Academic literature on the topic 'Produzione urbana'

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Journal articles on the topic "Produzione urbana"

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Salimbeni, Alice. "La favola urbana. Reimmaginare lo spazio attraverso la realizzazione collettiva di film finzionali e parodici." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 3 (September 2022): 78–102. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2022oa14591.

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Abstract:
Durante la mia ricerca di dottorato, ho organizzato un workshop a Bruxelles per esplorare il rapporto fra le donne bianche cisgenere e lo spazio urbano. A partire dalle esperienze urbane personali delle partecipanti abbiamo scritto tre storie di invenzione e le abbiamo trasformate in tre film collettivi, finzionali e parodici che esplorano ciascuno una diversa discriminazione urbana di genere. In queste storie, che ho chiamato "favole urbane", realtà e immaginazione si intrecciano creando nuovi scenari, e comunicando una morale politica sullo spazio e sul ruolo attivo che svolge nella produzione delle discriminazioni.
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Franz, Gianfranco. "Città Circolare / Circolarità in Città. Limiti e potenzialità di un paradigma emergente." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 131 (August 2021): 32–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131002.

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Abstract:
Il saggio affronta il tema della circolarita economica e urbana intesa come sottoinsieme del paradigma della sostenibilita, evidenziando potenzialita e limiti di un nuovo modello in via di affermazione e diffusione a scala planetaria. Il ragionamento critico prende le mosse dalla recente produzione di documenti istituzionali e l'ancora ridotta produzione scientifica sull'argomento per proporre un'interpretazione non ortodossa sul rapporto fra circolarita e citta.
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Borelli, Guido. "Urbanizzazione ‘creativa' e modo artistico di produzione dello spazio. Due casi milanesi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 49–88. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090005.

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Abstract:
Utilizzando come terreno d'indagine i ‘quartieri creativi' che proliferano nella cittŕ e tenendo sullo sfondo la letteratura piů in voga sull'argomento, il saggio utilizza alcuni insegnamenti di Henri Lefebvre entro un approccio di urban political economy, con l'intento di dimostrare che i ‘quartieri creativi' possono essere considerati non soltanto come uno spontaneo pot-pourri urbano di edifici, cortili, strade e di un fitto network di relazioni sociali ed economiche, ma anche come un terreno soggetto agli interessi delle maggiori forze sociali, economiche e politiche. Dal resoconto di due ‘quertieri creativi' milanesi emerge come la specializzazione e la diversificazione funzionale dell'organizzazione urbana siano diventate uno strumento attraverso il quale i developer riescono a esercitare un influsso consistente nella trasformazione spaziale delle cittŕ.
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Muńoz, Francesc. "I grandi eventi nella cittŕ del XXI secolo: variazioni sull'esperienza di Barcellona." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 96 (December 2011): 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096004.

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Abstract:
Il saggio discute i nuovi ruoli dei Mega eventi urbani correlati alla produzione dei paesaggi urbani di consumo globale come immagine di marca, contribuendo a ciň che l'autore chiama ‘urbanalizzazione'. Prima di tutto, si presenta una spiegazione dei mega-eventi du- rante il ventesimo secolo. In seguito si esplorano gli importanti cambi del ruolo dei megaeventi urbani nell'attualitŕ. Infine, si presenta un'analisi critica della politica urbana a Barcellona come dimostrazione di queste ipotesi.
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De Marchi, Marta. "Foodspace. Leggere le trasformazioni territoriali attraverso lo spazio del cibo: il caso Veneto." ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no. 128 (August 2020): 80–105. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-128006.

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Abstract:
I sistemi agroalimentari al contempo trasformano i territori di riferimento e si adattano ad essi e alle loro configurazioni urbane. Leggere queste interdipendenze risulta cruciale in termini di spazio e occupazione del suolo, soprattutto alla luce della scala globale di molte filiere del cibo. Il Veneto si offre come caso paradigmatico dei territori a diffusione urbana europei, in cui gli spazi della produzione, della distribuzione e del consumo di cibo sono in prossimità fisica tra loro.
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Wilson, Andrew. "Urban Production in the Roman World: the View from North Africa." Papers of the British School at Rome 70 (November 2002): 231–73. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002166.

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Abstract:
LA PRODUZIONE CITTADINA NEL MONDO ROMANO, VISTA DAL NORD AFRICAQuesto articolo esamina l'evidenza per le attivita industriali nelle città del nord Africa romano e dimostra come l'importanza della produzione artigianale urbana sia stata largamente sottovalutata in molte discussioni di economia antica. Di solito è difficile stabilire la giusta scala delle attività produttive urbane senza effettuare degli scavi estensivi, visto che i laboratori erano molto spesso piuttosto piccoli; ciò non toglie che essi potrebbero essere stati comunque numerosi e distribuiti all'interno della città. Scavi della estensione necessaria non sono irrealizzabili con le tecniche odierne; due siti scavati nella prima metà del ventesimo secolo hanno infatti portato alia luce un quadro caratterizzato da numerosi laboratori: 22 fulloniche a Timgad e 18 stabilimenti per la salatura del pesce a Sabratha. La ricognizione di superficie viene qui indicata come il metodo migliore per effettuare ricerche nei siti che lo consentono, al fine di identificare l'ampiezza dei depositi di rifiuti di fabbricazione, con l'aiuto di indagini geofisiche per trovare forni e fornaci, e scavi di alcune aree specifiche. Questo tipo di tecniche è stato sperimentato con successo a Leptiminus, Meninx e Thamusida, e ha permesso di identificare la presenza di attività di produzione ceramica, lavoro dei metalli e dell'industria per l'estrazione della porpora per la tintura. L'evidenza che emerge dalle recenti indagini archeologiche suggerisce che il contributo dell'industria cittadina all'economia delle città antiche fosse potenzialmente significativo, mentre la scala di produzione nei siti discussi indica un carattere artigianale della vita di queste città molto più consistente di quanto non sia stato di solito ritenuto. Il modello della ‘città di consumo’ non sembra adattarsi completamente a molte delle città romane, e i tentativi di descrizione dell'economia dell'urbanismo romano dovrebbero prestare piu attenzione al ruolo delle città nelle reti di commercio locale, regionale e su lunga distanza.
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Barioglio, Caterina, and Daniele Campobenedetto. "La trasformazione ordinaria. Gli effetti della legge n. 106/2011 sulla forma urbana a Torino." TERRITORIO, no. 95 (May 2021): 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095014.

