Journal articles on the topic 'Produzione di soggetti'

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Greco, Lidia. "Produzione globale, lavoro e strategia sindacale: alcune riflessioni a partire dalla teoria delle catene globali del valore." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 123 (September 2011): 49–81. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123004.

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Abstract:
Partendo dai processi di riorganizzazione globale della produzione secondo catene del valore, l'articolo riflette sulle implicazioni per il lavoro, sulle sfide che esso si trova a fronteggiare e sulle risposte che sembrano delinearsi. Dopo un periodo di inevitabile disorientamento, l'articolo dŕ conto del rinnovato attivismo da parte del sindacato che si traduce, da un lato, nell'elaborazione di strategie più adeguate alla mutata organizzazione del lavoro e, dall'altro, nella collaborazione con nuovi soggetti sociali e verso forme di regolazione del lavoro diverse da quelle tradizionali. La ristrutturazione della produzione con cui il capitale tenta incessantemente di superare la criticitŕ del lavoro si scontra infatti con una dimensione sostantiva incontrovertibile che consiste nel suo bisogno ultimo di realizzare l'accumulazione: esisterŕ sempre quindi un momento nel quale il capitale avrŕ la necessitŕ di definire una dialettica socio-spaziale.
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Tajani, Cristina. "Reti, attori, politiche e beni collettivi nei processi di riaggiustamento industriale in Lombardia." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 122 (June 2011): 221–34. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122016.

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Abstract:
Le reti formalizzate tra imprese e quelle tra imprese e istituzioni sono un fenomeno su cui la letteratura si è interrogata a lungo utilizzando sia una prospettiva economica, sia sociologica e organizzativa. Scopo del presente articolo è quello di indagare, in primo luogo, i meccanismi che presidiano la formazione di queste reti, al fine di meglio comprendere chi siano gli attori che gestiscono questi processi e il ruolo delle politiche (in particolare le modalitŕ di finanziamento all'innovazione) nella nascita della rete. In seconda battuta si guarderŕ ai beni collettivi per la competitivitŕ ricercati e generati da queste aggregazioni e al ruolo giocato, nella loro produzione, dai soggetti pubblici o misti a livello territoriale. L'obiettivo è quello di capire quali siano i beni collettivi funzionali alla riorganizzazione su base territoriale dell'economia e se - e in che modo - le istituzioni del territorio riescano a contribuire alla loro produzione. L'analisi si appoggerŕ sulla comparazione tra due casi di reti tra medie imprese di recente formazione, entrambe situate in Lombardia, ed entrambe sorte come esito intenzionale della gestione di importanti crisi aziendali.
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Proietto, Marcello. "Per un'analisi statistica della documentazione." ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no. 2 (December 2021): 159–85. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002011.

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Abstract:
Il lavoro propone una valutazione quantitativa dei dati emersi dalla lettura di cinquantacinque atti notarili ricavati dai documenti del Tabulario dei monasteri di San Nicolò l'Arena di Catania e di Santa Maria di Licodia confluiti in questo Catalogo. Sono stati individuati ed elaborati gli elementi relativi all'anno, al mese e al luogo di produzione degli atti nonché alla tipologia giuridica e all'onomastica dei soggetti che partecipano all'azione giuridica. A corredo del saggio si sono scelti due privilegi del secolo XV riguardanti il primo la concessione di pescato del fiume di Paternò a firma della regina Bianca a favore dell'ente religioso di riferimento, l'altro una concessione enfiteutica da parte del conte Guglielmo Raimondo Moncada a favore di un privato.
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Carretero García, Ana. "Impactos sociales, económicos y medioambientales derivados de la pérdida y el desperdicio de alimentos." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 127–39. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.9.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di presentare le condizioni sociali, economiche e ambientali della perdita e dello spreco di cibo. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono sprecate in tutto il mondo e circa 1 miliardo di persone soffrono di malnutrizione. Per contrastare queste tendenze negative,la Commissione europea ha preparato una nuova piattaforma Internet europea dedicata alle questioni relative alla lotta contro la perdita e lo spreco alimentare. È una forma di sostegno per tutti i soggetti che operano per eliminare lo spreco alimentare in ogni fase di produzione, un luogo per divulgare le migliori pratiche di mercato nel campo della produzione agricola, uno strumento per monitorare i progressi nella lotta contro la perdita e lo spreco alimentare e una forma di incoraggiamento per avviare le cooperazioni intersettoriali. Secondo l’autrice, le azioni intraprese dall’Unione europea nell’ambito discusso meritano l’approvazione, tuttavia non sono sufficienti. Il fenomeno dello spreco alimentare è condizionato da molti fattori che influenzano la finale e reale qualità del prodotto. In particolare si tratta dei costi sociali e ambientali generati dalla produzione e dal trasporto, nonché in relazione al processo di preparazione degli alimenti per il consumo. Al fine di contrastare la situazione, andrebbero intraprese azioni volte a introdurre cambiamenti significativi nel modo in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito e consumato, il che contribuirebbe a creare un processo produttivo più sostenibile dal punto di vista ambientale e socialmente responsabile.
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Salvini, Andrea. "Dentro le reti. Forme e processi della Network Governance." RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no. 4 (November 2011): 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004004.

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Abstract:
La complessitŕ dei fenomeni sociali e dei meccanismi di governo delleha prodotto l'allargamento della partecipazione alla sfera pubblica fino a comprendere un vasto orizzonte di soggetti interessati ad intervenire, a vario titolo, nella produzione di servizi e di beni comuni (istituzioni pubbliche, terzo settore, imprese). Le forme e i modi di questa partecipazione hanno previsto la costituzione di nuove entitŕ organizzative normalmente descritte mediante il concetto di rete; di conseguenza, stante la centralitŕ della dimensione reticolare che assumono i processi di governo all'interno della sfera pubblica "allargata", i concetti die ditendono a coincidere. In questo saggio si discutono le forme e i processi che caratterizzano il "governo mediante le reti", attingendo ad una duplice fonte teorica, lae l'interazionismo simbolico.
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Lattanzi, Pamela. "I distretti Ogm free: un'opportunitĂ di differenziazione del territorio." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (December 2010): 55–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001005.

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Abstract:
Gli orientamenti comunitari sulla coesistenza consentono agli operatori - sulla base di accordi volontari - di dare vita ad aree geografiche senza coltivazioni geneticamente modificate o, più in generale, a filiere non transgeniche. È questo il punto di partenza dell'idea dei distretti, la cui realizzazione, consentendo di introdurre (e conservare) nel panorama regionale una realtà costruita su regole diverse - e legittime - da quelle che vigono in generale per il comparto agroalimen- tare, permette di conseguire diversi risultati, tra cui quello di far acquisire un valore aggiunto alla "produzione" ottenuta nell'ambito di tali distretti. La diversità territoriale, così costruita, necessita, per avere successo, di essere realizzata attraverso idonee politiche programmate e condivise da soggetti pubblici istituzionalmente competenti in materia.
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Mongillo, Vincenzo. "Imprese multinazionali, criminalità transfrontaliera ed estensione della giurisdizione penale nazionale: efficienza e garanzie "prese sul serio"." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 170 (August 2021): 179–213. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170002.

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Abstract:
In un mondo in cui l'attività economica si è globalizzata e la dimensione transfrontaliera del crimine di impresa è esponenzialmente cresciuta, il tema dell'estensione spaziale delle leggi penali nazionali assume rilievo centrale. La parcellizzazione della produzione in gruppi societari, joint venture e catene di approvvigionamento globali, oltre a fomentare reati e violazioni di diritti umani da parte delle imprese multinazionali o transnazionali, erode la capacità di enforcement degli Stati. Il saggio si concentra, così, sulle nuove forme di giurisdizione extraterritoriale - sia autentiche che "mimetizzate" sotto una nozione di territorialità dilatata all'estremo - da una duplice prospettiva: efficacia della risposta punitiva e tutela dei diritti fondamentali dei soggetti (individui e società) sottoposti a procedimento penale da parte di molteplici autorità nazionali, nell'ottica di un equilibrio ragionevole.
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PASSALI, D., G. CORALLO, S. YAREMCHUK, M. LONGINI, F. PROIETTI, G. C. PASSALI, and L. BELLUSSI. "Stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 6 (December 2015): 420–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-895.

