Academic literature on the topic 'Prova di flessione verticale'

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Journal articles on the topic "Prova di flessione verticale"

1

Bianchi, Valentina. "PROGETTARE PERCORSI “VERTICALI” SULL’ARGOMENTAZIONE, TRA MODELLI DESCRITTIVI E PROPOSTE DIDATTICHE." Italiano LinguaDue 14, no. 1 (July 28, 2022): 1068–84. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18338.

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Abstract:
L’argomentazione è una pratica complessa e, allo stesso tempo, cruciale per il nostro agire (sociale) quotidiano: saper argomentare rientra, infatti, tra i principali obiettivi da raggiungere alla fine del percorso scolastico. A tal fine, diventa imprescindibile la realizzazione di un curricolo verticale che preveda un iter graduale di avvicinamento all’atto argomentativo (e ai suoi processi costitutivi) e che, dalla scuola primaria, in una prospettiva di continuità organica e sistematica, accompagni il discente fino all’esame finale del secondo ciclo. Considerando la dimensione testuale (e la pratica di interazione con la multiformità dei testi argomentativi) il filo conduttore dell’intero percorso, dopo aver illustrato i principi e i modelli teorici utili alla definizione della struttura argomentativa e dei dispositivi linguistici su cui si regge, con questo lavoro si prova ad avanzare una serie di proposte didattiche concrete da poter sviluppare anche in aula. Designing “vertical” paths on argumentation, between descriptive models and teaching proposals Argumentation is a complex practice and, at the same time, crucial for our (social) daily interaction: being able to argue is one of the main objectives to reach at the end of the school career. To this end, it becomes essential to create a vertical curriculum that provides a gradual approach to the act of argumentation (and its constituent processes) and that, from elementary school, in a perspective of organic and systematic continuity, accompanies the learner until the final exam of the second cycle. Considering the textual dimension (and the practice of interaction with the multiformity of argumentative texts) as the guiding thread of the entire course, after illustrating the principles and theoretical models useful for the definition of the argumentative structure and the linguistic devices on which it is based, this paper attempts to suggest a series of concrete didactic proposals that can also be developed in the classroom.
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Dissertations / Theses on the topic "Prova di flessione verticale"

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Scaglioni, Filippo. "Progettazione di una macchina a fatica a flessione rotante: studio del sistema di carico." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16560/.

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Abstract:
In questo elaborato viene studiata e progettata una macchina di prova a fatica a flessione rotante con schema di carico a quattro punti. Viene eseguita un'analisi dettagliata delle macchine disponibili sul mercato, prendendo in considerazione le varie soluzioni tecniche impiegate. Il lavoro di progettazione viene poi diviso in tre parti e la trattazione eseguita in questo elaborato è quella relativa al sistema di carico. Il sistema di carico si occupa della trasmissione della forza ai due supporti simmetrici sui quali il provino è bloccato. Il sistema di carico comprende inoltre il sistema di generazione della forza, che sfrutta delle masse di prova.
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Ghiraldini, Sara. "Studio sperimentale per la caratterizzazione reologica di conglomerati bituminosi tramite prove di flessione su quattro punti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amslaurea.unibo.it/196/.

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3

Romagnoli, Roberto, and ROBERTO ROMAGNOLI. "Aerogeneratori eolici ad asse verticale: analisi numerica, verifica sperimentale e messa a punto di un campo di prova per prototipi full-scale." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2013. http://hdl.handle.net/11566/242724.

