Academic literature on the topic 'Proteomica, gravidanze a rischio'

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Journal articles on the topic "Proteomica, gravidanze a rischio"

1

Bufalino, L., G. Rizzo, D. Rinaldo, E. Romanini, H. Valensise, D. Arduini, and C. Romanini. "Previsione della Preeclampsia nella Gravidanza Gemellare Mediante Velocimetria Doppler Uterina." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (April 1994): 115. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003056.

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Abstract:
AbstractL'incidenza di pre-eclampsia nella gravidanza gemellare è aumentata di circa 5 volte rispetto alle gravidanze singole. La velocimetria Doppler a livello uterino si è dimostrato in popolazioni a rischio, un metodo efficace per identificare precocemente le pazienti a rischio di pre-eclampsia. Non sono disponibili dati a questo riguardo nella gravidanza gemellare.Obiettivi: 1) valutare le differenze negli indici di resistenza delle arterie uterine tra gravidanze singole e gemellari, 2) valutare eventuali differenze in gravidanze gemellari complicate da pre-eclampsia, 3) valutare il valore predittivo della velocimetria Doppler uterina sulla pre-eclampsia in gravidanze gemellari esaminate a 20-24 settimane di gestazione e poi seguite prospettivamente.Disegno dello studio: l'indice di resistenza RI a livello di entrambe le arterie uterine è stato calcolato mediante Doppler colore-pulsato (Ansaldo Hitachi AU590A) nelle seguenti popolazioni: a) 315 gravidanze singole non complicate, b) 96 gravidanze gemellari non complicate, c) 53 gravidanze gemellari complicate da pre-eclampsia, d) 63 gravidanze gemellari valutate a 20-24 settimane di gestazione e non complicate al momento della osservazione.Risultati: 1) sia nelle gravidanze singole che in quelle gemellari i valori di RI decrescono nel corso della gravidanza e i valori presenti nelle gravidanze gemellari a decorso normale sono significativamente inferiori (Anova p < 0.001). 2) le gravidanze gemellari complicate da preeclampsia dimostrano valori di RI lievemente superiori alle gravidanze gemellari non complicate (p <0.05). 3) il valore predittivo sulla preeclampsia delle arterie uterine a 20-24 settimane è risultato inadeguato (k = 0.24).Conclusioni: la velocimetria Doppler delle arterie uterine è risultata di scarsa utilità clinica nel prevedere la preeclampsia nelle gravidanze gemellari.
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2

D’Adamo, Gianna. "La maternità in dialisi peritoneale (DP) è possibile." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 3 (September 23, 2014): 294–95. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.923.

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Abstract:
Sia in emodialisi che in dialisi peritoneale le gravidanze sono rare e il rischio di eventi avversi per la madre o per il feto è aumentato. Recenti lavori retrospettivi e reviews di casi in DP mostrano un probabile miglioramento degli esiti nel tempo. Tuttavia l'incompletezza dei dati disponibili rende auspicabile la raccolta sistematica di dati prospettici per conoscere la reale frequenza delle gravidanze, delle complicanze e degli esiti e per elaborare raccomandazioni circa la dose dialitica utile a favorire l'esito positivo della gravidanza.
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3

Capra, V., M. A. Vigliarolo, G. L. Levato, N. Lavia, G. L. Piatelli, and A. Cama. "Difetti del Tubo Neurale in Gravidanze Gemellari." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 127. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003159.

