Dissertations / Theses on the topic 'PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE'

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1

CARACOGLIA, LUCA. "WIND-STRUCTURE OSCILLATIONS ON LONG-SPAN SUSPENSION BRIDGES." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12416.

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2

BONELLI, ALESSIO. "ANALISI DI INTEGRATORITEMPORALI APPLICATI AGLI ELEMENTI FINITI E AL METODO DI PROVA PSEUDODINAMICO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12415.

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Abstract:
1999/2000
La corretta valutazione della risposta delle strutture soggette ad azioni dinamiche quali terremoti oppure il vento risulta di fondamentale interesse nell'ingegneria civile. In generale, l'evoluzione di un fenomeno di dinamica strutturale può essere descritta, in modo rigoroso, attraverso la soluzione di equazioni alle derivate parziali su un dominio spazio-temporale, con condizioni al contorno ed iniziali. Risolvere queste equazioni in forma chiusa è, spesso, impossibile, per cui si ricorre alla loro discretizzazione. In genere, tale operazione è effettuata separatamente sulle variabili spaziali e sul tempo. Nell'approccio più diffuso si esegue la discretizzazione spaziale mediante un metodo agli elementi finiti, ottenendo un sistema (semidiscreto) di equazioni differenziali ordinarie nella variabile temporale. T aie operazione è possibile solo se le caratteristiche meccaniche della struttura in esame e la loro variazione a seguito del processo deformativo sono conosciute. Salvo casi estremamente semplici e di scarso interesse applicativo, il sistema semidiscreto non può essere risolto per via analitica, da cui la necessità del ricorso di algoritmi di integrazione numerica. Questo vale già per problemi con comportamento elastico lineare; se sono presenti non linearità di qualunque genere, l'integrazione numerica diviene l'unico metodo utilizzabile, pur risultando, in confronto, molto complessa e laboriosa. Fino ad oggi hanno avuto successo algoritmi step-by-step se/f-starting, basati su procedimenti alle differenze finite, che dal punto di vista computazionale non incrementano l'onere di un problema statico. Negli ultimi anni sono stati sviluppati anche altri procedimenti con qualità superiori rispetto a quest'ultimi, basati su procedimenti variazionali analoghi a quelli usati in statica, pur presentando una complessità di implementazione e soprattutto un'onerosità computazionale che non rendono attraente il loro inserimento nei normali codici di calcolo strutturale. l vari algoritmi proposti possono essere in generale suddivisi in metodi espliciti e metodi impliciti. Gli schemi impliciti necessitano dell'inversione di una matrice complessa per procedere nell'integrazione necessitando di un notevole sforzo computazionale; possono essere tuttavia incondizionatamente stabili e quindi utilizzati con passi d'integrazione elevati. Gli algoritmi espliciti tipicamente non richiedono l'inversione di matrici nella procedura di soluzione con la conseguenza di richiedere uno sforzo computazionale e di memorizzazione minore se comparati agli schemi impliciti. D'altra parte gli algoritmi espliciti sono necessariamente condizionatamente stabili, richiedendo una limitazione sul passo di integrazione che spesso può essere restrittiva. Per questa ragione sono utilizzati in problemi dove l'accuratezza necessaria nell'integrazione richiede un passo di integrazione ridotto, come in problemi di propagazione di onde. In generale, le proprietà fondamentali degli algoritmi possono essere analizzate in modo rigoroso soltanto in problemi lineari. Alcuni algoritmi incondizionatamente stabili in regime lineare, presentano comportamenti patologici se applicati a sistemi non lineari conservativi. Ciò è dovuto principalmente all'impossibilità di integrare esattamente il termine non lineare. La non linearità, nel caso dei metodi impliciti, introduce un secondo problema, puramente computazionale: ad ogni passo di discretizzazione temporale deve essere risolto un sistema non lineare di equazioni; questo richiede l'adozione di un algoritmo di risoluzione iterativo, costituito usualmente dal metodo di Newton-Raphson. Come è noto, la soluzione determinata da tale algoritmo è legata alla scelta del valore iniziale mediante il quale si inizia il processo iterativo. Questa caratteristica spiega le difficoltà di convergenza o la convergenza verso soluzioni spurie che talvolta si manifestano anche nei più semplici problemi modello non lineari. Una delle difficoltà principali che si riscontrano nello studio delle strutture è la modellazione della loro risposta meccanica, che, anche in casi apparentemente banali, può richiedere un'analisi estremamente raffinata. Una valida alternativa è il ricorso alla tecnica ibrida numerico-sperimentale denominata metodo di prova pseudodinamico (PSD), condotta per mezzo di attuatori elettroidraulici. Le forze di inerzia di una struttura e le forze viscose vengono simulate numericamente mentre la forza di reazione viene misurata sperimentalmente. Il metodo può essere inquadrato come una particolare procedura agli elementi finiti nella quale le forze di reazione anziché essere valutate per mezzo di una routine di calcolo vengono misurate sperimentalmente. Le prove PSD permettono di esaminare strutture di medie dimensioni. Il problema principale che si deve affrontare è la necessità di considerare il comportamento della struttura condensato in pochi punti nei quali vengono posizionati gli attuatori. Se la struttura è caratterizzata dall'avere effettivamente le proprie masse concentrate in alcuni punti specifici, almeno agli effetti di una particolare sollecitazione, allora i risultati ottenuti possono ritenersi rappresentativi della risposta reale. Data la sua natura numerica, il test è intrinsecamente collegato ad un integratore temporale, che a seconda del tipo di analisi può essere sia di tipo esplicito o implicito. La natura ibrida del test rende possibile la prova in laboratorio di una parte di una struttura, generalmente il punto critico, simulando numericamente il comportamento della parte rimanente (tecnica della sottostrutturazione). Il test PSD, nella sua implementazione convenzionale, è realizzato mediante una successione di spostamenti della struttura costituiti da rampe e periodi di attesa in cui la struttura è ferma. Recentemente è stata proposto di realizzare il test senza mai fermare gli attuatori, integrando le equazioni del moto della struttura direttamente al passo di campionamento del programma di controllo degli attuatori (test PSD continuo). La nuova tecnica permette l'esecuzione di test molto accurati; introduce tuttavia potenziali difficoltà in presenza di sottostrutture analitiche complesse che possono essere eliminate mediante l'utilizzo di schemi partizionati. Il lavoro svolto nella tesi presenta analisi relative ad algoritmi di integrazione temporale, con riferimento sia alla loro applicazione a procedure puramente numeriche quali il metodo agli elementi finiti, sia al metodo PSD. In particolare, viene presentato lo stato dell'arte degli algoritmi dissipativi sia dì tipo esplicito che implicito e vengono proposte nuove famiglie di integratori. Il lavoro è svolto in due parti. La prima parte è stata dedicata all'analisi degli integratori applicati a problemi numerici. Lo studio è stato concentrato su due algoritmi dissipativi modello di due categorie di schemi di filosofia diversa; in particolare, per gli schemi alle differenze finite è stato scelto il metodo a-generalizzato, mentre per la classe di algoritmi variazionali è stato scelto il metodo time discontinuous Galerkin. Accanto ad una revisione delle proprietà in regime lineare degli schemi suddetti, l'attenzione è stata principalmente dedicata ad analisi teoriche legate al regime elastico non lineare; sono state eseguite sia indagini qualitative generali, sia analisi relative a problemi modello ad uno e due gradi di libertà dei quali è conosciuta la soluzione, quali l'oscillatore di Duffing e il moto di un pendolo. Gli algoritmi sono stati analizzati sia nella loro versione implicita originale, sia in versione esplicita. In particolare, è stata sviluppata una nuova categoria di metodi espliciti a dissipazione controllata, dotata di un buon limite di stabilità ed un'accuratezza del terzo ordine. La seconda parte è stata dedicata all'applicazione degli schemi al metodo di prova PSD. In dettaglio, si sono eseguite analisi sia nel campo del metodo di prova PSD convenzionale, sia nell'ambito della più recente tecnica denominata pseudodinamica continua, nella quale la risoluzione dell'equazione del moto è eseguita all'interno del ciclo di controllo degli attuatori, evitando degli arresti indesiderati nel movimento della struttura. Per quanto riguarda la pseudodinamica convenzionale, gli schemi alle differenze finite studiati nella prima parte sono stati analizzati dal punto di vista della propagazione degli errori, proponendo varie forme di implementazione. È stato inoltre proposto l'utilizzo di metodi secant Newton per identificare la matrice di rigidezza della struttura in esame al fine di migliorare le caratteristiche di accuratezza degli algoritmi. Per validare le analisi condotte, gli schemi sono stati poi implementati e sottoposti a prova in laboratorio su una struttura modello in acciaio a due gradi di libertà. Il metodo PSD continuo è stato studiato con particolare riferimento al problema della sottostrutturazione, mediante la quale si può sottoporre a prova in laboratorio solo una parte della struttura in esame, mentre la rimanente può essere simulata numericamente. La velocità della prova introduce infatti difficoltà che, in presenza di strutture analitiche complesse, rendono auspicabile l'utilizzo di schemi diversi sulla parte testata in laboratorio e la parte analitica. Di conseguenza sono state condotte analisi su nuovi schemi di integrazione partizionati, investigando possibili modifiche e miglioramenti. Successivamente gli schemi sono stati implementati e sperimentati in laboratorio su una struttura campione a quattro gradi di libertà, due dei quali sperimentali.
XIII Ciclo
1972
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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3

