Dissertations / Theses on the topic 'Progetto urbanistico'

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Pagliarani, Sonia. "The Green Way - Principi di sostenibilità nel progetto urbanistico - Alcune Riflessioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4061/.

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Abstract:
L’obiettivo della presente tesi curriculare è una lettura, in chiave critica, di alcuni esami ed esperienze significative svolte all’interno del corso di studi presso la Facoltà di Architettura “Aldo Rossi”. Questa tesi è caratterizzata da riflessioni circa i principi di sostenibilità per il progetto urbanistico: partendo dal concetto di sostenibilità, si procederà nel rivedere le tappe fondamentali della nascita di questo termine, analizzare gli impegni sottoscritti a livello mondiale ed infine valutare come tali principi sono stati trattati lungo il percorso di studi intrapreso: nel Laboratorio di Sintesi Finale in Architettura Sostenibile, nel Laboratorio di Urbanistica e durante il corso di Tecnica Urbanistica, con riferimento all’esperienza IP Socrates Erasmus Intensive Programme svolto presso la University of Western England a Bristol. Ognuno tra i progetti scelti per questa tesi curriculare è caratterizzato dalla presenza di “verde” come elemento unificatore. Il verde è una componente essenziale nelle nostre città e la qualità ambientale fa parte dei principi cardini dello sviluppo sostenibile; da qui il titolo “the green way”, verde come impronta ecologica, verde come parte integrante del progetto e verde come principio alla base di un una nuova mentalità sostenibile.
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MAGRIN, ANNA. "La conservazione della città : ragioni e conseguenze di un progetto urbanistico italiano." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/11578/278532.

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3

BONFANTINI, GIUSEPPE BERTRANDO. "Tendenze del progetto urbanistico della citta esistente in Italia : teorie, tecniche e piani." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1998. http://hdl.handle.net/11578/278431.

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4

Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/1/Tesi_Stincheddu_Antonio.pdf.

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5

Stincheddu, Antonio Domenico <1969&gt. "Il governo delle città nelle grandi trasformazioni urbane: piano urbanistico e progetto urbano." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/4187/.

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6

De, Vito Valeria. "Homelessness Studio dell' assetto urbanistico e funzionale delle strutture d'accoglienza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il fenomeno degli Homeless è molto sviluppato in Europa e sono varie le strategie adottate per attenuarlo o, meglio ancora, per eliminarlo: associazioni, cooperative, strutture, laboratori, centri d’ascolto etc.. Ma alla base di queste soluzioni c’è un aspetto fondamentale: chi rientra nella categoria di Homeless? Non tutti i paesi rispondono alla seguente domanda nello stesso modo; questo è evidente osservando il questionario proposto da C.O.S.T., European cooperation in science and technology a 24 paesi europei che hanno partecipato alla ricerca MEHO, Measuring Homelessness in Europe, volta a studiare la condizione delle persone senza dimora e le diverse strategie per affrontare la situazione. Tramite varie ricerche gli interventi messi in pratica o ancora in fase di progetto si possono dividere in tre tipologie principali: moduli abitativi temporanei utilizzati come passaggio verso un’abitazione più stabile; spazi urbani riqualificati in veri e propri quartieri; strutture permanenti di vario tipo. L’ultima è sicuramente la tipologia più diffusa: sono strutture con diversi modelli di organizzazione, che offrono servizi alle persone in difficoltà e che mirano, oltre all’accoglienza, alla reintegrazione con i cittadini e a un reinserimento sociale. In Italia, e in particolare Bologna, sono molte le iniziative per le persone in difficoltà, ma con un’organizzazione che può essere definita “dispersiva”. Questi sono i temi affrontati nei primi tre capitoli di questa tesi, che si conclude con un ultimo capitolo che espone un esempio di intervento urbano, che riesca a unire i punti di forza delle varie strategie analizzate precedentemente, andando a risanare una caserma di Bologna, ora inutilizzata, cercando di offrire abitazioni stabili e allo stesso tempo attività di tutti i giorni per poter favorire il ritorno a una vita più facile.
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Crupi, Valentina. "Spazio pubblico e progetto ‘climate proof’: verso un cambio di paradigma per l’urbanistica?" Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2015. http://hdl.handle.net/10077/11015.

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Abstract:
2013/2014
E’ evidente come l’urbanistica e il progetto urbanistico debbano ora misurarsi con una ‘nuova questione urbana’ (Secchi 2010), delineata dalla sempre più urgente sfida ambientale, dai problemi legati all’accessibilità e mobilità e dalle diseguaglianze sociali sempre più accentuate (Secchi 2010). Oggi la questione ambientale, determinata da fattori antropogenici e dal surriscaldamento globale, solleva nuove incognite e interrogativi a cui l’urbanistica è chiamata a trovare risposte. L’impermeabilità dei suoli, l’inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria, il clima urbano, lo smaltimento dei rifiuti, il deterioramento del ciclo delle acque sono conseguenze dirette dell’urbanizzazione dei territori; a peggiorare il critico equilibrio ambientale, gli impatti dei cambiamenti climatici incidono sul bilancio qualitativo e quantitativo delle risorse naturali, aggravano la vulnerabilità del territorio agli eventi atmosferici e mettono a rischio la sicurezza - e l’abitabilità - delle città. Studi recenti suggeriscono come i sistemi urbani, vulnerabili e al tempo stesso responsabili di questi fenomeni, debbano mettere in atto misure di difesa per far fronte alle conseguenze legate al cambio climatico. La pianificazione territoriale e la progettazione urbana, per la comprensione panottica delle risorse naturali e ambientali, giocano un ruolo rilevante nel rendere il territorio urbanizzato meno vulnerabile e più ‘resiliente’. Non vi è dubbio che l’urbanistica debba assumere un atteggiamento proattivo e propositivo di fronte a questa situazione, intraprendendo azioni che adattino gli spazi urbani agli impatti dei cambiamenti climatici, rivalutando l’efficacia delle proprie politiche in un orizzonte di più ampio respiro. La crisi ambientale sembra allora mettere in gioco nuove prospettive di ricerca e di azione su cui la disciplina deve tornare a riflettere. Se ogni crisi e questione urbana ha portato alla luce nuovi temi (Secchi 2013), oggi allora si presenta un’opportunità, per l’urbanistica, di ridefinizione degli obiettivi disciplinari e l’ipotesi di un nuovo campo di indagine, riflessione e progetto per la città. Un’occasione a un ritorno alla cura del territorio, a una presa di coscienza dell’irreversibilità dei processi progettuali sull’ambiente (e sul sistema climatico) e sul bisogno di agire, in termini di adattamento, sulla città esistente. Oggigiorno sembra che l’urbanistica abbia acquisito queste responsabilità e il concetto di ‘rischio’ legato agli eventi ‘naturali’ correlati agli effetti collaterali del cambiamenti climatici fa parte oramai del palinsesto disciplinare. Oltre alla riduzione delle cause che determinano i rischi del surriscaldamento globale, i piani di ultima generazione hanno avviato processi di trasformazione urbana in grado di accogliere, adattandosi, le conseguenze dei cambiamenti climatici all’interno di un progetto olistico che tiene assieme le varie ‘questioni urbane’. Se le strategie di mitigazione e le relative politiche urbane di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra hanno ormai ampiamente individuato chiare e sperimentate modalità di attuazione e realizzazione anche all’interno della disciplina urbanistica, quelle relative all’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici restano tuttora abbastanza vaghe e indefinite. Le soluzioni intraprese dalle città europee si muovono in differenti direzioni: quelle maggiormente condivise sembrano essere accomunate da concetti quali ‘resilienza’, ‘intelligenza’, ‘eco’. Però, all’interno della disciplina, questi concetti hanno difficile traduzione e rischiano di diventare dei concetti facilmente fraintesi, come è avvenuto in passato per la ‘sostenibilità’. La ricerca è strutturata in due parti. La prima è volta a ricostruire lo stato dell’arte disciplinare riguardo i temi dell’adattamento delle città ai cambiamenti climatici. Senza pretesa di esaustività, l’obiettivo consiste nell’individuare presupposti teorici e culturali, direzioni e modalità intraprese all’interno del dibattito disciplinare. La seconda parte, invece, riveste un carattere principalmente operativo e si muove a partire dalle letture di casi in cui il progetto degli spazi aperti affronta le problematiche climatiche in maniera propositiva, traducendo le esigenze di sicurezza e abitabilità in occasione di rigenerazione urbana. Infine all’interno della sezione ‘Apparati’ vengono riportate alcune parole chiave per il progetto climate-proof e un repertorio dei dispositivi spaziali che agiscono per favorire l’adattamento degli spazi pubblici agli impatti collaterali dei mutamenti climatici.
XXVII Ciclo
1982
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Brini, Riccardo. "Progetto urbanistico di sviluppo di aree site in comune di Imola con inserimento di parco tematico e centro commerciale: Il Parco dei Motori." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12009/.

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Abstract:
«Apriamo il Parco dei motori. Solo così Imola e Bologna vivono» Con queste parole, perentorie, il Direttore dell’ ANCE Bologna Carmine Preziosi ha presentato alla stampa nel settembre del 2013 l’idea della quale questa tesi fa parte integrante. Mai si è riusciti davvero a sfruttare a livello continuo e deciso la nomea di “terra dei motori” che l’Emilia Romagna possiede. Quale migliore luogo di Imola, con il suo storico tracciato, per tentare di rilanciare il turismo e creare un nuovo polo attrattivo tra la costa Adriatica e le grandi città della Regione base di tante case automobilistiche? L’individuazione dell’area tramite dialoghi con interlocutori REALMENTE interessati, approfondimenti, studi sociali, del territorio, dell’ambiente, normativi hanno portato alla progettazione urbanistica e di dettaglio (parco tematico compreso in tutti i suoi aspetti fondamentali grazie al rapporto con alcune delle più grandi aziende del mondo del settore) di un lavoro che si presenta finito per essere presentato alle autorità locali per una seria e decisa discussione a riguardo della fattibilità. Tale progetto creerebbe un’area di turismo e di utilità per la collettività del luogo, presentando, oltre al parco e al suo resort, un centro commerciale, un parco verde attrezzato e una futura area di espansione ad uso del Comune, il tutto in una zona adiacente all’ autostrada e ben collegata alla città stessa nonché alle principali vie di comunicazione.
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9

Baldassa, Veronica <1985&gt. "Progetti per una riqualificazione urbanistica e ambientale di Jesolo." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2493.

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Abstract:
La città di Jesolo fu investita negli anni ’60 e ’70 da un improvviso sviluppo turistico ed una conseguente fortissima urbanizzazione, soprattutto lungo la fascia di costa, che portarono ben presto ad una rapida ed estesa saturazione della zona. La repentina speculazione edilizia infatti non subì particolari controlli o arresti fino all’approvazione del Piano Regolatore Generale di Jesolo nel 1977, grazie al quale si cominciarono a delineare realmente le norme per uno sviluppo urbanistico adeguato. Questo fu il vero punto di partenza che portò nel 1997 alla stesura del Master Plan di Jesolo, ideato dallo studio Kenzo Tange Associates, un programma di riqualificazione dell’intero territorio comunale, creato con la scopo di migliorare la città rendendola viva tutto l’anno. Per far ciò furono chiamate grandi archistars, nomi altisonanti del mondo dell’architettura, che avrebbero dovuto attrarre un nuovo flusso turistico grazie ai progetti ideati. Questo studio ha voluto esaminare il processo di sviluppo a cui è stata sottoposta la città, nei suoi progetti talvolta efficaci ed orientati verso un’ottica di recupero e riqualificazione, forse più spesso esagerati e non ultimo speculativi, cercando di capire come questi abbiano influito sulla vita della città stessa.
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LENOCI, SABINA ANNA. "Astrazione e realta nel progetto contemporaneo : passaggi tra arte e urbanistica." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/11578/278443.

