Journal articles on the topic 'Progetto dello spazio pubblico'

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Bracchi, Paola. "Dall'ibridazione tipologica dello spazio pubblico alle fruizioni urbane ibride." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 115–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056019.

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Abstract:
Č ancora possibile parlare di spazio pubblico oggi? Se per spazio pubblico si fa riferimento ai modelli tradizionali di piazza, strada e parco, coincidenti allo spazio aperto, allora č possibile affermare che lo spazio pubblico č ormai obsoleto, cristallizzato in un immagine non piů rispondente alle necessitŕ contemporanee. La staticitŕ presupposta dalle figure archetipe oggi non č piů valida, tempo e spostamento sono fattori a cui il progetto deve far riferimento. Č necessaria un'innovazione tipologica dello spazio pubblico, in grado di interpretare complessitŕ, dinamicitŕ e stratificazione della cittŕ contemporanea. Tale innovazione passa indubbiamente attraverso l'ibridazione dei tipi tradizionali: un'evoluzione trasversale tra le tipologie dello spazio pubblico, tra tipologie dello spazio pubblico e spazio abitato e tra tipologie ibride ed usi urbani.
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Colafranceschi, Daniela, and Joan Nogué. "Abitare l’intangibile: paesaggio e spazio pubblico." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Abstract:
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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3

Carli, Paolo. "Risposte urbane rapide per nuovi spazi inclusivi e habitat durante la pandemia." TERRITORIO, no. 97 (February 2022): 138–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12938.

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Abstract:
FURNISH (Fast Urban Responses For New Inclusive Spaces & Habitat) è un progetto finanziato da EIT Urban Mobility che ha l'obiettivo di aumentare la capacità di fabbricazione digitale locale e di promuovere la riappropriazione dello spazio pubblico grazie all'utilizzodi prototipi mobili per l'arredo urbano per fruire la città in sicurezza, mitigando al contempo il sovraffollamento nello spazio pubblico, al fine di ridurre il contagio da Covid-19. La sfida è accrescere la resilienza locale durante la crisi del Covid-19 aumentando la sicurezzanell'uso dello spazio pubblico.
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Pezzoni, Nausicaa. "La Città dei rider. Uno sguardo in movimento sulla città." TERRITORIO, no. 100 (November 2022): 71–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100008.

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Abstract:
Mentre la città si svuotava e i suoi spazi divenivano improvvisamente immobili e silenziosi, un solo movimento attraversava le strade e le piazze deserte, svelando presenze pressoché invisibili fino ai recenti lockdown. La Città dei rider è un progetto di ricerca sulla città contemporanea: su come rappresentare le trasformazioni introdotte dalle nuove popolazioni urbane, e sull'idea di città che emerge da chi la osserva da uno sguardo in movimento. 100 mappe realizzate dai rider milanesi rivelano nuove geografie su cui si innesta l'ipotesi di un progetto per un'infrastrutturazione leggera dello spazio pubblico: un network di ‘dispositivi di ancoraggio' a servizio dei rider e di tutti i cittadini; un disegno volto a incidere sulla costruzione di un nuovo spazio di cittadinanza.
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Sguglio, Alfredo. "Nuovi percorsi di socialitŕ e di relazione nello spazio urbano contemporaneo:l'esperienza delle "televisioni di strada"." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 147–64. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090009.

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Abstract:
L'autore si propone di interpretare la diffusione di un nuovo modello tecno-comunicativo, quello delle televisioni di strada, sia in termini di innovazione tecnologica che di innovazione sociale. Dopo una breve discussione sul tema della comunicazione pubblica, sono discussi i risultati dell'indagine quantitativa svolta sulle televisioni di strada nate in Italia nell'ambito del progetto Telestreet e i casi approfonditi con l'analisi qualitativa a Napoli e a Barcellona. L'articolo dimostra come un impiego delle televisioni di strada nell'ambito della comunicazione pubblica possa contribuire a creare nuovi luoghi di dibattito e confronto pubblico, riavvicinando, inoltre, i cittadini alle istituzioni.
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Leveratto, Jacopo. "Le forme di una trading zone: strategie inclusive per il progetto dello spazio pubblico." TERRITORIO, no. 83 (March 2018): 128–36. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-083018.

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Balaguer Callejón, Francisco. "L'impatto dei nuovi intermediari dell'era digitale sulla libertà di espressione." CITTADINANZA EUROPEA (LA), no. 1 (August 2021): 33–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001002.

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Abstract:
Le nuove tecnologie hanno un impatto sia positivo che negativo sulla libertà di espressio-ne, sui diritti costituzionali e sui processi democratici. Tale incidenza è stata positiva nelle fasi iniziali di sviluppo del Web e in particolare nelle prime fasi del Web 2.0, quando Internet era progettato in modo più partecipativo e cooperativo. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi processi gerarchici di organizzazione di informazioni e dati ad opera di grandi socie-tà tecnologiche che si pongono come nuovi intermediari tra utenti e sfera pubblica. La libertà di espressione è attualmente condizionata da questi intermediari che controllano i processi di comunicazione. L'articolo si propone di riflettere sul ruolo di questi nuovi intermediari in relazione alla configurazione della sfera pubblica nei sistemi democratici, mettendone in rilievo l'impatto riguardo alla libertà di espressione nell'ambito dei rapporti tra sfera pub-blica e privata e tra sfera statale e globale. In questi ambiti la capacità di regolazione e con-trollo da parte dello Stato si indebolisce a fronte del potere di queste grandi società che occu-pano e monopolizzano uno spazio pubblico dove la libertà di espressione viene ridotta a merce, tanto che informazioni e opinioni si trasformano in dati monetizzabili, attraverso gli algoritmi delle applicazioni Internet. In tal modo l'utilizzo di questi algoritmi, allo scopo di promuovere fake news e radicalizzazione per attirare l'attenzione del pubblico e generare maggiori guadagni, rischia di distruggere una percezione sociale condivisa della realtà. Tra le tante misure che possono essere adottate, spiccano quelle legate al diritto della concorren-za, ovvero basate su misure previste da regolatori istituzionali e volte ad ostacolare una concentrazione ancora maggiore di potere monopolistico. Tuttavia, invece di restrizioni, sarebbe preferibile lasciare spazio a una tecnologia aperta che ponga fine alla natura chiusa e gerarchica delle applicazioni.
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Coppetti, Barbara. "La dialettica tra residenza e spazio aperto nella cittŕ contemporanea: processi generativi e costitutivi." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059013.

