Dissertations / Theses on the topic 'Psichiatria e diritto penale'

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1

PELAZZA, MARTA. "La coazione terapeutica. Uno studio comparato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/50168.

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Abstract:
Il lavoro analizza in primo luogo la legislazione britannica concernente l'autodeterminazione in campo sanitario, e non solo, degli utenti psichiatrici e delle persone classificate come "incapaci". Viene preso in considerazione il sistema inglese perchè propone una disciplina molto dettagliata, specie se paragonata alle poche norme presenti nell'ordinamento italiano. Queste ultime vengono analizzate nella seconda parte della tesi, dopo una panoramica sui principi internazionali (in particolare europei) e costituzionali sul tema. Particolare attenzione è dedicata alla disciplina dei Trattamenti Sanitari Obbligatori psichiatrici previsti dalla l. 833/1978 ed alle ulteriori modalità, ravvisabili nella prassi medica, di procedere a ricoveri contro la volontà dei pazienti, quali interdizione e amministrazione di sostegno. Circa la compatibilità di queste pratiche con i principi costituzionali ed internazionali sono infine proposte alcune riflessioni.
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Sorbello, Pietro <1977&gt. "Abuso del diritto e repressione penale. Profili di diritto penale sostanziale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8200/1/sorbello_pietro_tesi.pdf.

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Abstract:
Un’immagine dell’abuso del diritto è quella del fuoco sotto la cenere perché esprime il pericolo al quale espone legalità e colpevolezza. Sebbene l’ermeneutica penalistica sia vincolata, la materia tributaria rappresenta l’ultimo caso in cui forza normativa dei principi ed interpretazione teleologica hanno consentito incriminazioni in malam partem. Nemmeno la rilevanza costituzionale del bene consente di incriminare l’elusione oltre la riserva di legge: al giudice è vietato “creare un regime legale penale, in luogo di quello realizzato dalla legge”. Il tema delle infrazioni di origine giurisprudenziale introduce una seconda accezione di legalità come concepita dall’art. 7 CEDU: la norma incriminatrice è valida allorquando - prescindendo dalla fonte - sia accessibile e prevedibile. Di fronte alla sentenza “Dolce e Gabbana” può affermarsi che incriminare l’elusione non è conforme alla legalità costituzionale, perché la commistione tra evasione ed elusione fiscale modifica il tipo in via interpretativa, né convenzionale perché le conseguenze non erano prevedibili quando furono realizzate le operazioni elusive. L’antagonismo delle concezioni di legalità trova soluzione avuto riguardo ai fini di garanzia. Se è contrario alla Costituzione accogliere un’idea di legalità-prevedibilità che prescinda dalla riserva di legge, la finalità di maggior garanzia possibile, esplicitata all’art. 53 della CEDU, non consente alternative alla sinergia: la legalità convenzionale sarà più garantista se integra quella costituzionale. La trasposizione sul piano interno della prevedibilità rileva sul distinto piano della colpevolezza, trova aggancio all’art. 5 c.p. e sposta la questione sulla conoscibilità dell’illecito. Alla rilevanza penale dell’abuso del diritto in materia tributaria ostava anche il principio di colpevolezza non potendosi muovere un rimprovero a fronte di un’ignoranza scusabile. L’affermata irrilevanza penale avrebbe dovuto spegnere definitivamente il fuoco dell’abuso del diritto, se non che alcune posizioni favorevoli al recupero in chiave di artificio espongono ancora il principio di legalità al pericolo di un fuoco sotto la cenere.
Metaphorically speaking, the relationship between criminal liability and abuse of law may be described as a flame beneath ashes. In summary, a punishment based on the abuse of law is not consistent with the principle of legality recognized by the Italian Constitution: according to the Article 25, paragraph 2, in fact, no one may be punished except on the basis of a law enacted by the Parliament. Nevertheless, an infringement of the constitutional principle of legality occurred in the Dolce & Gabbana case where a criminal conviction for tax avoidance was pronounced by the Criminal Courts. In the lack of an express provision punishing tax avoidance, only tax evasion may be punished under Italian criminal law. Moreover, the punishment for tax avoidance was not foreseeable according to the principle of legality enshrined in Article 7 of the ECHR due to the fact that prior to the “Dolce & Gabbana” case tax avoidance was not qualified as an offence in the Italian case-law.
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3

VIGORITI, FRANCESCO. "La rilevanza penale dell’omofobia nell’ordinamento penale tedesco ed italiano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/129631.

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Abstract:
The present work analyses the phaenomenon of homophobia in the framework of criminal law, starting from an inquiry concerning the psychosocial and criminological origin of the prejudice toward LGBT people. In particular, the phaenomenon is explored within the context of complex interactions among groups where a pivotal role is covered by gender prejudices and by sex hierarchies in which sexism, heterosexism and hetero-normativism in male-dominated cultures are rooted. The analysis goes on by contextualizing homophobia within the Anglo-American criminological categories “hate crime” and “hate speech”, according to an interpretation that considers them as conducts which may potentially represent the seeds of genocide-related events and are therefore to be contrasted by criminal law per se as well as in a preventative fashion. On these basis, the study moves on to consider a set of juridical criticalities related to the endorsement of prejudice into criminal law provisions as a relevant element for aggravated sanctions. Furthermore the research analyses the most relevant provisions criminalizing hate crimes and hate speeches existing under the German legal system to sanction behaviours characterized by homophobia (§ 130 StGB, Volksverhetzung and the recently modified § 46 StGB, that sets out the criteria for setting the punishment); with reference to the Italian legal system, the so called “Legge Reale-Mancino” is analysed as the law on which basis hate crimes and hate speeches are mainly punished. Finally, in this context, the study will provide an analysis of the so called “DDL Scalfarotto” – the draft bill approved by only one of the two Italian legislative chambers and therefore not entered into force yet – which is going to modify the Legge Reale-Mancino by introducing homophobic and transphobic motives as further basis for applying the said law.
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Rella, Roberto <1978&gt. "Della negozialità nel diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/760/1/Tesi_Rella_Roberto.pdf.

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Rella, Roberto <1978&gt. "Della negozialità nel diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/760/.

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6

VOLPE, SILVIA. "La lingua del diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459413.

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Abstract:
Dopo una premessa sul linguaggio del diritto penale, inteso come metodo di comunicazione che si avvale di segni non verbali, il lavoro esamina la lingua in senso stretto del diritto penale, delineandone le caratteristiche principali e analizzandone successivamente i vizi e le patologie. Il nucleo centrale dell’elaborato è dedicato quindi all’esame delle conseguenze di tali patologie linguistiche, al fine di dimostrare che esse pregiudicano i principi fondamentali del diritto penale: dal principio di democraticità al principio di effettività, passando per i principi che presiedono allo svolgimento dell’attività legislativa e che regolano il giusto processo. Seguono infine riflessioni più costruttive, volte a individuare le caratteristiche ideali di una lingua coerente con i principi e con le funzioni del diritto penale: si cerca di tracciare la strada da percorrere per ottenere una lingua più giusta, capace di rinnovare la fiducia nella legge e nella Giustizia, costruendo un diritto penale effettivamente democratico.
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7

VOLPE, SILVIA. "La lingua del diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1459409.

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Abstract:
Dopo una premessa sul linguaggio del diritto penale, inteso come metodo di comunicazione che si avvale di segni non verbali, il lavoro esamina la lingua in senso stretto del diritto penale, delineandone le caratteristiche principali e analizzandone successivamente i vizi e le patologie. Il nucleo centrale dell’elaborato è dedicato quindi all’esame delle conseguenze di tali patologie linguistiche, al fine di dimostrare che esse pregiudicano i principi fondamentali del diritto penale: dal principio di democraticità al principio di effettività, passando per i principi che presiedono allo svolgimento dell’attività legislativa e che regolano il giusto processo. Seguono infine riflessioni più costruttive, volte a individuare le caratteristiche ideali di una lingua coerente con i principi e con le funzioni del diritto penale: si cerca di tracciare la strada da percorrere per ottenere una lingua più giusta, capace di rinnovare la fiducia nella legge e nella Giustizia, costruendo un diritto penale effettivamente democratico.
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Eronia, Odette. "ENHANCEMENT TECHNOLOGIES E DIRITTO PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91296.

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Gimigliano, Silvia. "Il diritto all'oblio del condannato penale." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/144263.

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Abstract:
Lo scritto, articolato in quattro capitoli, si propone di analizzare il diritto all'oblio in rapporto alla figura del condannato penale. Quando ne è titolare quest'ultimo, tale diritto pone, infatti, temi e problemi peculiari, meritevoli di autonoma disamina. Il primo capitolo, di taglio introduttivo, è finalizzato all'individuazione delle direttrici di ricerca: la ricognizione di contenuti e caratteristiche generali della posizione soggettiva consente di cogliere, in controluce, le specificità che caratterizzano il diritto all'oblio (del reato e) della condanna, oggetto di approfondimento nei capitoli successivi. Segnatamente, il secondo capitolo è dedicato al conflitto con altre situazioni giuridiche, con particolare riguardo al tema del bilanciamento normativo e giurisprudenziale, mentre il terzo ha ad oggetto il rapporto con principi ed istituti penali, fra i quali spiccano il principio rieducativo sancito dall'art. 27, co.3, Cost. e le cause estintive della pena. Nel quarto capitolo si formulano, infine, conclusioni motivate, mettendo in evidenza, per un verso, la natura fragile - eppure non debole --- della declinazione in esame, e, per altro verso, l'insufficienza delle definizioni "classiche" di oblio con riferimento alla figura del condannato
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10

Bigi, G. "I principi generali di diritto e il diritto internazionale penale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/61733.

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11

CRISCI, ASSUNTA MARIA PAOLA. "Il trattamento penale dello straniero irregolare." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/48269.

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Abstract:
The thesis studies the problems faced by law – especially criminal law – due to the migration phenomenon. After an overview of the national legislation, the paper focuses on the types of offences included in T.U. Imm.(D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286) which describes an immigrant as an offender. The paper describes the law's peculiarities, issues, questions of constitutionality and its compatibility with the European directives.
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Tigrino, Andrea. "Diritto penale e scelte di fine vita." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2021. http://hdl.handle.net/11572/316511.

