Journal articles on the topic 'Progetto urbanistico'

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Barattucci, Chiara. "Il progetto urbanistico per gli spazi pubblici delle diversità nel contesto occidentale europeo." CRIOS, no. 23 (October 2022): 56–65. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023006.

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Abstract:
Dopo aver definito l'espressione spazi pubblici nella cultura occidentale europea, questo articolo illustra le ragioni che motivano l'importanza del dialogo interculturale e dell'edu- cazione alla tolleranza reciproca negli spazi pubblici urbani. Viene quindi evidenziato il ruolo sempre più importante del concetto di mixité per il progetto urbanistico europeo di rigenerazione degli spazi pubblici. Un progetto urbanistico che deve affrontare anche, nel contesto della perdurante crisi economica, ambientale e sociale, il rapporto proble- matico tra procedure urbanistiche e scarsità di risorse economiche pubbliche. Nell'arti- colo si sostiene quindi l'urgenza di un nuovo progetto urbanistico europeo, fondato su sperimentazioni contestualizzate e progetti esplorativi. La vivibilità della futura Europa urbana va infatti costruita a partire dalla rigenerazione degli spazi pubblici, contrastando le disuguaglianze sociali e aprendo i recinti di enclave socialmente e funzionalmente omogenee.
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Gabellini, Patrizia. "Sottolineature da un'esperienza." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 76–80. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057010.

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Abstract:
Il testo rimarca tre aspetti dell'esperienza di consulenza generale per il nuovo piano di Bologna e pone l'accento sul ruolo della riflessivitŕ nella pratica urbanistica e sulla sua necessitŕ quando il lavoro coinvolga l'Universitŕ. Sulla cittŕ oggi e sul progetto urbanistico: a distanza di 20 anni dal precedente Prg, in una cittŕ e in condizioni politiche e amministrative profondamente modificate, il nuovo piano ha preso posizione sulle dinamiche in atto attraverso l'individuazione di 7 ‘figure' urbane. Sul piano urbanistico: la traduzione del progetto nel piano disegnato dalla legge urbanistica regionale ha comportato un lavoro minuzioso di adattamento e qualche riduzione. Sul processo: a fronte di un'ereditŕ impegnativa, l'innovazione č stata affidata alla capacitŕ di lavorare sulle trasformazioni previste e avviate, aggiungendo e ricomponendo entro una diversa prospettiva.
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Alì, Alessandro. "Piccoli centri. Campi di riforma del progetto urbanistico." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093007.

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Abstract:
Dieci anni separano il nuovo Piano urbanistico di Romano di Lombardia approvato definitivamente nell'aprile 2019 da quello precedente costruito alle soglie della crisi del primo decennio del millennio. Un periodo tradizionalmente breve per l'urbanistica, ma sufficiente per tracciare un profondo mutamento nelle domande e nei fabbisogni che attraversano i territori dei piccoli centri. La crisi di previsioni di crescita urbana e di scelte di sviluppo di impresa apparentemente illimitate, il rapporto tra pubblica amministrazione e soggetto privato nella costruzione del welfare urbano, le difficoltà a compiersi delle grandi trasformazioni pianificate in contrapposizione alla fluidità di quelle piccole e diffuse, sono alcuni aspetti del fare urbanistica messi in questione dal nuovo piano di Romano di Lombardia.
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Musarra, Gabriella. "Una nuova dialettica tra il piano e il progetto: i grandi progetti urbani." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Abstract:
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Bonfantini, Bertrando. "Editoriale. Dispositivi del progetto urbanistico (una quasi-recensione)." TERRITORIO, no. 86 (February 2019): 187–90. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-086023.

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Lenoci, Sabina. "Appunti sul progetto sostenibile della città contemporanea." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 103 (July 2012): 30–41. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103003.

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Abstract:
L'articolo propone una riflessione su un tema molto frequentato nell'ambito del dibattito attuale sulla città: quello della conversione ecologica della città contemporanea. L'autrice abbandona le correnti retoriche legate all'eccessiva ingegnerizzazione del progetto urbanistico e all'opposto alle teorie, pur suggestive, dell'envelopement per rintracciare all'interno della tradizione modernista delle discipline del progetto urbano un filone di studi e sperimentazioni sulla città sostenibile e rinnovabile.
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Alě, Alessandro. "La produzione del progetto." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 102–11. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057014.

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Abstract:
L'articolo descrive la costruzione del nuovo Piano urbanistico di Cernusco sul Naviglio seguendo la traccia delle principali scelte effettuate nel corso dello sviluppo tecnico del lavoro. I tempi, i luoghi e le circostanze, gli obiettivi, le condizioni legislative, i limiti e le possibilitŕ operative hanno influito sulla forma del progetto e dei documenti facendo emergere i temi progressivamente e rendendo necessario aggiornare e adattare il disegno e la struttura normativa ed argomentativa del piano come un grande palinsesto. Il racconto segue la maturazione del progetto, la forma e contenuti dei documenti, i principali esiti attesi evidenziandone le molte dimensioni tecniche.
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Sampieri, Angelo. "Il riarticolarsi del discorso sull'abitare nelle culture del progetto contemporaneo." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 9–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099002.