FRAGIACOMO, MASSIMO. "COMPORTAMENTO A LUNGO TERMINE DI TRAVI COMPOSTE LEGNO-CALCESTRUZZO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12417.

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4

VALLUZZI, MARIA ROSA. "COMPORTAMENTO MECCANICO DI MURATURE CONSOLIDATE CON MATERIALI E TECNICHE A BASE DI CALCE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12413.

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5

Bramucci, Marco, and Andrea Vicini. "Progetto di valorizzazione delle mura di Rimini. Conoscenza, utilizzo e conservazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4610/.

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Abstract:
La tesi approfondisce lo studio della cinta muraria di Rimini, elemento importantissimo per la comprensione della forma urbana e la conoscenza della storia della città. Nella fase iniziale è stata svolta la ricerca bibliografica e archivistica, cercando di capire le motivazioni e le vicende che hanno portato, in più tappe, alla definizione e all’evoluzione del complesso sistema fortificato. Nella seconda fase del lavoro si è studiato il contesto urbano e paesaggistico ed è stato elaborato un masterplan, avente come obiettivo principale la messa a sistema delle risorse storico-culturali e ambientali della città e i suoi spazi collettivi. In seguito si è approfondito lo studio relativo alla sistemazione architettonica e paesaggistica di due specifici ambiti del masterplan: i giardini delle mura di San Giuliano e l’area dell’anfiteatro romano. Procedendo dalla grande scala al dettaglio, sono state studiate le tecniche costruttive e le tipologie ricorrenti dei principali elementi architettonici della cinta muraria, che testimoniano l’evoluzione stessa dell’architettura militare tra XIV e XV secolo. La fase conclusiva dello studio riguarda in primo luogo la conoscenza dello stato di conservazione e dei principali fenomeni di degrado, e in secondo luogo l’elaborazione di un progetto di conservazione relativo ai due tratti del sistema analizzati e di un più generale piano di manutenzione programmata.
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Soldati, Luca. "Membrane adattive in ambito urbano e storico: il progetto per la copertura della Rocca Brancaleone di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Questa tesi rappresenta al contempo una ricerca nell’ambito delle tensostrutture a membrana adattive e un esempio d’applicazione di tale studio al progetto di una copertura sperimentale in un contesto urbano di particolare valore storico-architettonico. Lo studio è partito dal concetto di struttura leggera, inoltrandosi nel campo delle tensostrutture, per giungere al tema specifico, ovvero quello delle tensostrutture a membrana ed in particolare di quelle mobili. Tale settore è oggetto di ricerca sia nel campo dell’ingegneria che in quello dell’architettura, essendo questo tipo di struttura la nitida rappresentazione del concetto del legame forma-funzione nelle costruzioni. L’indagine ha raccolto informazioni di carattere teorico e tecnico e ha anche individuato alcuni tra i più significativi casi applicativi nel mondo. La ricerca è stata la base per il successivo progetto – a livello definitivo – di una membrana adattiva che servisse da copertura per la Rocca Brancaleone di Ravenna, una struttura bellica quattrocentesca di notevole pregio, che oggi ospita nella propria corte interna spettacoli e concerti in strutture temporanee, non protette dal sole e dalla pioggia. Il tema è molto attuale perché riguarda una esigenza concreta; da tempo la proposta di una copertura poco invasiva a protezione degli eventi nella rocca è oggetto di interesse da parte dell’amministrazione pubblica locale e della Soprintendenza.
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7

Sicignano, Francesco. "Caratterizzazione del comportamento statico e dinamico delle strutture monumentali." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://hdl.handle.net/10556/3047.

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Abstract:
2016 - 2017
The study of the static and dynamic behaviour of the architectural heritage of historical-artistic value made up of rigid stone blocks is a topic of particular interest in the field of modern Seismic Engineering. Such knowledge, in fact, is indispensable for the planning of correct maintenance for the conservation of this type of cultural heritage, especially in conditions of natural and human-induced risks. Among these types of artifacts, the Neptune Temple (also called Poseidònion) located inside the Archaeological Park of Paestum (southern Italy) and a case study of this research, is an emblem for the architectural, sculptural, constructional and structural aspects. It is also unique in the international panorama for its state of conservation, still complete of the whole trabeation and the two pediments. The work describes the study and the research in progress in this area, illustrating the main results obtained by in-depth theoretical studies of the static and dynamic behaviour of rigid block, from experimental investigations carried out both in the laboratory and on site. These last were conducted under the patronage of ICOMOS Italia and the Archaeological Park of Paestum. These studies and research have the objective of evaluating the static and dynamic behaviour of the main building blocks of the Temple and, also, evaluating their safety about seismic actions... [edited by Author]
XXX ciclo
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8

Baldacci, Simone. "Opere provvisionali per il progetto di consolidamento delle strutture in elevazione della torre Asinelli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2042/.