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Abstract:
AbstractPresso il Reparto di Neurochirugia Pediatrica dell'Istituto G. Gaslini di Genova sono seguiti circa 500 bambini con difetti di chiusura del tubo neurale di cui 9 pazienti sono nati da gravidanza gemellare: 2 gravidanze erano trigemellari (1 triplacentare, tricoriale e triamniotica e 1 biplacentare, bicoriale); le altre 7 sono state riferite come bicoriali, biplacentari in 4 casi, monocoriale e mono placentare in 1 caso monocoriale monoplacentare e monamniotica in un altro e nell'ultimo caso non si hanno informazioni. Il dato importante da sottolineare è che in questi pazienti, un solo gemello è affetto, cioè esiste discordanza fenotipica tra i gemelli. In un solo caso l'altro gemello presentava malformazioni: ano imperforato ed anomalia dello sbocco uretrale. Si pensa che una separazione tardiva dei due zigoti sia accompagnata da un maggior rischio di sviluppo di malformazioni, non necessariamente espresse in entrambi. Un'ineguale divisione del-l'embrione potrebbe essere responsabile di una più alta suscettibilità ad influenze distruttive di uno dei gemelli, risultandone uno sviluppo asincrono con differenti effetti teratogeni. Questi pazienti presentano difetti di chiusura del tubo neurale a vari livelli: 3 cefaloceli occipitali, 5 mielomeningoceli, (1 lombare, 2 lombosacrali, 2 sacrali) e 1 li-pomeningocele lombosacrale. Per quanto riguarda la storia della gravidanza si è verificato un aborto spontaneo di un gemello al 3° mese e in un altro caso la gemella è nata morta. In tre gravidanze è stata riferita l'assunzione di farmaci durante il 1° trimestre ed infezione da toxoplasma nel 11° trimestre in un caso. In una sola famiglia è stata riportata incidenza di malformazioni non precisate in collaterali ed in una anamnesi veniva rifeirito un parente affatto da tumore gastrico prima di 35 anni. Dei 9 gemelli affetti, 3 femmine e 6 maschi, in sei casi sono dello stesso sesso e l'altro gemello risulta essere sano, nonostante l'ipotesi che i gemelli dello stesso sesso siano più facilmente monozigoti e quindi con maggior rischio che la stessa malformazione sia presente in entrambi.
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4

Favilli, Silvia. "Affrontare la gravidanza con una cardiopatia." CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no. 1 (May 31, 2022): 47–50. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-11.

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Abstract:
Le malattie cardiovascolari costituiscono la prima causa indiretta di mortalità materna in gravidanza. Fra le cardiopatie pre-esistenti alla gravidanza, le Cardiopatie Congenite (CC) rappresentano la condizione più frequente nei paesi occidentali, mentre gli esiti della Malattia Reumatica rimangono la prima causa di morte materna nei paesi in via di sviluppo. Anche se molto più rare delle CC, le Cardiomiopatie, soprattutto le forme dilatative, sono la causa più frequente di scompenso cardiaco in gravidanza. La stratificazione del rischio è fondamentale in tutte le donne portatrici di cardiopatia che desiderano una gravidanza; idealmente la valutazione completa delle condizioni cardiovascolari, l’eventuale correzione di fattori di rischio modificabili ed un counselling strutturato dovrebbero precedere la gravidanza. In tutte le cardiopatie moderate o severe, la consulenza pre-concezionale, la gestione della gravidanza e la programmazione del parto dovrebbero essere affidate ad un team multidisciplinare con esperienza nelle gravidanze ad alto rischio.
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5

Bianchi, T., C. Vegni, and A. Marini. "Gravidanze Gemellari: Mortalità e Morbilità Neonatali. Casistica I.O.G.L. Mangiagalli Anni 1990-1992." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (1994): 121–22. http://dx.doi.org/10.1017/s000156600000310x.

