Academic literature on the topic 'Produzione normativa'

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Journal articles on the topic "Produzione normativa"

1

Alě, Alessandro. "La produzione del progetto." TERRITORIO, no. 57 (June 2011): 102–11. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057014.

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Abstract:
L'articolo descrive la costruzione del nuovo Piano urbanistico di Cernusco sul Naviglio seguendo la traccia delle principali scelte effettuate nel corso dello sviluppo tecnico del lavoro. I tempi, i luoghi e le circostanze, gli obiettivi, le condizioni legislative, i limiti e le possibilitŕ operative hanno influito sulla forma del progetto e dei documenti facendo emergere i temi progressivamente e rendendo necessario aggiornare e adattare il disegno e la struttura normativa ed argomentativa del piano come un grande palinsesto. Il racconto segue la maturazione del progetto, la forma e contenuti dei documenti, i principali esiti attesi evidenziandone le molte dimensioni tecniche.
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2

Curami, Andrea. "L'industria bellica prima dell'8 settembre." ITALIA CONTEMPORANEA, no. 261 (February 2011): 665–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261006.

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Abstract:
L'autore esamina le cause del sottoutilizzo dell'industria italiana durante il secondo conflitto mondiale, nonostante una disponibilitŕ di manodopera, forza motrice e materie prime superiore a quella che vi era stata nella Grande guerra, quando l'industria nazionale era stata al contrario capace di avviaremolte produzioni, di raggiungere alti livelli produttivi e di seguire l'evoluzione tecnologica. Staticitŕ progettuale e risultati quantitativamente e qualitativamente limitati caratterizzarono cosě il secondo conflitto mondiale e si spiegano sia con la maggior forza dell'industria rispetto al potere politico, sia con il timore di quest'ultimo di imporre al paese scelte che avrebbero potuto ridurre drasticamente il consenso al regime. In Italia, come in Germania, centrale fu la questione della disponibilitŕ di manodopera per l'industria, e in particolare di quella specializzata. Le richieste avanzate all'inizio del 1943 dai militari circa un uso piů intenso della manodopera (aumento dell'orario di lavoro, diversa normativa sui trasferimenti, impiego piů esteso di donne e ragazzi e controlli piů severi) vennero respinte da Mussolini, che poco dopo sottrasse agli Stati Maggiori ogni controllo sulla produzione bellica.
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Holcombe, Randall G. "The Origin of the Legislature *." Journal of Public Finance and Public Choice 11, no. 1 (April 1, 1993): 3–18. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539572.

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Abstract:
Abstract I due modi di produzione della legge sono la legislazione e l’evoluzione basata sull’interpretazione innovativa della legislazione preesistente.Il presente scritto confronta questi due modi, prendendo come esempio la legislazione dell’antica Roma, nella quale vigeva in origine il sistema evolutivo, che dovette tuttavia cedere il passo all’attività legislative man mano che l’espansione imperiale romana rendeya urgente l’introduzione di nuove normative. A fronte del vantaggio della rapidità nella elaborazione normativa, e quindi della maggior flessibilità del sistema giuridico, il «costo» della legislazione era costituito dalla rinuncia alia stabilità del sistema giuridico, con possibili influenze di carattere politico e serie conseguenze inintenzionali dei provvedimenti legislativi.Proprio per evitare tale costo si è sviluppato il moderno costituzionalismo, che si può quindi considerare una conseguenza del concetto di legislazione che ha avuto origine nel senato romano.
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4

Altiero, Salvatore. "Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Abstract:
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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5

Di Natale, Anna. "Aspetti normativi e legislazione fitosanitaria a sostegno della difesa eco-sostenibile delle colture." Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no. 382/SFE (December 22, 2019): DECA5—DECA9. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.79.

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Abstract:
La normativa europea e nazionale in materia fitosanitaria si è inizialmente interessata alla tutela della salute dei consumatori, regolamentando soprattutto la produzione e la commercializzazione dei prodotti fitosanitari e considerando i loro residui negli alimenti. Successivamente, la legislazione europea ha considerato anche l'impatto delle sostanze chimiche contenute nei formulati commerciali nei confronti dell'operatore e dell’ambiente. Inoltre, con l'approvazione della Direttiva 128 del 2009, che "istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi", per la prima volta ne viene regolamentato l'impiego, stabilendo principi comuni per un loro utilizzo razionale e sicuro. Con questa importante direttiva, si definiscono dei Piani di Azione Nazionale (PAN) per promuovere l'utilizzo di prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e fornire indicazioni per ridurre il loro impatto in ambito agricolo, extra agricolo e in aree naturali protette. In tale contesto, vengono illustrati e discussi i criteri di applicazione e il quadro normativo di riferimento più aggiornato.
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Bruno, Francesco. "Inquinamento del territorio rurale e Pac." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002004.