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9

De, Vito Valeria. "Homelessness Studio dell' assetto urbanistico e funzionale delle strutture d'accoglienza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il fenomeno degli Homeless è molto sviluppato in Europa e sono varie le strategie adottate per attenuarlo o, meglio ancora, per eliminarlo: associazioni, cooperative, strutture, laboratori, centri d’ascolto etc.. Ma alla base di queste soluzioni c’è un aspetto fondamentale: chi rientra nella categoria di Homeless? Non tutti i paesi rispondono alla seguente domanda nello stesso modo; questo è evidente osservando il questionario proposto da C.O.S.T., European cooperation in science and technology a 24 paesi europei che hanno partecipato alla ricerca MEHO, Measuring Homelessness in Europe, volta a studiare la condizione delle persone senza dimora e le diverse strategie per affrontare la situazione. Tramite varie ricerche gli interventi messi in pratica o ancora in fase di progetto si possono dividere in tre tipologie principali: moduli abitativi temporanei utilizzati come passaggio verso un’abitazione più stabile; spazi urbani riqualificati in veri e propri quartieri; strutture permanenti di vario tipo. L’ultima è sicuramente la tipologia più diffusa: sono strutture con diversi modelli di organizzazione, che offrono servizi alle persone in difficoltà e che mirano, oltre all’accoglienza, alla reintegrazione con i cittadini e a un reinserimento sociale. In Italia, e in particolare Bologna, sono molte le iniziative per le persone in difficoltà, ma con un’organizzazione che può essere definita “dispersiva”. Questi sono i temi affrontati nei primi tre capitoli di questa tesi, che si conclude con un ultimo capitolo che espone un esempio di intervento urbano, che riesca a unire i punti di forza delle varie strategie analizzate precedentemente, andando a risanare una caserma di Bologna, ora inutilizzata, cercando di offrire abitazioni stabili e allo stesso tempo attività di tutti i giorni per poter favorire il ritorno a una vita più facile.
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Sgarzi, Giacomo. "Progetto di recupero architettonico e prestazionale della Villa Negri-Bianchetti situata a Ozzano dell'Emilia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17315/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste nel progetto di recupero di una villa storica, risalente alla metà del XVI secolo, situata in zona collinare, nel comune di Ozzano dell’Emilia, che si presenta in un notevole stato di abbandono, ma in buone condizioni strutturali. In seguito all’analisi evolutiva, è stato effettuato un rilievo geometrico della Villa e dei propri elementi costruttivi e strutturali; procedendo poi alla realizzazione del progetto di recupero architettonico e prestazionale, che seguendo le linee guida date dalla Committenza, rendesse possibile il riutilizzo della villa, abbandonata ormai da anni. Assieme al progetto architettonico, sono stati sviluppati anche un’altra serie di progetti fondamentali al pieno recupero dell’edificio: - il progetto impiantistico, riguardante il sistema di riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e la ventilazione forzata degli ambienti; - il progetto della prevenzione incendi, anche questo fondamentale, in quanto all’interno della villa, la committenza, prevede la presenza costante di un esiguo numero di persone; - il progetto strutturale, riguardante l’individuazione delle vulnerabilità sismiche che potrebbero portare, in caso di sisma, all’attivazione dei cinematismi di collasso, attraverso la valutazione della sicurezza sismica del fabbricato. Per fare ciò, è stata effettuata un’analisi qualitativa del comportamento globale del manufatto attraverso modelli semplificati LV1; i quali sono stati affiancati ai risultati ottenuti tramite l’applicazione delle tabelle CINE, che analizzano invece i meccanismi locali. All’interno del progetto strutturale, si è proceduto a studiare e verificare anche gli altri interventi strutturali, resi necessari a rendere la villa usufruibile per le funzioni richieste dalla Committenza.
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Moretto, Lorenzo. "Progetto di strumenti didattici per l’uso della realtà virtuale per la comprensione delle strutture di carico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22371/.

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Abstract:
Il mondo della realtà virtuale riveste uno spazio sempre più esteso nella vita quotidiana, sia lavorativa che ricreativa. Dai videogiochi, alle simulazioni in ambito industriale, si scoprono diversi esempi di applicazione pratica nella realtà. Questa tesi si pone come obiettivo il mettere in comunicazione l’ambito della didattica con la realtà virtuale. Attraverso questo elaborato verrà analizzato il contesto e i principi base che accumunano le simulazioni, come queste si possano interfacciare alla struttura di un gioco e di come il tema del mondo didattico sia strettamente legato a quello ludico ed esperienziale. Nello sviluppo, è stato fondamentale riconoscere antenati comuni per le tecnologie di Realtà Virtuale, Aumentata e Mista, successivamente evolute in settori diversificati. Il tema delle scienze delle costruzioni e delle strutture di carico, fa da sfondo a quella che vuole essere una proposta base di un metodo didattico per futuri studenti, che consenta un nuovo approccio all’analisi strutturale, facendo esperienza, mediante simulazioni mirate di modelli e di caratteristiche sperimentabili in prima persona su progetti propri.
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Grittani, Rinaldo. "La cooperazione allo sviluppo: analisi della sostenibilità degli investimenti effettuati in Albania dal "Progetto di riabilitazione delle strutture irrigue"." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 1999. http://hdl.handle.net/10579/183.

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Ioppi, Rossella. "L'archivio del Principato vescovile di Trento: strutture burocratiche e prassi di produzione, conservazione e tradizione documentaria (secc. XIV-XX)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/261812.

