Academic literature on the topic 'Proprietà di adesione'

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Journal articles on the topic "Proprietà di adesione"

1

Colì, Elisa, Giada Pavanello, and Rino Falcone. "La relazione tra paziente con artrite reumatoide e reumatologo durante la pandemia da Covid-19. Una ricerca esplorativa su rappresentazione sociale e ruolo della fiducia." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 1 (February 2022): 137–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-001008.

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Abstract:
Lo studio ha indagato la relazione tra paziente con artrite reumatoide e reumatologo durante la pandemia da Covid-19, con particolare attenzione alla rappresentazione sociale di questa relazione, alla fiducia riposta nel proprio reumatologo ed ai cambiamenti introdotti dalla pandemia. La ricerca, realizzata con un questionario ad hoc somministrato online, ha coinvolto 135 persone affette da artrite reumatoide (età M = 49). I risultati evidenziano che la rappresentazione sociale della relazione tra i due è strutturata attorno alla disponibilità del reumatologo ed alla fiducia riposta nei suoi confronti, elementi che compongono il nucleo centrale della rappresentazione. Aspetti quali la competenza e la profes-sionalità sembrano invece rivestire un ruolo marginale in questo particolare periodo, essendo collocati nella periferia lontana. Nel complesso la fiducia sembra basarsi sul riconoscimento di competenze relative al pa-tient engagement e di disponibilità in termini di invio verso altri specialisti, rivestendo un ruolo di primo piano in termini di adesione alle cure mediche. La pandemia, che ha fatto registrare per poco più della metà del campione un aumento di fiducia verso il reumatologo, sembra aver rafforzato rapporti di fiducia già esistenti e corroso rapporti di fiducia già precari. All'aumento di fiducia avrebbe contribuito, tra l'altro, il mantenimento dello status quo in termini di fre-quenza di contatti con il proprio reumatologo (contatti meno frequenti comportano invece una riduzione della fiducia) e di accesso alle visite reumatologiche, nonché la percezione di una maggiore disponibilità del proprio reumatologo e di un miglioramento delle proprie capacità comunicative e relazionali.
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2

Tramma, Sergio. "Terrorismo e radicalizzazione: orientamenti pedagogici." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 1 (October 2021): 54–67. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12467.

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Abstract:
Il terrorismo è un fenomeno che deve essere considerato presente anche nelle fasi nelle quali non si manifesta in maniera tragica ed evidente. In questi ultimi decenni il terrorismo prevalente è stato quello che fa riferimento alla tradizione islamica, interessando gli scenari globali e manifestandosi anche nei paesi occidentali, intrecciandosi con altri processi quali la globalizzazione asimmetrica, l'aumento delle diseguaglianze, l'occidentalizzazione del mondo. È un fenomeno che deve essere analizzato anche pedagogicamente, ponendo particolare attenzione ai processi di radicalizzazione cioè a quell'insieme di esperienze che portano le persone coinvolte ad aderire alle ideologie e ai metodi terroristici. Un'analisi che deve collocarsi in particolare nei territori urbani caratterizzati da forte marginalità economica e sociale, dove possono svilupparsi simpatie e adesioni nei confronti del terrorismo, in particolare da parte di persone che hanno nella loro storia familiare migrazioni da paesi a religione islamica. Il territorio è considerato il luogo nel quale le dinamiche globali e i fenomeni generali trovano la loro espressione nel "qui ed ora" della loro materialità quotidiana e diventano vita vissuta: dalle migrazioni internazionali ai processi di delocalizzazione, dalla omologazione culturale ai moti di resistenza a tale omologazione. Il terrorismo si sviluppa anche in opposizione alla modernità, e in questo è associabile a ogni forma di integralismo che si richiama a un passato caratterizzato da una presunta dimensione comunitaria di unione materiale e spirituale. Questione pedagogica centrale diventa quella delle appartenenze, e dei processi educativi che possono rafforzare o indebolire il senso delle appartenenze. Ciò che si auspica è un'educazione che fornisca ai soggetti strumenti per disvelare e criticare le proprie appartenenze e ricercare modalità radicali e non terroristiche di critica al presente.
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Mueck, Tobias. "Estratto di radice di altea e miele: sollievo dalla tosse grazie all'azione mucoprotettiva." Evidence for Self-Medication 1 (2021). http://dx.doi.org/10.52778/efsm.21.0084.

