Academic literature on the topic 'Progettazione impiantistica e restauro'

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Dissertations / Theses on the topic "Progettazione impiantistica e restauro"

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MATTA, CARLOTTA. "Impianti e antichi edifici. Dal Piano di Gestione UNESCO per le Residenze Sabaude alla proposta di una metodologia d'intervento." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2016. http://hdl.handle.net/11583/2644210.

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Abstract:
La ricerca concentra l’attenzione sul rapporto tra impianti e antichi edifici affrontando il tema da un punto di vista metodologico e culturale. Gli antichi edifici a cui l’interesse è volto si agganciano all’accezione giovannoniana del termine “antico”, così come utilizzata nel testo “Vecchie città ed edilizia nuova”. Al Pari delle vecchi città, gli antichi edifici sono Beni architettonici di grande aulicità, per i quali l’inserimento di impianti tecnici funzionali al loro riuso si carica di un grado di complessità maggiore rispetto a quanto riscontrabile nel Patrimonio di tipo più ordinario. La ricerca mira a evidenziare la valenza storica e sociale di componenti e sistemi d’epoca, ma soprattutto a sottolineare problematiche e rischi derivanti dall’inserimento di nuovi impianti in contesti di pregio senza un’adeguata conoscenza del Bene. Per far ciò la tesi si sviluppa attraverso una lettura a diversi livelli, volta a individuare, nell’incontro tra le discipline della fisica tecnica ambientale e del restauro, la base di partenza per un approccio multidisciplinare essenziale per la programmazione di interventi funzionali, idonei, compatibili e culturalmente sostenibili. Da un’analisi dello stato dell’arte dei settori scientifici della fisica tecnica e del restauro è emersa una lacuna documentale e normativa: le discipline si sono sviluppate indipendentemente e solo in rare occasione hanno condotto analisi e progetti condivisi. Per ovviare a tale carenza l’elaborato presenta un documento di stampo teorico e istruttivo volto a porre le basi culturali per la stesura di un protocollo per la definizione di una metodologia d’intervento: dopo una premessa che rilegge i fondamenti normativi della disciplina del restauro, e della tutela in generale, nell’ottica della trasformazione del sistema edificio-impianto, il testo analizza in maniera puntuale criticità e rischi propri dell’inserimento delle differenti tipologie impiantistiche all’interno del patrimonio costruito, proponendo analisi, interventi e soluzioni adeguate e sostenibili sul fronte energetico e ambientale, ma anche e soprattutto culturale. La tesi guarda poi a un panorama di riferimento individuato nell’UNESCO, in quanto ente preposto alla tutela a livello internazionale, e in particolar modo nel sito seriale Residenze Sabaude, iscritto nella World Heritage List dal 1997. All’interno della documentazione concernente il sito, la ricerca studia in maniera critica il Piano di Gestione, strumento operativo vigente reso obbligatorio con la Dichiarazione di Budapest e recepito in Italia con la Legge 77/2006. Il PdG Residenze Sabaude, pubblicato nel 2012, riconosce nella sostenibilità uno dei propri capisaldi: il Piano, però, considera il termine per lo più nell’accezione economica e, sebbene dedichi una sezione alla raccolta dei progetti strategici per il futuro delle strutture tutelate, non presenta alcun riferimento agli aspetti teorico-culturali relativi alla guida degli interventi. Per ovviare a questa carenza, la tesi propone una serie di ipotesi di integrazione al testo, riportando al centro del dibattito gli aspetti progettuali e di integrazione con particolare riferimento alla progettazione impiantistica e alla eventuale conservazione dell’originario sistema edificio-impianto. Per validare la proposta metodologica, infine, sono state scelte due delle strutture incluse nel sito UNESCO (la Villa della Regina, sulla collina torinese, e il complesso carloalbertino delle Margarie e Serre Reali, collocato nell’area nord del parco del Castello di Racconigi). Le soluzioni progettuale proposte, definite ancora una volta come istruzioni culturali, costituiscono in realtà un espediente per dimostrare come la progettazione impiantistica, se affrontata attraverso una conoscenza attenta del Bene e con approcci metodologici coerenti, possa apportare un rilevante contributo in tutti i livelli di intervento di restauro o di rifunzionalizzazione. Dalla conservazione alla tutela, dalla fruibilità alla messa in sicurezza, sino alla comunicazione e alla valorizzazione culturale, gli impianti si presentano non solo come componenti tecniche e strumenti funzionali al raggiungimento di obiettivi prestazionali e di comfort, ma come efficaci strumenti per la salvaguardia e la fruizione dei Beni e per la loro trasmissione alle future generazioni con metodi innovativi, idonei e rispettosi del contesto di inserimento. Ecco allora che la progettazione impiantistica del patrimonio è, o quanto meno deve diventare, una risorsa culturale riconosciuta.