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Abstract:
La Sindrome delle Apnee Ostruttive Notturne (OSAS) è una patologia caratterizzata da alterazioni metaboliche e da un elevato rischio di sviluppo di patologie cardiovascolari. Lo scopo dello studio è stato quello di identificare dei markers precoci predittivi di rischio cardiovascolare con la valutazione dello stress ossidativo misurato attraverso esami di laboratorio in soggetti normali e pazienti con diagnosi di sindrome delle apnee ostruttive notturne. È stato effettuato uno studio prospettico per confrontare i risultati di laboratorio ottenuti dalla valutazione dei biomarkers dello stress ossidativo in 20 pazienti adulti con OSAS e 20 soggetti sani. Le tecniche di analisi utilizzate avevano l’obiettivo di identificare e quantificare i danni dei radicali liberi attraverso la misurazione di anti-ossidanti e pro-ossidanti in modo da valutare l’equilibrio ossidativo presente nei due gruppi di studio. I due gruppi di pazienti sono risultati omogeni per sesso, età ed indice di massa corporea (p < 0,05). Una differenza statisticamente significativa è stata individuata tra i livelli di indice di apnea-ipopnea valutata alla polisonnografia e di isoprostani, produzione di proteine di ossidazione e proteine non legate al ferro nei due gruppi in esame. Nessuna differenza significativa è stata trovata nel livello dei tioli tra i soggetti sani e i pazienti con sindrome delle apnee ostruttive. I tioli, a differenza degli altri markers, sono molecole anti-ossidanti, i restanti sono invece espressione di danno ossidativo. I risultati dello studio indicano che i biomarkers potrebbero essere utilizzati come indici di ostruzione delle vie aeree superiori (VAS) e come marcatori precoci di ipossiemia causando processi flogistici ricorrenti e danno locale da radicali liberi a carico delle VAS.
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Journals, FrancoAngeli, and Massimiliano Grava. "Dalle fabbriche ai nuovi spazi dell' innovazione: transizioni socio-economiche e mutamenti dei paesaggi della produzione." RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no. 4 (December 2021): 45–72. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12959.

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Abstract:
Il presente contributo si pone l'obiettivo di combinare l'analisi dei cambiamenti urbani generati dalle dinamiche di transizione socio-economica con lo studio delle trasformazioni di spazi industriali e l'emergere di segni e significati riconducibili ai nuovi paesaggi dell'innovazione. Partendo dagli approcci evolutivi applicati in campo geografico e adottando alcune chiavi di lettura di matrice storico-culturale elaborate dalla letteratura sul paesaggio, il lavoro ricostruisce la storia dei processi di industrializzazione, di abbandono e di recupero che hanno riguardato tre aree industriali, situate in contesti urbani di piccolee medie dimensioni della provincia di Pisa, e la loro trasformazione in luoghi dell'universit&agrave;, della cultura, dell'imprenditorialit&agrave; high-tech. Oltre alla trattazione dei contenuti progettuali e del ruolo dei soggetti convolti, l'articolo mira ad evidenziare le nuove forme di materialit&agrave; collegate ai paesaggi dell'innovazione e le interconnessioni con le tendenze di sviluppo post-fordista e le strategie promosse a livello locale.
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De Marchi, Valentina. "La domanda e l'offerta di competenze ambientali: l'esempio del Veneto." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2011): 90–110. http://dx.doi.org/10.3280/es2011-002010.

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Abstract:
Se la realizzazione di sistemi di produzione e consumo che concilino aspetti economici ed ambientali č un obiettivo sempre piů importante per manager e politici a livello mondiale, si sa ancora poco delle competenze e conoscenze necessarie alle aziende per raggiungere questo obiettivo. Sulla base di interviste nel settore del legno-arredo in Veneto, questa analisi esplorativa identifica tre tipologie di competenze ambientali - tecniche, amministrative e strategiche - e tre modalitÀ attraverso le quali le aziende vi possono accedere - lo sviluppo interno delle competenze, l'interazione con soggetti esterni e l'assunzione di figure professionali specifiche. Inoltre, l'articolo propone un'analisi degli enti che offrono competenze ambientali in Veneto, incluse universitÀ, consulenti ed aziende di servizi, in base all'efficacia della loro offerta, cosě come percepita da manager ed esperti del settore. Infine, vengono discussi i risultati e suggerite indicazioni di policy per migliorare l'offerta di competenze ambientali.
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Degli Esposti, Piergiorgio. "Consumatore 2.0, partecipazione o sfruttamento?" SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no. 40 (June 2010): 119–30. http://dx.doi.org/10.3280/sc2009-040010.

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Abstract:
Che si parli di societŕ dei consumi, cultura del consumo o anche capitalismo consumistico, tutti questi concetti sottolineano la crescente importanza del consumo rispetto alla produzione. Questo articolo analizza come l'universo del consumo sia in trasformazione in conseguenza delle opportunitŕ rese disponibili oggi dal web 2.0 e dai social network sites. La virtualizzazione ha un importante effetto sulla percezione da parte del consumatore del concetto di proprietŕ, che perde a sua volta progressivamente di significato. Accade cosě che la relazione consumatore, marca, prodotto, si evolva in maniera cosě rapida da far sembrare che negli ultimi anni il consumatore abbia acquisito un nuovo potere nei confronti degli altri due soggetti. Se i mercati e le marche sono sempre piů orientati alle conversazioni con i clienti, significa che richiedono una partecipazione attiva dei consumatori all'interno dei loro discorsi. All'inizio degli anni ottanta Toffler usava il termine prosumer per indicare il momento in cui la produzione e il consumo si incontrano. Questo concetto appare ancora oggi centrale all'interno del dibattito relativo alle modalitŕ di coinvolgimento dei consumatori nei siti di social network. Il termine prosumer oggi perň va letto in una prospettiva differente, che consideri non solo le possibilitŕ di un aumento di potere del consumatore, ma anche quelle che si possono considerare come nuove forme di sfruttamento del consumatore stesso.
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Mordeglia, Caterina. "La rappresentazione del corpo animale nei manoscritti di favole esopiche latine." Reinardus / Yearbook of the International Reynard Society 25 (December 31, 2013): 120–40. http://dx.doi.org/10.1075/rein.25.08mor.

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Abstract:
L’ampia diffusione e la ricca presenza di soggetti zoomorfi hanno favorito per tutta l’Antichità e il Medioevo il proliferare di una ricca tradizione figurativa della favola esopica in ambito artistico, soprattutto scultoreo, ed editoriale, spesso frammentata e non sempre riconducibile a un modello letterario o iconografico specifico. La produzione di manoscritti miniati di favole esopiche latine prende invece campo in maniera consistente solo nel Tardo Medioevo. Prima di questa data i codici caratterizzati da un ciclo figurativo completo e strutturato pervenutici sono pochi. In questo saggio vengono esaminate le raffigurazioni animali contenute in alcuni di essi, molto celebri per la testimonianza iconografica che ci offrono o per la loro raffinatezza stilistica, rapportandole con le eventuali fonti letterarie che possono averle influenzate. Oggetto dell’indagine sono, nell’ordine, i mss.: Paris, Bibliothèque Nationale de France, nouv. acq. lat. 1132 (sec. IX); Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversiteit, Voss. lat. 8° 15 (Section XI); Bologna, Biblioteca Universitaria, 1213 (Section XIV); Udine, Biblioteca Arcivescovile, Codice Bartolini 83 (Section XV).
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Ballarino, Gabriele, Daniele Checchi, Carlo Fiorio, Stefano Iacus, Marco Leonardi, and Giuseppe Porro. "La valutazione dell'efficacia del "sistema delle doti" della Regione Lombardia: modelli statistici e criticitŕ nella progettazione." RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no. 49 (May 2012): 39–76. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049004.