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Abstract:
The subject of this research is the study of the archival fond produced by the Prince-Bishopric of Trento, an ecclesiastical principality fully included among the 'Fürstentümer' of the Holy Roman Empire: a temporal territorial dominion placed between the cultural area of German and Italian influence, subject to the sovereignty of a bishop, whose episcopal dignity and jurisdiction was associated with the role of immediate prince of the Empire. The period examined stretches mostly from the 14th century - since the identification of the first forms of structured serial-type documentary production and an embryonic chancellery’s system - to the year 1796, terminus ad quem that effectively marks the epilogue of the centuries-old experience of bishops’ temporal government over the Principality and the advent of provisional regimes, prior the definitive secularization of the Hochstift in 1803. A look, moreover, aimed at the exploration and philological reconstruction of the archival fond in the period following secularization, throughout the nineteenth and early twentieth century, completes the investigation. A brief description of the historical-institutional profile of the Prince-Bishopric of Trento – examined in the context of the 'Geistliche Territorialherrschaften' of the Holy Roman Empire – introduces the subsequent treatment, that develops along three main strands of investigation strongly related to each other, to each of which has a chapter of the dissertation is dedicated: origin and evolution of the central bureaucratic structures of the ecclesiastical principality; analysis of the methods of production and documentary conservation between the 14th and 18th centuries; exploration of the princely-bishopric documentation’s 'itinera' between Innsbruck, Vienna and Munich during the 19th century and the rearrangements of the records that took place, in particular, in the post-secularization phase of the institution. The investigation relating to the reconstruction of the archival fond, combined with the analysis of the surviving documentation – which has been the object of a preliminary reconnaissance and census – have been conducted following a multi-disciplinary and comparative methodological approach, which allowed a more punctual awareness of the dynamics of fragmentation, dismemberment and subsequent disaggregated relocation of the dispersed documentation. These phenomena, in addition to having compromised the integrity of the documentary complex, have at times contributed to hinder a correct understanding and interpretation of the nature of many documentary typologies, thus limiting the fruition and valorization of the documentary heritage. The study of the archival fond’s structure - investigated in its entirety as a product of the institution’s activity on both sides of the exercise of temporal and spiritual power - constitutes the fulcrum of the dissertation. Therefore, the analytical examination of the documentation is aimed at reconstructing from a logical point of view the hypothetical structure of the documentary complex, as the end point of the historical evolution of the ordering practices implemented by the central bureaucratic apparatus of government of the principality and diocese between the 14th and 18th centuries. Ultimately, this effort is intended to delineate the final parable of this process and to provide a snapshot, albeit partial and somewhat faded of a fonds that, in its organicity, no longer exists. However, this experiment of virtual reconstruction of the archival fond into its hypothetical articulations in sub-fonds, series and sub-series takes on its most convincing meaning when one considers how the ways in which the episcopal principality organized, selected and prepared for use and conservation its own documentation are themselves a source of information for the history of the institution.
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Ioppi, Rossella. "L'archivio del Principato vescovile di Trento: strutture burocratiche e prassi di produzione, conservazione e tradizione documentaria (secc. XIV-XX)." Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2020. http://hdl.handle.net/11572/261812.

