Academic literature on the topic 'PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE'

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Journal articles on the topic "PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE"

1

Bauer, Roland. "L'informatizzazione dell'Atlante Linguistico Sonoro ALD I (Atlante Linguistico del ladino centrale e dialetti limitrofi I)." Linguistica 32, no. 2 (December 1, 1992): 197–212. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.32.2.197-212.

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Abstract:
L’ALD sonoro rappresenta, all'interno del progetto di ricerca ALD I, il settore più innovativo in merito alle strutture informatiche. Si tratta infatti dell'incorporazio­ ne di tutti i dati acustici (raccolti sul campo) in una delle varie catene di pubblicazione. Ciò comporta non solo notevoli vantaggi materiali (conservazione della qualità dei dati sonori a lungo termine, accesso rapido alla realta acustica e facile duplificazione dei risp. dati), ma anche un considerevole incremento delle attuali possibilità di tratta­ mento strettamente linguistico dei dati, oltre al valore generale dell'intera base docu­ mentaria messa a disposizione della ricerca diacronica dei secoli futuri.
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2

D’Avino, Stefano. "Comprendre, c’est traduire. Rifl essioni sul complesso rapporto fra archeologia e conservazione." CaieteARA. Arhitectură. Restaurare. Arheologie, no. 5 (2014): 179–88. http://dx.doi.org/10.47950/caieteara.2014.5.07.

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Abstract:
Il rapporto fra archeologia e conservazione è connesso con i concetti di ‘storia permanente’ e ‘materia signata’; il tema delle integrazioni in campo archeologico risente, del resto, degli sviluppi delle discipline storico-critiche, che mostrano oggi una crescente attenzione ed un apprezzamento verso tutti i livelli di stratifi cazione presenti sulle strutture antiche. Il progetto di restauro di un’architettura ridotta in frammenti si confi gura infatti come atto di interpretazione e traduzione. L’intervento sul testo lacunoso può pertanto giungere a soluzioni à l’identique, operazioni progettuali che perseguono una fi guratività architettonica simile all’originaria, ovvero confi gurarsi, negli esempi più convincenti, come un esercizio di reintegrazione in cui la permanenza della preesistenza è garantita dall’adozione di elementi formali francamente contemporanei e caratterizzati da una ricercata compatibilità e revesibilità; operazione in cui coesistono criticamente ‘dimensione estetica’ e rispetto del testo originario.
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3

Squassina, Angela Paola. "La Casa dell’abate a San Giovanni in Persiceto: Indagini conoscitive e questioni operative per la conservazione di un «edificio-fossile»." Arqueología de la Arquitectura, no. 5 (December 30, 2008): 207. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2008.96.

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Abstract:
manufatto medioevale a struttura mista in legno e muratura, uno dei pochi superstiti in Italia, probabile sede dell’Abate del Monastero di Nonantola. Si tratta di un «edificio-fossile», oggetto di grande interesse data la rarità, l’antichità della struttura e delle modalità costruttive, nonché per la presenza di una stratificazione quasi millenaria. La Casa dell’Abate è stata infatti sottoposta ad un lento ma continuo processo di trasformazione per sostituzione graduale degli elementi lignei con muratura, che lo ha condotto da una condizione di edificio-fondaco a carattere non residenziale, verso un assetto prevalentemente abitativo. A ciò si aggiunge una generale condizione di ridotta leggibilità stratigrafica, dovuta ad un intervento risalente agli anni Sessanta, che ha comportato profonde trasformazioni strutturali ed una generale alterazione delle superfici esterne sistematicamente rinnovate, con conseguente modifica della percezione di antichità dell’insieme. Una condizione che suggerisce alcune riflessioni sul rapporto fra leggibilità stratigrafica e conservazione dell’autenticità. In un edificio fortemente alterato, viene drasticamente ridotta la capacità risolutiva dello strumento stratigrafico, di cui diventa necessario ricalibrare codici e modalità applicative. Tuttavia, da questa necessità di continuo adattamento a diverse condizioni di lettura, risulta un’articolazione della stratigrafia – qualora inclusa organicamente nella concezione del progetto di restauro – e la leggibilità stratigrafica può divenire anche prezioso indicatore delle alterazioni indotte e criterio tecnico-culturale di orientamento del progetto, come tensione ideale verso il controllo delle trasformazioni nell’intervento. Che si configura qui in termini minimali e rispettosi delle testimonianze superstiti frammentate e della loro leggibilità stratigrafica.
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4

Paradiso, Michele, José Fernando Muñoz Robledo, Bianca Galmarini, and Valentina D’Ippolito. "LA GUADUA E L’INFORMALE. LA CONOSCENZA STRUTTURALE E LA QUALIFICAZIONE DEI MATERIALI NATURALI NEL BARRIO DE INVASIÓN NUEVA ESPERANZA, KM41, MANIZALES, COLOMBIA." Revista M 15 (August 16, 2019): 48–69. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2178.

