Dissertations / Theses on the topic 'Protesi Totale di Ginocchio'

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BIGONI, MARCO. "Risultati clinici preliminari nela valutazione della massa ossea periprotesica in pazienti portatori di protesi totali di ginocchio." Bachelor's thesis, Università degli studi di Milano-Bicocca, 1996. http://hdl.handle.net/10281/38076.

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LUCIANO, Vincenzo. "Studio e realizzazione di un dispositivo di conversione energetica per l'alimentazione di un circuito elettronico di misura impiantabile in una protesi totale di ginocchio." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28964.

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3

De, Scrilli Maria. "Analisi videofluoroscopica sul posizionamento delle componenti protesiche nella sostituzione totale di ginocchio: confronto fra due diversi sistemi innovativi." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4254/.

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4

Giordano, Domenico. "Finite element modeling of the cement-bone interface beneath the tibial tray of a total knee arthroplasty: Study of the stress shielding effect (modellazione agli elementi finiti dell'interfaccia cemento-osso sotto il piatto tibiale di protesi totale di ginocchio: Analisi dello stress shielding)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6746/.

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Abstract:
The goal of this thesis was the study of the cement-bone interface in the tibial component of a cemented total knee prosthesis. One of the things you can see in specimens after in vivo service is that resorption of bone occurs in the interdigitated region between bone and cement. A stress shielding effect was investigated as a cause to explain bone resorption. Stress shielding occurs when bone is loaded less than physiological and therefore it starts remodeling according to the new loading conditions. µCT images were used to obtain 3D models of the bone and cement structure and a Finite Element Analysis was used to simulate different kind of loads. Resorption was also simulated by performing erosion operations in the interdigitated bone region. Finally, 4 models were simulated: bone (trabecular), bone with cement, and two models of bone with cement after progressive erosions of the bone. Compression, tension and shear test were simulated for each model in displacement-control until 2% of strain. The results show how the principal strain and Von Mises stress decrease after adding the cement on the structure and after the erosion operations. These results show that a stress shielding effect does occur and rises after resorption starts.
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5

Aceto, Danilo. "Sulla controllabilità di protesi policentriche di ginocchio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/566/.

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6

Sacchetti, Matteo. "Biomateriali per la realizzazione di protesi d'anca e di ginocchio." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13859/.

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Abstract:
L’obbiettivo di questa tesi di laurea, è stato quello di fornire un’analisi accurata delle caratteristiche degli impianti artificiali che vengono utilizzati per la realizzazione di protesi d’anca e di ginocchio, tenendo in considerazione la loro evoluzione nel corso del tempo. Le cause più comuni responsabili dell’artroplastica totale all’anca e al ginocchio riguardano forme di osteoartite, che conducono ad un progressivo deterioramento della cartilagine articolare, infiammazioni articolari, causate da alterazioni del metabolismo, ma anche deformità congenite. Nonostante i continui miglioramenti delle tecniche chirurgiche, associate ad uno sviluppo delle tecnologie biomediche, abbiano condotto negli ultimi anni ad un significativo incremento del numero e delle tipologie di interventi legati a questi due tipi di articolazione, va sottolineato che si tratta di operazioni “senza ritorno”. Infatti mentre le altre possibili scelte terapeutiche possono consentire un salvataggio oppure un ripensamento con trattamenti alternativi, nei casi di fallimento, gli impianti protesici totali possono condurre nel migliore delle ipotesi a nuove protesi con una notevole diminuzione di probabilità di successo anche legata ad un aumento delle difficoltà di impianto da parte del chirurgo. Per questo si ritiene opportuno considerare queste soluzioni adatta soprattutto per pazienti con una fascia di età superiore ai 60 anni. In questo elaborato verranno approfondite le caratteristiche dei biomateriali utilizzati per la realizzazione di questi impianti.
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Raspugli, Giovanni Francesco <1984&gt. "Studio in vivo di un nuovo design di protesi di ginocchio mediante RSA dinamica." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8836/1/raspugli_giovannifrancesco_tesi.pdf.

