Academic literature on the topic 'Provvedimenti unici'

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Journal articles on the topic "Provvedimenti unici"

1

Conti, Caterina. "Affidamento del minore al servizio sociale. Indagine in sei comuni toscani." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (June 2021): 200–209. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004020.

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Abstract:
L'affidamento del minore al servizio sociale è una misura soggetta a diverse interpretazioni rispetto al suo utilizzo, in quanto ha come unico riferimento la legge n. 888/56 "Minore irregolare per condotta o per carattere". Tale situazione genera non poche difficoltà nella costruzione dei progetti a favore dei minori e delle famiglie nel lavoro di servizio sociale territoriale. Per poter instaurare un confronto con la magistratura, è prima necessario che la comunità professionale organizzi spazi dedicati al dialogo allo scopo di confrontare le esperienze da cui costruire modalità operative condivise. I risultati della ricerca attuata nei sei comuni toscani conducono a una maggiore consapevolezza della presenza dell'affidamento e delle diverse modalità di gestione di esso. Il collocamento del minore, l'utilità e l'efficacia dell'utilizzo dell'affidamento a favore del minore rappresentano alcuni degli elementi di discussione tra gli assistenti sociali e non solo. Rimane di fondamentale importanza la richiesta di ricevere provvedimenti con prescrizioni specifiche e in linea con la mission della professione in un tempo definito entro cui attuarle, sottolineando l'importanza di legittimare il servizio sociale nella sua veste istituzionale in un dialogo costruttivo con la magistratura che consenta di definire protocolli operativi di riferimento.
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2

Treu, Tiziano. "Flessibilitŕ e tutele nella riforma del lavoro." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 137 (February 2013): 1–51. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2013-137001.

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Abstract:
Il saggio contiene un'analisi generale della recente riforma del lavoro (l. n. 92/2012). In premessa si ricostruisce l'iter formativo del provvedimento anzitutto nel dibattito fra le parti sociali e il governo, di cui si sottolinea l'andamento contrastato, e poi in sede parlamentare, dove si č verificata una larga convergenza politica sul testo e sulle sue modifiche, che peraltro non ha impedito forti tensioni e diffuse critiche. Il saggio discute l'impostazione generale della legge ispirata al modello europeo della flexicurity, mettendola a confronto con le esperienze di altri paesi e tenendo conto delle particolaritŕ italiane. Sottolinea inoltre l'importanza della delega sulla partecipazione dei lavoratori nell'impresa, che č indicata fra i principi ispiratori del provvedimento. Il commento rileva la non completa corrispondenza dei principali blocchi della legge rispetto agli obiettivi dichiarati dal governo e ai modelli europei: la persistente debolezza degli ammortizzatori sociali, accentuata dalla storica inadeguatezza degli strumenti di politica attiva del lavoro; l'importanza della promozione dell'apprendistato come canale privilegiato di ingresso dei giovani al lavoro; le scelte contrastanti in tema di flessibilitŕ in entrata, consistenti da una parte in una parziale liberalizzazione del contratto a termine, dall'altra in interventi limitativi dei contratti a progetto, partite IVA, associazione in partecipazione, con il ricorso alla tecnica delle presunzioni e, per altro verso, con l'aumento dei costi contributivi (interventi non omogenei che riflettono la mancanza di una rivisitazione complessiva del lavoro autonomo); infine, la modifica dell'art. 18 dello St.lav. che realizza il superamento dell'anomalia italiana della reintegrazione come unica sanzione del licenziamento ingiustificato e riconduce la reintegrazione a ipotesi tassativamente indicate dalla legge, sostanzialmente marginali rispetto alla indennitŕ risarcitoria. Il saggio sottolinea, infine, l'importanza delle vicende applicative della legge, opportunamente soggette a monitoraggio, e il ruolo decisivo non solo della giurisprudenza, ma della contrattazione collettiva che č chiamata a modificare la normativa con interventi ai vari livelli nazionali e decentrati.
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Alpa, Guido. "Quale modello di governo dell'economia in Italia?" ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 1 (October 2011): 7–14. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001001.

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Abstract:
Le ragioni della crisi che ha investito l'economia globale, e quindi anche il sistema italiano, sono state identificate con una certa approssimazione, ma la discussione č ancora in corso; occorrerŕ ancora tempo per comprendere appieno il fenomeno. In ogni caso, le prime analisi denunciano una sequenza nella quale hanno avuto effetto causale , tra gli altri, alcuni fattori: la crisi del mercato immobiliare negli Stati Uniti, la conclusione di mutui "subprime", la diffusione di contratti derivati e prodotti finanziari ad alto rischio, l'inattendibilitŕ dei criteri di rating, e, piů in generale, la progressiva prevalenza dell'economia finanziaria sulla economia reale Gli orientamenti delle autoritŕ nazionali si sono divisi in tre diversi modi di operare: l'intervento ad adiuvandum delle imprese in crisi e a sostegno del sistema finanziario; l'astensione da qualsiasi interferenza con la naturale evoluzione della situazione, ritenendosi sufficiente la smithiana "mano invisibile" a porre rimedio alla crisi; l'assenza di decisioni e quindi di provvedimenti, posizione che si avvicina alla soluzione astensionista, ma che si connota per la carenza di una valutazione complessiva delle cause e dei possibili rimedi. In questo contesto appare opportuno un ripensamento di tutte le componenti del sistema economico, e tra esse le tipologie di governance delle societŕ.
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Casertano, Giovanni. "Platone e il mare." Revista Archai, no. 29 (March 31, 2020): e02909. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_29_9.