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Abstract:
Nueva Esperanza è un insediamento di tipo informale situato nella regione andina colombiana, nel Dipartimento di Caldas, a cavallo del Río Cauca e sulla via che collega Manizales a Medellín. Come occupazione autogestita con ambizione di legalizzazione, è un modello non estraneo alla gestione colombiana, la cui emergenza abitativa è il risultato dell’instabilità politica e della lunga condizione di guerriglia, concentrata soprattutto in scenario rurale. Il lavoro che presentiamo investiga le forme dell’abitare sviluppatesi in questa comunità, alla luce delle differenti origini sociali e geografiche, formazione e competenze dei residenti. L’oggetto della ricerca è lo studio delle modalità di autocostruzione delle abitazioni in materiali locali (guadua angustifolia) e dell’efficacia delle soluzioni tecniche e costruttive adottate in tale contesto. Conseguente ai risultati dell’attività di rilievo e restituzione dei manufatti architettonici è l’individuazione di tre casi studio rappresentativi per diversi livelli di qualità d’esecuzione, qualità di conservazione, complessità della composizione. Si intravede, allora, un progetto ex novo che assolverà alla duplice intenzione di realizzare un luogo di socializzazione (ad oggi assente) e di sperimentare un cantiere autogestito a scopo didattico, per la valorizzazione del materiale e della tecnologia opportuna al fine di una ricostruzione consapevole delle abitazioni.
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5

Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli, and Marco Meriggi. "Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria." SOCIETÀ E STORIA, no. 176 (August 2022): 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Abstract:
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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6

Gibelli, Gioia, and Riccardo Santolini. "Reti ecologiche e governo del territorio." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 61–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058009.

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Abstract:
Alla luce delle emergenze climatiche ed economiche, che spingono a riempire di contenuti concreti i concetti di sostenibilitŕ all'interno degli strumenti di pianificazione, si č attivata una profonda riflessione che ha portato a considerare la biodiversitŕ come un obiettivo da perseguire in quanto dimensione primaria dei sistemi naturali ma con funzione prioritaria di conservare un capitale naturale di qualitŕ, il cui ruolo č quello di garantire la durabilitŕ dei processi e la conservazione delle risorse per le generazioni future e di erogare una serie di servizi ecosistemici alle generazioni presenti. Il progetto di rete ecologica ligure (Rel) rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, i luoghi dove il capitale naturale č allocato. I Ptcp di nuova generazione vedranno le province impegnate nella ridefinizione dello scenario strategico di valorizzazione e conservazione del capitale naturale e nell'acquisizione e eventuale maggiore definizione delle cause di vulnerabilitŕ del sistema paesistico-ambientale.
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7

Guacci, Paola. "Nota preliminare sui resti del ponte sul torrente Lavella, lungo la via Herculia in Hirpinia." Eikon / Imago 10 (February 8, 2021): 323–29. http://dx.doi.org/10.5209/eiko.74155.

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Abstract:
Il contributo vuole presentare alcune considerazioni preliminari inerenti i resti inediti di un ponte individuato lungo il tratto irpino della via Herculia, in località Difesa Grande di Ariano Irpino (AV). Le strutture rilevabili sul torrente Lavella, affluente del Cervaro, si riferiscono ai resti del pilone occidentale e a pochi lacerti della spalla orientale. Si trattava di un ponte ad arcata unica, modesto nelle dimensioni ma sufficiente a superare il piccolo corso d’acqua. Le attività di ricerca qui presentate hanno, quindi, avuto l’obiettivo di documentare i resti di un ponte mai osservato sul campo e di valutare, al contempo, lo stato di conservazione delle strutture. In attesa di futuri approfondimenti, le evidenze descritte in questo lavoro potrebbero rappresentare un ulteriore caposaldo nella ricostruzione della via Herculia in Hirpinia.
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8

Doglioni, Francesco. "Ruolo e salvaguardia delle evidenze stratigrafiche nel progetto e nel cantiere di restauro." Arqueología de la Arquitectura, no. 1 (December 30, 2002): 113. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.10.

