Journal articles on the topic 'Progetto integrato'

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Erba, Valeria, and Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Abstract:
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Marzo, Patrizia, and Michele Cirillo. ""Alice" ... Nei Piani di Zona. Una sperimentazione di approccio integrato nelle pianificazioni urbane." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 99 (April 2011): 70–86. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099005.

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Abstract:
Gli autori descrivono gli aspetti sociali di un progetto innovativo realizzato dalla Regione Puglia. Il progetto conferma l'importanza dell'integrazione fra le pianificazioni pubbliche nella complessivadel territorio regionale e, in particolare, della mobilitŕ dell'utenza "debole" della strada. Nel saggio sono esposte le motivazioni, le azioni, le fasi e i risultati della ricerca e delle altre azioni prodotte dal Progetto.
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Cerullo, Luigi, and Maria Cristina Mataloni. "Sistema di ricerca integrato: un nuovo catalogo di servizi per le biblioteche." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 16–25. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00011.

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Abstract:
Il Sistema di Ricerca Integrato (SRI) costituisce un articolato progetto di integrazione delle basi dati gestite dall’ICCU e al contempo mira ad offrire all’utente finale un servizio di restituzione originale, destinato a soddisfare le esigenze di un pubblico più vasto, costituito non solo da specialisti del settore. All’interno di questo progetto se ne innestano altri complementari, SBNTeca e SBNCloud, che hanno lo scopo di offrire alla comunità SBN strumenti tecnologicamente avanzati e di sicuro ausilio rispetto alla crescente domanda di servizi digitali, mai come oggi fondamentali per gli utenti finali.
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Seveso, Laura. "L'affido familiare come strumento di buon trattamento." MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no. 3 (December 2010): 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-003004.

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Abstract:
Premessa una breve analisi della normativa vigente in materia di affido e di alcuni dati statistici, nell'articolo si vuole evidenziare la necessitŕ, affinché detto intervento possa avere un'efficacia effettiva anche dal punto di vista riparativo sul bambino vittima di maltrattamento, che l'affido sia preceduto dalla formulazione di un progetto che, tenuto conto della valutazione effettuata su minore e famiglia di origine, possa rappresentare la "sceneggiatura" sulla base della quale si potranno muovere in modo organico e integrato i diversi soggetti dell'affido. Si sottolinea, anche, l'importanza per l'effettivo funzionamento del progetto di una reale interazione tra i diversi soggetti istituzionali coinvolti nel progetto di affido, alla base della quale non puň che esservi una cultura comune in materia di tutela dell'infanzia, frutto di percorsi di formazione condivisi.
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Di Fazio, Stella, and Costantino Landino. "Rappresentare i contesti nella descrizione delle risorse culturali: il Portal Entity Builder di MetaFAD." DigItalia 17, no. 1 (June 2022): 168–83. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00046.

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Abstract:
Il Portal Entity Builder (PEB) è uno specifico modulo che consente un editing facilitato di ontologie in formato OWL, realizzato dall’Istituto centrale per gli archivi (ICAR) nell’ambito del progetto di reingegnerizzazione del Portale Rete degli Archivi per non dimenticare. Il PEB è stato sviluppato come un componente aggiuntivo del software open source MetaFAD, piattaforma destinata alla descrizione e alla catalogazione di materiale archivistico, bibliografico e storico-artistico in un unico ambiente integrato, dotata di Digital Asset Manager per la gestione e la fruizione di oggetti digitali. L’articolo richiama brevemente lo scenario che ha orientato l’Istituto in questa scelta operativa e descrive più analiticamente il progetto di realizzazione dello strumento e le sue caratteristiche applicate ad un caso reale.
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Jassi, Sukky, and Alison Pearson. "L'Industria alimentare nei paesi dell'UE." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 98 (December 2012): 71–76. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-098006.

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Abstract:
Il seguente articolo opera una messa a confronto delle prestazioni, del contributo economico e delle componenti strutturali dell'industria alimentare nei Paesi europei partecipanti al progetto Food-ECVET. Vengono inoltre rilevati e messi in luce i punti di forza, le debolezze, le opportunitŕ e le sfide emergenti, nel contesto della realizzazione di un sistema integrato di crediti ECVET relativo alla formazione professionale dei lavoratori del comparto.
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Onnis, Luigi, Marco Bernardini, Antonella Leonelli, Dario Cafagna, Roberta Cherubini, Domenico Ardito, Alessandra la Marca, Cristina D'Onofrio, and Marta Fajanesi. "Un approccio sistemico ai disturbi di panico. Protocollo di una ricerca sperimentale." PSICOBIETTIVO, no. 3 (November 2011): 55–71. http://dx.doi.org/10.3280/psob2011-003004.

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Abstract:
Il presente lavoro discute la dimensione psicopatologica dei disturbi di panico (DP) e ne approfondisce gli aspetti legati alla ricerca clinica. Propone, poi i DP in una prospettiva sistemica come fenomeni complessi, analizzandone le componenti socio-culturali, individuali e familiari. In ultimo viene proposto un progetto di ricerca dedicato ai DP che valuta l'opportunitŕ di un approccio integrato, tale intervento viene confrontato con l'usuale intervento psicofarmacologico.
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D'Ortenzi, Francesco, Simona Sprovieri, and Cecilia Daniele. "Educazione alla legalitŕ: un progetto di lavoro integrato nel territorio di Ostia." MINORIGIUSTIZIA, no. 3 (February 2009): 351–55. http://dx.doi.org/10.3280/mg2008-003035.

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Orzan, E., and E. Ciciriello. "Pianificare su base regionale un programma di intervento audiologico precoce dell’ipoacusia infantile: introduzione a uno studio italiano." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 3–9. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1070.

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Abstract:
Una presa in carico non uniforme, tardiva o inappropriata dei bambini con deficit uditivo aumenta il rischio di sviluppare difficoltà comunicative-comportamentali e psicosociali che possono persistere fino all’adolescenza o all’età adulta. Nel Marzo 2014 il Centro di Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute Italiano ha finanziato il progetto “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit di udito”. Il progetto coinvolge 5 centri di III livello in cui il programma di screening uditivo neonatale è stato approvato dalla regione di appartenenza. Lo scopo principale del progetto è quello di definire e proporre un modello di salute pubblica su base regionale per l’identificazione delle ipoacusie infantili permanenti, la diagnosi e l’intervento. La prima fase del progetto prevede di indagare lo stato dell’arte e di produrre raccomandazioni che possano portare a cambiamenti positivi nell’identificazione, nella diagnosi, nella terapia e nella presa in carico dei bambini con deficit uditivo, tenendo presenti le innovazioni diagnostiche-riabilitative, il sostegno e l’alleanza terapeutica con la famiglia, un approccio interdisciplinare. Le raccomandazioni emerse da questa prima fase rappresenteranno le basi per un sistema regionale di intervento precoce che sia valido, integrato e condiviso da tutte le cinque regioni coinvolte.
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Colombo, Maddalena. "Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Abstract:
Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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Lami, Isabella M., and Beatrice Mecca. "Architectural project appraisal: an active learning process [Valutazione del progetto architettonico: un processo di apprendimento attivo]." Valori e Valutazioni 28 (July 2021): 3–20. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212802.

