Dissertations / Theses on the topic 'Progetto di territorio e paesaggio'

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ROBIGLIO, MATTEO. "PAESAGGI DI CONFINE. Progetto e costruzione del territorio nella pianura piemontese." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 1996. http://hdl.handle.net/11583/2504900.

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Abstract:
Lungo un’immaginaria linea di sezione di ottantaquattro chilometri tracciata da Torino a Cuneo, riconosciuta sul terreno nella SS.20 “del colle di Tenda e di Valle Roja”, la ricerca ha condotto un’esplorazione dei paesaggi del Piemonte contemporaneo che è stata insieme interrogazione sui modi possibili di un progetto di architettura capace di interagire con le domande inedite di un territorio emergente, in cui la dispersione erode ogni mito di conservazione e l’autonomia ogni pretesa di regola esterna. Ne è uscita una sorta di fenomenologia di forme, oggetti e soggetti della costruzione del territorio vista e letta come progetto. Uscendo dalla constatazione del disordine come assenza di progetto, la ricerca ha inseguito le mille sottili tracce depositate dalla storia nel suolo attraverso trasformazioni e mutazioni recenti, ricostruendone matrici disciplinari, tipologie, codici linguistici, canali di circolazione, attori e strategie di un paesaggio letto come processo, in cui il tumulto dell’oggi si inscrive nei cambiamenti e nelle rotture della lunga durata.
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REGIS, DAFNE. "Il PROGETTO e la VALUTAZIONE per lo sviluppo del territorio. Una sperimentazione di metodo in Valle di Susa." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2015. http://hdl.handle.net/11583/2612559.

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Abstract:
POLITECNICO DI TORINO DOTTORATO DI RICERCA IN AMBIENTE E TERRITORIO Indirizzo Estimo e Valutazioni Economiche (XXVII ciclo) Tesi di Dottorato Il PROGETTO e la VALUTAZIONE per lo sviluppo del territorio. Una sperimentazione di metodo in Valle di Susa. Autore: Dafne Regis Tutori accademici: prof.ssa Marta Bottero (ICAR 22 - Estimo); prof.ssa Angioletta Voghera (ICAR 21 - Urbanistica). ABSTRACT Il tema affrontato nella tesi di dottorato è il “progetto di territorio” come processo sistemico, che integra azioni progettuali e di valutazione per la valorizzazione e lo sviluppo di sistemi territoriali in trasformazione. In particolare, nella tesi si esplorano approcci, forme ed esperienze di progetto di territorio per restituirne una interpretazione metodologica. Il punto di vista assunto nella tesi guarda al progetto come attività di orientamento, di supporto nella ricostruzione del senso dell’azione amministrativa, di organizzazione e utilizzo delle conoscenze e delle risorse disponibili, diventando attività propedeutica alla progettazione intesa nelle sue forme più consuete, di dimensioni ridotte su ambiti specifici, che tuttavia possono innescare processi virtuosi di valorizzazione delle risorse locali. Il progetto è dunque strategia per attualizzare una parte degli interventi possibili e contemporaneamente creare nuove prospettive di sviluppo basate su conoscenza, potenzialità del territorio e loro integrazione. Il progetto non è l’esito di un’azione, ma è strumento programmatico che promuove processi di costruzione di nuove forme urbane e territoriali e nuove figure socio-territoriali. Tale approccio progettuale, multifunzionale, intersettoriale e interscalare è il quadro di riferimento dell’intero lavoro. Parallelamente, la ricerca indaga nel campo delle valutazioni, tecniche e strumenti valutativi riconosciuti come dispositivi validi a supporto dei processi decisionali in cui il progetto trova la sua definizione. Le trasformazioni territoriali affrontano, infatti, questioni di natura complessa intorno alle quali si costruiscono visioni e scenari di progetto anche molto diversi, talvolta in conflitto tra loro, rendendo necessaria l’adozione di pratiche di condivisione delle scelte, attraverso azioni sinergiche di progetto e di valutazione. La valutazione fornisce la possibilità di valutare le conseguenze che strategie progettuali alternative possono generare sul territorio, ma, al tempo stesso, contribuisce alla conoscenza del contesto e del progetto stesso e favorisce una partecipazione allargata al percorso progettuale. La valutazione così intesa assume un ruolo centrale nel contribuire alla costruzione del progetto di territorio, permettendo l’integrazione, nell’operatività progettuale, tra oggettività tecnica e componenti socio-territoriali. Nella ricerca grande responsabilità è assegnata al progetto e alla valutazione in quanto attività integrate di selezione, organizzazione e orientamento nello spazio e nel tempo delle risorse, che si sviluppano attraverso successive fasi di formalizzazione tecnica entro processi continui di dialogo. È tuttavia evidente come queste modalità di agire per il progetto contrastino con le reali condizioni dell’attività amministrativa e politica, schiacciata dalle urgenze, dalle priorità contrastanti, non ultimo dalla scarsa consuetudine al progetto stesso, al dialogo e, ancor di più, alla valutazione. In risposta a questi limiti nella tesi si leggono criticamente gli elementi caratteristici di alcune esperienze progettuali di successo in ambito internazionale e nazionale (il modello IBA adottato nell’Emscher Park della Ruhr e il Contratto di Fiume adottato per la valorizzazione del bacino fluviale del Torrente Sangone in Piemonte) per essere successivamente adottati nella sperimentazione di progetto in Valle di Susa in cui le strategie proposte nel programma-progetto “Un progetto di sviluppo per la Valle di Susa” si integrano ad analisi multicriteri delle azioni previste dal progetto istituzionale di valorizzazione territoriale “Smart Susa Valley”. L’esito della ricerca rappresenta una base di conoscenza a supporto delle istituzioni nazionali, regionali e locali che si occupano di governo del territorio in aree con particolari esigenze di riconversione e sviluppo, restituendo un quadro sintetico delle possibili modalità di agire a livello locale in sinergia con la scala vasta. Le esperienze di progetto affrontate, in cui le discipline dell’urbanistica, dell’estimo e della valutazione si confrontano, permettono, infatti, di suggerire “linee guida” metodologiche a supporto e legittimazione del progetto di territorio, individuando alcune opportune forme di gestione, coordinamento, cooperazione e valutazione per garantire la sostenibilità tecnica, economica-finanziaria, amministrativa, ambientale e sociale dei processi di trasformazione nel tempo. INDICE Introduzione Capitolo 1. TERRITORIO E SVILUPPO 1.1 Lo spazio del progetto 1.1.1 Territori “ibridi”: squilibri territoriali e paesaggi del progetto 1.1.2 Territorio e sviluppo: alcuni paradigmi 1.2 Promuovere lo sviluppo 1.2.1 L’approccio “place-based” 1.2.2 Il contributo delle occasioni ad “effetto pulsar” Capitolo 2. QUESTIONI DEL PROGETTO 2.1 Il progetto di territorio tra strategia e operatività 2.1.1 Componenti del progetto contemporaneo 2.1.2 Aspetti di gestione Capitolo 3. ESPERIENZE DI PROGETTO 3.1 L’Internationale Bauausstellung (IBA) 3.1.1 L’IBA Emscher Park: laboratorio territoriale 3.2 I Contratti di Fiume (CdF) Capitolo 4. LA VALUTAZIONE PER IL PROGETTO 4.1 Progetto e Valutazione 4.2 L’analisi multicriteri (AMC) 4.2.1 Il metodo Analytic Network Process (ANP) 4.2.2 L’ANP integrata alla progettazione territoriale: stato dell’arte 4.2.3 Nuovi filoni di ricerca. Multi-Criteria Spatial Decision Support System (MC-SDSS) 4.2.4 Caso studio. La valutazione di nuovi scenari territoriali tra Torino e Milano 4.3 Valutazione e Partecipazione: strumenti integrati a supporto dei processi decisionali Capitolo 5. UNA SPERIMENTAZIONE. Progetto e Valutazione in Valle di Susa 5.1 La Valle di Susa. Territorio di progetto 5.2 Progetti di territorio in Valle di Susa 5.2.1 “Un progetto di sviluppo per la Valle di Susa: assi di intervento e suggestioni progettuali” 5.2.2 “Smart Susa Valley” 5.3 L’applicazione dell’ANP per valutare il progetto “Smart Susa Valley” (fase2, SSV2) Capitolo 6. LINEE GUIDA 6.1 Progetto e Valutazione. Una integrazione necessaria 6.1.1 Indirizzi per il progetto e la valutazione Bibliografia
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MELONI, GIAIME. "La costruzione di una Vision Paysagere. Studi sull’utilizzo dell’azione fotografica come strumento di progetto di paesaggio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266551.

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Abstract:
The thesis aims at exploring the relationship between the landscape project, conceived as a discipline able to transform the material and immaterial territory, and the photographic practice . It is an interdisciplinary research that attempts to understand the possible interactions between the two branches of knowledge, avoiding the submission of one over the other. It is so conceived a field of research on the design culture oriented to determine the potential use of photography as a contribution to the conception of space. The study highlights some key issues: Can the photography, as representation and critical interpretation, perform a role in the process of transformation of the material and immaterial territory? What is the influence of a practice of selective fragmentation of the landscape on the design thinking? May a mechanism of reproduction of the reality propose a concrete way of conceiving the space? In order to answer these questions the research developed a methodology oriented to the combination of two levels of study. On the one hand the creation of a broad knowledge which examines the status of the photography in relation to the landscape, going beyond the simple categorization of a photographic genre. On the other hand an experimental practice of photographic action in the context of the coastal landscape of the Sulcis-Iglesias, in Sardinia. It is an effort aimed at a critical representation of the territory. The aim is to build a concept of vision paysagère, as a specific visual action, which avoids the formation of stereotypes. A practice able to offer an interpretative view on the landscape.
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Bonaccorso, Giuseppe. "La Composizione del Bordo. Un progetto di paesaggio per il collegamento del quartiere Bertalia - Lazzaretto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20218/.

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Abstract:
Le città si stanno riappropriando del territorio consumato sfruttando i luoghi già presenti nelle aree urbanizzate, dandogli una nuova vita. La periferia urbana, storicamente caratterizzata dalla prevalenza di residenziale, inizia ad essere riscoperta grazie a nuovi progetti e nuovi collegamenti. L’area presa in esame, il settore Bertalia – Lazzaretto, è fresca del passaggio e della fermata del Marconi Express, e della presenza di uno sviluppo urbanistico strategico che porterà nell’area una nuova sede dell’Università di Bologna. Considerando la linea ferroviaria della tratta Imola – Ferrara e la volontà da parte del comune di insediare la fermata Zanardi, si intuisce quanto questa zona possa essere strategica. Il progetto di tesi mira a riadattare il PUA nell’Ambito di Trasformazione dell’Area Bertalia-Lazzaretto e caratterizzare quello che oggi è il bordo facendolo diventare porta di ingresso e punto strategico della nostra città. Le strategie progettuali sono: 1. Connettivo - riorganizzando e implementando le infrastrutture del Marconi Express e la Fermata Metropolitana Zanardi attraverso la crezione di una pista ciclabile. Un sistema di connessioni che presenta nodi di scambio a servizio di spostamenti all’interno del territorio cittadino e non solo; 2. Paesaggistico - andando a consolidare il sistema naturale presente all’interno del territorio attraverso il recupero degli alberi che verranno sradicati dal lotto a sud del people mover e ripiantumandoli a ridosso dell’angolo del confine dell’intervento. Inoltre, è previsto il riassestamento dell’antico sistema delle campagne emiliane ancora individuabili in loco dalla presenza di due filari d’alberi che riportano alla luce il sistema a cardi e decumani della suddivisione territoriale romana; 3. Architettonico – andando a progettare elementi leggeri ad uso pubblico che implementeranno il PUA e restituiranno questi spazi alla comunità che si insedierà all’interno del nuovo intervento urbano.
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MINUTELLA, Antonio Giovanni. "Il Progetto di Architettura per la qualificazione dell'Identità Territoriale. Spazio Pubblico e Paesaggio. Una ciclovia per il turismo sostenibile nella Città a rete Madonie-Termini." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2015. http://hdl.handle.net/10447/105315.