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Abstract:
Lo studio sperimentale ha esaminato le proprietà bioadesive degli sciroppi per la tosse contenenti estratti di piante con o senza aggiunta di miele. Gli autori dello studio hanno concluso che l'aggiunta del miele ha esteso il tempo di adesione alla mucosa nel modello utilizzato, migliorando così il sollievo fisico-chimico dall'irritazione. Gli sciroppi esaminati hanno mostrato un'ulteriore azione calmante, causando una riduzione della permeabilità della mucosa alle sostanze nocive irritanti; anche in questo caso, l'aggiunta del miele ha contribuito all'effetto complessivo.
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Dissertations / Theses on the topic "Proprietà di adesione"

1

SIGNORINI, CESARE. "Materiali compositi avanzati a matrice inorganica per applicazioni strutturali: studio sperimentale del miglioramento delle proprietà di adesione all'interfaccia." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1200387.

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Abstract:
Negli ultimi decenni, la ricerca nel campo dei materiali da costruzione è stata oggetto di uno sviluppo straordinariamente rapido, che ha avuto una ricaduta sostanziale nella concezione e nella progettazione di nuovi edifici, dal design audace, elevate prestazioni meccaniche e basso impatto ambientale. D’altro canto, anche materiali da costruzione tradizionali come cemento e calce, grazie a molteplici interessanti proprietà meccaniche e fisico-chimiche, risultano tuttora non solo di diffuso impiego nella pratica, ma anche oggetto di ricerca avanzata in campo scientifico. Nel contesto delle tecnologie per il consolidamento ed il miglioramento sismico di edifici esistenti, attualmente largo impiego è riservato ai materiali compositi a fibra continua detti FRP (Fibre-Reinforced Polymer), divenuti tecnologia affidabile e consolidata, grazie ad un ricco background scientifico. Tuttavia, gli FRP presentano limitazioni di utilizzo nei casi in cui siano richieste caratteristiche termiche e chimico-fisiche specifiche. Sono quindi emerse di recente all'interesse delle comunità scientifica e tecnica nuove tipologie di compositi, identificate con gli acronimi FRCM (Fibre-reinforced Cementitious Matrix) and TRM (Textile-reinforced Mortar), che sostituiscono nella matrice il legante polimerico con malte a base calce o cemento. La struttura porosa e la natura idraulica delle malte permette di disporre di materiali ad elevate stabilità termica e permeabilità al vapor d’acqua e spiccata compatibilità con i substrati murari. L’aspetto critico di queste tecnologie innovative risiede nella scarsa adesione a livello di interfaccia fibra-matrice e nella difficoltà di ottenere una corretta impregnazione dei tessuti, a causa della granulometria della matrice. Questo aspetto implica l’innesco di modalità di crisi non controllabili, come lo scivolamento all'interfaccia o il cosiddetto “telescopic failure”, che non permettono di definire valori di progetto affidabili. Nella prima parte del lavoro, si mettono a punto e si caratterizzano nel dettaglio alcuni rivestimenti, di natura organica e inorganica, depositati su fibre di rinforzo strutturale al fine di migliorare il legame tra le due fasi del composito, oltre che a solidarizzare le fibre interne del multi-filamento per evitare scorrimenti differenziali rispetto alle fibre esterne. Si affrontano inoltre studi sperimentali per determinare la durabilità di tali tecnologie, essendo ad oggi la letteratura tecnica incompleta per quanto concerne la risposta meccanica dei TRM/FRCM in condizioni di esposizione ad ambienti aggressivi. Le campagne sperimentali su TRM sono caratterizzate da prove a trazione del composito e prove a flessione sul laminato applicato su substrato. Nella seconda parte del lavoro, il ruolo dell’adesione è studiato per una diversa categoria di materiali compositi strutturali a matrice cementizia, ovvero i cosiddetti FRC (Fibre-reinforced Concrete) rinforzati con fibre discontinue in polipropilene (PP). Il PP è caratterizzato da una elevata inerzia chimica, che lo rende refrattario ad instaurare legami chimici con altri materiali, come ad esempio il cemento. Nel presente lavoro si studiano due diversi trattamenti sulle fibre per migliorare l’adesione con la matrice cementizia per via chimica e la risposta meccanica è studiata tramite prove di estrazione (pull-out) e flessione, queste ultime realizzate su diverse scale dimensionali. I due trattamenti proposti e analizzati nel dettaglio (ricoprimento con nano-silice amorfa e etching a mezzo di soluzione aggressiva) contribuiscono in modo sostanziale all'incremento di tenacità dei compositi fibrorinforzati, attivando gruppi funzionali idrofili sulla superficie delle fibre in grado di legarsi con le molecole d’acqua del conglomerato.