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Minelli, Erica. "Sviluppo di una metodologia per la definizione di standard di progettazione impiantistica per apparecchiature chimiche." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Ogni progetto è costellato di scelte e valutazioni: occorre studiare la tecnologia proposta, valutare gli elementi necessari al funzionamento e al controllo della stessa, individuare gli scenari di pericolo e le contromisure da adottare, verificare il rispetto di vincoli ambientali, normativi ed economici. Da queste considerazioni emerge dunque la complessità intrinseca delle attività di progettazione, in quanto coinvolgono e richiedono la padronanza di numerose discipline. Alla luce di ciò, è evidente il vantaggio che si può trarre dall'adozione di uno standard di installazione, il quale sia frutto di una analisi approfondita di tutti gli elementi precedentemente citati. Il beneficio primario atteso consiste in una riduzione dei costi associati alla progettazione, intesi come quantità di tempo dedicato alla stessa. Sul lungo periodo, ci si aspetta inoltre di ottenere una maggiore uniformità tra le apparecchiature presenti in impianto e una maggiore affidabilità delle installazioni. Il lavoro alla base della tesi è stato svolto in collaborazione con l'azienda BASF, presso il sito di Pontecchio Marconi (BO), con l'obiettivo di realizzare uno standard impiantistico per alcune unità di processo, quali distillatori, cisterne e pompe per il vuoto. Il lavoro è stato impostato partendo dall’analisi delle apparecchiature presenti in impianto e definendo la generica configurazione per ciascun tipico. Sono poi stati individuati gli aspetti critici di ogni apparato e sono state valutate diverse soluzioni e possibilità di ottimizzazione, anche attraverso collaborazioni con aree interne allo stabilimento e fornitori. Come risultato, la documentazione realizzata ricalca quanto viene prodotto concretamente nel corso di un progetto. Il documento principale che illustra la configurazione di ogni apparecchiatura tipica è il P&ID, il quale viene accompagnato da una serie di allegati, quali lnstrument & Valve List, elenco linee PED, blocchi di sicurezza, SHE review e report conclusivo.
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Cantelli, Davide. "Utilizzo del Building Information Modeling (BIM) nella progettazione impiantistica: rebuilding punto vendita H&M Roma Da Vinci." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15503/.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è quello di evidenziare i vantaggi ottenuti dall’utilizzo della strategia BIM nella progettazione e realizzazione di un intervento edilizio. Si vuole altresì evidenziare la necessità di operare in maniera sinergica su un modello che riunisca tutte le discipline tecniche facenti parte del progetto, permettendo, tramite la digitalizzazione del processo progettuale, di ridurre le tempistiche e i costi, nonché di risolvere al meglio le problematiche e le interferenze tra i vari professionisti coinvolti che attualmente caratterizzano il processo edilizio. Nella prima fase si affronta il tema del BIM, evidenziando l’evoluzione permessa da questo strumento di elaborazione e rappresentazione del progetto, sia dal punto di vista operativo e concettuale, sopratutto legata alla capacità di far cooperare al meglio le tre discipline principali che caratterizzano l’opera edilizia: l’aspetto architettonico, quello strutturale e quello impiantistico. Analizzando il caso di studio si dimostra come la progettazione impiantistica possa essere facilitata e resa più efficiente grazie al supporto del processo BIM (Autodesk Revit 2017). Partendo dall’analisi degli ambienti e dei requisiti normativi, si realizza un modello tridimensionale del sistema impiantistico che offre non solo una pura rappresentazione geometrica, ma fornisce una esatta simulazione sul corretto funzionamento dello stesso, suggerendo eventuali migliorie possibili. Inoltre è possibile estrapolare dati tecnici e numerici riguardanti ogni componente o l’insieme dell’apparato impiantistico dell’edificio, rendendo possibili ulteriori simulazioni su rendimento, efficienza energetica e comfort. Si conclude che l’utilizzo del supporto BIM risulta fondamentale per migliorare il processo progettuale e produttivo, fornendo un dialogo efficiente e chiaro tra le varie discipline coinvolte, e uno strumento utilizzabile durante l’intera vita utile dell’edificio, dalla sua ideazione alla demolizione.
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Viscusi, Giuseppe. "Sviluppo di una metodologia per la definizione di standard di progettazione impiantistica per apparecchiature dell'industria di processo." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
Ogni contesto industriale complesso necessita di standard interni da affiancare alle norme tecniche internazionali per semplificare e razionalizzare il lavoro. Gli standard di installazione impiantistica rispondono a questa esigenza e permettono di snellire il flusso di progettazione nel caso di nuove installazioni, sostituzioni o revamping. Questo perché il pacchetto documentale congela tutti i ragionamenti fatti e le best practice individuate evidenziando eventuali punti aperti ed elementi non standardizzabili a cui si dovrà porre particolare attenzione in fase di progettazione. La tesi è stata scritta in collaborazione con l’azienda BASF, presso il sito di Pontecchio Marconi (BO) con l’obiettivo di elaborare una metodologia per la messa a punto di standard di installazione impiantistica da utilizzare per i due casi di studio proposti: il reattore utilizzato per la produzione del primo intermedio nelle linee delle HALS (qui denominato R011) e il filtro a maniche utilizzato per garantire l’igiene e la sicurezza dei locali in cui vengono trattate polveri tossiche e/o infiammabili (qui denominato F012). La metodologia proposta è derivata dal metodo DMAIC, strumento utilizzato all’interno del programma per il controllo della qualità Six Sigma e pensato per il miglioramento dei processi presenti in azienda. L’obiettivo è quello di ottenere dei tipici che siano abbastanza rigidi dal punto di vista costruttivo, in modo da semplificare la progettazione, la manutenzione e l’approvvigionamento, e contemporaneamente abbastanza flessibili da poter essere adattati alle esigenze specifiche dei vari processi.
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SICIOS, MATTEO. "Tecnologie multimediali per la fruizione nei Musei, la proposta di un modello di progettazione. Dall’idea al video etnografico." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1091234.