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Barani, Emanuele. "Riqualificazione urbanistica di Villa Cuccoli - Argelato (BO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
In Italia le cosiddette “aree interne" rappresentano il 53% circa dei Comuni italiani, ospitano il 23 % della popolazione italiana e occupano una porzione del territorio che supera il 60% della superficie nazionale. Sono territori caratterizzati da una significativa distanza dai principali centri di offerta di servizi essenziali e da una disponibilità elevata d’importanti risorse ambientali e culturali. Allo stesso tempo però tali aree sono affette da problemi economici, sociali e ambientali cronici e il ricco patrimonio naturale e culturale che le caratterizza ne risulta minacciato. In tale contesto, la tesi si pone l’obiettivo di rigenerare un’area rurale della pianura bolognese, coniugando la riqualificazione del patrimonio costruito con la finalità sociale dell’intervento. Il progetto è caratterizzato da una serie di interventi puntuali che non vogliono stravolgere l'esistente, ma che puntano a ridargli vita rendendolo meglio fruibile. Oggetto dello studio è il complesso di di Villa Cuccoli, ad Argelato (BO), di proprietà della Fondazione CARISBO. Esso è caratterizzato dalla presenza di due edifici principali, una villa e una stalla, e di un edificio accessorio, un vecchio pollaio; il lotto di pertinenza, di ampie dimensioni, è in parte agricolo e in parte in destinato a giardino privato. Sia i fabbricati che il verde sono attualmente in uno stato di grande degrado dovuto all'abbandono. L’obiettivo della Fondazione CARISBO di destinare l’immobile a finalità sociali ha portato a sviluppare due diverse ipotesi di riuso, rivolte la prima all'accoglienza di migranti e la seconda a persone con disabilità. L'obiettivo comune di entrambe è quello di fornire, insieme alla risposta ad un problema sociale, servizi alla cittadinanza di Argelato, così da riqualificare la zona e al contempo ridare vita a Villa Cuccoli e farne non un oggetto isolato ma un punto di riferimento per l’intera collettività.
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12

PAVAN, VALENTINA MARIA. "I requisiti di qualità ambientale nel progetto urbano." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2008. http://hdl.handle.net/11584/266028.

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Abstract:
A partire dall’inizio degli anni Novanta si è manifestata un’attenzione crescente da parte della pianificazione urbanistica verso le problematiche dello sviluppo sostenibile e più in generale verso le problematiche ambientali ed ecologiche. I nuovi obiettivi della pianificazione sono il perseguimento della qualità nelle trasformazioni dello spazio fisico e dell’ambiente e la convergenza, attraverso la messa in atto di molteplici strategie d’azione pubbliche e private, tra le attese dei cittadini e degli attori economici e le politiche delle istituzioni pubbliche verso un progetto comune di futuro della città in termini di qualità urbana. Nel passato gli obiettivi delle amministrazioni locali si sono limitati al controllo delle quantità volumetriche e dell’applicazione quantitativa degli standard, senza alcuna attenzione ai problemi di contesto, di conservazione delle identità locali, e alle implicazioni che il progetto poteva avere alle varie scale e ai suoi effetti sull’ambiente. Ci si trova quindi di fronte ad un rinnovato bisogno di qualità della configurazione spaziale dei luoghi in cui si svolge la vita dell’uomo; una qualità che passi attraverso meccanismi capaci di garantire il controllo degli esiti finali in tutti quei processi decisionali che inducono modificazioni dello spazio territoriale e urbano. Il fine della ricerca è la definizione di tecniche che aiutino le amministrazioni locali a governare modi e tempi delle trasformazioni in corso e a indirizzare queste ultime verso il perseguimento degli obiettivi di qualità urbana, di sostenibilità paesistico-ambientale e di coesione sociale, attraverso l’attivazione di politiche di intervento basate sulla cooperazione tra gli attori e sulla visione partecipata dei processi di uso e trasformazione del territorio. L’applicazione delle norme tecniche ISO 9000, in merito ai sistemi di gestione della qualità, ha assunto un rilevante peso non soltanto nella gestione di imprese ed aziende operanti nei settori industriale e manifatturiero, ma in forma estensiva si vanno oggi sperimentando applicazioni alla gestione dei beni culturali e, più in generale, alla qualità del progetto ambientale. In quest’ottica l’obiettivo della la tesi è la definizione di protocolli e linee guida per il progetto urbanistico che consentano di passare da una conoscenza approfondita del contesto alla progettazione di un protocollo di verifica della qualità nel progetto urbano, attraverso la definizione di un indice di qualità e la verifica di standard qualitativi specifici mediante l’uso di check list di indagine orientate ad una lettura attenta delle problematiche del territorio, e la applicazione sperimentale del protocollo di verifica a due ambiti differenti del contesto cagliaritano, centro storico e periferia, al fine di fornire un contributo concreto in termini di tecniche di aiuto alla decisione, anche tramite l’utilizzo e la sperimentazione di supporti e procedure informatiche per la comunicazione online, orientati alla gestione della conoscenza e alla condivisione di informazioni, metodi di analisi e metodologie di gestione dei dati che, coinvolgendo le amministrazioni locali, i cittadini e le imprese, siano in grado di supportare azioni di recupero e riqualificazione conformi a prescrizioni e procedure di qualità.
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MARACCI, LUCIA. "Per una metodologia integrata del progetto di paesaggio: multidisciplinarietà e partecipazione." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241960.

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Abstract:
La ricerca prende le mosse dalla definizione di paesaggio come “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.”, formulata nella Convenzione Europea del Paesaggio. La CEP è la prima convenzione internazionale che ha come oggetto esclusivo di interesse il paesaggio. La convenzione mette in luce l’importanza di integrare tutte le politiche che possono avere impatto sul paesaggio, e quindi sono coinvolte nella pianificazione e nella gestione. Il documento mette al centro il concetto di paesaggio complesso ed enfatizza la necessità di includere nella definizione e nella attuazione di queste politiche le popolazioni che vivono nel paesaggio e il loro il punto di vista. Dalla enunciazione della CEP derivano numerose sfide per la disciplina della pianificazione degli spazi aperti. L’obiettivo della ricerca è proporre un metodo integrato, multidisciplinare e inclusivo di pianificazione del paesaggio, che risponda alla questione del “lato democratico” della pianificazione Quattro casi di studio aiutano a dimostrare la necessità e le implicazioni di questo metodo.
The research is based on the European Landscape Convention definition of landscape as: “an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors “. The ELC is the first international convention to focus specifically on landscape. It highlights the importance of integrating all the policies concerned in impacting, as well as in planning and managing landscape. The document has its core in the complex landscape concept and emphasizes the need to include in these policies all the people who live in the landscape and their point of view. Several challenges for the open spaces planning came from the ELC statement. The research aims to implement an integrate multidisciplinary, inclusive landscape planning method and gives an answer to the issue of the “democratic side” of the planning. Four case studies help to demonstrate the need and the accountability of this method.
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MARZOLLO, ALVISE. "Il progetto della città , 1970 : il processo di disgregazione dell'unità architettura-urbanistica nella scuola di Venezia." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/11578/278374.

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Deschermeier, Dorothea <1976&gt. "Avventure urbanistiche e architettoniche dell'Eni di Enrico Mattei (1953-1962): tra progetto e strategia aziendale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/609/1/Tesi_Deschermeier.pdf.

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Deschermeier, Dorothea <1976&gt. "Avventure urbanistiche e architettoniche dell'Eni di Enrico Mattei (1953-1962): tra progetto e strategia aziendale." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/609/.

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Falco, Andrea. "Agopuntura Urbana Jaime Lerner e la pianificazione urbanistica di Curitiba." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2407/.

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Abstract:
Questa riflessione sulla città contemporanea nasce dall’esigenza di definire delle pratiche d’intervento utili alla gestione di una realtà urbana. Seguendo il pensiero di studiosi delle varie discipline quali la composizione e l’urbanistica, mi assumo la responsabilità di analizzare una pratica urbana utile alla gestione delle realtà conflittuali, senza voler entrare nel merito di burocrazie, a volte caotiche, ma semplicemente seguendo l’aspetto sociale e urbanistico di un intervento. Un riflessione generale su quelle che sono le pratiche urbane contemporanee, alla ricerca di una soluzione che possa infine risolvere le problematiche delle città: Agopuntura Urbana. Durante lo studio delle dinamiche, che portano alla formazione di un tessuto urbano, spesso veniamo a conoscenza di realtà malate frutto della continua evoluzione della città. Il progresso, in ogni suo campo, ha anche determinato un’evoluzione del comportamento sociale: ci troviamo spesso all’interno di una frenetica rete d’idee e di cambiamenti. La strategia dell’Agopuntura Urbana proposta da Jaime Lerner ci fornisce le soluzioni per risolvere il corpo urbano e la sua visione olistica, le analisi, lo studio e le conseguenti soluzioni, le quali, non sono da ricercare nella complessità ma piuttosto nella semplicità degli interventi: un’oculata riqualificazione che metta in primo piano le necessità della collettività. Nell’incontenibile serie di eventi, che hanno caratterizzato l’ultimo secolo, ritroviamo una realtà che ricerca soluzioni: la società vuole soluzioni per migliorare le realtà sociali contemporanee all’interno del proprio panorama urbano. ANDREA FALCO
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Luotto, Enrico. "Pianificazione ecologica e disegno della città: Ravenna e lo studio della componente acustica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21188/.

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Abstract:
La pianificazione urbanistica e acustica del territorio: una cronistoria. Rumore e standard urbanistici: la dimensione spaziale dell’inquinamento acustico. Un equilibrato mix di quantità/qualità per la progettazione urbanistica al centro dello studio urbano proposto. Il caso del Comune di Ravenna: il capoluogo e il suo sistema di spazi pubblici. La nozione di paesaggio sonoro e la progettazione integrata dell’ambiente. La componente di rumore nel quadro conoscitivo diagnostico: il ruolo della VAS nel PUG. Il progetto – guida. Conclusioni.
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FRIEL, ANNA LIVIA. "Osservazioni sul ruolo urbano della demolizione." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306028.

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Abstract:
La demolizione è un territorio negletto: da un lato viene liquidata come una prassi ovvia del processo generativo, dall’altro additata come una scorciatoia ingiustificata –e sempre meno giustificabile– per sbrigare situazioni irrisolte. D’altra parte la demolizione è anche la rappresentazione fenomenologica di uno stato di crisi, un apice di discontinuità, l’occupazione temporanea dello ‘spazio dello scontro’, uno spazio che ha perso progressivamente la sua importanza a partire dagli anni ottanta del novecento, scalzato dalla necessità di individuare margini di mitigazione e convergenza. Questo luogo critico non ha tuttavia smesso di esistere e continua a svolgere la sua funzione rivelatrice delle trasformazioni in atto, assumendo manifestazioni via via più complesse. Questo lavoro si occupa dunque della demolizione e delle sue conseguenze nel progetto della città. Se la demolizione ha sempre svolto un ruolo evidente nel processo evolutivo dell’ambiente urbano, le modalità con cui essa viene assorbita da queste trasformazioni hanno subito delle importanti modificazioni sia di senso che nella loro pratica. La demolizione diventa uno strumento fondamentale a partire dalla metà dell’ottocento per assecondare l’accelerazione di queste trasformazioni, un’accelerazione di cui iniziamo a percepire solo oggi una fase discendente. Lo spostamento di senso che la demolizione subisce è infatti ampiamente condizionato dalla rapidità del consumo dell’ambiente costruito sia nei suoi aspetti materiali che in quelli simbolici. Dopo un’introduzione che delinea la demolizione all’interno di un quadro culturale più ampio e il suo impatto nella cultura visuale –a partire dalle sue prime manifestazioni fino all’epoca contemporanea–, la tesi si struttura in due parti autonome ma allo stesso tempo strettamente connesse. Nella prima parte si tenta una ricostruzione della sua collocazione teorica attraverso l’osservazione di alcuni temi fondamentali della lettura della città: qui la demolizione viene messa a confronto con la questione della conservazione, con lo scontro di quest’ultima con il progetto moderno e con l’emergere di metafore importanti e confliggenti come tabula rasa e palinsesto. Pur sfuggendo da un criterio prettamente cronologico, questa prima parte ricostruisce una sorta di teoria retroattiva della demolizione. La seconda parte, attraverso l’osservazione di quattro episodi specifici, ripercorre contestualizzandola, l’evoluzione della pratica della demolizione mettendo in luce la progressiva marginalizzazione del suo utilizzo. Una gestione sostenibile del costruito esistente e della sua dismissione passa attraverso il riuso dei componenti e degli elementi edilizi, privilegiando alla scala urbana delle strategie che non prevedano la completa demolizione. Ma al netto di una considerazione puramente ambientalista del questione ecologica, la domanda che questo lavoro, chiudendosi, vuole aprire è: quanto abbiamo ancora bisogno della demolizione e in quale situazione la demolizione continua ad essere uno strumento insostituibile?
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Billi, Erica. "La rinascita del Lido Iride. Progetto di riqualificazione della fascia costiera di Platamona." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2426/.