Building materials have experienced an extraordinarily fast development in the last decades, extending the possibilities for new innovative constructions, with outstanding properties such as high mechanical performance, audacious architecture and low energy consumption. On the other hand, also traditional materials, like cementitious and lime-based systems, are worthy of accurate investigation in order to take advantage of their benefits, which have been exploited for centuries and are still largely employed in contemporary structures. In the context of seismic retrofitting and structural rehabilitation, nowadays the techniques based on Fibre Reinforced Polymers (FRP) are firmly established and very reliable, and yet they present some critical issues, since some specific physical and thermal requirements are not fully accomplished. Therefore, Textile Reinforced Mortar (TRM) or Fibre Reinforced Cementitious Mortar (FRCM) composites have encountered increasing interest in the scientific community as well as in the technical one. The innovation is the partial or complete substitution of the organic binder with lime-based and/or cementitious mortars, which play the role of embedding medium. The porous texture and the hydraulic nature of these inorganic mortars result in high thermal stability, reversibility, high permeability to water vapour and good compatibility with masonry substrates. The main drawback associated with lime and cement matrices is their intrinsic poor adhesion at the fabric-to-matrix interphase. The poor impregnation quality of the fabrics yarns is responsible for triggering undesirable failure modes (i.e. telescopic failure or interphase sliding), which lead to unreliable design values. In the first part of the present work, several techniques based on the deposition of engineered coatings for multifilament fabrics are proposed and extensively described and tested in order to improve the interphase adhesion and, at the same time, to strengthen the core filaments bond. Both inorganic and organic coatings on synthetic fibres are discussed and optimized. Special attention is paid to alkali resistant (AR) glass fabrics, which are the prevalent reinforcement for masonry panels due to their good mechanical properties combined with relatively low cost, which make them preferable to carbon or PBO. Besides, some durability issues are investigated for polymer-coated TRM. In fact, although two guidelines have been recently released, no exhaustive indications have been provided about the potential consequences of the exposure to aggressive environments on the mechanical response of TRM. To the aim, tensile and bending tests are performed on TRM composites. In the second part of the work, the role of interphase adhesion is investigated in a different category of inorganic composite materials, namely in Fibre Reinforced Concrete (FRC), that is commonly employed in industrial pavements. Discontinuous polypropylene (PP) fibres are proposed as dispersed reinforcement. Since PP is characterized by an outstanding chemical inertness, no adhesion is possible with the conglomerate. Thus, the adhesion can be increased through mechanical gripping by using PP fibres with a high surface roughness. Additionally, this research proposes two experimental activities to enhance the interphase adhesion chemically. The mechanical behaviour of the FRC composites is assessed through three-point bending tests at different dimensional scales and through pull-out tests. The two proposed treatments, i.e. deposition of a silica coating and etching with piranha solution, notably improve the toughness of the composite by activating hydrophilic functional groups that are able to bond to the water molecules in the cementitious conglomerate.
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Bondi, Edoardo. "Membrane elettrofilate di cheratina e poli(butilene succinato): effetti della composizione della miscela sulle proprietà chimico-fisiche delle membrane e sulla cinetica di rilascio di farmaci." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23187/.