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Abstract:
Le ricerche che durante gli ultimi anni si sono impegnate a esplorare il mutamento dell'abitare contemporaneo hanno messo in evidenza una pluralitŕ di forme dell'abitare, variegate, che assumono la diversitŕ (sociale oltre che territoriale) come un valore. A fronte di questa varietŕ, come risponde il progetto urbanistico e architettonico? La distanza tra la pluralitŕ delle forme e la rigiditŕ dell'offerta puň essere imputata (tra le altre cose) a una cultura del progetto non all'altezza dei problemi che l'abitare oggi pone? Alcune sperimentazioni condotte in Francia in anni recenti aiutano a discutere la capacitŕ che ha ancora il progetto nell'interpretare e riscrivere pratiche dell'abitare.
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Pasqui, Gabriele. "Tempi dispari: il ciclo di vita del progetto urbanistico." PRISMA Economia - Società - Lavoro, no. 1 (October 2011): 38–42. http://dx.doi.org/10.3280/pri2011-001005.

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Bonfantini, G. Bertrando. "Campagne abitate e progetto urbanistico: il caso di Jesi." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 90–101. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097007.

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Abstract:
Gli spazi investiti da pratiche "rurbane" conoscono una stagione di particolare interesse critico. Nella prima parte di questo scritto si avanzano alcuni argomenti circa il carattere irriducibilmente plurale che il tema sembra rivelare. La seconda parte ha carattere monografico e osserva la campagna abitata attraverso il caso offerto dal nuovo piano urbanistico di Jesi (Ancona). Nel paragrafo conclusivo si sottolineano alcuni aspetti della piů generale rilevanza e attualitŕ del tema e del caso in relazione ai problemi posti dal "progetto di territorio" contemporaneo.
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Coslovich, Veronica, Mea Maria Della, and Gabriele Pitacco. "Progetto urbanistico di Gerusalemme per realizzare l'utopia della normalitŕ." FUTURIBILI, no. 3 (September 2012): 244–66. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003016.

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Abstract:
Il fascino delle utopie č stato e continua ad essere fecondo terreno di confronto per intellettuali, scrittori ed architetti. L'iterazione dell'uso di questo strumento di prefigurazione in campo progettuale ha generato una "abitudine alla provocazione" architettonica al punto da definire una normalitŕ dell'utopia. Questo progetto vuole lanciare una provocazione altrettanto forte affidandosi agli strumenti della disciplina architettonica. Una provocazione che propone delle soluzioni progettuali per una Gerusalemme del futuro dove il conflitto non č la caratteristica predominante della cittŕ. Un futuro di pace senza una data precisa. Un futuro dove i temi possono essere lo sviluppo, il benessere e la qualitŕ.
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Bonfantini, Bertrando. "Lo stile delle città: sul progetto urbanistico di Bruno Gabrielli." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 189–91. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098023.

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Ciacci, Leonardo. "Racconto e condivisione del progetto urbanistico. Serve un'identità nuova del progettista." CRIOS, no. 14 (October 2017): 44–58. http://dx.doi.org/10.3280/crios2017-014005.

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Bellini, Amedeo. "Il monumento alle Cinque giornate di Milano." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 21–51. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132002.

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Abstract:
Dal 1879 si svolge un concorso per la realizzazione del monumento alle "Cinque Giornate" di Milano: l'insurrezione armata che per un breve periodo, nel 1848, aveva liberato la cittŕ dal dominio austriaco. Il desiderio dell'amministrazione municipale era quello di costruire un monumento architettonico utilizzabile, un porta o un grande portico presso i caselli daziari della Porta Vittoria che giŕ aveva quel nome perché presso di essa si erano svolte le fasi principali della battaglia. Si voleva risolvere cosě anche il problema urbanistico dell'accesso alla cittŕ lungo una direttrice in espansione. Le discussione dei critici e degli amministratori sui progetti presentati in un primo e poi in un secondo concorso offrono un quadro chiaro della lettura storica e simbolica dell'architettura, caratteristica della cultura italiana del tempo, ma infine, soprattutto per pressione dell'opinione pubblica, si abbandonerŕ il progetto per realizzare un grande monumento scultoreo.
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Sampieri, Angelo, and Quirino Spinelli. "Il progetto urbanistico alla prova dell'accoglienza. Rifugiati e richiedenti asilo a Torino." TERRITORIO, no. 83 (March 2018): 137–49. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-083019.

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Secchi, Marialessandra. "Visioni Urbane. Una definizione ostensiva della natura e utilità del progetto urbanistico." TERRITORIO, no. 87 (June 2019): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/tr2018-087001.

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Bonfantini, Bertrando. "Gli scarti possibili e necessari: il Rue come progetto strategico." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 70–75. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057009.