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Abstract:
In un momento storico in cui le città europee sono teatro di modifiche progressive piuttosto che di massive espansioni, acquista importanza il ruolo della disciplina dell'attività edilizia e delle forme di regolazione che agiscono sulle trasformazioni ordinarie. Questo contributo mira a esplorare gli esiti di uno di questi strumenti - la legge n. 106/2011. Lo studio offre una mappatura delle trasformazioni edilizie attuate, o approvate, tramite questa legge a Torino fino al 2019. L'obiettivo è comprendere il rapporto tra le intenzioni espresse dallo strumento regolativo e i suoi effetti sullo spazio della città: l'analisi dei tipi di intervento, del cambiamento di destinazioni d'uso e superfici di ogni trasformazione è messa in relazione con le modifiche volumetriche, per studiare gli esiti morfologici delle pratiche private di trasformazione e il loro ruolo nel processo di ‘produzione di città'. Parole chiave: trasformazione urbana; morfologia urbana; codici urbani
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Iacopini, Alessandro, and Renato Sansa. "La produzione storiografica di «Roma moderna e contemporanea», 1993-2008." STORIA URBANA, no. 126 (September 2010): 169–87. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126008.

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Abstract:
L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la produzione storiografica di una rivista di storia urbana, che ha come campo di indagine la realtŕ romana tra etŕ moderna e contemporanea. Il primo numero di Roma moderna e contemporanea č stato pubblicato nel 1993, da allora la rivista ha collezionato quindici annualitŕ: un tempo sufficiente per tentare un primo bilancio storiografico di questa esperienza. Il metodo utilizzato per compiere l'indagine si č incentrato su una analisi quantitativa degli articoli pubblicati, classificati secondo alcune consolidate categorie storiografiche. L'interpretazione si č inoltre giovata di un criterio originale, volto a stabilire il tasso di multidisciplinarietŕ della rivista. L'articolo č accompagnato da una intervista al direttore della rivista.
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Tricarico, Luca, and Lorenzo De Vidovich. "Imprenditorialità, Inclusione o Co-produzione? Innovazione sociale e possibili approcci territoriali." CRIOS, no. 21 (November 2021): 34–45. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021004.

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Abstract:
L'articolo nasce dalla necessità di trovare una rinnovata chiave interpretativa univoca sul concetto di innovazione sociale negli approcci territoriali, osservando le diverse declinazioni di ricerca e prospettive metodologico/disciplinari. A tal fine, l'analisi proposta nel contributo è basata su una systematic review: da un lato considerandola presenza della keyword innovazione sociale abbinata a i concetti di imprenditorialità, inclusione e co-produzione; dall'altro la presenza o meno di una prospettiva territoriale o urbana. L'obiettivo dell'articolo è fornire un'analisi su quali aspetti comuni sono presenti nell'attuale panorama accademico, cercando nuove direzioni verso cui i diversi approcci necessitano una attenta applicazione ad importanti questioni territoriali.
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De Pieri, Filippo. "Storie accademiche, storie pubbliche, patrimonio. La pianificazione urbana nell'Europa post-napoleonica attraverso i due siti Unesco di Nizza e La Chaux-de-Fonds/Le Locle." STORIA URBANA, no. 168 (November 2021): 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168006.

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Abstract:
L'articolo pone a confronto due siti recentemente iscritti nella Lista del patrimonio mondiale Unesco - La Chaux-de-Fonds/Le Locle e Nizza - focalizzandosi sui modi in cui le storie della pianificazione urbana del primo Ottocento sono state mobilitate nella costruzione di narrazioni pubbliche associate al patrimonio urbano. Per quanto simili narrazioni possano apparire discutibili se confrontate con l'evidenza documentaria disponibile, esse sembrano anche capaci di assumere un ruolo di stimolo per l'emergere di nuove ricerche su temi finora scarsamente osservati. I casi di studio offrono un interessante punto di vista per approfondire i legami reciproci che potenzialmente esistono tra storie urbane accademiche da un lato e narrazioni socialmente condivise del cambiamento urbano dall'altro. Se osservati insieme, questi due siti Unesco mostrano la necessità di un riesame comparativo della storia dei piani di primo Ottocento basati sulla griglia, specialmente nell'Europa napoleonica. Già interpretati come l'esito di teorie urbane implicite che privilegiavano l'organizzazione razionale, l'iniziativa individuale, la distribuzione uniforme delle opportunità, questi piani sostennero di fatto una notevole pluralità di immaginari sociali - ben esemplificata in questo caso dalla contrapposizione tra piani concepiti come supporto per il turismo internazionale e le attività di svago lungo la costa francese, e un piano concepito come supporto alla produzione industriale tra le montagne svizzere.
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Dissertations / Theses on the topic "Produzione urbana"

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Lanteri, Minet Tomaso <1985&gt. "Mario Labò. La produzione architettonica e il ruolo di promotore culturale nella prima meta del XX secolo." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7961/1/TOMASO%20LANTERI%20MINET%20-%20MARIO%20LABO%20-%20TESI.pdf.

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Abstract:
La ricerca si propone di indagare la figura di Mario Labò (1884-1961), architetto-progettista, attento mediatore culturale impegnato negli studi storiografici, nella critica dell’arte, nella politica e protagonista dell’avanguardia razionalista. Si intende definirne il profilo culturale eseguendo una lettura critica e consapevole delle numerose fonti scritte, dell’opera progettuale, studiando i rapporti intrapresi con i contesti nazionali e internazionali delle avanguardie culturali di inizio Novecento. La ricerca vuole raccontare, attraverso l’attenta analisi delle fonti di archivio e lo studio approfondito dell’opera culturale di Mario Labò, le prime sei decadi del XX secolo. Inoltre, l’obbiettivo di questa tesi è quello di fornire un primo contributo sugli elementi compositivi della sua architettura in rapporto agli anni della formazione e agli scritti da lui prodotti.
The research aims at exploring the activity of Mario Labò (1884-1961), architect, designer, cultural mediator, representative of the rationalist avant-garde, committed in historiographical studies, art criticism and politics. The objective is to define his cultural profile through a critical reading of the numerous written sources, to study his architectural works and the relationships established with the cultural national and international avant-garde of the beginning of the 20th century. The current bibliography and the limited number of studied carried on Mario Labò are insufficient to point out the importance of his architectural production and, above all, of Labò himself as “man of culture”, with his relationships and his active role in the dialogue with other representatives of modern architecture. The research wants to describe the first six decades of the 20th century through a detailed analysis of Labò’s archives and cultural works.
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GABBARINI, ELEONORA. "Baukultur. Costruzione della contemporaneità e produzione di cultura architettonica in Alto Adige/Südtirol." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. http://hdl.handle.net/11583/2968785.

