primo momento fu attribuita la facoltà di trasformarsi in società per azioni, in seguito si impose l’obbligo della trasformazione. Si è assistito, nel corso degli anni, ad una crescente espansione dell’intervento dei privati nello svolgimento di attività pubbliche. Nel settore dei servizi pubblici locali, in modo particolare, la gestione in favore dei privati ha visto una continua evoluzione. Se, nel capitolo I, si è cercato di dimostrare la necessità di un procedimento preventivo per la scelta di esternalizzare una determinata attività, dall’analisi dell’evoluzione della disciplina dei servizi pubblici locali, sino agli ultimi interventi di riforma, si è evidenziato come si sia giunti all’affermazione della regola generale dell’affidamento in favore di soggetti privati. Dalla riforma del 2008 e del 2009 emerge, piuttosto, la necessità di un procedimento preventivo per la gestione diretta (in house) del servizio. La regola, oggi, è l’affidamento in favore di privati selezionati tramite procedure competitive ad evidenza pubblica. L’eccezione è divenuta la gestione in house, che non è più forma ordinaria di conferimento, ma richiede presupposti socio-economico-territoriali particolari. Soltanto ove ricorrano tali speciali presupposti, che rendano non opportuno il ricorso al mercato, l’amministrazione può gestire internamente il servizio, senza l’ausilio dei privati. Tali presupposti non sono valutati dall’amministrazione titolare del servizio, ma dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, la quale è chiamata ad esprimere un parere sulla base di una relazione redatta dall’amministrazione. L’amministrazione non decide più, attraverso il proprio potere di autodeterminazione, la modalità di gestione tra esercizio in house e conferimento ad imprese private o miste, ma è obbligata ad esternalizzare il servizio nella normalità dei casi, a vantaggio del mercato. Nel caso in cui ritenga non utile il ricorso al mercato, ricorrendo i presupposti suddetti, è obbligata ad un procedimento preventivo, costituito dalla formulazione di una relazione e l’invio della stessa all’Authority per l’espressione del parere. Anche se tale parere non è vincolante per l’amministrazione, risulta evidente come la scelta sia condizionata e non libera, nel senso che, oggi, l’amministrazione è obbligata a conferire il servizio ad imprese private o a società miste ed il potere di autodeterminazione ed autorganizzazione è limitato dal principio dell’apertura al mercato. Il principio del mercato, oggi, prevale sul potere discrezionale dell’amministrazione di scelta delle modalità di gestione. Le recenti modifiche del 2009, inoltre, hanno riproposto la società mista quale forma ordinaria di conferimento del servizio, a condizione che il socio privato venga scelto tramite procedure competitive, le quali abbiano ad oggetto anche l’attribuzione di specifici compiti operativi in loro favore e che la parte di capitale privato sia almeno del 40 per cento. Si è passati, pertanto, dal capitale pubblico maggioritario, nella prima versione della 142, alla partecipazione minima del privato del 40 per cento. Anche nell’ipotesi di partenariato pubblico- privato, pertanto, viene favorita la partecipazione delle imprese private e l’apertura al mercato. Il legislatore è intervenuto, inoltre, sulla disciplina contenuta nel codice civile relativa alle società partecipate dallo Stato o da enti pubblici. La tendenza, derivante dall’Unione Europea, è quella di un ridimensionamento dei poteri speciali spettanti al socio pubblico, al fine di porre sul medesimo piano soci pubblici e privati. Prima di tali interventi, i soci pubblici della società godevano di prerogative speciali in ordine alla nomina e revoca di amministratori e membri di controllo. A seguito delle modifiche introdotte, tali poteri speciali richiedono necessariamente la partecipazione del socio pubblico al capitale della società. E’ stato abrogato, infatti, l’art. 2450 c.c., che consentiva la facoltà di nomina e revoca a prescindere dalla partecipazione al capitale. Inoltre, i maggiori poteri sono oggi attribuiti, ai sensi dell’art. 2449 c.c. novellato, in “proporzione” alla partecipazione al capitale. Il socio pubblico gode ancora di poteri speciali nella compagine societaria, ma le sue prerogative sono notevolmente ridotte rispetto al passato. Particolare attenzione è stata rivolta alla possibilità di utilizzare il tipo della società a responsabilità limitata per finalità pubbliche. Tale tipo societario, a seguito della riforma delle società di capitali del 2003, ha assunto una struttura ed una connotazione particolarmente flessibili, capace di adattarsi alle esigenze delle singole imprese. Si è analizzata la disciplina dello Statuto, dei diritti particolari, dei conferimenti e dell’amministrazione della s.r.l., al fine di dimostrare la compatibilità tra questo tipo sociale e la presenza nel capitale del socio pubblico. Le possibilità offerte dalla nuova disciplina della s.r.l. consentono una regolazione del potere pubblico all’interno della società. Infine, in ordine alle società partecipate da soggetti pubblici, si è analizzata l’antica questione della compatibilità tra fine di lucro nelle società e fine pubblico. Si è teorizzata la sussistenza nel nostro ordinamento di una “causa pubblica” delle società. La letteratura in materia, sino ad oggi, non ha considerato l’esistenza di una vera e propria finalità pubblica, legittimata indirettamente dalla previsione dell’art. 2449 c.c.. Il contratto di società si presenta, nella normalità dei casi e secondo lo schema principale, orientato alla causa lucrativa, ma può anche avere causa cooperativa e consortile. L’art. 2449 c.c. legittima la presenza nel capitale delle società di un socio pubblico e, pertanto, afferma la possibilità che il contratto di società possa avere causa pubblica. [a cura dell'autore]
VIII n.s.
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Ennaji, Hasna Sara. "The effect of external perturbations on the reactive balance response of young and older women in a simulated real-world context: public transportation." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
Il progressivo invecchiamento della popolazione sta sempre più sottolineando la necessità di un’accurata comprensione del tema delle cadute. Ancora oggi per gli anziani esse rappresentano una delle maggior cause di comorbidità e morte. Il traporto pubblico è un’importante risorsa di inclusione sociale e autonomia personale per la popolazione anziana, tuttavia esso comporta anche una maggiore esposizione al rischio di caduta. Le donne, notoriamente più esposte al rischio di caduta rispetto la controparte maschile, risultano maggiormente colpite da questi incidenti. Il contributo delle nuove tipologie di allenamento “pertubation-based” potrebbero essere una valida soluzione per il miglioramento dei tempi e modalità di risposta del soggetto a perturbazioni esterne che possono comportare una perdita di equilibrio. Il presente studio ha incluso 36 donne suddivise in giovani e anziane con lo scopo di descriverne differenze e caratteristiche nella risposta reattiva quando esposte a perturbazioni esterne, come quelle che possono riscontrarsi sui mezzi pubblici. I risultati hanno evidenziato le potenzialità e i limiti dei protocolli di allenamento che fanno uso di “treadmill perturbativi”, e costituiscono un vero e proprio studio di fattibilità di questi nuovi metodi per la prevenzione delle cadute.
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ADAMI, Tommaso (ORCID:0000-0003-2214-7110). "Strategie di portafoglio sul mercato azionario basate su notizie pubbliche." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2022. http://hdl.handle.net/10446/224729.