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Abstract:
Compiuta un'ampia digressione di carattere interdisciplinare in tema di suicidio tale da abbracciare considerazioni di natura sociologica, letteraria, filosofica, storica e giuridica, si è proceduto ad una valutazione delle forme di repressione concepite in passato per rispondere a condotte agevolatrici di tale gesto, giungendosi da ultimo a ponderare il dibattito sorto in seno alle scuole penalistiche dell'epoca, le soluzioni adottate dai Codici Zanardelli e Rocco nonché i rilievi dottrinali da esse immediatamente stimolati. Tale premessa si è rivelata imprescindibile per un'approfondita analisi del procedimento a carico di Marco Cappato, attingendo da esso interessanti spunti di riflessione riguardanti, prima ancora che le disposizioni penali in materia di fine vita, i principi costituzionali e i valori tatti da simili scelte terminali. La riflessione sulla dignità, così come quella inerente i confini dell'autodeterminazione in materia sanitaria, ha condotto a soppesare la possibilità di disciplinare trattamenti di eutanasia attiva diretta, confrontandosi con i numerosi ostacoli opposti e chiamando in causa la nozione di “diritto a morire”. Il terzo capitolo, riservando alcune considerazioni preliminari al rapporto fra Diritto e morale e alle funzioni tradizionalmente assolte dalla sanzione penale, propone l'elaborazione di una scriminante procedurale tale da riconoscere il carattere di liceità di pratiche di “aiuto medico a morire”. L'analisi dei suoi requisiti operativi è affiancata ad alcune riflessioni in tema di omicidio pietatis causa, seguite dall'annosa questione relativa all'esercizio dell'obiezione di coscienza da parte del personale sanitario e da alcuni profili di responsabilità del medico coinvolto in procedure di nuova concezione. Infine, l'esigenza di un'indagine attenta al metodo comparatistico ha reso ineludibile il riferimento a due recenti stimoli legislativo e giurisprudenziale, rispettivamente rappresentati dalla proposta di Ley Orgánica presentata al Congreso spagnolo (approvata in via definitiva il 18 marzo 2021) e dalla sentenza con cui il Bundesverfassungsgericht ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del § 217 StGB in materia di agevolazione al suicidio prestata in forma commerciale.
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Reale, Laura <1981&gt. "Il principio di precauzione in diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6004/1/tesi_1.pdf.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è la rilevanza nell’ambito del diritto penale del principio di precauzione. Quest’ultimo deve la sua diffusione e popolarità al fatto di presentarsi come criterio guida al problema del rischio e dell’incertezza. L’esigenza di adottare scelte normative in condizioni di incertezza scientifica è infatti oggi ineludibile. Si cercherà in primo luogo di circoscrivere l’oggetto dell’indagine analizzando il rilievo che il principio di precauzione ha a livello legislativo e giurisprudenziale. Quindi si analizzeranno le problematiche che il ricorso allo stesso suscita con riferimento alla struttura classica del reato e legate al contesto di incertezza nel quale viene invocato. Tali problematiche si riferiscono alla possibilità o meno di dare rilevanza al modello del reato di pericolo, alla ricostruzione del nesso causale e all’influenza che il principio di precauzione può determinare nell’accertamento dell’elemento soggettivo delle colpa. Si concluderà l’analisi analizzando le diverse posizioni assunte dalla dottrina italiana circa l’opportunità o meno dell’intervento penale in contesti di incertezza scientifica, individuando, in caso di risposta affermativa, le modalità di intervento.
The precautionary principle states that if an action or policy has a suspected risk of causing harm to the public or to the environment, in the absence of scientific consensus that the action or policy is harmful, the burden of proof that it is not harmful falls on those taking the action. This principle allows policy makers to make discretionary decisions in situations where there is the possibility of harm from taking a particular course or making a certain decision when extensive scientific knowledge on the matter is lacking. The principle implies that there is a social responsibility to protect the public from exposure to harm, when scientific investigation has found a plausible risk. In some legal systems, as in the law of the European Union, the application of the precautionary principle has been made a statutory requirement. Transposed in a criminal law context precautionary principle meets him with the characteristics of this branch of law. Criminal law is in fact a retrospective law and the classic type of crime (behaviour and event) clashes with a criminal policy time to avoid harmful events. The first stage of the research will be the analysis of actual characteristics of criminal law with particular regards to the meaning of that principle, according to the law and to the case law. The second proposal of the present project is to investigate whether the criminal intervention is feasible in case of scientific uncertainty, according to the different points of view of the Italian doctrine and I will try to identify a method of intervention, if it is possible.
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Reale, Laura <1981&gt. "Il principio di precauzione in diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/6004/.

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Abstract:
Oggetto della ricerca è la rilevanza nell’ambito del diritto penale del principio di precauzione. Quest’ultimo deve la sua diffusione e popolarità al fatto di presentarsi come criterio guida al problema del rischio e dell’incertezza. L’esigenza di adottare scelte normative in condizioni di incertezza scientifica è infatti oggi ineludibile. Si cercherà in primo luogo di circoscrivere l’oggetto dell’indagine analizzando il rilievo che il principio di precauzione ha a livello legislativo e giurisprudenziale. Quindi si analizzeranno le problematiche che il ricorso allo stesso suscita con riferimento alla struttura classica del reato e legate al contesto di incertezza nel quale viene invocato. Tali problematiche si riferiscono alla possibilità o meno di dare rilevanza al modello del reato di pericolo, alla ricostruzione del nesso causale e all’influenza che il principio di precauzione può determinare nell’accertamento dell’elemento soggettivo delle colpa. Si concluderà l’analisi analizzando le diverse posizioni assunte dalla dottrina italiana circa l’opportunità o meno dell’intervento penale in contesti di incertezza scientifica, individuando, in caso di risposta affermativa, le modalità di intervento.
The precautionary principle states that if an action or policy has a suspected risk of causing harm to the public or to the environment, in the absence of scientific consensus that the action or policy is harmful, the burden of proof that it is not harmful falls on those taking the action. This principle allows policy makers to make discretionary decisions in situations where there is the possibility of harm from taking a particular course or making a certain decision when extensive scientific knowledge on the matter is lacking. The principle implies that there is a social responsibility to protect the public from exposure to harm, when scientific investigation has found a plausible risk. In some legal systems, as in the law of the European Union, the application of the precautionary principle has been made a statutory requirement. Transposed in a criminal law context precautionary principle meets him with the characteristics of this branch of law. Criminal law is in fact a retrospective law and the classic type of crime (behaviour and event) clashes with a criminal policy time to avoid harmful events. The first stage of the research will be the analysis of actual characteristics of criminal law with particular regards to the meaning of that principle, according to the law and to the case law. The second proposal of the present project is to investigate whether the criminal intervention is feasible in case of scientific uncertainty, according to the different points of view of the Italian doctrine and I will try to identify a method of intervention, if it is possible.
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De, Martino Lorenzo <1989&gt. "L'abuso del diritto nella materia penale tributaria." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8591/1/L%27abuso%20del%20diritto%20nella%20materia%20penale%20tributaria%20rev.%2015.03.18.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro trae origine dal dirompente ingresso della figura dell’abuso del diritto tributario sul palcoscenico penale, divenuto protagonista di una tra le più discusse rappresentazioni di cd. ‘diritto penale giurisprudenziale’ e portato per la prima volta in scena dal celebre filone interpretativo Dolce&Gabbana. Così, una volta introdotto il concetto generale di abuso del diritto, lo si distinguerà dalle nozioni di evasione fiscale e di risparmio (lecito) d’imposta; tre concetti fondamentali i cui rispettivi limiti e interazioni costituiranno uno dei fil rouge dell’analisi. Si darà conto, poi, dell’operato del ‘diritto vivente’ in materia: una stagione giurisprudenziale caratterizzata, come si vedrà, più da ombre che da luci, intrisa di frequenti contrasti applicativi (sia diacronici che sincronici) e portatrice – in conseguenza – di una forte imprevedibilità del giudizio penale per le condotte classificate come abusive. L’analisi della genesi e dell’ascesa della punibilità dell’abuso del diritto in materia fiscale costituirà poi un’occasione per proiettarsi in una più ampia riflessione sulla crisi di legalità che affligge ormai da decenni l’ordinamento penale, di cui il filone Dolce&Gabbana ne costituisce paradigmatico esempio. Dopo avere ricondotto il fenomeno dell’abuso del diritto nell’alveo della più ampia crisi che investe la scienza penale contemporanea, si tornerà ad apprezzare il dato legislativo, rappresentato dal nuovo art. 10-bis dello Statuto del contribuente. Infine, l’indagine toccherà l’interrogativo che permane, latente, sulla materia: esistono perduranti ipotesi penalmente rilevanti di condotte riconducibili al genus dell’abuso del diritto? Come si avrà modo di osservare, oltre a fornire una risposta diretta a tale interrogativo, la riflessione sarà un’occasione per procedere ad una ridefinizione – concettuale e terminologica – degli ‘attori’ che hanno da sempre recitato in questo complesso settore del diritto penale tributario.
The PhD thesis draws its origin from the appearance of the tax abuse of right in criminal procedures and by becoming one of the main actors in one of the most controversial performances of cd. ‘ciminal jurisprudential law’, brought to our attention by the renowned interpretative branch of Dolce&Gabbana. Therefore, once introduced the general concept of tax abuse, it will be separated from the notions of tax evasion and tax savings (legal); these three fundamental concepts and their limits and interactions will be the leitmotiv of the analysis. Moreover, there will be a study on the action of the “living law”: a jurisprudential season characterized, as it may be noticed, by light and shadow, full of application contrasts (diachronic and synchronic) and with a strong unpredictability on the criminal judgement for those behaviors assessed as violations. The analysis of the origin and the development of the punishability of the violation of the law in tax policy will allow a broader consideration on the crisis of the criminal law principles. After tracing back the phenomenon of violation in the broader trend that has struck contemporary criminal science, the study will concentrate on the law data represented by the new Article 10-bis of the l. 212/2000 The novelty represented by the legislative decree 128/2015 represents a fundamental achievement on the topic: not only it (finally) gives a fundamental definition of the concept of violation of law, but also the legislator has expressly stated expressis verbis the criminal irrelevance. However, the interpretation of the article 10-bis and of its interactions with the Criminal Tax Law has its own critical points. Therefore, this study will try to suggest a possible solution.
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Russo, Aldo <1994&gt. "Diritto Penale e Prostituzione Nel Giappone contemporaneo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16306.

