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1

Belloni, Eleonora. "Questione ambientale e paesaggio: i "tabù" della politica infrastrutturale. Voci critiche negli anni del miracolo economico." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 295 (May 2021): 165–85. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295008.

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Abstract:
Ogni modello di mobilità porta con sé delle criticità ambientali: i progressi nella mobilità rappresentano un superamento di alcuni ostacoli, ma al contempo ne creano altri. La questione, se si pone con evidenza già con la prima infrastrutturazione legata alla costruzione delle vie ferrate nell'Italia postunitaria, e si delinea poi con l'ampliamento della rete stradale negli anni tra le due guerre, assume tuttavia contorni più precisi nel secondo dopoguerra. Alla luce di questa nuova consapevolezza anche il dibattito sulle infrastrutture ha conosciuto un ampliamento di prospettiva, dove all'approccio dominato dall'idea del progresso tecnologico e del diritto alla mobilità a ogni costo se ne è affiancato un altro che ha aggiunto al dibattito temi quali la sostenibilità, la tutela del paesaggio e, in ultima analisi, l'idea di progresso come benessere sociale. Il saggio affronta queste tematiche ricostruendo il dibattito - animato da specialisti del settore ma anche da nuovi soggetti della scena culturale italiana, quali "Italia Nostra" - che ha portato alla formazione di una nuova consapevolezza delle ricadute ambientali delle strutture materiali della mobilità. Parole chiave: Mobilità, Sostenibilità, Strade, Infrastrutture, Paesaggio, Italia Nostra
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2

Donati, Cristiana. "Progresso tecnico, crescita e declino economico in una prospettiva post-keynesiana." STUDI ECONOMICI, no. 98 (February 2010): 89–123. http://dx.doi.org/10.3280/ste2009-098004.

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3

Ibba, Carlo, and Francesco Morandi. "La fondazione di partecipazione per la gestione di prodotti e servizi turistici." RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no. 2 (August 2011): 171–84. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-002016.

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Abstract:
Il rapporto di collaborazione pubblico-privato incontra nuove possibilitŕ di realizzazione attraverso forme innovative di accordo. La sperimentazione avviata in alcune realtŕ locali con la creazione di fondazioni di partecipazione sembra dare i primi risultati positivi. Le fondazioni sono state in grado di coniugare efficacemente la gestione dei beni culturali, l'organizzazione dei servizi turistici e la realizzazione degli eventi. Hanno offerto un valido apporto all'integrazione dei centri minori, alla salvaguardia dei valori identitari e allo sviluppo dell'offerta turistica, favorendo in concreto il progresso sociale, economico e occupazionale.
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4

Renzoni, Cristina. "Il piano implicito: il territorio nazionale nella programmazione economica italiana 1946-'73." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 139–68. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126007.

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Abstract:
A partire dal secondo dopoguerra l'Italia elabora un numero considerevole di piani nazionali a lungo termine a carattere per lo piů settoriale. Piani infrastrutturali, agricoli, energetici, piani pluriennali per l'edilizia economica e popolare e per l'edilizia scolastica, piani di sviluppo economico rendono conto di uno sforzo consistente di pianificazione teso ad affrontare la stagione di grandi cambiamenti economici e culturali in cui il paese si trova immerso. In totale assenza di un piano territoriale alla scala nazionale, la maggior parte dei programmi pluriennali prodotti in quegli anni si occupa, in maniera piů o meno esplicita, di cittŕ e territorio e ne mette in campo letture e ipotesi di trasformazione. Il presente saggio focalizza l'attenzione sui documenti della programmazione economica italiana elaborati tra il 1946 e il 1973, in cui vengono riconosciute quattro figure prevalenti che hanno informato le scelte di piano sia a livello teorico che operativo. Il territorio italiano viene a fasi alterne letto come risorsa, come supporto, come veicolo di progresso, o, infine, come sfera quotidiana: quattro immagini che costituiscono un possibile strumento di interpretazione per analizzare le forme e i modi in cui il discorso urbanistico entra nella politica nazionale tra anni Cinquanta e Sessanta.
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5

Sicurello, Rossana. "La revisione dell'istruzione professionale: giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Abstract:
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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6

Tullock, Gordon. "Duncan Black, In Memoriam." Journal of Public Finance and Public Choice 9, no. 2 (October 1, 1991): 81–82. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345252.

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Abstract:
Abstract L’opera scientifica di Duncan Black è stata fondamentale, nel senso letterale del termine, per il successivo sviluppo delle teorie della Public Choice. Egli, infatti, è stato l’ideatore, come nel caso del teorema dell’elettore mediano, e il riscopritore, come nel caso di importanti opere di Condorcet, Borda, Nanson, Lewis Carroll, di contributi teorici che costituiscono, al tempo stesso, alcune delle «scoperte» più importanti della Public Choice ed alcuni degli strumenti analitici più comunemente impiegati nello studio economico delle scelte collettive.Nella triste ricorrenza della scomparsa di Black è opportuno sottolineare l’ampiezza del suo apporto al progresso della Public Choice: un apporto spesso misconosciuto da molti studiosi della materia, anche a causa dell’isolamento in cui Black ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.
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7

Fadda, Sebastiano. "Le istituzioni economiche: chiave per comprendere e per superare la crisi." ARGOMENTI, no. 30 (March 2011): 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030002.