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Abstract:
Public news is a relevant source of information describing events occurring in the real world. Despite information leakages and fake news readers are often willing to pay to gather information conveyed through the news. In this work, we investigated the effects of micro news sentiment on the equity market. Therefore, according to several market theories of Behavioral Finance, we want to understand if public news is interesting for the equity market investor. The Adaptive Market Hypothesis is one of these theories and states that also if markets are efficient in general, inefficiency may affect them in particular periods. These inefficiencies may then leave open profit opportunities for the informed investor. For this reason, public news could have an important impact on investor's choices. In the second chapter we present the Efficient Market Hypothesis, Behavioral Finance, and the Adaptive Market Hypothesis. After the basic theoretical introduction, we report a review of the available literature regarding studies on the effect of the news on markets. The reported papers cover many relevant aspects regarding how to measure the news impact on the market returns. The main factors extracted from the news are: the news sentiment, the cumulated sentiment, the news relevance and novelty, and the news topics and categories. The third chapter tries to describe the events happening in the market that could be conveyed through the news. At first, the events characterizing the value generation process and the highly complex firms' interconnection are described. The description then moves on to events concerning the firms' evaluation process, which is split into two sections: the former about fundamental indicators evaluation and the latter about perspectival views and ratings. In the last section of the chapter events regarding the ownership structure of a firm are reported and a possible path of transmission from the news to the effects on the market is outlined. The fourth chapter describes the market data and news sentiment database and reports statistics about the considered stocks. The description of the data also reports statistics about category groups, a high-level grouping of news events in a hierarchical taxonomy of financial-related news events. The fifth chapter presents news-based strategies for intraday open to close trading. The strategies are based on a naive beauty context model that takes into account only indicators generated by firm-specific public news sentiment or volume subdivided by category group. Three main patterns emerged from the analysis and characterize different category groups: sell on news volumes, buy according to news sentiment, and sell according to news sentiment. The analysis has also shown that many portfolio strategies based on category groups are characterized by a reversal effect overnight, while few others by a continuation trend. The sixth chapter presents a more complex model that tries to enhance baseline models with the use of public news. The baseline models rely on three different portfolio optimization criteria: Sharpe Ratio, Second-order Stochastic Dominance, and Scaled Second-order Stochastic Dominance. The Second-order Stochastic Dominance optimization criteria are based on enhanced indexation, where the optimal portfolio is supposed to be the best portfolio dominating the reference market index. The aim of the models is to understand which category groups bring useful information for portfolio optimization. The discussion of the results is divided into two parts, the former reports profitability and turnover results for the three baseline strategies, while the latter reports the results for the different category groups and cumulation periods. In the last part of the chapter a series of possible further researches are proposed.
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Gramignan, Leonardo <1996&gt. "Partenariato Pubblico-Privato: il caso di una RSA, convenienza rispetto alla gestione pubblica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21536.