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Abstract:
Come si pone Platone di fronte al mare? Dalla lettura dei suoi dialoghi emerge una visione complessa, e che tocca vari campi delle sue riflessioni. Platone ne sente il fascino e allo stesso tempo ne avverte i pericoli, non solo quelli connessi alla navigazione, ma anche quelli morali, che derivano dalla presenza nei porti di uomini di varie provenienze, per lo più con atteggiamenti volgari e sboccati; e poi quelli legati alla ricchezza dei beni in essi accumulati, con la necessaria e conseguente corruzione dei costumi. E sembra che ci sia in Platone, da un lato, una nostalgia del passato, di quando la città era piccola, e la vita era semplice, legata fondamentalmente all’agricoltura, con pochi bisogni. Ma, dall’altro lato, e allo stesso tempo, è ben cosciente che il commercio marittimo è ormai strettamente legato alla crescita e all’evoluzione della città, ed escogita una serie di provvedimenti miranti al contenimento di quei pericoli. Platone parla di tutto questo, e di altro ancora, nel suo “stile” unico ed inimitabile, mescolando ragionamenti logici con metafore, analogie, immagini (alcune delle quali bellissime e poetiche). Una delle metafore più belle, e sviluppata in una serie di originali considerazioni, è quella tra il mare ed il discorso: il mare è come il discorso, o, se si vuole, il discorso è come il mare, pieno di pericoli ma assolutamente indispensabile per la vita in comune tra gli uomini.
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Stefani, Alessandra. "Il Decreto legislativo 42 del 2004 e il Testo unico delle foreste e filiere forestali: un percorso comune da completare verso la gestione forestale sostenibile." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 211–15. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1085.

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Abstract:
Le foreste italiane esprimono polifunzionalità e, secondo autorevoli opinioni, sono da esplorare nuo[1]ve forme giuridiche anche nella prospettiva del bene comune. Il Testo unico delle foreste e delle filiere fo[1]restali ed i suoi numerosi decreti attuativi, nonché il percorso di intensa condivisione che ha portato alla loro emanazione, costituiscono un tratto dell’innova[1]tivo percorso, nel tentativo di superare parcellizzazio[1]ne di competenze e difformità di visioni. La Strategia forestale nazionale è da più parti riconosciuta come l’esempio più riuscito. Le disposizioni a tutela del pae[1]saggio contenute nel Decreto legislativo n. 42 del 2004 hanno trovato prima nelle definizioni del Decreto le[1]gislativo 227 del 2001 e poi in quelle contenute nel D.lgs. 34 del 2018 il completamento tecnico-giuridico che mancava. I vincoli provvedimentali ex art. 136 del D.lgs. 42 sui beni paesaggistici invece risultano ancora di difficile comprensione per gli addetti del settore, in quanto non proporzionali alle effettive necessità di tu[1]tela, atteso che si applicano le medesime procedure e si debbono presentare i medesimi documenti sia in caso di semplici interventi di gestione forestale coerenti con le disposizioni regionali sia in caso di procedure per la trasformazione permanente dei boschi in altra destina[1]zione d’uso. Un’opportunità per discutere di semplifi[1]cazioni in campo forestale, senza andare a detrimento del capitale naturale e del paesaggio, si profila grazie alle deleghe ricevute dal Governo nell’agosto 2022 con la proposta di ampliare le casistiche per le procedure autorizzative contenute nel DPR 31 del 2017, che fu elaborato all’epoca in cui il percorso del TUFF non era ancora stato avviato.
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Stefani, Alessandra. "Il Decreto legislativo 42 del 2004 e il Testo unico delle foreste e filiere forestali: un percorso comune da completare verso la gestione forestale sostenibile." L'Italia forestale e montana 77, no. 6 (January 30, 2023): 211–15. http://dx.doi.org/10.36253/lifm-1085.