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Abstract:
Scopo: Valutare, utilizzando il modello d’analisi radiostereometrica dinamica (RSA), il comportamento biomeccanico della Protesi Totale di Ginocchio (TKA) di nuovo design Stabilizzata Posteriormente (PS) a piatto fisso (FB) in vivo mentre i pazienti eseguono due compiti motori. L’ipotesi era che il modello d’analisi RSA dinamica fosse in grado di rilevare comportamenti diversi della protesi in condizioni di carico e di non-carico. Materiale e Metodi: Una coorte di 15 pazienti non consecutivi è stata valutata mediante RSA dinamica a 9 mesi dall’impianto di TKA. L’età media dei pazienti era 73,4 (65 – 72) anni. Le valutazioni cinematiche sono state eseguite utilizzando un dispositivo RSA (BI-STAND DRX 2) sviluppato nel nostro istituto. Ai pazienti è stato chiesto di eseguire 2 attività motorie attive: alzata dalla sedia in condizione di carico; Range di Movimento (ROM) stando seduti sulla sedia. I parametri di movimento sono stati valutati utilizzando la decomposizione di Grood e Suntay e i metodi di cinematica low-point. Risultati: La valutazione RSA dinamica ha mostrato una differenza significativa (p<0,05) tra il comportamento biomeccanico della protesi durante i 2 compiti motori. Se sottoposto al peso del paziente (nell’alzata da seduto), il low point del compartimento mediale ha un movimento più corto (5,7 ± 0,2 mm) rispetto al compartimento laterale (11,0 ± 0,2 mm). Questo realizza un movimento di pivot mediale come nel ginocchio normale. Durante il ROM, dove il paziente non carica sulla protesi, questa differenza non era invece presente: il compartimento mediale aveva uno spostamento di 12,7 ±0,2 mm, mentre il laterale aveva 17,3 ± 0,2 mm. Conclusioni: Il modello basato sulla RSA si è dimostrato uno strumento efficace per la valutazione della biomeccanica della TKA. Mediante l’uso sistematico di questo protocollo di studio, potrebbero essere effettuati futuri confronti fra diversi impianti, contribuendo in modo significativo al miglioramento del design della TKA.
Aim: To evaluate in vivo using the RSA model of the biomechanical behaviour of new posteriorly stabilized (PS), fixed bearing (FB) total knee arthroplasty (TKA) while patients complete common motor tasks. The hypothesis was that dynamic RSA model was able to detect different behaviours of the implant with or without load. Materials and methods: A sample of 15, non consecutive patients has been evaluated using dynamic RSA for 9 months from the implantation of TKA. Mean age of the patiens was 73,4 (65 – 72) years old. Kinematic evaluations have been performed with a RSA tool (BI-STAND DRX 2) developed at IOR. Patients were asked to perform 2 different motor activities: sit to stand in weight bearing condition; ROM while seating on the chair. Movement parametess have been evaluated using Grood and Suntay decomposition and low point kinematics. Results: The evaluation with dynamic RSA showed a statistically significant difference (p<0,05) between the behaviour of the implant during the two motor tasks. Under weight bearing condition (sit to stand), low point of the medial compartment has a shorter movement (5,7 ± 0,2 mm) compared to lateral compartment (11,0 ± 0,2 mm). This is doing a medial pivotal movement as a normal knee. During ROM task, in an unloading condition, this difference was not present: medial compartment had a shift of 12,7 ±0,2 mm, while lateral had 17,3 ± 0,2 mm. Conclusion: RSA based model proved to be a working tool to evaluate biomechanics in TKA. With a systematic use of this study protocol, future comparisons between different implants could be done.
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Fabbri, Francesca. "Classificazione del polietilene utilizzato nelle protesi di anca, ginocchio e spalla commerciali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5867/.

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9

Mangiaracina, Valeria. "Dispositivi ortopedici impiantabili su misura: studio di una protesi totale di caviglia con personalizzazione selettiva." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23023/.