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Abstract:
La relazione affronta diversi aspetti del rapporto tra stratigrafia e restauro architettonico.Dopo aver descritto la posizione nei confronti dell’utilizzo della stratigrafia delle principali correnti di pensiero sul restauro in Italia, vengono trattate la questione dell’autenticità e degli interventi a contrasto degli effetti di degrado che coinvolgono le tracce della stratificazione. Ai fini della riconoscibilità degli interventi di restauro, si propone di concepirli e realizzarli come strati intenzionalmente realizzati per consentire a posteriori la lettura della sequenza, e si indicano accorgimenti e modi operativi.Vengono presentati tre casi di restauro (il Chiostro delle Cucine nel Convento di S. Paolo a Parma, la chiesa di S.Marcello a Feltre, il Convento di S. Cosma e Damiano a Venezia) che, con modalità articolate, cercano di coniugare la conservazione e la leggibilità delle tracce con gli obiettivi più generali del restauro.
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Cornago, Dante, and Livio Garattini. "Efficienza tecnologica e produttiva delle strutture trasfusionali in Italia." Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 3, no. 1 (March 15, 2002): 29–35. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v3i1.741.

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Abstract:
In all the developed countries the methods of blood collection and production are relevant subjects for the pharmacoeconomics studies, because of their health and economic implications related to the health policies in this area. The “blood market” rappresents an area where the sanitary items, the economic items and also the ethic items must be broached at the same time; therefore it can be considered emblematic. By this situation arises Progetto CO.R.SA. (COsti Raccolta SAngue), a project for estimating productivity and cost for a representive sample of italian trasfusional structure (ST). The study is supported by Società Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia (SIMTI). In Italy there are about 380 ST, but only 30 ST resulted suitable for the study. The analysis investigates six rates concerning: a) wastes; b) technological efficiency; c) personnel productivity. The present work describes only the informations on ST organization and production, delaying the results about costs to a specific further report.
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Erba, Valeria, and Mina di Marino. "Reti ecologiche: pianificazione e progetti territoriali." TERRITORIO, no. 58 (September 2011): 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

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Abstract:
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
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Dissertations / Theses on the topic "PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE"

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CARACOGLIA, LUCA. "WIND-STRUCTURE OSCILLATIONS ON LONG-SPAN SUSPENSION BRIDGES." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12416.

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BONELLI, ALESSIO. "ANALISI DI INTEGRATORITEMPORALI APPLICATI AGLI ELEMENTI FINITI E AL METODO DI PROVA PSEUDODINAMICO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12415.