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Abstract:
In ambito biomedicale una delle applicazioni che ad oggi sta riscuotendo un interesse crescente è lo studio di dispositivi performanti per il rilascio controllato di farmaci. La realizzazione di materiali nanofibrosi a base di polimeri di origine naturale e sintetica costituisce una strada molto interessate. In particolare, la cheratina, che può essere ricavata da un’ampia quantità di sottoprodotti delle industrie zootecniche e tessili, presenta ottima biocompatibilità e caratteristiche che le consentono di svolgere il ruolo di carrier per molteplici tipologie di sostanze. La fragilità e la difficile processabilità della cheratina possono essere migliorate mediante miscelazione con polimeri di origine sintetica, come il poli(butilene succinato) (PBS), un poliestere alifatico biodegradabile e biocompatibile, caratterizzato da un buona stabilità termica e da ampia lavorabilità. Nel presente lavoro di Tesi sono state realizzate miscele e membrane elettrofilate a base di PBS e cheratina a diversa composizione, ed è stato valutato l'effetto della composizione sulle proprietà chimico-fisiche delle membrane elettrofilate e sulla cinetica di rilascio di farmaci. Per prima cosa è stata analizzata la stabilità della cheratina nel solvente; sono state quindi svolte analisi sul comportamento reologico delle miscele in tre rapporti di peso ed i tappetini elettrofilati sono stati caratterizzati da un punto di vista morfologico (SEM), termico (TGA e DSC) e meccanico (prove di trazione e di adesione). Le prove di rilascio sono state effettuate impiegando rodamina, una molecola modello, e le membrane sono state analizzate prima e dopo il rilascio tramite FTIR, per valutare eventuali variazioni compositive. Dai risultati ottenuti, emerge che è stato possibile modulare sia le proprietà delle membrane sia i profili di rilascio, agendo semplicemente sulla composizione delle miscele, ad indicare un’ampia versatilità per applicazioni in ambito di rilascio controllato di farmaco.
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Graiff, Lorenzo. "Dispositivi protesici in Odontoiatria Digitale: dall'impronta digitale intraorale alla produzione con tecnologie Cad-Cam. Caratterizzazione in vitro della precisione di accoppiamento e delle proprietà meccaniche." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3424453.