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Abstract:
All'obiettivo di creare un sistema agricolo competitivo nei mercati mondiali, garante allo stesso tempo della salute dei consumatori, si accompagna l'esigenza di sviluppare le aree rurali, tutelare il territorio e proteggere l'ambiente. Protagonista è l'impresa agricola nella sua accezione multifunzionale, producendo essa non più (o non solo) beni (i prodotti agricoli), ma anche servizi ambientali e territoriali, nell'ambito di un modello di sviluppo endogeno e flessibile delle aree rurali. E proprio nel mercato dei servizi collegati alla tutela e alla conservazione dell'ambiente, caratterizzato dalla crescente domanda di qualità ambientale, l'impresa agricola non dotata di strumenti tali da poter competere nel mercato globalizzato dei beni, trova un naturale "sbocco" per la produzione di servizi legati alle sue specifiche caratteristiche territoriali. Tuttavia, se gli obiettivi che la nuova Politica di sviluppo delle aree rurali intende perseguire sono chiaramente desumibili dal contesto normativo, non altrettanto si può dire degli strumenti che si intende utilizzare, delle pronunce contrastanti dei giudici e della normativa ambientale e urbanistica.
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Hassemer, Chiara. "Ambiente e territorio in una prospettiva europea e italiana." Veredas do Direito: Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 12, no. 23 (October 30, 2015): 17. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v12i23.462.

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Abstract:
La produzione normativa in materia di politiche ambientali e territoriali della attuale legislatura italiana è prevalentemente contenuta in decreti legge e decreti legislativi, emanati anche al fine di adeguare l'ordinamento nazionale alla legislazione europea.Le tematiche ambientali sono presenti anche nei documenti di bilancio (eco bilancio ed eco rendiconto) e nell'ambito dei documenti di economia e finanza (DEF), che recano specifiche sezioni dedicate proprio allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (cd. Allegato "Kyoto").Inoltre nella nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020 è presente una particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione dei beni ambientali, nonché alla promozione di interventi e azioni per favorire l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi.
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Arabia, Aida Giulia, and Carlo Desideri. "Le materie dello "sviluppo economico" alla prova del federalismo fiscale." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 115–31. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001009.

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Abstract:
Con le riforme del c.d. "federalismo amministrativo" e, poi, del Titolo V della Costituzione è stato realizzato un ampio decentramento di compiti alle Regioni nelle materie dello "sviluppo economico". I dati disponibili sulla produzione normativa (leggi e regolamenti) e i dati sulla spesa pubblica evidenziano che, negli anni successivi alle riforme, le Regioni hanno assunto un ruolo rilevante, in particolare nel campo dell'agricoltura e sviluppo rurale e in quello del turismo. La legge n.42 del 2009 sul "federalismo fiscale", definendo i principi e la disciplina dei meccanismi di perequazione, distingue tra funzioni garantite dai Lep (livelli essenziali di prestazione) e "altre" funzioni non protette dai Lep, tra le quali figurano quelle dello "sviluppo economico". Di qui alcuni interrogativi sulle condizioni che possono consentire alle Regioni di continuare ad assicurare e rafforzare il loro impegno politico- finanziario per lo "sviluppo economico"; più in generale, sulla coerenza tra la riforma del "federalismo fiscale" e il disegno costituzionale del regionalismo, come si è andato consolidando sul piano concreto e nella giurisprudenza costituzionale sulla cooperazione e la "leale" collaborazione tra Stato e Regioni.
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9

Amunátegui, Carlos. "Cerami, Pietro - Corbino, Alessandro - Metro, Antonino - Purpura, Gianfranco, Roma e il Diritto. Percorsi costituzionali, produzione normativa, assetti, memorie e tradizione del pensiero fondante della esperienza giuridica occidentale." Revista de estudios histórico-jurídicos, no. 33 (2011): 677–79. http://dx.doi.org/10.4067/s0716-54552011000100026.

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10

Szymecka, Agnieszka. "Produzioni di qualitĂ e sviluppo rurale: il caso polacco." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 3 (March 2010): 191–98. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003008.