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Abstract:
1999/2000
La corretta valutazione della risposta delle strutture soggette ad azioni dinamiche quali terremoti oppure il vento risulta di fondamentale interesse nell'ingegneria civile. In generale, l'evoluzione di un fenomeno di dinamica strutturale può essere descritta, in modo rigoroso, attraverso la soluzione di equazioni alle derivate parziali su un dominio spazio-temporale, con condizioni al contorno ed iniziali. Risolvere queste equazioni in forma chiusa è, spesso, impossibile, per cui si ricorre alla loro discretizzazione. In genere, tale operazione è effettuata separatamente sulle variabili spaziali e sul tempo. Nell'approccio più diffuso si esegue la discretizzazione spaziale mediante un metodo agli elementi finiti, ottenendo un sistema (semidiscreto) di equazioni differenziali ordinarie nella variabile temporale. T aie operazione è possibile solo se le caratteristiche meccaniche della struttura in esame e la loro variazione a seguito del processo deformativo sono conosciute. Salvo casi estremamente semplici e di scarso interesse applicativo, il sistema semidiscreto non può essere risolto per via analitica, da cui la necessità del ricorso di algoritmi di integrazione numerica. Questo vale già per problemi con comportamento elastico lineare; se sono presenti non linearità di qualunque genere, l'integrazione numerica diviene l'unico metodo utilizzabile, pur risultando, in confronto, molto complessa e laboriosa. Fino ad oggi hanno avuto successo algoritmi step-by-step se/f-starting, basati su procedimenti alle differenze finite, che dal punto di vista computazionale non incrementano l'onere di un problema statico. Negli ultimi anni sono stati sviluppati anche altri procedimenti con qualità superiori rispetto a quest'ultimi, basati su procedimenti variazionali analoghi a quelli usati in statica, pur presentando una complessità di implementazione e soprattutto un'onerosità computazionale che non rendono attraente il loro inserimento nei normali codici di calcolo strutturale. l vari algoritmi proposti possono essere in generale suddivisi in metodi espliciti e metodi impliciti. Gli schemi impliciti necessitano dell'inversione di una matrice complessa per procedere nell'integrazione necessitando di un notevole sforzo computazionale; possono essere tuttavia incondizionatamente stabili e quindi utilizzati con passi d'integrazione elevati. Gli algoritmi espliciti tipicamente non richiedono l'inversione di matrici nella procedura di soluzione con la conseguenza di richiedere uno sforzo computazionale e di memorizzazione minore se comparati agli schemi impliciti. D'altra parte gli algoritmi espliciti sono necessariamente condizionatamente stabili, richiedendo una limitazione sul passo di integrazione che spesso può essere restrittiva. Per questa ragione sono utilizzati in problemi dove l'accuratezza necessaria nell'integrazione richiede un passo di integrazione ridotto, come in problemi di propagazione di onde. In generale, le proprietà fondamentali degli algoritmi possono essere analizzate in modo rigoroso soltanto in problemi lineari. Alcuni algoritmi incondizionatamente stabili in regime lineare, presentano comportamenti patologici se applicati a sistemi non lineari conservativi. Ciò è dovuto principalmente all'impossibilità di integrare esattamente il termine non lineare. La non linearità, nel caso dei metodi impliciti, introduce un secondo problema, puramente computazionale: ad ogni passo di discretizzazione temporale deve essere risolto un sistema non lineare di equazioni; questo richiede l'adozione di un algoritmo di risoluzione iterativo, costituito usualmente dal metodo di Newton-Raphson. Come è noto, la soluzione determinata da tale algoritmo è legata alla scelta del valore iniziale mediante il quale si inizia il processo iterativo. Questa caratteristica spiega le difficoltà di convergenza o la convergenza verso soluzioni spurie che talvolta si manifestano anche nei più semplici problemi modello non lineari. Una delle difficoltà principali che si riscontrano nello studio delle strutture è la modellazione della loro risposta meccanica, che, anche in casi apparentemente banali, può richiedere un'analisi estremamente raffinata. Una valida alternativa è il ricorso alla tecnica ibrida numerico-sperimentale denominata metodo di prova pseudodinamico (PSD), condotta per mezzo di attuatori elettroidraulici. Le forze di inerzia di una struttura e le forze viscose vengono simulate numericamente mentre la forza di reazione viene misurata sperimentalmente. Il metodo può essere inquadrato come una particolare procedura agli elementi finiti nella quale le forze di reazione anziché essere valutate per mezzo di una routine di calcolo vengono misurate sperimentalmente. Le prove PSD permettono di esaminare strutture di medie dimensioni. Il problema principale che si deve affrontare è la necessità di considerare il comportamento della struttura