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Abstract:
Il lavoro ha avuto come oggetto l'indagine sui rotori a resistenza ad asse verticale. L'approccio seguito ha coinvolto sia l'evidenza sperimentale che la modellazione numerica. I due approcci sono complementari: il modello numerico, mettendo alla luce le cause fluidodinamiche del meccanismo di conversione energetica, conduce alla definizione del rotore. I test sperimentali si sono occupati di elementi esterni al rotore e difficilmente ripetibili nel modello numerico. Per questo gli obiettivi si sono differenziati per i due approcci. Nei test sperimentali svolti in galleria del vento si è voluto determinare le configurazioni in grado di migliorare le prestazioni di un dato rotore. Nelle analisi numeriche si è studiato il campo di moto e quindi ipotizzate nuove geometrie rotoriche. Il rotore di riferimento per entrambi gli approcci è un Savonius “classico” a pale semicircolari dritte, con schermi di estremità per riprodurre la bidimensionalità del modello numerico. Le prestazioni sono valutate in curve CP-lambda; il primo è il coefficiente di Potenza, il secondo è il rapporto tra la velocità di rotazione e quella del flusso incidente. La configurazione sperimentale che risulta migliore è quella che adotta contemporaneamente schermi, convogliatore e deflettore. Il CP massimo vale 0.3, ossia +25% rispetto al riferimento. I risultati CFD hanno evidenziato due geometrie: il Savonius classico senza albero centrale e un modello definito “a profilo invertito”. Per entrambi il CP massimo vale circa 0.29 senza l’utilizzo di appendici esterne. Infine è stata realizzata una postazione di prova all'esterno per test su modelli full-scale di sistemi alimentati da fonte eolica. Essa è composta da una piazzola per i prototipi, una torre meteorologica di 10 metri e una postazione Sodar-Rass. E’ emerso che il sito è caratterizzato da brezze locali per gran parte dell'anno e una direzione prevalente di 330 gradi. La postazione esterna è funzionante e attualmente un primo prototipo di lampione eolico è oggetto di studi sperimentali.
This work is focused on drag driven vertical axis wind turbines. The study involved both experimental measurements and numerical analyses. The two methods are complementary: CFD analyses allow us gain an insight into the rotor's fluid dynamics that lead to energy production. The experimental measurements allow us to evaluate the elements that are difficult to put inside a numerical model. For this reason the two approaches have different aims. The experiments have been performed in a closed circuit wind tunnel. They investigate the configurations that could improve the performance of a given rotor. The numerical analyses were conducted to improve the flow field knowledge and to design new rotor's geometries. Both approaches started from a classic Savonius rotor equipped with semi-circular straight blades S-shaped, with end plates to replicate the two-dimensional effects of the numerical model. The performance were evaluated with CP-lambda plots, where CP is the Power coefficient and lambda is the rotation velocity versus wind speed ratio. The best experimental configuration correspond to the reference rotor with conveyor and deflector: its CP max was 0.3, with +25% gain with the respect of the reference rotor. CFD analyses have shown two best geometries: the classical Savonius without the central shaft and a new geometry defined as “reversed profile”. They have both a CP maximum around 0.29 without any external appendices. Finally an external test station was build up to perform experimental measurements on full-scale small wind turbines models. It is composed by a test station for prototypes, a 10 meters meteorological mast and a Sodar-Rass station. It was found that the site is characterized by local breezes blowing most of the year and a prevailing direction of 330 degrees. The external station is operational and an urban lamppost prototype supplied by wind energy and is currently the subject of experimental studies.
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Miele, Maria Teresa. "Soluzioni tradizionali in legno per strategie innovative di protezione sismica del patrimonio costruito diffuso." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1248258.

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Abstract:
La tesi si colloca nel contesto delle ricerche che hanno per obiettivo la tutela e la messa in sicurezza del patrimonio architettonico, declinata nella specificità territoriale dei borghi tipici della dosale appenninica. Nei borghi dell’Appennino risiede parte dell’identità del Paese e al contempo la sua fragilità. Gli eventi sismici degli ultimi anni hanno infatti reso sempre più evidente la necessità di sicurezza e la prevenzione nelle aree sismicamente più vulnerabili. Tali territori sono custodi di identità e specificità locali, esito di processi di trasformazione secolari, i cui valori richiedono, per poter essere tramandati, una particolare attenzione alla conservazione e alla costante manutenzione. In tal senso, il “come” intervenire si inserisce in un processo complesso, tale da mediare tra molteplici esigenze, quali la necessità di agire per la sicurezza dei manufatti, per la conservazione del patrimonio storico “diffuso”, per la crescente richiesta di un uso sostenibile delle risorse, tramite l’adozione di materiali meno impattanti. Lo studio si prefigge di indagare la possibilità dell'impiego di rinforzi in elementi lignei che conferiscano ai singoli edifici capacità resistenti e dissipative, rendendoli così in grado di contrastare azioni sismiche. Il legno è stato spesso adottato come materiale associato alla muratura esistente, secondo diverse strategie di intervento che consentissero di rispondere alle esigenze di tutela e prevenzione in aree sismicamente rilevanti. Date queste premesse, in un’ottica di prevenzione, l’obiettivo della tesi è quello di elaborare e validare una possibile modalità di rinforzo che possa contribuire alla salvaguardia dei fragili borghi in muratura. Si è così avviato un approccio analitico-sperimentale per la comprensione di un dispositivo ligneo inserito a supporto di murature esistenti concepito come presidio antisismico di sicurezza. I dati ottenuti sperimentalmente hanno evidenziato l’efficacia del sistema di rinforzo lignei. Gli elementi, applicati alla muratura come elementi ridondanti, hanno permesso al pannello di mantenere una capacità di carico tale da prevenire il collasso e hanno incrementato la capacità del muro di subire deformazioni e di lesionarsi. Si è inoltre indagato numericamente il sistema così inteso e valutato il contributo degli elementi lignei e degli ancoraggi metallici attraverso modellazioni non lineari FEM.
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5