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Abstract:
La dissoluzione dell'isolato tradizionale inteso come unitŕ costitutiva del tessuto edilizio, determina una nuova organizzazione urbana che modifica radicalmente la dialettica fra residenza e spazio pubblico nella cittŕ. L'edificio diventa un volume reiterabile all'interno del quartiere e lo spazio libero si svuota dei suoi caratteri specifici. Da una logica in base alla quale ad ogni spazio viene assegnato un particolare carattere riconosciuto dalla pratica, si passa ad un principio insediativo le cui parole chiave sono ritmo, sequenza, intervalli, ripetibilitŕ. Il progetto architettonico e urbano intende rimarcare il senso celato degli odierni paesaggi della mediocritŕ e ricercare nuovi modi abitativi, usi e aggiornate tipologie che diano forma a relazioni aperte capaci di tracciare i processi trasformativi alla quota del suolo pubblico.
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Careri, Francesco, Fabrizio Finucci, and Danilo Marinelli. "Porto Fluviale RecHouse." Revista Estado da Arte 3, no. 1 (June 30, 2022): 1–9. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63795.

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Abstract:
Questa è la descrizione della proposta del progetto Porto Fluvial RecHouse, per la rigenerazione di un edificio in via Porto Fluviale, nell'ex area industriale di Roma. Enti comunali, universitari, governativi e di base (ex residenti della zona) hanno collaborato al progetto, tra cui: ridurre il problema abitativo attraverso un processo di integrazione e occupazione sociale; dotare il quartiere di un nuovo spazio pubblico; utilizzare metodi di gestione innovativi; attivare un processo di partecipazione; aumentare il mix sociale come antidoto ai processi di gentrificazione in atto nella zona; migliorare la vicinanza sociale tra gruppi eterogenei.
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Gottero, Enrico. "Hafencity: la cittŕ nella cittŕ." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 109–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104007.

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Abstract:
Il progetto del quartiere di HafenCity rappresenta il caso di un grande intervento di rigenerazione urbana ubicato in un'area portuale dismessa sul fiume Elba, nelle vicinanze del centro storico della cittŕ di Amburgo. In questo saggio l'autore ripercorre tutte le tappe dell'intero processo di programmazione e attuazione dell'intervento, in cui riaffiora continuamente il forte legame con l'acqua e con il passato industriale dell'area. Un progetto orchestrato dall'attore pubblico in cui emerge l'approccio urbano sostenibile e la volontŕ di (ri)creare uno spazio con una propria identitŕ, capace di dare origine ai nuovi luoghi della cittŕ e nella cittŕ.
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Nifosì, Chiara. "Una piazza come anticipazione di una nuova visione." TERRITORIO, no. 93 (January 2021): 61–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093010.

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Abstract:
Attuando uno dei principali obiettivi del nuovo Piano di governo del territorio di Romano di Lombardia, la rigenerazione della piazza Don Sandro Manzoni ha risposto alla necessità di riconquistare uno dei luoghi più sensibili per la collettività, limitando le risorse investite. Il nuovo spazio pubblico si configura come un suolo comune, dinamico, flessibile e multifunzionale: un grande prato in grado di accogliere attività diversificate e il gioco libero, un'estesa superficie disegnata per gli eventi, lo sport, i mercatini e le feste di quartiere. Questo piccolo intervento non solo risponde a principi di rammendo dell'esistente, ma soprattutto esemplifica un efficiente processo di integrazione sia degli strumenti di pianificazione e di progetto, sia della moltitudine di soggetti e risorse a vario titolo coinvolti.
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Fontanella, Elena. "Figure dell'ibridazione. La dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano." TERRITORIO, no. 56 (March 2011): 106–14. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056018.

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Abstract:
Al fine di comprendere in che termini si possa parlare di ibridazione nel campo architettonico, in ‘Figure dell'ibridazione: la dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano' si ripercorrono casi studio, appartenenti a diversi tempi e contesti, nei quali si evidenzia la compresenza di diverse categorie spaziali, di caratteri tipologici e livelli tecnologici, come il risultato di un'operazione assimilabile a quella dell'ibridazione, per come questa viene definita in ambito scientifico. Si riconosce all'ibrido la capacitŕ di conciliare gli opposti, di integrarli in un risultato arricchito proprio dalla dialettica tra condizioni antitetiche, e, attraverso una selezione di riferimenti alla cultura di progetto, si ragiona sulle coppie dialettiche individuate: sull'ibridazione di spazio aperto ed edificato, pubblico e privato, sulla mixité funzionale in opposizione alla separazione e alla specializzazione delle funzioni, sul rapporto tra architettura e natura e infine su quello tra architettura e scultura.
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Barattucci, Chiara. "Il progetto urbanistico per gli spazi pubblici delle diversità nel contesto occidentale europeo." CRIOS, no. 23 (October 2022): 56–65. http://dx.doi.org/10.3280/crios2022-023006.

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Abstract:
Dopo aver definito l'espressione spazi pubblici nella cultura occidentale europea, questo articolo illustra le ragioni che motivano l'importanza del dialogo interculturale e dell'edu- cazione alla tolleranza reciproca negli spazi pubblici urbani. Viene quindi evidenziato il ruolo sempre più importante del concetto di mixité per il progetto urbanistico europeo di rigenerazione degli spazi pubblici. Un progetto urbanistico che deve affrontare anche, nel contesto della perdurante crisi economica, ambientale e sociale, il rapporto proble- matico tra procedure urbanistiche e scarsità di risorse economiche pubbliche. Nell'arti- colo si sostiene quindi l'urgenza di un nuovo progetto urbanistico europeo, fondato su sperimentazioni contestualizzate e progetti esplorativi. La vivibilità della futura Europa urbana va infatti costruita a partire dalla rigenerazione degli spazi pubblici, contrastando le disuguaglianze sociali e aprendo i recinti di enclave socialmente e funzionalmente omogenee.
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Annese, Mariella, Antonio Labalestra, and Marco Pietrosante. "Landscape transformation and territorial marketing. The Noi Techpark restoration project in Bolzano: a remarkable case of territorial branding." Valori e Valutazioni 30 (August 2022): 135–48. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223009.