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Abstract:
Il complesso caso della prostituzione giapponese ha da sempre destato interesse e curiosità da parte di svariati commentatori e studiosi del Giappone. Essa non di rado viene accennata e considerata in molti studi che vertono sul paese del sol levante, siano essi di matrice accademica e non. Sfortunatamente, data la complessità della sua struttura e del suo background sociale raramente ne viene presentata un’immagine dettagliata e completa nella sua accezione contemporanea. Questa complessità è ad esempio riscontrabile già al livello legislativo. Basti considerare l’apparente dissonanza e l’interazione tra le disposizioni giuridiche che vietano la prostituzione e quelle disposizioni che invece legittimano e condonano il fiorente mercato del sesso contemporaneo giapponese. In Questo elaborato si cercherà di fornire un’attenta e dettagliata analisi dello status legislativo concernente la prostituzione in Giappone, prendendo come principale punto di riferimento la legge antiprostituzione giapponese (売春防止法) del 1956 e tuttora vigente nell’ordinamento penale giapponese. Nella prima parte di questo elaborato verranno analizzate le concorrenze storiche che hanno portato al travagliato iter e alla conseguente nascita della Legge antiprostituzione. Nel secondo capitolo verrà invece presentata una traduzione integrale dei 40 articoli della stessa legge per la prima volta in lingua italiana. In fine, nel terzo e ultimo capitolo, oltre ad una analisi approfondita dei caratteri generali del testo giuridico, si analizzeranno alcuni aspetti chiave generati dall’interazione della legge antiprostituzione con altre disposizioni legislative e alcuni effetti empirici della stessa nella sua applicazione concreta.
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Candiotto, Chiara. "La nozione di famiglia in diritto penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423842.

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Abstract:
Amongst the sources of law in force in Italy today, the only positive definition of family can be found in art. 29 of the Constitution, while the ordinary legislator, whether criminal or civil, has never felt the necessity to clearly define the limits of such a value, only referring to and regulating individual family relationships from case to case. The attempt to identify the contents of a really updated definition of family as to what, today, is effectively a family on a social level, led us to take into consideration what the new widespread models of alternative “families” are, first and foremost the so-called common law marriage, whether hetero- or homosexual. We analysed, in particular, how this updated concept of family is recognized in criminal law, in order to extend criminal protection to informally living families. Another problematic aspect of great interest and worth investigation we analysed is the influence of the ever more poignant cultural pluralism which characterises our society in structure and composition of family: we suggested in particular to discover the effects of new cultural family models, often very different from the typical western one, on the notion of family today,. These models encourage the emersion of family structures that are sometimes inconsistent with the fundamental principles of our family law and with the criminal sanctions protecting the family. We also analysed the offenses provided for by Italian legislation on medically assisted procreation (Law no. 40 of 19 February 2004). This is a topic of particular relevance, given the ever increasing use of techniques of artificial reproduction by couples who, unable to reproduce naturally, in some cases even decide to go abroad to undergo reproductive practices prohibited in Italy and sometimes rise to criminal sanctions (the so-called “procreative tourism”). The choices made by the Italian legislator have proved very controversial and gave rise to a heated debate amongst scholars and Courts, with the intervention of the ECHR, the Italian Constitutional Court and the Italian Supreme Court, which recently has covered, for example, the ban on use of preoperative diagnosis system and the heterologous fertilization.
L’unica definizione di famiglia presente tra le fonti oggi vigenti è rintracciabile all’art. 29 della Costituzione. Il Legislatore ordinario, sia civile che penale, non ha invece mai ritenuto di esplicitare chiaramente il perimetro di tale bene, limitandosi a far riferimento e a disciplinare di volta in volta i singoli rapporti familiari. Abbiamo allora voluto cercare di appurare se esista una nozione di famiglia da applicarsi ogniqualvolta il bene famiglia assuma rilevanza penale ed eventualmente quali ne siano i tratti caratterizzanti. Si è affrontato, in particolare, il problema del riconoscimento e della tutela penale delle coppie di fatto omo- ed etero- sessuali, alla luce delle recenti evoluzioni legislative e della copiosa giurisprudenza formatasi negli ultimi anni. La ricerca si è inoltre allargata ad ulteriori realtà familiari, come le famiglie multietniche e multiculturali, sempre più diffuse per effetto dei massicci flussi migratori. In quest’ambito, nella tesi è affrontato il tema dei cd. reati familiari culturalmente orientati, perché integrati da condotte percepite dai soggetti attivi come lecite e normali secondo le usanze delle loro terre d’origine, ma penalmente sanzionate nel nostro ordinamento perché lesive di beni familiari. Sono poi stati approfonditi i temi legati all’evoluzione scientifica e tecnologica, che ha portato oggi al diffondersi di tecniche riproduttive che inducono a un radicale ripensamento delle stesse modalità di genesi della famiglia ed a un sovvertimento dei tradizionali ruoli familiari, comportando la necessità di una ridefinizione dei concetti di filiazione, maternità e paternità. La ricerca si è così rivolta ai reati previsti dalla Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, con una particolare attenzione al reato di realizzazione, organizzazione e pubblicizzazione della maternità surrogata, ma anche ai profili di penale responsabilità ipotizzabili in capo a chi ricorre al cd. turismo procreativo per sottoporsi all’estero a tecniche vietate in Italia.
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Masini, Daniela. "Il diritto penale nelle Novelle di Giustiniano." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425226.

Full text
Abstract:
The purpose of this research is to analyse the penal law in the Justinian period and to identify general guidelines through the study of the juridical sources, especially the Novellae. Among the rich legislation of Justinian, I chose to develop the study of the Novellae for two reasons: the first one is that in the Novellae constitutiones the Emperor shows a particular interest for the public law and above all the penal field, while in his other works he puts the private law before the public one. The second reason is that the Novellae have been transmitted in their original shape and language, therefore they let the reader know the judgements of the legislator, not only juridically speaking, but also under the ethical, religious and political aspect. The Novellae offer a realistic and vivid description of the society of the time.
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CUCINOTTA, CARLO. "Sicurezza alimentare e diritto penale. Uno studio sulla tutela penale della salute pubblica." Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2021. http://hdl.handle.net/11571/1437676.

Full text
Abstract:
Il lavoro affronta una tematica di particolare attualità nel panorama scientifico, concernente la tutela penale della salute pubblica nel settore alimentare. Il presente studio è suddiviso in cinque capitoli: premesse un’indagine di teoria generale sui reati di pericolo (cap. I) e un’analisi storico-comparatistica sulla tutela penale della salute pubblica (cap. II), vengono approfondite le principali problematiche che caratterizzano la disciplina vigente dei reati alimentari (cap. III) e le relative interrelazioni con la normativa sovranazionale (cap. IV), mentre per finire sono esaminate le prospettive di riforma del settore in esame attraverso lo studio di un recente disegno di legge (cap. V). Più precisamente, la ricerca si diparte da un’analisi delle tecniche normative che si offrono al legislatore nella tutela della salute dei consumatori in materia alimentare. Vengono evidenziati i problemi di determinatezza e di praticabilità processuale che concernono i reati di pericolo concreto; sono esaminati i rapporti fra tale tecnica normativa e l’utilizzo del sapere epidemiologico; sono approfonditi i pregi e gli inconvenienti connessi alle ulteriori tecniche di tutela anticipata; particolare attenzione è infine dedicata all’utilizzo dei c.d. limiti-soglia, di cui viene analizzata la posizione nella struttura del reato, la disciplina giuridica, il relativo procedimento di determinazione, nonché i rapporti con i principi di riserva di legge e di offensività. Alla luce di siffatta impostazione, il lavoro procede a investigare l’origine storica dell’attuale disciplina dei reati contro la salute pubblica, nella consapevolezza che la comprensione dei problemi posti dalle fattispecie vigenti non può che passare dalla storia entro cui esse si sono formate. L’analisi è dedicata anzitutto ai principali modelli di codificazione che hanno influenzato la redazione del codice Zanardelli – tra cui il codice napoleonico del 1810, i codici dell’Italia preunitaria e il codice dell’impero tedesco del 1871 –, a cui segue una ricostruzione dei relativi lavori preparatori, tesa a comprendere i profili dogmatici e politico-criminali che caratterizzano i delitti contro la salute pubblica nel codice del 1889. A questo punto la ricerca si sposta sulla normativa vigente. Dopo aver esaminato le problematiche connesse al trattamento sanzionatorio differenziato dei delitti contro la salute pubblica e proposto una ricostruzione maggiormente in linea con il rango primario ricoperto dalla salute all’interno della Costituzione, il lavoro affronta i problemi di tassatività e di ragionevolezza che concernono sia gli artt. 439 ss. c.p., sia il relativo rapporto con le contravvenzioni previste dalla l. n. 283 del 1962, giungendo a sostenere l’opportunità di superare la tradizionale concezione c.d. quantitativa del pericolo comune, incentrata sulla diffusività del danno minacciato. Successivamente vengono analizzati la riforma del settore alimentare operata dal legislatore europeo a partire dal Reg. CE n. 178 del 2002 e i relativi nessi con la disciplina nazionale degli illeciti alimentari, ponendo in luce le principali aporie del sistema sanzionatorio interno. La ricerca si conclude esaminando il disegno di legge C. 2427 del 6 marzo 2020 ed evidenziando, attraverso la formulazione di talune proposte normative, l’opportunità di riformare la disciplina sanzionatoria del settore alimentare al fine di operare un equilibrato bilanciamento tra le istanze di tutela della salute dei consumatori e i principi di ragionevolezza, determinatezza e tassatività.
The work deals with the criminal protection of public health in the food sector. The study is divided into five chapters: after a general theoretical investigation on endangerment crimes (ch. I) and a historical-comparative analysis on the criminal protection of public health (ch. II), the main problems that characterize the current discipline of food crimes (ch. III) and its interrelationship with the supranational legislation (ch. IV) are examined in depth, while finally the prospectives of reform of the sector are examined through the study of a recent draft law (ch. V). More precisely, the research starts from an analysis of the regulatory techniques available to the legislator in the protection of consumer health in the food sector. Then, the study focuses on: the problems of legal certainty and procedural practicability that concern concrete endangerment crimes; the relations between this normative technique and the use of epidemiology; the merits and drawbacks connected to further techniques of anticipated protection. Finally, particular attention is dedicated to the use of the so-called threshold limits, to their role in the structure of the crime as well as to their legal discipline, the relative determination procedure, and the relations with the rule of law and the principle of harmfulness. In the light of this approach, the work proceeds to investigate the historical origin of the current discipline of crimes against public health, in the awareness that the understanding of the problems posed by the current legislation needs to pass through the history within which it was formed. The analysis is first of all dedicated to the main codification models that have influenced the drafting of the Zanardelli code - including the Napoleonic code of 1810, the codes of pre-unification Italy and the code of the German empire of 1871 -, followed by a reconstruction of the related preparatory work, aimed at understanding the dogmatic and political-criminal profiles that characterise crimes against public health in the code of 1889. At this point, the research shifts to current legislation. After examining the problems connected to the differentiated sanctioning treatment of offences against public health and proposing a reconstruction more in line with the primary rank of health within the Italian Constitution, the work addresses the problems of taxability and reasonableness concerning both Articles 439 et seq. of the Criminal Code and the relative relationship with the offences provided for by Law no. 283 of 1962, coming to support the opportunity to overcome the traditional so-called quantitative conception of the public danger, centred on the diffuseness of the threatened damage. Subsequently, the reform of the food sector carried out by the European legislator starting from the EC Reg. n. 178 of 2002 and its connections with the national discipline of food offences are analysed, highlighting the main aporias of the internal sanctioning system. The research concludes by examining the draft law C. 2427 of 6 March 2020 and highlighting, through the formulation of some regulatory proposals, the opportunity to reform the sanctioning discipline of the food sector in order to strike a better balance between the need to protect the health of consumers and the principles of reasonableness and legal certainty.
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Pugliese, Antonio <1992&gt. "Cause celebri, giustizia penale e informazione. La giustizia penale nello specchio dell'informazione giornalistica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9656/1/TESI_PUGLIESE_Cause%20celebri%2C%20giustizia%20penale%20e%20informazione.%20La%20giustizia%20penale%20nello%20specchio%20dell%27informazione%20giornalistica.pdf.

