Academic literature on the topic 'Psichiatria militare'

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Journal articles on the topic "Psichiatria militare"

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Scartabellati, Andrea. "Un Wanderer dell'anormalitŕ? Un invito allo studio di Placido Consiglio (1877-1959)." RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 3 (November 2010): 89–112. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003008.

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Abstract:
Placido Consiglio fu tra i piů eminenti psichiatri militari dell'Italia d'inizio '900. Nondimeno, la sua poliforme opera resta in larga parte inesplorata, e la sua figura ancora oggi parzialmente conosciuta. Dopo un'introduzione di carattere generale, si propongono al lettore due testi di Consiglio del 1911 e del 1923. Saggi che testimoniano, una volta di piů, della vitalitŕ dell'approccio positivista nei circoli medici italiani.
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Tornabene, Massimo. "La guerra dei matti. Una ricerca su un manicomio di provincia." HISTORIA MAGISTRA, no. 2 (November 2009): 127–34. http://dx.doi.org/10.3280/hm2009-002013.

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Abstract:
- Beyond the sum of the deaths and of the economic damages caused by war, war accounting has always shown little regard to the mental health traumas caused by these events. And yet many research studies, based both on the major nineteen century conflicts and on the more recent ones, show that psychic traumas provoked by war can persist with their victims often for many decades. My specific research took into consideration the patients of the Neuropsychiatric Hospital of Racconigi, between 1938 and 1947. This mental hospital hosted psychiatric patients from the Cuneo Province during this specific period. More than 2,500 cases have been taken into consideration of which hundreds were soldiers and civilians committed to this hospital after taking part directly in war actions or as victims of war actions, namely soldiers coming back from the Russian military campaign and civilian survivors of the Boves' slaughter. This research has been possible thanks to the noteworthy helpfulness of the sanitary institution that maintains the medical records of this hospital, including individual case files containing medical documents, public acts and private letters. These historical sources, scarcely used in research, have allowed me to look into the human and cultural atmosphere of the time and to analyze the complexity of the power relations among patients, their relatives, public authorities and medical doctors.Key words: War, mental traumas, psychiatric hospital, medical records, soldiers, civilians.Parole chiave: Guerra, traumi mentali, ospedale psichiatrico, cartelle cliniche, soldati, civili.
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Piccinelli, Marco, and Pierluigi Politi. "Struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire in un campione di giovani maschi adulti." Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no. 3 (December 1993): 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006990.

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Abstract:
RiassuntoScopi- a) Indagare la struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire (GHQ-12) in un campione di maschi diciottenni; b) saggiare la capacità dei punteggi fattoriali standardizzati di discrimi- nare tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico secondo il giudizio dello psichiatra.Disegno- Un campione di 363 soggetti selezionati nel corso della visita militare di leva è stato invitato a completare il GHQ-12 e ad essere intervistato da uno psichiatra. Dati completi sono stati raccolti per 320 soggetti (88% del campione selezionato).Risultati- Due componenti con autovalore(eigenvalue)superiore a 1 sono emerse dall'analisi a componenti principali prima della rotazione, riuscendo a spiegare il 46.7% della varianza nei dati. La prima componente, sulla quale tutti i 12 items del questionario hanno rivelato un peso di segno positivo, è stata interpretata come una misura globale dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati. La seconda componente è risultata bipolare, dal momento che su di essa tutti gli items «positivi» hanno presentato pesi di segno positivo, mentre gli items «negativi» hanno avuto pesi negativi; cio suggerisce che il GHQ è in grado di cogliere entrambe le componenti della salute mentale, la componente negativa (di cui sono espressione i sintomi) e la componente positiva (rappresentata dalla presenza di uno stato di benessere soggettivo). Dopo rotazione Varimax ciascun item del questionario pesava significativamente su uno solo dei due fattori identificati, fatta eccezione per l'item 12 il cui peso è risultato inferiore a 0,500 su entrambi i fattori. Il fattore A, caratterizzato dai 6 items «negativi» del GHQ-12, è stato denominato «disforia generale» ; il fattore B, definito da 5 dei 6 items «positivi» è stato chiamato «benessere/funzionamento sociale» . La migliore discriminazione tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico è stata offerta dai punteggi relativi al fattore «disforia generale» ; nessun vantaggio è stato invece ottenuto dalla combinazione dei punteggi riportati sui due fattori.Conclusioni- La compren- sione della struttura fattoriale del GHQ-12 potra fornire utili informazioni oltre a quelle offerte da un singolo punteggio di severità risultante dalla semplice somma delle risposte positive, spingendo la descrizione dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati oltre la semplice distinzione tra «casi» e «non-casi».
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Dissertations / Theses on the topic "Psichiatria militare"