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Abstract:
The objective of this work is to study some various aspects of the modern digital workflow to produce Fixed Dental Prostheses (FDP): from the optical impression, directly in the mouth, to the finalization of the prosthetic device specific for the patient. The motivation of this study is related to the growing need around the dental world to optimize and modernize the workflows that are still essentially artisanal. Taking advantage of modern digital technologies, that are rapidly spreading in the dental field, it is possible to obtain products with the highest quality standards, with lower production costs. Moreover it is important to spread the knowledge and skills to the dentists and to the dental technicians for an optimal use of these knowledges. In particular, we have have taken into consideration the following issues of distinct particular clinical importance: - optical intraoral scanning technology: specific operative and technical performance of these digital devices were investigated with particular reference to edentulous patients who need a full-arch implants rehabilitation, - innovative ceramic materials, used to produce metalfree multilayer bridges on natural teeth using Cad-Cam technology. It was also investigated an innovative resin composite material, which is also workable with Cad-Cam technology and used for the production of single crowns on implants. The revision of the scientific literature, suggested goals and metrological aspects of the experimental program of this research. The investigations, have evaluated precision and accuracy aspects of the optical impression of implants position, the geometric coupling precision of the multilayer metal free bridge components, mechanical resistance of different types of materials, and adhesion between a recent Cad-Cam resin composite referred as, Resin Nano-Ceramic (RNC) and zirconia. Moreover the introduction of instruments and methods established in the technical-scientific field, has been provided suitable to characterize the manufacturing processes used, the materials used and the devices manufactured. More in detail, the activities involved: 1. the study, in terms of metrological performance, of the acquisition process performed by the True Definition Scanner using a clinical sample reproducing a fully edentulous arch rehabilitated with 6 implants, 2. the verification of the geometric precision of the coupling component, sub and superstructure, of multilayer metalfree bridges made with different ceramic materials (zirconia-lithium disilicate), produced by Cad-Cam technology, and assembled by two different operators; the assembly / union of the bridge components, is instead carried out manually by the dental technicians totally handmade; 3. the analysis of the mechanical behavior, static, of the multilayer metalfree bridges, cited in paragraph 2, compared with another type of multilayer prosthesis (from the same Cad projects) but made with zirconia and glass ceramic (RLT), 4. the analysis by mechanical test, both static and under fatigue, of an innovative composite material resin supplied in blocks for Cad-Cam processing: Lava Ultimate. This new composite material presents, mechanical properties (Young's modulus), more similar to the natural tooth, compared to other aesthetic materials. For this reason, it was used to produce single crowns on implants comparing two different modes of use: cementing a composite crown produced with Cad-Cam technology directly on a titanium standard abutment supplied by industry, or producing a Cad-Cam zirconia customized abutment and cementing the composite crown to this; 5.verification of bonding capacity between zirconia and Lava Ultimate, using two different resin cements by means of shear bond test. Based on the results of the test campaigns conducted in this study it can be stated that: 1 technologies of digital intraoral optical impression are able to fulfill the clinical requirements of precision even in the case of full arch implants rehabilitations, 2. multilayer metalfree bridges, made with Cad-Cam technology according to the precision requirements of digital workflow, are affected by the intervention of the dental technician during the final assembly of the bridge components, resulting in reduced quality of precision established in the Cad phase, 3 multilayer metalfreee bridges show fracture toughness values greater than or equal to the minimum values reported in the scientific literature, 4. the implants crowns made with the innovative composite material subjected to strength tests and fatigue resistance, when cemented on an customized zirconia abutment, have superior mechanical characteristics than the cheapest solution, which provides the composite crown cementation directly to a standardized titanium abutment, 5. the use of adhesive cements for luting Lava Ultimate on zirconia, allowed to highlight the opposite results regards the strenght of adhesion, measured by means of the shear bond test.