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Abstract:
La pratica del progetto e le sperimentazioni condotte in ambito internazionale hanno consentito, negli ultimi anni, di sviluppare nuovi approcci alle tematiche del progetto delle infrastrutture capaci di contribuire ai processi di governo delle trasformazione per qualificare il paesaggio. La ricerca pluridisciplinare ha consentito di superare il progetto del manufatto e di concentrare l'attenzione all'intero contesto in cui le identità culturali, l'ecologia, le tradizioni, le esigenze tecniche della mobilità, la sostenibilità economica e ambientale definiscono gli ambiti entro cui si manifesta la regia del progetto di architettura. Le tendenze della programmazione contemporanea e le esperienze condotte nei paesi europei più avanzati mettono in evidenza come la ricerca progettuale produce effetti positivi di trasformazione del territorio quando riesce a creare sistemi di relazioni con l'ambiente tali da riuscire a rappresentarne il paesaggio. Questa ricerca porte con se l'esigenza di comprendere la necessità di far acquisire una nuova sensibilità progettuale per i temi del progetto di paesaggio, temi che a livello politico non riescono a sviluppare efficaci tecniche o procedure per una corretta impostazione del problema. La ricerca propone la lettura del sistema territoriale del comprensorio "Città e rete Madonie-Termini" caratterizzato da un avanzato sistema di governance territoriale in cui è possibile ipotizzare l'infrastruttura come strumento per veicolare nuovi valori e contribuire attraverso le sue capacità di rappresentazione del paesaggio alla costruzione dell'identità territoriale. La strada diventa portatrice di valori come la "figurabilità" del territorio che attraversa, oggetto architettonico capace di rendere esplicite le reti a servizio del nuovo sistema territoriale con cui costruire nuove relazioni tra l'ambiente naturale e lo spazio della viabilità. Il progetto di architettura come metodo di indagine e proiezione di uno stato futuro, sostenibile (quanto negli aspetti ambientali, quanto in quelli sociali ed economici) consente di valutare la trasformazione dell'ambiente in questo contesto culturale che ha ormai assimilato i temi relativi alla costruzione del paesaggio, dell'immagine del territorio e della possibilità che le operazione di landscaping offrono nella definizione della turistici dei luoghi. La ricerca pone una riflessione sul come l'infrastruttura lineare può diventare segno identitaria del territorio che attraversa.
The practice of the project and the experiments carried out in the international field allowed, in recent years, to develop new approaches to the issues of the project of the infrastructures. These approaches are capable to contribute to the processes of transformation of the government to describe the landscape. The multidisciplinary research has offered the possibility to overcome the design of the building and to focus the whole context in which cultural, ecological, traditional identities, technical requirement of mobility, economic and environmental sustainability define some areas within the direction of architectural design shows its elements. The trends of contemporary programming and the experiences conducted in the more developped European countries show how the research in design produces positive effects to the transformation of the territory when it manages to create systems of relationships inside the environment to be able to represent the landscape. This research as the objetifs to diffuse the need to acquire a new sensibility to the themes of landscape's design, issues that at the political level don't often able to develop effective techniques or procedures for a correct approach to the problem. This research proposes the reading of the territorial system of the district "Città a Rete Madonie-Termini" characterized by an advanced system of territorial governance where the infrastructure becomes an instrument to vehicle new values and to contribute to the representation of the landscape to the construction of a great territorial identity. In this way the road becomes an instrument to diffuse a system of values such as "representability" of land crossed, it is an architectural object capable of making explicit the networks of the new territorial system with which to build new relationships between the natural environment and the space of the road system. The architectural project, as a method of investigation and projection of a future state, sustainable (as in environmental, as in the social and economic aspects) permits an evaluation of the transformation of the environment in this cultural context that has already assimilated the issues related to the construction of the landscape, the image of the area and the possibility that the landscaping's operation offer for the definition of touristic places. The research raises a reflection on how the linear infrastructure can become a sign of identity of the area that crosses.
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FERRARIO, VIVIANA. "Lo spazio agrario nel progetto di un territorio : trasformazioni dei paesaggi rurali nella pianura e nella montagna veneta." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/11578/278238.

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Giovanelli, Martina. "Paesaggio e modelli di ruralità: una chiave di lettura del territorio Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2015. http://hdl.handle.net/11566/242924.

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Abstract:
Il tema dell’indagine intrapresa riguarda il paesaggio e le sue trasformazioni in seguito al consumo e all’utilizzo indiscriminato del territorio in cui viviamo. All’interno di questo processo, un significato rilevante viene assunto dal ruolo del paesaggio rurale nel contesto insediativo. Questa ricerca intende proporre un nuovo approccio alla lettura del territorio, con riferimento al caso studio Marche, inteso non solo come strumento conoscitivo, ma anche come base progettuale utile al raggiungimento di criteri di qualità del paesaggio e dell’ambiente. L’analisi si arricchisce di nuovi approcci che tengono conto della sua complessità in toto, assegnando al paesaggio il significato di patrimonio, in quanto grande risorsa non adeguatamente tutelata e valorizzata. Il lavoro si svolge attraverso la realizzazione di una sorta di “abaco dei paesaggi rurali” o “modelli di ruralità”, che rendono immediatamente riconoscibile quella porzione di territorio in cui si sovrappongono le “classiche” componenti naturale ed antropica, più quella percettiva, che organizza la struttura di quel particolare tassello. In ciascuno coesistono quell’insieme di caratteri e segni che hanno dato origine ad una certa struttura tradizionale (preesistenze), insieme a tutta una serie di nuovi elementi (trasformazioni). I modelli riflettono le diverse nature del rapporto paesaggio/morfologia/ ruralità/insediamento, e proprio questi rappresentano i campioni su cui si applica la metodologia basata sulla lettura e interpretazione critica del ruolo della ruralità e delle sue trasformazioni nel concetto contemporaneo di paesaggio. Questa fase permette di individuare delle “regole” di trasformazione del territorio che consentano di superare la discrasia in atto tra norma teorica e azione progettuale. Da qui prende vita il progetto, inteso come strumento attraverso il quale affrontare le problematiche e attuare modifiche in grado di misurarsi con i caratteri e le specificità del territorio che investono.
The aim of this report is to focus on the landscape and its transformations, as a result of the indiscriminate use and consumption of our territory. Within this process, the role of the rural landscape in the settlement context becomes of great importance. The report is aimed to define a new approach to the interpretation of the territory, with regard to that of the Marche region as a case study, intended not only as a cognitive tool, but also as a planning basis helpful in achieving quality criteria of the landscape and the environment. The analysis includes also new approaches that consider the whole complexity of the landscape, which is compared to a heritage, seen as great resource not properly preservated and valorized. The study continues with the realization of a “schedule of rural landscape” or “rurality models”. This makes immediately recognizable that portion of territory in which the “classic” components, natural and anthropic, together with the perceptive one which organizes the structure of that unique part, overlap. That combination of signs and symbols – that have originated a specific traditional structure (preexistences) together with a complex of new elements (transformations) coexist in each of them. Further, the research should identify some models able to reflect the different kind of the relationship between landscape / morphology / rurality / settlement. An innovative methodology, based on a critical interpretation of the rurality role and its transformations in the contemporary concept of landscape, is applied to the above mentioned models, which are considered as “sample”. This phase leads to the identification of “territory transformation rules” which help to overcome the existing discrepancy between theoretical standard and planning process. This leads to the development of the project, intended as a tool by which facing problems and proposing appropriate changes, able to face up characters and peculiar features of the territory in question.
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Millawage, Tarindu Baggya. "Architettura e agricoltura: un progetto per il paesaggio rurale di Pesaro." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25810/.

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Abstract:
Dal lento succedersi delle stagioni che ritmavano l’attività dell’uomo, siamo passati ad una vita frenetica fatta di attimi. La stagione dell’attesa non esiste più così come era stata concepita dal ciclo naturale. Lavorare la terra, prepararla alla semina e attendere che dal duro lavoro la terra desse i suoi frutti. L’uomo ha seguito per millenni questo ciclo che gli ha permesso di sopravvivere e adattarsi a condizioni sempre diverse. Ora con il continuo espandersi della città, processo iniziato con la rivoluzione industriale e le sue relative innovazioni tecnologiche, stiamo pian piano disintegrando quello che noi stessi abbiamo creato, sviluppato secolo dopo secolo. L’equilibrio tra città e campagna nel XX secolo ha cominciato a pendere da una parte diventando sempre più sbilanciato. E pensare che la dicotomia tra città e campagne è proprio quello che ha reso un Paese come l’Italia così peculiare rispetto a molti altri del vecchio continente. Ancora oggi l’eterogeneità del paesaggio italiano con le sue differenze sia morfologiche che linguistiche è ciò che la rende così diversa e allo stesso tempo ammirata da Paesi che nell’ultimo secolo hanno intrapreso strade differenti, soggiogandosi completamente a visioni “futuristiche”. Trasformazioni recenti, nell’affermare nuove e più civili condizioni di vita, hanno portato ad una compromissione di vecchi quadri paesaggistici senza disegnarne altri di pari valore. Tuttavia il consueto ritardo del nostro paese nel recepire spesso input esterni in questo caso potrebbe risultare un vantaggio. Siamo sicuri che la strada intrapresa all’estero sia quella più adatta? Non è forse ora di iniziare ad elaborare modelli autonomi basati sulla specificità del luogo anziché seguire ed inseguire soluzioni standard imposte o anche solo influenzate da radici completamente diverse? Siamo sicuri che il paesaggio del “villaggio globale” immaginato da Gilles Clèment debba avere caratteri di omogeneità onnipresenti?
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MARACCI, LUCIA. "Per una metodologia integrata del progetto di paesaggio: multidisciplinarietà e partecipazione." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241960.

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Abstract:
La ricerca prende le mosse dalla definizione di paesaggio come “una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.”, formulata nella Convenzione Europea del Paesaggio. La CEP è la prima convenzione internazionale che ha come oggetto esclusivo di interesse il paesaggio. La convenzione mette in luce l’importanza di integrare tutte le politiche che possono avere impatto sul paesaggio, e quindi sono coinvolte nella pianificazione e nella gestione. Il documento mette al centro il concetto di paesaggio complesso ed enfatizza la necessità di includere nella definizione e nella attuazione di queste politiche le popolazioni che vivono nel paesaggio e il loro il punto di vista. Dalla enunciazione della CEP derivano numerose sfide per la disciplina della pianificazione degli spazi aperti. L’obiettivo della ricerca è proporre un metodo integrato, multidisciplinare e inclusivo di pianificazione del paesaggio, che risponda alla questione del “lato democratico” della pianificazione Quattro casi di studio aiutano a dimostrare la necessità e le implicazioni di questo metodo.
The research is based on the European Landscape Convention definition of landscape as: “an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors “. The ELC is the first international convention to focus specifically on landscape. It highlights the importance of integrating all the policies concerned in impacting, as well as in planning and managing landscape. The document has its core in the complex landscape concept and emphasizes the need to include in these policies all the people who live in the landscape and their point of view. Several challenges for the open spaces planning came from the ELC statement. The research aims to implement an integrate multidisciplinary, inclusive landscape planning method and gives an answer to the issue of the “democratic side” of the planning. Four case studies help to demonstrate the need and the accountability of this method.
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Storti, Maristella. "Il paesaggio storico delle cinque terre : individuazione di regole per azioni di progetto condivise." Toulouse 2, 2003. http://www.theses.fr/2003TOU20113.