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Abstract:
Con il seguente elaborato si vogliono esplorare le possibilità di una protesi totale per caviglia dal design ibrido, che sia per una parte personalizzato e quindi fedele alle dimensioni specifiche del paziente e per un’altra standardizzato. In fondo all’idea di una protesi dal design ibrido, vi è il desiderio di cogliere le diverse opportunità che le nuove tecnologie di stampa 3D sono in grado di fornire quando sono utilizzate per realizzare impianti protesici impiantabili. È stato infatti dimostrato che l’impianto di componenti protesici personalizzati di anca e ginocchio ha portato ad ottimi risultati, anche a distanza di diversi anni dall’intervento. Tuttavia, ad oggi, non esiste un mercato di protesi personalizzate per l’articolazione della caviglia. Gli impianti per caviglia attualmente utilizzati, infatti, offrono un numero limitato di taglie, basate su studi morfologici effettuati su grandi fette di popolazione. Una protesi ibrida potrebbe essere progettata in modo da avere superfici personalizzate dove strettamente necessarie a fornire la giusta congruenza con il paziente, mantenendo però una percentuale di design standard, con conseguenti costi e tempi ridotti. In questo elaborato si cercheranno di individuare le superfici protesiche che andrebbero personalizzate e quelle che, invece, potrebbero mantenere un design standard, assicurando allo stesso tempo una corretta biomeccanica, il corretto allungamento delle strutture legamentose, una scelta azzeccata dei materiali e degli eventuali rivestimenti per indurre l’osteointegrazione.
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Di, Fiore Adolfo. "Comparazione di tecniche di impronta digitali e tradizionali in protesi totale su impianti: studio multidisciplinare." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422797.

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Abstract:
Revising the international literature extensively, it’s clear that data regarding the accuracy of the digital dental models generated by an intra-oral scanner for full-arch implant support rehabilitation are few and contradictory. Realistically, the cause of these discordant results has to be identified in inadequate evaluation methods. Thus, the aim of this doctoral research project is the development of a methodology for the evaluation of digital dental models accuracy in accordance with the industrial preparation protocols. Five macro-areas can be identified: a) design and development of the master model; b) calibration of the master model; c) data acquisition; d) meshes elaboration; e) data analysis (3D- distance and position analysis). Once the evaluation methodology has been defined, it will be possible to perform different types of analysis in the implant-prosthetic area. The purpose will be to define the accuracy of: a) three different scanning techniques; b) six different intra-oral scanners; c) traditional versus digital impression techniques. Interestingly, the advantage guaranteed by this evaluation method is twofold. It may provide the clinician a useful a tool to understand the possible critical issues related to the different intra-oral scanner systems currently available; and it will help in the evaluation of the better impression technique to adopt during clinical activity.
In letteratura mondiale pochi e contradditori sono gli articoli che valutano l’accuratezza delle impronte digitali generate da uno scanner intra-orale utilizzato in casi di riabilitazione full-arch su impianti. Analizzando nel dettaglio tutti gli articoli abbiamo individuato nella metodologia di valutazione la causa dei risultati disomogenei. Lo scopo di questa tesi di dottorato è di sviluppare una metodologia di valutazione dell’accuratezza per le impronte digitali che segua i protocolli ingegneristici utilizzati nei processi di sviluppo dei prodotti industriali. La metodologia di valutazione si suddivide in cinque macro aree: progettazione e realizzazione di un modello master, calibrazione del modello master, acquisizione dei dati, elaborazione delle mesh e analisi dei dati ( analisi 3D delle distanze e analisi 3D delle posizioni).Una volta messa a punto la metodologia di valutazione è possibile condurre diverse sperimentazioni nell’ambito implanto-protesico con differenti obbiettivi: valutazione dell’accuratezza di tre differenti tecniche di scansione ; valutazione dell’accuratezza di sei differenti scanner intra-orali e comparazione dell’accuratezza dell’impronta digitale con l’impronta tradizionale. La progettazione di questa metodologia di valutazione fornisce al clinico uno strumento per capire le possibili criticità dei differenti sistemi di scanner intra-orali presenti in commercio, ma soprattutto nel valutare quale tecnica di impronta presenta le migliori performance da applicare ai pazienti durante l’attività clinica quotidiana.
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Giacchè, Edoardo. "Pianificazione e progettazione in-silico di interventi di protesi totale di caviglia: definizione e valutazione di diversi approcci anatomici e disegni “su misura”." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Lo scopo delle protesi totali di caviglia è di permettere il recupero del normale movimento, garantendo la possibilità di compiere le principali attività quotidiane. Il presente studio è parte di un progetto dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, orientato alla personalizzazione degli impianti protesici, con una sezione dedicata alla “customizzazione” degli impianti per piccole articolazioni, in particolare a quelle di caviglia. Lo scopo generale di questo lavoro risiede nel determinare una procedura generale di pianificazione/ progettazione in-silico di interventi di protesi totale di caviglia su misura. Ciò dovrebbe garantire, a partire da un disegno protesico di riferimento, di replicare i criteri di orientamento e posizionamento in base allo stato dell’articolazione di caviglia dei pazienti. A tale scopo sono stati utilizzati modelli CAD provenienti sia dalla segmentazione di immagini ottenute tramite CT Dual Energy del complesso anatomico di caviglia, sia relativamente al tipo di protesi oggetto della pianificazione, la Box Ankle©. Tutte le procedure di pianificazione e progettazione sono state effettuate e valutate in ambiente software Geomagic Control™ e Studio™: le tre componenti costitutive del modello protesico sono state prima allineate ed, in seguito, valutate attraverso delle mappe di distanza. Tale allineamento ha prodotto risultati molto più accurati rispetto alle procedura standard. Per stimare il valore della procedura di personalizzazione è stata effettuata un’ulteriore operazione di scalatura a partire dalla taglia “medium” della protesi in oggetto. Il posizionamento complessivo delle tre taglie e della scalatura è stato raggiunto nel rispetto dei criteri di impianto generali, della Box nello specifico. Sono stati individuati utili risultati in termini di quantificazione del volume osseo da asportare nelle osteotomie, ed informazioni per la futura realizzazione di guide di taglio personalizzate talari/ tibiali e sul contatto ossa-protesi.
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Comini, Federica. "Il ruolo dell'articolazione femoro-rotulea nella artroplastica totale di ginocchio durante chirurgia computer assistita: Analisi cinematica in-vivo su un campione di pazienti." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9168/.