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Abstract:
The subject of this research is the study of the archival fond produced by the Prince-Bishopric of Trento, an ecclesiastical principality fully included among the 'Fürstentümer' of the Holy Roman Empire: a temporal territorial dominion placed between the cultural area of German and Italian influence, subject to the sovereignty of a bishop, whose episcopal dignity and jurisdiction was associated with the role of immediate prince of the Empire. The period examined stretches mostly from the 14th century - since the identification of the first forms of structured serial-type documentary production and an embryonic chancellery’s system - to the year 1796, terminus ad quem that effectively marks the epilogue of the centuries-old experience of bishops’ temporal government over the Principality and the advent of provisional regimes, prior the definitive secularization of the Hochstift in 1803. A look, moreover, aimed at the exploration and philological reconstruction of the archival fond in the period following secularization, throughout the nineteenth and early twentieth century, completes the investigation. A brief description of the historical-institutional profile of the Prince-Bishopric of Trento – examined in the context of the 'Geistliche Territorialherrschaften' of the Holy Roman Empire – introduces the subsequent treatment, that develops along three main strands of investigation strongly related to each other, to each of which has a chapter of the dissertation is dedicated: origin and evolution of the central bureaucratic structures of the ecclesiastical principality; analysis of the methods of production and documentary conservation between the 14th and 18th centuries; exploration of the princely-bishopric documentation’s 'itinera' between Innsbruck, Vienna and Munich during the 19th century and the rearrangements of the records that took place, in particular, in the post-secularization phase of the institution. The investigation relating to the reconstruction of the archival fond, combined with the analysis of the surviving documentation – which has been the object of a preliminary reconnaissance and census – have been conducted following a multi-disciplinary and comparative methodological approach, which allowed a more punctual awareness of the dynamics of fragmentation, dismemberment and subsequent disaggregated relocation of the dispersed documentation. These phenomena, in addition to having compromised the integrity of the documentary complex, have at times contributed to hinder a correct understanding and interpretation of the nature of many documentary typologies, thus limiting the fruition and valorization of the documentary heritage. The study of the archival fond’s structure - investigated in its entirety as a product of the institution’s activity on both sides of the exercise of temporal and spiritual power - constitutes the fulcrum of the dissertation. Therefore, the analytical examination of the documentation is aimed at reconstructing from a logical point of view the hypothetical structure of the documentary complex, as the end point of the historical evolution of the ordering practices implemented by the central bureaucratic apparatus of government of the principality and diocese between the 14th and 18th centuries. Ultimately, this effort is intended to delineate the final parable of this process and to provide a snapshot, albeit partial and somewhat faded of a fonds that, in its organicity, no longer exists. However, this experiment of virtual reconstruction of the archival fond into its hypothetical articulations in sub-fonds, series and sub-series takes on its most convincing meaning when one considers how the ways in which the episcopal principality organized, selected and prepared for use and conservation its own documentation are themselves a source of information for the history of the institution.
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OTTAVIANO, Giovanni. "Dalla pianificazione ambientale alla progettazione territoriale coevolvente. Approcci e strumenti per il superamento della dicotomia conservazione/sviluppo delle aree protette." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/108023.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca affronta la ‘critica’ del ruolo di ‘traduzione’ in pratica normativa e regolativa della cultura ambientalista mainstream, finora prevalentemente svolto dalla pianificazione territoriale/ambientale; viene avanzata e discussa la tesi secondo cui sia preferibile che la pianificazione muova verso paradigmi ecologico-sociali ed ecologico-politici diversi, che siano circolarmente e reciprocamente risultato e causa di approcci innovativi alla pianificazione delle aree protette, con riferimento particolare ai parchi nazionali italiani ricompresi nel contesto territoriale delle aree interne e di alta quota. Sono investigati i limiti intrinseci dell’impostazione culturale e amministrativa in cui è radicata la gestione delle aree protette nazionali e i fattori di rischio per i territori tutelati che ne possono discendere. La ricerca fornisce elementi di contesto riguardo i processi socioeconomici che nel corso del tempo hanno concausato la marginalizzazione dei territori oggi sottoposti a tutela ambientale e le relative alterazioni degli assetti territoriali. Vengono evidenziate le diffuse tensioni dicotomiche tra conservazione della natura e istanze di sviluppo che in essi trovano spesso luogo, nonché l’altrettanto diffuso dualismo tra aree destinabili alla produzione di valore economico ed aree da sottoporre a tutela, in una sorta di pratica compensativa. E’ analizzata e discussa l’impostazione culturale che caratterizza la “Legge quadro sulle aree protette” n. 394/1991, e l’efficacia della sua implementazione anche attraverso l’evidenziazione dei limiti, strutturali e contingenti, all’attuazione organica della citata legge riscontrabili in due casi esemplificativi. Successivamente vengono affrontate le potenzialità delle aree oggi ritenute marginali di ricollocarsi in un ruolo territoriale non subordinato, come conseguenza di un mutamento di prospettiva. Sono perciò esposte le trame coevolutive che hanno storicamente interessato e plasmato questi territori, creando specificità ambientali e socioeconomiche espressive delle relazioni locali uomo-ambiente. Vengono poi illustrate alcune esperienze recenti di valorizzazione economica delle risorse territoriali delle aree interne e montane e ne sono analizzati limiti e potenzialità, anche con particolare riguardo alle possibilità che potrebbero derivare dall’applicazione di differenti paradigmi ecologico-politici ed ecologico-sociali alla prassi pianificatoria e al suo ruolo nella gestione degli equilibri ambientali. A tal fine viene avanzato uno scenario di reinterpretazione dell’approccio alla pianificazione dei parchi – che può riversarsi anche al di là delle perimetrazioni formali – nel quale la pianificazione si configuri come un processo dinamico, guidato dall’interazione di ecosistemi sociali ed ecosistemi ambientali e da cui risulti una multiforme progettazione territoriale coevolvente. La tesi sostenuta è perciò che in questa differente prospettiva si possano cogliere maggiori potenzialità di riterritorializzazione di lunga durata rispetto ai processi estrattivi di valore economico dalle risorse ambientali, e che ciò comporti una più efficace attuazione di quegli obiettivi – nazionali ed internazionali – di ricostruzione di relazioni sinergiche e coevolutive tra attività umane ed ambiente naturale.