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Abstract:
La tesi approfondisce gli aspetti problematici del rapporto tra processo penale e informazione giornalistica. Si è così ritenuto opportuno suddividere la ricerca in due sezioni, una casistica, l’altra prettamente teorica. Nella sezione teorica si è posta l’attenzione sulle questioni più dibattute: tutela della verginità cognitiva del giudice, dei segreti processuali, della libertà di cronaca, della riservatezza di quanti siano anche solo occasionalmente accostati ad un’indagine penale, dell’autodeterminazione delle persone che partecipano al processo e del sereno svolgimento di quest’ultimo. Il fine ultimo è stato quello di porre sotto esame gli attuali equilibri delineati dal codice. Laddove si è potuta osservare una inadeguatezza legislativa si è tentato di avanzare una proposta di riforma. Sul punto, da un lato si sono potute osservare alcune incongruenze oggi riscontrabili nell’art. 114 c.p.p. Il tutto nella ritrovata consapevolezza che il dilemmatico rapporto tra processo e mass media può rischiare finanche di impattare sulle dinamiche probatorie, col serio rischio di inquinamento di alcune prove dichiarative. Il futuribile testimone esposto all’influenza dell’opinione pubblica può restarne scosso o turbato, al punto da potere soffrire di un’alterazione mnemonica del suo ricordo. Non per ultimo, di ausilio si è mostrata la prospettiva comparata, dalla quale si sono potuti trarre validi spunti per una ideale soluzione dei problemi passati in rassegna. Su questo versante, si è osservato il sistema spagnolo, interessati a cogliere gli equilibri costituzionali sui quali si erge il rapporto tra libertà di cronaca e processo penale e le regole codicistiche in tema di propalazione di atti giudiziari all’opinione pubblica iberica. All’esito, si sono potute trarre le conclusioni ripercorse nel testo.
This thesis explores the problematic aspects of the relationship between criminal proceedings and journalistic information. It was therefore considered appropriate to divide the research into two sections, one case study, the other purely theoretical. In the theoretical section, attention was focused on the most debated issues: the protection of the judge's cognitive virginity, the protection of procedural secrets, of the freedom of the press, of the confidentiality of those who are even only occasionally approached by a criminal investigation, of the self-determination of the persons participating in the trial and of the serene development of the latter. The ultimate aim was to examine the current balances laid down in the code. Where legislative inadequacy could be observed, an attempt was made to put forward a proposal for reform. It was possible to observe some inconsistencies in Article 114 of the Code of Criminal Procedure. Not only this.The future witness exposed to the influence of public opinion may be shaken or disturbed, to the point of suffering a mnemonic alteration of his memory. Last but not least, a comparative perspective was helpful, from which valuable ideas could be drawn for an ideal solution to the problems reviewed. On this side, the Spanish system was observed, interested in understanding the constitutional balances on which the relationship between freedom of reporting and criminal trial is built and the codified rules on the dissemination of judicial acts to the Iberian public opinion.At the end, it was possible to draw conclusions.
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Tugnoli, Francesca <1986&gt. "Giustizia ristorativa e mediazione penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7714/1/tugnoli_francesca_tesi.pdf.

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Abstract:
La tesi ha lo scopo di verificare l'opportunità di introdurre serie ipotesi di mediazione penale nel nostro ordinamento. Ciò che ci si propone, in particolare, è di superare le attuali mere affermazioni di facciata che vengono fatte di tale istituto, per giungere all'introduzione di forme di mediazione penale che siano realmente tali nel senso che, mediante la praticabilità di tale istituto, se ne dovrebbero raggiungere i reali benefici applicativi. A tal fine, l'analisi ripercorre la nascita e lo sviluppo della giustizia ristorativa e poi della mediazione penale come modalità di realizzazione di giustizia riparativa. Il contributo prosegue con l'esame della sostanza della mediazione e delle sue potenzialità, effettuata anche tramite la disamina di alcuni esempi tratti dall'esperienza inglese, ciò al fine di comprendere come le soluzioni ad oggi offerte dal nostro sistema - che vengono ripercorse alla luce delle più importanti ricerche ad oggi effettuate in Italia, in Europa ed in Inghilterra - non consentano di raggiungere analoghi benefici. Nella parte conclusiva del contributo, infine, alla luce di quanto emerso nel corso della tesi, si ipotizzano soluzioni ermeneutiche che, senza rinnegare il dettato costituzionale ed i nostri principi fondanti, consentano di introdurre forme di mediazione che possano definirsi realmente tali.
In this thesis, the author critically explores the opportunity to introduce restorative conferences and victim-offender mediation in our criminal proceeding. In particular, this contribution stars with the analysis of foundation and development of restorative justice practices and how this procedure has influenced the victim conception and the born of the new conciliative paradigm. Subsequently, it examines the victim offender mediation itself as a type of restorative practices and how in our Country this procedures are used and applied: youth and juvenile probation; adult offenders probation and Justice of the Peace. Furthermore this contribution reports some English example of victim-offender mediation to show the importance of this procedures and it analyzes the most important research on that theme that have been done in Europe, England and Italy. At the end of the analysis, the author, after verified the perfect adaptability of this practices with our Constitution; purposes some hypothesis of mediation conferences, inspired from English system, to include them in our criminal proceeding.
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Boscolo, Bacheto Alessia <1993&gt. "la responsabilità penale del professionista." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10718.

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Abstract:
Nell’elaborato verrà analizzata la responsabilità penale del professionista quando egli concorre assieme al proprio cliente nella commissione dell’illecito. Molteplici infatti sono le situazioni in cui a causa della complessità normativa il contribuente ritenga opportuno rivolgersi ad una persona qualificata per adempiere ai propri doveri. Accade però, purtroppo, che tale persona qualificata aiuti il proprio cliente a tenere dei comportamenti contrari alla legge e pertanto concorra con essi nella commissione nel reato. In particolare, nell’elaborato dopo una breve introduzione sulla figura del professionista, verrà posta particolare attenzione all’istituto del concorso nei reati (art. 110 c.p.) sia in generale, sia nel caso in cui tale concorso sia ad opera di una persona qualificata. Per quanto riguarda i reati che verranno analizzati essi sono alcuni reati tributari del D.lgs. 74/2000 (particolare attenzione verrà posta alla nuova aggravante introdotta nell’art. 13-bis del D.lgs sopracitato), i reati societari, i reati fallimentari e altre fattispecie (falso in attestazioni e relazioni, esibizioni o trasmissione di atti o documenti falsi o fornitura di dati e notizie non rispondenti al vero). Essi verranno, dapprima analizzati genericamente e poi in dettaglio relativamente al caso in cui il professionista concorra assieme al proprio cliente.
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Romano, Luisa <1978&gt. "Il problema droga tra scienza, coscienza e diritto: il ruolo del diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4214/1/Romano_Luisa_Tesi.pdf.

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Romano, Luisa <1978&gt. "Il problema droga tra scienza, coscienza e diritto: il ruolo del diritto penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/4214/.

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Buffa, M. "TRATTENUTI E TRATTAMENTI ESISTENZE E SPAZI FRA PENALE E NON PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2016. http://hdl.handle.net/2434/357894.