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Abstract:
L'oggetto del presente lavoro sono le condizioni giuridiche di sviluppo delle produzioni agroalimentari di qualità in Polonia. Questo tipo di produzioni è molto importante per l'agricoltura europea. Infatti, la Commissione europea considera tali produzioni l'arma più potente degli agricoltori europei in un mondo sempre più competitivo. Esse contribuiscono, inoltre, allo economico-sociale e ambientale sviluppo rurale sostenibile. Nella prima parte l'autrice prende in esame la definizione della "qualità ". Ne analizza varie nozioni adottate dal recente Libro verde sulla qualità dei prodotti agricoli e sottopone a critica alcune di loro. Vengono presentati anche gli "schemi di prodotti di qualità " europei e nazionali. La seconda parte del lavoro prensenta diverse iniziative avviate in Polonia e dirette alla promozione delle produzioni agroalimentari di qualità . Sono presentate le barriere normative in merito che riguardano: la definizione giuridica dell'attività di trasformazione dei prodotti agricoli, le norme fiscali e le regolazioni sulla vendita diretta. Viene fatta una comparazione con le rispettive norme e regolazioni italiane. In conclusione l'autrice constata che il legislatore polacco non è sufficientemente coinvolto nella creazione di un appropriato contesto normativo necessario per lo sviluppo delle produzioni di qualità in Polonia.
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Dissertations / Theses on the topic "Produzione normativa"

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CICCAGLIONI, PAOLA. "La produzione normativa tra parlamento e governo: rottura di un equilibrio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/201865.

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Abstract:
ABSTRACT – Lingua italiana Il lavoro ha inteso analizzare «l’attività normativa “tra” Parlamento e Governo», evidenziando in che modo e con quale impatto – qualitativo e quantitativo – il potere legislativo e quello esecutivo esercitano la fondamentale funzione di produzione del diritto, nel momento attuale. La riflessione prende le mosse dalla configurazione della forma di governo e delle fonti del diritto di rango primario, come determinate dalla Costituzione repubblicana: in entrambe si ritiene, infatti, di poter rinvenire una centralità riservata al Parlamento, in quanto organo direttamente rappresentativo del popolo. Coerentemente con tale premessa, la Sezione della Carta costituzionale che disciplina la «formazione delle leggi» si apre con l’affermazione per cui «la funzione legislativa è esercitata dalle due Camere» (art. 70) e prosegue, disciplinando i poteri normativi primari del Governo – eccezionali e derogatori – in coerenza con tale assunto di fondo. Per il ricorso al decreto legislativo e al decreto-legge sono previsti alcuni presupposti specifici ed una serie di limiti e garanzie che giustificano il momentaneo spostamento dell’esercizio della funzione legislativa in capo all’Esecutivo. In tali procedimenti normativi, inoltre, viene riservato un ampio spazio al Parlamento, il quale è chiamato ad intervenire, in sede di approvazione della legge di delega o di conversione del decreto-legge, proprio al fine di re-introdurre, in una decisione marcatamente governativa, i suoi elementi tipici, quali la partecipazione delle minoranze e la pubblicità dei lavori. I titoli scelti per i due capitoli successivi sintetizzano quanto accaduto nell’evoluzione della produzione del diritto e, con ciò, nella configurazione della forma di governo vigente. Il dato più evidente che emerge dall’analisi delle modalità di produzione normativa è che alla «crisi della legge e del Parlamento» ha fatto da contraltare un contestuale «rafforzamento dell’Esecutivo» anche nella produzione di atti normativi primari, modificando l’equilibrio iniziale previsto nella Costituzione. La legge ha, gradualmente, perduto il proprio ruolo centrale nel sistema mentre la delegazione legislativa e la decretazione d’urgenza sono divenuti gli strumenti privilegiati di produzione delle norme giuridiche. Di ognuna di queste tre fonti del diritto sono state esaminate alcune tendenze e prassi considerate “sintomatiche” della loro evoluzione concreta e i riflessi che tali fenomeni producono rispetto alla stessa configurazione della forma di governo del nostro Stato.
English ABSTRACT This paper purports to analyse the “legislative activity “as between” the Parliament and Government”, with the focus being placed on how Parliament and Goverment respectively exercise their legislative functions, as well as on the qualitative and quantitative impact which such functions respectively have nowadays. The analysis originates from form of government and sources of primary regulations, as determined under the Republican Constitution: in respect of the both of them, it has been claimed that a central role has been conferred upon the Parliament in its capacity as organ directly representative of the will of the common. Coherently with this argument, the Section of the Constitution disciplining the legislative process opens with a statement according to which “The legislative function is exercised by the two Chambers” (Article70), and proceeds disciplining the legislative powers of the Government – to be regarded as exceptional and derogatory in their nature – consistently with this fundamental premise. The exercise of the Government’s legislative powers, in the forms of legislative decrees (‘decreti legislativi’) and law decrees (‘decreti legge’), is conditional on the fulfilment of specific requirements and encounters substantial limits, the purposes of which is to preserve the exceptional and derogatory nature of the Government’ legislative powers. Further, an important role is conferred upon the Parliament, which intervenes both in the process of converting law decrees (‘decreti legge’) into laws and in the process of approving a law conferring upon the Government the power to issue legislative decrees (‘decreti legislativi’). The role of the Parliament is aimed at establishing, in the context of Government’s legislative activity, those mechanisms which have traditionally characterised the Parliament’s legislative activity, to be identified in the involvement of minorities and the transparency of institutional activities. The headings of the following two chapters outline the substantial changes which have been witnessed from the perspective the legislative activity and, coherently with it, from the perspective form of government. From the following analysis of the legislative activity it emerges that “the crisis of the law and of the Parliament” has been mirrored by a “strengthening of the Government” in the production of primary legislation, modifying the balance between the Parliament and Goverment as initially established under the Constitution. Whilst the central role of the ‘laws’ as sources of rules has been gradually eroded, legislative decrees and law decrees have increasingly earned importance. Each of the these three sources of rules have been analysed from the standpoint of certain tendencies and usages in which such changes have resulted, as well as from the perspective of the consequences originating from such changes in terms of form of government.
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Sciacca, Antonio Massimo. "Normativa e adempimenti legislativi legati alla produzione e al consumo di alimenti." Doctoral thesis, Università di Catania, 2013. http://hdl.handle.net/10761/1403.