The research addresses the role of territorial planning in translating the predominant environmental culture into normative and regulatory practice; is proposed and discussed the thesis that it is preferable that planning moves towards different ecological-social and ecological-political paradigms, which are circularly and reciprocally the result and cause of innovative approaches to the planning of protected areas. The territorial scope of study is the context of inner areas and high-altitude areas, with particular reference to Italian national parks. The research investigates the limits that are innate in the cultural and administrative setting in which they are rooted and the risk factors for the protected territories that may arise. The research provides contextual elements about the socio-economic processes that over time caused the marginalization of the territories that are now subject to environmental protection, and about the alterations of the territorial assets related to it. The widespread dichotomous tensions between nature conservation and development instances that often take place in these areas are highlighted, as well as the equally widespread dualism between areas intended to be protected and areas intended for the production of economic value, in a sort of compensatory practice. It is also discussed the cultural approach that characterizes the Italian national law on protected areas, no. 394/1991, and the effectiveness of its implementation, also through the selection of two exemplary cases of the limits, both structural and contingent, to the organic implementation of the aforementioned law. Subsequently, is addressed the potential of marginal areas to assume a non-subordinate territorial role, as a consequence of a change in perspective. Therefore, are illustrated the co-evolutionary plots that have historically affected and shaped these territories, creating environmental and socio-economic specificities that express local man-environment relations. The research then illustrates some recent experiences of economic enhancement of the territorial resources of inner and mountain areas and their limits and potential, also with particular regard to the possibilities that could derive from the application of different ecological-political and ecological-social paradigms to the planning practice and to its role in the management of environmental balances. Is therefore proposed a scenario of reinterpretation of the approach to park planning – first of all, but which can also be extended beyond formal boundaries – in which planning is configured as a dynamic process, guided by the interaction between designing social ecosystems and designed environmental ecosystems and resulting in a multiform coevolving territorial design. The thesis is that in this different perspective it is possible to grasp greater potential for long-term reterritorialization with respect to the extraction processes of economic value from environmental resources, and that this entails a more effective implementation of the objectives – both national and international – of rebuild synergistic and coevolutionary relationships between human activities and the natural environment.
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Masi, Margherita, Marta Ronzoni, and Marco Barzanti. "Il complesso monumentale di Canossa: studi e proposte per il consolidamento delle rovine del castello e la valorizzazione del suo contesto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La presente tesi si pone come obiettivo lo studio e la valorizzazione del complesso monumentale di Canossa, scena di importanti avvenimenti durante lo scontro politico della ‘lotta per le investiture’ tra Papato e Sacro Romano Impero. Il lungo periodo di studio della documentazione di archivio, condotto parallelamente alle diverse campagne di rilievo che hanno coinvolto la totalità della rupe e le rovine del castello, ha portato all’elaborazione di un quadro conoscitivo sviluppato in più ambiti. L’analisi maturata ha permesso di porre le basi per una proposta progettuale accorta e consapevole volta a valorizzare l’intorno della rupe e a consolidare gli antichi ruderi. Partendo dal contesto territoriale e paesaggistico in cui la rupe e il castello sono inseriti e tenendo conto della forte valenza storica del sito, il progetto intende esprimere la volontà di creare un nuovo sistema di percorrenze fruibile e di chiara lettura. Inoltre, le ipotesi di intervento per il consolidamento dei resti hanno l’obiettivo di rendere possibile la conservazione della materia storica per tramandare il manufatto e il suo forte valore identitario.
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Venturi, Elisa. "anticipi di restauro conservativo in bologna all’epoca delle commissioni ausiliari: unita' di metodo nel progetto degli interni e la “lezione” del completamento della facciata nella Basilica petroniana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Il progetto si pone l'obiettivo di analizzare criticamente e filologicamente lo sviluppo del pensiero di restauro conservativo negli ambienti delle Accademie della città di Bologna attraverso il progetto di restauro degli interni e dei tentativi di il completamento della facciata della Basilica di San Petronio. Si analizza la nascita di una cultura del restauro tramite la definizione di metodologie che si sviluppano nei diversi ambiti del restauro analizzando in maniera critica la discussione riguardo al compimento della facciata della Basilica nell'800 e il ruolo della Commissione Ausiliare e delle Accademie di Belle Arti e il loro modo di approcciarsi al pensiero del restauro, la "lezione" sul metodo che Viollet Le Duc dispensa nel suo giudizio, fino ad arrivare ai restauri di epoca moderna che hanno determinato la nascita di una nuova impostazione scientifica multidisciplinare per la conservazione dei materiali lapidei, assumendo un significato storico. Si è dunque diviso il lavoro in tre parti: 1- La prima parte riguarda la ricerca delle fondi edite e inedite, per analizzare attraverso una ricerca dei documenti archivistici, con la consultazione degli archivi della città di Bologna, quello di Stato di Roma e l' Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze per riuscire a ricostruire filologicamente ed approfondire in maniera critica le questioni riguardo ai restauri degli interni e le proposte di progetto per il compimento della facciata per compiere ciò si approfondisce anche il ruolo delle Accademie di Belle Arti Europee. 2 – Si è approfondito lo studio della Basilica tramite la realizzazione di un rilievo critico: geometrico e architettonico dell'interno e dell'esterno della Basilica e analisi tematiche. 3 –Si sono analizzati tutti gli interventi di restauro compiuti. E' avvenuta in maniera critica al fine di sottolineare l'avanguardia che la città di Bologna ha avuto sulla conservazione dei materiali lapidei e la nascita delle normal.
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Galeotti, Claudia. "Il "Palatium Novum" in Imola: Valorizzazione, restauro e miglioramento sismico." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Abstract:
L’oggetto della tesi è la parte del Palazzo Comunale di Imola detta Palazzo Nuovo. L’intendo è quello di promuovere una serie di interventi volti alla valorizzazione del palazzo, all'adeguamento normativo e al miglioramento sismico della struttura. Nella produzione della tesi si sono quindi succedute varie fasi partendo dalla ricerca storica che ha interessato l’intero Palazzo Comunale. Si è poi proseguito con analisi tematiche mirate a determinare le caratteristiche meccaniche, geometriche e tipologiche della fabbrica. Sono stati valutati gli orizzontamenti, gli allineamenti murari, l’IQM, l’IQCM. Parallelamente è stato individuato il quadro fessurativo delle strutture e il degrado delle superfici. È stato poi elaborato un progetto delle campagna di indagini diagnostiche prima di svolgere l’analisi del comportamento sismico e la valutazione dei cinematismi attivabili. In conclusione è stata elaborata una proposta di progetto che permette l’adeguamento dell’edificio alla normativa vigente e gli interventi per migliorarne il comportamento sismico.
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SAMMARCO, CRISTIAN. "De substratis. Permanenza e mutazioni delle strutture seriali curvilinee antiche nella città e nel progetto contemporaneo." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1359875.