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BUSSI, BETSABEA. "Verso la capitale europea della villeggiatura invernale. Istituzioni, attori e processi di trasformazione urbana a Nizza (1815-60)." Doctoral thesis, Politecnico di Torino, 2022. https://hdl.handle.net/11583/2973091.

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Zappalorto, Francesco <1996&gt. "Fermentazione acidogenica di matrici miste di origine urbana per la produzione di acidi grassi volatili (VFA): effetto del tempo di residenza idraulico in condizioni termofile." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21452.

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Abstract:
Metodologia di lavoro. Il lavoro si articola su diverse runs di processo, in condizioni di fermentazione anaerobica termofila, su substrati organici di origine urbana. In particolare, verrà valutata la produzione di VFA in reattori di laboratorio (800 ml) a partire da miscele di “fanghi di depurazione-food waste”. I processi verranno monitorati su 3 differenti tempi di residenza idraulici (HRT). Parte sperimentale prevista. Test di fermenazione acidogenica in condizioni termofile tramite colture microbiche miste in reattori CSTR di laboratorio. La parte sperimentale prevede una fase iniziale di caratterizzazione delle diverse matrici (prima e dopo eventuale idrolisi termica) e il successivo avvio dei test fermentativi in parallelo. Questi ultimi verranno effettuati su una matrice composita (“fanghi-food waste”), in corrispondenza di tre differenti HRT (4-5-6 giorni). Area di ricerca. Impianti chimici (09/D3) – Processi biochimici industriali Risultati attesi. La fermentazione acidogenica di matrici organiche di scarto permette l’ottenimento di prodotti con un loro valore economico nel rispettivo mercato di interesse. I VFA rappresentano una tipologia di tali prodotti, e la loro produzione verrà investigata su diverse matrici di origine urbana, in bioreattori termofili a diversi tempi di residenza. Eventuali pre-trattamenti (termico o alcalino) incentivano l’idrolisi della sostanza organica con successiva solubilizzazione, utile all’incremento del COD solubile e alla sua successiva conversione in VFA nello step successivo di fermentazione. I diversi HRT investigati, indicheranno la migliore condizione attuabile su una maggiore scala, in termini di concentrazione finale di VFA ottenibile (10-20 gCOD/L) e rapporto VFA/COD solubile (0.6-0.8 COD/COD). Attenzione particolare verrà data alla tipologia di VFA prodotti, soprattutto C5-C6 (a maggior valore di mercato) e al rapporto tra i VFA a catena pari (numero pari di atomi di carbonio) e VFA a catena dispari, caratteristica particolarmente importante nell’ottica di utilizzo di tali VFA per la sintesi microbica di biopolimeri.
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Cannata', Laura <1993&gt. "Studio e ottimizzazione della fermentabilità di scarti organici di provenienza urbana e valorizzazione degli overflows di processo tramite digestione anaerobica all’interno di una piattaforma pilota integrata per la produzione di biopolimeri e metano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12270.

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Abstract:
La presente sperimentazione si inserisce all’interno del progetto europeo Res Urbis, che ha come scopo la valorizzazione di scarti organici di provenienza urbana tramite la produzione di biopolimeri (poliidrossialcanoati, PHA) e metano, attraverso un approccio integrato successivamente descritto. In particolare, in questa sperimentazione sono state utilizzate due matrici differenti e facilmente reperibili all’interno dell’impianto di trattamento acque di Treviso: fango attivo secondario (dopo ispessimento) e la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU), precedentemente pressata e omogeneizzata. In questo progetto in particolare, la necessità di produrre polimeri biodegradabili (il cui mercato è tuttavia in fase di investigazione) incontra il bisogno di valorizzare i flussi di scarto prodotti dalle città, in linea con l’ideologia dell’economia circolare. La ricerca condotta in scala pilota comprendeva una piattaforma multi stadio anaerobico-aerobico: nel primo stadio anaerobico, si producevano acidi grassi volatili tramite fermentazione acidogenica di un miscela di fango secondario e FORSU; la miscela fermentata ad alto tenore in VFA, fungeva poi da substrato per la linea di produzione del biopolimero (costituita da due stadi aerobici in successione). La valorizzazione degli overflows costituiti dall’eccesso di fango attivo secondario e da cake di fermentato (dopo separazione solido/liquido post-fermentazione), avveniva per mezzo di digestione anaerobica. In questa tesi sono riportati monitoraggio e performance di un fermentatore in scala pilota (volume di esercizio di 380 L) alimentato con una miscela di fango attivo secondario e FORSU con un OLR di circa 10 kgTVS/m3d ed un HRT di 5 d, al fine di valutarne eventuali criticità; parallelamente è stata valutata la migliore condizione termica a cui attuare la digestione anaerobica per la valorizzazione degli overflows confrontando due digestori (volume di esercizio 230 L, HRT 15 d, OLR di 2.2 kgTVS/m3d), il primo tenuto in termofilia (T = 55°C) ed il secondo in mesofilia (T = 37°C). La fermentazione acidogenica di una miscela al 70% v/v di fango attivo secondario e 30% v/v di FORSU è risultata più stabile in regime mesofilo (T = 37°C), pur comportando un minor grado di solubilizzazione della materia organica; la condizione termofila, invece, rendeva più difficoltoso il mantenimento del pH al di sopra di 5.0, causando dunque problemi di inibizione sulla coltura acidogena. Per quanto riguarda la digestione anaerobica, gli SGP (produzione specifica di biogas) calcolati sperimentalmente sui due reattori sono stati confrontati tramite test statistici (Shapiro-Wilk, test-F e test-T di Welch) che hanno mostrato che il digestore termofilo aveva una resa maggiore nella produzione di biogas, ma dai bilanci energetici condotti sulla piattaforma si nota che lavorare in mesofilia è la scelta ottimale. Tuttavia tale scelta va inserita all’interno di un approccio più complesso (che esula dagli scopi della presente tesi), che include anche l’analisi tecnico-economica della linea PHA, trattandosi, come già detto, di una piattaforma integrata per la valorizzazione degli scarti urbani tramite produzione di biopolimeri e metano.
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Festa, Daniela Anna. "Battiti di città : Esperienze di co-produzione dello spazio urbano." Paris 10, 2011. http://www.theses.fr/2011PA100094.