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Abstract:
Il contributo descrive e commenta un esercizio di valutazione svolto per conto della Regione Lombardia nel biennio 2009-2011. Oggetto della valutazione era una serie di programmi (le "doti") rivolti all'inserimento occupazionale di categorie di soggetti variamente svantaggiati, che ricevono voucher con cui accedere a servizi per l'impiego forniti da operatori accreditati, sia pubblici che privati. Il fine della valutazione era la produzione di un ranking per la valutazione dell'efficacia del servizio dei vari operatori. L'articolo descrive in primo luogo i dati che sono stati resi disponibili al gruppo dei valutatori e, a partire da questi, una serie di criticitŕ collegate al disegno del programma. Quindi vengono descritti i modelli statistici utilizzati: due versioni di un modello multilivello a effetti casuali e un modello di analisi della frontiera di efficienza (DEA). Infine, si spiega perché il ranking cosě costruito non č utilizzabile operativamente e cosa si puň fare per superare le criticitŕ e ottenere una valutazione completa e soddisfacente di importanti politiche pubbliche analoghe a quella descritta in questo lavoro.
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Bernabini, G., and V. Panichi. "Anemia e resistenza all'eritropoietina nel paziente uremico in dialisi." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 2 (January 24, 2018): 25–29. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1209.

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Abstract:
Esiste uno stretto legame tra anemia, malattia cardiovascolare e mortalità nei pazienti in dialisi. L'anemia rappresenta infatti un fattore prognostico negativo ed è associata a una scarsa sopravvivenza e a una ridotta qualità della vita nei soggetti in trattamento dialitico. Oggi, la disponibilità di numerosi agenti stimolanti l'eritropoiesi (ESAs) ha portato alla quasi completa scomparsa dell'anemia di grado severo che richiede emotrasfusioni. Nonostante questo una percentuale abbastanza consi-stente di pazienti, circa il 10%, non riesce ancora a raggiungere il valore di Hb target raccomandato dalle linee guida internazionali; il termine di Resistenza all'Eritro-poietina è stato quindi introdotto per definire quei pazienti che non raggiungono il target di Hb nonostante una dose di ESA superiore a quelle usuali o che continuamente necessitano di dosi più elevate per mantenere nel range i valori di Hb. Numerosi studi presenti in letteratura hanno evidenziato l'associazione tra incremento degli indici infiammatori e ridotta risposta agli ESA; l'infammazione cronica, mediante la produzione di citochine pro-inflammatorie determina soppressione midollare con inibizione della proliferazione e della differenziazione dei progenitori eritroidi e aumento dei livelli di una piccola proteina, l'epcidina, prodotta dal fegato in risposta a stimoli infiammatori che sembra fortemente legata al meccanismo della resistenza all'eritropoietina.
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Passali, D., G. Corallo, A. Petti, M. Longini, F. M. Passali, G. Buonocore, and L. M. Bellussi. "A comparative study on oxidative stress role in nasal breathing impairment and obstructive sleep apnoea syndrome." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 6 (December 2016): 490–95. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1361.

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Abstract:
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è una malattia che può portare ad alterazioni metaboliche e a un’aumentata incidenza di patologie cardiovascolari. Questo studio ha lo scopo di definire l’espressione e il significato clinico di biomarkers coinvolti nello stress ossidativo nei pazienti con diagnosi di OSAS. I risultati degli esami di laboratorio dello stress ossidativo sono stati confrontai prospetticamente in tre gruppi di soggetti: 10 con sindrome delle apnee ostruttiva del sonno con Apnea Hypopnea Index (AHI) > 30; 10 con roncopatia notturna e AHI < 15 e 10 con insufficienza respiratoria nasale e AHI < 5. I pazienti sono stati sottoposti a test cutanei per aero-allergeni comuni, rinoscopia anteriore, rinomanometria anteriore attiva, fibrolaringoscopia e polisonnografia. Per la ricerca dei biomarkers dello stress ossidativo sono stati effettuati test diagnostici in campioni di sangue e urine. I gruppi sono risultati omogenei per età, sesso e distribuzione del Body Mass Index (BMI) (p > 0.05). Ci sono state differenze significative nell’AHI tra i tre gruppi di pazienti (p < 0.05). Nessuna significatività statistica è stata identificata (p > 0.05) tra i livelli di biomarkers di stress ossidativo nelle tre popolazioni studiate. I risultati del nostro studio hanno mostrato che il naso può svolgere un ruolo nella patogenesi dell’ OSAS, attraverso la produzione di biomarkers di stress ossidativo.
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Russo, Eugenio. "La scultura della seconda metà del IV secolo d.C." Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia 30 (February 20, 2019): 249–308. http://dx.doi.org/10.5617/acta.6874.

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Abstract:
Si parte dalla scultura di Costantinopoli, che assume una propria identità non con Teodosio I come si pensa comunemente, ma con il nipote Teodosio II: la scultura di carattere mitologico, grazie alla statuetta di Cristo del Museo Nazionale Romano e alla statua di Valentiniano II, da Afrodisia, può essere attribuita, unitamente alla produzione “cristiana”, a maestranze afrodisiensi attive nella capitale. Maestranze di Afrodisia che contemporaneamente hanno lavorato a Roma: non solo per soggetti pagani, ma pure per a statuetta diCristo e per sarcofagi cristiani (come quello di Giunio Basso), tra cui spicca - come l’esemplare di più alta qualità - il sarcofago del beato Egidio in S. Bernardino a Perugia. Maestranze afrodisiensi sicuramente attive anche a Mantova per il sarcofago della cattedrale: dove tuttavia, come per i varii esemplari di Roma , vi è la compresenza di maestranze romane, italicheforse. Pure in Renania notiamo l’attività degli artefici di Afrodisia; mentre a Ravenna siamo davanti a sarcofagi importati direttamente da Costantinopoli, nella cui esecuzione si vede evidente la mano di maestranze afrodisiensi di vario livello. Per Efeso, ho rinvenuto nella città alta un capitello di pilastro di età antonina, ch’è stato in parte rilavorato in modo mimetico forse all’inizio del V secolo: è l’unico elemento nuovo tra le opere di artefici effemini finora apparso per questo periodo nella città , accanto ai capitelli della prima basilica di S. Giovanni, della”Stigengasse” e dell’edificio a ovest del Prytaneion.
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CAMELO, Danielle, and José BATISTA NETO. "Concepções sobre a Relação Ensino-Pesquisa no/do Currículo da Licenciatura em História da UFPE em Contexto de Reforma Curricular." INTERRITÓRIOS 6, no. 11 (August 6, 2020): 36. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247747.

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Abstract:
O presente artigo tem como objetivo analisar concepções construídas por docentes e funcionário do corpo técnico-administrativo do curso de licenciatura em História da Universidade Federal de Pernambuco sobre a relação ensino-pesquisa proposta pelo curso a partir de sua reforma curricular, implantada em 2012.2. Para construímos a pesquisa, utilizamos a entrevista semiestruturada como instrumento metodológico. Foram entrevistados/as docentes do curso e funcionário do corpo técnico administrativo. A análise dos dados foi realizada a partir da produção teórica de Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro e Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), e categorizada a partir da técnica da Análise de Conteúdo de Bardin. As entrevistas mostraram divergências entre as concepções dos sujeitos sobre o currículo do curso, o processo de reforma e, dentro disto, acerca da concepção teoria-prática, concebida como indissociável por um grupo de sujeitos e como dicotômica por outro grupo. Ensino-Pesquisa. Formação de Professores/as. Licenciatura.ABSTRACTThe objective of this article is to analyze conceptions built by professors and employees of the technical-administrative staff of the degree course in History of the Federal University of Pernambuco about the teaching-research relationship proposed by the course from its curricular reform, implemented in 2012.2 To build the research, we use the semi-structured interview as a methodological tool. The course teachers and administrative staff were interviewed. The data analysis was performed from the theoretical production of Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro and Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), and categorized from the technique of Content Analysis of Bardin. The interviews showed divergences between the subjects' conceptions about the course curriculum, the reform process and, within this, about the theory-practical conception, conceived as inseparable by one group of subjects and as dichotomous by another group.Teaching-Research. Teacher Training. Bachelor's Degree.RESUMENEl propósito de este artículo es analizar las concepciones construidas por profesores y funcionarios del personal técnico-administrativo del curso de Historia en la Universidad Federal de Pernambuco sobre la relación de enseñanza-investigación propuesta por el curso a partir de su reforma curricular, implementada en 2012.2. Para construir la investigación, utilizamos la entrevista semiestructurada como herramienta metodológica. Los profesores y el personal técnico administrativo fueron entrevistados. El análisis de datos se realizó con base en la producción teórica de Soares y Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro y Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), y categorizado según la técnica de análisis de contenido de Bardin. Las entrevistas mostraron divergencias entre las concepciones de los sujetos sobre el currículo del curso, el proceso de reforma y, dentro de esto, sobre el concepto de teoría-práctica, concebido como inseparable por un grupo de sujetos y como dicotómico por otro grupo.Enseñanza-Investigación. Formación del profesorado. Licenciatura.RIASSUNTOQuesto articolo ha lo scopo di analizzare le concezioni costruite da professori e dipendenti del personale tecnico-amministrativo del corso di Storia dell'Università Federale del Pernambuco sul rapporto insegnamento-ricerca proposto dal corso dalla sua riforma curriculare, attuato nel 2012.2. Per costruire la ricerca, abbiamo usato l'intervista semi-strutturata come strumento metodologico. Sono stati intervistati insegnanti e personale amministrativo del corso. L'analisi dei dati è stata eseguita sulla base della produzione teorica di Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro e Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), e classificato usando la tecnica di Content Analysis di Bardin. Le interviste hanno mostrato divergenze tra le concezioni dei soggetti sul curriculum del corso, il processo di riforma e, all'interno di questo, sulla concezione teoria-pratica, concepita come inseparabile da un gruppo di soggetti e come dicotomica da un altro gruppo.Insegnamento-Ricerca. Formazione degli insegnanti. La laurea.
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Colao, Floriana. "La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra." Italian Review of Legal History, no. 7 (December 22, 2021): 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Abstract:
Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Adornato, Francesco. "Agricoltura plurale paradigma dell’Europa." Przegląd Prawa Rolnego, no. 1(30) (June 8, 2022): 13–24. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.2.