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ROMANO, MARCO. "Soldati e neuropsichiatria nell'Italia della Grande Guerra. Controllo militare e pratiche assistenziali a confronto (1915-1918)." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1157141.

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Abstract:
La ricerca indaga il rapporto tra psichiatria e Grande Guerra da un'ottica che considera la complessità sia degli orientamenti assunti dagli psichiatri italiani sulle patologie belliche che delle pratiche sanitarie attuate nei confronti dei soldati. L'analisi delle teorie e delle prassi in alcune figure rappresentative del panorama psichiatrico italiano, operata sullo sfondo di una riflessione critica sui concetti psichiatrici di organicismo e predisposizione alle malattie mentali, è affiancata dal confronto tra due approcci totalmente diversi che furono costretti a convivere durante il conflitto: quello proprio della psichiatria militare, volto ad un’azione che salvaguardasse le necessità dell’esercito in guerra, e quello caratteristico invece della normale pratica clinica degli ospedali psichiatrici civili. Le due prospettive non erano sempre nettamente separate: la maggior parte degli psichiatri indossò l’uniforme durante la guerra, ma è possibile rilevare una tensione costante tra gli obblighi del proprio ruolo nello sforzo bellico e l’etica professionale dettata dalla disciplina neuropsichiatrica. La scelta delle strutture di cui analizzare le vicende è stata fatta in base alle diverse caratteristiche che poteva assumere l’intervento psichiatrico in vari contesti, differenti a seconda degli orientamenti dei direttori e della vicinanza con il fronte di combattimento. Dove la guerra era lontana, come nei manicomi di Arezzo e Napoli, la normale pratica sanitaria fu meno influenzata dai problemi caratteristici di strutture maggiormente coinvolte nel servizio sanitario militare come quelle di Treviso, Venezia e Reggio Emilia. La nascita e la diffusione dei centri neurologici militari dimostra poi che l’intervento psichiatrico non era limitato ai soli manicomi. Costituivano infatti una valida alternativa per alcune categorie di malati del sistema nervoso con compromissione di facoltà psichiche, i quali avevano la possibilità di essere curati in ambienti liberi e con sistemi terapeutici meno invasivi di quelli propri dei manicomi. Uno dei temi significativi per una rilettura del fenomeno degli “scemi di guerra” è stato infine quello della simulazione di malattie nervose e mentali: costituì una delle principali preoccupazioni dei comandi militari ma non ricevette la stessa attenzione da parte degli psichiatri, la maggior parte dei quali sottolineò piuttosto la loro scarsa presenza. Ci furono contesti, tuttavia, come quello del manicomio provinciale di Napoli, in cui il fenomeno non sembra sia stato minoritario, portando ad un capovolgimento del classico stereotipo del soldato italiano che subisce passivamente sia la guerra che l’intervento psichiatrico.
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Books on the topic "Psichiatria militare"

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Mamone, Graziano, and Fabio Milazzo. Deserti della mente: Psichiatria e combattenti nella guerra di Libia : 1911-1912. Firenze: Le Monnier, 2019.

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