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Abstract:
Cette recherche se propose d'examiner, dans un optique transcalaire, des expériences de budget participatif effectuées dans deux arrondissements romains sous l'impulsion des politiques régionales. Les expériences sont examinées en termes à la fois de politiques urbaines et de processus de mobilisation de la société civile et des pratiques socio-territoriales qui s'inscrivent dans la vie quotidienne. La recherche qui a bénéficié des théories issues de la géographie politique de la ville, s’insère de manière plus cohérente dans le débat développé en France et plus récemment en Italie au sein de la géographie sociale pour la méthodologie interdisciplinaire adoptée, pour la place accordée au travail sur le terrain et au rôle du chercheur. Le champ de l'enquête se concentre sur l'impact de la participation active des citoyens dans la co-production des politiques urbaines. Avec le concept de co-production, je fais référence autant aux processus de construction de sens résultant de l'échange des perceptions et des représentations qu’ aux changements d'utilisation et d’attentes dont les espaces et les politiques de proximité sont investis suite aux expériences de participation directe des citoyens aux choix publiques. L’échelle de l'enquête se situe à l’échelle intra-urbaine. Le choix de cette échelle répond à une double question thématique et méthodologique. Toutefois, une analyse de l'expérience a donné lieu à de nombreux changements d’échelle, pour analyser des formes d'agrégation spontanée au niveau du quartier, qui interagissaient fortement avec le déroulement des processus, et pour mettre en perspective les politiques plus larges qui se situaient en rapport de synergie ou d’antagonisme significatif avec les expériences en objet. La recherche, menée en équipe pluridisciplinaire, s’est concentrée en particulier sur l’analyse des modalités d’interaction entre savoirs et pouvoirs divers mobilisés autour des deux expériences. Notre première hypothèse concerne la posture du chercheur. Un des traits majeurs de la géographie sociale est la nécessite d’envisager comme suite naturelle de l’action de recherche l’impulsion vers un changement visant l’équité socio-spatiale. Cette impulsion peut se concrétiser comme un apport critique ou, dans le long terme, dans la formation professionnelle. Toutefois, en accord avec la mutation du cadre global, avec la compétitivité croissante entre recherche public et secteur prive et avec l’urgence d’une changement radical des modèles qui règlent la ville (cas de Rome), nous avançons l’hypothèse que la méthode de recherche-action participée peut constituer une modalité d’interaction entre science et société particulièrement pertinente pour les thématiques concernant la co-production de la ville. Sur le plan thématique, nous avançons l’hypothèse que le développement d’un modèle (variable, adaptable et implémentable) d’interaction entre les acteurs, leurs besoins, leurs savoirs, est indispensable pour réaliser un projet urbain démocratique et durable en rupture avec un modèle de négociation éminemment politique et avec une model technocratique élitiste et dépassé. Le modelé de recherche-action proposé s’est étendu, sur le terrain, de la diffusion territoriale aux stratégies de consultation et d’évaluation multi-acteurs des propositions citoyennes en faisant face progressivement aux interrogations majeures de la pensée sur la démocratie participative : de la création du « microcosme représentatif » des intérêts en jeu à la garantie de transparence et de prise de parole paritaire par les citoyens, de la circulation des divers savoirs mobilises aux modalité de codécision, jusqu’à l’accompagnement vers des formes stables de participation. Les conclusions qui émergent sont orientées vers un examen critique de ces expériences. La réalisation d’un processus techniquement correct de co-production de connaissances et du projet urbaines permet un avancement des questions en débat et une réappropriation collective des problématiques territoriales, le rôle des institutions de proximité reste, d’autre part, encore incertain et ambigu. Par contre, ces expériences, réaffirment la capacité d'auto-organisation des romains et l'importance des processus de reterritorialisation comme pratiques possibles de résistance à des modèles de développement chaotiques, hétéronomes et éminemment spéculatifs
This research project employs a cross-scale approach to examine experiences concerning participatory budgets in two districts of Rome promulgated through regional policy. The experiences are examined in terms of both urban policy and processes of mobilisation of civil society and socio-territorial practices that form part of the fabric of daily life. The project, which draws upon theories belonging to urban political geography, is in fact closer to the debate initiated in France, and more recently in Italy, in the domain of social geography as regards the interdisciplinary methods used, the relative importance of field work, and the role of the researcher. The field of enquiry focuses on the impact of active participation by citizens in the coproduction of urban policy. In this study, the notion of coproduction refers equally to processes involving the construction of meaning that results from the exchange of views and representations, and to changes in use and expectations concerning spaces and local policy that arise following experiences of direct citizen participation in public decision-making. The enquiry deliberately encompasses an intra-urban scale on both thematic and methodological grounds: however, analysis of the experience led to numerous changes of scale, accommodating investigation of forms of spontaneous aggregation within quarters of the town, which displayed a strong interaction with the conduct of the processes in question, but also of more wide-ranging policies displaying either significant synergy or conflict with the experiences in question. The research, which was conducted by a multidisciplinary team, concentrated in particular on analysis of the modes of interaction between the various levels of knowledge and power mobilised within the two experiences. Our initial hypothesis concerns the position of the researcher. A key trait of social geography is the need to view a desire for change in favour of socio-spatial equity as a natural consequence of research. This desire may take the form of critical input, or in the long term, professional training. However, in accordance with shifts in the general framework, with increasing competition between research and the private sector, and with the urgent need for a radical change in the prevailing models for the town (in the case of Rome), we postulate the hypothesis that the research-participatory action method may constitute a mode of interaction between science and society that is of particular relevance for the themes concerning urban co-production. Regarding themes, we suggest that it is vital to develop a model (variable, adaptable and readily usable) of interaction between the various actors, their needs and their expertise, in order to ensure a democratic and sustainable urban project, in contrast with both the model based on predominantly political negotiation and the outmoded and elitist technocratic model. The proposed research-action model ranged in the field from territorial diffusion to multi-actor strategies of consultation and evaluation of citizens' proposals, with a gradual increase in consideration of the core issues of participatory democracy: from the creation of the "representative microcosm" of interests involved to guarantees of transparency and of an equal say for citizens, from the circulation of the various levels of expertise implicated in the joint decision-making process through to accompaniment towards stable forms of participation. The conclusions emerging from this study point towards a critical examination of these experiences. The creation of a technically acceptable process of coproduction of knowledge and of urban projects allows questions to be interjected into the debate as well as the assumption of local responsibility for territorial policy, although the role of local institutions continues to be uncertain and ambiguous. However, these experiences reaffirm the capacity of Roman citizens for self-organisation and the importance of territorial planning processes as a potential means of resistance to chaotic, heteronomous and highly speculative models of urban development
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Macavero, Sara. "Valorizzazione energetica dei rifiuti urbani: produzione e utilizzi attuali del CDR." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2459/.