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Abstract:
L’articolo si propone di affrontare il tema dell’agricoltura plurale paradigma dell’Europa. Il ruolo assegnato alla funzione agricola è stato soggetto a cambiamenti i cui confini sono stati notevolmente ampliati al di là della produzione alimentare. In tal contesto sono emerse problematiche paesaggistiche e ambientali legate ad aspetti sociali e culturali combinati con il rapporto urbano-rurale. A livello dell’UE appaiono nuovi percorsi di sviluppo dell’agricoltura in correlazione con il cibo, l’ambiente, il benessere degli animali (welfare).
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Alicata, Maria. "Tra intimità e ricerca di sé: Pia Epremian e il cinema sperimentale in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta." Boletín de Arte, no. 40 (November 28, 2019): 245–53. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2019.v0i40.5703.

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Abstract:
Il saggio vuole approfondire alcuni aspetti specifici della filmografia di Pia Epremian De Silvestri filmmaker nata a Chivasso in provincia di Torino nel 1942. Attraverso l'analisi dei suoi film è possibile ripercorrere la vicenda del cinema sperimentale in Italia che fiorisce nella seconda metà degli anni Sessanta epoca che vede nascere spazi di condivisione e collaborazione: collettivi di artisti, di cineasti come la Cooperativa Cinema Indipendente (1967-1971), di studenti, di femministe. Tra le poche donne filmmakerattive in quel periodo, i suoi lavori rispecchiano la ricchezza di questo momento storico tra produzione e sperimentazione artistica, dove la dimensione soggettiva e personale è predominante. Si tratta di un cinema girato in prima persona che caratterizza la sua produzione e che ha contribuito alla creazione di una nuova identità femminile.
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Borelli, Guido. "Urbanizzazione ‘creativa' e modo artistico di produzione dello spazio. Due casi milanesi." SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no. 90 (September 2010): 49–88. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090005.

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Abstract:
Utilizzando come terreno d'indagine i ‘quartieri creativi' che proliferano nella cittŕ e tenendo sullo sfondo la letteratura piů in voga sull'argomento, il saggio utilizza alcuni insegnamenti di Henri Lefebvre entro un approccio di urban political economy, con l'intento di dimostrare che i ‘quartieri creativi' possono essere considerati non soltanto come uno spontaneo pot-pourri urbano di edifici, cortili, strade e di un fitto network di relazioni sociali ed economiche, ma anche come un terreno soggetto agli interessi delle maggiori forze sociali, economiche e politiche. Dal resoconto di due ‘quertieri creativi' milanesi emerge come la specializzazione e la diversificazione funzionale dell'organizzazione urbana siano diventate uno strumento attraverso il quale i developer riescono a esercitare un influsso consistente nella trasformazione spaziale delle cittŕ.
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Stagnaro, Carlo, and Federico Testa. "Nucleare, "modello finlandese" e mercato: una strada percorribile per l'Italia?" ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 2 (April 2011): 39–55. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-002002.

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Abstract:
Con la legge n. 99 del 2009, l'Italia ha fatto il primo passo verso il ritorno alla produzione di energia nucleare sul proprio territorio. Questo articolo intende valutare la compatibilità del nucleare con un mercato elettrico liberalizzato facendo riferimento al caso della Finlandia e alle soluzioni ivi adottate. In secondo luogo confronta le indicazioni che emergono da questo esame con le scelte compiute e da compiere da parte del governo italiano. Infine formula alcune proposte di policy per rendere compatibile gli investimenti in centrali nucleari con l'attuale organizzazione del mercato elettrico soggetta alle direttive europee.
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Armano, Emiliana, Cristina Morini, and Annalisa Murgia. "Per un'ontologia precaria. L'approccio orientato alla soggettività." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (November 2022): 48–62. http://dx.doi.org/10.3280/es2022-002005.

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Abstract:
I processi di precarizzazione sono stati indagati attraverso due principali linee di indagine. La prima - sviluppata principalmente nel campo della sociologia economica - si concentra sulla "precarietà" del lavoro (precarity), investigata nelle dimensioni strutturali che hanno progressivamente eroso il regime occupazionale fordista per una parte crescente della forza lavoro. La seconda linea di indagine riflette invece sull'ontologia precaria del soggetto contemporaneo e sulla precarietà esistenziale (precariousness) che permea l'intera vita degli individui. Partendo dai risultati di una serie di ricerche condotte principalmente in Italia, questo articolo inquadra la precarietà in termini di produzione di soggettività, anche alla luce del contesto pandemico, e discute di potenziali forme di resistenza attraverso la cura, la prossimità e la costruzione di relazioni sociali basate sull'incontro affettivo e dei corpi.
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Maletto, Andrea. "«Malinconia della primavera». La perdita della natura negli esordi di Attilio Bertolucci." ENTHYMEMA, no. 29 (July 15, 2022): 16–38. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/17265.

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Abstract:
Le impressionistiche rappresentazioni del paesaggio che caratterizzano la prima produzione in versi di Attilio Bertolucci parlano in filigrana di una perdita della natura da parte del soggetto poetico. Muovendo da alcune prose giovanili dell’autore e soffermandosi poi su Sirio e Fuochi in novembre, l’articolo mira innanzitutto a delineare questa vicenda. Ciò consente in un secondo momento di riconsiderare la postura enunciativa tipica della poesia bertolucciana, quella dell’io lirico che descrive il paesaggio campestre, e soprattutto il ruolo dello sguardo, che in ragione dei rilievi effettuati mostra il suo carattere di limite accanto a quello di fondamentale risorsa conoscitiva. Vengono infine indagati i motivi della perdita, riconducibili all’azione corrosiva del tempo e alla prigionia causata dalla vita in città, e il significato simbolico profondo della separazione dalla natura.
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Greco, Cristina. "La costruzione dell’identità dello scienziato nel graphic novel." Mnemosyne, no. 6 (October 15, 2018): 16. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i6.13673.

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Abstract:
Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di una produzione di graphic novel sempre più attenta alle narrazioni del sé e al fumetto come luogo di valorizzazione della memoria individuale e collettiva. In Logicomix, che racconta la storia di Bertrand Russell, la costruzione dell’identità dello scienziato si fonda su una forma di narrazione a metà strada tra finzione autobiografica e racconto biografico. La prospettiva semiotica ci ha permesso di indagare le modalità di costruzione dell’Io dello scienziato adoperate dal testo. Emerge in maniera significativa il rinvio alla dimensione di affettività del soggetto narrativo, che si intreccia al tema della ricerca della verità, tra genio e follia. Si potrebbe parlare, allora, di una fusione tra romanzo biografico e autobiografico, tra documento e finzione, tra passato e presente. Il testo sembrerebbe, dunque, in grado di produrre nuovi ambiti di senso e, per mezzo del dispositivo dell’immaginazione, ridefinire significati già noti.
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Costantino, Laura. "Politiche europee e nazionali di contrasto allo spreco alimentare nella produzione primaria: analisi e prospettive future." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 141–48. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.10.