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Abstract:
Reflecting on how economic evaluation is taught in architecture courses opens up a discussion between those who structure problems with design and those who structure problems with different approaches (specifically estimation approaches) and where this design and these methods can intersect and hybridise. The paper presents some reflections, and a methodological proposal, related to the way of teaching economic evaluation in architecture courses. The aim of this paper is to propose an integrated assessment operative framework applied according to the active learning strategy, aimed at supporting students in dealing with design decision-making processes in a structured way and providing them with a problem representation scheme. Riflettere sulle modalità insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura consente di aprire una discussione tra chi struttura i problemi con il progetto e chi struttura i problemi con approcci diversi (nello specifico quelli estimativi) e dove questo progetto e questi metodi si possono incrociare e ibridare. L’articolo illustra alcune riflessioni, e una proposta metodologica, relative alla modalità di insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura. Lo scopo di questo documento è di proporre un quadro operativo di valutazione integrato applicato secondo la strategia dell’apprendimento attivo, volto a sostenere gli studenti nell’affrontare processi decisionali di progettazione in modo strutturato e a fornire loro uno schema di rappresentazione del problema.
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Lucchini, Diana, Rebecca Giampaolo, Gianluca Fogazzi, Maria Tauro, Alberto Buffoli, Veronica Girardi, Nella Ruzzenenti, and Cristina Civilotti. "Fil-Rouge: implementazioni dell'approccio integrato nell'iter terapeutico antitumorale in un campione di donne affette da neoplasia mammaria. Progetto pilota." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2020): 5–34. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-003001.

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Maiorano, Antonietta, and Daniela Pavoncello. "Valutare le competenze socio emotive nei contesti educativi: la proposta INAPP." SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no. 2 (September 2022): 224–43. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002015.

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Abstract:
Nel presente articolo vengono illustrati i primi risultati dell'indagine INAPP. L'indagine è finalizzata a implementare, in un'ottica inclusiva ed integrata, un si-stema di valutazione del livello di acquisizione di alcuni costrutti socioemotivi in-terrelazionati e predittori di comportamenti autoefficaci e prosociali negli studenti delle scuole superiori di alcune province italiane che hanno preso parte al Progetto "PFP: Progetti Formativi Personalizzati con Budget Educativi".
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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini, and Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Abstract:
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Buttò, Simonetta. "Alphabetica, il nuovo portale per la ricerca integrata: un salto di qualità per le biblioteche italiane." DigItalia 15, no. 2 (December 2020): 9–15. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00010.

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Abstract:
Alphabetica, il nuovo portale progettato a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), si avvia verso la fase finale di realizzazione. Questa nuova piattaforma permetterà di accedere alle banche dati gestite dall’ICCU e ai progetti ad esso afferenti tramite un unico sistema di navigazione e ricerca, valorizzando il lavoro di cooperazione ultratrentennale svolto dalla comunità delle biblioteche italiane nel Servizio Bibliotecario Nazionale e le sue numerose risorse digitali.
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi, and Francesco Incelli. "Architectural technology responds to the environmental crisis: participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale: la progettazione partecipata in ambito emergenziale." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Abstract:
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Fagiolo, Enzo. "La facoltà di medicina nella formazione integrale del medico." Medicina e Morale 45, no. 1 (February 28, 1996): 71–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.919.

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Abstract:
La facoltà di Medicina si trova al centro di un dibattito i cui postulati, spesso antitetici ed esterni alla scienza medica, si riflettono sui progetti formativi. La speculazione epistemologica sembra aver introdotto fratture concettuali all’interno della scienza medico-biologica, postulando una distinzione tra vari tipi di medicina, ognuna delle quali richiederebbe schemi differenti. In tal modo, termini relativi alla naturale complessità della medicina ed alle diverse fasi e condizioni dell’agire medico, vengono presentati come contrapposizioni strutturali della scienza medico biologica. per una formazione integrale, tecnica ed insieme etica, sembra necessario recuperare l’unità del sapere e della medicina, sia come scienza che come prassi, sulla base di una concezione integrale della persona umana. Il docente, componente di una vera “comunitas professorum” dovrà essere portatore di una visione unitaria della medicina e quindi di un progetto formativo globale. La facoltà di Medicina deve tornare ad essere la sede naturale di una riflessione autenticamente “universitaria” sulla persona umana e sulle acquisizioni della ricerca scientifica.
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Giannini, Alessandra. "Tra ruralizzazione ed urbanizzazione: progetti integrati cittŕ-campagna." TERRITORIO, no. 49 (July 2009): 171–77. http://dx.doi.org/10.3280/tr2009-049025.

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Abstract:
- Country life is (and has been) the object of utopian visions, set against the rise of urban living. The paradigms of the myth of rural life can be traced back to Howard's Garden City and to Frank Lloyd Wright's Broadacre City. These examples of the paradigm blend into a broader and trans-disciplinary contemporary discourse on the myth of rural living. Since the end of the 1990s, the subject of the relationship between the rural and the urban has developed into plans that could be called ‘country utopias'. The system of agricultural production and the countryside is evolving today towards new forms of integration and hybridisation with urban areas. Planning practices are emerging today in the definition of the characters and traits of urban agriculture designed to create town and country interaction particularly in marginal areas, strips located on the borders between town and country. These modifications are leading to the definition of new rural figures, together with plans capable of giving new life to liminal and marginal areas between town and country by creating new models of ‘rururban' living.
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Anello, Francesca. "Lettura e Composizione Integrate Cooperative nella Didattica a Distanza: esaminare gli Effetti su Studenti Universitari." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2022): 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13934.

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Abstract:
Per promuovere negli studenti la scrittura come attività consapevole e sistematica per lo studio può risultare efficace il Cooperative Integrated Reading and Composition (CIRC) Model, che si concentra sulla padronanza combinata di strategie di comprensione e di composizione. In rapporto essenziale con la lettura, la co-costruzione di testi stimola gli studenti a esercitare molteplici capacità: analizzare e sintetizzare, immaginare e anticipare, scegliere e selezionare, integrare e elaborare, organizzare i contenuti riguardo a situazioni comunicative e destinatari diversi. Nel presente contributo l'esercizio delle abilità di leggere e comporre testi è stato indagato su un gruppo di studenti universitari che si preparano a diventare maestri. Il programma CIRC è stato applicato in un insegnamento a distanza. Il duplice obiettivo del progetto è stato di facilitare in 285 soggetti lo studio individuale attraverso la scrittura condivisa e di accrescere in loro la consapevolezza d'uso della tecnica nelle classi di scuola primaria. Pur rimanendo su un piano esperienziale, che fornisce dati non generalizzabili, l'attuazione del progetto ha consentito di precisare l'adeguatezza delle procedure utilizzate.
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Palandri, Francesca, Fausto Castagnetti, Ilaria Iacobucci, Marilina Amabile, Gabriele Gugliotta, Angela Poerio, Massimo Breccia, et al. "The Combination of Interferon-Alpha with Imatinib in Early Chronic Phase Chronic Myeloid Leukemia Patients Induces a Significant Improvement of the Molecular Responses in the First Two Years of Treatment: Results From Three Studies From the GIMEMA CML Working Party." Blood 114, no. 22 (November 20, 2009): 2192. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.2192.2192.