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Abstract:
I cambiamenti verificatisi nella società negli ultimi decenni, hanno modificato radicalmente il nostro rapporto con il cibo, determinando una maggiore attenzione agli aspetti legati alla qualità e alla sicurezza degli alimenti. La legislazione relativa alla produzione, al consumo e alla vendita di alimenti è abbastanza complessa e articolata, con norme che spesso tendono a sovrapporsi. A fronte del corpus a volte enorme di Leggi, Decreti, Normative, c è spesso un oggettiva difficoltà di orientamento . Da qui la necessità di organizzare le norme in modo da agevolarne la consultazione. Per questo si è deciso di orientare la ricerca verso un particolare aspetto della Scienza dell Alimentazione : la Legislazione alimentare .
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Nanti, Niccolo' <1987&gt. "La produzione di danza in Veneto: analisi delle compagnie di danza e normativa di riferimento." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6593.

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Abstract:
Oggetto del seguente lavoro è un particolare ramo dello spettacolo dal vivo, di cui non si sente parlare molto spesso, ossia la danza. in particolare si vuole porre l'attenzione sulla produzione di danza, quindi su quei soggetti che producono spettacoli e progetti di danza e balletto,ossia le compagnie private di danza. Il campo d'indagine è circoscritto a quello della regione Veneto e si descriveranno le compagnie suddivise in cinque categorie: professionali sovvenzionate; professionali non sovvenzionate; giovani; non sovvenzionate e coreografi professionisti indipendenti. In particolar modo si analizzeranno quelle della prima categoria che hanno operato nel settore fino all'anno 2014, anno di entrata in vigore del decreto ministeriale 1 luglio 2014, n. 71, che pone forti criteri da soddisfare ai soggetti che intendano richiedere il sovvenzionamento al Ministero dei bei beni e delle attività culturali e del turismo. Si analizzeranno i due scenari che si sono venuti a creare con l'entrata in vigore di suddetta normativa allegando interviste ai direttori artistici delle compagnie in oggetto.
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VITALE, TOMMASO. "Conflitti e produzione normativa: un approccio pragmatico. Tre casi di conflitto sulla destinazione di aree pubbliche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2003. http://hdl.handle.net/10281/10448.

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Abstract:
How to study local development when it seems that local societies are torn in a lot of "fragments", in different groups that do not communicate between them, do not understand them, do not accept them? What could be the contribution of political sociology to the study of development in polarised local societies? Considering different bodies of literature, the paper examines the reasons why it is necessary to examine conflicts and local development in relation to the forms of institutional mediation. To study the normative dimension involved in a conflict I studied some cases of allocative conflict at the urban level. Particularly, I tried to understand if, and how, in these cases the contentious process enacts a common normative tissue and social ties based on publics goods, recognized like commons. I consider normativity like a result, enacted in the dynamics of a conflict, and I develop my analysis within a public action theory that I elaborate from the pragmatic research program of the "political and moral sociology" (Boltanski, Thévenot 1991): I consider conflicts like "sequences of tests, submitted to a categorization more or less binding, that enact an arena of actors, which is composed of different stages, each one with its own temporality". So, I elaborate questions about the quality of mediations, about the public character of the conflict arena and about the normative competences of actors in conflict.
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Garusi, Samuele. "Produzione di energia elettrica e termica da rifiuti solidi urbani, nel rispetto delle normative di salvaguardia ambientale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4032/.