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Abstract:
Lo scopo dell’articolo è di presentare la regolamentazione del mercato agricolo in Nicaragua e di indicare soluzioni giuridiche che potrebbero contribuire a superare una distribuzione iniqua delle risorse economiche derivanti dall’attività agricola nazionale all’interno della filiera alimentare. In particolare, si tratta di individuare scappatoie giuridiche che contribuiscono ad una distribuzione iniqua delle risorse nel regime nicaraguense di approvvigionamento per i prodotti agroalimentari e di proporre soluzioni alternative per la loro eliminazione alla luce della scienza del diritto agrario. Secondo l’autore, la principale difficoltà per il produttore agricolo nicaraguense è il processo di commercializzazione dei prodotti sul mercato dei prodotti agricoli dell’America centrale e del Nicaragua nonché carenze normative in questo ambito. Il Sistema dell’integrazione centroamericana (SICA), vincolante nella maggior parte dei paesi della regione, da un lato contiene regolazioni giuridiche complete sull’agricoltura, dall’altro non corrisponde pienamente alla struttura moderna della filiera agroalimentare. In pratica, la legislazione regionale e nazionale è soggetta a frequenti cambiamenti e non protegge in modo sufficiente il produttore agricolo in ogni fase di produzione. Un’alternativa sarebbe quella di introdurre cambiamenti a livello regionale, sotto forma di aree di libero scambio e di attuare la politica agricola comune da parte dei Paesi dell’America centrale.
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Bouzar, Dounia, and Lylia Bouzar. "Il mondo del lavoro europeo come campo per la costruzione del pensiero sociale musulmano." SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no. 162 (March 2022): 60–78. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-162003.

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Abstract:
Gli autori sostengono che ridurre l'Islam a una "essenza totalizzante", come fanno alcuni discorsi islamisti e politici, ha lo svantaggio di portare il dibattito sul piano del dibattito ideologico, trascurando così aspetti antropologici e storici. Nel saggio sono analizzate le conseguenze della mutazione delle forme musulmane tradizionali e istituzionali in scelte che sono sempre più individuali e soggettive, con conseguenze ambivalenti: se il mondo del lavoro si è rivelato elemento costitutivo di una nuova produzione teologica musulmana europea, che ha elaborato un "pensiero sociale musulmano" aperto al pluralismo, l'Europa vede crescere anche le basi di un pensiero antisociale dei musulmani che fanno riferimento all'ideologia wahhabita.
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Pasour, E. C. "Marginal Cost Pricing: Implications for Public Utility Regulation*." Journal of Public Finance and Public Choice 5, no. 1 (April 1, 1987): 45–51. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117534.

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Abstract:
Abstract I sostenitori della tesi della fissazione del prezzo sulla base del costo marginale ritengono desiderabile dal punto di vista sociale che le imprese producano fino a quando il prezzo della produzione supera il costo marginale.Peraltro, i costi marginali sono costi di opportunità, la cui natura è soggettiva e, quindi, non osservabile. Ne consegue che il tradizionale approccio alia regolamentazione economica si fonda su di un’ipotesi erronea: che le stime sui costi e sui profitti delle imprese compiute dalla commissione regolamentatrice possano coincidere con le stime dell’imprenditore. Le analisi qui svolte dimostrano che difficoltà d’informazione impediscono di seguire la regola della determinazione del prezzo sulla base del costo marginale.II procedimento logico attraverso cui si è giunti alia regola del costo marginale si basava sul modello della concorrenza perfetta. Tuttavia, le difficoltà d’informazione messe in evidenza fanno ritenere che il solo modo per stabilire prezzi concorrenziali è quello di «avere» un sistema competitivo nella realtà.
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IGNÁCIO, Patrícia. "A pedagogização do discurso do consumo no processo de escolarização." INTERRITÓRIOS 5, no. 9 (December 9, 2019): 276. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243598.

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Abstract:
RESUMOO presente artigo investiga o processo de pedagogização do discurso do consumo nas práticas discursivas escolares, dando ênfase às condições de possibilidade para a materialidade do referido discurso no processo de escolarização e à forma como ele opera na produção dos sujeitos escolares para o consumo. Para dar visibilidade à pedagogização do discurso do consumo, a pesquisa compõe uma estratégia analítica inspirada nas proposições de Michel Foucault acerca da análise do discurso e da governamentalidade; nos Estudos Culturais; e nas descrições feitas por autores tais como Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, entre outros, sobre a condição humana em tempos marcados pela cultura de consumo. O corpus de análise é composto por textos enunciadores do discurso do consumo no processo de escolarização, retirados das Diretrizes Curriculares Nacionais, dos Parâmetros Curriculares Nacionais, de livros paradidáticos, dos manuais de formação de professores e de Planos do Portal do Professor/MEC. Os resultados apontam para: (1) um quadro de conceitos, objetos e modalidades que reverberam e materializam o discurso do consumo no campo da educação e (2) um conjunto de tecnologias de si – inscritas na rede de sistemas de significações da sociedade de consumo – por meio das quais os sujeitos se observam, se interpretam, se julgam, se narram, se gerenciam e se moldam. Tais dados mostram a forma como as práticas discursivas escolares pedagogizam o discurso do consumo – de acordo com o regime de verdade de campo discursivo da educação -, ensinando os sujeitos escolares a desempenhar o papel de consumidores.Educação e Consumo. Educação para o Consumo. Escola e Consumo. Processo de Escolarização e Consumo.The pedagogical transformation of consumption discourse in the schooling process ABSTRACTThis paper investigates the process of pedagogization of consumption discourse in school discursive practices, emphasizing the conditions of possibility for the materiality of this discourse in the schooling process and the way it operates in the production of school subjects for consumption. To give visibility to the pedagogization of consumer discourse, the research composes an analytical strategy inspired by Michel Foucault's propositions about discourse analysis and governmentality; in Cultural Studies; and in the descriptions made by authors such as Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, among others, about the human condition in times marked by consumer culture. The corpus of analysis consists of texts that enunciate the discourse of consumption in the schooling process, taken from the National Curriculum Guidelines, National Curriculum Parameters, paradidmatic books, teacher training manuals and Teacher Portal / MEC Plans. The results point to: (1) a framework of concepts, objects and modalities that reverberate and materialize the discourse of consumption in the field of education and (2) a set of self technologies - inscribed in the network of meaning systems of the consumer society. - through which subjects observe, interpret, judge, narrate, manage and shape themselves. These data show how school discursive practices pedagogize consumer discourse - according to the discursive field truth regime of education - by teaching school subjects to play the role of consumers. Education and Consumption. Consumer Education. School and Consumption. Schooling Process and Consumption. Il discorso sul consumo ne la formazione Scientífica RIASSUNTO Questo documento cerca di indagare il discorso sul consumo nelle pratiche nelle scuole, sottolineando le condizioni de la materialità del discorso nel processo scolastico e il modo in cui opera nella produzione di materie scolastiche per il consumo. Per dare visibilità alla al discorso del consumatore, la ricerca compone una strategia analitica ispirata alle proposizioni di Michel Foucault sull'analisi del discorso e sulla governabilità; in studi culturali; e nelle descrizioni fatte da autori come Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, tra gli altri, sulla condizione umana in tempi segnati dalla cultura del consumo. Il corpus di analisi è costituito da testi che enunciano il discorso del consumo nel processo scolastico, tratti da Linee guida per i curricula nazionali, parametri dei curricula nazionali, libri paradidmatici, manuali di formazione degli insegnanti e piani del portale / MEC per gli insegnanti. I risultati indicano: (1) un quadro di concetti, oggetti e modalità che riverberano e materializzano il discorso del consumo nel campo dell'educazione e (2) un insieme di auto-tecnologie - inscritte nella rete di sistemi di significato della società dei consumi. - attraverso cui i soggetti osservano, interpretano, giudicano, narrano, gestiscono e modellano se stessi. Questi dati mostrano come le pratiche discorsive scolastiche pedagogano il discorso dei consumatori - secondo il regime discorsivo della verità sul campo dell'educazione - insegnando alle materie scolastiche a svolgere il ruolo dei consumatori. Istruzione e Consumo. Educazione Al Consumo. Scuola e Consumo. Processo Scolastico e di Consumo. La transformación pedagógica del discurso del consumo en el proceso escolar RESUMEN Este artículo investiga el proceso de pedagogización del discurso del consumo en las prácticas discursivas escolares, enfatizando las condiciones de posibilidad para la materialidad de este discurso en el proceso escolar y la forma en que opera en la producción de asignaturas escolares para el consumo. Para dar visibilidad a la pedagogización del discurso del consumidor, la investigación compone una estrategia analítica inspirada en las proposiciones de Michel Foucault sobre el análisis del discurso y la gubernamentalidad; en estudios culturales; y en las descripciones hechas por autores como Bauman, Schor, Lipovetsky, Sarlo, entre otros, sobre la condición humana en tiempos marcados por la cultura del consumidor. El corpus de análisis consiste en textos que enuncian el discurso del consumo en el proceso escolar, tomados de las Pautas del Currículo Nacional, Parámetros del Currículo Nacional, libros paradidmáticos, manuales de capacitación docente y Planes del Portal del Maestro / MEC. Los resultados apuntan a: (1) un marco de conceptos, objetos y modalidades que reverberan y materializan el discurso del consumo en el campo de la educación y (2) un conjunto de auto tecnologías inscritas en la red de sistemas de significado de la sociedad de consumo a través del cual los sujetos se observan, interpretan, juzgan, narran, gestionan y modelan. Estos datos muestran cómo las prácticas discursivas escolares pedagogizan el discurso del consumidor, de acuerdo con el régimen de educación discursiva de campo de la verdad, al enseñar a los sujetos escolares a desempeñar el papel de consumidores. Educación y consumo. Educación del consumidor. Escuela y consumo. Proceso de escolarización y consumo.
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Canazza, Alessandro. "«IL VIAGGIO PER L’ITALIA DI GIANNETTINO» DI COLLODI: UN’ANALISI LINGUISTICA." Italiano LinguaDue 13, no. 2 (January 26, 2022): 420–502. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17146.