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Abstract:
Abstract Abstract 2192 Poster Board II-169 Thanks to its striking effectiveness, imatinib (IM) is the current standard of therapy in chronic myeloid leukemia (CML). However, Interferon-alpha (IFN-alpha) has induced a low but reproducible curative effect in some CML patients, inducing durable remissions lasting even after therapy discontinuation. For this reason, the interest on the possible use of IFN-alpha in the treatment of CML is still substantial, and very recently some newer prospective studies from the French and the German Groups have proposed the re-introduction of IFN-alpha in the front-line treatment of early chronic phase CML (ECP-CML), in association with IM (Rousselot et al, Haematologica 2009;94:abs.1093; Hehlmann et al, Haematologica 2009;94:abs. 0478). We compared the response of 495 ECP-CML patients, enrolled into three different prospective studies promoted by the GIMEMA CML WP (419 treated with imatinib 400mg and 76 treated with imatinib 400mg plus IFN-alpha) (study protocols NCT00511121, NCT00514488 and NCT00511303). Cytogenetic analysis was performed by standard banding techniques and cytogenetic response was rated according to the European LeukemiaNet guidelines. Molecular response was assessed on peripheral blood cells by a standardized quantitative reverse-transcriptase polymerase chain reaction (RQ-PCR) method on an ABI PRISM 7700 Sequence Detector (Perkin Elmer, Faster City, CA). BCR-ABL transcript levels were expressed as a percentage according to the IS. Patients were equally distributed by Sokal risk in the two cohorts. Median follow-up was 43 mos (range, 12- 67) in the IM group and 54 mos (range, 11-63) in the IM+IFN-alpha group. Compliance to IM was excellent in both groups, with 90 to 95% of patients receiving IM 400 mg/daily throughout the follow-up. Conversely, the proportion of patients continuing IFN-alpha dropped from 41% at 12 mos to 18% at 18 mos, 13% at 24 mos, 3% at 36 mos; by the end of the fourth year, all patients were off IFN-alpha. The number of patients in CCgR was higher in the IM+IFN-alpha than in the IM group at 6 mos (60% vs 42%, p=0.002) but not from 12 mos on (Table 1). The number of patients in MMolR was higher in the IM+IFN-alpha than in the IM group at 6, 12 and 24 mos, but not later on (Table 2). Also the number of patients with undetectable Bcr-Abl transcript levels was higher in the IM+IFN-alpha group at 12 months (15% vs 5%, p=0.003) but not later on (19% vs 18% at 48 mos). These data support the preliminary analysis of the French SPIRIT group, reporting a higher rate of MMolR after initial treatment with IM and IFN-alpha as compared to IM alone. The loss of the difference from 24 mos on could be explained by the fact that almost all patients had discontinued IFN-alpha during the first two years, pointing out that the low compliance to the combination may limit its utility in practice. ACKNOWLEDGEMENT The Italian Association Against Leukemia-lymphoma and myeloma (BolognAIL), The Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, The Italian Ministery of Education (PRIN 2005, No. 20050 63732_003, and PRIN 2007, No 2007F7 AE7B_002), The University of Bologna, The European Union (European LeukemiaNet). Disclosures: Pane: Novartis: Research Funding; Ministero dell'Università/PRIN: Research Funding; Regione Campania: Research Funding; Ministero della Salute/Progetto integrato Oncologia: Research Funding. Saglio:Celgene: Honoraria; Novartis: Honoraria.
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Annunziata, Sandra. "Fare spazio all'accoglienza. Una riflessione sul progetto territoriale di accoglienza integrata di Roccagorga." MONDI MIGRANTI, no. 1 (March 2017): 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/mm2017-001003.

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Esposito, Nicola, Concetta Quintarelli, Irene Colavita, Barbara Izzo, Anna Lucia Peluso, Margherita Ruoppolo, Luigi Del Vecchio, et al. "Reduced Expression Level of SHP1 Gives An Additive Survival Advantage to the Ph+ Cells of Chronic Myeloid Leukemia (CML) Patients and Provides a Novel Pretreatment Predictor of Major Molecular Response Achievement in CML Patients." Blood 114, no. 22 (November 20, 2009): 2212. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.2212.2212.

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Abstract:
Abstract Abstract 2212 Poster Board II-189 Treatment of Chronic Myeloid Leukemia (CML) has shown an outstanding progress while new understanding of the disease has increased significantly. Nevertheless in the era of targeted therapy, Sokal index remains a dominant prognostic determinant of newly diagnosed CML patients. Our study has aimed to identify novel prognostic indicators to improve both an initial assessment and subsequent monitoring of CML patients. Initially, we have found that the protein-tyrosine phosphatase SHP1, that has a tumour suppressor activity, may play an important role in the resistance to imatinib treatment. We applied gene profiling and proteomic bidimensional electrophoresis to compare the differential pattern of gene and protein expression between KCL22s (imatinib-sensitive) and KCL22r (imatinib-resistant) cell lines. We found SHP1 to be one of the most differentially expressed genes. By ESI-TRAP MS technique, we found that one of the main interactors of SHP1 is SHP2, a protein phosphatase well known as positive regulator of oncogenic pathways, including the Ras/MAPK pathway. Gain-of-function mutations in SHP2 gene, have been described in various haematopoietic neoplasias and myeloproliferative disorders including Juvenile Chronic Myelomonocytic Leukemia. This protein is regulated throw phosphorylation on 542- and 580-Tyr, and unlike SHP1, acts as a positive regulator of the same oncogenic pathways. We found that KCL22r cell line, that has low SHP1 levels, showed complete phosphorylation of both SHP2 tyrosine residues, while these residues are not phosphorylated in the KCL22s line, which could explain an important mechanism for imatinib sensitivity. Consistently with this hypothesis, knock-down of SHP2 phosphatase in KCL22r by a specific shRNA resulted in 60% inhibition of KCL22r proliferation. Furthermore, the KCL22rSHP2- cells showed significant reduction in STAT3 (60%) and ERK1/2 (70%) phosphorylation. Our initial results from CML patients (Esposito et al , ASH 2008 Abs 1106) have suggested a differential expression of SHP1 in patients with different response to imatinib treatment. To further explore the role of SHP1 as a determinant of imatinib sensitivity we evaluated the expression of SHP1 in 93 newly-diagnosed CML patients enrolled into the TOPS trial investigating 400mg versus 800mg imatinib (Cortes et al, EHA 2008). The results of this study indicate that the mRNA levels of SHP1, as assessed by QPCR in peripheral blood of patients at the time of enrolment, are significantly different between patients who do or don't achieve Major Molecular Response (MMR) by 12 months (7.9±4.0 vs. 5.9±3.4; p=0.01). Logistic regression was used to estimate regression coefficients and corresponding odds ratio using MMR by 12 months as outcome variable in our model. Since the 25th and 75th percentiles of SHP1 were 4.3 and 8.4, respectively (resulting in an interquartile range of 4.1), statistical analysis shown that a value of 4.1 or more in SHP1 is associated with almost 2-fold odds of achieving MMR by 12 months (OR=1.92; 95% CI=1.12, 3.29; p=0.018). Moreover, in a contingency table, chi-square analysis has been shown a high risk of not achieving MMR by 12 month in those patients with either low SHP1 expression and high Sokal score, when compared with patients with high-intermediate SHP1 expression and low-intermediate Sokal score (p=0.0068). In conclusion, these results suggest that, measuring expression levels of SHP1 could be of value in assessing newly diagnosed CP-CML patients and estimating treatment response, which could help optimizing Gleevec treatment, or recommending patients to more potent TKIs. Supported by Novartis Oncology, Clinical Development, TOPS Clinical Correlative Studies Network Disclosures: Saglio: Novartis: Honoraria; Celgene: Honoraria. Pane:Novartis: Research Funding; Ministero dell'Università/PRIN: Research Funding; Regione Campania: Research Funding; Ministero della Salute/Progetto integrato Oncologia: Research Funding.
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Micelli, Ezio. "Modelli ibridi di partnership pubblico-privato nei progetti urbani." SCIENZE REGIONALI, no. 2 (July 2009): 97–112. http://dx.doi.org/10.3280/scre2009-002005.