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Abstract:
Dans cette recherche la lecture du paysage passe tout d’abord par la collecte et l’étude des principales représentations cartographiques, des plus anciennes aux plus récentes. La thèse poursuit un objectif précis: la lecture et l’interprétation des origines, de l’évolution et des modifications successives d’une réalité consolidée au fil du temps. Une réalité étudiée à travers l’iconographie et les images qui la composent, dans le but de reconnaître les indicateurs de signe et de sens de la stratification structurelle du paysage qui permettent d’identifier les règles nècessaires à la mise en ouvre d’actions partagées. Cette étude se veut une méthode visant à extrapoler les paramètres propres à la cartographie historique: les descriptions, les explorations, les cadastres anciens deviennent autant d’instruments révélateurs des indicateurs historiques. Des indicateurs culturels et non pas quantitatifs, en vue de l’identification de la dimension identitaire du territoire et du paysage
According to the approach of this research the reading of the landscape start from a survey of the main cartographic representations available, from the oldest to the most recent ones, concerning the area under exam. The thesis pursues a precise goal: reading and interpreting the origin, the development and subsequent modifications of a reality consolidated in the longterm, and explored through cartography and the most wide-ranging images, in order to recognise indicators that bear witness to the present signs and meanings of a layered schedule, and which allow us to identify rules for shared design actions. This research aims to find a method to deal with other parameters of historic cartography: descriptions, explorations, old land registers become instruments to recognise historic indicators, not quantitative, but, we would say, cultural, in order to outline the identity dimension of territory and landscape
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Ravaioli, Riccardo. "Re-Genesi. Progetto di riconessione tra Aniene e Villa Adriana." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Di, Bernardo Silvia <1988&gt. "Valorizzazione turistica del territorio rurale. Un progetto di albergo diffuso." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4543.

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Abstract:
Il fenomeno del turismo rurale sostenibile emerge come risposta alle esigenze della nuova generazione di turisti, sempre più attenti verso offerte personalizzate e ricercate che comprendano prodotti autentici e rappresentativi delle culture locali. Il territorio, in questo contesto, assume una nuova centralità grazie alle sue specificità naturali e culturali in grado di renderlo un’unica risorsa anche economica, che richiede però costante impegno per il suo recupero e la sua valorizzazione (Primi, 2011). Diversi sono i segmenti in cui si sviluppa questo settore guidato dalla sostenibilità, uno dei quali è quello del turismo dei borghi, che non vengono più considerati come una mera proposta di integrazione rispetto ad una città culturale o ad una meta balneare limitrofa, ma vengono visti come risorse di richiamo e forte attrattiva turistica, in grado di ridare valore alle aree territoriali nelle quali si trovano (Dall’Ara, 2010). Il turismo dei borghi attualmente si espande su una rete che coinvolge numerosi piccoli borghi italiani, ma manifesta notevoli sviluppi anche all’estero, offrendo un importante strumento per sostenere la crescita economica di zone ed aree rurali oggetto di spopolamento, ridando vitalità attraverso l’offerta di un turismo di qualità. Come espressione di questo ruolo centrale che il territorio e le sue risorse assumono nella produzione di ricchezza e di vantaggi competitivi, emergono nuove formule di imprese turistiche, rappresentate soprattutto da esempi innovativi nel campo della ricettività: numerose sono le piccole organizzazioni sorte proprio per valorizzare i borghi storici o le comunità rurali e contadine, a testimoniare la crescita del settore e le ampie possibilità di miglioramento del comparto ricettivo in ottica sostenibile. Un esempio degno di nota è sicuramente quello dell’Albergo Diffuso, formula orizzontale di ospitalità che si caratterizza per garantire autenticità all’offerta di ospitalità, e sostegno all’economia delle piccole zone rurali. Oggetto di questa tesi è l’analisi di un progetto di realizzazione di un Albergo Diffuso nel borgo montano di Poffabro (PN) classificato come uno tra i Borghi Più Belli d’Italia, oggetto di fenomeni quali lo spopolamento e il limitato sviluppo economico. Il lavoro è organizzato in otto capitoli raggruppabili in due parti principali: nella prima verrà studiato l’ambito teorico di riferimento, ovvero il settore turistico e le sue evoluzioni; nella seconda si procederà con l’aspetto più pratico dell’indagine,ovvero il confronto tra alberghi diffusi a livello nazionale e regionale, la definizione del progetto e l'analisi della sua fattibilità economico-finanziaria attraverso la redazione di un business plan.
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Canuti, Gaia. "Conoscere, conservare, valorizzare. Progetto per l'anfiteatro di Urbs Salvia." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6475/.

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Abstract:
La tesi si inserisce nell'odierno dibattito sulla vegetazione all'interno delle aree archeologiche. L'anfiteatro dell'antica Urbisaglia nelle Marche costituisce un eclatante esempio di quanto sia rilevante considerare anche la vegetazione all'interno di un progetto di conservazione. Cercando di affrontare in maniera sistematica il problema dell'interazione tra le strutture vegetali ed il manufatto, il progetto è stato concepito sulla base di un piano di manutenzione programmata per la salvaguardia della struttura archeologica ma anche della particolare vegetazione presente nel parco. Il tutto inserito in un ampio progetto di valorizzazione dell'intera area archeologica.
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Brini, Beatrice, and Filippo Brini. "Santa Maria Assunta della Cappella. Progetto di restauro e valorizzazione di un complesso abbandonato." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9432/.

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Abstract:
Questa Tesi di Laurea si occupa del Progetto di Restauro Architettonico e di Riqualificazione Agricola e Paesaggistica della chiesa sconsacrata di Santa Maria Assunta della Cappella e dei terreni annessi alla proprietà. L'area di progetto consiste in 24 ettari di terreno, sulla cima di un altura in cui, in epoca medievale, venne eretta la chiesa di Santa Maria Assunta della Cappella e successivamente vennero costruiti gli edifici annessi: la sagrestia, la canonica, il cimitero, il fienile, che poi divenne casa colonica, e infine il nuovo fienile. La sconsacrazione della chiesa nel 1986 e l'abbandono della casa colonica da parte del contadino,hanno fatto si che l'intero complesso cadesse rapidamente in rovina. L'obiettivo di questo progetto è quello di recuperare l'intera area realizzando un'azienda agrituristica: ripristinando le coltivazioni, che le testimonianze storiche tanto decantano,convertendo la canonica in ambienti destinati alla ristorazione e all'ospitalità e la chiesa in uno spazio multifunzionale destinato ad ospitare eventi.
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Pisi, Giovanna <1967&gt. "Tra memoria e progetto: il caso di Imola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3391/1/Pisi_Giovanna_tesi.pdf.pdf.

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Pisi, Giovanna <1967&gt. "Tra memoria e progetto: il caso di Imola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3391/.

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Isidori, Giulia. "Il paesaggio urbano tra ferrovia e città. Progetto di spazi aperti a Viserba." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5347/.

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Abstract:
La presente tesi prende avvio all’interno del Laboratorio di Sostituzione di tessuto urbano del professor Antonio Esposito. Il tema è quello, diventato sempre più attuale negli ultimi decenni, della relazione tra gli spazi delle infrastrutture ed il paesaggio urbano. Gli spazi della mobilità finiscono per diventare degli spazi di risulta che anzichè creare dei collegamenti, vocazione principale delle infrastrutture per la mobilità nello specifico, diventano delle fratture all’interno della città, che dividono anzichè unire. L’area di intervento è a Viserba, località balneare nelle vicinanze di Rimini, caratterizzata da una crescita del tessuto urbano esponenziale sviluppatasi interamente nell’ultimo secolo, ma il problema interessa tutte le località sulla costa romagnola, tagliate in due dal passaggio della ferrovia. Il nuovo piano strategico del Comune di Rimini si pone il problema di offrire, finalmente, alla città un sistema della mobilità che consenta di fare a meno dell’automobile non a causa di meri divieti, ma per l’esistenza di valide alternative di trasporto che, consentendo eguale efficacia nella mobilità, riportano ad una più giusta dimensione relazionale le funzioni dell’abitare e del vivere città e territorio. Nella prospettiva di liberare dal mezzo privato la fascia turistica del litorale e di allentare la pressione automobilistica sulle periferie, il tracciato della ferrovia assume ancor più il valore di asse centrale distributivo per il sistema di trasporto pubblico di massa. Condizione fondamentale è che la permeabilità fra le zone a mare e a monte della ferrovia sia incrementata, attraverso la creazione di adeguati ed ampi attraversamenti urbani (non semplicisottopassaggi) che si appoggino ad “una trama verde” di percorsi e spazi di ricucitura della città con il suo mare. Questo è il contesto in cui si inserisce il progetto, che quindi risulta essere di grande attinenza alla contemporaneità.
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Piantelli, Mauro. "Crespi D'Adda. Paesaggio, Programma, Progetto. Dal macchinismo alla vita liquida, questioni di entropia." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2018. http://hdl.handle.net/10446/77378.