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Luciani, Deianira <1976&gt. "Valutazione del rilascio ionico in pazienti portatori di protesi di rivestimento d'anca BHR: confronto a lungo termine con artroplastica totale d'anca metallo-metallo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5582/1/LUCIANI_DEIANIRA_TESI.pdf.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare se a lungo termine le concentrazioni sieriche di ioni nei pazienti con protesi di rivestimento d’anca metallo-metallo (MOM-HR, metal-on-metal hip resurfacing) fossero differenti da quelle valutate nei pazienti con protesi totale d’anca metallo-metallo e testa del diametro di 28 mm (MOM-THA, metal-on-metal total hip arthroplasty); inoltre è stato valutato se le concentrazioni ioniche fossero al di sopra dei valori di riferimento e se fosse possibile stabilire l’esistenza di una relazione tra sesso e concentrazioni di ioni con riferimento al tipo di impianto. Il gruppo MOM-HR era costituito da 25 pazienti mentre il gruppo MOM-THA era di 16 pazienti. Per poter ricavare i valori di riferimento sono stati reclutati 48 donatori sani. La misurazione delle concentrazioni degli ioni cobalto (Co), cromo (Cr), nickel (Ni) e molibdeno (Mo) è stata effettuata utilizzando la spettrofotometria ad assorbimento atomico su fornace di grafite. A parte il Ni, le concentrazioni di ioni nei pazienti con MOM-HR erano più elevate rispetto ai controlli. Il rilascio di ioni Cr e Co nei pazienti con MOM-HR è risultato superiore rispetto ai soggetti con MOM-THA. Da un’analisi basata sul sesso, è emerso che nelle femmine con MOM-HR i livelli di ioni Cr e Co sono risultati significativamente aumentati rispetto alle femmine con MOM-THA. Indipendentemente dal tipo di impianto, gli accoppiamenti metallo-metallo (MOM) producono concentrazioni di ioni metallici significativamente più alte a follow-up a lungo termine rispetto a quelle osservate nei soggetti sani. Un fattore che deve essere attentamente considerato nella scelta dell’impianto, e in particolar modo nei soggetti giovani, è il cospicuo rilascio di ioni Cr e Co nella popolazione femminile con MOM-HR.
The purpose of this study was to determine if long-term serum ion concentrations in patients with metal-on-metal hip resurfacing were different from those assessed in patients with metal-on-metal total hip arthroplasty; moreover we evaluated whether these concentrations would be above the reference values and whether a relation between gender and ion concentrations with regards to implant type was present. Twenty-five and sixteen patients constituted MOM-HR and MOM-THA groups, respectively. Forty-eight healthy donors were recruited for reference values. Cobalt, chromium, nickel and molybdenum were measured by furnace graphite atomic absorption spectrofotometry. Except nickel, ion concentrations in MOM-HR patients, were higher than in controls. Chromium and cobalt release in MOM-HR were higher than in MOM-THA subjects. A gender-based analysis, showed that in MOM-HR females chromium and cobalt were significantly increased compared to MOM-THA ones. Regardless of implant type MOM couplings produce significantly higher metal ion concentrations at the long-term follow-up than those observed in healthy subjects. The conspicuous release of chromium and cobalt in the female MOM-HR population should be carefully considered during implant selection, particularly in young subjects.
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Luciani, Deianira <1976&gt. "Valutazione del rilascio ionico in pazienti portatori di protesi di rivestimento d'anca BHR: confronto a lungo termine con artroplastica totale d'anca metallo-metallo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5582/.