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Abstract:
This thesis deals with a study of the procedural processes and phases of the project; specifically, interventions involving the creation of devices for use by museum visitors. The aim of this study is to first identify, and then propose, methods and good working practices to be applied when opting for digital technology to exploit multimedia content, particularly video content. The goal is to discuss the feasibility of a design model which takes in all the work phases; from developing the original idea to planning the video production, passing via the structuring of the digital solution most suited to the objectives to be made operational for the exhibits. To build the design model involves a search for useful elements within the scientific literature, as well as reports and documentation on projects already carried out by cultural bodies that consider themselves well-intentioned and experienced in practical work and joint research. This work is in four parts. The first introduces the research topic, explaining why it was chosen and the context in which the investigation was conducted. The research question is raised. The second is a discussion based on a study of the various sources taken into consideration. The third proposes a design model, with an attempt to standardize the data acquired. The fourth presents reports on the work and research experiences. The museums whose projects are presented – all completed before the thesis submission date – belong to the demo-ethno-anthropological sector. The research focuses particularly on the production of video content dedicated to this genre of heritage.
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Mazzei, Giancarlo. "Il processo BIM di supporto alla progettazione e manutenzione impiantistica: i modelli federati nella gestione digitale del complesso demaniale in Piazza VIII Agosto a Bologna, sede del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Lombardia – Emilia-Romagna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21500/.