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Abstract:
- Considering PPP in urban projects, project financing and integrated development programs increasingly share a common economic approch and determine relevant issues as far as the relations with the general planning tools are concerned. Thanks to such urban management tools, local administrations can trade land capital gains with investiments in public infrastructures and services otherwise financed by public funds. Both tools, nevertheless, appear to be potentially in contradiction with the urban plans whose radical evolution is then necessary for an effective synergy with the emerging PPP instruments in the urban field.Keywords: Project financing, integrated programs, public private partnership.Parole chiave: Project financing, programmi integrati, partnership pubblico-privato.JEL classification: H54, H76, R52
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Ercolani, Giordana. "La taranta e la lumachina danzante. Ipotesi di trattamento secondo l'approccio cognitivo-comportamentale." PSICOBIETTIVO, no. 1 (March 2022): 128–35. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-001009.

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Il caso proposto presenta la storia della sofferenza di G., per cui si suggerisce un progetto di psicoterapia secondo l'approccio cognitivo-comportamentale. La scelta di intervenire coinvolgendo anche le figure genitoriali, pur nel rispetto del bisogno di esclusivita espresso della paziente, e stata fatta dall'autore poiche, nella psicoterapia con l'eta evolutiva, il trattamento in setting multipli ne migliora spesso gli esiti. Si illustra il razionale dell'intervento e si presenta l'utilizzo di differenti tecniche, manualizzate e scientificamente validate, integrate tra loro a servizio di un'unica strategia terapeutica, costruita alla luce di una concettualizzazione del caso definita sul singolo paziente.
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Romano, Walter. "Il Pmo e un Tool di gestione integrata per la corretta governance dei progetti." PROJECT MANAGER (IL), no. 32 (November 2017): 12–15. http://dx.doi.org/10.3280/pm2017-032004.

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ANNESE, MARIELLA, Maria Raffaella Lamacchia, Vito Cascione, and Cristina Sunna. "I poli per l’infanzia ZeroSei." Contesti. Città, territori, progetti 1, no. 1 (October 27, 2022): 173–93. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13457.

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La riforma del Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino ai sei anni, approvata con il Decreto Legislativo n. 65/2017, attuativo della citata legge della “Buona scuola” interpreta, inaugura e declina in modo precipuo una nuova fase dell’evoluzione degli ambienti educativi e, attraverso la previsione dei caratteri distintivi dei Poli per l’infanzia (art. 3), si ritrovano anche gli elementi a partire dai quali identificare i poli per l’infanzia come luoghi urbani multifunzionali il cui carattere sociale oltrepassa il target dell’utenza principale, aprendosi alla comunità che insiste nel contesto urbano. Il lavoro guarda all’esperienza condotta da Regione Puglia dal 2017, nell’ambito della quale i Poli per l’infanzia ZeroSei vengono definiti con una chiara caratterizzazione urbana. I progetti esemplificativi di queste innovative strutture, esito di tre procedure concorsuali a regia regionale, assumono rilevanza non solo per essere stati concepiti sotto il profilo della qualità architettonica del manufatto e del rapporto tra spazio e apprendimento ma ancheper la loro capacità di integrarsi funzionalmente e fisicamente con lo spazio urbano circostante, per l'opportunità data dai contesti periferici in cui sono collocati di offrire una esperienza didattica integrata nella dimensione identitaria del quartiere rispetto al quale si pongono in forte continuità e relazione. L'occasione descritta, consente di trarre alcune prime riflessioni sul ruolo dello spazio educativo e dell’architettura degli spazi per l’apprendimento del target 0-6 per i diversi contesti urbani.
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Sluzki, Carlos E. "Dalla madre schizofrenogena alla vulnerabilitŕ genotipica: aggiornamento sul tema "schizofrenia e famiglia"." PSICOBIETTIVO, no. 2 (March 2010): 137–54. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002010.

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Questo articolo esamina in modo aggiornato tre linee correlate di ricerca sul tema famiglia e schizofrenia, ciascuna con importanti implicazioni cliniche: gli studi su "emozioni espresse", le ricerche su bambini ad alto e basso rischio genetico, adottati in etŕ precoce da famiglie prive di precedenti episodi patologici, e i recenti progetti comunitari di "prevenzione primaria" o individuazione pre-clinica e trattamento integrato rivolto a giovani ad alto rischio di schizofrenia. Ciascuna ricerca si interseca con l'altra, contribuendo ad una prassi che si arricchisce considerando l'interazione fra predisposizione genetica ed ecosistema familiare.
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Coccia, S., and D. J. Mattingly. "Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines: the Rieti survey 1988–1991, part I." Papers of the British School at Rome 60 (November 1992): 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Peraboni, Carlo. "Progetti di reti ecologiche. I temi dell'attuazione nei piani comunali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 90–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058011.

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Abstract:
A partire dagli indirizzi di programmazione della Rer della Lombardia e attraverso i progetti di Rete ecologica e Rete Verde della Provincia di Mantova e del BioBaM (Biodiversitŕ nel Basso Mantovano), il contributo analizza le modalitŕ di valorizzazione fondate sulla biodiversitŕ, di coinvolgimento delle risorse per salvaguardare specie animali e vegetali presenti nelle aree rurali, dalla scala territoriale alla scala locale. Lo strumento di analisi della ‘carta delle idoneitŕ ambientali' e la costruzione di un ‘atlante degli spazi aperti' contribuiscono a sviluppare modelli interpretativi contestuali e pertinenti, capaci di cogliere le specifi citŕ del territorio e soprattutto dello spazio non costruito, da valorizzare e progettare in maniera multifunzionale e integrata nei Piani di Governo del Territorio, come nei comuni mantovani di Sermide e Felonica.
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Galeotti, Glenda, Francesco De Maria, and Giovanna del Gobbo. "La ricerca educativa di fronte alla sfida delle migrazioni: potenziale di conoscenza e progetti di vita dei giovani della Costa d'Avorio." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 1 (June 2020): 280–305. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9472.