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Abstract:
L'articolo richiama la necessitŕ di utilizzare le categorie della "economia istituzionale" per capire meglio le radici dell'attuale crisi e per individuare le misure piů appropriate per il suo superamento. Questo approccio viene applicato con riferimento a tre campi: la natura della crisi, la debolezza della struttura produttiva italiana e il problema dello sviluppo economico del Mezzogiorno. Con riferimento al primo balzano in evidenza gli aspetti della regolamentazione dei mercati finanziari e delle variabili distributive. Con riferimento al secondo emerge l'importanza dell'estensione della concorrenza, dell'innovazione, dell'accumulazione del capitale umano, delle infrastrutture materiali e immateriali, degli assetti fiscali e distributivi, della flessibilitŕ congiunta con la sicurezza nel mercato del lavoro. Con riferimento al terzo, viene messo in evidenza il fatto che il problema dello sviluppo del Mezzogiorno sia principalmente un problema di "sviluppo istituzionale", a causa della presenza di modelli di comportamento degli agenti economici incompatibili con il funzionamento di una efficiente attivitŕ produttiva. Infine vengono proposte alcune considerazioni sul processo del cambiamento istituzionale, indicando l'importanza del progresso tecnologico, delle relazioni di potere e dei "valori".
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8

De Caprio, Lorenzo, and Annalisa Di Palma. "La medicina e la morte." Medicina e Morale 46, no. 6 (December 31, 1997): 1139–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.862.

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Abstract:
La morte ha occupato in ogni epoca una posizione centrale nella medicina, e la sua stessa storia dimostra come l’impegno del medico a difendere ad oltranza la vita sia una peculiarità della moderna medicina scientifica. D’altra parte, nel passaggio da una società retta da valori tradizionali a quella moderna, gli storici registrano profondi mutamenti nel rapporto tra l’uomo e la morte. Mentre la cultura dominata dalla tradizione religiosa, pur difendendo la vita, accettava la morte come limite dell’uomo e parte integrante della condizione umana; la cultura della Modernità, nella sua ansia di dominare il mondo, ha rimosso e combattuto la morte. Quindi, solo interventi tesi ad introdurre valori umani e morali nella formazione del medico potrebbero riportare “senso” in una pratica medica che rispecchia fedelmente l’ideologia ed i valori di una società dominata dalla ragione tecnico-scientifica. I1 progresso tecnologico ha messo a disposizione dei medici mezzi capaci di salvare vite umane, ma, per l’oblio di misure umane e morali, con gli stessi mezzi, i medici si accaniscono prolungando inutilmente l’agonia del morente. I1 progresso tecnologico sembra così ritorcersi contro l’uomo. I1 dibattito bioetico aspira a ridare dignità al morente, ma s’è arrestato sul lacerante problema dell’eutanasia. Gli autori giudicano grave e pericolosa questa situazione di stallo; infatti, in un’epoca di limiti nelle risorse, la decisione sulla vita e sulla morte s’avvia ad essere condizionata unicamente da valutazioni d’ordine economico.
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Berardi, Donato, Filippo Galimberti, Antonio Pergolizzi, and Michele Tettamanzi. "La transizione ecologica: dalle persone alle politiche e viceversa." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 159–81. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003007.

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Abstract:
È necessario ricostruire i modelli di produzione e di consumo, abilitando il reddito come strumento in grado di generare sostenibilità. Tra gli strumenti atti a misura-re la relazione tra ambiente e sviluppo economico vi sono la curva di Kuznets e il disaccoppiamento: il primo indaga i modelli di consumo e il rapporto che inter-corre fra il reddito pro capite e l'inquinamento prodotto da ciascun cittadino quale relazione tra reddito e diseguaglianza sociale. L'ipotesi di questa teoria è che al crescere del reddito pro capite l'impatto ambientale cresca fino a segnare un picco, per poi decrescere disegnando una curva ad "U rovesciata". Il disac-coppiamento, invece, si occupa dei modelli di produzione e ha un'accezione più ampia, studiando l'esistenza di un sistema nel quale il benessere e la qualità della vita delle persone possono crescere senza generare ulteriore pressione sull'ambiente: in altre parole, quando alla crescita economica non corrisponde un aumento proporzionale della produzione di rifiuti da parte delle attività eco-nomiche. Il progresso tecnologico è chiamato a trovare il modo di coniugare il miglioramento del tenore di vita con la tutela dell'ambiente. Se i modelli di con-sumo saranno orientati all'ambiente anche la produzione vi si dovrà adeguare. È questo il senso più intimo della transizione ecologica.
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Licordari, Mariangela. "Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto." Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (December 22, 2018): 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

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Abstract:
Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
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Scala, Barbara. "Irredentismo e processi di trasformazione urbana. Il caso di Riva del Garda (1853-1905)." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 367–97. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132013.