condensato in pochi punti nei quali vengono posizionati gli attuatori. Se la struttura è caratterizzata dall'avere effettivamente le proprie masse concentrate in alcuni punti specifici, almeno agli effetti di una particolare sollecitazione, allora i risultati ottenuti possono ritenersi rappresentativi della risposta reale. Data la sua natura numerica, il test è intrinsecamente collegato ad un integratore temporale, che a seconda del tipo di analisi può essere sia di tipo esplicito o implicito. La natura ibrida del test rende possibile la prova in laboratorio di una parte di una struttura, generalmente il punto critico, simulando numericamente il comportamento della parte rimanente (tecnica della sottostrutturazione). Il test PSD, nella sua implementazione convenzionale, è realizzato mediante una successione di spostamenti della struttura costituiti da rampe e periodi di attesa in cui la struttura è ferma. Recentemente è stata proposto di realizzare il test senza mai fermare gli attuatori, integrando le equazioni del moto della struttura direttamente al passo di campionamento del programma di controllo degli attuatori (test PSD continuo). La nuova tecnica permette l'esecuzione di test molto accurati; introduce tuttavia potenziali difficoltà in presenza di sottostrutture analitiche complesse che possono essere eliminate mediante l'utilizzo di schemi partizionati. Il lavoro svolto nella tesi presenta analisi relative ad algoritmi di integrazione temporale, con riferimento sia alla loro applicazione a procedure puramente numeriche quali il metodo agli elementi finiti, sia al metodo PSD. In particolare, viene presentato lo stato dell'arte degli algoritmi dissipativi sia dì tipo esplicito che implicito e vengono proposte nuove famiglie di integratori. Il lavoro è svolto in due parti. La prima parte è stata dedicata all'analisi degli integratori applicati a problemi numerici. Lo studio è stato concentrato su due algoritmi dissipativi modello di due categorie di schemi di filosofia diversa; in particolare, per gli schemi alle differenze finite è stato scelto il metodo a-generalizzato, mentre per la classe di algoritmi variazionali è stato scelto il metodo time discontinuous Galerkin. Accanto ad una revisione delle proprietà in regime lineare degli schemi suddetti, l'attenzione è stata principalmente dedicata ad analisi teoriche legate al regime elastico non lineare; sono state eseguite sia indagini qualitative generali, sia analisi relative a problemi modello ad uno e due gradi di libertà dei quali è conosciuta la soluzione, quali l'oscillatore di Duffing e il moto di un pendolo. Gli algoritmi sono stati analizzati sia nella loro versione implicita originale, sia in versione esplicita. In particolare, è stata sviluppata una nuova categoria di metodi espliciti a dissipazione controllata, dotata di un buon limite di stabilità ed un'accuratezza del terzo ordine. La seconda parte è stata dedicata all'applicazione degli schemi al metodo di prova PSD. In dettaglio, si sono eseguite analisi sia nel campo del metodo di prova PSD convenzionale, sia nell'ambito della più recente tecnica denominata pseudodinamica continua, nella quale la risoluzione dell'equazione del moto è eseguita all'interno del ciclo di controllo degli attuatori, evitando degli arresti indesiderati nel movimento della struttura. Per quanto riguarda la pseudodinamica convenzionale, gli schemi alle differenze finite studiati nella prima parte sono stati analizzati dal punto di vista della propagazione degli errori, proponendo varie forme di implementazione. È stato inoltre proposto l'utilizzo di metodi secant Newton per identificare la matrice di rigidezza della struttura in esame al fine di migliorare le caratteristiche di accuratezza degli algoritmi. Per validare le analisi condotte, gli schemi sono stati poi implementati e sottoposti a prova in laboratorio su una struttura modello in acciaio a due gradi di libertà. Il metodo PSD continuo è stato studiato con particolare riferimento al problema della sottostrutturazione, mediante la quale si può sottoporre a prova in laboratorio solo una parte della struttura in esame, mentre la rimanente può essere simulata numericamente. La velocità della prova introduce infatti difficoltà che, in presenza di strutture analitiche complesse, rendono auspicabile l'utilizzo di schemi diversi sulla parte testata in laboratorio e la parte analitica. Di conseguenza sono state condotte analisi su nuovi schemi di integrazione partizionati, investigando possibili modifiche e miglioramenti. Successivamente gli schemi sono stati implementati e sperimentati in laboratorio su una struttura campione a quattro gradi di libertà, due dei quali sperimentali.
XIII Ciclo
1972
Versione digitalizzata della tesi di dottorato cartacea.
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FRAGIACOMO, MASSIMO. "COMPORTAMENTO A LUNGO TERMINE DI TRAVI COMPOSTE LEGNO-CALCESTRUZZO." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12417.