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BAJ, GIULIA. "Armed non-State Actors and their Impact on International Lawmaking. From State-centrism to Self-regulation." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2022. http://hdl.handle.net/10281/386205.

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Abstract:
I gruppi armati non statali sono emersi in anni recenti come rilevanti attori nello scenario internazionale. Questi, infatti, sono oggi spesso coinvolti in conflitti e frequentemente esercitano controllo su parti di territori statali. Ciononostante, appare esserci una carenza normativa nella disciplina di questi gruppi da parte del diritto internazionale. Quest’ultimo, infatti, è tradizionalmente prodotto dagli Stati, al fine di vincolare se stessi. L’emergere di attori non statali causa un ostacolo nel funzionamento stato-centrico del tradizionale diritto internazionale. Un altro problema legato alla disciplina dei gruppi armati è legato alla loro identificazione; infatti, questi gruppi evolvono rapidamente e spesso presentano caratteristiche riconducibili a diverse sotto-categorie di gruppi armati. Ciò costituisce un ostacolo nella loro identificazione e conseguente possibile coinvolgimento in attività di produzione normativa. La prassi contemporanea mostra, tuttavia, un sempre più frequente coinvolgimento dei gruppi armati non statali nella adozione di strumenti normativi, come strumenti di auto-controllo standardizzati e accordi con le autorità statali. Varie risposte sono state fornite dalla dottrina circa la compatibilità di questa prassi al diritto internazionale. Considerando il rispondere alle esigenze della comunità internazionale come obiettivo ultimo del diritto internazionale, appare possibile giustificare a livello dottrinale il coinvolgimento di questi gruppi non statali nelle attività di produzione normativa. Ciò è coerente con lo sviluppo del diritto internazionale nella regolazione dei gruppi armati non statali. Per ovviare ai problemi di efficienza normativa causati dalla concezione stato-centrica del diritto, si è abbandonato questo approccio e diverse disposizioni vincolanti per i gruppi armati sono state adottate in diverse branche del diritto e sono state giustificate a livello dottrinale. Considerato lo sviluppo della prassi e l’approccio teorico che trova nel perseguimento delle esigenze della comunità internazionale il suo obiettivo, sembra possibile ammettere il coinvolgimento dei gruppi armati non statali in attività di produzione di disposizioni di diritto internazionale sia sotto un profilo pratico che teorico.
Armed non-state actors (ANSAs) have recently emerged as relevant actors within the international scenario. In fact, they are often involved in armed conflicts and frequently control territories belonging to states. Nonetheless, a gap in the regulation of ANSAs by international law exists. International law, in fact, is traditionally produced by states to regulate themselves. The emergence of non-state actors, like ANSAs, creates an obstacle in the functioning of the traditional, state-centric international law. Another issue connected to the regulation of ANSAs regards their identification. In fact, ANSAs evolve rapidly and often present characteristics belonging to different subcategories of armed groups. This creates difficulties in their identification and the consequent possible involvement in lawmaking activities. However, international practice shows a more and more frequent involvement of ANSAs in processes of production of legal instruments, such as international agreements with state authorities and self-regulation instruments. Various theories have been submitted regarding the compatibility of this practice with international law. Taking into consideration the aim of international law of meeting the needs of the international community, the involvement of ANSAs in lawmaking activities appears theoretically justified. This is consistent with the development of international law in the regulation of ANSAs. To solve the difficulties regarding normative efficiency caused by the state-centric conception of international law, this state-centric approach has been abandoned and several provisions binding ANSAs have been adopted in several branches of international law. This practice has been theoretically justified as well. Considering the development of international practice and the theoretical approach based in the pursuit of the needs of the international community, it appears possible, both from a practical and theoretical perspective, to engage with ANSAs in activities of production of rules of international law.
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GUARDAMAGNA, CHIARA. "I principi generali nell'esperienza giuridica. Prospettive di diritto pubblico dell'economia." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/42375.