L’obiettivo di questo lavoro è studiare alcuni aspetti della moderna filiera produttiva digitale di manufatti protesici in campo dentale: dalla realizzazione dell’impronta ottica, direttamente nel cavo orale, alla finalizzazione del dispositivo protesico individualizzato per il paziente. La motivazione di questo studio risiede nell’esigenza sempre più sentita da parte di tutto il mondo dentale di ottimizzare e modernizzare i flussi di lavoro che sono ancora essenzialmente artigianali. Sfruttando le moderne tecnologie digitali, che si stanno rapidamente diffondendo in campo dentale, è possibile ottenere prodotti finiti di più alto standard qualitativo a fronte di costi di realizzazione più contenuti a condizione di diffondere ai clinici ed agli odontotecnici le conoscenze e le competenze necessarie all’utilizzo ottimale. In particolare sono stati presi in considerazione i seguenti temi di particolare rilevanza clinica: - la tecnologia di scansione ottica intraorale: sono state indagate le specificità operative e le prestazioni tecniche in particolare riferimento all’impiego per edentulie totali riabilitate mediante impianti, - i materiali ceramici innovativi, lavorabili mediante tecnologia Cad-Cam ed impiegati per realizzare protesi a ponte su denti naturali di tipo multilayer metalfree. E’ stato inoltre indagato un innovativo materiale in resina composita, anch’esso utilizzabile con tecnologia Cad-Cam ed impiegato per la realizzazione di corone singole su impianti. La revisione della letteratura tecnico scientifica, ha suggerito gli obbiettivi e gli aspetti metrologici del programma di ricerca sperimentale da condurre. Le indagini hanno riguardato aspetti di precisione ed accuratezza della lettura ottica della posizione degli impianti, di precisione geometrica di accoppiamento di protesi multilayer metal free, di resistenza meccanica di diversi tipologie di materiali e di adesione tra un recente composito a matrice resinosa, denominato Resin Nano-Ceramic (RNC) e zirconia; hanno previsto l’introduzione di strumenti e metodi consolidati in campo tecnico-scientifico, adatti a caratterizzare i processi di fabbricazione utilizzati, i materiali impiegati e i dispositivi realizzati. Più in dettaglio, l’attività ha riguardato: 1. lo studio, in termini di prestazioni metrologiche, del processo di acquisizione effettuato mediante il sistema di scansione True Definition Scanner su un campione clinico riproducente un'arcata completamente edentula riabilitata con 6 impianti; 2. la verifica della precisione geometrica di accoppiamento delle componenti, sotto e sovrastruttura, di protesi metalfree multilayer realizzate con materiali ceramici diversi (zirconia-disilicato di litio) prodotte mediante tecnologia Cad-Cam, e assemblate da due operatori diversi; l’assemblaggio/unione delle componenti, dei singoli ponti, viene invece realizzato manualmente dall’odontotecnico con tecnica totalmente artigianale; 3. l’analisi del comportamento meccanico, statico, delle protesi metalfree multilayer, citate al punto 2, confrontate con un altro tipo di protesi multilayer (provenienti dagli stessi progetti Cad) ma costituite da zirconia e ceramica feldspatica (RLT), 4. l’analisi mediante prova meccanica, statica e a fatica, della resistenza di un innovativo materiale in resina composita fornito in blocchetti per lavorazione Cad-Cam: Lava Ultimate. Questo nuovo materiale composito presenta, rispetto ad altri materiali estetici quanto a proprietà meccaniche dichiarate, (modulo di Young), un comportamento più simili al dente naturale. In quest’ottica, è stato utilizzato per realizzare corone singole su impianti, confrontando due modalità diverse di impiego: cementando una corona realizzata con questo composito e prodotta con tecnologia Cad-Cam direttamente su un pilastro standard in titanio fornito dall’industria, o realizzando con lavorazione Cad-Cam una sottostruttura in zirconia individualizzata e cementando su quest’ultima la corona in composito; 5. la verifica delle capacità adesive tra zirconia e Lava Ultimate, utilizzando due diversi cementi resinosi mediante test di taglio. Sulla base dei risultati delle campagne sperimentali condotte in questo studio è possibile affermare che: 1 le tecnologie di impronta ottica digitale intraorale sono in grado di rispondere ai requisiti clinici di precisione anche nel caso di arcate complete riabilitate su impianti, 2. le protesi multilayer metalfree, realizzate con tecnologia Cad-Cam secondo i requisiti di precisione propri dal workflow digitale, risentono dell’intervento di assemblaggio finale che esegue l’odontotecnico, con conseguente riduzione delle qualità di precisione stabilite in fase progettuale, 3. i ponti multilayer metalfreee presentano valori di resistenza alla frattura superiori o uguali ai valori minimi riportatati dalla letteratura scientifica 4. le corone su impianti realizzate con l’innovativo materiale composito, sottoposto a prove di resistenza statica e a fatica, quando cementate su un moncone individualizzato in zirconia, hanno caratteristiche meccaniche superiori alla soluzione più economica, che prevede la cementazione della corona direttamente ad un pilastro standardizzato in titanio. 5. l’utilizzo di cementi adesivi per cementare Lava Ultimate su zirconia, ha permesso di evidenziare comportamenti opposti per quanto riguarda le forze di adesione misurate con il test di taglio.
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Barducci, Sara. "Il comportamento di adesione dei compositi FRCM: indagini sperimentali e modelli analitici." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1121207.