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Abstract:
L'annessione del Trentino all'Italia avvenne soltanto nel 1918. Questa lunga attesa di oltre cinquant'anni accrebbe in quella popolazione, per tradizione italiana ma politicamente ancora sotto il governo austriaco, un forte sentimento "italiano", che defině un clima politico e culturale molto vivace. Si sviluppň, soprattutto a Riva del Garda, un movimento politico e intellettuale, l'irredentismo, col quale una élite culturale rivendicava l'appartenenza della regione all'Italia. Da un lato si diffondevano le idee di patria, nazione, libertŕ, dall'altro, come reazione al conservatorismo austriaco, si diffondeva un'attenzione al progresso, all'innovazione tecnologica, all'inventiva. Lo spirito libero di Riva, luogo d'incontro tra due aree geografiche, (l'impero austriaco e il regno d'Italia), evitň alla cittŕ di divenire una terra periferica dell'immenso impero asburgico, grazie alla nascente «industria del forestiere» che la elesse capitale del turismo mitteleuropeo. Riva si adattň, cosě, alle esigenze di un turismo sempre piů decisivo per le sorti economiche, senza perň venir meno alla sua anima italiana. Il saggio delinea il significativo rinnovamento, politico, economico e urbanistico che, dagli anni cinquanta dell'800, un vivace mileu locale condusse per la promozione della klimathoterapie locale (cioč di una terapia sanitaria favorita da particolari condizioni climatiche del luogo), segnando il tessuto edilizio con singoli interventi o con operazioni di piů ampio respiro volte.
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Beccalli, Bianca. "Aris Accornero: un intellettuale operaio nella sociologia del lavoro." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 158 (November 2020): 7–20. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158001.

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Abstract:
A due anni dalla morte di Aris Accornero il saggio si propone di mettere in risalto gli aspetti principali della sua figura di sociologo e intellettuale attraverso il confronto con Alain Touraine e Ruth Milkman. Le somiglianze più evidenti sono tre. (1) Una forte partecipazione politica alle lotte di emancipazione e di progresso economico e civile dei lavoratori e dei ceti più deboli, lotte in cui il lavoro è l'aspetto centrale. (2) Una presenza di rilievo anche al di fuori del campo professionale e accademico: Accornero, Touraine e Milkman sono intellettuali pubblici, che intervengono nel contesto politico del loro paese e a livello internazionale. (3) E tutti e tre riflettono sulla vicenda storica a loro coeva, lo sviluppo del fordismo dopo la Seconda guerra mondiale e la sua crisi dopo gli anni '70 del secolo scorso. Partendo dalla somiglianza di questi atteggiamenti profondi nelle loro opere e nella loro attività il saggio intende cogliere le differenze e la specificità dei loro contributi, e in particolare di quello di Accornero, agli studi sul lavoro, sulla classe operaia, sul sindacato.
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Rocco, Antonietta. "L'Internazionalizzazione delle Universit&." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2022): 109–23. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15084.

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Abstract:
Oggi le Università sono chiamate a provvedere ad una rapida innovazione delle proprie competenze al fine di sostenere la competitività internazionale in una società sempre più globalizzata dai punti di vista economico, sociale, politico, culturale, scientifico e tecnologico. L'internazionalizzazione delle imprese, l'apertura delle frontiere, le nuove tecnologie hanno indotto gli Atenei ad adottare politiche di internazionalizzazione che promuovono la mobilità di studenti, docenti e personale amministrativo, l'uso veicolare delle lingue straniere e in particolare dell'inglese, la crescita di programmi internazionali di scambio, di studio e di ricerca, l'introduzione di titoli doppi, multipli e congiunti. Ci si chiede se l'internazionalizzazione sia sempre e comunque un elemento qualificante o possa assumere anche connotati negativi e risvolti inattesi. Si assiste ad un ripensamento della missione delle Università, come centri propulsori di progresso, sviluppo ed evoluzione. L'internazionalizzazione per un Ateneo non significa dimenticare o svalutare la propria storia e la propria tradizione, ma al contrario, va interpretata come una sfida per progettare nuove dinamiche di crescita e strategie di valorizzazione e per riqualificarsi come Università inclusiva e universalistica.
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Bocchino, Anna, Ramírez Manuel García, and Eugenia M. Mosquera. "Integrazione acculturativa e psicologia della liberazione: un modello per la salute e il benessere degli immigrati." PSICOLOGIA DI COMUNITA', no. 1 (May 2011): 15–23. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001003.

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Abstract:
L'integrazione degli immigrati costituisce un prerequisito essenziale per la coesione sociale e il progresso economico ma allo stesso tempo, rappresenta anche una sfida per la societŕ di accoglienza a causa delle condizioni di oppressione che vivono molti immigrati. Il presente articolo, descrive un approccio all'integrazione acculturativa a partire dal contributo della psicologia della liberazione. Secondo tale prospettiva, l'integrazione sociale puň essere intesa come un processo di empowerment e costruzione del sé, attraverso cui gli immigrati raggiungono uguale accesso alle risorse, alla partecipazione e al senso di appartenenza nel nuovo contesto. L'articolo č strutturato in tre parti: in primo luogo, abbiamo effettuato una rivisitazione dei modelli acculturativi maggiormente studiati in letteratura e i principali limiti ad essi connessi; in secondo luogo, abbiamo esaminato l'integrazione acculturativa partendo da un'ottica della psicologia della liberazione in cui l'integrazione č definita come un processo permanente di empowerment psicologico e politico attraverso cui gli immigrati, cambiano, ricreano, de-costruiscono e ri-costruiscono loro stessi e il loro ambiente per essere parte accettata della societŕ di accoglienza; in terzo luogo, abbiamo tentato di definire i principi teorici ed organizzativi per la costruzione di un sistema di salute giusto in cui gli immigrati hanno uguali diritti e opportunitŕ delle persone autoctone per ciň che concerne l'accesso ai servizi sanitari.
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Mugarra, Miriam Velazco. "Derecho Agrario: instrumento del desarrollo agrícola y rural." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Abstract:
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Nikolic, Milorad, and John W. Humphrey. "A conference on technology and economic progress - ELIO LO CASCIO (a cura di), INNOVAZIONE TECNICA E PROGRESSO ECONOMICO NEL MONDO ROMANO (Atti degli Incontri capresi di storia dell'economia antica, Capri 13-16 aprile 2003) (Edipuglia, Bari2006). Pp. 325, figs. ISBN 978-88-7228-405-6. EUR. 40." Journal of Roman Archaeology 21 (2008): 519–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400004864.