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Abstract:
Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare se a lungo termine le concentrazioni sieriche di ioni nei pazienti con protesi di rivestimento d’anca metallo-metallo (MOM-HR, metal-on-metal hip resurfacing) fossero differenti da quelle valutate nei pazienti con protesi totale d’anca metallo-metallo e testa del diametro di 28 mm (MOM-THA, metal-on-metal total hip arthroplasty); inoltre è stato valutato se le concentrazioni ioniche fossero al di sopra dei valori di riferimento e se fosse possibile stabilire l’esistenza di una relazione tra sesso e concentrazioni di ioni con riferimento al tipo di impianto. Il gruppo MOM-HR era costituito da 25 pazienti mentre il gruppo MOM-THA era di 16 pazienti. Per poter ricavare i valori di riferimento sono stati reclutati 48 donatori sani. La misurazione delle concentrazioni degli ioni cobalto (Co), cromo (Cr), nickel (Ni) e molibdeno (Mo) è stata effettuata utilizzando la spettrofotometria ad assorbimento atomico su fornace di grafite. A parte il Ni, le concentrazioni di ioni nei pazienti con MOM-HR erano più elevate rispetto ai controlli. Il rilascio di ioni Cr e Co nei pazienti con MOM-HR è risultato superiore rispetto ai soggetti con MOM-THA. Da un’analisi basata sul sesso, è emerso che nelle femmine con MOM-HR i livelli di ioni Cr e Co sono risultati significativamente aumentati rispetto alle femmine con MOM-THA. Indipendentemente dal tipo di impianto, gli accoppiamenti metallo-metallo (MOM) producono concentrazioni di ioni metallici significativamente più alte a follow-up a lungo termine rispetto a quelle osservate nei soggetti sani. Un fattore che deve essere attentamente considerato nella scelta dell’impianto, e in particolar modo nei soggetti giovani, è il cospicuo rilascio di ioni Cr e Co nella popolazione femminile con MOM-HR.
The purpose of this study was to determine if long-term serum ion concentrations in patients with metal-on-metal hip resurfacing were different from those assessed in patients with metal-on-metal total hip arthroplasty; moreover we evaluated whether these concentrations would be above the reference values and whether a relation between gender and ion concentrations with regards to implant type was present. Twenty-five and sixteen patients constituted MOM-HR and MOM-THA groups, respectively. Forty-eight healthy donors were recruited for reference values. Cobalt, chromium, nickel and molybdenum were measured by furnace graphite atomic absorption spectrofotometry. Except nickel, ion concentrations in MOM-HR patients, were higher than in controls. Chromium and cobalt release in MOM-HR were higher than in MOM-THA subjects. A gender-based analysis, showed that in MOM-HR females chromium and cobalt were significantly increased compared to MOM-THA ones. Regardless of implant type MOM couplings produce significantly higher metal ion concentrations at the long-term follow-up than those observed in healthy subjects. The conspicuous release of chromium and cobalt in the female MOM-HR population should be carefully considered during implant selection, particularly in young subjects.
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Monti, Alessandro. "Valutazione dell'impingement femoro-acetabolare nella protesica totale d'anca mediante video-fluoroscopia tridimensionale." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi di laurea prende origine da un progetto nato dalla collaborazione dell'azienda DePuy con l'Istituto Ortopedico Rizzoli, centro di ricerca operante nel settore biomeccanico. Tale ricerca riguarda la protesica totale di anca ed ha come scopo la valutazione di quelle situazioni a rischio di impingement, ovvero di contatto patologico tra il collo del femore e la coppa acetabolare da evitare in quanto genera un punto di leva e può dunque portare alla dislocazione della protesi. Si vuole effettuare una comparazione in vivo di tre differenti taglie di protesi totali di anca distinte tra loro per il diametro della testa del femore in testine grandi (36 e 40 mm) e testine piccole (28 mm). Questo è stato testato nei movimenti di statica frontale, accovacciamento, affondo avanti, affondo indietro, flessione su sedia, seduta incrociata e squat, movimenti della vita quotidiana portati ai loro limiti estremi in modo da stressare l'articolazione. Si vuole confermare ciò che già era presente in letteratura solo tramite test in vitro, ovvero che effettivamente le protesi con diametro della testa del femore maggiore allontanano questo pericolo di impingement e stabilizzano il Range of Motion post-operatorio nel paziente. Il metodo di analisi scelto per l'indagine è la fluoroscopia tridimensionale. La procedura è stata approvata dal comitato etico ed inserita su ClinicalTrials.gov. Dapprima si andranno a definire a livello anatomico le zone di interesse dello studio, quindi si analizzerà l'articolazione dell'anca. Dunque saranno introdotti i due principali metodi per l'analisi biomeccanica: la videofluoroscopia e la gait analysis. Sarà poi effettuata una revisione della letteratura sul tema. Si analizzerà quindi l'acquisizione e l'elaborazione dei dati, dall'approccio con il paziente all'elaborazione via software alla statistica inter-paziente sui singoli movimenti per le diverse taglie. Si propongono poi le conclusioni da qui desumibili.
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Menichetti, Andrea. "In silico methods to evaluate Fracture Risk and Bone Mineral Density changes in patients undergoing Total Hip Replacement." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11058/.