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Abstract:
L’elaborato affronta il tema del project financing, cioè una modalità di finanziamento di un progetto a medio/lungo termine il cui rientro finanziario è garantito dai flussi di cassa previsti dall'attività di gestione dell'opera stessa. Dopo una breve introduzione storica vengono trattati gli aspetti normativi e pratici del Project Financing. Successivamente, viene trattato il tema del Partenariato Pubblico-Privato, inteso come contratto di collaborazione tra soggetti pubblici e privati finalizzato alla costruzione e/o gestione di infrastrutture o fornitura di servizi di interesse pubblico. Il secondo capitolo affronta il tema dello Studio di Fattibilità, dopo averne trattato gli aspetti teorici e normativi principali si propone un esempio pratico dello stesso. Nel terzo capitolo si illustrano i principali indicatori e parametri da utilizzare per la redazione e la lettura di un piano economico finanziario sempre nel ambito di un project financing; in continuità con i paragrafi precedenti ad una prima fase teorica segue un esempio pratico di un PEF commentato nei suoi aspetti principali. Infine, nel quarti capitolo viene dimostrato l’effettivo vantaggio per la PA nel rivolgersi al soggetto privato per la realizzazione dell’opera pubblica, a sostegno di tale dimostrazione sono stati utilizzati due strumenti di particolare importanza: il Value For Money e il Public Sector Comparator.
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Giordan, Filippo. "La pubblica amministrazione e il mercato. Servizi pubblici, attività contrattuale e tutela della concorrenza." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3426177.