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Abstract:
Ciò che oggi possiamo ammirare del villaggio industriale di Crespi d’Adda, dal 1995 patrimonio culturale dell’Umanità quale miglior esempio di Villaggio operaio del XIX sec., rischia di essere percepito quale rovina, testimonianza di un tempo eroico, di un passato industriale irrimediabilmente perduto. Se è indubbio che in quest’esperienza tra i due stadi, del modello originario ormai in rovina così come del restauro non ancora esperito, risiede ciò che esteticamente ammiriamo in una sorta di tempo puro, “la percezione di questo scarto fra le due incertezze, le due incompiutezze, è la ragione essenziale del nostro piacere “ , non possiamo non considerare come questa visione sia non solo debole ed incompleta, ma sia soprattutto antistorica. Crespi d’Adda è una città di fondazione nata da un modello produttivo, tessile, che ha dato forma a tutto ciò con cui è venuta in contatto. Durante questa vicenda produttiva è stato modificato il modo di abitare, sia la fabbrica sia il villaggio, così come è stato modificato il modello di rappresentazione dei rapporti sociali ed il rapporto con il fiume; in generale è stato modificato il paesaggio. Quest’esperienza non si è conclusa con la chiusura del Cotonificio: utilizzando un concetto psicanalitico per cui “nella vita psichica nulla può perire una volta formatosi, che tutto in qualche modo si conserva e che, in circostanze opportune,…può essere riportata alla luce” , siamo convinti che tutte le vicende storiche e geografiche che hanno in-formato il luogo sono ancora in essere e in attesa di una nuova narrazione. Il Paesaggio, oggi uno degli elementi più evidenti del lascito industriale, è di fatto un prodotto della Fabbrica. L’ex cotonificio, in più di un secolo di storia industriale, ha prodotto, direttamente ed indirettamente, un paesaggio unico, senza eguali. Le azioni antropiche e naturali si sono avvicendate indirizzando l’evoluzione del luogo; oggi si presenta come un paesaggio in divenire che richiede azioni sistematiche che lo rendano leggibile e coerente. Crespi d’Adda è allora un prezioso laboratorio di urbanistica, architettura, restauro, sociologia, paesaggio, un nuovo spazio per ricerca e produzione, pubblico e privato, storia e innovazione, locale e globale. In questo momento storico, mentre la Fabbrica trascende alle ragioni del proprio essere e passa da fatto produttivo a fatto culturale, siamo più che mai consapevoli della necessità di ri-scrivere il luogo e di ri-portare il lavoro, come mezzo culturale, al centro del racconto. Se la cultura non è altro che il medium terzo, “che sta al di sopra di ogni uno e di ogni altro e questo terzo è condizione sine qua non d’ogni tipo di società “ , a Crespi questo soggetto terzo, in cui i singoli si riconoscevano, è sempre stato il lavoro. Ogni abitante del Villaggio trovava nella struttura della Fabbrica la propria collocazione sociale; era nel lavoro che gli individui si riconoscevano come appartenenti ad una comunità (è sintomatico come di questa struttura rigida, l’organigramma della Fabbrica, ci sia traccia perfino nelle epigrafi del cimitero). Venuta meno la struttura del lavoro, Crespi d’Adda ha visto progressivamente dissolversi il senso di comunità, ad eccezione degli abitanti più anziani, ed è oggi percepita, dai nuovi abitanti, come una sorta di residence. Le nuove generazioni hanno scelto di vivere a Crespi pensandolo come ad una Gated Community, un non luogo dove tutte le dinamiche sociali e urbane sono pressoché assenti. È perciò sul lavoro, nella sua accezione evolutiva, che la narrazione di Crespi d’Adda avrà un seguito.
What we see today about the Crespi d'Adda village, from 1995 part of World Heritage List as the best example of company town of the nineteenth century, It's likely to be perceived as a ruin, a heroic witness of time, of an industrial past irretrievably lost. There is no doubt that this experience between the two stages, the ruined original model as well as the restoration not yet experienced, resides what we admire aesthetically in a kind of pure time, "the perception of this gap between the two uncertainties, the two incompleteness, is the essential reason for our pleasure ", we can not fail to consider how this vision is not only weak and incomplete, but it is above false. Crespi d'Adda is a new town born from a production textile model, which has given shape to everything it came in contact. During this industrial age the factory has changed, as it has changed the model of representation of social relationships and the relationship with the river; in general it has changed the landscape. This experience didn’t end with the closing of the Cotton Mill experience: using a psychoanalytic concept that "nothing in mental life can perish once formed, that everything somehow preserved and that in suitable circumstances, ... it can be brought to light "we are convinced that all the historical and geographical events that have formed in-place are still in place and waiting for a new storytelling. The landscape, is one of the more important industrial legacy. The cotton mill, in more than a century of industrial history, has produced, directly and indirectly, a unique landscape. Crespi d'Adda is then a valuable laboratory for urban planning, architecture, restoration, sociology, landscape, a new space for research and production, public and private, history and innovation, local and global. After his industrial period ,Crespi d'Adda has progressively dissolve the sense of community, with the exception of the older inhabitants, and it is perceived today, from the new inhabitants, as a residential residence. The new generations have chosen to live in Crespi thinking it such a Gated Community, a non-place where all social and urban dynamics are almost absent. It is therefore in the work, in the evolutionary sense, that the storytelling of Crespi d'Adda will be continued.
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Dini, Alessandro, and Enrico Maria Scarponi. "Progetto di riqualificazione del paesaggio urbano con tecnologie superficiali e sostenibili del quartiere Barca di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23159/.

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Abstract:
Progettare spazi e servizi nelle periferie delle grandi città è una grande sfida per i architetti ed urbanisti. É questo il caso del quartiere Barca a Bologna, un’area dalle grandi dimensioni e potenzialità che si trova in una condizione di degrado dovuta a diversi fattori, quali la distanza dal centro e la mancanza di servizi. Il progetto ha come obbiettivo ricucire il rapporto tra quest’area periferica e il centro della città, cercando di trasformare il quartiere Barca in un nuovo polo attrattivo per nuove attività locali e capace di gestire flussi di persone a livello nazionale, vista la vicinanza alla ciclovia del Sole. A tal fine sono stati presi in considerazione gli elementi più significativi del tessuto urbano circostante come fonte ispiratrice del progetto, soprattutto l’edificio del “Treno”, elemento particolarmente rilevante dell’area, per generare nuovi spazi di aggregazione e servizi per il quartiere. Il progetto ha come obiettivo quello di realizzare una lunga passeggiata commerciale affiancata da aree verdi che ne migliorino la qualità in termini di paesaggio urbano. L’intervento segue le linee-guida della sostenibilità, della connettività e della valorizzazione del verde pubblico: il progetto propone una rilettura della periferia come nuovo polo attrattivo, intervenendo alla scala di quartiere sulla riorganizzazione della viabilità, degli spazi pubblici, dei servizi e degli alloggi del quartiere Barca.
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Trotta, Valentina. "Trasformazioni del paesaggio nel territorio di Segesta tra VII e II SECOLO a.C." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1782.

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Abstract:
2012 - 2013
La ricerca propone un’analisi delle dinamiche di popolamento che hanno caratterizzato la parte di territorio compresa all’interno dei confini comunali di Calatafimi-Segesta tra il VII ed il II secolo a.C., attraverso una revisione critica dei dati del survey condotto dall'Università di Siena negli anni 1995-1997, finalizzato alla redazione di una Carta archeologica del Comune. La scelta del termine cronologico più antico è dovuta al fatto che le prime tracce materiali di una pianificazione dello spazio cultuale, e forse anche abitativo, sul Monte Barbaro, sede in età classica dell'abitato indigeno di Segesta, risalgono all'ultimo quarto del VII secolo a.C. Nel corso dell'età ellenistica si assiste ad una profonda trasformazione del paesaggio segestano, con la fitta occupazione stabile delle campagne. Alla fine del II secolo a.C. una netta cesura è evidente nella complessa ristrutturazione urbanistica della città di Segesta e nelle forme monumentali di alcune aree cultuali nel territorio circostante, espressioni del potere politico e della ricchezza della classe dirigente locale. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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Bognolo, Mariangela <1982&gt. "Villa Crotta de' Manzoni. Dalla storia delle miniere di Valle Imperina alla realizzazione di una villa nel territorio Agordino." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2122.

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Abstract:
Questa tesi analizza tutti gli aspetti di Villa Crotta de' Manzoni, dalla sua realizzazione a tutte le successive trasformazioni architettoniche. Una storia generale delle miniere di Valle Imperina, della storia della famiglia Crotta e de' Manzoni e del giardino.
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Ruocco, Sara. "Il complesso di Santa Maria Nascente: progetto di valorizzazione ambientale e recupero dell'Oratorio della Santissima Trinità." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
La tesi studia il complesso di S. M. Nascente, sul colle di Pragatto a Valsamoggia, composto da chiesa, Oratorio della SS. Trinità e campanil, che incorre in uno stato di progressivo abbandono e deterioramento, insieme ad una mancata cura del verde circostante. Il progetto, globale ed unitario, intreccia valorizzazione ambientale e rifunzionalizzazione dell’area, focalizzandosi sul recupero e sul miglioramento sismico dell’Oratorio, per renderlo fruibile in un contesto idoneo ed attrattivo. Per la valorizzazione ambientale, si realizza un sentiero nel bosco circostante, con piantumazione di specie arboree lungo i nuovi percorsi delineati. Lo studio funzionale dell’area prevede la realizzazione di un polo universitario con presenza di alloggi temporanei per studenti o visiting professors, modulari e prefabbricati; di un nuovo centro polifunzionale destinato a biblioteca ed aula studio; di una piccola sala per conferenze o proiezioni, costituita dall’aula dell’oratorio. Il progetto di rifunzionalizzazione dell’oratorio si articola nella creazione di uno spazio atto ad ospitare una platea di ascoltatori con l’inserimento di una scalinata a gradoni per la fruizione dello spettacolo, un solaio rialzato per godere della vista offerta dalla nuova apertura e un ballatoio in vetro per la fruizione della parte alta dell’oratorio. Il progetto di miglioramento sismico si è basato sull’analisi critica dell’esistente (confronto fra informazioni dell’analisi storico-archivistica con quelle del rilievo): si è analizzata la vulnerabilità sismica dell’edificio, prima con una valutazione qualitativa globale (LV1, modello ‘chiese’), quindi studiando i meccanismi di collasso attivabili per vulnerabilità locali (schede CINE). Gli interventi comprendono: sostituzione strutturale (inserimento di endoscheletro in acciaio); cordolatura di piano; allargamento fondale; rifacimento coperture lignee; rinforzo volte in muratura (FRP); scuci-cuci per migliorare l’ammorsamento.
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Angeli, Daniele. "Progetto di ampliamento del servizio di raccolta differenziata porta a porta nel Comune di Carpi (MO)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2434/.

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Billi, Erica. "La rinascita del Lido Iride. Progetto di riqualificazione della fascia costiera di Platamona." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2426/.

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Abstract:
Questo progetto, maturato in seguito a profonde riflessioni basate sull’analisi e la valutazione della situazione territoriale, è scaturito dalla volontà di fornire una risposta alle carenze funzionali e strutturali di un’area dalle molteplici potenzialità. La fascia costiera di Platamona è stata al centro di progetti di lottizzazione che, invece di tutelare l’aspetto naturalistico e unificare un sistema costiero che si estende per circa otto chilometri, hanno inserito strutture prevalentemente ricettive e turistiche in maniera piuttosto arbitraria e senza tener conto della possibilità di organizzare il progetto d’intervento tramite un apposito strumento urbanistico. Il risultato, un tessuto edilizio disomogeneo e disorganizzato, non contribuisce certo alla volontà di attribuire un carattere e un’identità al luogo; anzi, la frequenza di aree in stato di abbandono, che rischiano di diventare discariche a cielo aperto fa quasi pensare ad una situazione di stallo e di incuria sia da parte delle amministrazioni che dei privati. L’idea del progetto deriva da un approccio che ha come obiettivo il massimo sfruttamento delle risorse locali e il minor impatto possibile sul paesaggio e sul sistema attuale. La volontà è quella di riorganizzare e riqualificare gli spazi più significativi, inserendoli all’interno di un sistema di percorsi e connessioni che vogliono unificare e rendere fruibile l’intero sistema costiero fra Platamona e Marina di Sorso. Inoltre è da rivalutare l’aspetto naturalistico del SIC dello Stagno e Ginepreto di Platamona, un’oasi naturalistica che ha tutte le potenzialità per essere posta al centro di un’attività di ricerca e diventare la meta di un turismo mirato. Nel Piano di gestione dello stagno sono già stati previsti e realizzati percorsi su passerelle in legno che si snodano fra i canneti e la pineta limitrofa, con alcune torrette di avvistamento, attualmente posizionate nella zona a sud. Uno degli obiettivi è dunque quello di completare questi percorsi per gran parte del perimetro dello stagno e di stabilire un percorso ciclo-pedonale ad anello che circondi e renda fruibile l’intera area del SIC. A livello di percorsi e connessioni, oltre alla nuova pista ciclabile che correrà parallelamente alla SP 81, si cercherà di fornire nuovi collegamenti anche all’ambito della spiaggia. L’idea è di costruire una passeggiata sul fronte mare che si articoli con leggere passerelle in legno fra le dune irregolari. Si snoderebbe dalla rotonda di Platamona fino alla piazza di Marina di Sorso, per una lunghezza di circa otto chilometri. Il suo scopo è di rendere fruibile l’intera fascia di spiaggia in modo da evitare un eccessivo calpestio del sistema dunario, che purtroppo risente della forte presenza antropica dei mesi estivi. Nel ripensare questi collegamenti e percorsi, si rende necessaria la creazione di aree di sosta attrezzate che si presentano con una certa periodicità, dettata dai pettini e dalle discese a mare. Vi saranno punti di sosta ombreggiati con alberature, aiuole, sedute, fontane e giochi per bambini. Diventa dunque prioritario il fatto di rendere evidente il concetto di unitarietà del sistema costiero in questione, rendendolo riconoscibile tramite l’organizzazione di spazi, episodi e percorsi. Infine il tentativo che riguarda nello specifico il Lido Iride, è quello relativo al suo recupero. L’intento è di restaurarlo e destinarlo a nuove funzioni ricreative-culturali. La struttura principale è mantenuta invariata, soprattutto le stecche che costituivano le cabine sulla spiaggia (elementi alquanto evocativi e radicati nella memoria del luogo). Il complesso sarà riorganizzato in previsione di ospitare workshop e corsi formativi riguardanti la cultura del mare e della salvaguardia dell’ambiente. Molto attuale e sempre più emergente anche in Sardegna risulta l’archeologia subacquea, a cui sono già state dedicate apposite strutture nelle zone di Cagliari e di Orosei. Dunque si riadatteranno le cabine con lo scopo di farle divenire alloggi temporanei per coloro che seguiranno tali corsi, mentre gli altri edifici del complesso fungeranno da supporto per delle lezioni all’aperto (l’arena e la piscina) e per il ristoro o l’allestimento di spazi espositivi (l’edificio centrale del lido). A causa della posizione del complesso balneare (a ridosso della spiaggia) si presuppone che il suo utilizzo sarà prevalentemente stagionale; perciò si è pensato di fornire una struttura di supporto e d’ausilio, la cui fruizione sia auspicabile anche nei mesi invernali: il Nuovo Centro Studi di Platamona. Questo nuovo complesso consiste in una struttura dotata di laboratori, aule conferenze, alloggi e ristorante. Si attesterà sul fronte mare, seguendo la direttrice del nuovo camminamento e innalzandosi su piattaforme e palafitte per non essere eccessivamente invasivo sul sistema dunario. Consisterà in due edifici di testata alti rispettivamente tre e quattro piani, ed entrambi avranno la peculiarità di avere il basamento aperto, attraversato dall’asse della passeggiata sul mare. L’edificio a tre piani ospiterà i laboratori, l’altro il ristorante. Dietro l’edificio dei laboratori si svilupperà una corte porticata che permetterà di giungere alla sala conferenza. Nella parte retrostante i due edifici di testata saranno distribuiti delle stecche di alloggi su palafitte immerse nel verde, caratterizzate da coperture con volte a botte. Lo stile architettonico del nuovo complesso si rifà all’architettura mediterranea, che s’identifica tramite l’utilizzo di basamenti e piccole aperture in facciata, l’uso di pietre e materiali da costruzioni locali, le bianche superfici che riflettono la luce e il forte segno architettonico dei muri che marcano il terreno seguendone l’orografia fino a diventare un tutt’uno.
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Rambaldi, Ilaria. "Coltivazione di pietre ornamentali: ottimizzazione dei parametri di progetto sulla base di indagini in situ." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6030/.