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Lepore, Amedeo. "Dal divario Nord-Sud alla convergenza: il modelo dell'intervento straordinario a l'azione della Cassa per in Mezzogiorno, durante e oltre la golden age = From the North-South gap to the convergence: The model of the extraordinary intervention and the..." Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no. 15 (July 10, 2012): 79. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i15.805.

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Abstract:
<p>La storiografia incentrata sul tema della Cassa per il Mezzogiorno è molto ampia e si sviluppa in relazione non solo alle questioni generali riguardanti l’intervento straordinario, ma anche alle molteplici forme di articolazione settoriale e territoriale dell’iniziativa pubblica per la ripresa e lo sviluppo del Sud. Una ricostruzione puntuale delle vicende della Cassa, che per oltre un quarantennio– anche se con diversità di impostazione nelle varie fasi –ha operato come strumento delle strategie per lo sviluppo del Mezzogiorno, richiede un impegno molto approfondito. Tuttavia, anche senza effettuare una dettagliata cronistoria dell’attività dell’Ente, si può ricomporre una visione d’insieme, attraverso l’interpretazione di un modello di intervento pubblico collegato strettamente agli eventi economici concreti e all’andamento dei processi di industrializzazione che hanno interessato i territori meridionali.</p><p>La scelta di una prospettiva di lungo periodo, imperniata sull’analisi dell’intervento straordinario nel suo complesso, ha permesso un giudizio più equilibrato su tutta l’epoca dell’azione “aggiuntiva” dello Stato per il recupero del divario meridionale, superando eccessive semplificazioni nella valutazione di quell’esperienza e confutando pareri sommari sui suoi risultati, spesso privi di fondamento. Al tempo stesso, una visione ampia ha fatto emergere un percorso in grado di associare il caso della Cassa per il Mezzogiorno, controverso e difficile, ma considerato anche un modello tra i più avanzati a livello internazionale, a un tema di grande importanza, come quello delle politiche di sviluppo adottate per affrontare i problemi dell’arretratezza economica e per avviare a soluzione i dilemmi del dualismo.</p><p>L’analisi effettuata ha provato l’esistenza di un indiscutibile progresso economico nel periodo della <em>golden age</em>. Durante quell’epoca di prosperità non solo si realizzò un notevole avanzamento delle aree del Paese che già possedevano un’armatura industriale, ma si ottenne, contemporaneamente, il risultato, per nulla scontato, di una modernizzazione della struttura economica del Mezzogiorno –attraverso la politica delle opere pubbliche, prima, e dell’industrializzazione vera e propria, poi– nonché, di un recupero del divario accumulato con le regioni settentrionali. In questo modo, l’intervento straordinario, indirizzato verso obiettivi macroeconomici e guidato da una tecnostruttura come quella della Cassa, al tempo stesso autonoma e reattiva alle scelte strategiche del governo, si dimostrò lo strumento più efficace e innovativo per fare dell’Italia intera una potenza industriale. L’allontanamento da questi esiti, nella fase successiva dominata dalla crisi petrolifera e dalle politiche di ristrutturazione industriale, pur determinando una netta inversione di tendenza, non ha messo in discussione il valore dell’esperienza iniziale della Cassa per il Mezzogiorno, capace di aprire la strada alla crescita economica italiana negli anni del <em>boom</em>.</p><p>Historiography focusing on the Cassa per il Mezzogiorno is indeed vast and developed not only in regard to the main issues concerning the extraordinary intervention, but also to the various sectorial and territorial articulations public interventions for the recovery of Southern Italy undertook. Achieving a punctual reconstruction of the goings-on of the Cassa, an istitution that, for more than forty years –despite some differences in planning during its various phases– operated as an instrument to implement the strategies focusing on developing Southern Italy, requires a very deep commitment. However, an effective overall view can be reconstructed by interpreting a public intervention model strictly linked to the concrete economic events and to the trends of those industrial processes implemented in Southern Italy, even without going through a detailed chronicle of this entity.</p><p>The choice of a long-term perspective, focused on the analysis of the extraordinary intervention in its entirety, allowed for a more balanced evaluation of all the era regarding the “supplementary” actions the Italian State carried out to bridge the gap of its Southern regions, going beyond the exaggerated simplifications plaguing the evaluations of such an experience and confuting those hasty, often baseless, judgments on the results it achieved. At the same time, a wide viewpoint on the matter let a research path emerge, able to link the specific case of the Cassa per il Mezzogiorno, itself difficult and controversial, while being considered one of the most advanced models internationally, with a very significant theme, such as the development policies implemented to tackle the problems of economic backwardness and to begin solving the dilemmas brought by the dualism.</p><p>The analysis which was carried out proved the existence of an unquestionable economic progress during the <em>golden age</em>. In that era of prosperity, not only did the areas in Italy already possessing a significant industrial presence experience significant advancement, all the while, the result, by no means granted, of a modernized economic structure in Southern Italy was achieved –first through a policy focused on public works and then by true forms of industrialization– and of a significant recovery of the gap the area had towards the Northern regions of Italy. Thus, the extraordinary intervention, focused on macroeconomic goals and driven by a technical structure such as the Cassa, itself autonomous and reacting towards governmental choices at the same time, revealed itself to be the most effective and innovative tool in turning the whole of Italy into an industrial power. The departure from such results in the following phase, dominated by the oil crisis and by the policies of industrial reconstruction, despite triggering a significant trend inversion, never questioned the value of the Cassa per il Mezzogiorno’s initial experience, which was able to open and show the way to economical growth, during the Italian <em>boom </em>years.</p>
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Ankarloo, Daniel. "New Institutional Economics and economic history." Capital & Class 26, no. 3 (October 2002): 9–36. http://dx.doi.org/10.1177/030981680207800102.