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Abstract:
The object of this research is a cross-cutting issue and, for this reason, the attention was not focused on a specific topic but, more generally, on the role of the public administration in the various occurrences in which the public function is intertwined with the protection of private interests or with the protection of general interests such as the protection of competition in the markets. Very briefly we can say that the study has been divided into three main areas. In the first chapter I focused on the position of the administration, and, in general, of the public authority in the market economy, both as an operator which plays an active role through the activity of the public companies and a legal person covering a guarantee position; (focusing here the attention on the role of public authorities). In the second chapter we focused on the role of public administration as the subject that must ensure the provision of services of general economic interest and, consequently, the analysis concerned about the European Union discipline of competition and its various manifestations in domestic law. Particular emphasis was given to the regulation of local public services where the tension between the open market and the protection of the public interests is very emphasized. In the third chapter the analysis was shifted to the role of the administration as a market operator whose contractual activity is characterized by a number of differences compared to the discipline normally applicable to relations between private legal entities. In particular, we focused on pre-contractual liability, the condition of the contract after the annulment of the adjudication and other cases in which we can recognize a threat for the free competition.
L’oggetto della ricerca ha carattere trasversale e, conseguentemente, l’attenzione non è stata focalizzata su di uno specifico istituto ma, più in generale, sul ruolo svolto dalla pubblica amministrazione nei vari momenti in cui lo svolgimento della funzione si intreccia con la tutela di interessi privatistici o di interessi generali quale è certamente la tutela della concorrenza nei mercati. Molto sinteticamente si può dire che il lavoro è stato suddiviso in tre macro aree. Nel primo capitolo mi sono soffermato sulla posizione dell’amministrazione e, in generale del soggetto pubblico, nell’economia di mercato, nella duplice veste di operatore che svolge un ruolo attivo attraverso lo strumento societario e di soggetto investito di una funzione di garanzia degli equilibri di mercato (focalizzando qui l’attenzione sulla funzione delle autorità garanti). Nel secondo capitolo ci si è concentrati sul ruolo della p.a. quale soggetto tenuto a garantire l’erogazione di servizi di interesse economico generale e, conseguentemente, l’analisi ha avuto ad oggetto la disciplina pro concorrenziale di stampo comunitario e le sue diverse declinazioni nell’ordinamento interno. Particolare rilievo è stato assegnato alla disciplina dei servizi pubblici locali dove è molto accentuata la tensione tra apertura al mercato, da un lato, e salvaguardia degli interessi pubblici sottesi ai servizi da erogare, dall’altro. Nel terzo capitolo l’analisi si è spostata sul ruolo dell’amministrazione quale operatore di mercato la cui attività contrattuale si caratterizza per numerosi profili di specialità rispetto alla disciplina normalmente applicabile ai rapporti tra privati. Sono stati svolti, quindi, alcuni approfondimenti in tema di responsabilità precontrattuale, sorte del contratto ad esito dell’annullamento del provvedimento prodromico di aggiudicazione e in relazione ad alcune vicende della contrattualistica pubblica che possono rappresentare un pericolo per le esigenze di tutela della concorrenza e di parità delle chances competitive dei vari soggetti privati interessati ad essere controparti negoziali della p.a.
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Books on the topic "Pubblic"

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Benedetta, Borello, ed. Pubblico e pubblici di antico regime. Ospedaletto, Pisa: Pacini, 2009.

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Convegno, sull'editoria degli enti pubblici (1993 Pesaro Italy). L' editore pubblico: Per quale pubblico? : per quale pubblica utilità? [Rome]: Presidenza del Consiglio de ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1994.

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3

Fossati, Amedeo. Economia pubblica: Elementi per un'analisi economica dell'intervento pubblico. Milano, Italy: F. Angeli, 1989.

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4

Biblioteca civica bertoliana (Vicenza, Italy), ed. Pubblica come, pubblica per chi: Il servizio bibliotecario pubblico tra passato e futuro. Milano: Bibliografica, 2010.

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5

Giannini, Massino Severo. Il pubblico potere: Stati e amministrazioni pubbliche. Bologna: Il Mulino, 1986.

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6

Bombardelli, Marco. Decisioni e pubblica amministrazione: La determinazione procedimentale dell'interesse pubblico. Torino: G. Giappichelli, 1996.

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7

Antonio, D'Avirro, and Bolognini Sabrina, eds. I Delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Padova: CEDAM, 1999.

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Franco, Mastragostino, ed. Appalti pubblici di servizi e concessioni di servizio pubblico. Padova: CEDAM, 1998.

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Cicalò, Enrico. Spazi pubblici: Progettare la dimensione pubblica della città contemporanea. Milano, Italy: FrancoAngeli, 2009.

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10

Sciascia, Michael. Diritto delle gestioni pubbliche: Istituzioni di contabilità pubblica. Milano: Giuffrè, 2007.

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Book chapters on the topic "Pubblic"

1

Roberts, Albert R., and Kenneth R. Yeager. "Crisi pubblica e crisi privata." In Gli interventi sulla crisi, 5–6. Milano: Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2029-0_2.

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2

Bianchi, Giovanna, Federico Cantini, and Simone Maria Collavini. "Beni pubblici di ambito toscano." In Biens publics, biens du roi, 327–48. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118747.

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3

Wickham, Chris. "Beni pubblici: a provisional typology." In Biens publics, biens du roi, 413–22. Turnhout: Brepols Publishers, 2019. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.118750.

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4

Manni, Paola. "Il Vocabolario Dantesco a cura dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano (CNR)." In L'illustre volgare, 35–47. Firenze: Società Editrice Fiorentina, 2022. http://dx.doi.org/10.35948/dilef/978-88-6032-685-0.03.