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Abstract:
The main aim of this thesis is to investigate the experiences that can be traced to the notion of "withholding” (or trattenimento according to the Italian more precise way to literally describe this phenomenon). By this term I refer to those physical spaces of social inclusion and exclusion within which existences are held without an apparent (at least at the beginning) normative justification. I consider these situations inherently anomic but surprisingly recurring in our century and the latter part of the previous one. The coercive restraintment in well-defined spaces, brought by the breach of a rule of criminal law, defines a new status of existence, that of "withheld” (or trattenuti). The reality of this (relatively) new form of life has been the main subject of my research as direct product of the obsession for securitization. Withholding is presented to the researcher as a sort of permanent state of exception.The heterogeneity of the places of withholding of existences has been studied from the point of view of the geographical location. From this analysis I have been able to underline the global nature of the phenomenon and, thanks to the concrete forms of execution, to legitimize the image of continuity with the experience of the internment camps, mentioned above. For the withholding process, in some cases, a whole geographical space is directly used: islands, archipelagos and enclaves. Other times it uses urban structures: I am referring to ghettos (from the Parisian suburbs, or banlieux, to the ghetto of Shanghai) and even to boundary walls. Walls and borders carry an inherent exclusion, but sometimes their meaning is much more profound. The story of the Berliner Mauer is, from this point of view, absolutely paradigmatic. Behind the justification of action and preventive safety, the lives and rights are deleted. Even the name periodically returns with the strength of the model and example, although negative. It is the "wall of shame", the wall of Tijuana that separates Mexico from the United States, the wall that separates the Western Sahara territories Moroccan domination from those of Arab domination, the separation wall between Israel and the West Bank. In other cases withholding takes place in constructed and ad hoc delimited situations: like centers of temporary stay and assistance (CPTA), today CIE following the intervention of the EU law; the safety devices terrorism in national and international transport (waiting rooms in airports and train stations); the "red zones" at the summits of heads of state and government of the world (not least the Genoese one in 2001). We can observe, together with Foucault, the mutation of the police apparatus in a system of "governmentality". But places of withholding are not just a European experience. I’m thinking about the internment camps in Libya or Palestinian occupied territories. They have now really assumed the form of an anonymous “archipelago – gulag” of segregation and detention. Especially after the second Intifada, the territories seem to have taken almost spontaneously the structure of the internment camp, while the freedom of movement of Palestinians fades, the principle of detention seems to appear with ever greater clarity. We are really confronted with the genesis of a biopolitics of progressive isolation of the Palestinian territories; the confinement of a people in a dimension of functional enclave of control. A state of emergency becomes a form of government. Looking to withheld existences, the common feature seems to be the rejection of normalization of difference. We are dealing with lives or threatening, social pathologies that power must identify and separate. The referent is mainly represented by minorities (ethnic-racial, linguistic, religious, political) deserving, if not elimination, of some concealment. Screw deviant, but also, and especially meaningful in the sense that has been indicated above, anomic as stolen from the ordinary processes of criminalization with the intervention of the criminal law. It is a “sacred" existence in a process of reflection that starts with Jean Marie Guyau, passes through Emile Durkheim, and finally comes to Giorgio Agamben. Withheld’s lives are worthless, according to Hannah Arendt' "exemplary human being reduced to the most elementary reactions, the model citizen of a totalitarian state, a city that can be produced only imperfectly outside the camp." A distinction, however, seems possible and reasonable, in light of the observations made so far. According to Bauman withheld can be divided in outsiders and insiders. The first earn their subjection to detention just because they come from another jurisdiction which makes them extra-national (stateless) or, more generally, foreigners; while on the other side we look at that surplus of native humanity who, unable to be violently amputee, should be at least hidden or fenced, building spaces of anti-city in cities. The last part of my research is dedicated to an ethnographic study of these dimensions, a qualitative research carried out in many centers of detention and "reception". Empathy has been one of the most important instruments in the interviews in order to understand. to verstehen, in a weberian way and approach, the existences and spaces between criminal and non criminal Law. Ethnography is always the writing of difference, but with the aim to make closer words that seem to be only apparently far from each other (especially in terms of understanding).
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Moffa, Silvia <1974&gt. "Verso il Processo Penale telematico." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8230/1/Moffa_Silvia_tesi.pdf.

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Abstract:
La diffusione del processo penale telematico è ostacolata da molteplici cause. Aspetti di natura normativa poiché, tra l’altro, non è ancora possibile esimersi dal deposito cartaceo della notizia di reato ai sensi dell’art 109 Disp. Att..c.p.p. e degli atti successivi anche se telematicamente trasmissibili senza, però, poter essere, per ragioni tecniche, firmati digitalmente. Inoltre la segretezza delle indagini preliminari e le esigenze garantistiche proprie del processo penale sono state un deterrente all’implementazione dei sistemi informativi nel corso degli anni. Aspetti di natura tecnica, in quanto, in ambito penale, vengono utilizzati diversi sistemi informativi a differenza del processo civile dove l’applicativo è unico. Aspetti di natura organizzativa: la peculiarità propria dell’ufficio giudiziario consiste nella coesistenza di due differenti tipologie di categorie lavorative: da un lato i magistrati che si caratterizzano per le forti logiche d’azione autonoma e dall’altro il personale amministrativo, categoria all’interno della quale i rapporti sono regolati rigidamente. Tale profonda differenza ha ostacolato la diffusione dei sistemi informativi negli uffici giudiziari e l’unica soluzione realisticamente percorribile, per arginare il problema, consiste in un approccio conciliativo e di mediazione tra le differenti tipologie dei soggetti operanti nel settore giustizia italiano, come confermato dalle interviste effettuate negli uffici stessi. Approccio finalizzato alla condivisione dell’importanza della diffusione dell’Information Technology, che, se condivisa dal personale togato e non, arginerebbe, fin dall’inizio, il rischio di rigetto del sistema informativo. Condivisione non solo degli obiettivi da perseguire, ma anche delle problematiche informatiche, giuridiche ed organizzative che le due tipologie di organizzazione si trovano a dover affrontare nel corso dell’implementazione del sistema informativo al fine di trovare di volta in volta soluzioni concrete, ragionate collettivamente, al problema specifico che si deve risolvere.
The spread of the criminal justice process is hampered by multiple causes. It is not yet possible, among other things, to exclude paper filing of the crime reports under art 109 Disp. Att..c.p.p. And subsequent acts Legislative aspects, even though it can be telematicly transmissible without, if technically possible, being digitally signed. Moreover, the secrecy of preliminary investigations and the safeguarding needs of the criminal process have been a deterrent to the implementation of a telematic informative systems over the years. Aspects of a technical nature, a criminal justice process uses different telematic information systems unlike the civil process where a unique telematic application is used. Organizational aspects: the peculiar nature of the judicial office consists in the coexistence of two different types of work categories: on one hand, magistrates are characterized by the strong logic of independent action and, on the other hand, the administrative staff, a category within which relations are rigidly regulated. Such a profound difference has hindered the spread of information systems in the judicial offices, and the only realistic solution to solve this problem lies in a conciliatory approach and mediation between the different types of people working in the Italian justice sector, as confirmed by the interviews Carried out in our offices. An approach towards sharing the importance of the dissemination of Information Technology, which, if shared by the hired staff and freelancers, would eliminate the risk of rejection of the information system. Sharing not only the objectives to be pursued, but also the IT, legal and organizational issues that the two types of organizations face when implementing the information system in order to find concrete collective solutions, to specific problems that needs to be resolved.
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Faenza, Francesca <1979&gt. "Laicità e diritto penale nella prospettiva della bioetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3118/1/Faenza_Francesca_Tesi.pdf.

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Faenza, Francesca <1979&gt. "Laicità e diritto penale nella prospettiva della bioetica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3118/.

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Galluccio, A. "LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E DIRITTO PENALE: L'ESPERIENZA AMERICANA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/491136.

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Abstract:
Today virtually all liberal democracies protect, in formal legal documents as well as in actual practice, both freedom of speech and freedom of the press. The peculiar history and culture of each nation is very important in order to understand different approaches to similar problems and to build a cross-cultural normative critique. This doctoral thesis is mainly concerned with the US approach to classical freedom of speech issues, such as advocacy to commit an offence: the first part of the work aims to describe the most influential pronounces of the US Supreme Court in this field; the second part is concerned with the definition of the constitutional core of democratic speech.
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GIUDICI, ANDREA. "L'INESIGIBILITÀ NEL DIRITTO PENALE TRA TEORIA E PRASSI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/547066.

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Abstract:
È configurabile un argomento difensivo per l’imputato che, nel corso di un processo penale, ammetta di aver commesso il fatto che gli è addebitato, ma al tempo stesso affermi di non aver potuto agire altrimenti in ragione delle circostanze? E dunque, nella formulazione del giudizio di responsabilità penale può assumere rilievo autonomo l’accertamento dell’esigibilità, da parte del singolo, del comportamento conforme al precetto? A questi interrogativi fondamentali si propone di fornire risposta la presente indagine, dedicata, dunque, a un tema di parte generale per certi versi tradizionale, ma recentemente posto nuovamente in discussione dalla prassi: la teoria delle scusanti e, in particolare, il margine di operatività del c.d. principio di inesigibilità in materia penale. Il lavoro prende le mosse da un approfondimento di carattere storico e comparato, volto a ricercare le origini storiche del problema e a descrivere stato dell’arte nell’ordinamento attuale, in relazione al quale si ripercorrono le più comuni obiezioni opposte alla configurabilità di una vera e propria clausola di inesigibilità nella formulazione del giudizio di colpevolezza. Rilevata l’insufficienza delle classificazioni proposte in dottrina, si evidenziano le ragioni per cui la tematica dev’essere rivista alla luce dei principi costituzionali che disciplinano la colpevolezza e si forniscono spunti utili per la sua concretizzazione e per le sue applicazioni pratiche. Proprio alla prassi è dedicata, infine, ampia parte del lavoro, per esaminare le conclusioni cui è già pervenuta – non senza qualche ambiguità – e cui potrebbe pervenire in futuro la giurisprudenza, con particolare riguardo ai casi di c.d. necessità economica.
Should a Defendant be allowed to plead her innocence by saying that, given the circumstances, she had no real choice but to break the law? Does the Judge, while assessing her criminal liability, have to check whether she was able to do what she was required to by a relevant provision? These are, in short, the questions this essay aims to answer to. Their roots go deep into a traditional subject of the general part, such as the theory of excuses and the role of superlegal defences, which has been brought back into light by the most recent case-law. The essay shall begin from an in-depth historical and comparative analysis, trying to describe the reason why interest raised upon this topic and to highlight the most common objections that oppose it. After underlining how insufficient is the categorisazion ordinarily brought forward by the legal doctrine, the author explains why the whole issue has to be reviewed in the light of the constitutional principles ruling culpability and blame, and tries to give some hints for its possibile future empyrical applications. The final part, then, is dedicated to an analysis of the recent case-law, in order to assessing the Courts’ approach to the subject and removing random ambiguities; a particular attention is drawn on cases of the so-called ‘economic necessity’.
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GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.

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Abstract:
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina.
This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
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GRECO, ELIANA. "LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/50309.

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Abstract:
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina.
This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.
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Penzo, Marica. "Le autorità di vigilanza nel sistema penale." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426946.