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Abstract:
New Institutional Economics (NIE) has been celebrated as a path-breaking approach to the understanding of capitalism. This article advances a conceptual critique of NIE approaches to economic history. The author suggests that NIE cannot solve the underlying tension, that its economics remains ahistorical, and that when history, social relations and realism are invoked, the economics disappears, being replaced by various cultural and state-centred explanations. Therefore NIE is not so much a research programme in progress, but rather an indication of the degeneration of the tools of neo-classical economics.
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Briault, A. "Economic progress." Veterinary Record 131, no. 3 (July 18, 1992): 60. http://dx.doi.org/10.1136/vr.131.3.60-a.

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Howe, K., J. McInerney, and D. Kooij. "Economic progress." Veterinary Record 131, no. 5 (August 1, 1992): 107. http://dx.doi.org/10.1136/vr.131.5.107-b.

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Qian, Nancy. "Making Progress on Foreign Aid." Annual Review of Economics 7, no. 1 (August 2015): 277–308. http://dx.doi.org/10.1146/annurev-economics-080614-115553.

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Dobrescu, Monica, Diana Hristache, and Silvia Iacob. "Recent Theoretical Progress in Economics and Its Impact on Economic Policy." Procedia - Social and Behavioral Sciences 62 (October 2012): 561–65. http://dx.doi.org/10.1016/j.sbspro.2012.09.093.

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Manganaro, Maria. "DALLA LINGUA MATERNA ALLA SECONDA LINGUA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (October 28, 2016): 359. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n2.v1.677.

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Abstract:
Abstract.Learning a second language, in addition to the mother tongue, helps to significantly improve the maturation and cultural education of the child, and to enhance its expressive and communicative skills. The 85 New Programs for the Primary School, emphasize the need to strengthen the pupils’ ability to make linguistic relationship with various interlocutors using the language in its variety of codes and its main functions. You need to direct the child to take account of extra-linguistic elements (situations, characters, topics, roles) as a fundamental condition for understanding texts and to produce oral and written messages, in relation to cognitive situations. On 1 September 2012, the Minister Profumo issues the New Indications, maintaining continuity with the previous ones. They assume an intercultural aspect, which concerns, not only the presence of foreign students in the classes, but also an open attitude towards the world and the reality of which the younger generation will be part. In recent years, mankind has achieved a considerable progress in the field of mass communication, the economic and cultural exchanges with different peoples and in the field of science and technology; hence the use of foreign languages is becoming indispensable tool of modern man, open to a broader vision of life. In this regard, school is primarily called to make its contribution, because it first must fulfill these needs, as an institution to which it is specifically entrusted with the task of preparing the new generations in society. So the early teaching of a second language is possible, as long as you lay down clearly achievable goals and implement a suitable educational mediation. In addition, to know how one acquires a language, you have to observe the evolution in the period of growth of the child since he is infant and, above all, the relationship between language and thought.Keywords: Learning a second language - L2 - Bilingualism - Learning motivationRiassunto.Apprendere una seconda lingua oltre a quella materna contribuisce a migliorare in modo considerevole la maturazione e la formazione culturale del bambino, nonché a potenziare le sue capacità espressive e comunicative. I Nuovi Programmi dell’85, per la Scuola Elementare, mettono in evidenza la necessità di potenziare nell’alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con interlocutori diversi usando la lingua nella sua varietà di codici e nelle sue numerose funzioni. Bisogna avviare il bambino a tener conto degli elementi extralinguistici (situazioni, personaggi, argomenti, ruoli) come condizione fondamentale per comprendere testi e per produrre messaggi, orali e scritti, rapportati alla situazione cognitiva. Il 1° Settembre 2012 il Ministro Profumo emana le nuove indicazioni, mantenendo una continuità con quelle precedenti. Esse assumono un carattere interculturale, che non riguarda soltanto la presenza di alunni stranieri nelle classi, ma anche un atteggiamento di apertura verso il mondo e la realtà in cui si troveranno le giovani generazioni. Negli ultimi anni l’umanità ha raggiunto un notevole progresso nell’ambito delle comunicazioni di massa, degli scambi economico-commerciali e culturali con diversi popoli e nel campo delle scienze e della tecnologia, di conseguenza l’uso delle lingue straniere è diventato strumento indispensabile dell’uomo moderno, aperto ad una visione più ampia ed universale della vita. A tal proposito, la scuola è chiamata principalmente a dare il suo contributo, perché essa in primo luogo, come istituzione a cui è specificatamente affidato il compito di preparare le nuove generazioni alla vita sociale, deve assolvere a queste necessità. Dunque l’insegnamento precoce di una seconda lingua è possibile, purché si fissino chiaramente gli obiettivi raggiungibili e si attui un’ idonea mediazione didattica. Inoltre, per sapere come si acquisisce una lingua, bisogna osservare le evoluzioni nel periodo di crescita del bambino sin da quando è infante e, soprattutto il rapporto intercorrente tra linguaggio epensiero.Parole Chiave: Apprendere una seconda lingua- L2- Bilinguismo- Motivazione all’apprendimento
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Camerer, Colin F. "Goals, Methods, and Progress in Neuroeconomics." Annual Review of Economics 5, no. 1 (August 2, 2013): 425–55. http://dx.doi.org/10.1146/annurev-economics-082012-123040.