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Abstract:
L’Accademia della Crusca, fin dalle origini impegnata nell’attività lessicografica, ha avviato, in collaborazione con l’OVI – Opera del Vocabolario Italiano (CNR), un nuovo Vocabolario dantesco che si pubblica dal 2018 al sito di rete www.vocabolariodantesco.it. L’intervento illustra, con l’aiuto di alcune immagini, gli intenti e le metodologie altamente innovative di questo Vocabolario che, pur proponendosi di analizzare tutte le opere volgari di Dante, ha preso avvio dalla Commedia, testo fondante della nostra tradizione letteraria e linguistica.
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5

Bianchi, Giovanna, Cristina La Rocca, and Tiziana Lazzari. "Introduzione." In Spazio pubblico e spazio privato, 9–16. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116177.

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6

Nelson, Janet Laughland. "Public Space and Private Space: some historical evidence." In Spazio pubblico e spazio privato, 19–35. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116178.

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7

Machado, Carlos. "The aristocratic domus of late antique Rome: public and private." In Spazio pubblico e spazio privato, 37–57. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116179.

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8

Loré, Vito. "Spazi e forme dei beni pubblici nell’alto medioevo. Il regno longobardo." In Spazio pubblico e spazio privato, 59–87. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116180.

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9

Gasparri, Stefano. "Gli spazi del vescovo." In Spazio pubblico e spazio privato, 89–106. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116181.

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10

Fiocchi Nicolai, Vincenzo. "Le chiese rurali di committenza privata e il loro uso pubblico (IV-V secolo)." In Spazio pubblico e spazio privato, 107–44. Turnhout: Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.116182.

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Conference papers on the topic "Pubblic"

1

Crupi, Valentina. "Verso una nuova consapevolezza dell'ambiente: l'agire collettivo per la definizione di nuovi spazi pubblici della città." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7957.

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Abstract:
La necessità di reagire a situazioni nuove in ambito urbano, come quelle legate gli effetti dei cambiamenti climatici, sta favorendo lo sviluppo, in alcune città europee e americane, di azioni innovative da parte della cittadinanza. Se da un lato, infatti, sono ampiamente sperimentate politiche pubbliche urbane di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, dall'altro iniziano a fiorire esperienze 'dal basso' che si manifestano nello spazio quotidiano attraverso processi di cura e tutela del territorio promossi dagli abitanti. La traduzione fisica di queste pratiche sembra mostrare l'emergere di un nuovo tipo di spazio pubblico, dal forte carattere sociale, in cui si manifestano le volontà ecologiche della comunità. Queste esperienze, nate in America ma che hanno ormai una larga diffusione in altre parti del mondo, consistono in azioni più o meno organizzate, coordinate da amministrazioni e università, ma anche da associazioni studentesche, collettivi artistici e comunità di quartiere, e si attuano grazie alla presenza di una cittadinanza attiva e ricettiva. Il seguente intervento sostiene l'ipotesi che simili fenomeni rappresentino una risorsa importante per la conoscenza dei luoghi e lascino intravedere lo sviluppo di una rinnovata prospettiva di responsabilità condivisa e presa di coscienza sulle questioni ambientali. Si tenterà dunque di illustrare gli elementi che favoriscono un progetto condiviso di convivenza col rischio; delineare e definire quelli che sembrano essere i caratteri di un nuovo tipo di spazio pubblico; comprendere come la tecnologia 2.0 possa divenire dispositivo per lo scambio di risorse e di informazioni. Si tratta di una prima ricognizione che però lascia intravedere la ricchezza degli approcci e di possibili soluzioni.
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Ottaviani, Dorotea. "Il valore della memoria nei processi di riqualificazione dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8017.