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Abstract:
The Noi Techpark project in Bolzano has substantially transformed a portion of the Bolzano surroundings, localizing university and management functions in an area characterized by the presence of a dismissed industrial settlement built between the two World Wars by the Montecatini group. The project was pursued through the creation of a technology park, renovating the structures of the old factory which was in a state of abandon and then acquired by the Autonomous Province of Bolzano. This allowed the establishment of a pole of new public- private structures for technology transfer. The present paper intends to retrace the history of this intervention, describing its main characteristics in terms of urban form, functions and presence of public spaces in relation to the achievement of the objective of re- evaluating an entire urban area. including the relevant residential zone. But at the same time the ambition of the essay lies in the attempt to represent how, in the assessment of the complexity of local policies of territorial development, a significant role is played by the ability to contribute to economic growth in terms of birth of new businesses, improvement of competitiveness of existing ones, enhancement of financial resources, human and material present in the area and, finally, the ability to attract new productive factors in the area. In this sense, the Noi Techpark project is emblematic. Il Progetto Noi Techpark a Bolzano ha trasformato in maniera sostanziale una porzione consistente della periferia di Bolzano, localizzando funzioni universitarie e direzionali in un’area caratterizzata dalla presenza di un insediamento industriale dismesso realizzato, negli anni tra le due guerre mondiali, dal gruppo Montecatini. L’intervento è stato perseguito mediante la realizzazione di un parco tecnologico che, attraverso il risanamento delle strutture del vecchio opificio – acquisito al patrimonio della Provincia autonoma di Bolzano dopo il suo abbandono – ha permesso l’istituzione di un polo di nuove strutture pubblico-private destinate al trasferimento tecnologico. Il presente contributo intende ripercorrere la storia di questo intervento, soffermandosi nel descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici in relazione al raggiungimento dell’obiettivo di rivalutare un’intera area urbana. Ivi compreso quella occupata dal tessuto residenziale di pertinenza. Ma allo stesso tempo l’ambizione del saggio risiede nel tentativo di rappresentare come, nella valutazione della complessità delle politi- che di sviluppo locale di un territorio, un ruolo rilevante sia ricoperto dalla capacità di contribuire alla crescita economica nei termini di nascita di nuove imprese, di miglioramento della competitività di quelle esistenti, di valorizzazione delle risorse finanziarie, umane e materiali presenti in loco e, infine, dalla capacità di attrarre nuovi fattori produttivi sul territorio. Proprio in questo senso Il progetto del parco tecnologico Noi Techpark sembra emblematico. Nell’aver perseguito, oltre al risanamento di un’area industriale di smessa, l’obiettivo della creazione e della diffusione dell’innovazione per mezzo di un brand territoriale. In questo modo, al vantaggio di arginare la perdita di valore del contesto edilizio dell’intera area, si aggiunge il risultato prestigioso di aver messo in contatto i laboratori di ricerca, da un lato, e il tessuto imprenditoriale, dell’altro. L’intera operazione restituisce, dunque, un contesto entro cui è stato possibile sviluppare la capacità di trasferire know-how, di diffondere informazioni tecnologiche sul territorio, di creare un network di relazioni che stanno alla base della diffusione e della creazione della conoscenza e dello sviluppo di un ambito territoriale. Tutti elementi, non immediatamente quantificabili in termini economici nel breve periodo, ma che ci sembra debbano essere presi in considerazione nelle valutazioni complessive del vantaggio dell’opportunità di portare a termine questo tipo di iniziative.
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Caruso, Nadia, Alessandro Delladio, and Elena Pede. "Vuoti a rendere. Dublino e la gestione pubblica dei vuoti urbani." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 117–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095013.

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Abstract:
A seguito della crisi economica del 2008, molti progetti di trasformazione urbana avviati negli anni precedenti hanno subito una forte decelerazione. La crisi ha avuto ripercussioni sui processi di pianificazione urbana, eclissando il potere decisionale delle istituzioni pubbliche già depauperato dall'affermarsi dell'approccio neoliberale e dal taglio di risorse finanziarie. L'articolo presenta l'esperienza di Dublino come interessante tentativo di regolamentazione e di controllo del fenomeno dei vuoti urbani da parte dell'attore pubblico. Seppure in un contesto fortemente neoliberale, gli strumenti introdotti dalla città per la gestione e il rilancio degli spazi abbandonati, unito ad altre politiche, hanno dato luogo a normative innovative per l'avvio di pratiche di uso temporaneo.
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Bucchetti, Valeria. "Pubblica utilità: nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione." i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (December 5, 2019): 133. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7088.

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Abstract:
Il progetto WeMi. La città per il welfare costituisce il fulcro di questo contributo poiché si offre come caso paradigmatico per compiere, ex post, alcune riflessioni sul terreno disciplinare del Design della comunicazione e, più specificamente, del Design della comunicazione per il welfare.Si tratta di riflettere su nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione, sulle responsabilità e funzioni del Design della comunicazione per il Welfare, considerando le sfide progettuali e le Insidie che la trasformazione, guidata dal ruolo assunto dalla Rete e dai media digitali, impone a questo campo del progetto. Ma anche di soffermarsi sul modello di società che si intende promuovere, interrogandosi sui modi più adeguati per favorire spazi di incontro, tra designer della comunicazione e istituzioni pubbliche, sul piano delle comuni responsabilità culturali.
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Tesoriere, Zeila. "Figure del contagio: dalle topografie mediche al contact tracing." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 152–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10258.

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Abstract:
Il tracciamento del contagio è fra le più efficaci forme di difesa dal coronavirus attuate oggi a scala planetaria. Si tratta di una pratica che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dal pensiero architettonico sullo spazio delle epidemie negli ultimi due secoli. Il rapporto fra la diffusione delle malattie e le forme del costruito è stato individuato attraverso le mappature tematiche, che hanno origine nella seconda metà dell’Ottocento e sono ancora oggi in continua evoluzione. A partire dalle topografie mediche comparse per la prima volta in Francia, interpolate con le intuizioni di J. Snow sulla base delle mappe da lui elaborate nello stesso periodo in Inghilterra, si tracciano i modi di formazione di un regime di sapere teso fra sorveglianza e azione, che nel corso del Novecento ha progettato la riforma profonda dei tipi architettonici e del paesaggio urbano e che oggi evolve differentemente attraverso i sistemi dinamici, digitali e locativi del contact tracing usati per la pandemia in corso. Queste figure del contagio sono qui rilette in rapporto alle loro principali implicazioni progettuali, basandosi su un corpus di documenti grafici originali ed inediti. Estesa alla condizione in atto, una lettura comparativa del rapporto fra descrizioni spazializzate della diffusione dei virus e innovazioni nel progetto e nei modi di abitare, conduce ad alcune riflessioni conclusive relative all’architettura degli edifici e degli spazi pubblici del nostro prossimo futuro intra-pandemico.
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Evangelisti, Francesco. "Prossima Bologna: processo, piani, progetti." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 58–65. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057007.

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Abstract:
Piů di un anno č trascorso tra la definitiva approvazione dei nuovi strumenti urbanistici di Bologna e il quadro d'aggiornamento sui processi trasformativi della cittŕ, qui restituito. In mezzo la brevissima stagione amministrativa del sindaco Delbono e la prolungata gestione del Commissario straordinario Cancellieri. Sullo sfondo, la crisi economica e il rallentamento che essa ha prodotto anche nei settori dell'edilizia e delle infrastrutture. L'articolo opera una ricognizione delle trasformazioni in corso osservandole secondo il principio d'ordine che il Piano strutturale comunale ha individuato a loro interpretazione e guida con le figure territoriali delle ‘sette cittŕ'. Tra gli interventi di questo periodo anche quelli prioritari d'urgenza promossi dal Commissario per la riqualificazione del nucleo antico della cittŕ ed in particolare dei suoi spazi pubblici.
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Salizzoni, Emma. "Paesaggi della strada in pandemia: progetti per l’emergenza e oltre." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 1 (July 26, 2021): 218–41. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10157.

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Abstract:
Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.
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Tolusso, Emiliano, Andrea Marini, and Luca Bonardi. "Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 1 (March 2022): 60–80. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367.