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Abstract:
Descrive le caratteristiche chimico fisiche del combustibile derivato dai rifiuti, il suo processo produttivo e i suoi utilizzi. Nella parte finale analizza un impianto di produzione del CDR situato a Cavallino( LE) e una centrale termoelettrica a Massafra (TA) che lo utilizza.
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CUMAN, ANDREA DAVIDE. "Mediaspaces, eventi urbani ed esperienza mobile: un'indagine etnografica nella produzione sociale della città del design." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1990.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è stato quello di analizzare il fenomeno del cosiddetto Fuorisalone attraverso un duplice sguardo disciplinare: da una parte quello del mobilities paradigm (Sheller-Urry, 2006), dall’altra attraverso la prospettiva della produzione sociale dello spazio di Lefebvre (1974) e sue recenti applicazioni nell’ambito della media geography (Jansson, 2007) e degli eventi urbani (Lehtovouri, 2010). 
Nella prima parte viene proposta una ricostruzione della storia sociale dell’evento: vengono individuati i soggetti centrali alla sua nascita, le dinamiche di interdipendenza tra di essi e le forme del loro radicamento nel contesto territoriale e socio-culturale della città di Milano e della sua cultura del progetto.
La seconda parte offre invece una prospettiva sincronica: da una parte l’analisi della produzione degli spazi sociali del design, ed in particolare dei singoli design district, che durante questo evento arrivano a qualificare lo spazio urbano come “eterotopia diffusa” (Foucault, 1967). Dall’altra parte l’analisi delle sue forme di consumo, presentando i risultati di un'indagine sul campo condotta attraverso la triangolazione di diversi metodi di carattere etnografico in tre design district durante le edizioni 2011 e 2012. Attraverso l'indagine delle pratiche mediate e di mobilità, delle percezioni ed esperienze da parte dei suoi visitatori, il lavoro ha permesso di leggere la specificità di questo evento nella circolarità tra le dimensioni produttive e le forme di consumo mobile e mediato dello spazio urbano.
The aim of the thesis has been to analyze the so-called phenomenon of Fuorisalone through a double disciplinary perspective: on the one hand that of the mobilities paradigm (Sheller-Urry, 2006), on the other hand through the Lefebvrean perspective on the production of social space (1974) and its most recent applications in the field of media geography (Jansson, 2007) and urban events (Lehtovouri, 2010). The first part is dedicated to the reconstruction of the social history of this event by identifying the pivotal subjects for its birth, the dynamics of interdependency between them and the forms of their rootedness in the territorial and socio-cultural context of the city of Milan and its design culture. The second part adopts a synchronous perspective: on the one hand the analysis of the production of the social spaces of design, with particular attention to the single design districts involved, that during this event characterize the urban space as a “diffused heterotopia” (Foucault, 1967). On the other hand on the consumption forms of this event, by presenting the results of the field work conducted in three design districts during the 2011 and 2012 editions. Through the triangulation of different ethnographical methods, the research has focused on the mobility and mediated practices, on the perceptions and experiences of visitors, reading the specificity of this event through the circularity between the productive dimensions and its mobile and mediated forms of consumption.
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CUMAN, ANDREA DAVIDE. "Mediaspaces, eventi urbani ed esperienza mobile: un'indagine etnografica nella produzione sociale della città del design." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1990.

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Abstract:
L’obiettivo della tesi è stato quello di analizzare il fenomeno del cosiddetto Fuorisalone attraverso un duplice sguardo disciplinare: da una parte quello del mobilities paradigm (Sheller-Urry, 2006), dall’altra attraverso la prospettiva della produzione sociale dello spazio di Lefebvre (1974) e sue recenti applicazioni nell’ambito della media geography (Jansson, 2007) e degli eventi urbani (Lehtovouri, 2010). 
Nella prima parte viene proposta una ricostruzione della storia sociale dell’evento: vengono individuati i soggetti centrali alla sua nascita, le dinamiche di interdipendenza tra di essi e le forme del loro radicamento nel contesto territoriale e socio-culturale della città di Milano e della sua cultura del progetto.
La seconda parte offre invece una prospettiva sincronica: da una parte l’analisi della produzione degli spazi sociali del design, ed in particolare dei singoli design district, che durante questo evento arrivano a qualificare lo spazio urbano come “eterotopia diffusa” (Foucault, 1967). Dall’altra parte l’analisi delle sue forme di consumo, presentando i risultati di un'indagine sul campo condotta attraverso la triangolazione di diversi metodi di carattere etnografico in tre design district durante le edizioni 2011 e 2012. Attraverso l'indagine delle pratiche mediate e di mobilità, delle percezioni ed esperienze da parte dei suoi visitatori, il lavoro ha permesso di leggere la specificità di questo evento nella circolarità tra le dimensioni produttive e le forme di consumo mobile e mediato dello spazio urbano.
The aim of the thesis has been to analyze the so-called phenomenon of Fuorisalone through a double disciplinary perspective: on the one hand that of the mobilities paradigm (Sheller-Urry, 2006), on the other hand through the Lefebvrean perspective on the production of social space (1974) and its most recent applications in the field of media geography (Jansson, 2007) and urban events (Lehtovouri, 2010). The first part is dedicated to the reconstruction of the social history of this event by identifying the pivotal subjects for its birth, the dynamics of interdependency between them and the forms of their rootedness in the territorial and socio-cultural context of the city of Milan and its design culture. The second part adopts a synchronous perspective: on the one hand the analysis of the production of the social spaces of design, with particular attention to the single design districts involved, that during this event characterize the urban space as a “diffused heterotopia” (Foucault, 1967). On the other hand on the consumption forms of this event, by presenting the results of the field work conducted in three design districts during the 2011 and 2012 editions. Through the triangulation of different ethnographical methods, the research has focused on the mobility and mediated practices, on the perceptions and experiences of visitors, reading the specificity of this event through the circularity between the productive dimensions and its mobile and mediated forms of consumption.
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FRIARGIU, MARCO. "Produzione di H2 e CH4 da frazioni biodegradabili di rifiuti urbani e da siero lattiero-caseario." Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266583.