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Abstract:
Come affrontare i processi di riqualificazione quando “il rapporto tra le aree-residenza e elementi primari” non è più alla base della configurazione per tessuti della città e la casa diventa monumentale memoria e gesto rappresentativo dello Stato? Concentrando lo sguardo sul periodo tra gli anni 60' e 70' si rende evidente un intento congiunto delle amministrazioni e degli architetti, attraverso la progettazione di complessi a scala macroscopica, spesso isolati dal contesto classico della città, di creare una visione chiara ed iconica del ruolo assistenzialista dello Stato. Questa stagione, sottolineata da scelte compositive in contrapposizione con la visione “ordinaria” della città e della sua crescita per tessuti, raggiunge la sua massima espressione nel “grande segno” che fa coincidere tipologia architettonica con morfologia urbana e racconta di un’amministrazione che vuole essere il referente diretto per la risoluzione di problematiche sociali e risponde in maniera reattiva e molto rapida alle questioni e alle esigenze poste dalle sue classi più bisognose. Il primo valore da riconoscere ai progetti di questo periodo è di essere stati rappresentativi di vocazioni collettive e di averle riassunte con un gesto progettuale dall'alto valore iconografico. La seconda caratteristica di questa stagione architettonica, continuando a restringere la valutazione ad una constatazione dei fatti scevra di componenti di giudizio, è la sua ampia vocazione ad essere terreno sperimentale sia in ambiti architettonici che urbanistici. La domanda che ci poniamo è se sia possibile ripartire da queste due valori per re-interpretare i progetti dei grandi complessi residenziali pubblici e renderli “abitabili” mantenendone le loro particolari vocazioni. How can we deal with requalification process in parts of the city which are no longer based on the “relation among residential-area and primary elements” and where the house has become the rappresentative memory of programs and ideals of the State? Concentrating on the 60' and 70' period in Italy it is clear a joined intent of the administration and the architects to create a neat and iconographic image of the protective and directive role of the State towards its citizen, through the designing of large, unitary social housing, often off the normal urban scale and isolated by the rest of the city. This season, highlighted by compositive experience in sharp contrapposition with the “ordinary” vision of the city, reach its maximal expression in “great sign design” that tends to an equivalence between architectural typology and urban morphology. The first merit that have to be acknowlegde to those project is to have been a representative of collective vocations through a high valued iconographical design. A second valor to be confered to this period is its vocation on being a laboratory for both architectural and urban experimentation. Question we are facing is, then, if it is possibile to start over on those two intrinsic values, seep through the lens of the european directives for sustainable renewal of the cities, for a reinterpretation of the large housing estates in order to give them back to their peculiar potential and to make the the center of regenerations of the city itself.
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Borchi, Simone. "La selvicoltura nei patrimoni pubblici fra investimenti e abbandono: il caso della Toscana. Analisi, valutazione e proposte." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.142.

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D'Agosta, G. M., and A. Milazzo. "Soddisfacimento del fabbisogno energetico pubblico locale attraverso la generazione termoelettrica da biomassa legnosa forestale. Il caso di studio del Comune di Malvagna." In Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.214.

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Lariccia, Stefano, Robert M. Karn, and Marco Stefanoni. "Green’ntropy: semantic web / pragmatic web e Officine per la Sostenibilità della Ricerca come motore per riattivare la riqualificazione energetica degli edifici pubblici." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7914.

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Abstract:
In questo “position paper” si rappresentano obbiettivi modelli e metodi per contribuire ad avviare una campagna attiva di ricerca e sensibilizzazione sociale basata sull’interazione attraverso reti sociali e reti di automi basata nel Parco della Ricerca Enea Casaccia. Viene fornita un’anticipazione di quello che vuole essere il progetto “Sistemi Aperti Sapienza”; viene poi fornita una descrizione delle motivazioni di partenza e della riflessione che ha generato questa idea progettuale. Poi vengono considerate le ragioni per la convergenza di partner, identificati nei principali organismi della ricerca nel nostro territorio, in una organizzazione regionale guidata e ospitata da ENEA per raggiungere più rapidamente gli obiettivi dichiarati. La proposta prevede l’ implementazione presso ENEA, di un “FabLab”, un laboratorio finalizzato alla realizzazione di prototipi virtuali / reali, ovvero progettati attraverso software di modellazione 3d e stampabili attraverso stampanti 3d dall’utilizzatore finale. Ciò avverrebbe sulla scorta di quanto sta rapidamente diffondendosi in Italia e nel mondo sull’esempio del Center for Bits and Atoms (CBA) - MIT di Boston fondato da Neil Gershenfeld. Il FabLab Casaccia dovrebbe essere realizzato come una delle previste Officine della Sostenibilità specializzata nella produzione di soluzioni per la riqualificazione energetica degli edifici, per l’ applicazione delle energie sostenibili, per la diffusione virale di educazione e consapevolezza energetica e ambientale. Questo progetto, è pensato come un contributo di Sapienza nell’ambito della partnership al progetto di riqualificazione del Parco ENEA finalizzato ad operare per l’applicazione, prevista entro il 2015, delle misure di riqualificazione degli edifici nel settore della Pubblica Amministrazione.
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Cedroni, Anna Rita. "Roadmap per una citta sostenibile: Vienna." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Abstract:
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Arras, Francesca, Arnaldo Cecchini, Elisa Ghisu, Paola Idini, and Valentina Talu. "Perché e come promuovere la camminabilitá urbana a partire dalle esigenze degli abitanti piú svantaggiati: il progetto "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!"." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7962.