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Abstract:
Questo progetto, maturato in seguito a profonde riflessioni basate sull’analisi e la valutazione della situazione territoriale, è scaturito dalla volontà di fornire una risposta alle carenze funzionali e strutturali di un’area dalle molteplici potenzialità. La fascia costiera di Platamona è stata al centro di progetti di lottizzazione che, invece di tutelare l’aspetto naturalistico e unificare un sistema costiero che si estende per circa otto chilometri, hanno inserito strutture prevalentemente ricettive e turistiche in maniera piuttosto arbitraria e senza tener conto della possibilità di organizzare il progetto d’intervento tramite un apposito strumento urbanistico. Il risultato, un tessuto edilizio disomogeneo e disorganizzato, non contribuisce certo alla volontà di attribuire un carattere e un’identità al luogo; anzi, la frequenza di aree in stato di abbandono, che rischiano di diventare discariche a cielo aperto fa quasi pensare ad una situazione di stallo e di incuria sia da parte delle amministrazioni che dei privati. L’idea del progetto deriva da un approccio che ha come obiettivo il massimo sfruttamento delle risorse locali e il minor impatto possibile sul paesaggio e sul sistema attuale. La volontà è quella di riorganizzare e riqualificare gli spazi più significativi, inserendoli all’interno di un sistema di percorsi e connessioni che vogliono unificare e rendere fruibile l’intero sistema costiero fra Platamona e Marina di Sorso. Inoltre è da rivalutare l’aspetto naturalistico del SIC dello Stagno e Ginepreto di Platamona, un’oasi naturalistica che ha tutte le potenzialità per essere posta al centro di un’attività di ricerca e diventare la meta di un turismo mirato. Nel Piano di gestione dello stagno sono già stati previsti e realizzati percorsi su passerelle in legno che si snodano fra i canneti e la pineta limitrofa, con alcune torrette di avvistamento, attualmente posizionate nella zona a sud. Uno degli obiettivi è dunque quello di completare questi percorsi per gran parte del perimetro dello stagno e di stabilire un percorso ciclo-pedonale ad anello che circondi e renda fruibile l’intera area del SIC. A livello di percorsi e connessioni, oltre alla nuova pista ciclabile che correrà parallelamente alla SP 81, si cercherà di fornire nuovi collegamenti anche all’ambito della spiaggia. L’idea è di costruire una passeggiata sul fronte mare che si articoli con leggere passerelle in legno fra le dune irregolari. Si snoderebbe dalla rotonda di Platamona fino alla piazza di Marina di Sorso, per una lunghezza di circa otto chilometri. Il suo scopo è di rendere fruibile l’intera fascia di spiaggia in modo da evitare un eccessivo calpestio del sistema dunario, che purtroppo risente della forte presenza antropica dei mesi estivi. Nel ripensare questi collegamenti e percorsi, si rende necessaria la creazione di aree di sosta attrezzate che si presentano con una certa periodicità, dettata dai pettini e dalle discese a mare. Vi saranno punti di sosta ombreggiati con alberature, aiuole, sedute, fontane e giochi per bambini. Diventa dunque prioritario il fatto di rendere evidente il concetto di unitarietà del sistema costiero in questione, rendendolo riconoscibile tramite l’organizzazione di spazi, episodi e percorsi. Infine il tentativo che riguarda nello specifico il Lido Iride, è quello relativo al suo recupero. L’intento è di restaurarlo e destinarlo a nuove funzioni ricreative-culturali. La struttura principale è mantenuta invariata, soprattutto le stecche che costituivano le cabine sulla spiaggia (elementi alquanto evocativi e radicati nella memoria del luogo). Il complesso sarà riorganizzato in previsione di ospitare workshop e corsi formativi riguardanti la cultura del mare e della salvaguardia dell’ambiente. Molto attuale e sempre più emergente anche in Sardegna risulta l’archeologia subacquea, a cui sono già state dedicate apposite strutture nelle zone di Cagliari e di Orosei. Dunque si riadatteranno le cabine con lo scopo di farle divenire alloggi temporanei per coloro che seguiranno tali corsi, mentre gli altri edifici del complesso fungeranno da supporto per delle lezioni all’aperto (l’arena e la piscina) e per il ristoro o l’allestimento di spazi espositivi (l’edificio centrale del lido). A causa della posizione del complesso balneare (a ridosso della spiaggia) si presuppone che il suo utilizzo sarà prevalentemente stagionale; perciò si è pensato di fornire una struttura di supporto e d’ausilio, la cui fruizione sia auspicabile anche nei mesi invernali: il Nuovo Centro Studi di Platamona. Questo nuovo complesso consiste in una struttura dotata di laboratori, aule conferenze, alloggi e ristorante. Si attesterà sul fronte mare, seguendo la direttrice del nuovo camminamento e innalzandosi su piattaforme e palafitte per non essere eccessivamente invasivo sul sistema dunario. Consisterà in due edifici di testata alti rispettivamente tre e quattro piani, ed entrambi avranno la peculiarità di avere il basamento aperto, attraversato dall’asse della passeggiata sul mare. L’edificio a tre piani ospiterà i laboratori, l’altro il ristorante. Dietro l’edificio dei laboratori si svilupperà una corte porticata che permetterà di giungere alla sala conferenza. Nella parte retrostante i due edifici di testata saranno distribuiti delle stecche di alloggi su palafitte immerse nel verde, caratterizzate da coperture con volte a botte. Lo stile architettonico del nuovo complesso si rifà all’architettura mediterranea, che s’identifica tramite l’utilizzo di basamenti e piccole aperture in facciata, l’uso di pietre e materiali da costruzioni locali, le bianche superfici che riflettono la luce e il forte segno architettonico dei muri che marcano il terreno seguendone l’orografia fino a diventare un tutt’uno.
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Lamedica, Ciro <1976&gt. "La sostenibilità ambientale dal Progetto Edilizio al Piano Urbano: L'integrazione della variabile energetica nella pianificazione del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4699/1/Lamedica_Ciro_tesi.pdf.

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Abstract:
La questione energetica ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo centrale nel dibattito mondiale in relazione a quattro fattori principali: la non riproducibilità delle risorse naturali, l’aumento esponenziale dei consumi, gli interessi economici e la salvaguardia dell'equilibrio ambientale e climatico del nostro Pianeta. E’ necessario, dunque, cambiare il modello di produzione e consumo dell’energia soprattutto nelle città, dove si ha la massima concentrazione dei consumi energetici. Per queste ragioni, il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) si configura ormai come una misura necessaria, opportuna ed urgente anche nella pianificazione urbanistica. Per migliorare la prestazione energetica complessiva del sistema città bisogna implementare politiche di governo delle trasformazioni che escano da una logica operativa “edificio-centrica” e ricomprendano, oltre al singolo manufatto, le aggregazioni di manufatti e le loro relazioni/ interazioni in termini di input e output materico-energetiche. La sostituzione generalizzata del patrimonio edilizio esistente con nuovi edifici iper-tecnologici, è improponibile. In che modo quindi, è possibile ridefinire la normativa e la prassi urbanistica per generare tessuti edilizi energeticamente efficienti? La presente ricerca propone l’integrazione tra la nascente pianificazione energetica del territorio e le più consolidate norme urbanistiche, nella generazione di tessuti urbani “energy saving” che aggiungano alle prestazioni energetico-ambientali dei singoli manufatti quelle del contesto, in un bilancio energetico complessivo. Questo studio, dopo aver descritto e confrontato le principali FER oggi disponibili, suggerisce una metodologia per una valutazione preliminare del mix di tecnologie e di FER più adatto per ciascun sito configurato come “distretto energetico”. I risultati di tale processo forniscono gli elementi basilari per predisporre le azioni necessarie all’integrazione della materia energetica nei Piani Urbanistici attraverso l’applicazione dei principi della perequazione nella definizione di requisiti prestazionali alla scala insediativa, indispensabili per un corretto passaggio alla progettazione degli “oggetti” e dei “sistemi” urbani.
The energy issue has recently become crucial in the global debate in relation to four main factors: the non-reproducibility of natural resources, the exponential increase in consumption, the economic interests and the preservation of the environment and climate of our Planet. It is therefore necessary to change the pattern of production and consumption of energy, especially in cities where the highest consumption of energy is concentrated. For these reasons, the use of Renewable Energy Sources (RES) is now beginning to look as essential, appropriate and urgent even in urban planning. To improve the overall energy performance of the city system the government policies should come out of a "building-centric" operative logic covering, in addition to individual estates, the aggregations of buildings and their relationships/interactions in terms of input and output of matter-energy. The widespread replacement of existing estates with new hyper-technology buildings, is unlikely. So how, can we redefine rules and practices to create energetically efficient urban fabric building? This research proposes the integration of the emerging territorial energy planning and the more established zoning in the generation of the urban fabric "energy saving", adding to the energy and environmental performance of individual buildings those of the context, in a global energy balance. This study, describing and comparing the main RES available today, suggests a methodology for preliminary assessment of the mix of technologies and RES best suited for each site, configured as a "district energy". The results of this process provide the basics to prepare the necessary actions related to the integration of the energy efficiency in Town Planning through the application of the principles of equalization in the definition of performance requirements to the scale of settlements, which are essential for a correct transfer in the design of the urban "objects" and “systems".
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Lamedica, Ciro <1976&gt. "La sostenibilità ambientale dal Progetto Edilizio al Piano Urbano: L'integrazione della variabile energetica nella pianificazione del territorio." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4699/.