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Abstract:
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
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Balducci, Alessandro. "Milano, la riscoperta dello spazio pubblico." TERRITORIO, no. 82 (December 2017): 31–35. http://dx.doi.org/10.3280/tr2017-082006.

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Bianchetti, Cristina. "Intimité, extimité, public. Riletture dello spazio pubblico." TERRITORIO, no. 72 (March 2015): 7–17. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072001.

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Belluati, Marinella. "Elezioni europee 2014: verso l’europeizzazione dello spazio pubblico?" Lingue Culture Mediazioni - Languages Cultures Mediation (LCM Journal), no. 2 (2015) 2 (December 2015): 23–42. http://dx.doi.org/10.7358/lcm-2015-002-bell.

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Muraro, Gilberto. "Sui fondamenti della finanza di progetto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 77–89. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002009.

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Abstract:
L'articolo, dopo una concisa classificazione delle vecchie e nuove applicazioni della finanza di progetto, esamina le basi di questa peculiare relazione tra pubblico e privato. Descrive pertanto i motivi del ricorso alle tariffe anziché alle imposte nel finanziamento di un progetto pubblico e poi le ragioni per l'operatore pubblico dello scambio tra "tariffe e rischio" con gli investitori privati. Tali ragioni sono note e si compendiano nel vincolo di bilancio per l'ente pubblico e/o in una visione piů ottimistica da parte degli investitori privati, la quale puň discendere da una maggiore efficienza attesa nella costruzione e gestione dell'opera e/o da piů elevate entrate tariffarie attese e/o da una maggiore propensione al rischio. L'autoritÀ pubblica deve tuttavia sapere che il ricorso alla finanza di progetto non la libera interamente dal rischio perché in varie circostanze essa rimane comunque l'investitore di ultima istanza. In vari casi, inoltre, essa deve consapevolmente accettare di configurare il progetto in modo da renderne il valore atteso accettabile per privati, e perciň deve valutare e scegliere il trade- off tra benessere sociale e fattibilitÀ dell'opera.
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Vegetti, Matteo. "Una visione "tridimensionale" dello spazio pubblico. Architettura, società, diritto." PARADIGMI, no. 2 (October 2016): 117–23. http://dx.doi.org/10.3280/para2016-002009.

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Festa, Daniela. "L' impronta coloniale dello spazio pubblico. Conversazione con Françoise." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2022): 103–20. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2022oa14593.

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Abstract:
Dopo una sintetica panoramica sulla c.d. prospettiva decoloniale emergente da un ricco insieme di studi multidisciplinari sviluppatisi negli ultimi decenni tra teorie e prassi critiche, questa conversazione si interroga sul valore delle opere d'arte e dei monumenti nello spazio pubblico, sul loro potere evocativo e sul carattere politico delle rappresentazioni che incarnano. Partendo dal triangolo di monumenti che formano la Porte Dorée a Parigi e ritracciando un'indagine spaziale collettiva condotta in questo luogo, Françoise Vergès riannoda i fili della memoria dell'epoca coloniale francese e globale. L'intervista mira a delineare percorsi critici e plurali per affrontare la questione della risignificazione decoloniale dello spazio pubblico, sfuggendo alla polarizzazione del dibattito che ha accompagnato, nel 2020, il movimento globale di contestazione dei monumenti simbolo dell'era coloniale.
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Pettenati, Giacomo. "La Bicocca: centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ?" ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Abstract:
Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Bianchetti, Cristina. "Figure. Linguaggi. Rituali." TERRITORIO, no. 59 (November 2011): 7–11. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059001.

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Abstract:
Per sapere verso quale punto si dirige l'urbanistica, bisogna chiedersi in che spazio essa si muova. Questo spazio č costituito innanzitutto dai progetti che la rendono pensabile. Ma in misura non minore da fi gure retoriche, metafore, pregiudizi, stereotipi che accompagnano i discorsi disciplinari entro i processi sociali di costruzione del territorio. Forme del discorso labili, emulative, a volte contraddittorie e ideologiche che ci dicono del nostro essere altrove rispetto al Novecento, aiutandoci a capire come la cultura del progetto entri oggi nel discorso pubblico e nell'agire politico.
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Elsner, Jaś. "From the culture ofspoliato the cult of relics: the Arch of Constantine and the genesis of late antique forms." Papers of the British School at Rome 68 (November 2000): 149–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003901.

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Abstract:
DALLA CULTURA DEGLISPOLIAAL CULTO DELLE RELIQUIE: L'ARCO DI COSTANTINO E LA GENESI DELLE FORME TARDO ANTICHEQuesto articolo cerca di esaminare il programma dell'arco di Costantino, ed in particolare il suo riuso dispoliadi precedenti edifici, alia luce di cosa possa essere ricostruito dei più tardi progetti monumentali di Costantino a Costantinopoli. Viene ipotizzata la spoliazione di statue classiche (usate per decorare gli spazi pubblici della nuova città) e delle reliquie apostoliche, le quali vennero utilizzate nelle tombe collocate a fianco di quella di Costantino nel mausoleo dei Santi Apostoli, o durante la vita dell'imperatore stesso o di quella del figlio Costanzo. L'uso di arcaismi poetici, nella loro tipica forma poetica del quarto secolo (quale quella di Cento), viene anche dimostrato. Si sostiene che l'arco di Costantino emerge come un monumento chiave nella genesi di una nuova estetica costantiniana in cui l'antico viene incorporato nel moderno, ed in questo modo inevitabilmente trasformato.
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Picon Alt, Júlio, Mauren Buzzatti, Ana Monteiro Costa, and Saritha Denardi Vattathara. "Expansão da mineração carbonífera no Rio Grande do Sul e a crise de valor do capitalismo contemporâneo: Uma análise socioeconômica do EIA/RIMA da Usina Termelétrica Nova Seival nos assentamentos da reforma agrária em Candiota e Hulha Negra." AMBIENTES: Revista de Geografia e Ecologia Política 3, no. 2 (December 21, 2021): 251–96. http://dx.doi.org/10.48075/amb.v3i2.28237.