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Abstract:
I principi generali compongono una categoria concettuale indefinita. Per indagarne la posizione e il ruolo nell’esperienza giuridica occorre fare i conti con la loro ambivalente natura di norme che incorporano valori. Infatti, proprio l’essere sospesi tra il puro diritto e la dimensione metagiuridica delle regole assiologiche appartenenti all’etica e alla morale rende i principi generali un unicum difficile da incasellare. A questo unicum, indeterminato fin che si vuole, l’ordinamento attribuisce effetti giuridici. Da qui, ossia dal fatto che il diritto si serva dei principi perché ai principi riconosce delle funzioni, occorre muovere per dare ai principi se non una definizione almeno un senso giuridico. Un senso che va oltre quel che la legge “dice” sui principi generali e si delinea più che altro nella considerazione complessiva del giuridico come sistema unitario, per quanto non sempre ordinato ed omogeneo. Un senso, allora, che si rivela e si riassume nell’utilità che i principi rivestono per e nel sistema giuridico. È l’inadeguatezza del diritto positivo, sempre più frammentato e incerto, ad avvalorare il senso giuridico dei principi generali, quella loro attitudine ad affiancarsi alla norma scritta per migliorarla. Talché, se sul piano dogmatico i principi generali sono concetto trasversale all’intero diritto, ciò nondimeno la loro importanza pratica è tanto maggiore in rapporto a quegli ambiti di disciplina più toccati dall’inflazione legislativa e dalle varie manifestazioni di quella che suole chiamarsi crisi del diritto. Da ciò si deduce la ragione di affiancare i principi generali, argomento classico di teoria generale, allo studio del diritto dell’economia che è tra i settori più colpiti dai fenomeni di ipertrofia della produzione normativa. L’idea di fondo è che nei principi generali sia possibile trovare quell’ancoraggio che la sola norma positiva non è in grado di imprimere all’ordine economico.
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Pifferi, Francesca. "La produzione del gelato: aspetti normativi, standard qualitativi e igienico-sanitari." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Le continue allerte sanitarie relative agli alimenti potenzialmente responsabili di malattie a trasmissione alimentare ribadiscono la necessità di garantire la sicurezza alimentare dei prodotti commercializzati. A tale fine la responsabilizzazione dell’operatore del settore alimentare è un punto cardine infatti l’attuale legislazione alimentare rovescia, rispetto all'assetto precedente, l’onere primario di garanzia della sicurezza alimentare come riportato nel Regolamento (CE) N.178/02. Sulla base di tali considerazioni qualunque operatore alimentare dovrà sviluppare un appropriato piano HACCP sulla base del quale definire i potenziali rischi e le misure per eliminarli o mitigarli. In questo elaborato si è voluto analizzare il settore della gelateria artigianale strutturalmente molto complesso e ricco di opportunità interessanti, soprattutto per quanto riguarda il mercato estero il cui fine è quello di preservare tradizione e qualità di un prodotto "Made in Italy". Il presente elaborato mira ad evidenziare i principali aspetti della produzione del gelato artigianale finalizzati alla salvaguardia dei requisiti di qualità e salubrità igienico-sanitari e al rispetto delle norme legislative. Verranno inoltre illustrati i principali rischi sanitari riconducibili al consumo di gelato in quanto tale e delle materie prime utilizzate per la sua produzione al fine di identificare i possibili interventi correttivi con i quali garantire la sicurezza al consumatore finale.
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IAMMARINO, Debora. "Danno ambientale e responsabilità nella gestione dei rifiuti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251115.

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Abstract:
La disciplina del danno ambientale è stata oggetto di diverse e numerose modifiche nel corso degli anni, sia a livello nazionale che europeo. Regolata in Italia, per la prima volta, dalla L. 349/1986 che, all’art. 18, prevedeva la risarcibilità del danno ambientale indipendentemente dalla violazione di altri diritti individuali come la proprietà privata o la salute. In ambito Europeo il primo intervento si è avuto con l’adozione della Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. La Direttiva è stata poi recepita in Italia con il D.Lgs. n. 152/2006, che nella Parte Sesta si occupa puntualmente di responsabilità per inquinamento ambientale. Tuttavia, le principali novità della normativa comunitaria con riferimento al regime di responsabilità per attività inquinanti nei confronti dei beni ambientali, non sono state immediatamente riprese in modo adeguato dalla normativa italiana, motivo per cui sono state emanate due procedure di infrazione nei confronti del Governo italiano che, per correre ai ripari, in un primo momento, ha approvato il D.l. 135/2009 introduttivo di nuovi criteri per il ripristino del danno ambientale e successivamente il legislatore è intervenuto con la Legge n. 97/2013 in materia di misure di risarcimento del danno e in materia di criteri di imputazione delle responsabilità. Tuttavia, l’assetto dei criteri di imputazione delle responsabilità è stato più volte oggetto degli interventi interpretativi della giurisprudenza che hanno delineato un quadro molto più rispondente alle istanze di origine comunitaria e ai principi del diritto europeo. All’interno di questo quadro più ampio si inserisce la questione della Gestione dei rifiuti, anch’essa oggetto di svariate modifiche normative volte sempre di più ad una tutela ambientale maggiore e prioritaria, attraverso metodi e tecniche in grado di ridurre la produzione dei rifiuti, l’introduzione del concetto di riduzione, prevenzione e recupero, riciclo e solo in ultimo lo smaltimento. Ruolo centrale assume in questo ambito l’attribuzione delle relative responsabilità in capo ai vari soggetti che si occupano della gestione dei rifiuti, pertanto nell’ultimo capitolo, si analizzeranno le diverse forme di responsabilità degli stessi e si darà conto dei principali interventi giurisprudenziali e della diverse interpretazioni dottrinali che hanno interessato la materia negli ultimi anni.
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BASILI, Silvia. "Gli attuali scenari del commercio internazionale dei prodotti agroalimentari, tra vecchie e nuove questioni di sicurezza alimentare: una riflessone comparatistica ta UE, USA e CINA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251081.