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Abstract:
Il Regolamento urbanistico edilizio non č il luogo della regola banale, ma concorre alla costruzione del progetto strategico per la cittŕ. La sua natura ‘statutaria' lo rende particolarmente sensibile alla consuetudine localmente radicata, e questo crea una tensione tra inerzia ed innovazione in un processo dagli esiti incerti, ben oltre la mera approvazione formale. L'articolo propone quattro passaggi: evidenzia il ruolo di snodo assunto dal Rue in rapporto al Psc e al Poc, ma soprattutto con i regolamenti di settore e complementi normativi di cui tenta il coordinamento; sottolinea come il Rue configuri un ‘palinsesto', nel complesso equilibrio tra regole che restano e regole nuove; si sofferma sui principali scostamenti che marcano lo scarto rispetto al passato; sostiene l'urgenza di una rinnovata efficacia del regolamento anche a costo di una temporanea minore efficienza.
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Bricocoli, Massimo, and Stefania Sabatinelli. "Città, welfare e servizi: temi e questioni per il progetto urbanistico e le politiche sociali." TERRITORIO, no. 83 (March 2018): 106–10. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-083015.

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Erba, Valeria, and Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Abstract:
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Lanzani, Arturo, Chiara Merlini, and Federico Zanfi. "Quando «un nuovo ciclo di vita» non si dà. Fenomenologia dello spazio abbandonato e prospettive per il progetto urbanistico oltre il paradigma del riuso." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 109 (November 2014): 28–47. http://dx.doi.org/10.3280/asur2014-109003.

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Cinŕ, Giuseppe. "Il progetto urbano come cardine di una mutazione disciplinare rimasta incompiuta." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 31–50. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104003.

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Abstract:
Il saggio tratta l'evoluzione del Progetto Urbano dalle sue prime formulazioni alle attuali versioni, fornendo una sintesi critica dei significati e dei risultati nel tempo raggiunti e individuando tre fasi evolutive: la prima, con i primi tentativi di modificare i rigidi assunti del canone moderno; la seconda, caratterizzata dal ritorno alla cittŕ; la terza, segnata dalla maturazione dei suoi contenuti ma anche dalle prime derive interpretative. Il testo mette in rilievo la contraddizione in atto di due percorsi paralleli: quello dei Progetti Urbani tendenti a produrre innovazione urbana producendo "piů cittŕ", senza abdicare alle funzioni del piano; quello dei Progetti Urbani che sfruttano i varchi aperti dalla crisi della pianificazione urbana per rispondere solo alle regole del mercato. Il testo si interroga infine sulle difficili prospettive di un ritorno di interesse verso il Progetto Urbano come paradigma dell'azione urbanistica.
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Marcon, Alessandra, and Elvira Pietrobon. "Deconstructing paradigms of Western thought." CRIOS, no. 23 (October 2022): 78–87. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023008.

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Abstract:
Questo articolo ripercorre le due giornate del seminario Deconstructing paradigms of Western thought organizzato dalla Scuola di Dottorato in Urbanistica IUAV a Venezia nel maggio 2022. L'obiettivo del seminario era quello di esplorare due approcci emergenti che stanno contribuendo a reinterrogare alcuni paradigmi del pensiero occidentale, al fine di evidenziarne le ripercussioni sulla cultura della ricerca e del progetto urbanistici. Alla discussione sono stati invitati a partecipare gli autori di due libri: Sébastien Marot, autore di Taking the country's side, Agriculture and Architecture, e Antonio Di Campli, autore di La differenza amazzonica, Forme ed ecologie della coesistenza. Due prospettive hanno guidato la discussione all'interno dei rispettivi incontri: come fare ricerca e progettazione Beyond Nature and Nurture e cosa significa Decoloniale dal punto di vista dell'urbanistica. Attraverso la recensione del seminario, l'articolo intende riportare la discussione sulla ricerca e il progetto alla loro dimensione politica ed epistemologica attraverso strumenti rinnovati che tengano conto delle attuali condizioni di crisi e le riflessioni critiche che ne scaturiscono.
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Prosdocimi, Maritza. "London Transformed: John Nash e l'ibrido progettuale." TERRITORIO, no. 96 (September 2021): 174–89. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096016.

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Abstract:
Nella prima metà dell'Ottocento i ‘London Improvements' realizzano trasformazioni urbanistiche che testimoniano un nuovo atteggiamento rispetto alla città in Europa, all'indomani del trauma delle guerre napoleoniche, nel confronto col nuovo assestamento post-bellico. Questi progetti sono da attribuire alle abilità creative di John Nash, cui dobbiamo i pioneristici lavori di Regent's Park e Regent Street, che lo consacrano come ‘architect of the Picturesque'. Qui, il Pittoresco travalica la definizione di categoria estetica, si concretizza nell'espressione architettonica e trova scenografica applicazione nella progettazione urbanistica. In quale modo e in quale fase John Nash adotta il Pittoresco e, soprattutto, quali sono le ragioni di tale scelta?
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Pastore, Domenico. "Il disegno di un nuovo paesaggio archeologico. Un’analisi grafico-proiettiva del cimitero comunale di Parabita." EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 26, no. 43 (November 19, 2021): 124–37. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2021.15525.