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Abstract:
La facies linguistica del Viaggio per l’Italia di Giannettino presenta le caratteristiche note e attese della lingua di Collodi, all’insegna di un toscanismo temperato dal costante riferimento alla tradizione letteraria panitaliana e preponderante soprattutto a livello lessicale, ma ben attento ad evitare derive di stampo popolareggiante, che in questa e in altre sedi vengono espressamente menzionate come dispreferibili. Collodi – pur senza dichiararlo apertamente – contribuisce a delineare (nella prassi scrittoria ancor più che nella prescrizione grammaticale, maggiormente conservativa) i tratti di quel manzonismo moderato, fondato sull’uso fiorentino medio e “civile”, che tanto gradimento avrebbe riscosso nel Milanese e che nella produzione collodiana per l’infanzia trova una delle sue applicazioni più felici e feconde. L’analisi sistematica del testo, proposta in questo contributo, arricchisce gli studi linguistici collodiani con nuovi spogli e conferma alcuni dei tratti che meglio incarnano il “manzonismo di fatto” della lingua di Collodi (monottongazione del dittongo velare dopo contoide palatale, desinenza analogica nella prima persona singolare dell’imperfetto indicativo, forme oblique del pronome personale di terza persona singolare con funzione di soggetto, prevalenza del tipo che cosa nelle proposizioni interrogative e molti altri); al contempo evidenzia la variazione diacronica presente nelle diverse edizioni di ciascun volume dell’opera e sottolinea il differenziale stilistico, di sicura autorialità, che caratterizza gli ultimi due volumi, e specialmente il terzo, all’insegna di una medietà toscoletteraria maggiormente avvertita e tuttavia contaminata, soprattutto a livello lessicale, dall’impiego di voci popolari, secondo una linea che potremmo definire “toscanista” e rigutiniana. Il viaggio per l’Italia di Giannettino by Collodi: a linguistic analysis The linguistic form of Il Viaggio per l’Italia di Giannettino (Giannettino’s Journey Across Italy) displays some of the well-known and expected characteristics of Collodi’s language, in the name of a Tuscanism tempered by constant reference to the pan-Italian literary tradition. The Tuscanist wave is predominant at the lexical level, but Collodi was very careful to avoid drifts of popular terminology, which in this book and in other ones are expressly mentioned as not preferable. Collodi - though not declaring it openly - contributed to delineating (in writing practice even more than in grammatical prescription) the traits of moderate Manzonism, based on the medium and “civil” linguistic usage of Florence, which found one of its happiest and most fruitful applications in Collodi’s production for children. The systematic analysis of the text, proposed in this paper, enriches Collodi’s linguistic studies with new data and confirms some of the traits that best embody the Manzonist model of Collodi’s language (monophthong in place of the velar diphthong after palatal contoid, -o ending in the first-person singular of the indicative imperfect, oblique forms of the third-person singular pronoun with subject function, prevalence of the type che cosa in interrogative clauses and many others); furthermore, it highlights the diachronic variation in the different editions of each volume of the book and underlines the stylistic differential which characterized the last two volumes and especially the third one. In these volumes Collodi’s style seems more adherent to the literary tradition, yet contaminated by the inclusion of popular terms, according to a linguistic model which was probably influenced by his mentor and friend Giuseppe Rigutini.
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Millás-Mur, Jaime. "Clinical and ethical use of induced pluripotent stem cells / Uso clinico ed etico delle cellule pluripotenti indotte." Medicina e Morale 67, no. 3 (July 30, 2018): 291–305. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.540.

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Abstract:
Since its discovery, more than a decade ago, induced pluripotent stem cells (iPS) have had a prominent relevance in the environments of biomedical research and, at the same time, their origin has been related to the search for an ethical alternative to use of the stem cells obtained from internal mass of the human embryo. In this article we intend to give an overview of its possible applications in the advancement of biomedicine and its relationship with bioethics. From its possible application to regenerate tissues, after proceeding to their differentiation; testing of drugs for different conditions; or their use in models of diseases, among which the neurological ones stand out. Also, its application in obtaining germ cells and human embryos. The situation of the first clinical trial to regenerate a tissue from the subject’s own iPS cells, and the recent allogeneic transplantation in Japan, suggest advances in the clinical translation of these cells. On the other hand, the production of germ cells from iPS cells and the new cells called extended pluripotent stem cells (EPS), obtained by genetic reprogramming through a chemical cocktail, that give rise not only to the tissues of the embryonic layers, but also extra- embryonic, are a new path to making clonation by another route.----------Fin dalla sua scoperta, per oltre un decennio, cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) hanno un’importanza notevole nella ricerca biomedica ambienti e, allo stesso tempo, la sua origine è legata alla ricerca di un’alternativa etica all’utilizzo le cellule staminali ottenute dalla massa interna dell’embrione umano. In questo articolo diamo una panoramica delle possibili applicazioni nell’avanzamento biomedicina e la loro relazione bioetica. Dalla sua possibile applicazione di rigenerare il tessuto, quindi procedere alla differenziazione; la sperimentazione di farmaci per diversi disturbi; o il suo uso in modelli di malattie, tra cui spiccano quelle neurologiche. Così come la sua applicazione nell’ottenere cellule germinali e embrioni umani. La situazione del primo studio clinico per rigenerare un tessuto da cellule iPS e proprio trapianto recente del soggetto in Giappone rappresentano passi nella traduzione clinica di queste cellule. Inoltre la produzione di cellule germinali dalle cellule iPS e nuove cellule chiamate cellule staminali pluripotenti estesi (EPS), riprogrammando geneticamente da un cocktail chimico, causando non solo ai tessuti degli strati embrionali, ma extraembrionali anche costituire un nuovo percorso verso la clonazione di un altro itinerario.
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Butera, Federico, and Fernando Alberti. "Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 1 (December 2012): 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Abstract:
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Silvestrelli, Paola. "Problematiche socio-economiche dei processi produttivi e distributivi di beni contraffatti." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 3 (May 2018). http://dx.doi.org/10.3280/edt3-2017oa6264.