Azil, chima. "Essai d’élaboration d’une démarche méthodologique de diagnostic sur les coupoles du Souf en Algérie." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1256035.

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Abstract:
Nelle oasi della regione di Souf in Algeria si è sviluppata nel corso dei secoli una tecnica costruttiva molto particolare e quasi sconosciuta, che ha consentito la crescita di architetture vernacolari uniche poste nella "Lista tentativi dell'UNESCO", come patrimonio diffuso prezioso. L'architettura di questa zona desertica si basa sull'uso di un materiale da costruzione insolito, la pietra Rosa del deserto, ed è caratterizzato da coperture a cupola, che descrivono un paesaggio urbano unico e sorprendente che merita protezione e valorizzazione. Attualmente, i centri urbani di questa zona sono notevolmente degradati essendoci molti edifici interessati da danni di gravità variabile, dallo stato di rudere all’erosione superficiale dell’intonaco. Oltre ai tanti lavori di restauro incoerenti e alla perdita di conoscenze tradizionali, c'è un continuo processo di demolizione e abbandono di edifici che minaccia fortemente questo patrimonio culturale. La ricerca mira a sviluppare un processo diagnostico metodologico per architetture vernacolari realizzate in pietra Rosa del deserto e per perseguire strategie di salvaguardia coerenti. In particolare, il centro storico di Guemar è stato scelto come area di studio perché ha subito poche modifiche, conservando il suo carattere originario. Un approccio interdisciplinare a più scale di indagine è stato svolto con l’obiettivo primario di conoscere la tecnica costruttiva impiegata nella realizzazione delle architetture vernacolari di Guemar. In particolare, lo studio storico, urbano e architettonico di Guemar è stato accoppiato a rilievi geometrici e materici, compiendo anche interviste a costruttori locali. Le indagini in situ hanno consentito di effettuare una diagnosi preliminare dei danni ricorrenti, di classificando le patologie osservate e proponendo una interpretazione delle cause. In particolare, è stata effettuata una valutazione di vulnerabilità delle costruzioni e sono stati effettuati campionamenti dei materiali per effettuare test fisici, mineralogici, petrografici e meccanici in laboratorio. Indagini meccaniche indirette sono state svolte anche in situ tramite penetrometro e sclerometro, oltre ad a investigazioni con la termocamera per indagare sia la tessitura muraria nascosta dietro l’intonaco che la risalita di umidità. Nel complesso sono state determinate sia le caratteristiche tecnologiche della tessitura muratoria e dei particolari costruttivi che la composizione chimica e il comportamento meccanico dei costituenti la muratura, blocchi in pietra Rosa del Deserto e malta, e della muratura nel suo complesso. Inoltre, sono state impiegate diverse strategie per valutare il comportamento strutturale della cupola, considerata sia indipendente dalle murature sottostanti che insieme all’intero edificio. La cupola, infatti, costituisce l'elemento più vulnerabile del sistema strutturale. Innanzitutto, è stata applicata l'analisi limite in approccio statico, tramite l’utilizzazione dei poligoni funicolari, che ha fornito un’interpretazione dei tipici schemi di fessurazione osservati. Inoltre, i risultati dei test meccanici sono stati sfruttati per costruire modelli agli elementi finiti, basati sul rilievo 3D (modello HBIM). Analisi statiche sia lineari che non lineari sono state eseguite tramite un software commerciale, che ha permesso una buona simulazione del comportamento altamente non lineare delle costruzioni osservate. Lo studio multidisciplinare, dal territorio al laboratorio, ha fornito, da un lato, una solida interpretazione dei danni osservati e una base fondamentale su cui imperniare specifiche strategie di conservazione, oltre a costituire una preziosa road map per indagini simili in futuro.
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