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Abstract:
Il cimitero monumentale di Parabita 1, progettato dal G.R.A.U. (Gruppo Romano Architetti e Urbanisti) nel 1967 è un’opera che ha profondamente segnato il panorama architettonico italiano sul finire degli anni ’60. Il progetto fu commissionato al G.R.A.U 2 dall’amministrazione comunale come ampliamento del camposanto ottocentesco esistente, per far fronte alla necessità di dotare l’area cimiteriale di nuovi luoghi di tumulazione, ossari, camera mortuaria e servizi. L’area indicata nei documenti catastali, allegati al incarico di progettazione, si sviluppa a nord del preesistente recinto cimiteriale ed occupa una superficie scoscesa di forma pressoché quadrata disposta ai piedi di un’altura che costeggia il settecentesco Convento degli Alcantarini e congiunge due assi viari (Fig. 1).
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Tadi, Massimo, and Angela Colucci. "Terredoltreadda: un caso campione per un nuovo modello insediativo responsabile." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 138–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058013.

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Abstract:
Č in corso la redazione del Piano strategico e di alcuni progetti pilota all'interno della pianifi cazione concertata di tre comunitŕ del Parco Regionale Adda Sud, unite sotto la denominazione di Terreoltreadda, che condividono l'orientamento verso uno sviluppo territoriale sostenibile, la riduzione di emissioni in atmosfera e l'innovazione nei sistemi produttivi, insediativi e dei servizi. Apripista nel 2006 č stato il comune di Boffalora d'Adda, che ha cominciato a integrare la pianifi cazione urbanistica, approvando un Pgt sperimentale, e le singole azioni di progetto. Gli asset sui quali si gioca questa scommessa sono quelli dell'energia, con la sperimentazione di tecniche ambientali e di produzione di energie rinnovabili, della biodiversitŕ e delle acque, per la stretta correlazione non solo con il fi ume, ma con una rete storica di canali e fontanili, e quello della cultura, con la presenza dell'abbazia di Cerreto, dei nuclei storici e delle cascine.
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Campos Venuti, Giuseppe. "La pianificazione urbanistica come qualificazione urbana." Ciudades, no. 03 (February 1, 2018): 23. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.03.1996.23-33.

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Abstract:
lo sono un architetto che da quaranta anni si occupa di urbanistica e da trentacinque anni se ne occupa in modo esclusivo, non avendo più disegnato neppure il progetto della mia casetta all'isola d'Elba. Eppure non ho mai smesso di sentire che la mia formazione originaria di architetto e stata decisiva per il mio lavoro di urbanista.
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Ziegler, Volker. "Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione: Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo." STORIA URBANA, no. 129 (April 2011): 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

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Abstract:
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
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Vitillo, Piergiorgio. "La perequazione urbanistica. Progetto e crisi del mercato urbano." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (June 2014): 101–12. http://dx.doi.org/10.3280/scre2014-002008.

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Ginocchini, Giovanni. "Dalla cittŕ: il momento urbanistico di Bologna e la sua dimensione pubblica." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 66–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057008.

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Abstract:
L'evoluzione dell'Urban Center, l'attenzione per la comunicazione che ha accompagnato la redazione dei nuovi strumenti urbanistici, l'esperienza dei laboratori di quartiere sono gli spunti utilizzati per fornire un quadro, solo parzialmente organico, della discussione pubblica bolognese sui temi urbanistici. Il racconto si spinge fino all'attualitŕ, caratterizzata da una particolare attenzione per i progetti relativi alla cittŕ storica in uno scenario generale di crisi (non solo economica ed ambientale, ma anche politica) forse senza precedenti, almeno in anni recenti.
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Badami, Alessandra. "L'investimento in arte e cultura per fondare una cittŕ e generare una comunitŕ a Gibellina. Intervista a Ludovico Corrao." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 105 (November 2012): 66–86. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-105005.

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Abstract:
L'autrice propone, in forma di intervista, un ritratto della poliedrica figura di Ludovico Corrao sotto il profilo della sua attivitŕ urbanistica. Il generoso ingegno del Senatore Corrao, che ha guidato la costruzione della cittŕ nuova di Gibellina a seguito del terremoto del 1968, ha concepito un progetto di cittŕ ispirandosi all'arte e alla cultura come principi connotanti e caratterizzanti di una nuova societŕ. L'intervista, che vuole anche essere un omaggio alla figura di Corrao dopo la sua recente tragica scomparsa e un invito ad approfondire la conoscenza della storia e della realtŕ attuale di Gibellina, č preceduta da un breve profilo della sua attivitŕ politica e urbanistica.
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Evangelisti, Francesco. "Prossima Bologna: processo, piani, progetti." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057007.

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Abstract:
Piů di un anno č trascorso tra la definitiva approvazione dei nuovi strumenti urbanistici di Bologna e il quadro d'aggiornamento sui processi trasformativi della cittŕ, qui restituito. In mezzo la brevissima stagione amministrativa del sindaco Delbono e la prolungata gestione del Commissario straordinario Cancellieri. Sullo sfondo, la crisi economica e il rallentamento che essa ha prodotto anche nei settori dell'edilizia e delle infrastrutture. L'articolo opera una ricognizione delle trasformazioni in corso osservandole secondo il principio d'ordine che il Piano strutturale comunale ha individuato a loro interpretazione e guida con le figure territoriali delle ‘sette cittŕ'. Tra gli interventi di questo periodo anche quelli prioritari d'urgenza promossi dal Commissario per la riqualificazione del nucleo antico della cittŕ ed in particolare dei suoi spazi pubblici.
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Alì, Alessandro, and Arturo Lanzani. "Nello spazio periurbano della metropoli estesa: piano e progetti per Romano di Lombardia." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 37–43. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093006.