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Abstract:
Il commercio dei prodotti agroalimentari ha assunto oggi una dimensione globale, che pone una serie di questioni su cui è necessario riflettere. Una di queste riguarda la sicurezza alimentare intesa nell'accezione di food safety, ossia come il diritto di ogni individuo a consumare cibo sano e sicuro. La sicurezza alimentare implica l'assenza di elementi estranei che sono riconducibili ai residui dei trattamenti antiparassitari, veterinari, contaminanti ambientali o ancora l'assenza di adulterazioni nel processo di produzione, che possono comportare un rischio per la salute dei consumatori. La tesi analizza le principali dinamiche internazionali relative all'attuale commercio dei prodotti agroalimentari, focalizzando l'attenzione sulla questione della sicurezza alimentare, che da un lato deve garantire senza compromessi la tutela di tutti i consumatori, e dall'altro però, le misure adottate non devono costituire inutili ostacoli commerciali per le imprese alimentari esportatrici. L'analisi inizia dagli accordi nati nell'ambito della WTO, con la firma del Trattato di Marrakech nel 1994, con lo scopo di favorire gli scambi commerciali internazionali attraverso una maggiore armonizzazione delle differenti normative di riferimento. Per quanto riguarda specificamente la sicurezza alimentare si fa riferimento all'Accordo SPS sulle misure sanitarie e fitosanitarie e al Codex Alimentarius, che hanno lo scopo di creare un sistema di norme internazionali valido all'interno dei paesi membri della WTO per tutelare la salute dei consumatori e garantire pratiche eque nel commercio degli alimenti. Dal contesto multilaterale della WTO si procede ad analizzare il ruolo degli accordi bilaterali o regionali, nati in seguito alla crisi del multilateralismo, iniziata con il round di Doha nel 2001e dovuta principalmente all'eterogeneità delle posizioni dei Paesi membri. In particolare nell'ambito degli accordi bilaterali si fa riferimento al partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) recentemente negoziato tra UE e USA, e fermo per ora a tale fase. Si tratta di un accordo di libero scambio volto ad abbattere molte barriere commerciali esistenti tra le due sponde dell'Atlantico, con particolare riferimento a quelle non tariffarie consistenti in divergenze normative che ostacolano le esportazioni, tra cui vanno sicuramente ricomprese le misure sanitarie e fitosanitarie, che si sono rivelate le questioni maggiormente dibattute nel corso delle trattative del TTIP, offrendo lo spunto per analizzare in chiave comparatistica le due diverse tradizioni giuridiche di food safety, delineate attraverso la tematica degli OGM, dove emerge la distanza dell'approccio giuridico tra le due potenze transatlantiche. L'uso delle moderne tecniche di ingegneria genetica in campo alimentare è stato uno dei temi particolarmente discussi nell'ambito delle negoziazioni; gli OGM erano già stati oggetto di una controversia tra Europa e USA nell'ambito della WTO. In ogni caso il TTIP, nonostante il suo fallimento, segna comunque la volontà delle due potenze di trovare una base normativa comune. L'ultima parte della tesi riguarda invece l'evoluzione della sicurezza alimentare in Cina, che grazie alla rapida crescita economica degli ultimi anni, si attesta ad essere una delle potenze protagoniste degli scambi commerciali mondiali, completando in tal modo il quadro internazionale di riferimento. L'introduzione nel 2009 della prima legge sulla sicurezza alimentare, poi modifica nel 2015, rappresenta un primo avvicinamento ai sistemi normativi occidentali. L'analisi delle diverse normative di food safety nel contesto europeo, statunitense e cinese mostra come la globalizzazione economica abbia determinato anche una globalizzazione giuridica o meglio un progressivo allineamento dei diversi sistemi normativi. La necessità di facilitare gli scambi commerciali per competere a livello mondiale ha favorito l'avvicinamento dei vari ordinamenti giuridici. Pertanto si assiste a una sorta di "contaminazione legislativa" estranea alla politica commerciale comune della WTO, ferma da tempo ad una fase di completa stagnazione. In particolare per quanto riguarda il settore alimentare si auspica che il progressivo avvicinamento dei sistemi normativi sul tema della sicurezza alimentare possa favorire la nascita di una food law unitaria a livello globale, che sappia rispondere alle esigenze economiche - commerciali della libera circolazione dei prodotti, e contemporaneamente garantire la tutela di tutti i consumatori, assicurando un elevato livello di qualità e sicurezza.
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Books on the topic "Produzione normativa"