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Abstract:
La tesi dottorale riguarda il tema del Substratum, che può essere sintetizzato come ciò che giace al di sotto e che influenza le forme future attraverso una continuità nello spazio e nel tempo: una continuità che non è solo formale e materiale ma che raccoglie l’eredità culturale e immateriale di un luogo e dell’”arte del fare”. In particolare la ricerca verte sugli edifici per spettacoli antichi – teatri, anfiteatri, stadi e odeòn romani – che persa la loro funzione originale, durante il Medioevo, sono stati consumati sino a divenire dei ruderi, delle archeologie vive, sedime delle trasformazioni della città. Queste forme antiche hanno infatti acquisito in molti centri urbani del Mediterraneo un ruolo catalizzatore dei fenomeni trasformativi del tessuto edilizio: dal consumo del materiale edilizio, che diviene nuovamente materia, fagocitato dal resto della città come elemento di spolio - tornando ad essere materiale ma con nuove funzioni - il sostrato curvilineo resistente detta spontaneamente il modulo, la serie, e la forma finale delle costruzioni che nel tempo si sedimentano. Esempi noti sono l’anfiteatro di Lucca, in cui la convessità e la concavità del limite sono sintetizzate dall’azione intenzionale del Nottolini nel XIX secolo, o l’anfiteatro di Firenze che diviene un grande pieno poroso, intasato dalle costruzioni, e scavato dai due percorsi di ristrutturazione. Piazza Navona a Roma e l’area del teatro di Pompeo sono i due casi più celebri in cui le strutture antiche, insieme ad altri monumentidel Campo Marzio, hanno organizzato la città dando vita a quell’organismo urbano in cui lo spazio pubblico e quello privato, il vuoto e il pieno, sono interdipendenti, e che sono esaltati dalla Pianta del Nolli del 1748. L’obiettivo della tesi è così quello di desumere degli strumenti progettuali dal processo formativo dei tessuti urbani derivanti dalsostrato antico: la città contemporanea ha ancora le sue rovine romantiche antiche che rappresentano spesso dei vuoti privi di una forma riconoscibile e funzione, e ancora più preoccupanti sono le rovine “nuove” delle strutture sportive abbandonate dopo i grandi eventi o mai completate: le olimpiadi Brasiliane ne sono l’ultimo esempio drammatico. Bisogna dunque indagare una metodologia progettuale che riesca a riutilizzare queste strutture sia antiche che nuove e a ricucirle alla città consolidata.
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NINARELLO, LILIANA. "L'introduzione dei metalli nell'edificazione delle fabbriche moderne della Roma di fine XIX - inizio XX secolo. Innovazioni costruttive, problematiche strutturali e conservative." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1269407.