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Abstract:
Il caso di Romano di Lombardia, a cavallo tra le province di Bergamo, Brescia e Cremona, racconta del tentativo di un piccolo centro di costruire un percorso di rilancio e valorizzazione in controtendenza alla visione di sviluppo oggi prevalente all'interno dei territori periurbani della megalopoli padana. L'integrazione di piano e progetti, l'attenzione rivolta alla salvaguardia della risorsa ‘suolo inedificato', la centralità della ricomposizione e della manutenzione straordinaria delle infrastrutture cittadine a supporto della qualità della vita quotidiana costituiscono i caratteri salienti di una vicenda urbanistica particolarmente densa, in corso dal 2016. Il tentativo di costruire una prospettiva di equilibrio e non più di crescita dell'urbanizzato si scontra tuttavia con evidenti difficoltà, il cui superamento richiede un radicale cambiamento di rotta del fare urbanistica.
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Korolija, Aleksa, and Cristina Pallini. "Skopje 1963. Il progetto di ricostruzione tra i "giganti" e le reti." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (April 2021): 60–81. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1005.

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Abstract:
Il saggio esplora la ricostruzione di Skopje dopo il terremoto del 1963 che innesco la mobilitazione di aiuti e competenze internazionali. Non si trattava solo di affrontare il tema del centro in relazione alla citta storica; entrarono in gioco fenomeni insediativi gia in atto, la gestione dell'emergenza, le politiche di pianificazione regionale, quindi il ruolo geografico della citta. Skopje costitui un banco di prova per la cultura architettonica e urbanistica del dopoguerra.
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Besio, Mariolina. "Abitare in campagna. Un progetto normativo per il territorio, l'ambiente e il paesaggio." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 48–60. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097005.

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Abstract:
L'autore considera le forme abitative che si stanno diffondendo nei territori rurali. Rileva le emergenze ambientali che vi si sono manifestate negli ultimi decenni e il rinnovato interesse per il paesaggio. Prende atto che in urbanistica il territorio extraurbano č stato un tema di scarsa importanza e che gli strumenti disponibili non sono adeguati. Conclude, mettendo a fuoco principi, criteri e categorie di un progetto normativo in grado di governare i nuovi processi abitativi in modo complessivo e organico.
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Doni, Matteo. "Gli effetti urbanistici di un grande progetto di trasformazione della cittŕ di Milano." TERRITORIO, no. 47 (February 2009): 139–49. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047016.

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Abstract:
- Consideration of the affair of the former O.M. (Machine Workshop) area starts with an attempt to ‘read the past to understand the present' and therefore the main documents, plans and programmes which affected this part of the city were examined and ‘taken apart' as it were. This process involved analysing some of the main Milanese deregulation instruments (The master document for the Urban Link Line Railway, 1983), the starting point for the redefinition of plans for this area. In subsequent years the entire area was affected by the ‘Nine parks for Milan project' (1995) which laid the foundations for the complete conversion of it, which was to occur with the ‘Urban redevelopment programme' (1999) named the ‘former O.M.'. As we will see, this programme was to take no account of some abandoned or about to be abandoned areas contiguous to the zone which were redeveloped independently using the ‘Dia' instrument. Reflection performed at the same time on the planning assumptions and on actual results highlighted issues for consideration within the framework of large urban transformations. Being There and Away.
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Ercolini, Michele. "Il ruolo dei sistemi fluviali nel progetto di territorio: problematiche, "ossimori urbanistici", dimensioni strategiche." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 129 (December 2020): 71–97. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129004.

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Njagi, Kaburu Francesco. "Nairobi. Il caro prezzo di un progetto metropolitano." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 37–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126003.

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Abstract:
Nell'agosto 2009 i cittadini kenyoti sono stati sottoposti al quinto censimento nazionale dall'anno dell'indipendenza (1964). Il rilevamento del 1999 aveva confermato come il Rift Valley e Nairobi (a cui dal punto di vista geo-demografico possiamo accorpare la provincia centrale) siano il principale polo d'attrazione nelle migrazioni interne al paese. In attesa dei risultati dell'ultimo censimento rimangono in sospeso alcune questioni cruciali: qual č stato l'impatto sul paesaggio urbano della capitale dell'immigrazione di piu' di un milione e mezzo di persone dal 1969 ad oggi? Come sono cambiate, nel tempo, le politiche locali e nazionali di gestione del fenomeno? Per rispondere a queste domande č stato necessario ripercorrere la storia della cittŕ a partire dalla sua fondazione come stazione ferroviaria nel 1899 e la successiva designazione del centro come capitale del Protettorato dell'Africa orientale prima e della Colonia Britannica poi. Le sperimentazioni urbanistiche che hanno contraddistinto Nairobi sin dai suoi esordi ne fanno oggi una cittŕ di grande interesse per delineare le possibili direzioni dello sviluppo urbano in Africa sub-sahariana.
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Moriconi, Sofia. "L'arroganza del progetto. Interrogazione sulle modalità minori di immaginare futuri." CRIOS, no. 22 (March 2022): 80–87. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022008.