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4

VALLUZZI, MARIA ROSA. "COMPORTAMENTO MECCANICO DI MURATURE CONSOLIDATE CON MATERIALI E TECNICHE A BASE DI CALCE." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2001. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12413.

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5

Bramucci, Marco, and Andrea Vicini. "Progetto di valorizzazione delle mura di Rimini. Conoscenza, utilizzo e conservazione." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4610/.

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Abstract:
La tesi approfondisce lo studio della cinta muraria di Rimini, elemento importantissimo per la comprensione della forma urbana e la conoscenza della storia della città. Nella fase iniziale è stata svolta la ricerca bibliografica e archivistica, cercando di capire le motivazioni e le vicende che hanno portato, in più tappe, alla definizione e all’evoluzione del complesso sistema fortificato. Nella seconda fase del lavoro si è studiato il contesto urbano e paesaggistico ed è stato elaborato un masterplan, avente come obiettivo principale la messa a sistema delle risorse storico-culturali e ambientali della città e i suoi spazi collettivi. In seguito si è approfondito lo studio relativo alla sistemazione architettonica e paesaggistica di due specifici ambiti del masterplan: i giardini delle mura di San Giuliano e l’area dell’anfiteatro romano. Procedendo dalla grande scala al dettaglio, sono state studiate le tecniche costruttive e le tipologie ricorrenti dei principali elementi architettonici della cinta muraria, che testimoniano l’evoluzione stessa dell’architettura militare tra XIV e XV secolo. La fase conclusiva dello studio riguarda in primo luogo la conoscenza dello stato di conservazione e dei principali fenomeni di degrado, e in secondo luogo l’elaborazione di un progetto di conservazione relativo ai due tratti del sistema analizzati e di un più generale piano di manutenzione programmata.
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Soldati, Luca. "Membrane adattive in ambito urbano e storico: il progetto per la copertura della Rocca Brancaleone di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Abstract:
Questa tesi rappresenta al contempo una ricerca nell’ambito delle tensostrutture a membrana adattive e un esempio d’applicazione di tale studio al progetto di una copertura sperimentale in un contesto urbano di particolare valore storico-architettonico. Lo studio è partito dal concetto di struttura leggera, inoltrandosi nel campo delle tensostrutture, per giungere al tema specifico, ovvero quello delle tensostrutture a membrana ed in particolare di quelle mobili. Tale settore è oggetto di ricerca sia nel campo dell’ingegneria che in quello dell’architettura, essendo questo tipo di struttura la nitida rappresentazione del concetto del legame forma-funzione nelle costruzioni. L’indagine ha raccolto informazioni di carattere teorico e tecnico e ha anche individuato alcuni tra i più significativi casi applicativi nel mondo. La ricerca è stata la base per il successivo progetto – a livello definitivo – di una membrana adattiva che servisse da copertura per la Rocca Brancaleone di Ravenna, una struttura bellica quattrocentesca di notevole pregio, che oggi ospita nella propria corte interna spettacoli e concerti in strutture temporanee, non protette dal sole e dalla pioggia. Il tema è molto attuale perché riguarda una esigenza concreta; da tempo la proposta di una copertura poco invasiva a protezione degli eventi nella rocca è oggetto di interesse da parte dell’amministrazione pubblica locale e della Soprintendenza.
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Sicignano, Francesco. "Caratterizzazione del comportamento statico e dinamico delle strutture monumentali." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2018. http://hdl.handle.net/10556/3047.

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Abstract:
2016 - 2017
The study of the static and dynamic behaviour of the architectural heritage of historical-artistic value made up of rigid stone blocks is a topic of particular interest in the field of modern Seismic Engineering. Such knowledge, in fact, is indispensable for the planning of correct maintenance for the conservation of this type of cultural heritage, especially in conditions of natural and human-induced risks. Among these types of artifacts, the Neptune Temple (also called Poseidònion) located inside the Archaeological Park of Paestum (southern Italy) and a case study of this research, is an emblem for the architectural, sculptural, constructional and structural aspects. It is also unique in the international panorama for its state of conservation, still complete of the whole trabeation and the two pediments. The work describes the study and the research in progress in this area, illustrating the main results obtained by in-depth theoretical studies of the static and dynamic behaviour of rigid block, from experimental investigations carried out both in the laboratory and on site. These last were conducted under the patronage of ICOMOS Italia and the Archaeological Park of Paestum. These studies and research have the objective of evaluating the static and dynamic behaviour of the main building blocks of the Temple and, also, evaluating their safety about seismic actions... [edited by Author]
XXX ciclo
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Baldacci, Simone. "Opere provvisionali per il progetto di consolidamento delle strutture in elevazione della torre Asinelli." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2042/.