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Abstract:
Neste trabalho, compreendemos a expansão da fronteira extrativista minerária no Rio Grande do Sul à luz do movimento atual do capital, vinculando a crise de sobreacumulação do capitalismo à decorrente intensificação da acumulação por despossessão, tendo o land grabbing como um dos seus principais ajus­tes tempo-espaço. Nosso objetivo consistiu em apontar as contradições e ameaças sobre os territórios dos agricultores assentados em Hulha Negra e Candiota-RS, considerando os sujeitos diretamente atingi­dos pelo empreendimento, bem como o impacto sobre o processo de reterritorialização como um todo na região, levando em consideração a dinâmica de mobilização e desmobilização de mão-de-obra e os impactos nas estruturas públicas dos municípios. Por meio de revisão teórica marxista e demais fontes secundárias, analisamos criticamente o EIA/RIMA (2020) apresentado pela empresa proponente. Para subsidiar a pesquisa, também foram realizadas entrevistas por ligações e reuniões virtuais com morado­res e representantes das organizações locais, levando em conta i) a Geração de expectativas e incertezas na população; ii) Mobilização e desmobilização de mão-de-obra; iii) Pressão e interferências sobre infra­estruturas e serviços públicos; iv) Dinamismo na economia; v) Aumento/diminuição de arrecadação mu­nicipal, entre outros. Considerando os impactos sobre os assentamentos, a geração de energia por meio de matéria-prima já rejeitada e os danos ambientais já encontrados na região causados pela mineração do carvão pretérita, identificamos que esse empreendimento não se vincula ao desenvolvimento susten­tável local, mas ao land grabbing tão importante à acumulação por despossessão. Palavras-chave: extrativismo; crise de valor do capital; acumulação por despossessão; Assentamentos rurais; Land grabbing. Abstract In this paper, we understand the expansion of the mining extractive industry’s frontier in Rio Grande do Sul (the southernmost state in Brazil) in light of the current movement of the capital, linking the overaccumulation crisis in capitalism to the resulting intensification of accumulation by dispossession, where land grabbing plays a major role in its time-space adjustments. Our goal is to point out the contradictions and threats on the territories of the peasants settled in two municipalities (Hulha Negra and Candiota), considering the subjects directly affected by the undertaking, as well as the impact on the re-territorialization process as a whole in the region, taking into consideration the dynamics of mobilizing and demobilizing labor force and the impacts in the public structures of the municipalities. Through a Marxist Theoretical review and secondary sources, we critically analyze the EIA/RIMA (2020) presented by the proposing company. To support the research, interviews were also conducted through calls and virtual meetings with residents and representatives of local organizations, taking into account i) the generation of expectations and uncertainties in the population; ii) Mobilization and demobilization of labor; iii) Pressure and interference on infrastructure and public services; iv) Dynamism in the economy; v) Increase/decrease in municipal collection; between others. Considering the impacts on the settlements, the generation of energy through raw material that has already been rejected and the environmental damage already found in the region caused by past coal mining, we identified that this undertaking is not linked to local sustainable development, but to land grabbing that is so important to the accumulation by dispossession. Keywords: extractivism; capital value crisis; accumulation by dispossession; rural settlements; land grabbing. L'espansione delle miniere di carbone minerale nel Rio Grande do Sul e la crisi del capitalismo contemporaneo: Un’analisi socioeconomica dello EIA/RIMA della centrale termoelettrica Nova Seival negli insediamenti di riforma agraria in Candiota e Hulha Negra Astratto In questo articolo analisiamo l'espansione della frontiera estrattiva mineraria nel Rio Grande do Sul alla luce dell’attuale movimento di capitale, congiungendo la crisi di sovraaccumulazione del capitalismo alla conseguente intensificazione dell'accumulazione per espropriazione, avendo il fenomeno land grabbing come uno dei suoi principali aggiustamenti spazio-temporali. Il nostro obiettivo era di evidenziare le contraddizioni e le minacce sui territori degli agricoltori insediati nei lotti in Hulha Negra e Candiota-RS, considerando i soggetti direttamente impattati dall'impresa, nonché l'impatto sull’intero processo di ri-territorializzazione nella regione, portando a considerare le dinamiche di coinvolgimento e smobilitazione del lavoro e gli impatti sulle strutture pubbliche nei comuni. Con una rassegna teorica marxista e altri dati di campo, analizziamo criticamente lo EIA/RIMA (2020) presentata dall’impresa proponente. A supporto della ricerca sono state realizzate interviste tramite call e incontri virtuali con residenti e rappresentanti delle organizzazioni locali, tenendo conto i) della generazione di aspettative e incertezze nella popolazione; ii) Surgimento e smobilitazione del lavoro; iii) pressioni e interferenze su infrastrutture e servizi pubblici; iv) Dinamicità nell'economia; v) Aumento/diminuzione della riccetta comunale; tra altri. Considerando gli impatti nei lotti di riforma agraria, la generazione di energia attraverso materie prime già scartate e i danni ambientali già riscontrati nella regione causati dalle attività estrattive del carbone fossile passate, abbiamo identificato che questo progetto non è coerente allo sviluppo sostenibile locale, ma al land grabbing che è il fenoeno importante per l’accumulazione per espropriazione. Parole-chiave: estrattivismo; crisi del valore del capitale; accumulazione per espropriazione; lotti agricoli; land grabbing.
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Olivi, Alessandra. "Oltre il parco e l'orto urbano. Spazio pubblico in movimento e nuovi immaginari urbani." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 98 (July 2012): 60–72. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098005.

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Abstract:
Nei processi di produzione dello spazio urbano trovano espressione non solo le forme del potere, ma anche quelle del contro-potere. La cittŕ pianificata si trasforma in incubatrice di azioni civiche di resistenza che, dando vita a nuovi spazi ibridi, destabilizzano il paesaggio urbano. Č questo il caso dell'esperienza del Huerto del Rey Moro di Siviglia che si analizza nel presente contributo. Qui, l'allestimento di orti urbani comunitari risponde a una nuova modalitŕ di spazio pubblico che, coniugando il metabolismo ambientale a quello sociale, contribuisce a plasmare nuovi immaginari urbani.
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Di Croce, Nicola. "Le trasformazioni del commercio nell'atmosfera urbana. Ambiente sonoro e attrattività dello spazio pubblico nel centro storico di Mestre." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 130 (March 2021): 5–26. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130001.

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Abstract:
L'articolo investiga le trasformazioni dello spazio pubblico del centro storico di Mestre (Venezia) alla luce dei cambiamenti del commercio al dettaglio e delle politiche promosse per il suo rilancio. L'obiettivo è analizzare i mutamenti dell'attrattività del centro storico in relazione alla sua atmosfera, ovvero al sistema simbolico e percettivo che lo caratterizza, ponendo particolare attenzione al ruolo giocato dall'ambiente sonoro.
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Musarň, Pierluigi. "Oltre la mappa. Spazio urbano e prosumerismo creativo in rete." SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 43 (September 2012): 120–34. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043008.

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Abstract:
Illustrando i risultati del progetto di ricerca interdisciplinare Self-Mapping, il saggio analizza il ruolo delle nuove tecnologie e dei processi sociali di costruzione partecipata dell'immaginario turistico, con particolare attenzione allo studio delle modalitŕ di fruizione e attraversamento dello spazio urbano. Muovendo dalla rappresentazione cartografica, il saggio evidenzia come alcune pratiche di prosumerismo creativo possano animare lo spazio urbano, facendolo diventare una rete di luoghi e comportamenti significativi, e creando un immaginario del luogo che viene alimentato dallo storytelling e dalla relazionalitŕ sui blog e sui social network.
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Leone, Davide. "Anarchie urbane a palermo. Movimenti insorgenti e costruzione dello spazio pubblico." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 111 (March 2015): 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/asur2014-111003.