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Abstract:
«Esiste un progetto minore? E se esiste, come è fatto?». Queste le domande al centro del volume di Camillo Boano figlio delle sue riflessioni nei primi mesi della pandemia. Un tempo in cui l'arroganza di un "fare progettuale" determinista e bio-tecno-scientista si è manifestata in tutta la sua violenza, ma anche in tutta la sua vacuità. L'autore del libro si chiede se è possibile praticare una minorità nelle discipline architettoniche ed urbanistiche, senza ritirarsi in altre discipline o contribuendo al disfacimento del progetto stesso. Grazie ad un ampia e disparata varietà di riferimenti, Boano suggerisce di mettere al centro l'incessante divenire del processo generativo piuttosto che il prodotto finale. Derivandole dai lavori di Agamben, Esposito e Mignolo, propone tre declinazioni della minorità: inoperativa, istituente e decoloniale. Questa riflessione si interroga sulla natura del processo generativo suggerito e sull'ampiezza dei margini di un "soggetto progettante".
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Alietti, Alfredo, and Sonia Paone. "Partecipazione, riqualificazione urbana ed esclusione sociale: analisi critica dei Contratti di quartiere." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 27–48. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090004.

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Abstract:
I Contratti di quartiere sono progetti integrati di recupero urbano indirizzati a quartieri caratterizzati da diffuso degrado delle costruzioni, da carenze di servizi e da scarsa coesione sociale. Gli interventi previsti hanno contenuto urbanistico e sociale e sono realizzati predisponendo forme di partecipazione dei residenti. L'articolo esamina i limiti di questo tipo di intervento considerando gli aspetti legati alla prassi di governo (difficoltŕ nel coinvolgimento dei residenti), e si interroga sull'effettiva capacitŕ di promuovere attraverso questo tipo di azione percorsi di inclusione sociale, il rischio č infatti quello di confinare a livello locale le cause dell'esclusione sociale, perdendo cosě di vista il contesto piů ampio sia a livello macroeconomico che macrosociale.
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Trotto, Chiara. "Le politiche urbane del governo senegalese e lo sviluppo cittŕ di Dakar." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 95–115. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126005.

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Abstract:
La cittŕ di Dakar rappresenta l'emblema dell'accentramento politico-amministrativo "alla francese". Il suo sviluppo urbano ha visto una crescita esponenziale che ha portato al sovraffollamento di molte aree urbane e peri-urbane soprattutto negli ultimi vent'anni. Le autoritŕ politiche hanno cercato di arginare il problema della crescita disomogenea e sregolata della cittŕ: dapprima attuando politiche stataliste di regolarizzazione forzata, successivamente attraverso progetti di costruzione partecipata dell'habitat urbano. L'unicitŕ della gestione urbana della cittŕ risiede nel codice urbanistico senegalese che lascia al presidente della Repubblica l'ultima parola riguardo alle decisioni di politica urbana; questo a dimostrazione dell'importanza e del peso politico che ricoprono le problematiche urbane in questo paese e del difficile processo di decentralizzazione tuttora da metabolizzare. Negli ultimi anni, il presidente Abdoulaye Wade ha cercato di dare nuovo slancio alla capitale inaugurando costosi progetti infrastrutturali e avviando la costruzione di monumenti grandiosi, che danno lustro alla cittŕ; il suo obiettivo č riconsegnare alla cittŕ il ruolo di capitale dell'Africa francofona e, possibilmente, dell'Africa tutta, come polo trainante degli affari economici e commerciali della costa ovest.
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Barattucci, Chiara. "Strumenti urbanistici per la rigenerazione delle aree produttive come nuove parti di città." TERRITORIO, no. 99 (August 2022): 130–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099018.

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Abstract:
L'articolo osserva le aree produttive del Nord Italia a partire da una domanda principale: gli strumenti urbanistici che nel XX secolo ne hanno permesso la realizzazione, oggi, sono ancora utili per guidare la loro rigenerazione come nuove parti di città? Dopo avere illustrato i principali obiettivi della rigenerazione sostenibile delle aree produttive, il testo richiama i tre strumenti che, nel tempo, sono stati determinanti per la loro costruzione: le zone D della zonizzazione; i pip, Piani per gli Insediamenti Produttivi; le apea, Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. L'articolo riflette quindi sulla necessità di nuovi strumenti contestualizzati, multidimensionali e multiattoriali, capaci di inserire la riqualificazione delle aree produttive in progetti e programmi adattivi nel tempo.
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Bricocoli, Massimo. "Lo sguardo acquietato dell'urbanista sull'architettura dell'abitare." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 94 (June 2009): 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-094008.

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Abstract:
- Is it possible to investigate urban policies and projects through a close observation of the places they produce? In Torino as in Milano, to research on new urban development projects as well as on the transformation of the existing urban fabric, allows an overview on how public action shapes and guides processes of spatial and social organization in the contemporary urban space. And the organization of urban space is a ground on which the conditions of citizenship are drawn and in which to investigate the relations with social and political organization.Keywords: urban development projects, public action.Parole chiave: progetti urbanistici, azione pubblica.
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Galli, Jacopo. "L’UCRONIA COSTRUITA DI LEONARDO BENEVOLO. IL RUOLO DELL’URBANIZZAZIONE PUBBLICA NEL PROGETTO DI SAN POLO A BRESCIA." Proyecto, Progreso, Arquitectura, no. 27 (2022): 32–47. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2022.i27.02.