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Piraccini, Leo. "Forme e geometrie del paesaggio. Progetto per la riqualificazione dell'ex polverificio SIPE-Nobel di Spilamberto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La tesi ha per oggetto la progettazione architettonica in ambiti consolidati, in particolare si concentra sulla riqualificazione delle aree industriali dismesse. Questo tema interessa il dibattito urbanistico dalla fine degli anni 90, focalizzandosi principalmente sulle aree all’interno dei centri abitati. Oggetto di questo studio sono stati, invece, complessi industriali abbandonati che sorgono all’esterno del tessuto urbano. Queste aree acquisiscono un valore nevralgico all’interno di un contesto come quello emiliano, dove lo sprawl ha contributo a generare una città diffusa in cui i centri abitati si alternano senza soluzione di continuità. In questo contesto dove tali aree rappresentano un’opportunità per cucire tessuti urbani differenti e si pongono come interfacce con il paesaggio agricolo emiliano. Si è scelto come caso studio il complesso industriale del ex-dinamitificio SIPE-Nobel, sito nel comune di Spilamberto (MO). Il progetto si sviluppa dalla scala urbanistica a quella architettonica basandosi su una matrice comune definita da due forme definite e generatrici: il cerchio e il quadrato. Ispirandosi alla precisa geometria della campagna emiliana definita dalla centuriazione romana. Il progetto prevede la creazione di un parco di forma circolare che avvolge completamente l’area di progetto immergendo anche le infrastrutture circostanti in un contesto boschivo; cercando una mediazione tra modernità e natura si vuole evocare una dimensione naturale oggi andata perduta. Ad esso si aggiunge un percorso sospeso che prosegue fino al Panaro, superando i campi coltivati, mirato a ricucire il tessuto urbano con la realtà agricola e con il fiume. Il progetto architettonico si sviluppa all’interno del corpo di fabbrica eisistente, senza consumare ulteriore suolo, che rappresneta oggi una risorsa. Si insinua al suo interno e ergondosi al di sopra di esso come un corpo estraneo, indagando le strategie di riciclaggio dello spazio esistente.
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Pugliese, Alessio. "Tecniche di interpolazione geostatistica per la stima della piena di progetto in bacini non strumentati." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3956/.

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MAGNABOSCO, GIACOMO. "Il futuro del progetto di territorio - Adattamento in Veneto tra introiezione e proiezione." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319195.

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Abstract:
Il termine "adattamento", nella sua accezione di "adattamento ai cambiamenti climatici", è oggi un umbrella term che ne sta riducendo la capacità proiettiva. Oggetto della tesi è quindi l’adattamento nella sua più ampia accezione. Obiettivo principale della ricerca è quindi perimetrare la nuova cultura progettuale che lentamente sta cambiando in profondità il corpo del territorio e le pratiche d’uso che lo attraversano. Per comprendere meglio cos’è l’adattamento, come lo si può descrivere, leggere, interpretare e inquadrare all’interno delle scienze del territorio, è necessario analizzare questo tema con uno sguardo che possiamo definire “strabico”. Da un lato – da lontano – utile a costruire un perimetro concettuale utile a individuare le culture che ne stanno alla base, dall’altro – con un punto di vista ravvicinato – con uno sguardo capace di contestualizzare e riconoscere l’adattamento nei processi di trasformazione che sono in atto nel territorio, per riconoscere materiali, attori, geografie e razionalità.
The term "adaptation," in its meaning of "adaptation to climate change," is now an umbrella term that is reducing its projective capacity. The subject of this thesis is therefore adaptation in its broadest sense. The main objective of the research is thus to perimeter the new design culture that is slowly changing in depth the body of land and the practices of use that go through it. In order to better understand what adaptation is, how it can be described, read, interpreted and framed within the land sciences, it is necessary to analyze this topic with a gaze that we can define as "squinting." On the one hand-from a distance-helpful to construct a conceptual perimeter useful to identify the underlying cultures, on the other hand-with a close viewpoint-with a gaze capable of contextualizing and recognizing adaptation in the processes of transformation that are taking place in the territory, in order to recognize materials, actors, geographies and rationales.
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CICOIRA, MARIANNA. "Studio storico del paesaggio molisano: la collezione di Romeo Musa tra arte, territorio e identità." Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/79677.

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Abstract:
Approfondire la storia di un popolo e di un territorio è sempre un’operazione complicata, soprattutto quando il paesaggio racchiude le testimonianza di un passato plurimillenario, come quello molisano. Altresì, tentare di raccontare le vicende di un popolo attraverso le più diverse fonti, che negli ultimi anni hanno offerto allo studio una grande quantità di materiale documentario, contribuisce a rendere più interessante e stimolante la ricerca. E tra le fonti storico-iconografiche, la lettura della Collezione Musa, oggetto della presente ricerca, in gran parte inedita, nella eterogeneità del materiale in essa contenuto, ha consentito di approcciarmi allo studio territoriale e paesistico con una duplice finalità: da un lato quello di potenziare ed arricchire la conoscenza storica e del patrimonio culturale molisano e dall’altro oltrepassare la visione della sola opera d’arte per ricercare all’interno di essa la manifestazione di una identità culturale. Seguendo un approccio multidisciplinare, si è partiti dunque da una ricognizione del paesaggio storico attraverso una raccolta della cartografia prodotta nel tempo al fine di definire l’ambito del nostro studio, per poi integrarla con la documentazione iconografica, che ha consentito di raccontare, non solo la particolare esperienza pittorica del nostro artista, ma anche la trasformazione del territorio molisano e delle sue comunità. Filo conduttore di questa preziosa documentazione è rappresentato dalla passione dell’artista nel documentare la bellezza e la varietà dei paesaggi molisani, i ritmi lenti della vita delle sue campagne e la tranquillità dei suoi borghi, ma anche le feste, le processioni religiose e gli altri riti appartenenti alla cultura popolare molisana. Con le sue foto, prima ancora che con i suoi dipinti, ma anche attraverso le xilografie, i disegni e le cartoline, il Musa ci accompagna in un personale viaggio, molto veristico, nel Molise “ruralissimo” degli anni Venti e Trenta, attraverso paesi e paesaggi, tradizioni e personaggi, monumenti e scorci storici, oggi non più esistenti, almeno nelle forme di allora. I caratteri degli insediamenti, i piccoli borghi arroccati in cima ai crinali, le distese di cereali fanno da cornice alle rovine di antiche civiltà e aggiungono di scatto in scatto, di acquerello in acquerello, di dipinto in dipinto, nuove informazioni alla nostra ricostruzione. Una ricognizione del paesaggio molisano ripercorsa attraverso il racconto storico guidato dallo sguardo attento e critico del Musa consente di descrivere il territorio attraverso una nuova ed originale sensibilità, alla quale si unisce un approccio scientifico con straordinarie competenze artistiche, amalgamate in una visione del tutto originale, tale da rendere moderne interpretazioni di questo territorio. Dalla collezione, depositata nel 2014 presso l’attuale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise, è stato estrapolato un corpus di 318 opere dedicate esclusivamente al paesaggio molisano che sono state ordinate ed organizzate in un programma di database, e catalogate secondo una modalità di schedatura creata ad hoc per la collezione. La ricerca condotta si auspica possa rappresentare una proposta di valorizzazione storico-culturale per un territorio ancora poco noto, in un prospettiva inclusiva che partendo dalle opere del Musa esalti l’aspetto visivo in una viaggio immersivo che ne accentui la specificità favorendo la conoscenza ed il riconoscimento identitario.
To study in depth the history of a population and its territory is always a difficult task, especially when the landscape is the witness to the pluri-millennial past. It is also more complex trying to describe the story of a population using different sources, not only the documentary ones but also the historical and iconographic. Among the historical and iconographic material, used in this research which discusses about the historical landscape of Molise, the Musa collection, in great part unpublished, has proved to be invaluable. The heterogeneity of the material found, has allowed an innovative approach to the study of the territory and landscape: enriching, on one hand, the knowledge of history and cultural heritage of Molise, and on the other, has allowed me to go beyond the single viewing of the work of art contextualizing it and using it in order to contribute to an "identity" of the Molise landscape. Through a multidisciplinary approach, a recognition of the historical landscape was defined through a collection of maps produced over time, in order to determine the scope of the study, and then it was integrated with the iconographic documentation, so that it was possible to describe, not only the particular painting experience of the artist, but also the transformation of the Molise territory and of its communities. The central theme of this research is the passion with which Musa depicts the beauty and variety of Molise landscapes, the slow pace of life of its countryside and the tranquility of its villages, but also the festivals, the religious processions and other rituals belonging to the popular culture of Molise. More so with his photos, than with his paintings, but also through the woodcuts, drawings and postcards, Musa takes us on a personal journey, a veristic one, in the “so rural” Molise of the Twenties and Thirties, through villages and landscapes, traditions and characters, monuments and historical places, which no longer exist, at least as they were at that time. The characteristics of the settlements, the small villages perched along the top of the ridges and the fields of grain are a backdrop for the ruins of ancient civilizations and add through his snapshots, his light watercolour touches and his paintings, new information for our reconstruction. A survey of the landscape of Molise, traced through the historical tale, driven by an attentive and critical look of Musa, allows to describe the territory through a new and original sensibility, to which is added a scientific approach with extraordinary artistic skills, mixed in a very original vision, so much so that it gives modern interpretations of this territory. From the collection, deposited in 2014 at the “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise”, a corpus of 318 works of art, dedicated exclusively to the Molise landscape, have been extrapolated, ordered and organized in a database, using a filing procedure created specifically for the collection. This research hopes to represent a proposal for the historical and cultural valuation of a territory, as yet, little known in an inclusive perspective that, starting from the works of Musa, enhances the visual aspect through an immersive journey that highlights its peculiarity, in order to promote the knowledge and the recognition of an identity.
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Casa, Alessandro, and Giulia Tomaselli. "Uno sguardo sull'antico. Progetto di conservazione programmata e valorizzazione della villa romana di Russi e del parco annesso." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12521/.