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Abstract:
Fra le problematiche della contemporaneità, strutturali o emergenti, la mobilità umana ed il rapporto tra fenomeni migratori e processi di sviluppo rappresentano sicuramente ambiti sfidanti di riflessione e di ricerca educativa. Il contributo si inserisce all'interno del più recente dibattito della pedagogia della migrazione e dei migration studies sui concetti di cause, determinanti e drivers della migrazione. Gli autori adottano una prospettiva olistica e sistemica per interpretare in chiave pedagogica il fenomeno migratorio ed esplorare come la combinazione tra variabili individuali e fattori contestuali conduca il soggetto a sviluppare un'aspirazione migratoria ed a cercare altrove la possibilità di autorealizzazione personale e professionale. Sono presentati i risultati di una ricerca esplorativa realizzata in Costa d'Avorio che ha assunto come focus di analisi il potenziale di conoscenza alla base dei progetti migratori dei giovani. Lo studio evidenzia le potenzialità di un approccio integrato soggetto/contesto, capace di considerare anche aspirazioni, capacità e aspettative, per definire azioni educative volte a sostenere progetti di vita consapevoli, sia nei contesti di origine, sia in quelli di destinazione.
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Rondoni, Michela, Emanuela Ottaviani, Daniela Cilloni, Pier Paolo Piccaluga, Stefania Paolini, Ilaria Iacobucci, Simona Soverini, et al. "Chronic Eosinophilic Leukaemia (CEL) with FIP1L1-PDGFRalpha Rearrangement (F/P): The Response to Imatinib (IM) Is Durable. A Report of 33 Patients with A Follow –up of 30 to 92 Months." Blood 114, no. 22 (November 20, 2009): 3894. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.3894.3894.

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Abstract Abstract 3894 Poster Board III-830 Background An interstitial deletion in the long arm of chromosome 4 leads to the formation of the fusion gene FIP1L1-PDGFRalpha (F/P) coding for a constitutively activated form of PDGFRalpha. The fusion gene represents a marker of CEL, and it predicts a dramatic response to imatinib mesylate (IM). Different F/P transcripts have been described, but the correlation with kinetic of molecular response to IM and with the clinical presentation is unknown. Remission duration is also still undefined. Aim The aim of this study was to evaluate the duration of IM response in F/P positive (F/P+) CEL patients and the correlation between their clinical behaviour and molecular characteristics of the transcripts. Design and methods A prospective phase 2 multicentre study of the use of IM 400 mg/daily in patients with hypereosinophilic syndrome, independently of F/P status was established in 2001. Hypereosinophilic syndrome was defined according to Chusid criteria (Blood, 1994; 83: 2759-2779). The presence of F/P transcript was investigated on bone marrow cells using a nested reverse transcriptase polymerase chain reaction (RT-PCR), as reported by Cools J (N Engl J Med. 2003; 348:1199-200). The samples were also purified and sequenced using the Big Dye Terminator Cycle Sequencing Kit (Applied Biosystems). Patients at diagnosis were systematically screened for organ damage with instrumental evaluation (chest radiography, echocardiogram, abdomen ultrasonography) and for the presence of symptoms. 72 patients were treated with IM 100 to 400 mg daily; the 33 F/P+ were monitored every three months for two years then every six months using nested RT-PCR. We will present the result of the 33 F/P+ patients. Results Median follow-up was of 51 months (range 30-92 months). There were 32 males and one female patients. Organ involvement was recorded in 42% of patients, with notably no skin involvement, splenomegaly reported in 7, cardiac involvement in 5, and in 2 cases the peculiar site of localization of soft tissue. After imatinib therapy all patients achieved a complete hematologic response (CHR) in less than one month, and PCR negativity in a median time of 3 months (range 1-9). They became negative for organ localizations and free of symptoms. No patient experienced cardiac failure. All patients who continue imatinib therapy remained in CHR and RT-PCR negative, with a dose of 100 to 400 mg daily. From September 2007 all patients except one (late responder) were treated with 100 mg daily. In six patients IM treatment was discontinued for variable period for different reasons, and in 5 cases the fusion transcript became rapidly detectable; CHR was maintained, other than in one case and the transcript was again undetectable upon treatment resumption, other than in one case. Twenty-eight samples were evaluable for sequencing. Molecular analysis demonstrate an extreme variability of FIP1L1-PDGFRA junction sequences, with FIP1L1 breackpoints scattered between exon 9 to 18, with several splicing variants, whereas all breackpoints in PDGFRA are located within exon 12. Fusion gene sequencing demonstrate an extreme variability, with lack of whole exons of FIP1L1, deletion of exons, with the presence of introns in a minority of cases. Region of FIP1L1 varies in length from 109 to more than 500 nucleotides. Transcript of the only female patient is the same of one of the males. No evidence of correlation was noted with kinetic of molecular response or with the presence at diagnosis of peculiar organ involvement. More complexity of transcript is noted in patients with longer history of disease prior to imatinib therapy. Interpretation and conclusion with this large series of patients we can confirm that the response to imatinib therapy is durable, is not influenced by the biologic features, but depends on continuous therapy. More complexity and variability in FIP1L1-PDGFRalpha transcripts does not lead to differences in terms of response to the therapy or phenotype of disease at diagnosis. Disclosures: Pane: Novartis: Research Funding; Ministero dell'Università/PRIN: Research Funding; Regione Campania: Research Funding; Ministero della Salute/Progetto integrato Oncologia: Research Funding. Saglio:Novartis: Honoraria; Celgene: Honoraria. Baccarani:Novartis Pharma: Consultancy, Honoraria, Research Funding, Speakers Bureau; Bristol-Mayer Squibb: Consultancy, Honoraria, Research Funding, Speakers Bureau.
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Latagliata, Roberto, Massimo Breccia, Fabio Stagno, Luigiana Luciano, Antonella Gozzini, Fausto Castagnetti, Mario Annunziata, et al. "Real-Life Analysis of Dasatinib in Chronic Phase CML Patients Aged > 60 Years Resistant/Intolerant to Imatinib." Blood 114, no. 22 (November 20, 2009): 2211. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.2211.2211.