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Di Lauro, Antonia. "Effimero e temporaneo: forme e linguaggi dello spazio pubblico nell’era dell’informazione." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 134–43. http://dx.doi.org/10.36253/rv-11440.

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Abstract:
In contemporary cities, closure and individualism predominate at the expense of ‘mixing’ and inclusion. By structuring the territories around the principles of speed and globalization, the Net has generated ‘weak links’ of social interaction that are reflected in a public space devoid of identity, used quickly and in solitude, dominated by the fear of the difference and by indifference. In opposition to these dynamics, the importance of collaboration emerges, the central value of an open city in which technology and society become resources to reconcile global and local, individual and community. In this direction, at the scale of public space, the collaborative actions of urban events and the bottom-up practices work on the immaterial component of the project: co-design processes guide the interventions of citizens, collectives and associations in the rediscovery of identity values, cultural meanings and emotions associated with places. The public space becomes a place of interaction and meeting again, experiencing a new culture of living through ‘fixed-time architecture’ which, while meeting the needs of the moment, imagine change. Ephemeral and temporary re-signify ordinary landscapes through collective creativity and direct action on places and, if on the one hand they express the acceleration of our era, on the other they become forms and languages of a project that, in an ecological vision, fits with the rhythms of nature, where everything changes and evolves to contribute to life.
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Bugnone, Luca. "Le ali della Dea. Polissena e la Valle di Susa // Wings of the Goddess. Polyxena and the Susa Valley // Las alas de la diosa: Polissena y el Valle de Susa." Ecozon@: European Journal of Literature, Culture and Environment 9, no. 2 (October 24, 2018): 122–41. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2018.9.2.2319.

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Abstract:
Formata dal movimento dei ghiacciai quaternari, la Valle di Susa è una valle alpina nel Nord Ovest italiano. Luminoso esempio di “materia narrante”, è anche terreno di scontro tra iniziative conservazionistiche e progetti infrastrutturali transnazionali. Il progetto dell’alta velocità-capacità ferroviaria, o TAV, è stato oggetto di dure critiche. Dagli anni Novanta, grandi mobilitazioni riunite sotto il vessillo No TAV dalla valle si sono estese all’intero territorio nazionale. Parallelamente, il TAV gode l’appoggio bipartisan delle forze politiche. Diversi progetti preliminari sono stati stracciati nel tentativo di sedare un conflitto quasi trentennale con le comunità locali, un conflitto che buona parte della popolazione descrive come “resistenza”, riallacciandosi all’epopea partigiana contro la piaga nazista. Il 28 luglio 2017, il Movimento No TAV ha annunciato il rinvenimento della sgargiante Zerynthia polyxena presso il torrente Clarea. Questa farfalla è inserita nella Direttiva Habitat, adottata dall’Unione europea nel 1992 per promuovere la tutela della biodiversità. Tuttavia, l’area è stata scelta come nuovo sito di cantiere da TELT, Promotore Pubblico responsabile della realizzazione e gestione della sezione transfrontaliera della futura linea Torino-Lyon. La notizia offre una lettura inedita del rapporto fra umano, tecnologia e ambiente in un contesto di altissima tensione economica e sociale quale è la Val di Susa. Nell'Ecuba, Euripide racconta che Polissena, principessa troiana, preferì farsi uccidere piuttosto che diventare schiava. La vicenda di Polissena è il cavallo di legno che introduce nel dibattito sul progetto del TAV l’assunto per cui “la liberazione della natura così ardentemente desiderata dagli ambientalisti non potrà mai essere pienamente ottenuta senza la liberazione della donna” (Gaard). Una nuova possibilità per il Movimento No TAV di far sentire la propria voce sarà illuminando la verità che il corpo della Terra e i corpi delle donne sono un unico corpo soggiogato e subordinato all’uomo, vittime dello stesso pregiudizio, quello di essere predisposti a uno scopo: compiacere, nutrire, servire. Ho ripercorso una china che va da La Dea Bianca di Robert Graves alla stregoneria al fascismo, guidato da alcune eroine letterarie. Coniugando idealmente l’ecofemminismo alla teoria designata da Edward Lorenz, battendo le ali Polissena può davvero scatenare un uragano. Abstract Formed by the movement of large ice sheets during the Quaternary glaciations, the Susa Valley is an alpine site in northwestern Italy. It is a luminous example of “storied matter,” but it is also a battlefield between visions of wild nature and the plans of “crossnational” infrastructures. The planned TAV (Treno Alta Velocità, or high-speed train) line has been the source of heavy criticism: since the 1990s, an intense mobilization has spread from the valley all across Italy under the banner of the “No TAV” movement. The TAV project has since enjoyed unwavering political support from the members of parliament, right-wing and left-wing alike. Several preliminary drafts have been overturned in the attempt to quell a three-decades–long clash with the communities, a clash that most of the local people depict as “resistance,” latching on to the partisans’ epic stories of endurance against the Nazi scourge that took place in the valley. On July 28, 2017, the No TAV movement announced the discovery of the rare and striking butterfly Zerynthia polyxena, among the rare, threatened, or endemic species in the European Union listed in the Habitat Directive adopted in 1992. Yet, the area has been chosen as the new construction site by the company entrusted with the management of the cross-border section of the high-speed railway line between Turin and Lyon (a.k.a. TELT). This piece of news provides an original point of view to address the relationship between human and non-human agencies in a context of economic and social tension such as the Susa Valley. In this paper, I compare contemporary circumstances in the valley to the ancient Greek myth of Polyxena. In the tragedy Hecuba, the dramatist Euripides describes Polyxena as the Trojan princess who prefers to kill herself rather than become a slave. Hence, the butterfly that carries her name might become a Trojan horse enshrining the idea that “the liberation of nature so ardently desired by environmentalists will not be fully effected without the liberation of women” (G. Gaard). Combining various critical strains within the Environmental Humanities–from ecofeminism and biosemiotics to environmental history and new materialism–I suggest that richer, more encompassing narratives will be generated only when the similar fate of subjugation experienced by non-human bodies and the bodies of women will be more widely recognized. I carve a meandering spatio-temporal narrative path that goes from Robert Graves’ The White Goddess to witch trials and fascism, attempting to follow an erratic fluttering pattern amongst the voices of literature. It is the very slanted figure eight pattern that Polyxena makes with its wings, and by which, according to the theory designated by Edward Lorenz, a hurricane could grow, bringing alternative world visions.Resumen Formado por el movimiento de grandes capas de hielo durante las glaciaciones cuaternarias, el valle de Susa es un enclave alpino en el noroeste de Italia. Es un ejemplo luminoso de “materia narrada”, pero también es un campo de batalla entre las visiones de la naturaleza salvaje y los planes de las infraestructuras “transnacionales”. La línea TAV (“Treno Alta Velocità” o tren de alta velocidad) ha sido objeto de fuertes críticas: desde la década de 1990 se ha extendido en toda Italia una intensa movilización bajo el lema del movimiento “No TAV”. Desde entonces, el proyecto TAV ha gozado de un apoyo político inquebrantable por parte de los miembros del parlamento, tanto de derecha como de izquierda. Varios proyectos preliminares han sido revocados en un intento de sofocar un enfrentamiento de tres décadas con las comunidades, un choque que la mayoría de la población local concibe como “resistencia”, con referencia a las épicas historias de resistencia de los partisanos contra el flagelo nazi que tuvo lugar en el valle. El 28 de julio de 2017, el movimiento No TAV anunció el descubrimiento de la sorprendente mariposa Zerynthia polyxena, entre las especies raras, amenazadas o endémicas de la Unión Europea, enumeradas en la Directiva Hábitat adoptada en 1992. Sin embargo, el lugar ha sido elegido como el nuevo sitio de construcción por la empresa encargada de la gestión del tramo transfronterizo de la línea ferroviaria de alta velocidad entre Turín y Lyon (también conocido como TELT). Esta noticia proporciona un punto de vista original para abordar la relación entre los seres humanos y el medio ambiente en un contexto de tensión económica y social como el Valle de Susa. En este artículo, comparo las circunstancias contemporáneas en el valle con el antiguo mito griego de Políxena. En la tragedia Hécuba, el dramaturgo Eurípides describe a Políxena como la princesa troyana que prefiere suicidarse antes que ser una esclava. Por lo tanto, la mariposa que lleva su nombre podría convertirse en un caballo de Troya que consagre la idea de que “la liberación de la naturaleza tan ardientemente deseada por los ecologistas no se realizará completamente sin la liberación de las mujeres” (G. Gaard). Combinando varias tendencias críticas dentro de las ciencias humanas ambientales—desde el ecofeminismo y la biosemiótica hasta la historia ambiental y los nuevos materialismos—sugiero que se generarán narrativas más ricas e incluyentes sólo cuando el destino similar de subyugación experimentado por cuerpos no humanos y cuerpos de mujeres sea más ampliamente reconocido. Trazo una ruta narrativa espacio-temporal serpenteante que va desde La Diosa Blanca de Robert Graves hasta los juicios de brujas y el fascismo, tratando de seguir un patrón de aleteo errático entre las voces de la literatura. Es el patrón inclinado de la figura de ocho que hace Políxena con sus alas, y por obra del cual, de acuerdo con la teoría designada por Edward Lorenz, un huracán podría crecer, trayendo visiones alternativas del mundo.
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Allulli, Massimo. "Grandi Progetti Urbani e spazio pubblico: condizioni di un binomio possibile. il caso della ZAC clichy-Batignolles." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 104 (October 2012): 140–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104009.