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De, Vito Valeria. "Homelessness Studio dell' assetto urbanistico e funzionale delle strutture d'accoglienza." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Abstract:
Il fenomeno degli Homeless è molto sviluppato in Europa e sono varie le strategie adottate per attenuarlo o, meglio ancora, per eliminarlo: associazioni, cooperative, strutture, laboratori, centri d’ascolto etc.. Ma alla base di queste soluzioni c’è un aspetto fondamentale: chi rientra nella categoria di Homeless? Non tutti i paesi rispondono alla seguente domanda nello stesso modo; questo è evidente osservando il questionario proposto da C.O.S.T., European cooperation in science and technology a 24 paesi europei che hanno partecipato alla ricerca MEHO, Measuring Homelessness in Europe, volta a studiare la condizione delle persone senza dimora e le diverse strategie per affrontare la situazione. Tramite varie ricerche gli interventi messi in pratica o ancora in fase di progetto si possono dividere in tre tipologie principali: moduli abitativi temporanei utilizzati come passaggio verso un’abitazione più stabile; spazi urbani riqualificati in veri e propri quartieri; strutture permanenti di vario tipo. L’ultima è sicuramente la tipologia più diffusa: sono strutture con diversi modelli di organizzazione, che offrono servizi alle persone in difficoltà e che mirano, oltre all’accoglienza, alla reintegrazione con i cittadini e a un reinserimento sociale. In Italia, e in particolare Bologna, sono molte le iniziative per le persone in difficoltà, ma con un’organizzazione che può essere definita “dispersiva”. Questi sono i temi affrontati nei primi tre capitoli di questa tesi, che si conclude con un ultimo capitolo che espone un esempio di intervento urbano, che riesca a unire i punti di forza delle varie strategie analizzate precedentemente, andando a risanare una caserma di Bologna, ora inutilizzata, cercando di offrire abitazioni stabili e allo stesso tempo attività di tutti i giorni per poter favorire il ritorno a una vita più facile.
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Sgarzi, Giacomo. "Progetto di recupero architettonico e prestazionale della Villa Negri-Bianchetti situata a Ozzano dell'Emilia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17315/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste nel progetto di recupero di una villa storica, risalente alla metà del XVI secolo, situata in zona collinare, nel comune di Ozzano dell’Emilia, che si presenta in un notevole stato di abbandono, ma in buone condizioni strutturali. In seguito all’analisi evolutiva, è stato effettuato un rilievo geometrico della Villa e dei propri elementi costruttivi e strutturali; procedendo poi alla realizzazione del progetto di recupero architettonico e prestazionale, che seguendo le linee guida date dalla Committenza, rendesse possibile il riutilizzo della villa, abbandonata ormai da anni. Assieme al progetto architettonico, sono stati sviluppati anche un’altra serie di progetti fondamentali al pieno recupero dell’edificio: - il progetto impiantistico, riguardante il sistema di riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e la ventilazione forzata degli ambienti; - il progetto della prevenzione incendi, anche questo fondamentale, in quanto all’interno della villa, la committenza, prevede la presenza costante di un esiguo numero di persone; - il progetto strutturale, riguardante l’individuazione delle vulnerabilità sismiche che potrebbero portare, in caso di sisma, all’attivazione dei cinematismi di collasso, attraverso la valutazione della sicurezza sismica del fabbricato. Per fare ciò, è stata effettuata un’analisi qualitativa del comportamento globale del manufatto attraverso modelli semplificati LV1; i quali sono stati affiancati ai risultati ottenuti tramite l’applicazione delle tabelle CINE, che analizzano invece i meccanismi locali. All’interno del progetto strutturale, si è proceduto a studiare e verificare anche gli altri interventi strutturali, resi necessari a rendere la villa usufruibile per le funzioni richieste dalla Committenza.
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Books on the topic "PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE"

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Masini, Emanuela, Laura Mugnai, and Sergio Boncinelli, eds. Gestione della Continuità Operativa delle Strutture Ospedaliere in Condizione di Maxi-emergenza. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-744-9.

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Abstract:
Il presente volume si propone di eseguire uno studio che, attraverso un set di indicatori da applicare a tre parametri (appropriatezza, efficienza e qualità dei servizi sanitari), valuti le eventuali debolezze dei servizi assistenziali, territoriali e ospedalieri in caso di disastri con ripercussioni sul medio-lungo periodo. Il progetto vuole identificare la vulnerabilità degli ospedali fiorentini nel caso in cui l’area del Comune di Firenze e le aree limitrofe siano interessate da una maxi-emergenza con parziale o totale compromissione della continuità assistenziale delle strutture ospedaliere. Si propongono, inoltre, strategie e piani per mantenere la continuità operativa anche in caso di maxi-emergenza.
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Cestone, Giovanna, and Lucilla Conigliello, eds. La conservazione di interi nuclei documentali. Un diverso approccio alla conservazione e al restauro. Il caso della Biblioteca di scienze sociali di Firenze. Florence: Firenze University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-728-3.

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Abstract:
Nel 2012 i libri del fondo antico della Biblioteca di scienze sociali di Firenze presentano i primi segnali di deterioramento delle legature, a causa delle forti escursioni di temperatura e umidità dell’ambiente di conservazione. Mentre l’Ateneo realizza un nuovo impianto di climatizzazione, la Regione Toscana e i funzionari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze elaborano un progetto per la messa in sicurezza dell’intero fondo, per rallentare il processo di deterioramento dei materiali e prevenire o stabilizzare i danni già presenti. L’innovativa metodica messa in atto nella Biblioteca è stata illustrata in un seminario tenuto il 24 novembre 2016 presso il Polo di scienze sociali dell’Università di Firenze e il presente volume raccoglie gli interventi dei partecipanti.
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Formazione manageriale e organizzazione turistica: Progetto sperimentale di ricerca e formazione per l'aggiornamento professionale dei quadri direttivi e intermedi delle strutture turistiche previste dalla legge quadro per il turismo n. 217/1983. Roma: Formez, 1990.