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Cserjési, Petra, Katalin Bélafi-Bakó, Zsófia Csanádi, Sándor Beszédes, and Cecilia Hodúr. "Simultaneous recovery of pectin and colorants from solid agro-wastes formed in processing of colorful berries." Progress in Agricultural Engineering Sciences 7, no. 1 (January 1, 2011): 65–80. http://dx.doi.org/10.1556/progress.7.2011.5.

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Abstract:
Extraction of pectic substances from solid agro-wastes and the application of recovered pectin in the food, pharmaceutical and cosmetic industry can significantly contribute to a more economic and environmentally sound agro-industrial production. Thus investigation of the physicochemical properties of extracted pectic substances seems important not only from human health preservation considerations, but their advantageous properties can be confirmed for the possible manufacturers, potential processing, as well. Therefore, in this work pectic substances were extracted from red currant, black currant, raspberry, blackberry and elderberry press residues by hot water and the composition, antioxidant activity, total phenol, anthocyanin content and the color coordinates of pectins were determined. The results show that the pectin colors fall in the range between reddish purple (black currant and elderberry) and yellow (citrus and apple). Moreover some of the pectins in a powder form have different color coordinates than in the form of aqueous solutions or gels. This might be very important when the pectins are selected for different production processes. The anthocyanin content of pectin preparations is lower than the values of fruit juices. It can be concluded that the colorants found in pectin preparations belong to the group of phenolics and have adequate antioxidant capacity, which is extremely beneficial for human health. As a summary it was concluded that the investigated pectins can be easily extracted and successfully used as natural colorants or antioxidants since they have adequate antioxidant activity, total phenol and anthocyanin content and suitable color coordinates.
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Olson, Mancur. "Economic Nationalism and Economic Progress." World Economy 10, no. 3 (September 1987): 241–64. http://dx.doi.org/10.1111/j.1467-9701.1987.tb00099.x.

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Adekalu, K., and D. Okunade. "A model for deficit irrigation analysis of crops." Progress in Agricultural Engineering Sciences 5, no. 1 (December 1, 2009): 31–53. http://dx.doi.org/10.1556/progress.5.2009.2.

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Abstract:
Scarcity and high cost of water is the most important limiting factor for crop production in irrigated agriculture. Deficit irrigation can be implemented to optimize the use of available water resources and put more land on productive use. A model was developed to determine the savings in water and the economic benefit derived from deficit irrigation. The model was tested using yield-water use data of maize, tomato, okra and cowpea grown under irrigated condition in Nigeria. Cowpea is the main source of plant protein in the local diet and okra one of the major vegetable crops planted in Nigeria. The results indicated that some water reduction is possible without affecting yields. The optimum water reduction is 4, 8, 12 and 18% for maize, tomato, okra and cowpea, respectively. Maximum allowable water reduction increased with increase in the benefit-cost ratio of each tested crop. The maximum allowable water reduction is 9, 13, 21 and 32%, with a corresponding increase in cultivated area by 10, 16, 23 and 50% for maize, tomato, okra and cowpea, respectively, at a benefit-cost ratio of 1.5. The model, in most of the years showed that the optimum moisture reduction level increased with increasing seasonal rainfall. Increasing rooting depth or soil water holding capacity also increased the relative maximum yield for water reduction levels up to 40–50%. The developed model would be useful in determining the effect of soil, water, and crop variables on deficit irrigation of crops in different agro-ecological zones with appropriate crop and soil data input, and proper irrigation scheduling.
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Fine, Ben. "Economics Imperialism and Intellectual Progress: The Present as History of Economic Thought?" History of Economics Review 32, no. 1 (January 2000): 10–35. http://dx.doi.org/10.1080/10370196.2000.11733338.

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Waller, William. "Value Theory and Economic Progress: The Institutional Economics of J. Fagg Foster." Journal of Economic Issues 36, no. 1 (March 2002): 209–11. http://dx.doi.org/10.1080/00213624.2002.11506454.