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Abstract:
La sostituzione totale d’anca è uno degli interventi chirurgici con le più alte percentuali di successo. Esistono due varianti di protesi d’anca che differiscono in base al metodo di ancoraggio all’osso: cementate (fissaggio tramite cemento osseo) e non cementate (fissaggio tramite forzamento). Ad oggi, i chirurghi non hanno indicazioni quantitative di supporto per la scelta fra le due tipologie di impianto, decidendo solo in base alla loro esperienza. Due delle problematiche che interessano le protesi non cementate sono la possibilità di frattura intra-operatoria durante l’inserimento forzato e il riassorbimento osseo nel periodo di tempo successivo all’intervento. A partire da rilevazioni densitometriche effettuate su immagini da TC di pazienti sottoposti a protesi d’anca non cementata, sono stati sviluppati due metodi: 1) per la valutazione del rischio di frattura intra-operatorio tramite analisi agli elementi finiti; 2) per la valutazione della variazione di densità minerale ossea (tridimensionalmente attorno alla protesi) dopo un anno dall’operazione. Un campione di 5 pazienti è stato selezionato per testare le procedure. Ciascuno dei pazienti è stato scansionato tramite TC in tre momenti differenti: una acquisita prima dell’operazione (pre-op), le altre due acquisite 24 ore (post 24h) e 1 anno dopo l’operazione (post 1y). I risultati ottenuti hanno confermato la fattibilità di entrambi i metodi, riuscendo inoltre a distinguere e a quantificare delle differenze fra i vari pazienti. La fattibilità di entrambe le metodologie suggerisce la loro possibilità di impiego in ambito clinico: 1) conoscere la stima del rischio di frattura intra-operatorio può servire come strumento di guida per il chirurgo nella scelta dell’impianto protesico ottimale; 2) conoscere la variazione di densità minerale ossea dopo un anno dall’operazione può essere utilizzato come strumento di monitoraggio post-operatorio del paziente.
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Esposito, Francesco. "Biomechanical Analysis on Total Knee Replacement patients during Activities of Daily Living: Medial Pivot or Posterior Stabilized design?" Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1152927.