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Abstract:
AbstractI nati da gravidanza gemellare costituiscono una popolazione a maggior rischio di mortalità e morbilità neonatale rispetto ai nati singoli. I principali problemi che si possono presentare sono la nascita pretermine, il ritardo di crescita intrauterina con le patologie associate e la maggiore incidenza di malformazioni congenite.Materiali. Negli anni 1990-92 sono nati 435 bambini da 215 gravidanze multiple: 132 pluricoriali e 57 monocoriali (delle quali 6 monoamniotiche); in 26 casi la placentazione non era definita. Le coppie erano 204, le triplette 10 e una gravidanza era quadrigemina.Risultati. Nel 79% dei casi il parto è avvenuto per taglio cesareo. Il 66.7% di neonati sono di basso peso alla nascita (<2500g) e il 62.5% prematuri (EG<37 settimane). Il 13.1% dei soggetti presentano un peso alla nascita <1500g. Il 19.3% sono piccoli per l'età gestazionale. Nel 28.3% dei casi è stata riscontrata una discordanza di peso maggiore del 20%. Sulla base della placentazione è possibile sottolineare alcune differenze significative: il peso medio alla nascita e l'età gestazionale media sono inferiori nei gemelli monocoriali (1995g e 34 settimane) rispetto ai bicoriali (2399g e 35.7 settimane) mentre non si rilevano differenze per altri parametri quali modalità di parto, prevalenza di piccoli per l'età gestazionale (SGA) o la discordanza di peso. La mortalità perinatale e neonatale è rispettivamente del 4.7% e 4.3 %, superiore nel gruppo dei monocoriali, rispetto ai bicoriali (mortalità perinatale 9% vs. 4%, neonatale 10.3% vs. 2.8%). Cause prevalenti di mortalità sono grave prematurità o idrope nei soggetti monocoriali, malformazioni nei bicoriali. La frequenza di malformazioni da noi riscontrata nei gemelli (6.4%) è doppia rispetto a quanto riferito nei singoli. Si è osservata un'alta prevalenza di RDS in forma grave (12.4%) e di patologie che riconoscono l'evento ischemico come favorente quali NEC (2.7%) e IR (1.6%). Una condizione di sofferenza ipossico-ischemica cerebrale, evidenziata da alterazioni neuroradiologiche, si ha nel 14.4% dei soggetti.Si è valutata la morbilità della popolazione suddividendo i soggetti in base a placentazione, sviluppo intrauterino, ordine di nascita e concordanza di peso o meno nella coppia. Asfissia (6.5%), RDS (35.5%), PDA (10.3%) sono significativamente più frequenti nei gemelli monocoriali. In tale gruppo vi è maggiore prevalenza anche di NEC, IR e alterazioni ipossico-ischemiche cerebrali, probabilmente attribuibili a riduzione del flus-so ematico in tali distretti più frequenti nella placentazione monocoriale. La patologia respiratoria grave (RDS), è più frequente negli AGA (14.2%) vs. SGA (4.2%) e rappresenta la più importante causa di morte; nei soggetti SGA vs. AGA vi è un'incidenza significativamente superiore di ipoglicemia (7.1%) e un maggior rischio di NEC e malformazioni. Non sono state osservate significative differenze di mortalità e morbilità fra 1° e 2° gemello, ad eccezione di ritardo di crescita intrauterina nel 2° gemello (21.1% vs. 11.2%). Nel confronto tra coppie di gemelli con discordanza di peso alla nascita e non, è emersa la maggior prevalenza nel primo gruppo di prematurità (EG media 34.4 sett. vs. 35.5), ritardo di crescita intrauterina e maggior rischio di RDS e malformazioni; l'incidenza di mortalità è significativamente superiore nei gemelli discordanti (10.3% vs. 2.9%). Si sottolinea l'elevata prematurità nei nati da gravidanza plurima. La Sindrome da Trasfusione Feto-Fetale, si è riscontrata con una incidenza del 2,7% in gemelli monocoriali.Conclusioni. La nostra esperienza conferma l'alto rischio di mortalità e morbilità neonatale nel neonato da gravidanza gemellare, rischio correlabile da un lato alla maggiore frequenza di prematurità, di IUGR o di patologia malformativa, dall'altro alle alterazioni circolatorie secondarie a possibili anastomosi vascolari. In particolare tale rischio è maggiore in caso di placentazione monocoriale, o discordanza di peso. Non si è al contrario riscontrata differenza di frequenza di patologia in rapporto all'ordine di nascita.
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Cianciulli, D., M. Pezzati, C. Carbone, G. Mainardi, C. Panero, E. Biagioli-Cosenza, R. Biadaioli, and A. La Torre. "Studio Epidemiologico del Nato da Gravidanza Plurima." Acta geneticae medicae et gemellologiae: twin research 43, no. 1-2 (April 1994): 107. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000003019.