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Abstract:
In questo testo si prende in esame il caso della ZAC Clichy Batignolles, un programma di trasformazione urbana originato dalla candidatura olimpica di Parigi per il 2012. La candidatura č stata colta come occasione per avviare un processo di progettazione partecipata di un quartiere socialmente ed ecologicamente esemplare. A partire dall'analisi del caso, nel testo si propone un'interpretazione circa le condizioni alle quali i grandi progetti urbani possono agire come generatori di nuovi spazi pubblici.
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Selicato, Francesco, and Francesco Rotondo. "Il ruolo del progetto urbano per la rigenerazione delle periferie: il caso della Puglia." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 97 (February 2011): 168–90. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097011.

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Abstract:
A partire dall'analisi e da una possibile classificazione delle periferie della Regione Puglia, si č indagato il ruolo che in questi contesti territoriali marginali il progetto urbano assume, il quadro di obiettivi con i quali esso viene e puň essere concepito e utilizzato, la sua potenziale capacitŕ di incidere sulla qualitŕ dello spazio costruito, di rispondere alle domande della comunitŕ locale o alle istanze dei singoli o delle famiglie.
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Dell’Aira, Paola Veronica. "Partecipazioni e verifiche all'uso. Aporie dello spazio domestico tra progetto ed esistenza." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 112 (March 2017): 83–92. http://dx.doi.org/10.3280/sur2017-112009.

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Paone, Sonia. "Il concetto di urban blight nelle politiche di Urban Renewal negli Stati Uniti." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 128 (July 2022): 144–58. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128012.

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Abstract:
L'articolo analizza la genesi del concetto di urban blight nel contesto delle politiche di urban renewal che sono state attuate negli anni Cinquanta e Sessanta nelle città degli Stati Uniti. L'obiettivo è quello di evidenziare le logiche discriminatorie che hanno accompagnato l'imposizione di questo termine nel dibattito pubblico e le sue conseguenze sull'allontanamento dalle aree centrali (inner city) delle città americane delle famiglie afroamericane. La costruzione dell'urban blight si inserisce quindi nel più ampio discorso sulla razzializzazione dello spazio che caratterizza l'esperienza urbana statunitense.
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Iacomoni, Andrea, and Carmela Mariano. "Un'esperienza di rigenerazione dello spazio pubblico nel quartiere erp di Gagno a Pisa." TERRITORIO, no. 89 (November 2019): 155–64. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-089020.

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Restelli, Silvia, and Viviana Di Martino. "La dimensione dello spazio pubblico nelle conurbazioni di fondovalle. Ambiti e prospettive progettuali." Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no. 2 (January 27, 2022): 120–33. http://dx.doi.org/10.36253/rv-11398.

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Abstract:
The paper deals with the critical issues concerning the public spaces and linear settlements located in the Alpine valley floors. The development of modern urbanisation caused spatial and relational impacts increasing the demand for the right to the city and nature expressed by the inhabitants of the Alpine suburbs. Therefore, the paper identifies possible project areas for establishing a new system of public and collective spaces, as already tested through the mentioned case studies concerning the different contexts. These selected spaces are widespread in heterogeneous mountain landscapes and constitute design opportunities at different elevations to restore territorial quality and identity and reconnect the interrupted or incomplete relationships. They could compose a new public, collective, and open spaces system to be developed as a real landscape regeneration project made of places, relationships, and identities.
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Meneghini, Roberto. "La trasformazione dello spazio pubblico a Roma tra tarda antichità e alto medioevo." Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 115, no. 2 (2003): 1049–62. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2003.9802.

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Olivi, Alessandra. "Coltivando lo spazio pubblico: l'orto in cittŕ come forma di resistenza urbana." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 92 (February 2011): 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092008.

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Abstract:
Partendo da una riflessione sull'importanza di analizzare i processi di costruzione della localitŕ, rompendo l'asimmetria tra dinamiche locali e globali e ricollocando la centralitŕ del luogo nei processi di costruzione identitaria, il presente articolo analizza l'evoluzione del movimento urbano del Huerto del Rey Moro nella cittŕ di Siviglia. Nel caso proposto, l'azione di resistenza urbana organizzata, diretta a contrastare lo sviluppo urbanistico di un'area abbandonata ubicata nel centro storico della cittŕ, si coniuga con una progettualitŕ concreta che prende la forma di orti comunitari autogestiti. L'analisi del conflitto sociale consente di far emergere significati latenti nella cittŕ contemporanea, che rimandano alla centralitŕ dello spazio pubblico e delle aree verdi, in particolare, come laboratori che consentono di riattivare la facoltŕ creativa dell'abitare urbano.
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Filipovic, Aleksandra. "L’ipotesi sulla progettazione dello spazio della chiesa Djurdjevi Stupovi." Starinar, no. 59 (2009): 221–36. http://dx.doi.org/10.2298/sta0959221f.