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Abstract:
Negli ultimi trenta anni &egrave; stata rilevata una consistente espansione della produzione e della distribuzione di beni contraffatti a livello globale, in concomitanza allo sviluppo delle imprese industriali del Made in Italy e alla crescente attrattivit&agrave; dei prodotti "di marca". Sono numerosi i settori merceologici colpiti dalla contraffazione di prodotti e di marchi, la quale si configura come un fenomeno "strutturale" degli attuali sistemi economici, coinvolgendo imprese di produzione (regolari e illegali), differenti tipologie di intermediari commerciali (soprattutto quelli abusivi) e cittadini.Il presente lavoro &egrave; diretto ad analizzare i fattori-causa e le caratteristiche tecniche, economiche e sociali della contraffazione, collegando tali variabili alle trasformazioni verificatesi nelle strutture produttive, nei sistemi di distribuzione e nei modelli di consumo del nostro Paese. A tal fine, si evidenziano le interdipendenze tra questi fenomeni e i comportamenti dei soggetti economici, alla luce dell'evoluzione del modus operandi di fare affari, indotta dalla globalizzazione economica.Si delinea cos&igrave; uno "schema interpretativo" del fenomeno, che appare ormai come un insieme di attivit&agrave; illegali non del tutto avulse dalle filiere e dai distretti produttivi. Analizzando le ripercussioni socio-economiche della contraffazione e i danni da questa provocati ai vari soggetti (imprese, lavoratori, Stato e cittadini), vengono presentati alcuni strumenti per contrastare i comportamenti illeciti delle organizzazioni criminali; ci&ograve; al fine di tutelare i prodotti Made in Italy e le strategie di investimento delle imprese virtuose italiane.
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Montorfano, Beatrice. "Una Tempesta plurale. L’esperienza di Alessia Gennari con gli attori-detenuti del carcere di Vigevano." Altre Modernità, September 30, 2022, 180–94. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/18695.

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Abstract:
Viene proposta l’analisi di un caso specifico di contatto con Shakespeare, avvenuto all’interno della produzione teatrale carceraria. Un’isola. Dalla mia finestra si vedono le montagne (2018) è un’opera teatrale che si rapporta a The Tempest sulla base della riscrittura drammaturgica elaborata dalla regista Alessia Gennari, in collaborazione con un cast multinazionale, composto da alcuni detenuti del carcere di Vigevano (PV). Nel copione, si evidenzia un utilizzo frammentario e selezionato della versione italiana del testo shakespeariano. A questo si accompagnano brevi sezioni composte direttamente dai detenuti ed elementi linguistici e culturali di provenienza variegata. In un’istituzione totale, all’interno della quale il ruolo dei detenuti è appiattito su quello convenzionale del criminale, l’attività creativa in ambito teatrale permette di sviluppare forme di resilienza nella costruzione di identità stratificate, nonché di scoprire una condizione come la vulnerabilità, propria e altrui, in apparenza molto lontana da quella della colpevolezza. In questa dimensione, Shakespeare diventa il filtro attraverso cui liberare la propria voce, nello stesso momento in cui il testo di The Tempest, nelle parole di Gennari, assume la funzione di ‘pre-testo’, a servizio del carcere e dei detenuti. Tra autorità shakespeariana e agency dei soggetti marginalizzati si stabilisce dunque un rapporto articolato, sulle cui declinazioni nella pratica drammaturgica e performativa è qui puntata l’attenzione.
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Portella, Anderson Gonçalves. "Negoziazioni via internet: studio del comportamento del negoziatore rispetto al consumatore attraverso il web." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, January 27, 2021, 74–95. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ingegneria-di-produzione/negoziazioni-via-internet.

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Abstract:
Attraverso gli studi del progetto INTERNEG (1996), è stata avviata una ricerca per valutare e formulare ipotesi sull’influenza delle nuove tecnologie informatiche, dove il piccolo corner store ha iniziato a negoziare via web con un altro imprenditore/consumatore che prima non sarebbe stato considerato – il commerciante virtuale. Poi sono arrivati ​​il ​​”negoziatore senza volto” e il “consumatore remoto o virtuale”, che geograficamente o culturalmente avrebbero interagito per massimizzare le proprie utilità. Il progetto INTERNEG ha avuto come strumento di lavoro lo strumento INSPIRE, che avrebbe consentito, attraverso un pre-questionario, un’analisi dei messaggi scambiati tra i negoziatori, e un post-questionario (non obbligatorio), per valutare le negoziazioni effettuate tra i soggetti che non si conoscevano. , così come l’esito dei loro negoziati. Lo scopo di questo articolo è analizzare il commercio su Internet: precursori del commercio elettronico, relazioni di fiducia dei consumatori, sforzi per rendere i negoziati più interattivi e comportamento dei negoziatori e dei consumatori. Il metodo di analisi utilizzato si basa sulla visione strutturalista il cui obiettivo è scoprire quali strutture supportano tutte le cose che gli esseri umani fanno, pensano e percepiscono, essendo ancora una corrente di pensiero nelle scienze umane che si è ispirata al modello linguistico e che deduce la realtà sociale da un insieme considerato elementare (o formale) di relazioni. I risultati hanno mostrato che lo scenario di contrattazione con pochi scambi è indesiderabile per persuadere i partecipanti ad accettare offerte post-accordo, tuttavia, suggerisce che tali offerte devono essere accompagnate da ulteriori argomentazioni che renderanno l’accordo fattibile e consentiranno il raggiungimento di Pareto-ottimali commercio virtuale.
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Riccobono, Marta. "«Cosa umana non sono»: la Turandot di Puccini tra devianza e addomesticamento." altrelettere, June 13, 2018. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-39.

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Abstract:
Nel repertorio delle donne pucciniane Turandot rappresenta un unicum. Definita «principessa di morte» dallo stesso Puccini, nell’opera eponima essa si mostra del tutto estranea a quella femminilità appassionata, a tratti patetica, che contraddistingue eroine come Tosca, Mimì o Cio-Cio-San, donne che non temono di sacrificare la propria vita in nome dell’amore. Turandot, dal canto suo, rifiutando il matrimonio e la maternità mette in crisi un sistema basato su rigide distinzioni di genere e rappresenta una minaccia per il mantenimento dell’ordine sociale di matrice patriarcale. Se vista in relazione al personaggio di Liù, schiava dolce e remissiva, Turandot emerge in tutta la sua statura di creatura mostruosa e anti-materna, fredda incarnazione lunare, che il compositore e i suoi librettisti cercano strenuamente di ricondurre entro gli argini di una femminilità “corretta” e socialmente accettabile. Obiettivo del saggio è cogliere nella relazione che si instaura tra autore e personaggio i segni di un disagio che colpisce la società nel momento in cui si trova ad avere a che fare con elementi dalla sessualità non normativa. Il modo in cui il personaggio di Turandot viene codificato nel contesto della produzione pucciniana e i tentativi di normalizzazione cui tanto il Maestro quanto i suoi librettisti lo sottopongono sono sintomatici di una tendenza che, al di là della finzione artistica, stigmatizza quei soggetti che in maniera più o meno consapevole si ribellano al binarismo di genere e all’imposizione di ruoli sociali cui si cerca solitamente di attribuire un fondamento biologico.
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Casini, Carlo, Marina Casini, Maria Luisa Di Pietro, and Emma Traisci. "La Corte Costituzionale e la decostruzione della legge sulla “procreazione medicalmente assistita”." Medicina e Morale 58, no. 3 (June 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.245.