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Bassani, Alessandra, and Francesca Pulitanò, eds. Tabellio, Notarius, Notaio: quale funzione? Una vicenda bimillenaria. Milano University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.54103/milanoup.97.

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Abstract:
Il volume nasce nell’ambito del progetto di ricerca multidisciplinare Linguaggi della mediazione notarile tra Medioevo ed Età Moderna (LIMEN) dell’Università degli Studi di Milano. Esso rappresenta un momento di confronto dedicato ai giuristi: un percorso diacronico, che spazia dalle origini della funzione notarile all’esercizio di essa nel nostro tempo. Si coglie, così, la varietà delle risposte che, in contesti cronologici e culturali variabili, mettono al centro un soggetto, il notaio, che dia garanzie di affidamento e di terzietà nella redazione e nella conservazione degli atti giuridici. La raccolta offre una raffigurazione ‘in movimento’ dei compiti dei notai, nel­la convinzione che il recupero delle radici storico-giuridiche e culturali possa fornire una chiave di lettura anche all’odierna pratica della professione, oltre a qualche spunto di apertura alle sollecitazioni del futuro.
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Book chapters on the topic "PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE"

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Di Carlo, Gabriella, Camilla Tennenini, Maria Paola Staccioli, Luca Tortora, Maria Laura Santarelli, and Gabriel Maria Ingo. "Smart materials per la conservazione affidabile ed il ripristino delle proprietà di manufatti metallici e lapidei artificiali." In Progetto SISMI-DTC Lazio, 204–7. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv18phgdk.31.

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Conference papers on the topic "PROGETTO E CONSERVAZIONE DELLE STRUTTURE"

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Lutzoni, Leonardo. "Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale: proposte di metodo: il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Abstract:
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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Ragosta, Annamaria, and Bianca Gioia Marino. "Close to the volcan. Knowledge, conservation and enhancement of a Vesuvian vernacular heritage." In HERITAGE2022 International Conference on Vernacular Heritage: Culture, People and Sustainability. Valencia: Universitat Politècnica de València, 2022. http://dx.doi.org/10.4995/heritage2022.2022.15377.

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Abstract:
Nell'area circostante le pendici del vulcano è individuabile un reticolo storico di architettura rurale creato dalla nota fertilità del suolo vesuviano. Il terreno, ricco di minerali per la natura piroclastica del sito, ha favorito fin dall'epoca romana la costruzione di strutture agricole, più o meno concentrate in aree dove la natura impervia del suolo consentiva un proficuo insediamento per la coltivazione. La rete di tali esempi di architettura vernacolare, situata entro i confini del Parco Nazionale del Vesuvio, è ancora oggi visibile, seppur frammentata e in stato di abbandono. Una ricerca in corso ha permesso di effettuare una prima rigorosa indagine. Tali edifici sono espressione di criteri distributivi coerenti con la loro funzione e rappresentano lo stretto rapporto tra tipologia insediativa e territorio. Questa particolarità si riflette fortemente nelle tecniche costruttive e rappresenta anche la testimonianza materiale di un particolare savoir-faire edilizio tramandato nei secoli. Vengono utilizzati materiali prelevati dal sito (es. lave, schiuma lavica, lapilli, pomice, ecc.) e sebbene non vi sia un'esatta estrazione della pietra, esiste la tecnica 'a cantieri' con una malta forte come legante. La tipologia è diversificata: dal piccolo presidio all'edificio disposto su due livelli, talvolta turriti, a seconda dell'impegno produttivo e colturale. A differenza delle masserie tradizionali poste più a valle, già oggetto di una notevole storiografia, questi casi di architettura rurale posti più a monte non sono mai stati oggetto di indagine sistematica. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli. Il contributo si propone di mettere a fuoco questo patrimonio quasi inedito e di illustrare una metodologia di conoscenza integrata legata alle peculiarità del sito vulcanico. La conservazione di queste architetture vernacolari, infatti, gioca un ruolo centrale nella lettura e comprensione dei valori multidimensionali del paesaggio culturale Vesuvio-Baia di Napoli.
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Basso, Marzia. "Paesaggi in movimento." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Abstract:
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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