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Abstract:
La questione energetica ha assunto, negli ultimi anni, un ruolo centrale nel dibattito mondiale in relazione a quattro fattori principali: la non riproducibilità delle risorse naturali, l’aumento esponenziale dei consumi, gli interessi economici e la salvaguardia dell'equilibrio ambientale e climatico del nostro Pianeta. E’ necessario, dunque, cambiare il modello di produzione e consumo dell’energia soprattutto nelle città, dove si ha la massima concentrazione dei consumi energetici. Per queste ragioni, il ricorso alle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) si configura ormai come una misura necessaria, opportuna ed urgente anche nella pianificazione urbanistica. Per migliorare la prestazione energetica complessiva del sistema città bisogna implementare politiche di governo delle trasformazioni che escano da una logica operativa “edificio-centrica” e ricomprendano, oltre al singolo manufatto, le aggregazioni di manufatti e le loro relazioni/ interazioni in termini di input e output materico-energetiche. La sostituzione generalizzata del patrimonio edilizio esistente con nuovi edifici iper-tecnologici, è improponibile. In che modo quindi, è possibile ridefinire la normativa e la prassi urbanistica per generare tessuti edilizi energeticamente efficienti? La presente ricerca propone l’integrazione tra la nascente pianificazione energetica del territorio e le più consolidate norme urbanistiche, nella generazione di tessuti urbani “energy saving” che aggiungano alle prestazioni energetico-ambientali dei singoli manufatti quelle del contesto, in un bilancio energetico complessivo. Questo studio, dopo aver descritto e confrontato le principali FER oggi disponibili, suggerisce una metodologia per una valutazione preliminare del mix di tecnologie e di FER più adatto per ciascun sito configurato come “distretto energetico”. I risultati di tale processo forniscono gli elementi basilari per predisporre le azioni necessarie all’integrazione della materia energetica nei Piani Urbanistici attraverso l’applicazione dei principi della perequazione nella definizione di requisiti prestazionali alla scala insediativa, indispensabili per un corretto passaggio alla progettazione degli “oggetti” e dei “sistemi” urbani.
The energy issue has recently become crucial in the global debate in relation to four main factors: the non-reproducibility of natural resources, the exponential increase in consumption, the economic interests and the preservation of the environment and climate of our Planet. It is therefore necessary to change the pattern of production and consumption of energy, especially in cities where the highest consumption of energy is concentrated. For these reasons, the use of Renewable Energy Sources (RES) is now beginning to look as essential, appropriate and urgent even in urban planning. To improve the overall energy performance of the city system the government policies should come out of a "building-centric" operative logic covering, in addition to individual estates, the aggregations of buildings and their relationships/interactions in terms of input and output of matter-energy. The widespread replacement of existing estates with new hyper-technology buildings, is unlikely. So how, can we redefine rules and practices to create energetically efficient urban fabric building? This research proposes the integration of the emerging territorial energy planning and the more established zoning in the generation of the urban fabric "energy saving", adding to the energy and environmental performance of individual buildings those of the context, in a global energy balance. This study, describing and comparing the main RES available today, suggests a methodology for preliminary assessment of the mix of technologies and RES best suited for each site, configured as a "district energy". The results of this process provide the basics to prepare the necessary actions related to the integration of the energy efficiency in Town Planning through the application of the principles of equalization in the definition of performance requirements to the scale of settlements, which are essential for a correct transfer in the design of the urban "objects" and “systems".
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LUCIANI, Anna. "Reinventare un paesaggio. La riqualificazione degli spazi fluviali come strategia per un progetto locale." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389454.

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Abstract:
The thesis is developed from an analysis of how the territorial systems can revitalize their economy and development through the instrument of strategic planning and territorial governance concerning the landscape. In particular it will be considered situations in which the strategic tools of economic, social and cultural redevelopment involving the city – river system. It will be studied the dynamics, evaluated the policies and the processes to understand the outcomes and to work out a local development strategy with an application on a real case study: the Alto Ferrarese. The local development strategy will be based on the assumption of the landscape as a category for the urban and territorial planning and for the cultural, social and economic sustainable development, as defined from the European Community. It will be an approach to the landscape problems in a perspective of territorial development, aware of the cultural value of the transformation process, starting with: - the recognition of local identity values and their development; - the identification of the dynamics of the historical evolution of the landscape, considered as rules for the transformation, to placed as a foundation for future development strategies; - the involvement of all stakeholders, first of all the population , and of all disciplinary fields necessary to the definition of the development strategy, in order to ensure an improved quality of life and of the environment; - the creation of a system of connections and collaborations between all the resources (environmental, social and economic) in order to enhance the overall territorial system. The theme of thesis, carried out into the Economics PhD ("Urban e territorial development” curriculum) arises from some reflections on the territory of Ferrara, paying special attention to its distinctive river system. The rivers, more than any other territorial element, play a fundamental role in the processes of urban and territorial development through relationships that encourage through: - linear connections, - cross-connections, - net connections. It is note the tendency in recent decades to promote green paths within the territory: greenways, greenstructure, green corridors and ecological networks etc. not only as a guarantee for the biodiversity, but also as a landscape structures able to regulare the tendency to an uncontrolled expansion of urban peripheries that led, among others, the phenomenon of the urban sprawl. The cities benefit from the river, which flowing along the territory connects spaces, situations, sometimes becoming the space for events, identifying itself with the structure of the territory. The waterways can in fact be understood as axles: - structuring axes: able to articulate and connect the territory; - development axes: getting in the planning processes and economic development dynamics, - discovery: encouraging a structured and sustainable land use. The rivers are the bearers of cultural and landscape values and opportunities for economic development. The transformation and regeneration dynamics organized on ecological networks structures, and then aimed at enhancing the environment, imply the need for a more sustainable use of the territory. The promotion of responsible tourism, aimed at the knowledge of the area and the rediscovery of the environment, becomes a central element of the development of the local economy, according to the idea of sustainable development of the landscape. The methodology of work is organized on three levels: a) critical reading and in-depth study of thematic literature to identify and define the basic aspects of the dynamics and strategy for development and territorial transformation in order to acquire a knowledge of the theoretical aspects and legislation on the subject; b) analytical reading of case studies. Each case study proposed coincides with an urban redevelopment project realized on a territorial system "city-water" c) development of a strategy for the Alto Ferrarese: after the analyses of the different context, and on the base of the results obtained, the objective is to define "guidelines" for a regeneration and redevelopment strategy through a process of territorial development and sustainable economic, for a specific territory : the Alto Ferrarese.
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Calleo, Alberto. "Progetto di recupero urbano e architettonico del Policlinico Universitario S. Orsola - Malpighi." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12929/.

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Abstract:
Il Policlinico Universitario Sant’Orsola-Malpighi si configura come un sistema di rilevanza strategica sia nel contesto urbano bolognese sia in quello culturale e scientifico della Città Universitaria. Infatti, la storia del Policlinico è strettamente legata alla crescita demografica cittadina, e il suo sviluppo scientifico è stato alimentato dagli stimoli provenienti dalla ricerca accademica. Nato al di fuori delle mura, a seguito all’espansione urbana avvenuta nei secoli, il Policlinico si trova oggi a occupare una porzione centrale della città. La configurazione attuale è caratterizzata da una stratificazione di interventi, modifiche e ampliamenti che ne rendono meno semplice la fruibilità e che ostacolano possibili sviluppi. Il lavoro proposto nella tesi parte da un’analisi urbana per evidenziare e quantificare le relazioni che intercorrono tra il comparto del Sant’Orsola e il resto della città. L’analisi viene sviluppata attraverso le teorie formulate da Bill Hillier sulla Space Syntax per creare mappe che consentono di evidenziare queste relazioni. La stessa metodologia viene applicata a una scala minore per valutare la qualità del sistema di connessioni interne al comparto. Viene sviluppato un modello per visualizzare i flussi e vengono redatte tavole tematiche per analizzare i punti di forza e le criticità del sistema. Viene di seguito formulata una proposta di intervento per la riqualificazione urbana dell’area. L’intervento ha un duplice obiettivo: intervenire sulla viabilità proponendo un approccio sostenibile e accentrare le attività didattiche e di ricerca creando un nuovo Polo Universitario. La proposta prevede la realizzazione di un nuovo padiglione dedicato alla didattica e il trasferimento dei Dipartimenti della Scuola di Medicina e Chirurgia presso il Padiglione 11. contestualmente alla Torre Biomedica, verrà a costituirsi un sistema – ricerca, didattica e amministrazione – che si integrerà con l’attività assistenziale del policlinico.
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CALDAROLA, GIUSEPPE. "Tra spazio pubblico e spazio privato : l'In-Between come occasione di progetto della qualità urbana." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/11578/278179.

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Pelle, Luca. "Il Piano Urbanistico Generale di Mercato Saraceno, Bagno di Romagna e Verghereto dalla strategia ai progetti: un ecomuseo per l'Alta Valle del Savio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24970/.

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Abstract:
La tesi, a partire dalla valle del Savio nel cesenate, tratta le problematiche delle aree interne, che a causa della distanza dai grandi centri e della mancanza di servizi, vanno incontro a fenomeni di spopolamento. A partire dall’analisi di questi territori si è cercato di individuare un percorso che permettesse di trovare nuove fonti di sviluppo, per questo motivo si è scelto di seguire il percorso partecipativo per la redazione del P.U.G. associato tra i comuni di Mercato Saraceno, Bagno di Romagna e Verghereto, dal quale sono emerse quelle che sono le priorità che, secondo i cittadini, dovrebbero essere nella visione strategica del territorio. Il primo strumento analizzato per lo sviluppo del territorio è l’ecomuseo, un’ organizzazione di tipo associativa che punta a coinvolgere il più possibile i rami della società al fine di cambiare la narrazione locale e favorire lo sviluppo. Il secondo strumento è quello della Strategia per le Aree interne che attraverso le politiche Place Based, punta al blocco dello spopolamento sviluppando le economie legate alle produzioni tipiche e riorganizzando i servizi. Questo strumento garantisce anche una grande quantità di fondi, riconfermati e aumentati grazie alle possibilità del Piano di Ripresa e Resilienza. Infine la scelta progettuale che è stata fatta è quella di creare un ecomuseo per l’alta valle del Savio in grado di creare delle sinergie con le realtà già attive sul territorio e di crearne di nuove attraverso tre interventi: La creazione di una sede per l’ecomuseo in cui attivare laboratori, recuperando l’edificio di un'ex scuola di Balze a Verghereto. Creare una green community nel borgo semiabbandonato di Valcava al fine primario di ripopolarlo e di dare vita a un sistema produttivo ecologico. L’ultimo intervento riguarda il recupero di edifici dismessi a favore della nascita di un albergo diffuso, si è scelta sempre la frazione di Balze a Verghereto, il più colpito dallo spopolamento.
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Bottan, Elisa, and Francesca Spada. "Waterfront di Città. Rigenerazione urbana e progetto degli spazi pubblici nella Darsena di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3604/.

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Abstract:
Questo lavoro si pone in continuità rispetto al Laboratorio di Sintesi “La città e le case”, nel corso del quale si sono condotti un’analisi del territorio di Ravenna, in particolar modo della Darsena di Città, e uno studio dei possibili scenari di rigenerazione urbana dell’area industriale dismessa del canale Candiano. L’area della Darsena è stata “dimenticata” dagli strumenti di pianificazione per molto tempo, soltanto a partire dagli anni ’90 l’Amministrazione Comunale si è interessata al suo recupero, senza però particolare successo. L’intento di questo lavoro è quello di ripensare l’intero comparto della Darsena di Città attraverso un progetto di rigenerazione urbana che miri a collegare quest’area con la città storica e a ricreare il rapporto tra questa e l’acqua attraverso più fasi distribuite nell’arco dei prossimi 30 anni. Il progetto si pone in continuità con la città esistente ma allo stesso tempo punta a migliorarne alcuni aspetti critici: la mancanza dell’affaccio della città sull’acqua, la cesura nel tessuto urbano dovuta alla presenza dell’infrastruttura ferroviaria e della darsena. Le modalità di sviluppo del progetto per Ravenna riprendono l’esperienza tedesca di HafenCity ad Amburgo dove, dopo un masterplan generale per tutta l’area portuale da recuperare, si è proceduto con concorsi per ciascun edificio così da ottenere una grande varietà architettonica. Maggiore attenzione viene data al progetto degli spazi pubblici poiché la fruizione di essi da parte della collettività e l’attaccamento a questi luoghi possono essere gli elementi trainanti per la riqualificazione dell’intera area. Il progetto degli spazi pubblici è pensato come un sistema unitario poiché deve essere l’elemento che guida, “coordina” e uniforma il progetto del costruito.
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Turicchia, Giulia. "Circular city. Studio delle applicazioni all'ambiente urbano e progetto di riqualificazione nella città di Imola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La tesi nasce dallo studio della tematica dell’economia circolare e ne propone un’applicazione all’interno di un contesto urbano. Nella prima parte vengono analizzati i principi cardine di questo modello economico e sociale, che contrapponendosi al consolidato modello lineare di sviluppo, si propone di mantenere le risorse ed i materiali al loro massimo potenziale, in un sistema di cicli chiusi che evita gli sprechi e crea continuamente valore. Nel contesto odierno le città si trasformano rapidamente e costantemente in termini di dimensioni e di densità, la tecnologia avanza a ritmo incalzante, si evidenziano serie minacce per l’ambiente, ma emergono diverse possibilità di sviluppo. Il concetto di "metabolismo urbano" considera le aree urbane come ecosistemi complessi e studia le dinamiche interne alle città cercando di mettere in relazione i flussi in entrata e in uscita per bilanciarli e collegarli ciclicamente. Questa teoria si fonda sullo sfruttamento di possibili sinergie a livello urbano o metropolitano tendendo ad un modello più sostenibile ed integrato di gestione delle risorse. L’elaborato si completa con una proposta di intervento progettuale, che applicando i presupposti e le strategie circolari, consente la riqualificazione di alcuni spazi urbani. Il caso studio è stato individuato in due aree strategiche della città di Imola, poste ai margini del centro storico. La riqualificazione di questi spazi è stata elaborata attraverso il progetto di nuove infrastrutture per la mobilità, spazi per l’abitare, per il commercio, per il lavoro, per l’ospitalità e per lo scambio ed il riutilizzo di oggetti e di risorse in senso lato. Gli interventi proposti si concentrano sulle tematiche proprie della città circolare quali la condivisione di spazi, strumenti e materiali, la generazione di energia da fonti rinnovabili, il recupero integrato di acqua e sostanze nutritive e l’ottimizzazione dei servizi.
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LENNA, VERENA. "The project of property as emancipation. A Community Land Trust in Brussels." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/319386.