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Abstract:
La città contemporanea è una città a misura di automobilista. Chi non vuole o non può usare l'automobile per spostarsi non è in grado di esercitare pienamente il proprio diritto urbano di accesso ed uso degli spazi e delle strade sottratti dalle automobili all'uso pubblico e collettivo. Il prerequisito per la riconquista di questo diritto urbano negato è la promozione di un vero e proprio cambiamento culturale in materia di mobilità, attraverso il coinvolgimento consapevole e responsabile degli abitanti nelle politiche e nei progetti di promozione della mobilità altra, in particolare di coloro che subiscono la maggior parte delle conseguenze negative determinate dalla presenza invasiva delle automobili nella città: bambini, anziani, persone disabili e pedoni (e ciclisti) in generale. Nell'articolo descriveremo il progetto pilota "Extrapedestri. Lasciati conquistare dalla mobilità aliena!" che si pone l'obiettivo di promuovere la camminabilità urbana di due quartieri marginali della città di Sassari (e, in prospettiva, di tutta la città, trattandosi un progetto facilmente replicabile) a partire dalle esigenze, dai desideri e dalla "capacità di disobbedienza" dei bambini, uno dei gruppi di abitanti più svantaggiati in materia di mobilità. Contemporary city is a car-friendly city. Those who cannot or do not want to use a car are not capable to fully exercise their fundamental urban right to access and to use the public spaces and the streets. In this paper, we argue that it is possible to make more effective policies aimed at building walkable cities making reference to the desires and needs of disadvantaged groups. In particular, we concentrate on children as one of the most vulnerable groups of inhabitants of the city. The role children can play in improving urban quality of life is fundamental, for a number of reasons, most important of which, for the purpose of this paper, is their "capability of disobedience" which might be used as a force of urban transformation. Then, we present one project through which we try to promote the urban walkability of the city of Sassari starting from children's involvement: "ExtraPedestrians: let yourself be conquered by the 'alien' mobility".
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Andreassi, Fabio, and Ottavia Aristone. "Geografia e storia nei territori sensibili: rischio, emergenza e memoria: prove di dialogo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7934.

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Abstract:
Si vuole esplorare il significato nella pratica di alcune parole chiave quali cambiamento, collasso, emergenza, memoria, rischio e la loro eventuale capacità di esplicitare i nessi tra geografia e storia nei territori sensibili. Per i sapere non esperti, la nozione di rischio diventa cangiante: declinata al passato in forma di mitografia o respinta e scomoda declinazione del futuro, al presente tende a perdere un significato proprio per scivolare nel campo semantico dell'emergenza. Questa coniugazione produce azioni, nell'unità di spazio-temporale del disastro, che appartengono all'emergenza: depotenziata di un passato irripetibile e di un futuro incerto, si configura quale potente veicolo del potere, avendo liberato le decisioni dalle procedure necessarie per la verifica della opportunità tecnica e del consenso consapevole. Nei "casi di emergenza" si riduce la relazione decisionale con gli abitanti coinvolti; il coordinamento e la gestione assumono forme autoritative e astratte, inconsapevoli della soglia di sopportabilità del rischio da parte delle popolazioni. L'efficienza dell'intervento di prima istanza non corrisponde alla efficacia nella media durata laddove l'azione pubblica non orienta le possibili scelte e non ne supporta i processi attuativi e adattivi. Our intention is to explore the practical meaning of certain key-words such as change, collapse, emergency, memory and risk, and how they may explain the links between the geography and history of sensitive areas. For non-experts, the notion of risk is many-faceted: when declined in a past sense as a myth, or a rejected, inconvenient declination of the future, in the present, it loses its intrinsic meaning and comes to refer to an emergency. This conjugation produces actions, within the space and time of the disaster, which are proper to the emergency: its unrepeatable past weakened and with an uncertain future, it emerges as a forceful vehicle of power, which takes all the decisions and enforces the procedures necessary for assessing technical necessities and conscious consensus. In "cases of emergency", the inhabitants involved are deprived of their part in decision-making, while the management of the emergency takes on an abstract and authoritarian form and seems unable to sense the threshold of tolerance of risk of the population. The immediate intervention is seen to be effective, but not in the mid-term, where public action does not take into account the possible alternatives or sustain the local people in their attempt to adapt.
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Silva, Madalena Pinto da. "Guardare oltre il tempo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

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Abstract:
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
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Burgio, Gianluca, and Giovanna Acampa. "Paradigmi relazionali nello spazio urbano: il caso-studio del centro storico di Palermo." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8031.