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Abstract:
La villa romana di Russi si situa nella pianura ravennate, all'estremità settentrionale del comune da cui prende il nome. Il primo rinvenimento di materiale archeologico ebbe luogo nel 1938 durante le operazioni di scavo effettuate dalla fornace Gattelli all'interno della propria cava di argilla. Nei decenni successivi il terreno venne acquisito dallo Stato e trasformato in un'Area di Riequilibrio Ecologico. Oggi la villa si trova immersa nella vegetazione ad una quota di 11 metri inferiore rispetto a quella della città contemporanea. La presente tesi si è soffermata in particolare sulla ricostruzione, tramite materiale d’archivio, degli interventi di restauro effettuati sui resti archeologici dopo il loro rinvenimento e su come questi influenzino l’odierno stato di conservazione della villa. Dal punto di vista progettuale sono stati affrontati i temi della conservazione e della valorizzazione dell’area archeologica e del suo parco.
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Magnanini, Giulia. "Urbino, valorizzazione di un paesaggio che scompare. Il restauro del Mercatale e il progetto di camminamenti lungo le mura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15345/.

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Abstract:
Il progetto di tesi ha l’obiettivo di valorizzare l’immagine di Urbino e gli elementi della città Rinascimentale, proponendo nuovi collegamenti e il restauro urbano della piazza del Mercatale, realizzata dagli architetti della corte come piazza di ingresso alla città. Vengono completati i camminamenti lungo le mura che dalla rampa di Francesco di Giorgio Martini conducono al parco della Resistenza, sito in cui è collocata la fortezza Albornoz, con lo scopo di ricucire i percorsi rinascimentali e recuperare quel rapporto tra città e paesaggio che si è consolidato nella storia di Urbino.
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Granatiero, Giorgio. "Vedere la citta. Un progetto per la darsena di Ravenna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
La tesi qui presentata è volta a ritenere la fotografia uno strumento prezioso per l'architettura utile non soltanto in fase di analisi ma anche di composizione. Verrano indagate le più importanti esperienze storiche di relazione fra architettura e fotografia concentrandosi su quelle della seconda metà del Novecento e poi approfondendone alcune contemporanee grazie ad un capitolo di interviste realizzate a fotografi e architetti che si sono dedicati a questo tema. L’esperienza di Pier Luigi Cervellati e di Paolo Monti, ad esempio, ci ha insegnerà che la fotografia può fornire una documentazione del reale utile all’analisi e allo studio della città o del paesaggio in modo da individuarne i pregi, quindi i caratteri da conservare e perpetuare, e le criticità, quindi i problemi e le varie possibilità d’intervento. Mentre l’esperienza di Luigi Ghirri e Paolo Zermani ci insegnerà che la fotografia può rappresentare uno strumento utile anche in fase compositiva e progettuale in quanto se usata sapientemente può educare all’estetica e alla proporzione oltre che affinare il processo di disposizione planimetrica di un progetto rafforzandone le connessioni visive e ideali con il paesaggio o la città in cui è inserito. Siamo certi che esistono altre esperienze fra fotografia e architettura simili a quelle individuate in questa sede e che nuove ce ne potrebbero essere in futuro, questo dà una spinta ulteriore alla nostra ricerca perché ci mostra l’orizzonte di un campo d’azione possibile. Le parole di Cervellati, Chiaramonte e Zermani ci hanno mostrato una commessione evidente fra il fare architettura e il fare fotografia e seguendo le loro indicazioni abbiamo infatti qui voluto proporre un progetto di architettura pensato, progettato e rappresentato interamente grazie alla fotografia.
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Colussa, Sandro. "Un modello di studio del paesaggio antico. Il caso dell'agro del municipio romano di Forum Iulii." Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2011. http://hdl.handle.net/10077/4510.

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Abstract:
2009/2010
L’obiettivo del progetto è quello di realizzare un GIS che costituisca un modello da applicare per lo studio dei paesaggi centuriati, seguendo un percorso interamente in free/open source. E’ stato preso in esame l’agro del municipio romano di Forum Iulii (comuni analizzati: Cividale del Friuli, Corno di Rosazzo, Premariacco, Moimacco, Manzano, Buttrio e antichi comuni censuari di Povoletto e Togliano). L’elaborato finale è costituito da due livelli di lettura. Il primo prevede la visualizzazione dei dati ai fini della individuazione degli elementi di interesse archeologico (siti, maglie di centuriazione, viabilità). Per questo scopo lo sfondo cartografico è rappresentato dalle CTR e ortofoto recenti. Il secondo livello è finalizzato allo studio dei “pattern” insediativi e richiede degli sfondi cartografici che riproducano per quanto possibile la situazione paesaggistica antica. In questo caso la documentazione cartografica di base è costituita dalle mappe catastali del 1811 e 1843, utilizzate perché conservano ancora elementi della strutturazione del territorio di epoca romana oggi non più riscontrabili nella cartografia più recente (confini di proprietà, viabilità, toponomastica, usi del terreno, ecc.). Inoltre è stato realizzato un DTM mediante rasterizzazione e interpolazione delle CTR, avendo cura di eliminare le quote moderne. A queste basi cartografiche sono stati sovrapposti i layer dei siti archeologici, dei limites e rigores delle centuriazioni, della viabilità antica. Ogni elemento archeologico è stato corredato di una scheda esplicativa collegata mediante hyperlink al corrispondente report della tavola degli attributi, da immagini storiche e fotografie scattate nel corso delle prospezioni autoptiche che ne hanno verificato la posizione e la condizione attuale. I dati raccolti sono stati incrociati ed hanno permesso di chiarire alcuni elementi dell’organizzazione del territorio, che in bibliografia erano ancora rimasti sospesi. I programmi GIS utilizzati sono stati Map WindowGIS per la visualizzazione dei dati e la maggior parte delle elaborazioni ed analisi; gvSIG, ADBToolbox, QGIS per quelle operazioni non supportate da MapWindowGIS; RDF, CartLab per ulteriori operazioni sulla cartografia; OpenOffice per la redazione delle schede, poi salvate in .pdf; Access e Excel per i database dei siti e dei materiali archeologici.
XXIII Ciclo
1963
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Silvestri, Davide. "Lo stoccaggio di gas naturale nel sottosuolo: il progetto di ERS (Rivara, MO) e le sovrappressioni nelle rocce di copertura." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1977/.

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Marras, Francesco. "Gestione dell’acqua e gestione della terra : nuovi approcci di progetto per il paesaggio rurale della Sardegna." Thesis, Toulouse 2, 2017. http://www.theses.fr/2017TOU20025/document.

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Abstract:
Ce travail de recherche est résultat d’une collaboration active entre les deux écoles d’architecture de Toulouse et le DICAAR de Cagliari qui explore la relation entre le paysage rural et le projet d’architecture. La choix d’une thèse qui se focalise sur le cas d’étude “local” se détache de la dimension de l’individu particulier, encarré comme cas typique de la Méditerranée, espace de condensation de nouvelles dynamiques agricoles liées au déplacement d’intérêt de la ville au village, avec les changements climatiques et ses influences sur l’architecture et les cultures constructives locales. La Sardaigne est un cas de recherche intéressant, soit pour la variété de son territoire, soit pour les changements climatiques qui voient une radicalisation progressive des conditions de l’intermittence de l’eau. La lecture des principes traditionnels de gestion de l’eau devient la base pour définir les instructions du projet qui doit comprendre la prévention des risques et la production de nouveaux espaces pour la campagne grâce à des techniques de gestion de l’eau. Les cas choisis sont situés sur les quatre rivières les plus importantes de la Sardaigne, qui ont été soumis à des phénomènes météorologiques extrêmes. Les projets sont basés sur la notion de temps, en particulier de la réversibilité de l’intervention, et de la définition de dispositifs légers. Dans la dernière section on résume une matrice des bonnes pratiques et des lignes directrices pour la gestion de l’eau et la gestion des terres qui est basée sur l’identification et l’analyse des questions critiques, le projet d’action qui utilise les technologies et la définition des espaces de qualité. Le projet doit se baser sur un concept de développement durable qui regarde une architecture qui se auto-soutiens, un projet de paysage qui peut produire par soi-même les ressources nécessaires
This research is the result of an active collaboration between the two schools of architecture of Toulouse and the DICAAR of Cagliari, which explores the relationship between the rural landscape and the project. The research deals with architecture design in weak contexts, exploring the possibilities offered by water techniques in rural areas. The field survey is Sardinia, characterized by a difficult relationship with water, caused by intermittence that generates problems like drought and flooding. It is necessary to understand the rules of water and land management in order to develop a new operational line on the territory. Reflecting on traditional techniques in terms of standards intends to understand the primary management rules to be applied in the contemporary project, the construction details of the scale, but also on thescale of the urban network and territory, useful for the identification, prevention and management of risks. Reading the principles of management becomes the basis for defining project instructions which must include risk prevention and the production of new areas for the campaign through water management techniques. Selected case studies are located on the four most important rivers of Sardinia, which have historically been subjected to extreme weather events. The projects are based on the notion of time, in particular the reversibility of the intervention, with the construction of an abacus of good practices and new architectures based on the identification and analysis of critical issues, the action project that usestechnologies and the definition of quality spaces. The matrix reflects on a series of projects that addressed the relationship between technology and landscape in complex climatic conditions. The project must be based on a concept of sustainable development that looks at a self-supporting architecture, a landscape project that can produce by itself the resources
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Fantini, Eleonora, and Silvia Iosca. "La fortezza di Castrocaro: restauro, progetto e valorizzazione della rocca e del suo contesto." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12524/.

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Abstract:
La presente tesi si è posta l'obbiettivo di elaborare un progetto di restauro e valorizzazione non solo del manufatto, ma anche del suo contesto e della vegetazione che lo contraddistingue: un disegno progettuale che possa restituire alla comunità e ai turisti i valori e il potenziale che la rocca possiede e fare in modo che questi non vengano persi, ma recuperati e trasmessi alle generazioni a venire.
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Latini, Susanna <1998&gt. "Bette agreste: antropologia del paesaggio e tutela del territorio fra i caprari nella Barbagia di Nuoro." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20921.

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Abstract:
L'elaborato è il frutto di una ricerca etnografica svolta nella provincia di Nuoro assieme ad alcuni caprari della zona. Servendosi degli strumenti dell'antropologia si va ad analizzare il complesso sistema di relazioni che compongono il paesaggio barbaricino. Oltre a questo si presentano le opportunità insite nel rapporto tra comunità locali e ambiente ai fini di una efficace gestione e tutela del territorio e della sua biodiversità.
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VALETTI, LODOVICA. "Luce e paesaggio culturale: proposta per una metodologia di analisi per il progetto dell¿immagine notturna di un patrimonio diffuso." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2020. http://hdl.handle.net/11583/2842517.