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Abstract:
On the background of growing privatisation of resources, of the incapacity of both private and public forms of arrangements to protect them, other forms of governing the resources and building welfare are emerging. This dissertation questions the emancipatory role of property under the current circumstances: under which conditions can property be emancipatory? My hypothesis is that the different ways of owning currently being experimented by many practices as the rising discourse on the commons for example, in alternative to private and public forms of property- suggest the possibility of a third turn of the relationship between property and emancipation. Beyond the exclusivity of private property, beyond the redistributive logic of the public though not implying the obscuration of these two models. The Community Land Trust, officially established in Brussels in 2013 (CLTB), is an example of those practices and the case study of this dissertation. My thesis is that the architectural and urban project have a paramount role in realising the form of governing resources aka property- implied in that model. The double engagement as an activist in Commons Josaphat and as an architect contributing to the realisation of one of the first projects of the CLTB Le Nid- allowed me to develop an ethnographic approach, which in fact proved to be essential in order to address the topic of emancipation. The immersed position allowed me to seize the thick fabric of relationships and the accumulation of capacities which led to the establishment of the CLT in one of the poorest municipalities of the Brussels Capital Region, as an answer to an unsolved housing question, unbearable in particular for numerous and low income households. It allowed me to learn about the values, rights and needs of the involved inhabitants and local actors and to reconstruct a history of emancipation of a whole community, one among many possible others. At the core of the CLTB, I argue property is reconceived beyond the right to access: on the base of the recognition of the right and capacities of the concerned communities to decide, to take care and to govern the resources they need for the fulfilment of their basic needs, for the development of their life strategies. In other words, for their emancipation. The other side of the right to decide and of recognition is responsibility. Responsabilization being in this case a collective endeavour and not an alienating process, condemning individuals to rely only on la propriété de soi. By referring to my direct implication in the design process of the project Le Nid, I argue space matters and the project as a process -as a unique characteristic of the Belgian form of CLT-has a paramount role in envisioning what the jurist Steiner would define the set of compossibilities: by assembling compatible needs and rights; by redefining them in relation to the spatial limitations; by balancing the spatial configuration with the actual capacities of the inhabitants and concerned communities to take care of their living environment and resources. On these grounds, because of a project centred on the concrete capacities of the concerned communities to contribute to the common good, property would be emancipatory: being about the right to decide and recognition as much as about responsibility and the long term protection of resources.
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Bertozzi, Andrea. "Canale di Reno e Paladozza; ricerca storica e progetto di riqualificazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13898/.

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Abstract:
Progettazione di riqualificazione a scala urbana della via Riva di Reno, del Piazzale Azzarita, del Giardino Decorato Onore Civile e di piazza Resistenza, con ricerca storica sul sistema canali Bolognese, area Porto e Palazzetto dello Sport.
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Bottan, Elisa <1987&gt. "L'attività agricola nella pianificazione urbanistica: piani e progetti per il territorio agricolo periurbano. Cesena come caso di studio e campo di applicazione." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7935/1/bottan_elisa_tesi.pdf.

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Abstract:
La presente tesi si occupa del territorio agricolo periurbano, ovvero aree coltivate che si collocano ai margini dell’espansione della città e che possiedono al contempo sia caratteristiche di ruralità che di urbanità. L’obiettivo della ricerca è offrire un contributo all’analisi delle aree agricole periurbane nel caso di una città di dimensioni medio-piccole; il caso di studio scelto per condurre questa indagine è il territorio periurbano di Cesena. La prima fase della ricerca è consistita in un’indagine sul territorio periurbano sia sotto il profilo teorico che per quanto riguarda le pratiche. A partire dalla lettura del testo Campagne urbane di Pierre Donadieu, la ricerca individua nel contesto italiano diversi punti di vista, non del tutto contrapposti quanto piuttosto complementari, sulle aree periurbane: un approccio ecologico, un approccio “territorialista” e posizioni che considerano l’agricoltura come materiale per la costruzione di un nuovo paesaggio. Vi sono, inoltre, numerosi progetti di intervento sulle aree agricole periurbane che sono stati individuati e classificati in quattro categorie: piani paesaggistici regionali, parchi agricoli, piani strategici alla scala urbana ed esperienze agricole di prossimità. Successivamente, il lavoro si è concentrato sullo studio della pianificazione regionale e degli strumenti urbanistici locali per capire come essi trattano il territorio agricolo periurbano. L’indagine su Cesena, infine, è stata condotta attraverso la sovrapposizione di un reticolo a maglia regolare sul territorio e sullo studio dei settori in cui ricadevano gli “ambiti agricoli periurbani” definiti dagli strumenti urbanistici. Analizzando le caratteristiche di tutte le aree è stato possibile individuare cinque categorie di territorio agricolo periurbano: residenziale, produttivo, infrastrutturale, agricolo, naturale. Per ogni categoria sono state analizzate dettagliatamente un’area campione (tra quelle ricadenti negli “ambiti agricoli periurbani”) e un’area comparativa (con caratteristiche simili). Sulla base di queste indagini sono state individuate alcune strategie progettuali, che potrebbero essere inserite nel nuovo strumento urbanistico comunale.
This PhD thesis is about the peri-urban agricultural territory situated around the expansion of the cities. It consists of agricultural areas in the middle of suburban districts and rural zones closed to consolidated city. The purpose of this research is to offer a contribution to the analysis of contemporary rural condition in the peri-urban areas of a small-average dimension city; the case study is the territory of Cesena. The first step of the research consists in the investigation about peri-urban areas both in theoretical and in practical aspects. Starting from the book Campagnes urbaines of Pierre Donadieu, the research identifies some different points of view about peri-urban areas in the Italian context: the ecological approach, the ‘territorial’ approach and some positions that considers the agriculture like a tool to design urban spaces. There are many Italian and European projects about peri-urban areas that in this research are classified in four categories: territorial plans, agricultural parks, urban scale strategic plans and experience of agriculture of proximity. After that the research focuses on the study of the regional regulations and of the local plans that govern the peri-urban agricultural territory of Cesena. In the analysis of Cesena peri-urban territory a regular matrix has been overlapped on the whole territory getting a partition in equal areas. This operation allows to analyse the particular characteristics of each area, and to recognise five different types of peri-urban territory: residential, productive, infrastructural, agricultural and natural. For each type we have selected one ‘sample area’ (between areas including ‘ambiti agricoli periurbani’) and one ‘comparative area’ (between all the other areas having similar characteristics of ‘sample area’) analysing them in detail. This survey allows to give out some planning strategies for the regulation of Cesena peri-urban territory; this urban policies should be included in the next City Plan.
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MAGNABOSCO, GIACOMO. "Il futuro del progetto di territorio - Adattamento in Veneto tra introiezione e proiezione." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319195.

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Abstract:
Il termine "adattamento", nella sua accezione di "adattamento ai cambiamenti climatici", è oggi un umbrella term che ne sta riducendo la capacità proiettiva. Oggetto della tesi è quindi l’adattamento nella sua più ampia accezione. Obiettivo principale della ricerca è quindi perimetrare la nuova cultura progettuale che lentamente sta cambiando in profondità il corpo del territorio e le pratiche d’uso che lo attraversano. Per comprendere meglio cos’è l’adattamento, come lo si può descrivere, leggere, interpretare e inquadrare all’interno delle scienze del territorio, è necessario analizzare questo tema con uno sguardo che possiamo definire “strabico”. Da un lato – da lontano – utile a costruire un perimetro concettuale utile a individuare le culture che ne stanno alla base, dall’altro – con un punto di vista ravvicinato – con uno sguardo capace di contestualizzare e riconoscere l’adattamento nei processi di trasformazione che sono in atto nel territorio, per riconoscere materiali, attori, geografie e razionalità.
The term "adaptation," in its meaning of "adaptation to climate change," is now an umbrella term that is reducing its projective capacity. The subject of this thesis is therefore adaptation in its broadest sense. The main objective of the research is thus to perimeter the new design culture that is slowly changing in depth the body of land and the practices of use that go through it. In order to better understand what adaptation is, how it can be described, read, interpreted and framed within the land sciences, it is necessary to analyze this topic with a gaze that we can define as "squinting." On the one hand-from a distance-helpful to construct a conceptual perimeter useful to identify the underlying cultures, on the other hand-with a close viewpoint-with a gaze capable of contextualizing and recognizing adaptation in the processes of transformation that are taking place in the territory, in order to recognize materials, actors, geographies and rationales.
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Panariello, Roberto. "L'urbanistica dopo la crescita: dai Piani-Progetti ai Programmi-Processi. Azioni sul territorio e prassi metodologiche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242872.

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Abstract:
Sono di recente comparsi nel progetto della città e nella pratica urbanistica nuovi riferimenti: strumenti flessibili, capaci di innescare un processo che tenta di superare la rigidità del piano regolatore generale, attraverso accordi di urbanistica negoziale, capaci di attivare e sostenere la trasformazione / rigenerazione della città. Risulta necessario, in questo scenario, garantire, che tali trasformazioni perseguano con nettezza gli obiettivi di interesse pubblico. La Regione Marche si è inserita in questo mutato contesto con una recente legge (n.22 del novembre 2011) sulla riqualificazione urbana. L’attività di ricerca che la tesi propone ha sviluppato un'attività originale sul tema, esito di elaborazioni analitiche, messe a punto con metodiche poi sperimentate in alcuni Municipi della Regione Marche. Gli aspetti procedurali e normativi sono determinanti per la pratica urbanistica: su questo aspetto la ricerca ha sviluppato un sistema regolamentare, a partire ovviamente dal quadro legislativo vigente. La ricerca ha, in sintesi composto, un processo di selezione/valutazione concorrenziale, e a vigenza differita, che porta a guidare/orientare le trasformazioni urbane valutando le qualità delle proposte dei soggetti privati presentate a riguardo; i capisaldi del processo sono le invarianti:  invarianti strutturali → infrastrutture ed altri elementi “pesanti” necessari al territorio;  invarianti di progetto → dotazioni pubbliche di “prossimità”: servizi al cittadino, istruzione, sanità, sport e verde attrezzato, ecc., comprensive di infrastrutture “immateriali”. Questo processo di valutazione, di tipo matriciale, consente di mettere in competizione tra loro le proposte dei soggetti privati, valutandone i diversi aspetti che le stesse saranno in grado di offrire per la “città pubblica”. Per lo sviluppo del processo si fa riferimento a differenti matrici, ciascuna relativa ad un tema “prestazionale”, alle quali sono stati associati indicatori diversi, al fine di consentire l’analisi dei differenti aspetti/settori qualitativi dell’offerta privata.
New reference points have recently emerged in the design of cities and the practice of urban planning: flexible tools, capable of triggering a process that attempts to overcome the rigidity of the land-use plan, through negotiating planning agreements that are able to activate and support the transformation and the regeneration of cities. It is therefore necessary, in this scenario, to ensure that these transformations clearly follow the objectives of public interest. The Marche Region became involved in this changed context with their recent law on urban regeneration (No. 22 of 22 November 2011). The research proposed by this thesis has brought about original thought on the subject, the result of analytical processing, developed with proven methods and piloted in certain Marche Region municipalities. Regulatory and procedural aspects are crucial to planning practice. This work proposes a regulatory system for this aspect, of course taking the current legislative framework as a starting point. In brief, this work consists of a process of competitive selection and assessment, of deferred validity, which leads to drive and steer urban transformation. The thesis also evaluates the quality of the proposals submitted in respect of private individuals. The cornerstones of the process are the invariances, viz.:  structural invariances → infrastructure and other "heavy" elements necessary to the local area;  project invariances → public funding at "proximity": public services, education, health, sports and green spaces, etc... This category also includes "intangible" infrastructure. This process of evaluation, of the matrix type, allows for competition amongst proposals from private entities, assessing the different aspects that these proposals could provide for the "public city". In terms of the development of the process, reference is made to different matrices. Each matrix relates to a theme of "performance", to which a variety of indicators are associated, in order to allow for the analysis of the different aspects and qualitative aspects of the offering from the private sector.
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Milani, Michela <1976&gt. "Oltre il limite invalicabile. Procedure, piani, progetti sostenibili per le aree militari dismissibili di Piacenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3935/1/Michela_Milani_tesi.pdf.