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Abstract:
In questo scritto analizzeremo le modalità attraverso le quali vengono sovvertite, con piccole azioni dei cittadini, le regole che disciplinano gli spazi urbani. Partendo dal caso studio del centro storico di Palermo illustreremo come la “conquista” anche temporanea, di strade e piazze possa permettere una rivitalizzazione ed una rivalutazione dei luoghi. Il nostro interesse è rivolto a comprendere come si siano sviluppati processi di ri-conquista dello spazio urbano, che hanno permesso di “addomesticare” alcuni spazi della città, modificando usi e configurazioni comuni, che estrapolati dal contesto abituale sono stati inseriti in nuove relazioni. La scelta di prendere Palermo come caso studio deriva da alcune caratteristiche di questa città: la prima caratteristica può essere individuata nelle sue radici storico-culturali che in qualche modo favoriscono l’insediamento di nuove comunità; l’altra caratteristica è che le forme di scambio con abitanti di diverse culture avvengono, non in periferia, ma in centro. Questo rende la città siciliana un caso non unico ma atipico nel panorama europeo, dove si tende ad avere una spinta centrifuga e quindi una emarginazione delle popolazioni non locali e dei ceti meno abbienti. Da questo punto di vista il centro di Palermo può essere considerato come una sorta di spugna, che riesce non solo ad assorbire nuove comunità ma anche ad attrarre esponenti del ceto sociale medio. A differenza di altre città europee, dove si sono innescati processi di gentrification grazie agli interventi strutturali promossi dalla pubblica amministrazione, a Palermo il processo di riqualificazione è dovuto a piccole azioni promosse dai residenti. L’inversione della tendenza degenerativa che era in atto e l’inversione dell’andamento dei valori immobiliari non è dovuta quindi ad una politica integrata, quanto alla libera iniziativa delle fasce sociali più deboli. In this script we’ll describe the everyday,little actions of the citizens that break the rules of the urban areas’ organization. Starting from the Old Town of Palermo, that we used as the example in our analysis, we’ll show how the “conquest”, even just temporary, of streets and squares could achieve a revitalization and a revaluation of quarters. Our focus is on understanding how revitalization/ re-conquest of urban areas has taken place. By altering people preconcieved ideas of areas of the city, this process achived the “domestication” of some areas that, out of their usual context, are inserted in new relations. Our choice to take Palermo as example derives from some typical characteristics of this city: the first one is due to its historical-cultural origins which, in some way, favor the settlement of new comunities; the second is that the way of live among population of different cultures develops in the centre of the city, not in the suburbs. These features make Palermo not unique, but atipical compared to the rest of Europe where immigrants and lower-class people, are generally forced to the external areas of towns. From this point of view we can imagine Palermo’s Old town as a sponge which is able not just to absorb new comunities, but also to attract people from the middle classes. In European cities gentrification processes are started thanks to projects realized by the Public Administrations, On the contrary in Palermo this process generates from actions of the inhabitants themselves. The change of degenerative trend and the increasing value in the Real Estate Market is therefore not caused by a political action, but thanks to the initiative of the lower class.
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Reports on the topic "Pubblic"

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Frey, Joachim, and Stéphane Praz. Riassunto del programma nazionale di ricerca «Resistenza antimicrobica» (PNR 72). Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, November 2022. http://dx.doi.org/10.46446/publication_pnr72.2022.1.it.

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Abstract:
Il riassunto del programma si rivolge ai decisori del mondo scientifico e della politica, ma anche al vasto pubblico. Nell’intento di fornire un orientamento strategico, il gruppo direttivo vi delinea i contesti, i campi d’intervento e le misure principali che, secondo il gruppo direttivo del PNR 72, risultano dai lavori svolti nell’ambito del programma.
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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave: affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, May 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Abstract:
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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