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Abstract:
I recenti terremoti, che hanno colpito l'Italia, hanno evidenziato l'alto livello di vulnerabilità sismica del patrimonio costruito italiano. Interventi di rinforzo sulle strutture esistenti si rendono necessari al fine di garantire un loro adeguato livello di sicurezza sismica rispetto agli eventi futuri. A partire dagli anni Novanta, i materiali compositi fibrorinforzati a fibra lunga si sono affermati nell’ambito del rinforzo strutturale. Tali materiali permettono, grazie alle loro elevate caratteristiche meccaniche, di ottenere incrementi significativi delle prestazioni strutturali mediante un provvedimento di facile esecuzione e con un impatto limitato in riferimento sia al peso sia all’ingombro dell’intervento. Negli ultimi anni, i più sperimentati compositi FRP sono stati affiancati da nuovi materiali compositi caratterizzati dall’unione di reti di fibra secca con una matrice di tipo inorganico: i compositi FRCM – Fiber Reinforced Cementitious Matrix. Ad oggi la conoscenza di tali materiali risulta limitata ed incompleta, come dimostrato dall’assenza di raccomandazioni o linee guida relative ai metodi di prova ed ai criteri di progettazione, di installazione e di controllo. In particolare, in letteratura è stato dimostrato come il limite degli FRCM sia rappresentato dall’adesione tra i due materiali costituenti, la quale determina una crisi fragile per delaminazione all’interfaccia fibra-matrice. Il presente lavoro si è posto l’obiettivo di indagare il fenomeno dell’adesione interlaminare dei compositi FRCM mediante un approccio sperimentale ed analitico. In particolare, attraverso l’esecuzione di quattro tipologie di prova di adesione sono state studiate le proprietà di adesione di quattro differenti compositi FRCM e come le proprietà meccaniche dei materiali costituenti (fibra e matrice) influiscano su di esse. Inoltre, il confronto tra i risultati ottenuti ha permesso di valutare le diverse tipologie di prova in termini sia di procedura che di risultati ottenuti, individuando tra di esse la più idonea allo studio del comportamento di adesione dei compositi FRCM. Infine, è stata applicata una procedura analitica basata sulla meccanica della frattura, adottando cinque differenti legami locali del comportamento di interfaccia calibrati attraverso i risultati globali sperimentali. Il confronto tra risultati analitici e sperimentali ha permesso di determinare il legame locale in grado di descrivere il comportamento di adesione per ogni tipologia di prova. Il confronto ha permesso, altresì, di individuare la presenza di una relazione tra risultati sperimentali ed il legame locale risultato più attendibile, dimostrando la possibilità di definire quest’ultimo a priori disponendo solamente dei dati in corrispondenza di alcuni punti significativi della curva carico-scorrimento globale sperimentale. Recent earthquakes showed the high vulnerability of existing masonry buildings and, for this reason, scientific community is interested in evaluating new materials and techniques for reducing their seismic vulnerability. In this context, composite materials reinforced with long fibers represent a new technology, increasingly suitable for strengthening masonry structures in seismic area. Among them, Fiber Reinforced Cementitious Matrix (FRCM) composites are becoming a valid alternative to Fiber Reinforced Polymers (FRPs), especially for the strengthening of historical and monumental buildings, thanks to their high compatibility with the masonry substrate, low weight, rapidity and ease of application. FRP and FRCM composites present different mechanical behavior and failure mode. Main failure mechanism of FRCM composites is due to a delamination phenomenon at the matrix-fiber interface, while the FRP composites failure is due to a delamination at matrix–support interface. The correct evaluation of the bond performance of such materials plays a crucial role for properly designing a strengthening intervention by using FRCM composites. The bond behavior of four types of FRCM composites applied on bricks substrate was investigated through different bond tests. The FRCM composites were made of a basalt fabric embedded in four different mortar matrices: the first matrix was a commercial mortar produced by Kerakoll S.p.A., while the other three matrices were prepared in laboratory. The experimental investigation allowed to point out the differences between the four composites in terms of bond behavior and load capacity. Furthermore, results obtained from the different bond tests were compared and discussed in order to identify the most suitable test for the correct investigation of the FRCM’s bond performances. Moreover, in the framework of type-II fracture mechanics, analytical modelling of the tested behavior of the commercial mortar matrix was carried out exploiting five different cohesive laws fine-tuned on experimental evidence.
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