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Abstract:
The strong claim of a criminal law guided by the principle of offensiveness is the intangible outcome of a modern rule of law. Of course, with this, referring to today's conception of criminal law as a means of protection against offensive behavior in practice for goods deemed worthy of legal protection and promotion appraisal, expunge every reference to the criminalization of mere violation of duties. In our system, the age-old debate on the Criminal Law of the offense can not disregard a constitutional perspective: in particular, the broad doctrine maintains that the Republican Constitution states, though not expressly, the general principle of the seriousness of the offense. The need for a criminal law of injury, where the use of criminal sanction is actually last resort, intended to punish only conduct offensive practice of well-defined legal property, conflicts with the proliferation of legislative initiatives, particularly in ' scope of criminal law and criminal law of the company, directed to the repression of private behavior of a concrete orientation offensive, they see the penalty call to punish breaches simple formal. The consequences of the choices of penalty should be obvious: the penalty should not take only in the presence of a complete attack on an individual situation, because the intrinsically dangerous nature of the business would be too large an area removed from the regulates criminal, with almost certain impact on the protection of the good of the individual. It outlines the need for an anticipation of the response penalties.
La decisa affermazione di un diritto penale improntato al principio di offensività rappresenta il risultato intangibile di un moderno Stato di diritto. S’intende, con ciò, riferirsi all’odierna concezione del diritto penale quale strumento di tutela contro comportamenti concretamente offensivi di beni giuridici ritenuti meritevoli di protezione e promozione da parte dell’ordinamento, espungendo ogni possibile riferimento alla criminalizzazione di mere violazioni di doveri.. Nel nostro ordinamento, il secolare dibattito sul diritto penale dell’offesa non può prescindere da una prospettiva costituzionale: in particolare, lata parte della dottrina sostiene che la Costituzione repubblicana affermi, sia pur non expressis verbis, il principio di necessaria offensività del reato. L’esigenza di un diritto penale dell’offensività, dove il ricorso alla sanzione penale rappresenta effettivamente un’extrema ratio, volta a punire esclusivamente comportamenti concretamente offensivi di ben determinati beni giuridici, si scontra con la proliferazione di interventi legislativi, in particolare nell’ambito del diritto penale dell’impresa e nel diritto penale delle società, orientati alla repressione di comportamenti privi di un concreto orientamento offensivo, che vedono la sanzione penale chiamata a reprimere semplici inosservanze formali. Le conseguenze sul piano delle scelte di penalizzazione dovrebbero essere evidenti: la sanzione penale non dovrebbe scattare solo in presenza di una compiuta aggressione a una situazione individuale, perché l’intrinseca, naturale pericolosità dell’attività d’impresa troverebbe uno spazio troppo ampio sottratto alla disciplina penale, con quasi certe ripercussioni sulla tutela del bene del singolo. Si profila così la necessità di un’anticipazione della risposta sanzionatoria.
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Grande, Elisa <1994&gt. "L’esterovestizione: conseguenze fiscali e rilevanza penale." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16446.

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Brotto, Elena <1992&gt. "La rilevanza penale della c.d. "esterovestizione"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19553.

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Abstract:
Il problema della c.d. residenza fittizia all'estero, con l'obiettivo di ottenere dei vantaggi fiscali indebiti, è questione molto recente; infatti, è a partire dalla seconda metà del novecento, precisamente negli anni ottanta, che il legislatore si è occupato di tale problematica. Un sentiero lungo e tortuoso, che trova finalmente risposta con la sentenza n. 43809 del 30.10.2015 riguardante il caso Dolce & Gabbana. Sarà proprio da quest'ultimo che il legislatore prenderà spunto per unificare i concetti di elusione fiscale ed abuso del diritto, dando anche dei connotati precisi al fenomeno dell'esterovestizione.
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Aresi, B. "La camera preliminare della corte penale internazionale : garanzia di legittimità o garanzia politica dell’azione penale internazionale?" Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64579.

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Abstract:
The Pre-Trial Chamber is an unprecedented institution in international criminal justice, which lies at the heart of the preliminary phase of the proceedings before the International Criminal Court as a compromise achieved at the Rome Conference. The feature of Pre-Trial Chamber as "check and balance" of the autonomy granted to the Prosecutor especially in the context of the trigger mechanism of the Court's jurisdiction based on the Prosecutor's proprio motu action seems to reveal the political nature of Pre-Trial Chamber s standing within the Court. Although never put into practice to date, the judicial review power conferred on the Chamber may potentially enable it to steer the Court s policy in accordance with the principle of complementarity. Moreover, the Pre-Trial Chamber is intended to meet due process requirements from the beginning of the proceedings. In this respect, although not entirely comparable to the juge d instruction of the inquisitorial tradition, the Pre-Trial Chamber is largely inspired by the French and Italian legal systems rather than by the common law judicial model which traditionally characterizes international criminal trials, where no interplay between the judge and the parties is provided during pre-trial proceedings. In fact, the Chamber has so far actively played its role of ensuring proceedings fairness, favoring a broad and teleological interpretation of the Rome Statute and of the Rules of Procedure and Evidence. Through the analysis of the travaux préparatoires of the International Criminal Court and of the Statute and Rules relevant provisions as well as of the early case-law of the Court, the work aims to discuss whether the Pre-Trial Chamber represents a guarantee of the Court s policy rather than of international criminal proceedings legitimacy or either.
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CUCCO, Carla. ""La lotta al terrorismo tra prevenzione e repressione: una sfida ai diritti umani?"." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/394891.

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SCHIAVO, Marika. "Profili critici della bancarotta fraudolenta societaria." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. http://hdl.handle.net/10447/533194.

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FELISATTI, Valentina. "La responsabilità da disastro ambientale-sanitario. Profili di diritto interno e di diritto sovranazionale." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2478846.

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Abstract:
I fenomeni connessi alla esposizione a sostanze pericolose suscettibili di produrre effetti pregiudizievoli sull’ambiente e sulla salute umana chiamano in causa il tema della «gestione del rischio» industriale, sollevando profili di responsabilità dei diversi soggetti che vi sono coinvolti. L’origine necessariamente umana dell’attività produttiva alla base dei disastri ambientali e/o sanitari conduce quasi inevitabilmente a ricercare eventuali profili di responsabilità, anche penale, di un singolo individuo all’interno dell’organigramma aziendale al quale l’evento è riconducibile. Scopo dell’indagine, pertanto, è anzitutto quello di verificare la risposta sanzionatoria a questi fenomeni nell’ordinamento penale italiano e in quello francese. Più in particolare, la scelta di indagare la risposta punitiva rispetto a questi fenomeni nel sistema giuridico francese risiede nel fatto che quest’ultimo presenta alcune significative differenze strutturali rispetto a quello italiano che si ripercuotono sulla prassi applicativa. Nella ricerca, infatti verrà messo in evidenza l’ampio ricorso al diritto penale da parte della giurisprudenza italiana, favorita, peraltro, dall’esistenza di reati di pericolo comune a tutela sovra-individuale, assenti invece nell’impianto codicistico d’oltralpe. Al contempo, recenti vicende giudiziarie portate all’attenzione della Corte Europea dei diritti dell’Uomo portano a riflettere sui profili di responsabilità di un altro attore coinvolto, seppur a diverso titolo, nella «gestione del rischio» industriale, ossia lo Stato. Come noto, infatti, dalla Convenzione EDU discendono obblighi di protezione a carico delle autorità domestiche che, se non rispettati, possono condurre ad una condanna per violazione dei diritti umani. Al cospetto di attività pericolose suscettibili di arrecare un pregiudizio alla salute dei cittadini, gli Stati sono chiamati ad adempiere a specifici obblighi di protezione. L’ulteriore obiettivo dell’indagine, pertanto, è quello di indagare le modalità di tutela della salute imposte agli Stati. Adottare questa prospettiva non significa, tuttavia, abbandonare il terreno del diritto penale: lo scopo finale, infatti, è quello di verificare se gli Stati siano tenuti a ricorrere al ius puniendi e in quali termini venga risolto, nelle aule di Strasburgo, il bilanciamento tra l’esigenza di preservare i diritti fondamentali dell’imputato (in primis, la responsabilità della responsabilità penale) e quella di garantire una tutela effettiva del diritto alla salute della vittima. L’intento di fondo del presente lavoro è pertanto quello di appurare le modalità attraverso le quali i principi di garanzia che costellano il diritto penale, da un lato, e le esigenze di tutela della salute, dall’altro, trovano concreto bilanciamento nei sistemi fotografati, all’interno della cornice della Convenzione europea.
The exposition to dangerous substances that may produce harmful effects on the environment and human health is a phenomenon that call into question the industrial "risk management". The human origin of environmental and/or health disasters leads to look for possible liability (even criminal) of a single individual. Therefore, the purpose of the research is firstly to analyse these phenomena within the framework of the Italian and French criminal systems. More specifically, the choice of analysing the criminal response to environmental/health disasters in the French legal system lies in the fact that this system presents some structural differences compared to the Italian one which have significant outcomes on the case-law. At the same time, recent cases brought before the European Court of Human Rights (ECHR) impose to reflect on the liability of States, which are equally involved – albeit in a different manner – in the industrial "risk management". In fact, the ECHR imposes on the national authorities to take all the necessary measure (so called positive obligations) to protect the health of individuals from dangerous activities, whose violation can lead to a conviction for the State. Therefore, the further aim of the research is to examine the ways in which States are required to protect the health of their citizens. Adopting this second perspective does not mean, however, abandoning the field of criminal law: the aim, in fact, is that of verifying whether States are required to resort criminal law and how the Court of Strasbourg balances the need to protect the fundamental rights of the accused and the need of ensuring effective protection of the right to health of the victim. The basic intention of this work is therefore to investigate the ways in which the basic criminal law principles, on the one hand, and the need to protect health, on the other, are concretely balanced in the Italian and French systems, within the framework of the European Convention of Human Rights.
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De, Rugeriis Giovanna <1965&gt. "L'utililizzo delle ICT nel processo penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5070/1/DERUGERIIS_GIOVANNA_TESI.pdf.