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Abstract:
(italijanski) Quest?articolo tratta l?analisi del progetto della chiesa monastica dedicata a S. Giorgio (1170/71), situata nei pressi di Novi Pazar, fondazione del gran giuppano Stefan Nemanja. Il metodo dell? autore richiedeva un cambio dei canoni di lettura di quelli applicati a S. Nicola a Toplica, la fondazione precedente della stessa committenza, per poter comprendere l?organizzazione della pianta di S. Giorgio, progettazione del suo spazio interno, modellazione del suo volume e realizzazione da parte dallo stesso costruttore. Secondo l?autore l?interno della chiesa sia stato congeniato attraverso le due assialit? - longitudinale e trasversale configurando una nuova concezione dello spazio, cui contribuisce, anche notevole altezza. La pianta della chiesa presenta una superficie quadrata in cui centro ? posizionata l?aula centrale, coperta da cupola. L?aula centrale ? il luogo che ammetteva due diverse assialit? (per questo volutamente rettangolare in pianta), e aveva perseguito senso della verticalit? che ha dato movimento all?intera volumetria centrale offrendo luogo alla terza asse, quella verticale. Le simili misure di queste tre assi (13.8 m, 14.24 m, 14.3 m) hanno fatto pensare all?autore che la genesi progettuale sottostante sia una forma cubica, la cui base sono tre assi avvalorati dalle prospettive conseguenti: una parte dall?ingresso ad ovest toccando il culmine dell?abside centrale; questo asse ? tagliato ortogonalmente dal secondo che unisce i due portali laterali; il terzo asse parte dal centro geometrico d?incontro delle prospettive a terra salendo al sommo della cupola. L?analisi ha mostrato anche l?ingresso principale era il luogo delle generatrici visive: una ortogonale (l?ase longitudinale) e due oblique (che si creano lungo i fuochi dell?elisse centrale che immettevano nelle abside laterali).
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Lo Piccolo, Francesco. "Crisi globali, nuove diseguaglianze e co-produzione di spazi: una prospettiva di ricerca." TERRITORIO, no. 98 (March 2022): 62–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098010.

Full text
Abstract:
L'articolo propone una riflessione critica sul rischio di negazione sostanziale di diritti di cittadinanza a partire dalle forme di discriminazione nell'uso e fruizione dello spazio pubblico introdotte dalle crisi globali. La co-produzione di nuovi spazi alla micro-scala e alla scala di quartiere (a partire dagli spazi pubblici o semipubblici spesso privatizzati o sottoutilizzati) può divenire l'occasione per la generazione di nuovi luoghi di condivisione e socialità che rispondano alla richiesta di nuovi servizi e definiscano al contempo il profilo di una pratica urbanistica innovativa, fondata sul pieno riconoscimento del diritto alla città e sul patto istituzionicittadini.
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Manella, Gabriele, Emanuele Giordano, Tommaso Rimondi, and Dominique Crozat. "Tra consumo e rischio: l'ambivalenza della vita di notte tra gli studenti di Montpellier e di Bologna." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 126 (January 2022): 97–117. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-126006.

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Abstract:
La notte è passata dall'essere una dimensione "residuale" della giornata ad un importante segmento della socialità e dell'economia di molte città, diventando anche una "fucina" di nuove pratiche di consumo e di fruizione degli spazi urbani. Non mancano però contrasti e conflitti: tra le varie popolazioni che fruiscono degli stessi spazi, ma anche tra la diffusione di alcune pratiche e le politiche dell'ammi¬nistrazione locale che tentano di regolarle. Questo articolo si propone di approfondire gli usi dello spazio pubblico da parte degli studenti a Bologna e Montpellier, evidenziando le pratiche sociali e di consumo messe in atto durante la notte.
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Dendena, Francesco. "«Le cose della Nazione»: patrimonio librario e costruzione dello spazio repubblicano nel Triennio (1796-1799)." IL RISORGIMENTO, no. 1 (June 2016): 81–116. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001004.

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Abstract:
Il testo analizza la nazionalizzazione delle risorse librarie nella Repubblica Cisalpina e la (mancata) creazione di un sistema bibliotecario nazionale, interrogando le dinamiche culturali che accompagnano l'instaurazione del regime repubblicano. La prima parte del saggio e consacrata ai dibattiti del Corpo legislativo e all'analisi della legge del 19 fiorile che porto alla confisca dei beni ecclesiastici, ponendo in luce le differenze rispetto a quanto avvenuto in Francia. Segue un'analisi delle pratiche dei sequestri attuati nei dipartimenti. Gli aspetti economici della nazionalizzazione acquistano progressivamente una dimensione sempre piu politica, pienamente evidenziata dallo studio dei provvedimenti presi nella seconda parte del 1798, che sfociano nella legge quadro del 3 pluvioso anno VII. Sebbene non applicata a causa dell'invasione austro-russa, quest'ultima getta le basi su cui si costruisce il sistema bibliotecario dell'epoca consolare, che trasforma lo spazio del sapere d'ancien régime in uno spazio civico al servizio del progetto rivoluzionario.
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Salerno, Rossella. "Il 'Buon Governo' Dello Spazio Pubblico: Rappresentazioni di Città e Paesaggi all'Inizio dell'Età Moderna." Italian Studies 62, no. 2 (September 2007): 161–74. http://dx.doi.org/10.1179/007516307x227631.

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Bocca, Antonio, and Romina D’Ascanio. "Urbanisme transitoire: progetti al presente per costruire strategie al futuro." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 3 (January 2022): 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003003.

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Abstract:
I processi di rigenerazione urbana restano, talvolta, legati ad interventi migliorativi a livello energetico e sismico dei singoli edifici. Tali pratiche appaiono ancora poco efficaci sulla rifun-zionalizzazione degli spazi pubblici "in attesa", sull'inclusione sociale e sulla costruzione di relazioni e di reti a livello territoriale. La Francia, negli ultimi quindici anni, ha avviato progetti di Urbanisme Transitoire intesi come facilitatori per lo sviluppo delle città e dell'identità loca-le. Tale approccio, contando su programmi pluriennali a progressiva implementazione e di mixité funzionale, sostiene la nascita di comunità collaborative in ambienti di condivisione estremamente flessibili e ricchi di offerta culturale e creativa. Se opportunamente declinate, le potenzialità del modello francese genererebbero, anche in Italia, progettualità in grado di inno-vare ambiti urbani con bassa qualità dell'abitare e scarsa coesione sociale.
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