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Abstract:
Nowadays one of the main technical tasks is finding clean and renewable energy sources in order to overtake the dependence from fossil fuels. Bio-hydrogen and bio-methane production are considered interesting energetic alternatives, especially if the biological processes are applied to low cost and widely available substrates such as biodegradable wastes. Anaerobic digestion (AD) is a well-known technology to manage organic waste in an environmentally sustainable way, since it allows to achieve a certain level of stabilization of the organic matter and to exploit the energetic potential of the substrate; AD of biodegradable organic residues has therefore received renewed attention by the scientific and technical community over the last decades (Mata-Alvarez et al., 2000; Mata-Alvarez, 2002; De Baere, 2003; Bolzonella et al., 2006; Karagiannidis and Perkoulidis, 2009). If degradation of biodegradable organic substrates is appropriately operated in a two-staged mode (see e.g., Han and Shin, 2004a; Liu et al., 2006; Gómez et al., 2006, 2009; Ueno et al., 2007; Chu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Lee et al., 2010b; Dong et al., 2011), separation of the acidogenic phase (producing through dark fermentation (DF) hydrogen and carbon dioxide as the gaseous products while releasing volatile fatty acids into the liquid solution) from the methanogenic stage (in which the residual and dissolved biodegradable organic matter from the first stage is finally converted into methane and carbon dioxide) can be accomplished. By means of the separation of the two biological phases, it is possible to obtain hydrogen besides methane gas, both to be exploited with various techniques. Considering the energetic aspect, combined H2 + CH4 production is, from a theoretical point of view, more favourable than conventional anaerobic digestion (Dong et al., 2011). Hydrogen gas, in particular, is considered a clean energy carrier characterized by the highest energy content per unit weight of any known fuel (142 kJ/g), and positive environmental implications from H2 utilization can be obtained from production through biological processes and from renewable sources. Various potentially biodegradable organic residues have been tested for fermentative H2 production, including food waste (FW), the organic fraction of municipal solid waste (OFMWS), and various agro-industrial residues, mainly due to their high carbohydrate content and wide availability (see e.g. Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004a; Liu et al., 2006; Alibardi et al., 2010, 2011; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011; De Gioannis et al., 2013). Whatever the substrate under concern, full-scale implementation of fermentative H2 production requires significant and stable generation rates. Since H2 is an intermediate by-product of anaerobic digestion and some fermentation reactions have low or null H2 production, identification of suitable conditions to harvest specific fermentative bacteria and/or inhibit the H2-consuming biomass is mandatory. Achieving optimal and stable H2 generation while keeping treatment costs low and producing an effluent suitable for further treatment, is probably the main technical issue to be addressed. To this regard, operational parameters including temperature, pH, presence of inoculum and its eventual pre-treatment, substrate to inoculum ratio (F/M), reactor configuration, substrate concentration, hydraulic retention time (HRT) and organic loading rate should be the subject for optimization of process efficiency. In particular, the influence of pH on fermentative H2 production is quite controversial in the literature. Generally, pH is a key parameter in fermentation that affects the degree of substrate hydrolysis, the activity of hydrogenase, as well as the metabolic pathways (Kim et al., 2011b). Changes in pH are thus reflected by variations in substrate and energy utilization, synthesis of proteins and various storage products, and metabolites production (Mu et al., 2006). In mixed anaerobic cultures, the operating pH also affects the relative proportions of microbial species (Fang and Liu, 2002; Shin and Youn, 2005; Mu et al., 2006; Nazlina et al., 2011). Highly acidic or basic pH values can negatively affect the activity of hydrogen-producing bacteria, since ATP is used to ensure cell neutrality rather than to produce H2 (Nazlina et al., 2011); low pHs can also result in inhibition of the hydrogenase activity (Khanal et al., 2004; Nazlina et al., 2011). Literature studies (see e.g., Yu et al., 2002; Khanal et al., 2004; Rechtenbach et al., 2008; Rechtenbach and Stegmann, 2009; Guo et al., 2010) generally agree upon the fact that H2-producing pathways involving acetate and butyrate production are favoured at pHs of approximately 4.5-6.0, while neutral or higher pHs promote ethanol and propionate production (associated to either H2-neutral or H2-consuming pathways). The effects of pH on the metabolic pathways and the associated fermentation yield have also been reported to depend on the specific characteristics of the inoculum and substrate (Nazlina et al., 2011), in particular for complex substrate compositions. The results of studies on the effect of pH on H2 production often show inconsistencies due to the different experimental conditions (substrate/inoculum type, amount and pre-treatment method, pH control strategy), so that systematic investigations on this specific issue are still missing. Also, the effects of the ratio between substrate and inoculum also indicated as F/M (food to microorganism ratio), S/I or S/X (substrate to inoculum ratio), I/S and ISR (inoculum to substrate ratio) are poorly documented for anaerobic digestion of FW (Boulanger et al., 2012) and only few works are conducted specifically on dark fermentation of FW. Pan et al. (2008) has reported the effect of F/M (food to microorganism ratio) on hydrogen production of mixed food waste, finding that the optimal F/M ratio in mesophilic conditions was 6, with an H2 production of 39 ml/g VS. Further increase of the F/M resulted in diminished H2 production. During the present research activity, combined H2 and CH4 production from two residues having different characteristics, cheese whey (CW) and municipal solid waste organic fraction (OFMSW), was studied. Various factors (in particular pH and F/M ratios) were studied in order to enhance H2 and CH4 yields, in particular to assess the optimal operating conditions for fermentative hydrogen production from the two substrates considered. As far as OFMSW was concerned, also the possibility of producing a compost of good quality from the solid phase of the anaerobic digestate was assessed. In the first part of the research, the activity focused on CW treatment. Cheese whey is a by-product of cheese manufacturing and its main components are lactose (45-50 g/l), proteins (6-8 g/l), lipids (4-5 g/l) and mineral salts (8-10% dried extract). The CW treated in this study, is the effluent from cheese production using a mixture of sheep and cow milk. Preliminary dark fermentation batch tests confirmed that hydrogen production from CW is possible even without any specific inoculum and strongly affected by multiple factors including substrate characteristics, as well as pH. Afterwards, semi-continuous anaerobic digestion tests were performed obtaining a stable hydrogen and methane production. For the first stage, three test were conducted, under mesophilic conditions with an HRT of 2 days, at the following pHs (7.5; 6.5; 5.5). The test operated with pH continuously controlled at 5.5 reached the maximum average yield of 80.8 Nl H2/kg TOC (38.4 Nl H2/kg VS) while in the second stage, operating under mesophilic conditions without pH control and adopting a HRT of 10 days, the average yield was 660.7 Nl CH4/kg TOC (383.6 Nl CH4/kg VS). The second part of the research activity was devoted to the OFMSW treatment. OFMSW may represent a relatively inexpensive and suitable source of biodegradable organic matter mainly due to its high carbohydrate content and wide availability (Okamoto et al., 2000; Lay et al., 2003; Kim et al., 2004; Liu et al., 2006; Li et al., 2008a; Li et al., 2008b; Zhu et al., 2008; Wang and Zhao, 2009; Kim et al., 2011a; Nazlina et al., 2011). Synthetic OFMSW was produced in laboratory, in order to make easier the comparison between the results of different tests, according to the following recipe: 8% of meat, 72% of fruit and vegetables, 8% of bread and 12% of cooked pasta (on a wet weight basis). Batch dark fermentation tests using untreated activated sludge as source of inoculum (T= 39°C; pH = 6.5) were performed at four F/M ratios (4; 7; 12 and 18) in order to assess the optimal one. The optimal F/M ratio resulted to be 7, corresponding to the maximum H2 yield of 89.9 Nl H2/ kg VS. Then, the effluent of the first stage (operated with the optimal F/M) was fed, mixed with methanogenic inoculum (F/M ratio = 0.5), to the second stage reactor to investigate methane production. The attained H2 and CH4 production was compared to the CH4 production achieved with a conventional single-stage batch reactor. The results confirm an higher CH4 yield for the second stage, 354 Nl CH4/kg VS versus 271 Nl CH4/kg VS for the single-stage. After a detailed analysis of the informations obtained from the batch tests, a double stage system was operated under semi-continuous conditions in order to better approximate the full scale operation. In the first semi-continuous stage, (T = 39°C; HRT = 2 days; pH = 6.5; F/M = 18), the average yield was 31,8 Nl H2/kg VS while in the second one a stable methane production of 432 Nl CH4/kg VS was obtained at HRT = 25 days (T = 39°C; pH not set). Finally, the solid phase of the digestate coming out form the double stage operated under semi-continuous conditions was composted after dewatering and mixing with a bulking agent. The final product was analysed for the main compost properties. The obtained compost reached a good stability (BOD4= 2 mg O2/l) and did not showed problems of phytotoxicity (germination index = 50%).
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Books on the topic "Produzione urbana"