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Abstract:
Il progetto di ricerca si situa nell’ambito dell’informatica giudiziaria settore che studia i sistemi informativi implementati negli uffici giudiziari allo scopo di migliorare l’efficienza del servizio, fornire una leva per la riduzione dei lunghi tempi processuali, al fine ultimo di garantire al meglio i diritti riconosciuti ai cittadini e accrescere la competitività del Paese. Oggetto di studio specifico del progetto di ricerca è l’utilizzo delle ICT nel processo penale. Si tratta di una realtà meno studiata rispetto al processo civile, eppure la crisi di efficienza del processo non è meno sentita in tale area: l’arretrato da smaltire al 30 giugno del 2011 è stato quantificato in 3,4 milioni di processi penali, e il tempo medio di definizione degli stessi è di quattro anni e nove mesi. Guardare al processo penale con gli occhi della progettazione dei sistemi informativi è vedere un fluire ininterrotto di informazioni che include realtà collocate a monte e a valle del processo stesso: dalla trasmissione della notizia di reato alla esecuzione della pena. In questa prospettiva diventa evidente l’importanza di una corretta gestione delle informazioni: la quantità, l’accuratezza, la rapidità di accesso alle stesse sono fattori così cruciali per il processo penale che l’efficienza del sistema informativo e la qualità della giustizia erogata sono fortemente interrelate. Il progetto di ricerca è orientato a individuare quali siano le condizioni in cui l’efficienza può essere effettivamente raggiunta e, soprattutto, a verificare quali siano le scelte tecnologiche che possono preservare, o anche potenziare, i principi e le garanzie del processo penale. Nel processo penale, infatti, sono coinvolti diritti fondamentali dell’individuo quali la libertà personale, la dignità, la riservatezza, diritti fondamentali che vengono tutelati attraverso un ampia gamma di diritti processuali quali la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il diritto al contraddittorio, la finalità di rieducazione della pena.
This research is about within the judicial information technology a field that studies the information systems implemented in courts, in order to improve the efficiency of the service and to provide the mean for reducing the long duration of trials, ultimately the goal is to ensure the respect of rights granted to citizens and to increase the competitiveness of the Country. The specific subject of this research project is the use of ICT in the judicial process. It is an field less studied comparing it to the civil trial, but the crisis of efficiency of the process is just as much in this area. Looking at the criminal trial through the eyes of the designer of information systems, means to see an uninterrupted flow of information that includes bits of reality located both upstream and downstream of the process itself: before we find the police report of the crime, after the trial you still have to ensure the execution of the sentence. In this perspective it becomes clear the consequence of proper management of information: the quantity, accuracy, and speed of access to the same factors are vital to the criminal trial so that it becomes clear how the efficiency of information system and the quality of justice ensured the citizens are strongly interrelated. The research project aims to identify under which conditions this efficiency can be achieved effectively and, above all, to understand which technology choices that can preserve or even enhance, the principles and guarantees of the criminal process. In criminal trials, in fact, are involved fundamental rights such as liberty, dignity, privacy, rights that are protected by a wide range of procedural rights such as presumption of innocence, the right of defense, the right to reply, and ultimately by the purpose of rehabilitation of punishment.
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De, Rugeriis Giovanna <1965&gt. "L'utililizzo delle ICT nel processo penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5070/.

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Abstract:
Il progetto di ricerca si situa nell’ambito dell’informatica giudiziaria settore che studia i sistemi informativi implementati negli uffici giudiziari allo scopo di migliorare l’efficienza del servizio, fornire una leva per la riduzione dei lunghi tempi processuali, al fine ultimo di garantire al meglio i diritti riconosciuti ai cittadini e accrescere la competitività del Paese. Oggetto di studio specifico del progetto di ricerca è l’utilizzo delle ICT nel processo penale. Si tratta di una realtà meno studiata rispetto al processo civile, eppure la crisi di efficienza del processo non è meno sentita in tale area: l’arretrato da smaltire al 30 giugno del 2011 è stato quantificato in 3,4 milioni di processi penali, e il tempo medio di definizione degli stessi è di quattro anni e nove mesi. Guardare al processo penale con gli occhi della progettazione dei sistemi informativi è vedere un fluire ininterrotto di informazioni che include realtà collocate a monte e a valle del processo stesso: dalla trasmissione della notizia di reato alla esecuzione della pena. In questa prospettiva diventa evidente l’importanza di una corretta gestione delle informazioni: la quantità, l’accuratezza, la rapidità di accesso alle stesse sono fattori così cruciali per il processo penale che l’efficienza del sistema informativo e la qualità della giustizia erogata sono fortemente interrelate. Il progetto di ricerca è orientato a individuare quali siano le condizioni in cui l’efficienza può essere effettivamente raggiunta e, soprattutto, a verificare quali siano le scelte tecnologiche che possono preservare, o anche potenziare, i principi e le garanzie del processo penale. Nel processo penale, infatti, sono coinvolti diritti fondamentali dell’individuo quali la libertà personale, la dignità, la riservatezza, diritti fondamentali che vengono tutelati attraverso un ampia gamma di diritti processuali quali la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il diritto al contraddittorio, la finalità di rieducazione della pena.
This research is about within the judicial information technology a field that studies the information systems implemented in courts, in order to improve the efficiency of the service and to provide the mean for reducing the long duration of trials, ultimately the goal is to ensure the respect of rights granted to citizens and to increase the competitiveness of the Country. The specific subject of this research project is the use of ICT in the judicial process. It is an field less studied comparing it to the civil trial, but the crisis of efficiency of the process is just as much in this area. Looking at the criminal trial through the eyes of the designer of information systems, means to see an uninterrupted flow of information that includes bits of reality located both upstream and downstream of the process itself: before we find the police report of the crime, after the trial you still have to ensure the execution of the sentence. In this perspective it becomes clear the consequence of proper management of information: the quantity, accuracy, and speed of access to the same factors are vital to the criminal trial so that it becomes clear how the efficiency of information system and the quality of justice ensured the citizens are strongly interrelated. The research project aims to identify under which conditions this efficiency can be achieved effectively and, above all, to understand which technology choices that can preserve or even enhance, the principles and guarantees of the criminal process. In criminal trials, in fact, are involved fundamental rights such as liberty, dignity, privacy, rights that are protected by a wide range of procedural rights such as presumption of innocence, the right of defense, the right to reply, and ultimately by the purpose of rehabilitation of punishment.
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Lagioia, Francesca <1985&gt. "Responsabilità penale e automazione nell'E-Health." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7697/1/Lagioia_Francesca_tesi.pdf.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca indaga i problemi relativi alla responsabilità penale legata all’uso di sistemi di automazione e d'intelligenza artificiale nel settore dell’e-health. Tale indagine è stata svolta inquadrando il sistema sanitario all’interno di una visione socio-tecnica, con particolare attenzione all’interazione tra uomo e macchina, al livello di automazione dei sistemi e al concetto di errore e gestione del rischio. Sono state approfondite alcune specifiche aree di interesse quali: la responsabilità penale per danno da dispositivi medici difettosi; la responsabilità medica, connessa all’uso di sistemi a elevata automazione e legata a difetti del sistema; e, in particolare, la responsabilità penale legata all’uso di sistemi d’intelligenza artificiale e i modelli elaborati dalla dottrina per regolare tale fenomeno. Sono stati esaminati: il modello zoologico, il modello dell’agente mediato, il modello della conseguenza naturale e probabile e il modello della responsabilità diretta. Si esamina la possibilità che un agente autonomo intelligente sia in grado di soddisfare i requisiti dell’actus reus e della mens rea, quali condizioni necessarie all’attribuzione di responsabilità penale, qualora un AI ponga in essere una condotta astrattamente riconducibile a una fattispecie criminosa. I profili di responsabilità sono analizzati sulla base di casi e scenari e infine si cerca di evidenziare possibili soluzioni e rimedi, anche alla luce della teoria degli agenti normativi.
This research thesis investigates all the issues related to the criminal liability that arise when highly automated and/or artificial intelligence systems are used in e-Health. This investigation has been conducted looking at the health system with a socio-technical point of view, paying specific attention to the human-machine interaction, the specific level of automation involved, and finally to concepts of error and risk management. Some topics over the others have been deeply examined, e.g. product liability for defective medical devices; medical liability in case of highly automated systems with defects; criminal liability in presence of artificial intelligence systems, along with the doctrine models developed to cope with these issues. The following models have been analysed: the zoological model, the perpetration through another model, the natural and probable consequences model, and finally the direct liability model. The existence of the criminal requirements, actus reus and mens rea, as mandatory elements to identify the criminal liability, has also been investigated. All the liability profiles have been analysed using real world case and scenarios. Eventually, some solution and remedies have been proposed as a conclusion, using also the theory elements of normative agents.
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Lagioia, Francesca <1985&gt. "Responsabilità penale e automazione nell'E-Health." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7697/.

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Abstract:
Questo lavoro di ricerca indaga i problemi relativi alla responsabilità penale legata all’uso di sistemi di automazione e d'intelligenza artificiale nel settore dell’e-health. Tale indagine è stata svolta inquadrando il sistema sanitario all’interno di una visione socio-tecnica, con particolare attenzione all’interazione tra uomo e macchina, al livello di automazione dei sistemi e al concetto di errore e gestione del rischio. Sono state approfondite alcune specifiche aree di interesse quali: la responsabilità penale per danno da dispositivi medici difettosi; la responsabilità medica, connessa all’uso di sistemi a elevata automazione e legata a difetti del sistema; e, in particolare, la responsabilità penale legata all’uso di sistemi d’intelligenza artificiale e i modelli elaborati dalla dottrina per regolare tale fenomeno. Sono stati esaminati: il modello zoologico, il modello dell’agente mediato, il modello della conseguenza naturale e probabile e il modello della responsabilità diretta. Si esamina la possibilità che un agente autonomo intelligente sia in grado di soddisfare i requisiti dell’actus reus e della mens rea, quali condizioni necessarie all’attribuzione di responsabilità penale, qualora un AI ponga in essere una condotta astrattamente riconducibile a una fattispecie criminosa. I profili di responsabilità sono analizzati sulla base di casi e scenari e infine si cerca di evidenziare possibili soluzioni e rimedi, anche alla luce della teoria degli agenti normativi.
This research thesis investigates all the issues related to the criminal liability that arise when highly automated and/or artificial intelligence systems are used in e-Health. This investigation has been conducted looking at the health system with a socio-technical point of view, paying specific attention to the human-machine interaction, the specific level of automation involved, and finally to concepts of error and risk management. Some topics over the others have been deeply examined, e.g. product liability for defective medical devices; medical liability in case of highly automated systems with defects; criminal liability in presence of artificial intelligence systems, along with the doctrine models developed to cope with these issues. The following models have been analysed: the zoological model, the perpetration through another model, the natural and probable consequences model, and finally the direct liability model. The existence of the criminal requirements, actus reus and mens rea, as mandatory elements to identify the criminal liability, has also been investigated. All the liability profiles have been analysed using real world case and scenarios. Eventually, some solution and remedies have been proposed as a conclusion, using also the theory elements of normative agents.
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Loreto, Angelo <1976&gt. "Il principio di precauzione nel sistema penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/111/1/Il_principio_di_precauzione_nel_sistema_penale.pdf.