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Abstract:
The research project concerns the restoration of military real estate, starting from the procedures in progress in Italy related to dismission, with particular emphasis for Piacenza and the case study of Caserme Bixio and Nicolai (Comparto Nord/San Sisto-Cittadella). The work is aimed at defining the relationship between urban planning and rehabilitation of dismissed military areas, in order to create a synergic effort capable to face the transformation of these sites and their integration into the urban tissue. The results obtained from the various recordings performed in Italy and in USA during the preparation of this thesis may help to find a new possible scenario for the Comparto Nord and its historic buildings.
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Milani, Michela <1976&gt. "Oltre il limite invalicabile. Procedure, piani, progetti sostenibili per le aree militari dismissibili di Piacenza." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3935/.

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The research project concerns the restoration of military real estate, starting from the procedures in progress in Italy related to dismission, with particular emphasis for Piacenza and the case study of Caserme Bixio and Nicolai (Comparto Nord/San Sisto-Cittadella). The work is aimed at defining the relationship between urban planning and rehabilitation of dismissed military areas, in order to create a synergic effort capable to face the transformation of these sites and their integration into the urban tissue. The results obtained from the various recordings performed in Italy and in USA during the preparation of this thesis may help to find a new possible scenario for the Comparto Nord and its historic buildings.
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OTTAVIANO, Giovanni. "Dalla pianificazione ambientale alla progettazione territoriale coevolvente. Approcci e strumenti per il superamento della dicotomia conservazione/sviluppo delle aree protette." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/108023.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca affronta la ‘critica’ del ruolo di ‘traduzione’ in pratica normativa e regolativa della cultura ambientalista mainstream, finora prevalentemente svolto dalla pianificazione territoriale/ambientale; viene avanzata e discussa la tesi secondo cui sia preferibile che la pianificazione muova verso paradigmi ecologico-sociali ed ecologico-politici diversi, che siano circolarmente e reciprocamente risultato e causa di approcci innovativi alla pianificazione delle aree protette, con riferimento particolare ai parchi nazionali italiani ricompresi nel contesto territoriale delle aree interne e di alta quota. Sono investigati i limiti intrinseci dell’impostazione culturale e amministrativa in cui è radicata la gestione delle aree protette nazionali e i fattori di rischio per i territori tutelati che ne possono discendere. La ricerca fornisce elementi di contesto riguardo i processi socioeconomici che nel corso del tempo hanno concausato la marginalizzazione dei territori oggi sottoposti a tutela ambientale e le relative alterazioni degli assetti territoriali. Vengono evidenziate le diffuse tensioni dicotomiche tra conservazione della natura e istanze di sviluppo che in essi trovano spesso luogo, nonché l’altrettanto diffuso dualismo tra aree destinabili alla produzione di valore economico ed aree da sottoporre a tutela, in una sorta di pratica compensativa. E’ analizzata e discussa l’impostazione culturale che caratterizza la “Legge quadro sulle aree protette” n. 394/1991, e l’efficacia della sua implementazione anche attraverso l’evidenziazione dei limiti, strutturali e contingenti, all’attuazione organica della citata legge riscontrabili in due casi esemplificativi. Successivamente vengono affrontate le potenzialità delle aree oggi ritenute marginali di ricollocarsi in un ruolo territoriale non subordinato, come conseguenza di un mutamento di prospettiva. Sono perciò esposte le trame coevolutive che hanno storicamente interessato e plasmato questi territori, creando specificità ambientali e socioeconomiche espressive delle relazioni locali uomo-ambiente. Vengono poi illustrate alcune esperienze recenti di valorizzazione economica delle risorse territoriali delle aree interne e montane e ne sono analizzati limiti e potenzialità, anche con particolare riguardo alle possibilità che potrebbero derivare dall’applicazione di differenti paradigmi ecologico-politici ed ecologico-sociali alla prassi pianificatoria e al suo ruolo nella gestione degli equilibri ambientali. A tal fine viene avanzato uno scenario di reinterpretazione dell’approccio alla pianificazione dei parchi – che può riversarsi anche al di là delle perimetrazioni formali – nel quale la pianificazione si configuri come un processo dinamico, guidato dall’interazione di ecosistemi sociali ed ecosistemi ambientali e da cui risulti una multiforme progettazione territoriale coevolvente. La tesi sostenuta è perciò che in questa differente prospettiva si possano cogliere maggiori potenzialità di riterritorializzazione di lunga durata rispetto ai processi estrattivi di valore economico dalle risorse ambientali, e che ciò comporti una più efficace attuazione di quegli obiettivi – nazionali ed internazionali – di ricostruzione di relazioni sinergiche e coevolutive tra attività umane ed ambiente naturale.
The research addresses the role of territorial planning in translating the predominant environmental culture into normative and regulatory practice; is proposed and discussed the thesis that it is preferable that planning moves towards different ecological-social and ecological-political paradigms, which are circularly and reciprocally the result and cause of innovative approaches to the planning of protected areas. The territorial scope of study is the context of inner areas and high-altitude areas, with particular reference to Italian national parks. The research investigates the limits that are innate in the cultural and administrative setting in which they are rooted and the risk factors for the protected territories that may arise. The research provides contextual elements about the socio-economic processes that over time caused the marginalization of the territories that are now subject to environmental protection, and about the alterations of the territorial assets related to it. The widespread dichotomous tensions between nature conservation and development instances that often take place in these areas are highlighted, as well as the equally widespread dualism between areas intended to be protected and areas intended for the production of economic value, in a sort of compensatory practice. It is also discussed the cultural approach that characterizes the Italian national law on protected areas, no. 394/1991, and the effectiveness of its implementation, also through the selection of two exemplary cases of the limits, both structural and contingent, to the organic implementation of the aforementioned law. Subsequently, is addressed the potential of marginal areas to assume a non-subordinate territorial role, as a consequence of a change in perspective. Therefore, are illustrated the co-evolutionary plots that have historically affected and shaped these territories, creating environmental and socio-economic specificities that express local man-environment relations. The research then illustrates some recent experiences of economic enhancement of the territorial resources of inner and mountain areas and their limits and potential, also with particular regard to the possibilities that could derive from the application of different ecological-political and ecological-social paradigms to the planning practice and to its role in the management of environmental balances. Is therefore proposed a scenario of reinterpretation of the approach to park planning – first of all, but which can also be extended beyond formal boundaries – in which planning is configured as a dynamic process, guided by the interaction between designing social ecosystems and designed environmental ecosystems and resulting in a multiform coevolving territorial design. The thesis is that in this different perspective it is possible to grasp greater potential for long-term reterritorialization with respect to the extraction processes of economic value from environmental resources, and that this entails a more effective implementation of the objectives – both national and international – of rebuild synergistic and coevolutionary relationships between human activities and the natural environment.
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Fabbrocini, Mario. "Figurabilità della città temporanea: progetto di una residenza per studenti nel quartiere Barca di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
La città di Bologna è sempre più vista come nodo infrastrutturale, ricco di scambi e di attrazioni culturali e produttive. È perciò utile capire quali sono stati i processi di evoluzione che hanno portato la città metropolitana ad assumere tali caratteri, facendo un’analisi dell’espansione di questa in funzione del sistema della rete di movimento più utilizzata, la strada, che genera la forma di Bologna. Determinato lo sviluppo, si vedrà la figurabilità della città temporanea, sulla base degli studi dell’urbanista americano Kevin Lynch. Una visione sensoriale (prevalentemente visiva) sull’attraversamento della città, percorrendo uno degli assi che collega il centro con i confini urbani, al fine di descrivere le percezioni durante il tragitto. Si ricostruisce così la lettura della città e dei suoi caratteri tramite l’attraversamento. Tra i punti che il tragitto tocca vi è il quartiere Barca, luogo vissuto come semplice dimora e non come area residenza: sono carenti i poli aggregativi, che vi dovevano essere nel progetto originale del quartiere dell’architetto Giuseppe Vaccaro. Trovati i problemi, i punti di forza e la figuratività dell’area, si va ad inserire una residenza per studenti, in maniera tale da affrontare il tema della residenza temporanea. A ciò si aggiungeranno altri interventi, sia all’interno dello studentato, che nella zona circoscritta del progetto dell’architetto bolognese, per riattivare la vita di quartiere al fine di rendendolo un polo d’attrazione sia per coloro che lo vivono, ma anche per coloro che provengono dall’esterno.
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Roveroni, Sebastiano. "Figure del vuoto." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2677.