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CIRINGIONE, VITO. "Edoardo Gellner e il progetto per la città Anic a Gela: frammenti di un discorso sul paesaggio." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/11578/278662.

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Dalla, Vecchia Andrea <1991&gt. "Dalla trasformazione tecnologica del bene a quella di significato dell’organizzazione: progetto di ricerca-intervento per un’azienda del territorio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9965.

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Abstract:
Il progetto di tesi vuole innanzitutto soffermarsi sullo studio del Business Model come strumento necessario per definire gli elementi che compongono l’impresa. Nel primo capitolo, attraverso il software NVivo per la ricerca e l’analisi di dati qualitativi, si sono studiati cento paper aventi ad oggetto il modello di business. L’analisi ha voluto indagare come esso sia descritto in letteratura e come siano delineati i suoi componenti, in quante e quali aree di ricerca venga analizzato e come esso possa influire sulla creazione di valore e il raggiungimento di una posizione di vantaggio competitivo per l’impresa. Nel secondo capito viene introdotta SIPA S.p.a., l’azienda in cui si è svolto il progetto di ricerca-intervento trattato in questa tesi; vengono inoltre definiti puntualmente metodologia e obiettivi del progetto oltre ai modelli teorici utilizzati nel corso dell’intervento. Nel terzo e ultimo capitolo si procede con l’analisi del caso aziendale e in particolare con mappatura e allineamento del modello di business, curva del valore, strategie e missione dell’impresa; vengono esplorati tutti gli elementi oggetto di analisi e descritti i risultati emersi fornendo una visione complessiva della realtà aziendale.
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Baldo, Martina <1991&gt. "IL MARKETING DEL TERRITORIO E IL CASO DEL PROGETTO "SILE, OASI D'ACQUE E DI SAPORI"." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7980.

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Abstract:
Un'analisi del marketing territoriale, soffermandosi sul branding della destinazione. Inoltre si propone il caso del progetto "Sile, Oasi d'Acque e di Sapori" seguito durante il turocinio curriculare.
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Santini, Chiara. "Il giardino di Versailles come modello di progettazione del paesaggio : maîtres jardiniers e tecniche d'aménagement del territorio nell'età del re Sole." Paris, EHESS, 2004. http://www.theses.fr/2004EHES0152.

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Abstract:
La thèse se propose de tracer la création d'un modèle d'organisation du paysage, les jardins de Versailles, en prêtant attention à la formation et à la pratique des techniciens qui l'ont réalisé. Le but du travail est celui d'analyser le processus théorique et la réalisation pratique du projet d'aménagement du territoire mis en place en France, à l'époque du Roi-Soleil, pour la création du grand parc de Versailles. Le travail de recherche va s'articuler sur trois thématiques fondamentales : 1)la publication, dans la première moitié du XVIIe siècle, de traités d'art et composition des jardins qui vont théoriser un nouveau type de conception de l'espace jardin. 2) L'analyse des pratiques administratives, des techniques et savoirs employés par les différentes corporations de métiers qui travaillent au chantier de Versailles. 3) La naissance et la formation d'une nouvelle figure du jardinier, plutôt un architecte-paysagiste ante litteram qu'un simple horticulteur
This thesis aims at outlining the creation of a model of landscape organization, the one of the garden of Versailles, focusing the attention on the formation and pratice of the technicians who made it. The target of this work is analysing the theoretical process and the practical realization of a landscape-organization project put into effect in France, at the King Sun age for the creation of the Grand Parc of Versailles. The reearch articulates through three main themes : 1) the publication, during the first half of the XVII century, of art and garden composition treatrises which theorise a new model of garden-space. 2) The analysis of administrative practices, of the techniques and knowledge used by several trade corporations which work for 50 years in the yard of versailles. 3) The birth and the formation of a new gardener role, nearer to the one of the landscape-painter architect more than the simple horticulture man
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GILLI, Enrica. "LA VALORIZZAZIONE DEI PAESAGGI CULTURALI. STRUMENTI ECONOMICO-AZIENDALI DI PIANIFICAZIONE, MISURAZIONE E CONTROLLO APPLICATI AL TERRITORIO." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2389453.

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Abstract:
The research addresses the issue of enhancement of cultural landscapes, with reference to economic and business planning tools, measurement and control systems and their possible application to the territory. The cultural landscape is presented not as a cultural asset to be protected and preserved but as a complex and culturally homogeneous system, with social and economic implications in the local area. Complexity and systemicity towards the cultural landscapes require the usage of a multi‐dimensional and interdisciplinary approach to management, in order to coordinate the research and analysis directly concerning the landscape. As part of this work, therefore, the concepts of protection, conservation and enhancement are fundamental in the definition of tools and models for managing the landscape. Besides the management and governance profiles, the function of the management and of business principles are fundamental to coordinate all the different areas of work which, through a managerial approach, become mutually related to pursuit shared cultural values.
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Zonzini, Ettore, and Chiara Roberto Della. "UN RUDERE URBANO DIMENTICATO Ipotesi di progetto per il consolidamento e la valorizzazione dei resti di Palazzo Maschi Marcheselli Lettimi a Rimini." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Ci sono eventi che sconvolgono e feriscono, che strappano e lasciano squarci vuoti. Talvolta è possibile riprendersi e tornare alla vita quotidiana, in altri casi il danno subito è troppo grande per essere colmato da malta e mattoni. Così, la voragine aumenta: il lembo di tetto cede sotto il flusso della pioggia, i muri rimasti perdono il proprio vigore, le stanze si riempiono di macerie e tutto viene nascosto alla vista da una fitta coltre di edera nera. Palazzo Maschi, poi Marcheselli e infine Lettimi si trova all’interno del centro storico di Rimini, precisamente, situato al civico 26 di via Tempio Malatestiano. Tuttavia, mentre gli altri monumenti della città sono affollati da scolaresche e comitive di turisti, palazzo Lettimi, il nome lasciatogli dal suo ultimo proprietario, rimane silenzioso e privo di visite.
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Ludwiczak, Zuzanna <1982&gt. "Studio dell’evoluzione dei segni del paesaggio rurale tradizionale: una proposta di metodo parametrico ed applicazione alla scala dell’azienda agricola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4463/1/Ludwiczak_Zuzanna_tesi.pdf.

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Abstract:
Il presupposto della ricerca consiste nel riconosciuto valore storico-testimoniale e identitario e in un significativo potenziale d’indicazione pianificatoria e progettuale che detengono in sé i segni del paesaggio rurale tradizionale. Allo stato attuale, sebbene tali valori vengano ampiamente affermati sia nell’ambiente normativo-amministrativo che in quello scientifico, è tuttora riscontrabile una carenza di appropriati metodi e tecniche idonei a creare opportuni quadri conoscitivi per il riconoscimento, la catalogazione e il monitoraggio dei paesaggi rurali tradizionali a supporto di politiche, di piani e di progetti che interessano il territorio extraurbano. La ricerca si prefigge l’obiettivo generale della messa a punto di un set articolato ed originale di strumenti analitici e interpretativi di carattere quantitativo idonei per lo studio delle trasformazioni fisiche dei segni del paesaggio rurale tradizionale e per la valutazione del loro grado di integrità e rilevanza alla scala dell’azienda agricola. Tale obiettivo primario si è tradotto in obiettivi specifici, il cui conseguimento implica il ricorso ad un caso studio territoriale. A tal proposito è stato individuato un campione di 11 aziende agricole assunte quali aree studio, per una superficie complessiva pari all’incirca 200 ha, localizzate nel territorio dell’alta pianura imolese (Emilia-Romagna). L’analisi e l’interpretazione quantitativa delle trasformazioni fisiche avvenute a carico dei sopraccitati segni sono state condotte a decorrere da prima dell’industrializzazione all’attualità e per numerosi istanti temporali. Lo studio si presenta sia come contributo di metodo concernente la lettura diacronica dei caratteri tradizionali spaziali e compositivi del territorio rurale, sia come contributo conoscitivo relativo alle dinamiche evolutive dei paesaggi tradizionali rurali dell’area indagata.
The study is based on the assumption that traditional signs of rural landscape have remarkable cultural, historical and identity values, as well as a significant potential to support planning and design guidelines. These values are currently widely recognized in the legislative and scientific fields. However, we still can point out a lack of appropriate methods and techniques for the creation of sound knowledge frameworks for the identification, classification and monitoring of traditional rural landscapes, suitable to support the definition of policies, plans and projects focusing on the countryside. The aim of the research is to develop an original set of quantitative analytical and interpretative tools for the study of the physical signs of traditional rural landscapes, and for the assessment of their degree of integrity and relevance at the farm scale. This general aim was articulated into specific objectives, achieved through suitable case studies: 11 farms located in the Imola plain, covering a total surface area of about 200 hectares (Emilia-Romagna Region). The quantitative analysis and interpretation of physical changes in the traditional signs of rural landscape have been carried out referring to a span of time ranging from the pre-industrial period to the present day. The study represents a methodological contribution to the diachronic identification and interpretation of the traditional spatial and compositional features of the countryside. Moreover, it contributes to a further knowledge of changes in the traditional rural landscapes of the investigated area.
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Ludwiczak, Zuzanna <1982&gt. "Studio dell’evoluzione dei segni del paesaggio rurale tradizionale: una proposta di metodo parametrico ed applicazione alla scala dell’azienda agricola." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4463/.

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Abstract:
Il presupposto della ricerca consiste nel riconosciuto valore storico-testimoniale e identitario e in un significativo potenziale d’indicazione pianificatoria e progettuale che detengono in sé i segni del paesaggio rurale tradizionale. Allo stato attuale, sebbene tali valori vengano ampiamente affermati sia nell’ambiente normativo-amministrativo che in quello scientifico, è tuttora riscontrabile una carenza di appropriati metodi e tecniche idonei a creare opportuni quadri conoscitivi per il riconoscimento, la catalogazione e il monitoraggio dei paesaggi rurali tradizionali a supporto di politiche, di piani e di progetti che interessano il territorio extraurbano. La ricerca si prefigge l’obiettivo generale della messa a punto di un set articolato ed originale di strumenti analitici e interpretativi di carattere quantitativo idonei per lo studio delle trasformazioni fisiche dei segni del paesaggio rurale tradizionale e per la valutazione del loro grado di integrità e rilevanza alla scala dell’azienda agricola. Tale obiettivo primario si è tradotto in obiettivi specifici, il cui conseguimento implica il ricorso ad un caso studio territoriale. A tal proposito è stato individuato un campione di 11 aziende agricole assunte quali aree studio, per una superficie complessiva pari all’incirca 200 ha, localizzate nel territorio dell’alta pianura imolese (Emilia-Romagna). L’analisi e l’interpretazione quantitativa delle trasformazioni fisiche avvenute a carico dei sopraccitati segni sono state condotte a decorrere da prima dell’industrializzazione all’attualità e per numerosi istanti temporali. Lo studio si presenta sia come contributo di metodo concernente la lettura diacronica dei caratteri tradizionali spaziali e compositivi del territorio rurale, sia come contributo conoscitivo relativo alle dinamiche evolutive dei paesaggi tradizionali rurali dell’area indagata.
The study is based on the assumption that traditional signs of rural landscape have remarkable cultural, historical and identity values, as well as a significant potential to support planning and design guidelines. These values are currently widely recognized in the legislative and scientific fields. However, we still can point out a lack of appropriate methods and techniques for the creation of sound knowledge frameworks for the identification, classification and monitoring of traditional rural landscapes, suitable to support the definition of policies, plans and projects focusing on the countryside. The aim of the research is to develop an original set of quantitative analytical and interpretative tools for the study of the physical signs of traditional rural landscapes, and for the assessment of their degree of integrity and relevance at the farm scale. This general aim was articulated into specific objectives, achieved through suitable case studies: 11 farms located in the Imola plain, covering a total surface area of about 200 hectares (Emilia-Romagna Region). The quantitative analysis and interpretation of physical changes in the traditional signs of rural landscape have been carried out referring to a span of time ranging from the pre-industrial period to the present day. The study represents a methodological contribution to the diachronic identification and interpretation of the traditional spatial and compositional features of the countryside. Moreover, it contributes to a further knowledge of changes in the traditional rural landscapes of the investigated area.
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Piselli, Valentina. "Condizionalità e paesaggio rurale: metodi e strumenti di supporto all’implementazione dello standard 5.2 “buffer strip” nel caso di studio Regione Marche." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242824.