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Abstract:
Nell'industria delle costruzioni AEC, l'utilizzo di elaborati grafici 2D (non coordinati fra le rispettive discipline) può dar luogo ad una ripetitività ed errata interpretazione dei dati, riprogettazione degli elementi, ritardi durante l'esecuzione dei lavori e rischi di contenzioso. Il presente lavoro è stato sviluppato con l'obiettivo di analizzare l'efficacia dei processi digitali nella gestione informativa a supporto di futuri interventi di progettazione e manutenzione impiantistica su edifici esistenti. È stato assunto come caso studio l'impianto di riscaldamento invernale del complesso demaniale in Piazza VIII Agosto a Bologna, sede del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Lombardia – Emilia-Romagna. L'attività di tesi trae la sua origine da una collaborazione multidisciplinare maturata nel periodo di tirocinio curriculare presso la sede oggetto di studio. Sopralluoghi e studio della documentazione esistente hanno preceduto le attività di coordinamento ricorrendo all'interoperabilità propria del formato aperto non proprietario IFC (coerentemente ai princìpi introdotti dal D.Lgs. 50/2016 "Codice dei Contratti Pubblici"). Una prima fase di studio ha così previsto, nel rispetto dei vincoli architettonici e strutturali, lo sviluppo del modello informativo tridimensionale dell'impianto esistente con riferimento al software Autodesk Revit per impianti MEP. Una seconda fase ha riguardato l'analisi del processo BIM applicato ad un intervento di manutenzione straordinaria cui è sottoposto l'impianto di riscaldamento invernale. La gestione delle revisioni progettuali all'interno del modello BIM federato ha offerto la possibilità di coordinare i modelli delle rispettive discipline garantendo un flusso di lavoro efficiente, chiaro e univoco. Infine, è stato possibile condurre analisi sulle interferenze e simulazione temporale dei lavori, aspetti cardine del BIM in quanto capaci di prevedere e coordinare le attività di cantiere.
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De, Nuzzo Matteo. "Riqualificazione architettonica e funzionale del patrimonio edilizio del secondo Novecento. L'edificio dell'ex Bodoniana di Bologna." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20753/.

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Abstract:
Nel presente lavoro di tesi si è approfondito il tema del Recupero Edilizio prendendo in esame l’edificio dell’ex Bodoniana di Bologna. L’obiettivo che ha accompagnato l’intero percorso di progettazione riguarda il recupero dell’immobile dal punto di vista architettonico, funzionale, e una riorganizzazione degli ambienti interni al fine di insediare al proprio interno la nuova Sede della Scuola di Design. L’intervento è stato richiesto dall’Ateneo di Bologna per ospitare al proprio interno le aule didattiche e i laboratori necessari per i Corsi di Laurea di Design. Si è posta l’attenzione sulla riqualificazione delle facciate: l’introduzione del sistema di facciata ventilata permette di minimizzare l’impatto energetico e di riconferire un aspetto moderno ed identitario mediante un rivestimento a listelli lignei. La progettazione antincendio e l’analisi delle vie di esodo hanno permesso di riscontrare diverse criticità; si prospetta la necessità di realizzare una nuova scala di emergenza, la quale, posta sul fronte principale, assumerà in primis il ruolo d’ingresso principale. È stato compiuto, inoltre, un focus sull’impianto di climatizzazione; il progetto prevede una nuova rete aeraulica per il riscaldamento, il raffrescamento e la ventilazione degli ambienti interni. L’intero iter progettuale è stato accompagnato da una ricerca storico-archivistica ed uno studio di modelli e realizzazioni analoghi. La progettazione si è conclusa mediante la realizzazione di render illustrativi riguardanti gli ambienti interni, le aule didattiche e l’impatto della facciata principale. È stato redatto il computo metrico estimativo per il recupero del fabbricato esistente e per la realizzazione della nuova scala di emergenza. La progettazione architettonica, l’analisi impiantistica e le considerazioni energetiche hanno fatto emergere un quadro complessivo circa le criticità presenti. Proprio attraverso di esse è stato possibile adottare soluzioni tecniche coerenti e pertinenti.
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Sbrogiò, Luca. "Progettazione di un sistema costruttivo multifunzionale di copertura per la protezione e la valorizzazione di siti archeologici. Studio metodologico per la risposta integrata a esigenze complesse." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3425422.