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Abstract:
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 151 del 1° aprile (8 maggio) 2009, ha dichiarato da un lato manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale – relativamente agli artt. 3 e 32 della Costituzione – sollevate con riferimento agli artt. 14.1, 6.3 e 14.4 della Legge n. 40 del 19 febbraio 2004; dall’altro ha annullato la regola stabilita nell’art. 14.2 della stessa legge, nella parte in cui limita a tre la generazione del numero di embrioni da trasferirsi in un unico contesto, e quella stabilita nell’art. 14.3 nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni – da realizzare non appena possibile – avvenga senza pregiudizio per la salute della donna. La Corte Costituzionale era stata sollecitata dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio e dal Tribunale di Firenze. Il contributo compie un’analisi critica delle due argomentazioni attraverso le quali la Consulta ha raggiunto le indicate conclusioni così ponendo le condizioni che portano a compromettere pesantemente la struttura basilare della normativa sulla procreazione medicalmente assistita. L’esame critico delle motivazioni ne evidenzia i limiti, le contraddizioni, la mancanza di fondamento scientifico, le lacune. In particolare la Corte non tiene conto del punto di equilibrio nel bilanciamento dei diritti/interessi in gioco raggiunto dalla legge 40 sulla base del principio di “destinazione alla nascita” e omette, come rilevano gli Autori, di impegnare la riflessione sullo statuto dell’essere umano chiamato all’esistenza dalle tecniche di PMA. Le norme dichiarate incostituzionali, infatti, discendono direttamente dal principio informatore di tutta la disciplina: il riconoscimento del concepito come soggetto uguale agli altri soggetti coinvolti nelle procedure. Tale principio è formalmente mantenuto, ma rischia però di essere vanificato dall’annullamento del divieto di produzione soprannumeraria di embrioni umani. ---------- The Constitutional Court’s decision no. 151/2008 of April 1, 2009 (May 8) 2009 avoids the articles 14.2 and 14.3 of the Law no. 40/2004 of February 19, 2004 on artificial fecundation. The Administrative Regional Court of Lazio and Court of Primary Jurisdiction of Florence required a judgment concerning the Law no. 40/04 constitutionality to the Constitutional Court. The present work constitutes of analysis and comment on the Constitutional Court’s decision. The grounds for the judgment no. 151/2008 compromised seriously the aim of the Law no. 40/04 on artificial reproduction. The Authors point out also the lack of a serious widening on legal statute of human embryo within such decision, which is of course the Law no. 40/04 mainstay
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Lazzarini, Anna. "Rebulding reciprocity for civil economics and civil education in the age of complexy." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00139.

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Abstract:
Il testo riflette sul modo in cui il capitalismo globale, nella sua forma neoliberale, e la società dei consumi siano all’origine di profonde ristrutturazioni degli spazi sociali e politici. La loro azione congiunta ha generato una crisi della socialità e della democrazia. In particolare, nel tempo della complessità, il neoliberismo trasforma i contorni del politico, sul piano soggettivo e oggettivo, controllando i processi di identificazione e di soggettivazione. In questo quadro, la pedagogia deve tematizzare la crisi degli spazi di mediazione sociale come questione cruciale del nostro tempo e promuovere una rinnovata attivazione sociale: favorire la ricostruzione di luoghi e contesti di prossimità, in cui sperimentare partecipazione ed esperienze di reciprocità; promuovere la produzione sociale di beni relazionali, per ricostruire la trama della vita collettiva.
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Nobile, Marco Rosario. "L’immagine del turco nella Sicilia del Cinquecento." Quintana: revista do Departamento de Historia da Arte 14, no. 14 (December 21, 2016). http://dx.doi.org/10.15304/quintana.14.3822.

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Abstract:
Il contributo individua nella produzione artistica siciliana tra il 1560 e il 1585 alcune opere che contemplano in forme scultoree l’immagine dei “turchi” sconfitti. La “cona” realizzata da Antonino Gagini da Palermo per il duomo di San Giorgio a Ragusa ne offre uno dei primi esempi significativi; sul versante opposto dell’isola, l’esempio più eloquente è rinvenibile nel lato esterno di porta Nuova o porta Austria di Palermo. Le raffigurazioni sono articolate in varianti drammatiche, epiche e, indirettamente, consolatorie, secondo le indicazioni offerte da Vitruvio: l’antico si presta a offrire una spiegazione per eventi tragici e per le condizioni drammatiche del presente. In alcune iconografie cinquecentesche l’immagine vilipesa del nemico annientato sostituisce anche la raffigurazione del peccato e dell’eresia. Rimane da comprendere quando questo fenomeno di sostituzione del soggetto cominci, esploda, si amplifichi, diventi in qualche misura ufficiale e convenzionale.
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Nanni, Silvio. "“Credo nel progresso non nello sviluppo”. Alcune riflessioni sul rapporto tra pedagogia, economia e comunità a partire da Pier Paolo Pasolini." MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no. 2 (December 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00144.

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Abstract:
Il contributo intende approfondire il rapporto tra pedagogia, economia e comunità a partire dalle “inattuali” riflessioni di Pier Paolo Pasolini intorno a due termini: progresso e sviluppo, così come le riporta in un suo articolo del 1973 inserito in Scritti Corsari. Il progresso (economico e sociale) lo vogliono coloro che non hanno interessi immediati da soddisfare, è dunque una nozione sociale e politica all’opposto dello sviluppo che invece è un fatto pragmatico e economico, poiché riguarda la produzione dei beni e dei valori legati al consumo di quei beni. La formazione del soggetto-persona deve contemperare una visione teleologica al “bene comune”, a quel senso di comunità che più espropria, in parte o per intero, gli uomini dalla loro “proprietà” più intima e più li tiene uniti da una “mancanza”, da un limite che assurge a collante etico-politico. La riflessione pedagogica, precipuamente se legata all’economia, ha il compito di veicolare leggi e valori legati all’educazione democratica: equità, uguaglianza di genere, senso del limite, partecipazione contro le logiche di mercato omologanti e neoliberiste.
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Casini, Marina, Emma Traisci, and Fabio Persano. "Analisi comparativa delle legislazioni nazionali, comunitarie ed internazionali in materia di utilizzo di cellule staminali." Medicina e Morale 58, no. 5 (October 30, 2009). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2009.234.

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Abstract:
Da quando ne è stato reso possibile l’isolamento, le cellule staminali umane costituiscono un argomento fortemente dibattuto in bioetica: sullo sfondo delle possibili applicazioni di queste cellule nella medicina rigenerativa, si pone il problema della liceità o meno della produzione e distruzione di embrioni umani per il prelievo delle cellule staminali. Sul punto, il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) italiano ha emesso numerosi pareri, sia precedenti che successivi alla promulgazione della legge italiana 40/2004, che regola la fecondazione assistita. Molto varie sono state le scelte legislative dei vari Paesi, ed anche l’Unione Europea e gli altri organismi internazionali si sono espressi sull’argomento. L’articolo ripercorre i dati più significativi delle decisioni del CNB ed analizza con un taglio comparativo i documenti giuridici nazionali, comunitari ed internazionali in materia di utilizzo di cellule staminali secondo uno schema che considera le diverse sorgenti di prelievo: embrioni prodotti con tecniche di fecondazione artificiale extracorporea, embrioni prodotti mediante clonazione, tessuti embrionali (post-impianto) o fetali, tessuti adulti e cordone ombelicale. La valutazione positiva della ricerca sulle cellule staminali, in quanto finalizzata ad uno scopo terapeutico, trova un limite nella considerazione del mezzo utilizzato: l’embrione umano va trattato come persona, pertanto non potranno essere ritenute lecite le metodiche che ne comportano la distruzione, mentre non solleva obiezioni, fatto salvo il rispetto dell’integrità del soggetto in causa e la rilevazione del consenso informato, il prelievo di cellule staminali da soggetto adulto e da cordone ombelicale. ---------- Since their isolation, human stem cells represent a bioethical subject strongly debated: in the background of the possible applications of these cells within regenerative medicine, the problem of the legality or illegality of production and suppression of human embryos for collecting stem cells is argued. On this matter, the Italian National Committee for Bioethics (CNB) has delivered several judgments, before and after the Law 40/2004 enactment, that regulates the assisted fertilization. The legislative choices of the different Countries have been several, and the European Union and the other international organizations have debated too. The article deals with the most meaningful data of the CNB’s decisions and analyzes in a comparative way, community and international juridical documents on use of stem cells according to a scheme that considers the different sources of collecting: embryos produced by extracorporeal fertilization techniques, embryonic (post-implantation) or fetal tissues, adult tissues and umbilical cord. The positive evaluation of the research on stem cells, as it is for a therapeutic purpose, is limited by the consideration of the mean used: human embryo has to be treated as person, therefore methods that involves his suppression is forbidden, while collecting stem cells from an adult subject or umbilical cord does not raise objections.
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