1

Piergigli, Valeria. Le regole della produzione normativa. Torino: G. Giappichelli, 2009.

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Piergigli, Valeria. Le regole della produzione normativa. Torino: G. Giappichelli, 2009.

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3

Alberto, Artosi, Bongiovanni G, Vida S, Università di Bologna, and Centro interdisciplinare di ricerca in storia del diritto, filosofia e sociologia del diritto e informatica giuridica "G. Fassò-A. Gaudenzi"., eds. Problemi della produzione e dell'attuazione normativa. Bologna: Gedit, 2001.

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4

Ghiribelli, Annalisa. Decretazione d'urgenza e qualità della produzione normativa. Milano: A. Giuffrè, 2011.

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5

Vignale, Mario. L' espropriazione per pubblica utilità nell'attuale carenza di produzione normativa. Napoli: Jovene, 1986.

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6

Ettore, Coni, and Istituto superiore di sanità (Italy), eds. Latte di produzione nazionale: Rispondenza di alcuni parametri chimico-fisici alla normativa europea. Roma: Istituto superiore di sanità, 1997.

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7

Greco, Nicola. Crisi del diritto, produzione normativa e democrazia degli interessi: Esemplarità della normazione tecnica ambientale. Roma: Edistudio, 1999.

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8

Fiore, Marcello. Normativa sanitaria della produzione e distribuzione degli alimenti: Coordinata con giurisprudenza, pronunce della pubblica amministrazione, legislazione comunitaria. Milano, Italy: F. Angeli, 1991.

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9

Audino, Riccardo. I prodotti fitosanitari in agricoltura e nell'ambiente: Aspetti ambientali, normativi, sanitari e tecnologici connessi alla produzione, commercio e impiego dei fitofarmaci : normativa comunitaria e italiana. Milano: Pirola, 1995.

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10

Silano, V. Medicinali di uso umano: Aspetti economici, normativi, procedurali e tecnici connessi a sperimentazione, produzione, prezzi, commercio e vigilanza in Europa e in Italia : aggiornato al 30 settembre 2001. Milano: Tecniche nuove, 2001.

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Book chapters on the topic "Produzione normativa"

1

Azzara, Claudio. "La produzione normativa, prima e dopo il 774." In 774, ipotesi su una transizione, 353–63. Turnhout: Brepols Publishers, 2008. http://dx.doi.org/10.1484/m.scisam-eb.3.1254.

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2

Titone, Fabrizio. "Il ruolo delle universitates nella produzione normativa in Sicilia, secoli XIV-XV." In Statuts communaux et circulations documentaires dans les sociétés méditerranéennes de l'occident (xiie-xve siècle), 203–22. Éditions de la Sorbonne, 2018. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.40333.

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3

D’Attoma, Sara. "1 • Famiglia e diritto nella Repubblica Popolare Cinese." In Sinica venetiana. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-602-2/001.

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Abstract:
La sociologia riconosce nella famiglia un sistema normativo autonomo, un insieme di regole endogene al nucleo famigliare. A questo sistema di norme si oppone quello esogeno di produzione politica. Il rapporto esistente tra queste due normative si regge su una continua tensione che, a fasi alterne, propende per l’una o per l’altra.
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Gianfreda, Anna. "Autonomia confessionale e sistema delle fonti del diritto ecclesiastico. riforma del terzo settore e tutela della privacy: un banco di prova per la produzione normativa confessionale." In Costituzione, religione e cambiamenti nel diritto e nella società. Pisa University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.12871/978883339215822.

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