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Langlois, Richard N. "External Economies and Economic Progress: The Case of the Microcomputer Industry." Business History Review 66, no. 1 (1992): 1–50. http://dx.doi.org/10.2307/3117052.

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Abstract:
The following article provides a thorough chronicle of the microcomputer industry. That industry is a striking case, in which industrial growth took place through the creation of “external” capabilities—that is, capabilities produced by and residing in a specialized market network rather than in large organizations enjoying internal economies of scale and scope. In the microcomputer industry, the most successful products were those that took the greatest advantage—and allowed users to take the greatest advantage—of the market; and the greatest failures occurred when business enterprises bypassed the external network and attempted to rely significantly on internal capabilities.
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Carbonari, L., F. Galli, and L. Tazza. "Team dell'accesso vascolare: modelli organizzativi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 1 (January 24, 2018): 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Abstract:
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Marinescu, Cosmin. "Why Institutions Matter: From Economic Development to Development Economics." European Review 22, no. 3 (June 30, 2014): 469–90. http://dx.doi.org/10.1017/s1062798714000283.

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Abstract:
The last few decades have seen a significant growth of economists’ interest in studying institutions. They are generally preoccupied with explaining institutions using instruments that are specific for an economist, and especially with discerning the significance of institutions for both economic development and development economics. Therefore, the integration of institutions into economic theory is an essential step in our continuous attempt to refine and improve scientific explanations. The neoclassical theory of economic growth only identifies the conditions needed for material production growth, such as capital accumulation and technical progress. In order to explain ‘why’ people save, invest, learn and seek useful knowledge, special attention must also be paid to institutional and value systems.
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Kleiner, G. "System Economics as a Platformfor development of modern Economic Theory." Voprosy Ekonomiki, no. 6 (June 20, 2013): 4–28. http://dx.doi.org/10.32609/0042-8736-2013-6-4-28.

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Abstract:
In this article the concept of system economics — a new direction in economic theory based on a view of economic processes as the creation, operation, interaction and transformation of economic systems — has been developed. The co-ordinated basic typology of economic systems, goods, processes, and management operations, which allows to represent economy functioning as a structural model of economic goods circulation, has been proposed. Potential directions of system economics application as a conceptual platform for progress in solving current tasks of modern economic theory have been defined.
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Nishizawa, Tamotsu. "Marshall on Progress and People's Welfare." HISTORY OF ECONOMIC THOUGHT AND POLICY, no. 1 (January 2012): 21–38. http://dx.doi.org/10.3280/spe2012-001003.

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Abstract:
The paper focuses on Marshall's ideas of the economic and socio-ethical progress, of the development of man's higher faculties, and of people's welfare and improvement of their quality of life. The studies on economic and social progress with prospects for the elimination of human poverty and the higher development of human faculties, were ‘the high theme' and the crucial ideas of his whole economics writings of Marshall. For him ‘the solution of economic problems was not an application of the hedonistic calculus, but a prior condition of the exercise of man's higher faculties'. The paper stresses a nonutilitarian perspective. The first section examines the man's economic conditions and human character, work and life, economic and ethical progress. Then the second section discusses about the ideas moralizing capitalism and citizenship, which is followed by the section on education and strength of the people; and supported by the discussions on the cumulative effects of people's wages in the final section.
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Annemans, Lieven. "Progress in vaccines, progress in health economics." Vaccine 28 (November 2010): G1—G2. http://dx.doi.org/10.1016/j.vaccine.2010.06.078.

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Dal Bó, Ernesto, and Frederico Finan. "Progress and Perspectives in the Study of Political Selection." Annual Review of Economics 10, no. 1 (August 2, 2018): 541–75. http://dx.doi.org/10.1146/annurev-economics-080217-053221.

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Abstract:
We provide a model of self-selection by candidates in a probabilistic voting environment to shed light on the forces shaping the quality of politicians from both the supply and demand sides of politics. The model highlights the idea that the patterns of selection and the comparative statics of politician quality depend critically on how the costs of running for office vary for candidates with different qualities. The model offers predictions on how the quality of the political class will vary with key parameters pertaining to both the supply and demand for candidates. We use the model to frame a review of the empirical literature on political selection that has emerged over the past two decades. We contrast areas where significant progress has been made with others where important theoretical predictions remain untested or existing evidence does not allow a consensus, highlighting areas for future research.
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Ferenț, Darius-Antoniu. "Closed Economies, Autarchy – Failure and Economic Disaster." Cunoașterea Științifică 1, no. 2 (December 2022): 46–51. http://dx.doi.org/10.58679/cs50603.

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Abstract:
Autarchy is an economic system in which the state refuses any commercial connection with the outside, solely relying on its own resources. In an autarchic economy, the state does not participate in the international economic life, is not part of any regional and/or global economic organization and does not export or import goods. The characteristics of a closed, autarchic economy are: 1). the state does not take into account the progress of the world economy, 2). the state lacks involvement in the international economy, 3). economic independence is pursued by drastically reducing or canceling imports and exports, 4). the state solely relies on its own resources. This economic system can lead to: a). a pronounced economic decline, due to the impossibility of the state to provide the necessary goods and services for the population’s livelihood, b). a decrease in national incomes, considerable decrease in GDP, c). an increase in the state’s access to domestic natural resources, which in turn leads to an increased chance of their depletion, d). social instability.
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Naqvi, Syed Nawab Haider. "The Bases of Development Policy (Presidential Address)." Pakistan Development Review 34, no. 4I (December 1, 1995): 321–30. http://dx.doi.org/10.30541/v34i4ipp.321-330.