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Abstract:
2006/2007
Nella riflessione che accompagna l’osservazione del territorio contemporaneo, contrapposizione, giustapposizione e frammentazione sono termini utilizzati per descrivere una condizione dove sempre più rilevante risulta il rapporto tra pieni e vuoti. Leggere la città contemporanea in negativo, come un giustapporsi di spazi aperti e spazi costruiti dove acquista rilievo anche ciò che rimane tra le emergenze, diventa lo stimolo progettuale per pensare ad una nuova immagine di città, che si confronti con le esigenze di vita della società. Liberato dalla sua accezione eminentemente negativa e visto nelle sue possibili e progettualmente fertili declinazioni, il tema del vuoto acquista un nuovo ruolo nella definizione di spazialità inedite: esso può divenire l’approccio al progetto per, sulla e della città contemporanea. Se, da un lato, le violente trasformazioni a cui abbiamo assistito in città come Berlino e, più di recente, New York, hanno messo in primo piano la necessità e la difficoltà di confrontarsi con il tema del vuoto, (drammaticamente evidente in queste lacerazioni del tessuto urbano), dall’altra il tema del vuoto ha da sempre attraversato lo studio della città. Nel suo essere vuoto, il parco ha rappresentato uno degli elementi basilari per la formulazione di ipotesi per la città moderna, in cui si rifletteva l’idea stessa di città. Alla ricerca di nuovi orizzonti di senso, il tema del vuoto riporta l’attenzione a forme culturali contrapposte: quella orientale ci educa al senso positivo di una dimensione complementare a quella materica e tangibile, e per questo carica di valore nel suo dare compiutezza a ciò che è in essere. Nella cultura occidentale, invece, è l’arte ad aver ampliamente indagato il vuoto: artisti come Klein, Fontana e Manzoni, ad esempio, con le loro sperimentazioni delineano i termini della questione offrendo punti di riferimento per poter giungere a intravedere il vuoto attraverso tre concetti fondanti: l’immateriale, l’invisibile e l’infinito. Analoghe declinazioni possono essere riconosciute anche nella ricerca architettonica: se Colin Rowe, nel suo “Collage City” offre una lettura che propone implicitamente una descrizione del vuoto come negativo (senso già presente nella pianta di Roma del Nolli), dall’altra i progetti visionari di Boullée riportano l’attenzione alla percezione dell’utente e all’essere del “vuoto” nel senso che viene da questi ad esso attribuito. Ma il vuoto può diventare anche componente essenziale di progetto, materiale che si presta a infinite possibilità di sviluppi variabili: una forma d’interpretazione, quest’ultima, che maggiormente può adattarsi al sentire della contemporaneità. 01. assenza di oggetti vs assenza di senso Il vuoto è un concetto che può definirsi come negazione, come assenza del pieno, ma anche come valore nel rapporto con un oggetto isolato. La lettura in negativo fa emergere nuove visioni e rende spesso evidenti valori più importanti di quelli delle strutture delimitano lo spazio. Il territorio contemporaneo in questo senso viene riletto come un giustapporsi di oggetti isolati e radi e di sequenze di vuoti. La lettura in negativo da un lato, ponendo attenzione ai vuoti urbani, si propone di riconfigurare la natura spaziale dell’interno del contesto in cui sono inseriti, dall'altro propone nuovi modi di intervento nel riconsiderare il valore potenziale degli spazi aperti che si giustappongono all'interno della città diffusa (ad esempio, la strategia elaborata da OMA basata sulla creazione di zone d’assenza, spazi aperti disponibili all’inatteso). I progetti delle capitali moderne si sono tutti confrontati con il vuoto inteso come valore di rappresentanza del “potere”, come elemento di valore paesaggistico, ma anche come luogo potenziale di sviluppo. Ma l'architettura si rapporta comunque con la tridimensionalità, in questo senso diviene necessario leggere l'opera rispetto al rapporto tra il suo volume interno e l’esterno. Lo spazio aperto e il volume interno sono elementi fondamentali del progetto, l'architettura viene concepita al contempo come massa e spazio, pieno e vuoto. I vuoti spesso si contrappongono alla plasticità dei volumi ricreando degli spazi instabili o grandiosi, ma sono, allo stesso tempo, generatori dello spazio che, assumendo caratteri di monumentalità, trasmette sensazioni contemporaneamente inquietanti e di grandiosità. Lo spazio vuoto può però essere inteso anche in rapporto alla memoria, nel suo simboleggiare una "mancanza", assumendo i caratteri di uno spazio di raccoglimento (una sorta di vuoto “riflessivo”) oppure, al contrario, di un luogo dove è il rapporto con chi lo utilizza che diventa parte integrante dell'opera, reciproco riferimento visivo che acuisce il senso di drammaticità espresso dall’assenza del suo essere “vuoto”. 02. volume emerso vs scavo Nelle sue possibili declinazioni, il vuoto può essere anche letto come esito di un’operazione di sottrazione volumetrica, di scavo. In questo senso il suo valore è duplice: come vuoto ma, allo stesso tempo, come volume, nel suo essere parte integrante di ciò che lo definisce e lo contiene. La ricerca architettonica ha guardato, e tutt’oggi allude a questa declinazione del vuoto come materiale della composizione, metrica di controllo dello spazio e delle singole spazialità che determina. L’architettura diventa in questo modo contorno del vuoto, configurandosi concretamente nei termini di “sistema di spazi” che si susseguono diventando il vero progetto; essa trae valore dal vuoto che le è complementare. Pensare al vuoto come a un qualcosa di determinato (e non residuo), come esito di un processo di sottrazione porta a riflettere sul valore della stessa sottrazione come possibilità per intervenire nella città contemporanea. Gli interventi in negativo nella città possono fornire stimoli per la proposizione di nuove logiche urbane: il vuoto diventa lo strumento per riconquistare lo spazio territoriale che oggi domina la città. Entro tale visione del vuoto, la demolizione (da sempre fondamentale mezzo di intervento nella città assieme alla conservazione) acquista una nuova valenza, soprattutto se vista in rapporto alla condizione urbana contemporanea, dove ai ben noti fenomeni di espansione metropolitana si affiancano contrapposti processi di contrazione demografica. La demolizione può essere vista come tramite per la costruzione di un nuovo ordine, laddove essa non mette in discussione il valore di ciò che elimina, ma né conferma il senso, alle volte rafforzandolo o rendendolo maggiormente esplicito. La demolizione può diventare così strumento fondamentale per l’attuazione di un nuovo disegno urbano, mettendo in gioco strategie di carattere generale, che interessino la struttura urbana nel suo complesso. 03. indeterminazione formale vs processi probabilistici Ulteriore declinazione del vuoto è quella che lo vede come spazio “delle possibilità”. Il vuoto deve in questo caso offrire opportunità per il verificarsi di situazioni ed eventi diversi. Il tema diventa la definizione (progettazione) del vuoto, dello spazio vuoto che possa configurarsi come supporto al manifestarsi di azioni e attività che non sempre possono essere previste e/o prevedibili. Una ricerca, questa, che ha caratterizzato diverse correnti architettoniche e le conseguenti proposte per idee di città, nate anche dalla critica ad una concezione dello spazio urbano formulata esclusivamente in termini funzionali, e poco incline dunque ad accogliere i rapidi cambiamenti di una società sempre più mobile e mutevole. Il vuoto diventa così l’origine dell’architettura, il supporto che rende possibile l’azione che le attribuisce significato. L’eredità di queste ricerche – sviluppatesi sin dagli anni cinquanta – è oggi accolta dagli architetti che ripensano all’intervento nella città contemporanea non più partendo dall’architettura, bensì dalle condizioni (uso, evento, attribuzione di valore) attraverso cui essa viene posta in grado di concretizzarsi ed esplicitarsi. L’indeterminazione, l’impossibilità di prevedere tutte le funzioni e i ruoli possibili che lo spazio sarà chiamato ad assolvere, induce ad assumere un atteggiamento di progetto che punta l’attenzione sul programma, sulla valutazione di tutte le possibili combinazioni di usi/funzioni che lo spazio sarà chiamato ad assolvere. Il vuoto diventa lo strumento che consente e assicura tale indeterminazione, offrendo l’opportunità di riappropriarsi di uno spazio, con la massima possibilità di produrre l’inaspettato. Il supporto diviene l’elemento che meglio si presta a tradurre questa idea di indeterminatezza, offrendo all’oggi l’ipotesi di un’urbanistica “debole” dove il ruolo del progetto è quello di gestire la complessità dell’ambiente urbano attraverso una diffusa interazione di attori.
XIX Ciclo
1976
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Bellosi, Maria Giulia, and Gabriele Berti. "Osmosis Theme Park: piano per la rigenerazione urbana della ex discarica di Küçükçekmece ad Istanbul." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5191/.

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Abstract:
Questa tesi di laurea nasce dall’approfondimento del progetto che abbiamo sviluppato nel laboratorio di progettazione architettonica frequentato presso la Middle East Technical University, METU, di Ankara, Turchia, durante l’anno accademico 2011-12. La prima parte del corso, tenuto dai professori S. Özkan e Z. Mennan, consisteva nello studio e analisi critica dei progetti in concorso per il bando “Istanbul Theme Park” e nella riproposizione, da presentare a gruppi, di uno dei masterplan studiati, con le modifiche ritenute necessarie a fronte delle considerazioni fatte e di nuove idee progettuali. Lo step successivo è stato quello di approfondire individualmente la progettazione architettonica di un area di almeno 100.000 mq in scala 1:500 e di un edificio in dettaglio 1:200. Date le tempistiche molto ridotte del corso, che si completava in tredici settimane, abbiamo scelto di continuare il lavoro e approfondire, con l’aiuto della prof.ssa V. Orioli e dell’arch. E. Brighi, l’elaborazione del masterplan arrivando ad una definizione maggiore di tutta l’area e non solamente delle aree di interesse approfondite durante la permanenza in Turchia. Il progetto presentato è quindi il frutto di un anno di lavoro sulla riqualificazione di un area di 150 ettari precedentemente adibita a discarica, situata nella parte occidentale di Istanbul. L’obiettivo che abbiamo perseguito è stato quello di ricreare nella periferia della metropoli turca uno stralcio di città con caratteri più “europei”, comprendendo in un solo grande ambito di progetto tutte le funzioni necessarie alla vita di un quartiere cittadino ma anche le grandi strutture attrattive richieste dal concorso. Durante il nostro percorso abbiamo cercato anche di non perdere di vista il contesto in cui lavoravamo e le abitudini della società turca con cui ci andavamo a confrontare. Nonostante la forte occidentalizzazione delle zone ricche delle grandi città come Istanbul, Ankara e Izmir, gli stili di vita europeo e turco sono fondamentalmente differenti e progettare una città, o uno stralcio di essa, per un popolo diverso necessita la conoscenza dei suoi valori fondamentali e delle abitudini che ne scandiscono le giornate.
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Spallato, Andrea. "Cosenza. Indirizzi per il recupero della città storica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21176/.

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Abstract:
La tesi indaga metodi di indirizzo del progetto di recupero architettonico e urbano della città storica di Cosenza. Il percorso di ricerca parte da un approfondimento della tradizione nazionale dell'intervento urbanistico sulle città storiche – da Bologna ad esempi più recenti – e dall'analisi dei Manuali del recupero redatti per il recupero di comparti storici di alcune città, tra cui Roma e Palermo. Per quanto attiene alla scrittura di una normativa che guidi il recupero urbano, la tesi assume carattere sperimentale: alcune schede tipo illustrano, con grafica semplice e immediatamente interpretabile, norme tecniche d'attuazione capaci di indirizzare il recupero dell'edilizia di base della città storica. L'analisi comparata tra catasti e documenti cartografici antichi, affiancata all'analisi tipologica dell'edilizia storica, contribuisce alla definizione di alcune ipotesi progettuali per la riqualificazione di aree in disuso e per il ripristino di edifici collabenti, o recentemente demoliti, del centro antico calabrese.
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Francia, Valerio. "MUP - Mapping Urban Perception. Metodi di indagine della vita pubblica per il progetto urbano. Il caso di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12498/.

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Abstract:
La tesi di laurea affronta il tema dello spazio pubblico, sia nella sua definizione teorica che nella sua configurazione fisica, investigandolo attraverso le pratiche tradizionali di programmazione di tipo top-down e attraverso le azioni spontanee promosse della cittadinanza di tipo bottom-up. Contributi di studiosi, afferenti a discipline diverse, hanno apportato alla letteratura urbanistica contemporanea nuovi saperi e consapevolezze, alimentando una esplorazione approfondita sulla complessità delle dinamiche urbane e contribuendo alla definizione di diversi metodi di interpretare e studiare la città. Se da un lato l’attenzione nei confronti della vita e dell’uso dello spazio pubblico, è sempre maggiore, dall’altra il crescente rapporto emotivo che i cittadini hanno sviluppato nei confronti della città, a seguito della diffusione dei social networks e della fruizione della città digitale, fa emergere non più solo bisogni, ma principalmente desideri. La tesi sviluppa una metodologia in grado di rilevare le metriche della vita pubblica, applicata ad un caso specifico a Bologna, città da sempre attenta, particolarmente negli ultimi anni, al coinvolgimento della cittadinanza nelle politiche e nei progetti urbani. Scomponendo la vita pubblica di Bologna in situazioni ed azioni che si svolgono nella città è stato redatto il Codice di Bologna, in grado di far emergere l’identità stessa della città. L’esito della tesi è MUP, uno strumento web-GIS, sviluppato sulla sequenza urbana di via Zamboni, capace di raccogliere e rendere esplorabili le situazioni del codice, con il fine di avviare un dialogo tra cittadini, amministrazioni e professionisti, funzionale per la redazione di un progetto urbano condiviso. Il percorso immaginato segue una logica aggregativa di analisi e conoscenze, risultato di confronti con testi scientifici, validato mediante l’applicazione ad un caso di studio riferito ad una scala progettuale urbana (scenario urbano complesso).
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Casadei, Ruben, and Gian Paolo Franceschini. "Le trasformazioni dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione. La Darsena di Ravenna come caso di studio." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3617/.