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Liperi, Felice. Le città sonore: Realtà urbana e produzione musicale. Genova: Costa & Nolan, 1995.

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2

Pisa nel Medioevo: Produzione, società, urbanistica: una lettura archeologica. Ghezzano (PI) [i.e. Pisa, Italy]: Felici, 2011.

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3

Re-start: Dai luoghi dell'ex produzione alla città. Melfi (Italia): Libria, 2014.

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4

Camicia, Sandra, and Giulia Santantonio. Territori e paesaggi della produzione: Spazi da (ri)abitare. Firenze: Altralinea edizioni, 2019.

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5

La produzione di uno spazio urbano: Siracusa tra Ottocento e Novecento. Venezia: Marsilio, 2004.

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6

Michelini, Paolo. L'organizzazione della produzione artigianale a Padova tra il IX e il I secolo a.C. Padova: Padova University Press, 2021.

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7

author, Tamini Luca, ed. Servizi commerciali e produzioni creative: Sei itinerari nella Milano che cambia. [Milan]: Bruno Mondadori, 2014.

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Italy) Giornate gregoriane (10th 2016 Agrigento. La città che produce: Archeologia della produzione negli spazi urbani : atti delle Giornate gregoriane, X edizione (10-11 dicembre 2016). Bari: Edipuglia, 2018.

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1946-2003, Maetzke Gabriella, ed. Metodologia, insediamenti urbani e produzioni: Il contributo di Gabriella Maetzke e le attuali prospettive delle ricerche : Convegno internazionale di studi sull'archeologia medievale in memoria di Gabriella Maetzke, Viterbo, 25-27 novembre 2004. Viterbo: Università degli studi della Tuscia, 2008.

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10

Convegno internazionale di studi sull'archeologia medievale in memoria di Gabriella Maetzke (2004 Viterbo, Italy). Metodologia, insediamenti urbani e produzioni: Il contributo di Gabriella Maetzke e le attuali prospettive delle ricerche : Convegno internazionale di studi sull'archeologia medievale in memoria di Gabriella Maetzke, Viterbo, 25-27 novembre 2004. Viterbo: Università degli studi della Tuscia, 2008.

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Book chapters on the topic "Produzione urbana"

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Vocino, Giorgia. "Caccia al discepolo. Tradizioni apostoliche nella produzione agiografica dell’Italia settentrionale (vi-xi secolo)." In Urban identities in Northern Italy, 800-1100 ca., 357–402. Turnhout: Brepols Publishers, 2015. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.5.109868.

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2

Faraone, Claudia, and Michelangelo Savino. "Rigenerazione urbana e produzione in Veneto." In Città e lavoro, 199–202. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xhz.21.

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3

Barbanente, Angela. "Rigenerazione urbana e produzione di qualità paesaggistica: connessioni possibili fra strategie e strumenti." In Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/027.