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Abstract Abstract 2211 Poster Board II-188 Dasatinib is a 2nd generation tyrosine-kinase inhibitor active in CML patients resistant or intolerant to Imatinib; at present there is no data on its toxicity and efficacy in unselected elderly patients. To highlight this issue, 97 patients treated with Dasatinib when aged > 60 years were retrospectively evaluated from 16 Italian Centers on a “real-life” basis, including all patients treated at each Center independently from enrolment or not in controlled clinical trials.There were 52 males and 45 females, median age at Dasatinib start was 69.5 years (IR 65.0 – 73.3), Sokal Risk at diagnosis was low in 26 patients, intermediate in 37, high in 15 and not valuable in 19. Forthy-five patients (46.4%) were primarily resistant, 11 (11.4%) were intolerant and 41 (42.2%) had secondary resistance to Imatinib; all patients were in CP when Dasatinib was started. Median time from diagnosis to Dasatinib treatment was 85.0 months (IR 44.8 – 120.0); 53/97 patients (54.6%) had been pretreated with IFN ± Ara-C before Imatinib, all patients received Imatinib at standard dose (400 mg/day) followed in 50/97 (51.5%) by increased dose (600 – 800 mg/day) with an overall median period of Imatinib treatment of 48.6 months (IR 26.9 – 67.0). In addition, 28/97 patients (28.8%) received other 2nd line treatment (10 Nilotinib, 14 HU +/- other drugs, 3 Imatinib + HU or IFN and 1 allogeneic transplant) before Dasatinib. Starting dose of Dasatinib was 140 mg/day in 47 patients, 100 mg/day in 44 patients and ≥ 50 mg/day in 6 patients, respectively. After a median period of treatment of 15.6 months (IR 7.6 – 23.0) all patients were evaluable for toxicity; on the whole, grade 3 – 4 hematological and extra-hematological toxicities were reported in 36/97 (37.1%) and 27/97 (27.8%) patients, respectively. A grade 3 – 4 hematological toxicity occurred in 25/47 (53.1%) patients receiving 140 mg as compared to 10/44 (22.7%) patients receiving 100 mg (p<0.01); a grade 3 – 4 extra-haematological toxicity occurred in 16 (34.0%) patients receiving 140 mg as compared to 10/44 (22.7%) patients receiving 100 mg (p=0.09). Pleuro-pericardial effusions of all WHO grades occurred in 30/97 patients (30.9%): according to starting dosage, pleuro-pericardial effusions occurred in 19/47 patients (40.4%) treated with 140 mg and in 11/44 patients (25.0%) treated with 100 mg. Overall, 11/97 patients (7 treated with 140 mg, 3 with 100 mg and 1 with < 100 mg) permanently discontinued Dasatinib due to toxicity; a dose reduction was needed in 56/97 patients [43/47 (91.5%) treated with 140 mg and 12/44 (27.3%) with 100 mg (p<0.001)]. As to response, 91 patients were considered evaluable (≥ 3 months of treatment) and 6 were considered as too early; 11 patients (12.0%) did not have any response (including 6 patients with early Dasatinib discontinuation for toxicity and 1 patient died from unrelated 2nd neoplasia), 26 (28.6%) achieved Hematological Response only, 54 (59.4%) achieved Cytogenetic Response (CyR) (Major CyR in 10, Complete CyR in 44). Among 44 patients in Complete CyR, 29 (31.8% of all 91 evaluable patients) also achieved Molecular Response (MolR) (Major MolR in 14, Complete MolR in 15). According to starting dosage, CyR was achieved in 26/47 patients (55.3%) treated with 140 mg compared with 27/39 patients (69.2%) treated with 100 mg. The mean Overall Survival and Event-Free Survival of the whole cohort of patients were 44.6 months (CI95% 41.2 - 47.9) and 24.8 months (CI95% 20.4 – 29.2), respectively. Present analysis shows that Dasatinib could have a major role in the treatment of unselected patients aged > 60 years resistant/intolerant to Imatinib; in particular, when employed at the current recommended dose of 100 mg/day, it is very effective and has a favourable safety profile also in heavily pretreated elderly subjects. Disclosures: Vitolo: Roche: . Pane:Novartis: Research Funding; Ministero dell'Università/PRIN: Research Funding; Regione Campania: Research Funding; Ministero della Salute/Progetto integrato Oncologia: Research Funding.
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Petrucco, Corrado, and Marina De Rossi. "Il Web 2.0 come mediatore dei processi di apprendimento formali ed informali tra scuola e territorio: il progetto «Didaduezero» della provincia di Trento." Swiss Journal of Educational Research 36, no. 3 (September 20, 2018): 435–58. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5106.

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Abstract:
La ricerca presenta una sperimentazione sul campo in collaborazione con l’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa of Trento (IPRASE) e ha sviluppato un nuovo modello (SoSoFIN – Social Software in formal, informal and non-formal context) per verificare se e come i processi di apprendimento degli studenti che si sviluppano nei contesti informali e non formali possono essere con efficacia integrati nel curriculum scolastico formale. Gli insegnanti e gli studenti sono stati accompagnati a sviluppare le loro competenze digitali attraverso l’uso degli strumenti del web 2.0 durante lo svolgimento di specifici progetti disciplinari. La ricerca ha sperimentato un ampio ventaglio di progetti in cui studenti e insegnanti hanno collaborato con le comunità locali creando artefatti digitali fortemente contestualizzati nel territorio e rendendoli disponibili a tutti. Questo approccio didattico, stimolando processi socio-culturali attraverso le tecnologie, ha migliorato la partecipazione e motivazione ad apprendere, così come le competenze digitali di insegnanti e studenti, che sono state messe alla prova sul campo.
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de Salvo, Paola. "Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali: il caso dell'Umbria." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Abstract:
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Maisto, Antonella, Maria Gabriella Schettino, Giuseppe Ferrucci, Andrea Lombardi, Armando Genovese, Antonietta Pacifico, Giuseppina Moccia, Francesco De Caro, and Vincenzo De Paola. "Modello di presa in carico del paziente oncologico in Pronto Soccorso." La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2, no. 2 (July 25, 2021): 57–68. http://dx.doi.org/10.48268/cancerpatient/2021/0001.2.

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Abstract:
L’obiettivo del progetto consiste nella messa a punto di un modello operativo di valutazione congiunta (Specialista del Pronto Soccorso, Specialista Oncologo/Ematologo, Specialista in Terapie Palliative) del paziente oncologico/ematologico che giunga in PS. Attraverso tale valutazione polispecialistica precoce ci proponiamo d’individuare il percorso assistenziale più adeguato per il paziente oncologico ed oncoematologico ricoverato in Pronto Soccorso, percorso che potrà contemplare sia il ricovero in ambito specialistico specifico onco-ematologico che quello in ambito specialistico di altro genere (es. Medicina Interna, Cardiologia, Chirurgia, etc.) o indirizzarlo ad un’assistenza di tipo squisitamente palliativo (Hospice/Assistenza Domiciliare Integrata territoriale) o di degenza riabilitativa a media-intensità di cura di medio/lungo periodo presso il PO “G. Da Procida” della AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona.
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De Gregorio, Orlando, and Elena Giacomelli. "Dentro, fuori e contro le involuzioni delle politiche sull'immigrazione: riflessioni dalle esperienze di microaccoglienza diffusa di richiedenti asilo in Valsugana e Valle di Susa." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 165–87. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002008.

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Abstract:
Quest'articolo verte sulle esperienze di accoglienza diffusa di richiedenti asilo rea-lizzate nei comuni montani della Valsugana in Trentino e in alta Valle di Susa in Piemonte. Si tratta di progetti nati in seno all'accoglienza straordinaria, ma che hanno assunto le forme dell'accoglienza diffusa e integrata, come altri progetti realizzati in diversi altri territori del paese. Cosa sono state queste esperienze? Usiamo il passato perché nel momento in cui scriviamo, queste esperienze sono state smantellate o in via di smantellamento per gli effetti delle politiche salvinia-ne. Cosa ha significato, in termini di governance e processo d'implementazione, fare accoglienza diffusa in piccoli comuni montani di persone che sono o erano nell'attesa di ottenere lo status di rifugiato (o altra forma di protezione)? Come si sono collocate e si possono collocare queste esperienze rispetto alle politiche na-zionali sull'immigrazione da tempo caratterizzate dal paradigma dell'emergenza, dalla frammentarietà, e dall'incoerenza? Attraverso due progetti di ricerca qualita-tiva, l'articolo guarda all'interno di questi processi di implementazione, concen-trandosi su come le dimensioni spaziali e temporali siano state lentamente "riem-pite" dal lavoro costante di comunità locali, migranti e operatori sociali, in un mo-do che sfuma le distinzioni politiche e sociologiche di accoglienza e integrazione. Lo scopo principale è quindi quello di riflettere sull'interconnessione tra il meso (il livello locale), il micro (l'interazione quotidiana tra richiedenti asilo-operatori sociali-comunità locali) e il macro (le politiche nazionali).
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Cristiano, Silvio. "L'approccio sistemico eMergetico. Prospettive per una valutazione integrata della sostenibilità di progetti civili e piani urbani." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 71 (December 2019): 149–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2018-071008.