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Adolfo, Di Fiore. "Comparazione di tecniche di impronta digitali e tradizionali in protesi totale su impianti: studio multidisciplinare." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3380170.

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FRUSONE, FEDERICO. "Ricostruzione mammaria immediata con protesi e copertura parziale o totale con membrane biologiche: valutazione di sicurezza, tollerabilità ed efficacia." Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/11573/1666579.

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Abstract:
Background Breast prosthetic reconstruction plays an important role for quality of life and satisfaction of patients subjected to “conservative” mastectomies (nipple-sparing, skin-sparing or skin-reducing), and the research of new surgical techniques, materials and medical devices is currently increasing. In particular, the advent of acellular dermal (ADM) and pericardial (APM) biological meshes has made immediate breast reconstruction possible in more cases, avoiding the use of tissue expanders, improving the quality of reconstruction, and lowering the ratio of critical complications, mainly capsule contracture. On the other hand, the use of APM is still debated, due to some specific side effects related to residual immunogenic biologic material and the productive process itself; for this reason, it is necessary to increase knowledge on tissue inflammation, integration and remodeling mechanisms. Current researches led to the development of new APMs able to reduce complication rates and prosthesis-induced adverse effects as well as maintaining their benefits for breast reconstruction. Preclinical data showed good integration of a new developed mesh (Exashape®) with low complication rates, but clinical data are still missing. The aim of the study is to assess safety, tolerability and efficacy of this new APM in comparison to another biological mesh and delayed breast reconstruction. Materials and methods We performed a prospective observational study using Exashape® for the reconstruction surgery of patients subjected to mastectomy in both dual-plane and prepectoral setting, comparing it with a cohort of patients subjected to breast reconstruction using a different type of ADM with higher biologic mass (Braxon®) and with a group of patients subjected to delayed breast reconstruction with tissue expander and definitive prosthesis. The primary objective of the study was to evaluate the APM’s safety, comparing major and minor complication rates of the four study groups (Exashape® prepectoral, group A1, Exashape® dual plane, group A2, Braxon® prepectoral, group B, and delayed breast reconstruction, group C). Secondary objectives were evaluation of tolerability (assessed by total sierosity, operative times, drainage maintaining times) and efficacy (APM “in vivo” integration, assessed by breast ultrasound at 1, 3, 6 and 12 months after surgery, evaluating vascularization, APM width and viscoelastic properties via elastosonography). Results We performed 26 mastectomies followed by reconstruction between 2020 and 2022, for a total of 32 breast implants and 21 meshes (14 Exashape® and 7 Braxon®). With a mean follow-up of 13,7 months, we observed no major complications and only 2 minor complications in groups A1 and A2; 2 major and 2 minor complications in group B (without any cases of capsule contracture) and 3 major complications (with 2 cases of capsule contracture) and 3 minor complications in group C. Operative times were significantly lower in A1 and A2 groups compared to group B and C, as well as amount of drained fluids and time until drain removal. Finally, in our in vivo ultrasound integration study showed good and predictable integration process in a 12-month period with progressive neovascularization and balancing of viscoelastic properties with superficial tissues, without the development of excessive fibrosis (periprosthetic capsule). Conclusion Despite the limited number of patients, our data suggested that breast prosthetic reconstruction with Exashape® APM is a valuable and safe alternative in selected patients, both in the dual plane and the prepectoral settings. Moreover, our clinical and ultrasonographic data could be the base for future studies, leading to a better understanding of biological mesh remodeling and integration process, since the balance of degradation and rebuilding process (inflammation/integration) is the key point in the clinical use of these materials.
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