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Abstract:
Urban regeneration and landscape policies have usually been developed on a parallel path. The change of paradigm marked by the ELC in the conception of landscape, that now includes ordinary and degraded landscapes as central to human well-being, implies that the strategies of urban regeneration and those of improving landscape quality can be complementary. Starting with some remarks on the ambiguities of the concept of urban regeneration and the threats it poses to landscape quality, the article focuses on the opportunities offered by landscape planning for inclusive and self-sustaining urban regeneration. The paper refers to practices tested in the Puglia region to point out the role played by the political tools to this end.
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Compatangelo-Soussignan, Rita. "Canosa e la Puglia settentrionale: produzione agricolae catasti rurali." In Le ravitaillement en blé de Rome et des centres urbains des début de la République jusqu'au Haut Empire, 167–76. Publications du Centre Jean Bérard, 1994. http://dx.doi.org/10.4000/books.pcjb.756.

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Conference papers on the topic "Produzione urbana"

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Mastronardi, Luigi, and Elena Battaglini. "Turismo sostenibile e tensioni urbane nel terzo millennio." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7990.

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Abstract:
Il processo di urbanizzazione è un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha registrato notevoli cambiamenti, i quali hanno avuto delle ripercussioni sulla distribuzione della popolazione mondiale tra aree urbane e rurali. L’aumento di popolazione nei centri urbani sta già creando problemi relativi alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti e alla disponibilità e qualità della risorsa idrica, come anche problemi di sicurezza sanitaria nelle periferie che continuano ad espandersi in assenza di infrastrutture e servizi. In relazione a ciò, il modello di sviluppo urbano sostenibile assume una valenza strategica in termini sociali, economici ed ambientali. Il turismo può, infatti, contribuire ad aumentare la vitalità economica delle città e a rafforzare il senso di identità urbana. Il turismo sostenibile contribuisce, inoltre, a mantenere l'integrità ambientale e culturale delle comunità, a conservare il patrimonio naturale e le zone ecologicamente sensibili. In questa Sessione dedicata al turismo è stata avviata una riflessione su ciò che il turismo può e deve fare per la sostenibilità del territorio, in maniera particolare di quello urbano. Diventa fondamentale comprendere in che modo il turismo può essere un elemento che può dare un contributo significativo allo sviluppo e all’innovazione sostenibile urbana, dato il suo impatto trasversale sulla società e le sue molteplici sfaccettature ambientali, economiche, sociali, culturali. In conclusione, sulla base degli spunti emersi è lecito affermare che il turismo rappresenti una opportunità di trasformazione delle città e dei territori circostanti, modificando gli equilibri sociali e culturali, economici e urbanistici, riuscendo persino a cambiare il modo di intendere e di vivere le città.
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Cerasoli, Mario. "Rigenerazione e centralità urbane vs sprawl." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7949.

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Abstract:
Le aree urbane centrali, storiche e non, hanno dimostrato, nell’ultimo quindicennio, una straordinaria vitalità e una sorprendente capacità di mettere in atto strategie di rilancio. A dispetto di un annunciato, ma mai verificatosi, declino epocale del proprio ruolo, le realtà urbane continuano a presentarsi come un luogo privilegiato di crescita economica e di sperimentazione sociale e culturale, e si rivelano oggi autonome protagoniste, inserendosi nei circuiti economici innovativi, attirando dall’esterno nuove risorse, finanziarie ed umane, ed incrementando flussi turistici e culturali. Molte operazioni di riqualificazione di siti industriali e portuali sono state completate, producendo effetti positivi nell’attrazione di nuove attività e di investimenti e benefici in termini di miglioramento della qualità urbana. Nonostante la prefigurazione di realtà in cui la diffusione delle tecnologie telematiche e le forme di produzione e comunicazione immateriale, avrebbero determinato decentramenti e indifferenze localizzative, nelle città si assiste ad una rinnovata concentrazione delle più importanti funzioni politiche, direzionali, strategiche e finanziarie, nonché ad una consolidata importanza delle interazioni face-to-face, che restano un fattore rilevante per la costituzione di reti funzionali ad attività lavorative. Questi temi hanno caratterizzato la Sessione Rigenerazione urbana vs Sprawl. In the last 15 years, central urban areas demonstrated a particular vitality and an amazing capacity to put in place recovery strategies. In spite of an announced, but never happened, epochal decline of their role, urban realities continue to present themselves like a privileged place of economic growth and social and cultural experimentation. They appear as independent protagonists, inserting themselves in innovative economic circuits, attracting new finance and human resource from the outside, increasing tourist and cultural flows. A lot of industrial and port sites renovation have been completed having a positive effect in attracting new activities, investments and improvement of urban quality. In spite of forecasts of a reality in which the broadcast of technologies and immaterial form of production and communication would have led to decentralization and indifference as to localization, inside the city, there is a refocusing of the most important political, strategic, management and financial functions, as well as consolidation of the importance of interactions “face – to – face”, that are a really important factor for the constitution of a new functional network and work activities. These themes have characterized the Session Urban Regeneration vs Sprawl.
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Battaglini, Elena, and Sandra Annunziata. "Territoriality and urban policy: addressing territorial complexity." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8028.

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Abstract:
In che modo affrontiamo le istanze poste dalla complessità del territorio nelle pratiche e nella definizione di politiche territoriali? Cosa è la territorialità e quali possono le variabli in gioco nei processi di territorializzazione dei fenomeni urbani? Per rispondere a queste domande il contributo introdurrà la nozione di regione, territorio, luogo, territorialità e territorializzazione. In seguito si analizzano le variabili e le dimensioni emerse, nell’abito della sessione Terrioriality and Urban Policies, nell’affrontare le istanze poste dalla complessità territoriale. Tali dimensioni della “produzione territoriale” saranno qui trattate come un punto di partenza per una definizione delle politiche territoriali che sia informata dall’analisi dei fenomeni urbani e il più possibile aderente alla complessità dei territori contemporanei. How do we deal with territorial complexity in present urban territorial policies and practices. What is territoriality and what are the dimension od territorial production ? In order to explore this issue the contribute will unpack in the first paragraph the notion of region, territory, place, territoriality and territorialisation. In the second paragraph it will outline the dimension of territorial production that inform urban and territorial policies as emerged from the conference parallel session on Territoriality and urban policy. These dimension might inform future approach in territorial policy making.
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