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Abstract:
Questa tesi propone una riflessione critica sulle pratiche della pianificazione urbanistica attraverso l’analisi di un significativo caso di studio, costituito dalla Darsena di Città a Ravenna. Questo approccio di ricerca è dal nostro punto di vista una conseguenza della difficoltà di governare le attuali problematiche di sviluppo dello spazio urbano attraverso gli strumenti tradizionali della pianificazione e dell’urbanistica. La tesi ha lo scopo di far emergere temi di dibattito attuale sulle aree di sviluppo urbano, in particolare la complessità dei compiti decisionali riguardanti aree oggetto di interventi di rigenerazione urbana. La definizione “area di sviluppo urbano” si pone come prodotto di un’attiva collaborazione tra Stato, mercato e società civile e costituisce dal nostro punto di vista una vera “questione sociale”. Prenderemo come riferimento il caso della Darsena di Città di Ravenna, oggetto della sperimentazione urbanistica degli ultimi trenta anni, sul quale diversi “stili” e strumenti di pianificazione si sono confrontati, nell’intento di guidare un processo di riqualificazione che ha portato ad oggi a risultati concreti assai limitati. Attraverso gli strumenti consultabili e un rapido sopralluogo infatti, possiamo intuire immediatamente come la realizzazione di interventi sull’area si limiti a casi localizzati come la riqualificazione della raffineria Almagià, la nuova sede dell’autorità portuale e l’ex molino Pineta, oltre agli interventi residenziali riconducibili all’edificio progettato dall’architetto Cino Zucchi e ai nuovi isolati attorno alla parte centrale di via Trieste. Le problematiche di fondo che hanno creato conflitti sono molte, dall’elevata divisione proprietaria alla cesura del comparto con il centro storico data dalla barriera ferroviaria, alla questione relativa al risanamento delle acque e dei suoli, solo per citare le più evidenti. Siamo quindi interessati a capire il problema dal punto di vista del processo di pianificazione per poi concentrare la nostra riflessione su possibili soluzioni che possano risolvere i conflitti che sembrano all’oggi non trovare una risposta condivisa. Per meglio comprendere come rapportarci al caso specifico si è cercato di analizzare alcuni aspetti teorici fondanti del “procedimento archetipico” di pianificazione urbana in contrapposizione con metodi di pianificazione “non convenzionali”. Come lo studio dei primi ci ha permesso di capire come si è arrivati all’attuale situazione di stallo nella trasformazione urbana della Darsena di Città, i secondi ci hanno aiutato a comprendere per quali ragioni i piani urbanistici di tipo “tradizionale” pensati per la Darsena di Città non sono stati portati a realizzazione. Consci che i fattori in gioco sono molteplici abbiamo deciso di affrontare questa tesi attraverso un approccio aperto al dialogo con le reali problematiche presenti sul territorio, credendo che la pianificazione debba relazionarsi con il contesto per essere in grado di proporre e finalizzare i suoi obiettivi. Conseguenza di questo è per noi il fatto che una sensibile metodologia di pianificazione debba confrontarsi sia con i processi istituzionali sia con le dinamiche e i valori socio-culturali locali. In generale gerarchie di potere e decisioni centralizzate tendono a prevalere su pratiche decisionali di tipo collaborativo; questa tesi si è proposta quindi l’obiettivo di ragionare sulle une e sulle altre in un contesto reale per raggiungere uno schema di pianificazione condiviso. La pianificazione urbanistica è da noi intesa come una previsione al futuro di pratiche di accordo e decisione finalizzate a raggiungere un obiettivo comune, da questo punto di vista il processo è parte essenziale della stessa pianificazione. Il tema è attuale in un contesto in cui l’urbanistica si è sempre confrontata in prevalenza con i temi della razionalizzazione della crescita, e con concetti da tempo in crisi che vanno oggi rimessi in discussione rispetto alle attuali istanze di trasformazione “sostenibile” delle città e dei territori. Potremmo riassumere le nostre riflessioni sull’urbanistica ed i nostri intenti rispetto al piano della Darsena di Città di Ravenna attraverso una definizione di Rem Koolhaas: l’urbanistica è la disciplina che genera potenziale, crea opportunità e causa eventi, mentre l’architettura è tradizionalmente la disciplina che manipola questo potenziale, sfrutta le possibilità e circoscrive. Il percorso di ragionamento descritto in questa tesi intende presentare attraverso alcune questioni significative l’evoluzione dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione, arrivando a formulare un “progetto tentativo” sul territorio della Darsena di Città.
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NESPOLO, LUCA. "La gestione pubblica del progetto urbano. Modelli di recupero dei plusvalori fondiari e forme del progetto di città." Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/789936.

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La tesi di dottorato muove dalla constatazione della crisi del progetto urbanistico contemporaneo, piegato sovente alle logiche di mercato proprie della fase neoliberista di trasformazione della città, per studiare esempi di trasformazione urbana caratterizzati da un rapporto pubblico/privato maggiormente bilanciato. Attraverso lo studio di alcune buone pratiche condotte in ambiti connotati da una forte regìa pubblica (Monaco di Baviera, Barcellona), la tesi definisce le particolarità del progetto urbanistico equo, a confronto con i principali aspetti del progetto urbano contemporaneo.
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AVELLINI, ELISA. "Il progetto invisibile. Vicinanza come strumento: prove lungo il Tevere." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1467223.

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Abstract:
La tesi esplora la relazione tra materialità e immaterialità dello spazio urbano, osservandola tanto nel progetto quanto nelle pratiche quotidiane degli individui. Nella pratica progettuale, infatti, questa relazione è stata perlopiù pensata come dicotomica, attraverso visioni funzionaliste per cui alterare la materialità dello spazio permette di determinarne gli usi possibili. Allo stesso tempo, gli studi urbanistici, antropologici e sociologici delle pratiche urbane hanno mostrato come i modi in cui le persone vivono uno spazio pensano aspetti materiali e immateriali dello spazio come un’unità inscindibile. L’obiettivo della ricerca è quindi quello di costruire uno strumento interpretativo che permetta di ricomprendere all’interno del progetto urbano un’analisi delle pratiche, capace di tenere conto degli sguardi multidisciplinari che si occupano della città. Per raggiungere questo obiettivo mi sono confrontata con il caso del tratto urbano del fiume Tevere, spazio in cui l’opposizione tra una fisicità difficile da alterare e il grande accumularsi di memorie e significati hanno nel tempo reso difficile pensare qualsiasi forma di intervento. Attraverso l’analisi delle stagioni progettuali che hanno ragionato sul Tevere e il confronto con una letteratura multidisciplinare riguardante il rapporto tra materialità e immaterialità, ho definito il concetto di “vicinanza”, termine polisemico che sta ad indicare una lente interpretativa con cui osservare la relazione tra spazio e individui per come viene mediata proprio dalle caratteristiche materiali e immateriali del luogo. Ho messo alla prova questo strumento all’interno di una ricerca sul campo basata sulla teoria attore-rete e su un approccio etnografico. Attraverso l’incontro con i frequentatori di piazza Tevere, lo strumento vicinanza mi ha permesso di individuare e rappresentare graficamente i termini in cui individui e luogo si relazionano e gli effetti di questa relazione. L’unione dell’osservazione sul campo delle pratiche e la conoscenza delle caratteristiche architettoniche di questo spazio permette infatti di individuare gli attanti che fungono da mediatori di queste relazioni, i nodi fondamentali su cui potenzialmente agire, mostrando come nelle pratiche dei frequentatori del Tevere le sue caratteristiche fisiche e immateriali vengano integrate al punto da non poter essere più distinguibili. Lo strumento vicinanza infine emerge per la possibilità che offre nella collaborazione multidisciplinare, facilitando la traducibilità di dati qualitativi all’interno di schemi rappresentativi più vicini e più facilmente utilizzabili in contesti progettuali, andando anzi a permetterci di rappresentare e implementare i progetti invisibili racchiusi nelle pratiche degli individui.
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MARIANO, Carmela. "La filosofia del partenariato come alternativa alla privatizzazione dello spazio pubblico. La separazione tra pubblico e privato rende più complessa, in Italia, la produzione e la gestione dello spazio pubblico rispetto all’esperienza della città moderna. Condizioni e innovazioni nelle pratiche italiane per l’affermazione di tale filosofia. Tesi di Dottorato di ricerca in Riqualificazione e Recupero insediativo XVIII ciclo, Facoltà di Architettura, Sapienza Università di Roma, in padis@uniroma1.it." Doctoral thesis, 2006. http://hdl.handle.net/11573/427882.

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Abstract:
Ripercorrendo la dinamica della trasformazione dello spazio pubblico, dalla città storica alla città contemporanea, la ricerca analizza i motivi della “crisi” dello spazio pubblico della città contemporanea e propone una lettura critica delle recenti esperienze di pianificazione in tema di spazi pubblici che si caratterizzano per il ricorso, da parte delle amministrazioni locali, a forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati (partenariato). L’obiettivo è quello di individuare una possibile procedura di realizzazione di spazio pubblico che garantisca, il raggiungimento della qualità del progetto e la sua efficacia nel tempo.
Going through the dynamics of transformation of public space, from the historical to the contemporany city, this study evaluates the reasons of the crisis of the public space in the contemporany city and suggests a critical interpretation of recent experiences in public space planning that consisted by a kind of collaboration between public Administration and private subject. The aim of this study is to individuate a new kind of public space and a possible procedure of development able to garantee quality and efficiency of the project during a long period of time
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MONDUCCI, RICCARDO. "Origine e sviluppo del disegno urbano in Italia: l’influenza di Ludovico Quaroni e Adalberto Libera negli anni dell’insegnamento alla Facoltà di Architettura di Firenze (1957 - 1962)." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/858919.

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Abstract:
La ricerca vuole essere un contributo allo studio della nascita del disegno urbano in Italia, in particolar modo approfondendo il periodo che vide la convivenza all’interno della Facoltà di Architettura di Firenze di Ludovico Quaroni e Adalberto Libera, figure centrali nella storia dell’architettura italiana, che intrecciarono i loro percorsi didattici e personali proprio a Firenze nel quinquennio dal 1957 al 1962.Lo scopo è stato inoltre quello di ricercare l’influenza del loro insegnamento nelle generazioni successive, in particolar modo per quanto riguarda la nascita e lo sviluppo del disegno urbano come disciplina autonoma. L’ipotesi di ricerca è che il confronto tra due approcci alla dimensione urbana estremamente diversi e apparentemente in contrasto tra loro, si rivelino in realtà complementari ed entrambi necessari nella formazione di un metodo che coniughi il rigore logico della composizione architettonica allo studio dei processi complessi della città.
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GISSARA, MARCO. "Città immaginate: il Pigneto-Prenestino e la sua fabbrica. Rigenerazione urbana e pratiche dal basso." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1104820.

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Abstract:
La tesi si propone di contribuire alla ricerca sulle forme di intervento sulla città esistente, ponendosi alcuni obiettivi specifici correlati. In particolare, anche mediante l’analisi del caso-studio, assume importanza il riconoscimento delle possibili interazioni fra politiche e pratiche. Il lavoro si articola a partire dall’approfondimento teorico-interpretativo sulle caratteristiche dell’urbanizzazione contemporanea, sulle grandi problematiche ecologiche odierne e gli spazi di azione per individui e comunità nelle trasformazioni urbane. Passando per l’analisi critica delle politiche urbanistiche romane degli ultimi venticinque anni, la ricerca approfondisce il caso studio della riappropriazione ad uso pubblico dell’area dell’ex fabbrica Snia Viscosa nel quartiere del Pigneto-Prenestino, ritenuto significativo in ragione degli obiettivi descritti in precedenza. Le conclusioni, infine, si inseriscono all’interno del dibattito sulle possibilità di trasformazione dell’esistente e sul ruolo della conoscenza urbanistica in tal senso, lasciando dei margini di apertura per immaginare sviluppi e traiettorie future.
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