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Abstract:
La ricerca analizza la produzione industriale dei materiali metallici e la loro utilizzazione in ambito edilizio nella Roma Capitale tra il 1871 e il 1920, evidenziandone il ruolo nelle trasformazioni della città in un periodo particolarmente significativo non solo per l'incremento del loro impiego, ma anche per le trasformazioni conseguenti nella gestione del cantiere. La ricerca, infatti, tenta di colmare anche un'importante lacuna delle conoscenze relative al sistema gestionale delle imprese siderurgiche ed edili coinvolte nella realizzazione di alcuni grandi edifici romani postunitari. La parte prima del testo, di carattere introduttivo, descrive gli impianti di lavorazione dei metalli che nei decenni in questione produssero le lastre e i profilati usati nei cantieri romani esaminati nella parte seconda. In particolare, è emersa la partecipazione di poli industriali non solo italiani, ma anche esteri, in particolare belgi, che conferma la limitata capacità produttiva interna a fronte di una nascente domanda di prodotti metallici industriali Attraverso una panoramica sulle industrie siderurgiche francofone operanti nel periodo in esame, si è posta specialmente l'attenzione sulla dislocazione e la diffusione geografica dei materiali da esse lavorati e si è evidenziato come la loro capacità tecnica e produttiva sia cresciuta grazie anche all'impiego di attrezzature e tecnologie innovative. Si è poi evidenziato come nel caso romano l'introduzione nelle strutture edilizie di elementi in metallo prefabbricati abbia contribuito alla trasformazione dei processi costruttivi, anticipando parzialmente l'industrializzazione del cantiere edilizio moderno. La seconda parte del testo, attraverso l'analisi di tre opere specifiche quali l'Aula della Camera dei Deputati (1871, Paolo Comotto), il Palazzo delle Finanze (1871-1879, Raffaele Canevari) e il Palazzo di Giustizia (1889-1911, Guglielmo Calderini) mette in evidenza le modalità tecniche e costruttive adottate dal giovane Stato negli anni della sua affermazione, in rapporto anche con il coevo panorama europeo. L'analisi delle vicende verificatesi durante la fase di cantierizzazione e di approvvigionamento degli elementi metallici industriali in questi tre casi ha permesso di tratteggiare le relazioni tra forze economiche, intellettuali e tecniche messe in campo per conferire a Roma le funzioni proprie di Capitale italiana. La copiosa raccolta dei dati documentali, di cui molti inediti, riuniti poi in appendice, ha consentito di definire nel dettaglio, almeno per i casi presi in esame, gli elementi metallici impiegati; di evidenziare i sistemi tecnologici messi in opera, oltre che di chiarire, ove possibile, la qualità delle strutture e le relazioni tra le parti che le compongono. Nell'ultima parte della trattazione, grazie agli elementi raccolti nei precedenti capitoli si sono potute individuare in maniera distinta le principali problematiche manutentive o in generale conservative, delle parti metalliche strutturali presenti negli edifici dell'epoca e in particolare nella stesura finale si è cercato di evidenziare le problematiche di degrado specifiche delle strutture riscontrate negli edifici esaminati nella parte seconda, sottolineando anche l'importanza di garantirne la conservazione, sia nella loro consistenza materiale, con validità strutturale, sia nella loro valenza storica quali esempi concreti dell'evoluzione tecnologica in ambito architettonico.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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