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Abstract:
AbstractLa gravidanza gemellare è stata sempre considerata «a rischio» come dimostrato dalla elevata incidenza di mortalità e morbosità. L'entità del rischio è stata valutata con una indagine statistica condotta sui nati nel periodo 1987-1993 nella U.O. di Neonatologia annessa alla Clinica Ostetrico-Ginecologica dell'Università di Firenze. Vengono riferiti i risultati di uno studio relativo all'incidenza di patologia in 463 gemelli confrontata con quella osservata in 15,658 nati da parto singolo. L'incidenza della gemellarità è stata del 2.87% (la media nazionale si aggira intorno al 2%). L'età gestazionale media dei gemelli oscilla intorno alle 35 settimane. Il 38% dei gemelli presenta un peso alla nascita ≥ 2,500g. rispetto al 94% dei singoli; il 12% dei gemelli è nato con peso < 1,500g. rispetto all'1.5% dei singoli. Il basso peso dei gemelli alla nascita è il risultato della prematurità e del ritardo di accrescimento. L'evento malformativp nella nostra U.O. è stato del 2.98% nelle gravidanze singole e del 5.61% nelle gravidanze plurime. La mortalità neonatale precoce è stata del 4.89% nei gemelli contro lo 0.46% nei singoli. La mortalità perinatale è stata del 7.77% nei gemelli contro l'1.15% nei singoli. La patologia respiratoria ha inciso nel parto singolo per il 2.31% e nel parto plurimo per il 4.96%. I risultati della nostra indagine sono stati discussi e confrontati con quelli della letteratura.
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Bernorio, Roberto. "La sessualitŕ dal concepimento al puerperio." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 53–54. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002009.

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Abstract:
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Cianci, Antonio, and Maria Grazia Matarazzo. "Contraccezione in puerperio." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 55–58. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002010.

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Abstract:
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Todella, Roberto, Roberto Viganň, Valeria Valentino, and Chiara Nanini. "Il cambiamento della sessualitŕ nella donna e nella coppia nel periodo perimenopausale." RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no. 2 (December 2011): 59–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002011.

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Abstract:
La sessualitŕ della coppia incontra una serie di cambiamenti di in concomitanza di determinate fasi della vita quali, ad esempio, la gravidanza, il puerperio e la perimenopausa. Diversi sono gli studi che hanno riscontrato una riduzione nella frequenza dei rapporti sessuali in gravidanza e nel puerperio, sottolineando come siano in gran misura i fattori psicologici, e in parte quelli biologici e contestuali, ad incidere sulla qualitŕ della vita sessuale. Inoltre, l'elevato rischio di gravidanze indesiderate nei primi sei mesi dal parto richiama l'attenzione della comunitŕ scientifica alla necessitŕ di analizzare l'idoneitŕ dei diversi metodi contraccettivi in relazione agli effetti che essi determinano sull'allattamento, nonché sulla salute del neonato e della donna.
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Spagnolo, Antonio G., and Maria Luisa Di Pietro. "Quale decisione per l'embrione in una gravidanza tubarica?" Medicina e Morale 44, no. 2 (April 30, 1995): 285–310. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.987.

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Abstract:
L'aumento delle gravidanze ectopiche si verifica maggiormente nelle donne con infezioni pelviche, endometriosi e danni tubarici dovuti ad interventi sia di sterilizzazione che di ripristino della pervietà. Vi è inoltre un aumento della incidenza nelle donne infertili, molte delle quali vengono sottoposte a indagini diagnostiche e successivi interventi di procreazione assistita. Inoltre, gioca un ruolo importante l'uso di recenti "contraccettivi" che in realtà sono abortivi. L'articolo considera i valori etici che sono implicati nelle decisioni che possono essere prese nel trattamento di questa condizione patologica: a) aspettare per una risoluzione spontanea o intervenire con una salpingotomia nel caso di pericolo per la donna; b) somministrare sostanze come prostaglandine o metotrexate col fine di interrompere la vita embrionale; c) "rimuovere" l'embrione ectopica attraverso un intervento di salpingotomia. Tutte e tre queste decisioni comportano la distruzione dell'embrione senza alcuna prospettiva di continuazione della gravidanza e dunque sono eticamente discutibili. d) Recentemente è stato descritto un riuscito intervento di conversione di una gravidanza tubarica in gravidanza uterina, e questo offre l'occasione per ripensare a ciò che è meglio fare di fronte ad un embrione condannato a morte certa. Secondo gli autori, questa nuova tecnica sembra offrire una realistica prospettiva terapeutica e perciò deve essere approfondita sul piano della ricerca, date anche le disponibilità attuali di fare precocemente una diagnosi di gravidanza ectopica. Inoltre è necessario fare un'opera educativa circa la necessità per la donna di sottoporsi a tali accertamenti diagnostici come pure di partecipare alla messa a punto di tale tecnica e di prevenire i fattori di rischio responsabili della patologia.
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Dissertations / Theses on the topic "Proteomica, gravidanze a rischio"