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Abstract:
Development economics seeks to isolate the elemental forces at work in developing countries that raise per capita income, initially and then continuously, by exploiting fully the inter-industry and inter-sectoral network of economies of scale, externalities, and complementarities; it also analyses the key factors that decide a fair distribution of the fruits of economic progress, and those which enhance human happiness more directly. The process of economic development is seen as complex, even mysterious; which must be tackled by conscious planning where coordination failures are threatening, and through the market mechanism if information problems are daunting. Yet a persistent theme in economic literature has been one of denial of the (marginal) utility of development economics. Essentially, most of these “arguments” against development economics are nothing more than a thinly disguised championing of the ideology of free-market capitalism and neo-classical economics as the ultimate truths about the economic universe [Heilbroner (1990)]. They are a frame of thought into which development economics would not fit “naturally”. As one would expect, these views about development economics have not gone unchallenged. But the main issue is far from settled. I, therefore, restate here the case for development economics to make sure that development policy is saved from the revages of an incompatible liberalist philosophy. I would concentrate on issues related to the acknowledged mainsprings of economic progress, and those related to the relationship between trade and growth and the interface of the government and the market. Finally, I would like to emphasise the need to acquire an overarching ethical vision in order to identify the ends of economic progress and to order the means to achieve them.
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Day, Charles. "The economics of progress." Physics Today 73, no. 4 (April 1, 2020): 8. http://dx.doi.org/10.1063/pt.3.4440.

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Miller, Edythe S. "The Economics of Progress." Journal of Economic Issues 26, no. 1 (March 1992): 115–24. http://dx.doi.org/10.1080/00213624.1992.11505264.

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Grodal, S. "ECONOMICS: To Incubate Progress." Science 322, no. 5901 (October 24, 2008): 530. http://dx.doi.org/10.1126/science.1164804.

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Loasby, Brian J. "Marshall's Economics of Progress." Journal of Economic Studies 13, no. 5 (May 1986): 16–26. http://dx.doi.org/10.1108/eb002636.

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Backhouse, Roger E. "Progress in Heterodox Economics." Journal of the History of Economic Thought 22, no. 2 (June 2000): 149–55. http://dx.doi.org/10.1080/10427710050025358.

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Abstract:
There is great variety within contemporary economics. As Coats (2000) points out, not only are there several schools of thought that would conventionally be labeled “heterodox,” there are numerous economists whose work is in a significant sense unorthodox or unconventional. How, then, can a dividing line be drawn between dissent within orthodoxy and dissent from orthodoxy? The suggestion I make here is that a heterodox school of thought has to satisfy three criteria.
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Niu, Muchuan, Sheng Zhang, Nannan Zhang, Zuhui Wen, Meng Xu, and Yifu Yang. "Progress in the Research of Environmental Macroeconomics." Sustainability 14, no. 3 (January 21, 2022): 1190. http://dx.doi.org/10.3390/su14031190.

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Abstract:
This review systematically introduces the current main research directions of environmental macroeconomics. Environmental macroeconomics research aims to study the relationship between economic development and the ecological environment and ultimately achieve green outcomes. At the same time, maintaining a moderate economic scale within the environmental setting is vital to get rid of excessive dependence on economic growth. This review draws on the traditional macroeconomics framework, focusing on economic growth, the economics of climate, economic policy, work, consumption, technological progress, industrial structure, and other topics. Although most studies have highlighted the importance of environmental issues, few empirical analyses combine environmental policy with economic policy, production, consumption, climate change, etc., and theories such as ecological, technological progress, business cycle, and environmental policy lack the necessary practical support. It is, therefore, difficult to put forward appropriate and measurable policy recommendations. Environmental macroeconomics is still a relatively new field of research, the theoretical system has flaws, and innovations in models still need to be improved. We suggest that environmental policy formulation be placed in a dynamic general equilibrium framework.
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Sandler, Ralph, and James M. Buchanan. "Ethics and Economic Progress." Southern Economic Journal 61, no. 4 (April 1995): 1256. http://dx.doi.org/10.2307/1060774.

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Swann, Peter, and Aubrey Silberston. "Technology and Economic Progress." Economic Journal 99, no. 398 (December 1989): 1199. http://dx.doi.org/10.2307/2234105.

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FARMER, AMY, and RAJA KALI. "Economic Progress, Social Regress?" Journal of Public Economic Theory 9, no. 3 (June 2007): 501–19. http://dx.doi.org/10.1111/j.1467-9779.2007.00317.x.

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Mabirizi, Deogratias. "Political freedom, economic progress." Peace Review 7, no. 3-4 (January 1995): 425–29. http://dx.doi.org/10.1080/10402659508425911.

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Ekins, Paul. "Indicators of economic progress." Science and Public Policy 13, no. 4 (August 1986): 216–17. http://dx.doi.org/10.1093/spp/13.4.216.

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Prabha Unnithan, N. "Ethics and economic progress." Social Science Journal 35, no. 2 (June 1, 1998): 287–90. http://dx.doi.org/10.1016/s0362-3319(98)90047-7.

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