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Abstract:
L’articolo riscopre il progetto urbano realizzato dal famoso urbanista e storico Leonardo Benevolo per il quartiere di San Polo a Brescia focalizzandosi sul metodo dell’urbanizzazione pubblica, testato per la prima volta in Italia e, nonostante il successo economico e urbano dell’operazione, mai più riproposto in seguito. La prima sezione fornisce un inquadramento delle condizioni politiche e amministrative che portarono Benevolo a Brescia e del suo rapporto con Luigi Bazoli, illuminato assessore all’urbanistica. La seconda sezione descrive il cambio di paradigma apportato dall’urbanizzazione pubblica: una rivoluzione dei sistemi di proprietà fondiaria in Italia che mirava ad allinearsi ai principali paesi europei definendo un mercato delle aree urbanizzate di proprietà pubblica che abbassasse i prezzi di costruzione consentendo una pianificazione coesa dello sviluppo urbano. La terza sezione criticizza l’operazione progettuale sottolineandone gli indubbi meriti ma facendone emergere i limiti e le possibilità inespresse. La quarta sezione mostra come San Polo sia una ucronia, un frammento unico di una storia alternativa, illustrando come nel 1962 la proposta di riforma urbanistica nazionale elaborata da Fiorentino Sullo, che avrebbe fatto dell'urbanizzazione pubblica una legge statale, avesse sollevato così grandi preoccupazioni da provocare un tentativo di colpo di stato. La conclusione re-inserisce San Polo nella contemporaneità, verificando il valore urbano dell’operazione a cinquanta anni di distanza e cercando di riportare alla luce la lezione di Benevolo, inascoltata ma ancora valevole per le sfide odierne.
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Rubans’ka, Yuliya, and Gianfranco Franz. "Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

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Abstract:
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
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Treccani, Gian Paolo. "Geografie risorgimentali. Allestimenti celebrativi e trasformazioni urbane a Brescia, 1861-1895." STORIA URBANA, no. 132 (February 2012): 165–201. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132006.

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Abstract:
All'indomani dell'annessione di Brescia al regno d'Italia (1859) si attuarono una serie di iniziative volte a commemorare da un lato i cosiddetti padri della patria, protagonisti della stagione risorgimentale, e dall'altro gli episodi che, nel 1849, videro la cittŕ insorgere contro il dominio austriaco dando luogo alla rivolta nota come Dieci giornate. Tutto ciň determinň un sostanziale processo di trasformazione della cittŕ antica, e in parte contribuě a definire il volto di quella moderna. Avvenne con la formazione d'importanti ambiti celebrativi costituti da statue dedicate agli eroi del Risorgimento (Garibaldi in primo luogo), con la sistemazione urbanistica realizzata attorno a queste sculture, la posa di lapidi, il restauro dei "monumenti nazionali" e, infine, con una nuova toponomastica che cancellando antichi nomi di strade e piazze ebbe l'ambizione di rifondare simbolicamente la cittŕ. Tale processo vide in Giuseppe Zanardelli, deputato liberale, ministro dei Lavori pubblici, della Giustizia e piů tardi Primo ministro del regno, un protagonista assoluto capace di concretizzare in queste operazioni l'ideale politico di unitŕ della nazione ma soprattutto di concepire questo progetto in un piů ampio programma di modernizzazione e progresso della societŕ bresciana.
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D’Ambrosio, Maria, and Giovanni Laino. "Educatori come designer degli spazi perFormativi. Asili nido come ‘fabbriche' di cittadinanza e innovazione sociale." WELFARE E ERGONOMIA, no. 1 (June 2020): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001005.