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Abstract:
I siti archeologici sono una parte fondamentale del patrimonio culturale dell’umanità. Essi possono assumere l’aspetto del monumento—palazzi, città o luoghi noti a tutto il mondo—o della traccia—come la ceramica quotidianamente utilizzata da una famiglia— ma in entrambi i casi è riconoscibile un valore. Comunque la pura conservazione materiale non è sufficiente al fine della sopravvivenza del messaggio e del significato, che invece deve essere adeguatamente trasmesso e reso visibile per poter avere un ruolo nella vita contemporanea. La conservazione in situ, ammesso che sia possibile e ragionevole rispetto alle condizioni stesse del sito, è ritenuta una delle migliori opzioni per la trasmissione del messaggio nel modo più diretto e completo. Tuttavia essa comporta di dover affrontare problemi e rischi, tra cui la realizzazione di una copertura, che non esisterebbero nemmeno se gli stessi oggetti fossero trasportati nel museo. Solo pochi degli innumerevoli esempi in opera sui siti archeologici offrono una reale protezione o una efficace presentazione del sito e un numero ancor più ristretto una valida risposta ad entrambi i problemi. La mancanza di criteri condivisi per la valutazione delle coperture, complica anche la definizione di criteri di progetto adeguati e condivisi. Questa tesi offre una metodologia per l’interpretazione, la ricostruzione e la presentazione della casa romana nell’Italia antica, nella specifica accezione della casa ad atrio pompeiana finalizzata alla proposta di un nuovo tipo di copertura archeologica. In rapporto a una valutazione del rischio cui sono soggetti i materiali archeologici conservati sul posto e a una valutazione dell’efficacia delle coperture esistenti rispetto a criteri di carattere ambientale e architettonico, si fa la proposta di uno schema di linee guida per il progetto. Tali linee guida sono utilizzate per la selezione e l’adattamento al contesto archeologico di soluzioni tecnologiche già esistenti, al fine di garantire la reperibilità e ridurre i costi. Infine, le soluzioni tecnologiche interessanti entrano in rapporto con la casa romana attraverso gli schemi geometrici in essa riconoscibili. L’intera procedura di progetto viene implementata in modo parametrico in un “algoritmo visuale” che consente di poter esplorare numerose variazioni riconoscibili anche in un caso apparentemente limitato come l’antica Pompei. Il lavoro si conclude con l’applicazione delle soluzioni ritenute più efficienti alla ricostruzione filologico-integrativa di parte della domus insistente al di sopra del complesso delle Terme del Sarno nella regio VIII di Pompei.
Archeaological sites are an important part of the cultural heritage of mankind. They may assume either the appearance of the ’monument’ — such as the world-famous palace or city or place — or of the ’trace’ — that is the everyday pottery of a familiy — but they both have a value. However, preserving their fabric is not enough for their conservation, an activity which depends on the transmission of a message about their importance and meaning for today’s everyday life. In situ conservation, provided it is possible and sensible according to the site’s conditions, is considered the best option to convey the message in the most complete and direct way. However,thisimpliestocopewithrisksandproblems,suchastheerectionofasiteshelter, which do not exist if the same objetcs are moved to the museum. Only a few, among the countless examples built on archeological sites, offer a real protection to the materials or a real support to the display of the site and even lesser an effective combination of the two. The lack of assessment criteria is also an obstacle to the definition of a shared design procedure. This thesis offers a methodology for the interpretation, reconstruction and display of the Roman house in ancient Italy, in the specific version of the pompeian atrium house finalized to the definition of a new type of archaeological shelters. In relation to the risk assessment of archeological materials preserved in situ and to an evaluation of existing archaeological shelters according to the environmental and architectural criteria, a scheme of design guidelines is proposed. These guidelines are used for the selection and adaption to the archaeological sites of existing techincal solutions, in order to guarantee availability and to reduce costs. Finally, existing building materials relates with the Roman house through the geometric schemes recognizable in it. The whole procedure, parametrically translated, is implemented into a ’visual algorythm’ to explore the many possibilites exisisting even in a, apparently limited, case, such as the archaeological town of Pompeii. The research ends with the application of the most effective solution to the reconstruction of a part of the domus above the Sarno Baths complex in the regio VII of Pompeii.
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FRIGIERI, CHIARA. "Giuseppe Zander. Dottrina e operatività nello studio e nel restauro." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1300034.