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Abstract:
L’obiettivo di questa ricerca di dottorato è stato quello di approfondire alcuni aspetti legati all’applicazione delle normative previste dalle Politiche Agricole Comunitarie (PAC) nelle aree rurali. Nello specifico, ha trattato l’impiego di strumenti informativi territoriali (GIS) come validi supporti sia per analizzare le dinamiche che intervengono nel paesaggio rurale, sia per accompagnare l’implementazione di norme che subordinano l’ottenimento di aiuti al reddito al rispetto di requisiti ambientali, introdotte dalla Politica Agricola Comunitaria (PAC) attraverso la cosiddetta condizionalità. L’implementazione dell’ultimo Standard BCAA 5.2, che ha introdotto le fasce tampone, ha rappresentato un’occasione importante di riflessione e di approfondimento scientifico che coinvolge diversi aspetti territoriali locali, sia sotto il profilo ecologico e funzionale sia dal punto di vista estetico-paesaggistico. In questa ottica, la ricerca ha tentato di approfondire due aspetti principali. Il primo ha riguardato la caratterizzazione delle aree rurali, le quali rappresentano ambiti territoriali in cui la regolamentazione PAC gioca un ruolo importante. Allo stato attuale, la Regione Marche ha suddiviso il territorio regionale, su base comunale, in cinque tipologie di aree rurali, basandosi sul criterio della densità di popolazione, in accordo con i criteri proposti dalla OCSE, senza tenere in considerazione la componente strutturale del territorio. Le elaborazioni proposte in questa parte della ricerca, tentano di migliorare questa caratterizzazione attraverso la costruzione, in ambiente GIS, di indicatori spaziali integrati che tengono conto della dimensione strutturale del territorio (landscape metrics) e della sua componente socio-economica. La sperimentazione è stata applicata in tre aree test della regione Marche. La metodologia ha visto l’impiego di analisi, in ambiente GIS, di intersezione spaziali delle due componenti, integrate con analisi statistiche (PCA e Varimax) e analisi di clustering (K-Means). Al termine dell’elaborazione sono stati ottenuti dei Descrittori Integrati Spaziali Territoriali i quali descrivono i diversi gradienti della ruralità nelle tre aree test. Questi ultimi sono stati riaggregati in Descrittori Integrati Omogenei, per consentire la comparazione tra le tre aree test. Il secondo aspetto preso in considerazione nella ricerca, riguarda l’impiego di strumenti informativi geografici, utili per valutare e guidare l’implementazione di nuove misure, come la BCCA 5.2, nelle aree rurali. Questo è stato affrontato attraverso delle analisi multi scalari, condotte in ambiente GIS. Le elaborazioni hanno riguardato due differenti scali spaziali, la scala regionale e quella di bacino. La scala regionale ha visto l’impiego di modello previsionale dinamico, EU CLUE Scanner 100, grazie alla collaborazione del Joint Research Centre (Ispra). Il modello ha proposto due scenari di implementazione della BCAA 5.2 per la Regione Marche, sulla base del Corine Land Cover. I risultati hanno permesso di eseguire delle analisi qualitative di piccola scala, al termine delle quali sono state selezionate tre test, sulle quali si è proceduto con gli approfondimenti eseguiti alla scala di bacino. Alla scala di bacino, quindi sulle tre aree test, è stato testato un modello parametrico (Gis-Script) progettato alla KU Leuven (Belgio). Il modello è stato sviluppato per individuare le potenziali aree di implementazione della BCAA 5.2. in Belgio, inoltre propone delle tipologie standard di fasce tampone sulla base delle caratteristiche morfologiche delle aree individuate. In questa parte della ricerca è stato eseguito un primo test, utilizzando i dati marchigiani, con l’obbiettivo di valutare la trasferibilità della sperimentazione al caso regionale marchigiano. I risultati hanno mostrato quali sono i punti critici dei criteri di parametrizzazione del modello, sui quali sviluppare ulteriori approfondimenti al fine di ottenere un modello applicabile al territorio marchigiano.
The European Common Agricultural Policy is one of the major drivers of change in rural landscapes. This study is focused on the Standards of Good Agricultural and Environmental Condition (GAEC) as part of the Cross Compliance requirements in the framework of Pillar I (Direct Payment) and of the objectives of Pillar II (Rural Development). In particular, it focuses on the implementation of the standard GAEC 5.2 “Buffer Strips” along watercourses, which was introduced in Italy in January 2011, and was adopted by the Marche Region in early 2012. This study has two main aims: the first is to characterize the rural areas, where the CAP regulations have an important role; the second is to develop appropriate strategies to assess and guide the impact of the implementation of new measures like GAEC 5.2, on the rural landscape, using innovative tools for data analysis and integration. Thus, the first aspect of this study was to develop a framework of analysis to improve the characterization of rural areas in a GIS environment. According to the National Strategic Plan for Rural Development, the Marche Region adopted a definition of rural areas based on population density, along the lines of the recommendations of the OECD. This subdivided the region in five different gradients of ‘rurality’ that are strictly delimited by administrative boundaries, and ignore the spatial structural aspects of the rural patterns. To overcome this limitation, we have improved the characterization of the rural settings at a regional scale by building in a new layer that is based on both landscape metrics and socio-economic descriptors. This has been applied to three test areas in the Marche Region. The methodology makes use of statistical (i.e., PCA and Varimax) and clustering (i.e., K-Means) analyses. Through several analyses of intersections dealt with in a GIS environment, and several steps of semantic interpretation, we obtained the spatial integration of the descriptors. These “Integrated Territorial Descriptors” describe a specific area through definition of the different gradients of rurality. These different Integrated Territorial Descriptors defined for each test area have been aggregated into the Integrated Homogeneous Macro-Descriptors, to allow comparisons between the three test areas. In the second part of the study, we performed several analyses based on a multi-scale approach in the GIS environment, at two different spatial scales: regional and local. At the regional level, EU CLUE Scanner 100 was used as forecasting model. This model allows for different implementation scenarios based on the Corine Land Cover across the whole of Europe. These results were used to identify three test areas of about 1500 km2 each. At the local scale, a parametric GIS-Script model was tested, which was developed at KU Leuven as an instrument to address the choice of the optimal location and typology of buffer strips at the parcel and local scales. In this step, a first model was tested with a dataset for the Marche Region. The results shown what the critical points are to improve the use of the parameters evaluated by the model. Overall, this study represents an important step towards the development of novel strategies using innovative analytical tools for the appropriate assessment of land use and planning in rural areas.
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Famulari, Armando Maria. "Tecniche regionali di stima della portata di progetto: Impatto della correlazione spaziale tra le serie di osservazioni." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6856/.

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Abstract:
La stima degli indici idrometrici in bacini non strumentati rappresenta un problema che la ricerca internazionale ha affrontato attraverso il cosiddetto PUB (Predictions on Ungauged Basins – IAHS, 2002-2013). Attraverso l’analisi di un’area di studio che comprende 61 bacini del Sud-Est americano, si descrivono e applicano due tecniche di stima molto diverse fra loro: il metodo regressivo ai Minimi Quadrati Generalizzati (GLS) e il Topological kriging (TK). Il primo considera una serie di fattori geomorfoclimatici relativi ai bacini oggetto di studio, e ne estrae i pesi per un modello di regressione lineare dei quantili; il secondo è un metodo di tipo geostatistico che considera il quantile come una variabile regionalizzata su supporto areale (l’area del bacino), tenendo conto della dislocazione geografica e l’eventuale struttura annidata dei bacini d’interesse. L’applicazione di questi due metodi ha riguardato una serie di quantili empirici associati ai tempi di ritorno di 10, 50, 100 e 500 anni, con lo scopo di valutare le prestazioni di un loro possibile accoppiamento, attraverso l’interpolazione via TK dei residui GLS in cross-validazione jack-knife e con differenti vicinaggi. La procedura risulta essere performante, con un indice di efficienza di Nash-Sutcliffe pari a 0,9 per tempi di ritorno bassi ma stazionario su 0,8 per gli altri valori, con un trend peggiorativo all’aumentare di TR e prestazioni pressoché invariate al variare del vicinaggio. L’applicazione ha mostrato che i risultati possono migliorare le prestazioni del metodo GLS ed essere paragonabili ai risultati del TK puro, confermando l’affidabilità del metodo geostatistico ad applicazioni idrologiche.
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Rinaldi, Stefano Ernesto. "Remigio Cantagallina e il suo ambiente : disegno di paesaggio e disegno del territorio nella Toscana del XVII secolo." Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2015. http://hdl.handle.net/11384/85751.

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Leoncini, Carlotta. "Modellazione numerica per la valutazione di un progetto di bonifica di un acquifero contaminato da Cromo esavalente (parte del Sito di Interesse Nazionale "Brescia-Caffaro")." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15790/.

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Abstract:
Il presente elaborato illustra la costruzione di un modello numerico volto alla descrizione del trasporto avvettivo di Cromo esavalente in un acquifero contaminato. La contaminazione è stata prodotta da una galvanotecnica che sta attualmente eseguendo la bonifica delle matrici ambientali inquinate. La Messa In Sicurezza d’Emergenza consta di una barriera idraulica composta da 5 pozzi posti a valle della Ditta. Lo scopo della modellazione svolta è la valutazione dell’efficacia di tale barriera per il contenimento della contaminazione all’interno del sito. La simulazione è stata eseguita tramite il codice MODFLOW e MODPATH, calibrata con il programma PEST. È stato necessario interpolare i rilievi piezometrici e di concentrazione del contaminante con metodi geostatistici, in modo da escludere eventuali errori nei dataset utilizzati. In seguito, tramite l’utilizzo dei pilot point e di tecniche di regolarizzazione, è stata effettuata un’interpolazione dei valori di conducibilità idraulica nel dominio di modellazione, ottenendo una distribuzione del parametro omogenea e all’interno di limiti preimpostati. La stima della conducibilità dell’acquifero è eseguita con l’approccio del problema inverso, vincolando la variazione dei valori in base ai risultati ottenuti da prove in situ pregresse e dalla realizzazione di alcuni slug test. La modellazione mostra come la MISE sia efficace nel contenimento della contaminazione ma, nella pratica, si rende necessaria una diminuzione delle portate dei pozzi. Tale diminuzione comporterebbe, secondo la simulazione, una perdita di efficacia del barrieramento della contaminazione. Si evidenzia quindi la necessità di modificare la configurazione della barriera idraulica. A tale fine, vengono suggerite, al termine di questo elaborato, due proposte di variante al Progetto Operativo di Bonifica. La Ditta ha fatto proprie le indicazioni emerse dal presente studio, inserendole in una proposta di variante, attualmente in redazione.
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