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Abstract:
Il saggio apre uno spazio di riflessione sul tema della povertà educativa attraverso una pro-posta teorica e metodologica che investe le politiche e i servizi per l'infanzia di un ruolo stra-tegico nel ridisegno di un ecosistema territoriale in grado di qualificare in chiave pedagogica gli spazi e le attività rivolte ai minori e alla genitorialità. Una qualità pedagogica che passa per i professionisti dell'educazione, quindi per la loro formazione e per la loro postura da ricercatori in situazione, e anche per una pianificazione urbanistica strategica in grado di coniugarsi con una ‘visione' di città che contenga l'idea di spazio urbano e di relativa comu-nità educante, attenta alla complessità delle dinamiche che producono diseguaglianze, mar-ginalità e le molte forme di povertà. In questo senso, e recuperando una responsabilità istitu-zionale connessa alla responsabilità di ciascun professionista, il saggio fa emergere anche quanto pensato e sperimentato nell'attuazione del progetto IRIS (Interventi per Riqualificare e Innovare la Scuola) riferito agli asili nido e ai servizi per l'infanzia del Comune di Napoli. Politiche socio-educative e politiche urbane vengono lette come strumenti per connettere e articolare in chiave pedagogica, emancipativa, trasformativa, le azioni strutturali e integrate in grado di rispondere ai bisogni dell'infanzia e al ruolo dei professionisti dell'educazione, perché proprio a partire da questi professionisti si possa nutrire e potenziare la loro capacità/necessità di partecipazione alla vita e alla costruzione-rigenerazione dei legami sociali/territoriali, in chiave di contrasto alla povertà educativa. Si tratta cioè di recuperare per le professioni socio-educative e per i decisori istituzionali e i pianificatori delle politiche e dei servizi educativi, quella ‘sensibilità' e quella operosità, e quindi quella Vita Activa, rintraccia-ta dalla Arendt (1958) come specifica della condizione umana. Una condizione, quella sensi-bile e activa, quindi altamente interattiva e partecipativa, che ciascuno è chiamato a recupe-rare e a nutrire, proprio attraverso una qualità del gesto e della pratica educante che va ben oltre gli ‘spazi' destinati all'educazione. "L'educazione non è un'isola", sosteneva Jerome Bruner (1996), e in questo senso le politiche e i servizi educativi si devono riconnettere a una più estesa e complessa cultura dell'educazione che emerge proprio dalle dinamiche urbane, sociali, culturali, e trova nello spazio extra-quotidiano dell'educativo una possibilità concreta di innovazione e di nuova traiettoria. La qualità (pedagogica) dei servizi educativi in un qua-dro istituzionale di Welfare, è dunque quella possibilità della policy di tradursi in agency e di generare innovazione sociale ovvero variazioni sul piano della povertà educativa e dei feno-meni con cui si manifesta. La qualità (pedagogica) ha necessità di prendere corpo e di farsi spazio rigenerandosi in nuove pratiche che lavorino proprio sul nesso tra corpi e spazi, e sulla loro reciproca capacità di interazione. Lo scritto è dunque attraversato da un evidente sguardo epigenetico che tiene insieme rifles-sione epistemologica e sua istanza metodologica e qualifica le pratiche educative come ‘pale-stre' di cittadinanza e di coesione sociale in chiave trasformativa e rigenerativa, sia sul piano individuale che su quello politico e delle politiche, così da far emergere la metodologia ‘em-bodied' (Bongard-Pfeifer, 2007) come approccio bio-politico al governo ‘sensibile' del ‘vivente': perché l'educazione e la politica possono insieme ridisegnare un nuovo ecosistema per il process generativo della creatura vivente/living creature (Dewey, 1934).
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"Urbanistica a Bologna." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 57. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057006.

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Abstract:
Bologna ha approvato nel 2008 (Psc) e nel 2009 (Rue e Poc) i suoi nuovi strumenti di pianificazione, nel quadro definito dalla legge urbanistica regionale 20/2000. Il servizio compone uno sguardo articolato sulla stagione urbanistica bolognese attraverso tre principali mosse. La prima consiste in una lettura critica dei processi trasformativi in corso nel rapporto con i nuovi strumenti, entro un clima politico-amministrativo locale segnato dal commissariamento e in un piů generale quadro di crisi economica. La seconda fornisce una riflessione sui caratteri essenziali del nuovo progetto urbanistico per Bologna e della sua forma tecnica, e sulle intenzioni che li hanno animati; la terza, ad esito di un seminario, discute secondo punti di vista molteplici gli eventuali contenuti ‘di ricerca' rinvenibili nell'operazione bolognese.
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Santos, Vanessa Lessa Fraga dos, and Mônica Santos Salgado. "Scuola di teatro Bolshoi a Rio De Janeiro: integrazione tra arte, educazione, architettura." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, June 8, 2021, 142–73. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/architettura/scuola-di-teatro.

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Abstract:
Il presente progetto è il risultato di una riflessione su temi come il balletto classico, l’arte, l’insegnamento tradizionale in Brasile e l’architettura, come ciascuno è correlato e come inserirli nella composizione di un progetto architettonico, essendo stato presentato come requisito per ottenere una laurea presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica dell’UFRJ. Si è cercato un concetto che potesse riunire tutte le intenzioni progettuali e che facesse la correlazione tra l’arte del balletto classico, l’arte dell’architettura e il programma dei bisogni dell’impresa. L’arte del design non dovrebbe semplicemente seguire schemi, parametri e forme rigidi e, in questo contesto, abbiamo cercato di sviluppare un’architettura fluida e leggera che avesse caratteristiche delle arti e del balletto classico. Per questo è stato verificato il modo in cui il corpo del danzatore esegue i passi di danza e come l’asse di questo corpo permette i movimenti e la fluidità dei passi della coreografia. Non c’è “giusto o sbagliato” nella realizzazione di un progetto, ciò che deve essere preso in considerazione sono le linee guida, i bisogni e le specifiche per ogni spazio pubblico, fisico o cultura locale. Il progetto Bolshoi Ballet School di Rio de Janeiro aggiunge conoscenze nella danza, con lezioni pratiche e teoriche di danza classica, jazz, contemporanea, flamenco, tip tap e folk alla formazione delle scuole superiori tenutasi in Brasile. Gli studenti apprendono tecniche video e musicali, oltre ad avere lezioni di musica pratiche e teoriche, che ampliano ulteriormente la loro formazione di danza, rendendoli ballerini più completi.
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