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Abstract:
La ricerca si inserisce nel filone di studi storico-architettonici e, in particolare, nell'ambito di quelli che volgono l'attenzione alle processualità critiche del restauro architettonico considerato all'interno del profilo teorico e nei relativi risvolti operativi. Questo studio dottorale si pone l'obiettivo di far emergere il contributo dato da Giuseppe Zander oltre che alla storia dell'architettura, anche al restauro e alla progettazione architettonica, rivolta prevalentemente alla nuova edilizia sacra, nel delicato periodo della seconda metà del Novecento italiano. Una buona parte del materiale documentario emerso è risultato inedito e denso di utili spunti di riflessione. Lo studio analitico delle sue opere, ha costituito l'occasione per riflettere sull'attività del restauro, indagando le diverse matrici teoriche di riferimento. Il tema della ricerca, la figura e l'opera di Giuseppe Zander, è stato inserito nei diversi momenti storici. Così sono state indagate le soluzioni proposte dall'autore negli interventi esaminati. Dopo un primo capitolo nel quale si presenta una sintesi biografica, la dissertazione avvia un percorso cronologico delineando il profilo storico-culturale che caratterizza l'Italia negli anni tra le due guerre in riferimento alla storia e al restauro dell'architettura (cap.2). Nel terzo capitolo si presenta l'attività di studioso e di architetto nel periodo compreso tra la seconda metà degli anni Quaranta e l'intero decennio degli anni Cinquanta del Novecento. In questa sezione si presentano interventi distinti di restauro, di ricostruzione post-bellica, di consolidamento, completamenti e inserzioni del nuovo. Il quarto capitolo si riferisce a quel carattere internazionale che distingue l'architetto sin da giovane, spesso al fianco di De Angelis d'Ossat in numerosi congressi internazionali. Emerge il contributo presentato al Congresso Internazionale di Venezia del 1964 Al di là del restauro architettonico, constatazioni e proposte: in questa riflessione lo studioso apre nuovi orizzonti alla storia e al restauro ancora oggi considerati illuminanti. All'interno del quinto capitolo si esplicitano alcune delle esperienze all'estero, in particolare con l’Is.M.E.O. e i restauri in Iran. Il sesto capitolo presenta l'attività di studio e di restauro dalla Carta del Restauro del 1972 sino al 1990. L'articolazione riflette l'importanza di evidenziare la dottrina e l'operatività anche in riferimento alle enunciazioni del Concilio Vaticano II attraverso quel dialogo armonico tra l'inserzione di arte contemporanea e l'architettura preesistente. Si rammenta che dal 1980 Zander è alla direzione dell’Ufficio della Fabbrica di San Pietro. In questa realtà egli riesce a esplicitare la sua attività nelle condizioni migliori per la conservazione, il restauro e l'uso compatibile. Infine la dissertazione si conclude con un capitolo relativo alla progettazione di nuove architetture, in particolare religiose. Infatti sin dagli anni Cinquanta e sino al 1973 egli realizza, in diverse località italiane, più di trenta chiese e complessi parrocchiali dimostrandosi sempre attento al proficuo dialogo con tanti scultori, pittori artisti e specialisti dell'arte del vetro.
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Books on the topic "Progettazione impiantistica e restauro"

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Ceccotti, Ario. Le strutture di legno in zona sismica: Criteri e regole per la progettazione e il restauro. Torino: CLUT, 2007.

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Il campanile del Duomo di Chioggia: In appendice, Progetto di restauro di Roberto Signoretto, Studio tecnico associato di progettazione-STAP. Sottomarina di Chioggia (VE): Il Leggio, 2003.

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3

Porretta, Paola. Archeologia e progetto: Didattica e tesi di laurea nella Facoltà di architettura : laboratori di tesi di laurea in progettazione architettonica, Francesca Cellini, Luigi Franciosini, laboratori di tesi di laurea in restauro, Paolo Marconi, Elisabetta Pallottino. Roma: Gangemi, 2009.

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Il progetto nel restauro del moderno: Attività svolta nell'ambito del Dottorato in progettazione architettonica. Palermo: L'epos, 2007.

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Conference papers on the topic "Progettazione impiantistica e restauro"

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Pugliano, Antonio, Simone Diaz, Elisabetta Moriconi, and Elettra Santucci. "L’antico sistema portuale ostiense: riconoscimento, interpretazione e divulgazione dei processi formativi edilizi e urbani." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7980.

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Abstract:
La presente Relazione descrive l’esito delle ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura dell’Università “Roma Tre”, in sinergia con il MiBAC, Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici, e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma, circa lo studio storicocritico del sistema portuale ostiense inserito nel perimetro della Riserva Naturale del Litorale Romano. La finalità dello studio, condotto da chi scrive nell’ambito del “Programma di Azioni integrate di Ricerca e Formazione per la conservazione e la valorizzazione dei siti di Ostia e Portus (Dipsa-Mibac-SSBAR)”, è rivolto alla documentazione, a fini di restauro e valorizzazione, di tali importanti contesti materiali. Lo studio condotto, pertanto, si è basato sullo svolgimento di letture critiche delle fonti e del contesto materiale, applicando la metodologia propedeutica alla progettazione del restauro architettonico, e sulla definizione di proposte operative utili alla pratica della manutenzione e del restauro, oltre che alla programmazione degli interventi di valorizzazione. Lo studio è rivolto alla creazione di una sistema informatizzato che consenta, non solo di indagare gli aspetti storici, ma anche di essere utilizzato come strumento per la programmazione della valorizzazione e la gestione della conservazione e del restauro dei siti archeologici.
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