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Loreto, Angelo <1976&gt. "Il principio di precauzione nel sistema penale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/111/.

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Pavan, Marika <1988&gt. "DIFFERENZA TRA PROCESSO PENALE E PROCEDIMENTO TRIBUTARIO." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3551.

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Abstract:
Digressione storica sui motivi che hanno portato all'abbandono della pregiudiziale giudiziaria per dar spazio al principio del doppio binario. L'autonomia tra i due procedimenti e il principio di specialità previsti dal D.lgs. 74/2000. Rapporto tra giudicati e regime probatorio.
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Di, Martino Carla. "I limiti della retroattività legislativa non penale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2019. http://hdl.handle.net/10447/339905.

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Zirulia, S. "AMIANTO E DIRITTO PENALE. IL PROBLEMA DEL NESSO CAUSALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/217772.

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Abstract:
I processi penali per le vittime dell’amianto rappresentano un capitolo fondamentale della storia giudiziaria contemporanea. Prendono il via nei primi anni ’90, all’indomani della messa al bando del pericoloso minerale , sotto la spinta degli inquietanti dati epidemiologici relativi all’incidenza di gravissime e spesso letali malattie dell’apparato respiratorio tra la popolazione dei soggetti esposti. Muoiono d’amianto coloro che hanno lavorato maneggiandolo, e talvolta muoiono d’amianto anche i loro famigliari, venuti a contatto con gli indumenti da lavoro impregnati di fibre tossiche. Muoiono d’amianto persino coloro che hanno avuto la sfortuna di abitare accanto ad una fabbrica o ad un cantiere che disperdevano le micidiali polveri nei dintorni. I dati epidemiologici non lasciano dubbio alcuno in merito al fatto che l’impiego industriale dell’amianto abbia provocato una vera e propria ecatombe . La causa della strage, dunque, è da anni sotto gli occhi di tutti. Ma l’accertamento delle responsabilità penali è spesso ostacolato da insormontabili difficoltà relative alla prova del nesso causale tra le condotte dei singoli imputati, i quali magari hanno ricoperto incarichi di responsabilità per poco tempo, e le malattie che hanno colpito singole vittime, spesso esposte all’amianto per lunghi archi temporali. Vent’anni di processi penali per malattie d’amianto hanno messo in luce come la partita dell’innocenza o della colpevolezza si giochi quasi interamente sul piano dell’accertamento del nesso causale. Le aule penali si sono così trasformate in luoghi dove si dibatte attorno a delicatissime questioni relative all’eziologia delle patologie tumorali, oltre che alla effettiva conoscibilità dei rischi per la salute umana quando ancora l’utilizzo del minerale era legale. Questioni di fatto, che devono poi passare dal setaccio delle categorie della responsabilità penale; ma che, proprio in ragione della carica di drammaticità umana e sociale di cui sono intrise, inducono talvolta la magistratura ad allargare le maglie di quel setaccio, nell’ottica di intercettare istanze di giustizia sostanziale che altrimenti rimarrebbero – per i più, incomprensibilmente – prive di ascolto. I processi in materia d’amianto diventano così uno dei terreni più fertili per il germogliare delle tecniche di flessibilizzazione del paradigma causale; e, parallelamente, costituiscono uno dei principali bersagli delle voci dottrinali che denunciano un l’ingiusto squilibrio tra la protezione dell’innocente e la tutela delle vittime. D’altra parte, l’intima relazione che intercorre tra lo statuto stesso della causalità e la fase del suo accertamento processuale costituisce un problema che travalica il settore della responsabilità da amianto, investendo direttamente alcuni dei più spinosi – e tuttora irrisolti – rompicapo della parte generale del diritto penale. Ecco allora che la responsabilità penale da amianto assurge ad ineguagliabile occasione per riflettere su quei problemi; offrendo al contempo – questo il vantaggio dell’approccio settoriale – un serbatoio assai ricco di casistica giurisprudenziale. Il metodo che è stato adottato per lo svolgimento della presente indagine risulta coerente con il suo oggetto: alle delicate questioni che notoriamente colorano qualsiasi dibattito sulla causalità penale si cercherà infatti di dare delle risposte immerse nel processo, in omaggio all’idea popperiana che non esistono discipline – e tantomeno confini tra discipline – ma soltanto problemi a risolvere. L’approccio interdisciplinare, inoltre, sembra costituire il migliore antidoto rispetto ai rischi connessi ad un processo che troppo di frequente non si limita ad accertare ma indebitamente plasma le categorie sostanziali, compromettendo i canoni costituzionali di tipicità e tassatività della fattispecie: posto infatti che diritto e processo penale non possono vivere separatamente – a differenza di quanto accade in altre branche del diritto – l’unico modo per comprendere ed eventualmente contrastare indebite sovrapposizioni tra sostanza e rito pare essere quello di trattarli congiuntamente anche nell’ambito della riflessione dottrinale. Oltre che per le ragioni già esplicitate, l’approccio concentrato su questo specifico settore della responsabilità penale trova giustificazione nel fatto che i processi per le vittime dell’amianto rappresentano ancora oggi una pagina fondamentale delle cronache giudiziarie, e purtroppo continueranno ad esserlo per molto tempo, se è vero che il picco di incidenza di mesoteliomi – l’incurabile tumore tipicamente correlato alla fibra di amianto – si raggiungerà attorno al 2015 . Il presente lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo viene analiticamente passata in rassegna la giurisprudenza in materia di amianto formatasi nel corso di oltre vent’anni di processi, mettendo a fuoco i principali problemi che emergono nell’accertamento della causalità e della colpa. Nel secondo si rivolge l’attenzione alle categorie dogmatiche che vengono in rilievo ai fini dell’imputazione degli eventi lesivi nei reati colposi d’evento: la prospettiva che si adotta è dunque di più ampio respiro, benché molti dei riferimenti giurisprudenziali vengano siano tratti dalla rassegna condotta nel primo capitolo. Nel terzo capitolo vengono svolte considerazioni relative ai rapporti tra scienza e processo penale, tematica di centrale importanza in un sistema di accertamento causale improntato al modello di sussunzione sotto leggi scientifiche. Nel quarto capitolo, infine, si adotta la prospettiva in action cui si è fatto riferimento, nell’ottica di indagare l’intreccio tra le categorie della causalità e la fase del loro accertamento. I paragrafi introduzione, posti al principio dei capitoli II, III, e IV, hanno la funzione di congiungere, attraverso ideali ponti, gli argomenti trattati in quel capitolo con quelli trattati nel capitolo precedente ed in quello successivo.
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ZODA, Ilaria. "LA DEFLAZIONE PENALE IN ITALIA." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2009. http://hdl.handle.net/11392/2389156.

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Abstract:
Each penal system has a tendency to expand under the influence of a multiplicity of factors but always with the aim to protect some legal interests, either traditional or emerging, from the most intolerable aggressions. An excessive expansion of criminal law however, far from raising the level of prevention of the penal system, has the counterproductive effect of making it less governable and effective. Therefore, in order to remedy the dysfunctions deriving from the proliferation of criminal offences, several strategies are adopted to decongest the penal system. All these strategies fall under that complex phenomenon known as penal deflation. The present work, which is divided into two parts, actually reconstructs the essential features of this phenomenon. In the first part it provides a general description of the main mechanisms of penal deflation, which can operate on three different levels: law system, in the view of decriminalization and depenalization process (decriminalizzazione and depenalizzazione); trial, in the view of decreasing criminal courts overload (deprocessualizzazione); enforcement of penal sanctions, in the view of decreasing prison overcrowding (decarcerizzazione). On the other hand, in the second part specific attention is devoted to the phenomenon of depenalizzazione — namely the use of administrative sanctions to replace traditional criminal punishments — not only because it has been an important issue for about forty years in the history of the Italian penal system, but also because it has always been considered the main instrument to bring the criminal offence back to its traditional principles of legality, offensività, frammentarietà and subsidiarity. In particular, this work highlights the main steps of the process of depenalizzazione in Italy with its correlated problems, with special focus on those connected with the use of administrative sanctions, whose typologies and discipline are analysed.
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Languasco, Silvia <1987&gt. "Crimine e follia. La costruzione sociale della devianza tra diritto, neuroscienze e psichiatria." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4189.

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Abstract:
La devianza,così come i concetti di crimine e follia che include, sono socialmente costruiti. Ogni cultura ha i propri criminali e i propri folli caratterizzati dall'essere anormali, diversi dalla norma. Proprio in questi soggetti, anche storicamente e soprattutto in Occidente, si è rintracciato l'elemento disturbatore, perturbante l'ordine pubblico, che apporta dolore, sofferenza e problemi agli altri componenti della società. Nella contemporaneità, nel tentativo di trovare delle spiegazioni all'agire criminale, hanno fatto ingresso nel campo penalistico le neuroscienze forensi che forniscono una spiegazione di tipo biologico ai comportamenti devianti. Il rischio paventato da molti studiosi al riguardo dell'utilizzo di queste tecniche mediche usate (recentemente anche in Italia) come prove in tribunale comprovanti la parziale o totale mancanza della capacità di intendere e di volere dell'imputato, è quello di un ritorno al paradigma determinista. Paradigma che richiama la teoria dell'atavismo di Cesare Lombroso per l'impostazione riduzionista. Se l'imaging cerebrale e la genetica molecolare sono fertili terreni scientifici che possono portare a scoperte importanti sul funzionamento del cervello e del comportamento umano, anche criminale, se non usate con cautela rischiano di creare delle idee che negano la possibilità di scelta e l'esistenza del libero arbitrio, che portano a sovrapporre le figure di matti e rei, che sminuiscono le discipline di cura privandole della loro ragion d'essere portando a soluzioni che escludono definitivamente i colpevoli dalla società e che non contemplano l'efficacia della prevenzione. Affinché nell'immediato futuro questi risvolti non si verifichino è necessario che la criminologia amplifichi il suo impianto interdisciplinare e che adotti uno sguardo antropologico sull'essere umano che delinque, analizzandolo nella sua completezza e complessità. Solo così è possibile arrivare a comprendere il perché si delinque e a prospettare soluzioni alla questione criminale che pensino al bene della società ma anche a quello del criminale.
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