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Abstract:
Le foreste italiane esprimono polifunzionalità e, secondo autorevoli opinioni, sono da esplorare nuo[1]ve forme giuridiche anche nella prospettiva del bene comune. Il Testo unico delle foreste e delle filiere fo[1]restali ed i suoi numerosi decreti attuativi, nonché il percorso di intensa condivisione che ha portato alla loro emanazione, costituiscono un tratto dell’innova[1]tivo percorso, nel tentativo di superare parcellizzazio[1]ne di competenze e difformità di visioni. La Strategia forestale nazionale è da più parti riconosciuta come l’esempio più riuscito. Le disposizioni a tutela del pae[1]saggio contenute nel Decreto legislativo n. 42 del 2004 hanno trovato prima nelle definizioni del Decreto le[1]gislativo 227 del 2001 e poi in quelle contenute nel D.lgs. 34 del 2018 il completamento tecnico-giuridico che mancava. I vincoli provvedimentali ex art. 136 del D.lgs. 42 sui beni paesaggistici invece risultano ancora di difficile comprensione per gli addetti del settore, in quanto non proporzionali alle effettive necessità di tu[1]tela, atteso che si applicano le medesime procedure e si debbono presentare i medesimi documenti sia in caso di semplici interventi di gestione forestale coerenti con le disposizioni regionali sia in caso di procedure per la trasformazione permanente dei boschi in altra destina[1]zione d’uso. Un’opportunità per discutere di semplifi[1]cazioni in campo forestale, senza andare a detrimento del capitale naturale e del paesaggio, si profila grazie alle deleghe ricevute dal Governo nell’agosto 2022 con la proposta di ampliare le casistiche per le procedure autorizzative contenute nel DPR 31 del 2017, che fu elaborato all’epoca in cui il percorso del TUFF non era ancora stato avviato.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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MOLINARI, Augusta. "LE TRAVERSATE DELLE MIGRAZIONI STORICHE ITALIANE TRA EVENTO E RACCONTO." História (São Paulo) 36 (January 16, 2017). http://dx.doi.org/10.1590/1980-436920160000000112.

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Abstract:
RESUMO Il viaggio di emigrazione è un oggetto d'indagine storica sfuggente: è una storia di uomini, di navi, di interessi economici e politici. Per gli emigranti è soprattutto un momento di sospensione tra la vita che si sono lasciati alle spalle e quella nuova che troveranno nei paesi di destinazioni. Per gli intellettuali la traversata a fini di conoscenza (letteraria, scientifica, sociologica) è il luogo per eccellenza da cui osservare i flussi migratori e lasciarne una narrazione. La traversata dei migranti tra Ottocento e Novecento può diventare un osservatorio interessante per verificare l'intreccio, spesso drammatico, tra i progetti migratori dei ceti subalterni e le dinamiche di sfruttamento in atto nei loro confronto sia in Italia sia nelle Americhe. Le infermerie delle navi, soprattutto nei viaggi di ritorno dagli Stati Uniti, sono affollate di emigranti che subiscono provvedimenti di rimpatrio coatto perché malati di tubercolosi o perché considerati malati mentali. Per chi, spesso al momento dello sbarco, veniva "respinto" in Italia perché malato di mente non c'era solo il fallimento del progetto migratorio ma il rischio di concludere in manicomio la propria esistenza.
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Dissertations / Theses on the topic "Provvedimenti unici"

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CARAGLI, ANNA GIULIA. "I PROVVEDIMENTI UNICI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/123247.

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Abstract:
La tesi di dottorato si incentra sullo studio dei procedimenti unici e dei provvedimenti unici delle pubbliche amministrazioni, temi attuali soprattutto a seguito dell’introduzione nel Codice dell’ambiente degli artt. 27 e 27-bis. Dopo aver evidenziato le ragioni che hanno indotto il legislatore a superare lo schema della “decisionalità solitaria”, si è approfondito l’esame dei moduli di coordinamento fra amministrazioni e si è sottolineato che i procedimenti unici e i provvedimenti unici rappresentano l’ultima tappa dell’evoluzione legislativa in materia. L’analisi del dato positivo dimostra che le fattispecie provvedimentali richiamate sono particolarmente diffuse nell’ambito della disciplina ambientale e di quella energetica; esse presentano differenze rilevanti, al punto da non poterle ricondurre ad un modello unitario.
This doctoral dissertation focuses on administrative proceedings and measures incorporating a plurality of authorizations and equipollent acts whatsoever - a current topic after the approval of articles 27 and 27-bis of consolidated environmental law (legislative decree n. 152/2006). The research explains why the Italian legislative system overcame the “lonely decision” scheme. Furthermore, it scans coordinations models among public authorities and underlines that this kind of proceedings and measures represents the legislative development’s outcome. Elaborating on environmental and energy legislative framework, this thesis demonstrates that such measures are very frequent in those matters; nevertheless, due to the multiple differences among the measures issued in these matters, it is not possible to assert the existence of a unique model.
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Books on the topic "Provvedimenti unici"

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Napoletano, Giuseppe, Ranieri Razzante, and Carmine Di Noia. Il Nuovo diritto societario e dell'intermediazione finanziaria: Guida al testo unico della finanza e ai provvedimenti attuativi. Padova: CEDAM, 1999.

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