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Good, Byron J., and Mary-Jo Del Vecchio Good. "Il disturbo post-traumatico da stress č un concetto ‘sufficientemente buono' per il lavoro psichiatrico sulle conseguenze dei conflitti?" RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no. 2 (July 2012): 99–119. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002006.

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Abstract:
In un classico articolo del 1992, Derek Summerfield sostenne che "per la grande maggioranza dei sopravvissuti lo stress posttraumatico č una pseudocondizione, una ridefinizione della sofferenza comprensibile della guerra come problema tecnico per il quale sono disponibili soluzioni tecniche a breve termine come il counseling" Non ci sono prove che le popolazioni colpite dalla guerra cerchino questi approcci importati, che sembrano ignorare le loro tradizioni, i loro sistemi di significato, le loro prioritŕ effettive" (p.1449). Questo articolo descrive un programma di collaborazione attiva fra un'équipe della Harvard Medical School e la IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione) in Indonesia in risposta ai "lasciti della violenza" fra gli abitanti dei villaggi rurali di Aceh, Indonesia, dopo lo tsunami del 2004 e l'accordo di pace tra il governo indonesiano e il Movimento Aceh Libera che mise fine a venti anni di conflitto. L'articolo fornisce dati provenienti da una serie di studi che indicano livelli elevati di esperienze traumatiche e di problemi di salute mentale ad Aceh dopo il conflitto. Descrive un progetto IOM di promozione attiva di salute mentale che ha usato équipe di medici di base e infermieri per rispondere ai problemi di salute mentale, e un progetto valutativo che fornisce importanti prove empiriche dell'efficacia nella pratica del programma. Sostiene che il PTSD č ben altro che una "pseudocondizione" e che i programmi d'intervento possono essere molto potenti nel ridurre sintomi e disabilitŕ. Conclude che lo sviluppo di programmi di salute mentale integrati in politiche di salute pubblica in contesti postbellici dovrebbe avere una prioritŕ elevata.
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Pencarelli, Tonino, and Fabio Valerio Bartolazzi. "Esperienze italiane di centri commerciali naturali: sfide strategiche e manageriali per la riqualificazione urbana." MERCATI & COMPETITIVITÀ, no. 4 (December 2011): 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004004.

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Abstract:
La diffusa crisi del piccolo commercio nei centri urbani italiani sta imponendo alle cittÀ la ricerca di modelli diinnovativi, in grado di tracciare uno sviluppo strategico ed integrato dell'offerta turistica, commerciale e culturale dell'area. In risposta a questa necessitÀ, negli ultimi anni si stanno diffondendo in molti Comuni italiani dei modelli di riqualificazione urbana, identificati nei cosiddetti. Il presente lavoro propone una, allo scopo di comparare i casi osservati rispetto ad alcune dimensioni "chiave". Lo studio evidenzia le aree di criticitÀ nella gestione dei CCN, che rappresentano altrettante sfide strategiche e manageriali necessarie ai CCN italiani (esistenti o in fase di costituzione) per favorire l'equilibrio competitivo, economico e sociale duraturo dei progetti, nell'ambito del piů ampio obiettivo di riqualificazione urbana.
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Elia, Anna, and Valentina Fedele. "Transnational child-ship: il minore non accompagnato nella famiglia transnazionale." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 119–39. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002006.

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Abstract:
L'articolo si concentra sui minori accompagnati in quanto soggetti transnazionali, protagonisti del proprio progetto migratorio e agenti delle relazioni con le famiglie di origine. L'ipotesi del lavoro è che tale soggettività si eserciti da un lato attraverso il protagonismo dei minori stessi nell'esercizio di alcune forme principali di riproduzione dei legami familiari di tipo morale, emotivo e materiale; d'altro, attraverso forme di figlità (child-ship), mediate, integrate e declinate nell'esperienza migratoria con riferimento anche all'impatto con il sistema di protezione e agli incontri con gli e le professioniste del sociale. Tale ipotesi è sostenuta dai dati secondari di una ricerca più ampia sulla religiosità dei giovani migranti e il rischio di radicalizzazione, che, nel 2018, ha portato alla raccolta attraverso interviste qualitative delle testimonianze di undici minori e ventisette operatori di centri di accoglienza operanti in Calabria.
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Alietti, Alfredo, and Sonia Paone. "Partecipazione, riqualificazione urbana ed esclusione sociale: analisi critica dei Contratti di quartiere." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 27–48. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090004.

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Abstract:
I Contratti di quartiere sono progetti integrati di recupero urbano indirizzati a quartieri caratterizzati da diffuso degrado delle costruzioni, da carenze di servizi e da scarsa coesione sociale. Gli interventi previsti hanno contenuto urbanistico e sociale e sono realizzati predisponendo forme di partecipazione dei residenti. L'articolo esamina i limiti di questo tipo di intervento considerando gli aspetti legati alla prassi di governo (difficoltŕ nel coinvolgimento dei residenti), e si interroga sull'effettiva capacitŕ di promuovere attraverso questo tipo di azione percorsi di inclusione sociale, il rischio č infatti quello di confinare a livello locale le cause dell'esclusione sociale, perdendo cosě di vista il contesto piů ampio sia a livello macroeconomico che macrosociale.
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Faloni, Valentina. "Storytelling 4.0 e Didattica. Un progetto di narrazione integrata e multipiattaforma che amplifica il processo di conoscenza nell'esperienza formativa e professionale." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 79 (August 2022): 9–38. http://dx.doi.org/10.3280/riv2021-079002.

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Viaro, Maurizio, Ilenia Barile, Chiara Beghin, Mara Germani, Rosmaria Giuliano, Anna Nemes, and Michela Zanella. "Formazione e Identitŕ sistemiche." TERAPIA FAMILIARE, no. 96 (August 2011): 5–24. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-096001.

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Abstract:
In questo articolo, gli AA. si propongono di illustrare un modulo di programma formativo, attualmente in fase di attuazione presso il Centro Padovano di Terapia della Famiglia, volto a far acquisire ai futuri terapeuti sistemici definiti strumenti di analisi dell'interazione, enfatizzando tale competenza, peculiare alle identitŕ relazionali - sistemiche e alla storia - in particolare all'esperienza della cosiddetta "scuola di Milano". Il programma č basato su esercitazioni in aula integrate con momenti di apprendimento a distanza, tramite sito web dedicato. Questo progetto nasce dall'esigenza di valorizzare alcune componenti specifiche di una formazione e di una identitŕ che si dicono relazionale-sistemiche, rivisitando alcuni concetti fondanti questo approccio e integrandoli con strumenti e tecniche derivate dalla formazione a distanza. La seduta familiare congiunta e l'analisi della comunicazione in ottica pragmatica possono continuare ad essere oggi elementi caratterizzanti, anche se non piů esclusivi, di una formazione sistemica, come lo sono della sua storia e della sua identitŕ.
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B. Levine, Howard. "Trauma, processo e rappresentazione." PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no. 4 (December 2021): 563–80. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004001.