1

ZUMPANO, ANDREA. "Valutazione tridimensionale del volume e della vascolarizzazione della placenta in gravidanze a rischio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2006. http://hdl.handle.net/2108/208558.

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2

Giorgetta, Francesca <1983&gt. "Ruolo diagnostico della crescita della misura della circonferenza addominale fetale nell'identificazione dei feti piccoli per l'epoca gestazionale nelle gravidanze ad alto rischio utilizzando le curve “INTERGROWTH-21st”." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8396/1/Giorgetta_Francesca_Tesi.pdf.

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Abstract:
Lo scopo del lavoro è stato quello di valutare se i feti SGA presentassero un incremento ridotto della circonferenza addominale rispetto ai feti AGA e comprendere se questo potesse avere un ruolo diagnostico nell’identificare i feti a rischio di sviluppare ritardo di crescita; calcolare poi l’accuratezza diagnostica nelle diverse epoche e valutare il contributo diagnostico degli esami ecografici longitudinali eseguiti dopo 24 settimane. Sono state selezionate pazienti viste consecutivamente per la presenza di fattori di rischio per restrizione di crescita e raccolte le misurazioni della CA. Su un totale di 420 donne e 1240 ecografie 151 feti erano SGA. Nella popolazione di gravide ad alto rischio i feti SGA e AGA presentano una velocità di crescita simile e statisticamente non diversa. La velocità di crescita correla debolmente con il basso peso alla nascita, per cui aggiungere il dato velocità di crescita in due esami indipendenti a distanza di 2-4 settimane al semplice z-score della CA nel primo esame non migliora la accuratezza diagnostica. Una piccola quota dei feti presenta un arresto della crescita, che si manifesta mediamente a 35 settimane; tali feti vengono partoriti prima e sono mediamente più piccoli, sia in valore assoluto che relativamente all’epoca gestazionale, con un maggiore tasso di complicazioni neonatali.
The aim of the work was to evaluate if the SGA fetuses presented a reduced increase in the abdominal circumference compared to the AGA fetuses and to understand if this could have a diagnostic role in identifying fetuses at risk of developing growth delay on the basis of an increase reduced CA; calculate the diagnostic accuracy in the different periods of pregnancy and evaluate the diagnostic contribution of longitudinal ultrasound examinations in the third trimester of pregnancy. Patients viewed consecutively at the ultrasound clinics were selected for the presence of risk factors for fetal growth restriction and fetal CA measurements were recorded at each examination performed in III trimester. Of a total of 420 women, with 1240 ultrasound scans,151 fetuses were SGA. In the high risk population, the SGA and AGA fetuses have a similar and not statistically different growth rate. The growth rate correlates with the LBW, but weakly, so adding the given growth rate in two independent examinations at 2-4 weeks to the simple CA z-score in the first exam does not improve the diagnostic accuracy. A small proportion of fetuses has a growth arrest, which occurs at 35 weeks; fetuses with growth arrest are born before and are on average smaller, both in absolute and in relation to gestational age and have a greater rate of neonatal complications. The SGA and AGA fetuses have a similar and statistically not different growth rate and the longitudinal controls of fetal growth are not very influential for the diagnosis and management of fetuses at risk of being SGA, except for that modest portion of fetuses that in the last part of pregnancy show a stop of growth. These fetuses are slightly smaller and have a slightly increased risk of complications, that may be secondary to the increased iatrogenic prematurity.
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