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Abstract:
Il concetto di trauma in psicoanalisi è stato spesso usato in modo incoerente ed eccessivamente inclusivo. Una revisione degli scritti freudiani, a partire dal Progetto del 1895, mostra che dal punto di vista dell'impatto sui processi psichici Freud aveva una visione più coerente del concetto, che può contribuire a ridimensionare i dibattiti eziologici - spesso sterili - che contrappongono cause interne a cause esterne, pulsioni a realtà e così via. Da una prospettiva clinica, è più utile guardare alle diverse sfide che possono porre a un individuo circostanze potenzialmente traumati-che, considerando la modalità fortemente soggettiva di ciascuna persona di sperimentare e reagire a tali sfide e il sostegno fornito, caso per caso, dallo specifico ambiente famigliare, sociale e cultu-rale. Ogni esperienza qualificabile come "trauma" viene, in certa misura, compresa e integrata nel-la particolare soggettività dell'individuo in base alla sua peculiare organizzazione del Sé, alla sua comprensione e alla sua posizione nel mondo.
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Piazza, Roberta, and Simona Rizzari. "Ripensare il nesso tra apprendimento all'università e apprendimento al lavoro per favorire l'occupazione giovanile. Una ricerca sulla formazione di mentori competenti nei percorsi di apprendistato." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 296–323. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9480.

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Abstract:
Nel mondo digitale contemporaneo lo skills mismatch e la mancanza di opportunità di lavoro per i giovani rappresentano sfide non agevoli da affrontare. Per far fronte a tali difficoltà si ritiene che l'apprendistato possa giocare un ruolo chiave, in grado di consentire ai giovani di acquisire le competenze necessarie a facilitare la loro transizione dall'educazione al lavoro. La pedagogia è pertanto chiamata a riflettere sulla possibilità di pensare a modelli di apprendimento integrati, in grado di stabilire connessioni tra istruzione/formazione e lavoro con modalità nuove. Tra i criteri per apprendistati efficaci e di qualità appare centrale il supporto pedagogico, offerto da personale interno alle imprese, con l'incarico di collaborare strettamente con le istituzioni formali. Sebbene l'importanza del mentoring nell'apprendistato sia ampiamente riconosciuta, la ricerca non ha sempre prestato adeguata attenzione alle competenze educative che i mentori dovrebbero possedere per preparare gli studenti quali learning agent. Lo studio qui presentato intende fornire un contributo di ricerca, definendo un modello di formazione per mentori. Il saggio - che descrive il progetto di ricerca internazionale ApprEnt - presenta il prototipo elaborato per la formazione di mentori competenti.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Carlucci, Claudia, Maria Anna De Lucia Brolli, Simon Keay, Martin Millett, and Kristian Strutt. "An archaeological survey of the Faliscan settlement at Vignale, Falerii Veteres (province of Viterbo)." Papers of the British School at Rome 75 (November 2007): 39–121. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003524.

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Abstract:
UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA DELL'INSEDIAMENTO FALISCO A VIGNALE, FALERII VETERES (PROVINCIA DI VITERBO)L'articolo presenta i risultati di una ricognizione geofisica condotta a Vignale nel 2001–2 come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. Il sito costituisce una parte importante dell'insediamento topograficamente complesso di Falerii Veteres (moderna Civita Castellana) nella provincia di Viterbo. Il sito ebbe una lunga e complessa occupazione che si estese dall'età del bronzo al basso medioevo, benché il suo principale periodo di vita sia stato l'età del ferro.Le caratteristiche di questo sito particolare necessitavano di una ricognizione topografica dettagliata, associata all'uso della magnetometria, della resistività e di un programma di campionatura geochimica. I risultati di simili approcci hanno gettato nuova luce sull'organizzazione spaziale del pianoro di Vignale. Inoltre, i dati sono stati integrati con quelli raccolti in passato sulla stessa Vignale da Raniero Mengarelli tra il 1895 e il gennaio del 1896. Le evidenze emerse, insieme al riesame delle terrecotte raccolte sul sito, suggeriscono che a Vignale si trovasse uno dei santuari falisci principali di Falerii Veteres e che esso si sia sviluppato tra il V e il III secolo a.C.
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Mazza, Caterina, and Samuele Calzone. "Spazi di apprendimento virtuali e integrati: l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19." IUL Research 3, no. 6 (December 21, 2022): 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Abstract:
Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Bellantonio, Sergio. "Essere oggi. Corporeità in movimento tra neuropedagogia e neurodidattica." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 324–36. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9483.

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Abstract:
Nel corso dei secoli il rapporto mente-corpo ha incontrato periodi di grande dicotomia che si sono susseguiti ad altri di auspicata integrazione, il che ha influenzato in maniera determinante tanto i modi di pensare quanto quelli di fare educazione. Seppur la fenomenologia, prima, e le neuroscienze, più di recente, abbiano sancito l'unione tra queste due componenti, sembrano ritornare alla ribalta nuove antinomie, che non interessano tanto la relazione mente-corpo, quanto quella che si stabilisce, piuttosto, tra corpo-oggetto e corpo-soggetto. Diventa necessario, allora, riflettere sul versante educativo, in modo da orientare i contesti formativi verso la costruzione di progetti di vita da intendere quali percorsi di formazione ecologica ed olistica del Sè. Può essere di una certa utilità, allora, ricorrere alle più attuali frontiere della neuropedagogia e neurodidattica, quali presupposti teorico-epistemologici ed interventi metodologici in grado di favorire il ricorso a strategie formative integrate che possano conferire al soggetto quelle formae mentis utili ad interpretare la complessità attraverso corporeità autentiche e in continuo movimento
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Moneti, Silvia. "L'influenza dell'ambiente antropico (architettura) sul sistema psico-neuroendocrino-immunologico." PNEI REVIEW, no. 2 (November 2022): 75–91. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002008.

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Abstract:
Questo articolo sintetizza i temi trattati in un più vasto lavoro di ricerca, presentato come tesi al Master in Pnei dell'Università de L'Aquila. Lo scopo primario di questo studio è stato quello di raccogliere prove scientifiche che dimostrino come l'architettura possa influenzare il benessere psi- cofisico delle persone. I destinatari della ricerca sono professionisti sanitari e tecnici, invitati a interagire con lo scopo di promuovere la salute di un "paziente comune". Nei paragrafi iniziali vengono esposte le principali teorie sull'architettura terapeutica, con approfondimenti su neuro-architettura, neuro-estetica, neu roni specchio e neuroni luogo. Si procede poi con l'enunciazione di linee di indirizzo per la progettazione in ottica Pnei di strutture sanitarie, istituti scolastici ed edifici residenziali. Due paragrafi pongono infine l'accento sulla "Green Care" e sulla "Art on Prescription", dimostrando l'impatto positivo del contatto con la natura e dell'esperienza estetica. L'articolo si conclude con l'auspicio di concretizzare le evidenze raccolte in futuri progetti architettonici, ma soprattutto di promuovere l'inserimento dell'architettura fra le discipline in ottica Pnei, come terapia integrata.
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