Dissertations / Theses on the topic 'Produzione agricola'

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Naldi, Elena. "Produzione di energia da fonti rinnovabili applicate sinergicamente ad una realtà agricola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5469/.

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Abstract:
Agricoltura ed Energia sono le due parole cardine attorno a cui ruota questa tesi. La prima si trova ad oggi ad essere investita da enormi aspettative: ha implicazioni economiche, sociali, ambientali e territoriali. Offre opportunità occupazionali nelle aree rurali, favorisce il mantenimento di un tessuto sociale, ha funzioni produttive e di tutela ambientale. In Italia è profondamente diffusa ma mantiene caratteristiche molto differenti legate ai prodotti, al territorio e al paesaggio agrario. Andrebbe quindi meglio conosciuta, tutelata, ma soprattutto rinnovata per essere efficientemente inserita nel contesto dello sviluppo del nostro Paese. Ricercando nuove soluzioni e nuove idee, che dovrebbero essere alla base della ripresa dal periodo di crisi, ci si collega al secondo termine, meglio definito con un aggettivo descrittivo: rinnovabile. L'utilizzo di queste fonti è alla base delle odierne necessità di risparmio energetico e dell'uso razionale delle energie. Il primo passo è annullare gli sprechi incrementando lʼefficienza dei dispositivi che producono energia. Vengono qui analizzate diversi impianti ad energie rinnovabili proposti in un luogo specifico che si presta a vedere le diverse fonti agire in sinergia ed a servizio dell'agricoltura che rimane la vocazione principale del luogo in esame. La sinergia diventa quindi la chiave di lettura della tesi in quanto le rinnovabili sono caratterizzate da una imprevedibile variabilità per cui risulta funzionale un sistema integrativo che porti il progetto finale ad avere una maggiore continuità nel servizio in ogni periodo dell'anno.
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Caruso, Giovanni. "Influenza dei metodi di produzione agricola sulla qualità dei suoli in oliveti siciliani." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8075/.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi ha avuto come obiettivo la valutazione della qualità dei suoli in oliveti siciliani in relazione a differenti metodi di gestione agronomica. In particolare, quello che si è inteso valutare sono stati gli effetti di sistemi di produzione agricola quali l’agricoltura convenzionale e l’agricoltura biologica sulle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche dei suoli. La qualità dei suoli è stata valutata integrando alle analisi chimico fisiche anche un metodo biologico basato sui microartropodi (QBS-ar). Il metodo è fondato sul concetto che maggiore è la qualità del suolo, maggiore è il numero di gruppi sistematici di microartropodi che presentano adattamenti alla vita ipogea. I nostri risultati evidenziano come l’agricoltura biologica possa diventare impattante tanto quanto l’agricoltura convenzionale, dal punto di vista della conservazione della fertilità dei suoli e della biodiversità, nel momento in cui viene a mancare una gestione che tenga conto delle caratteristiche intrinseche di un agroecosistema. Si è visto come un degrado della struttura fisica, che porti alla perdità di porosità, si possa ripercuotere negativamente sulla comunità dei microartropodi. Alcuni gruppi sistematici sembra possano essere più sensibili di altri a stress indotti dalla compattazione dei suoli, in particolare nel nostro studio questi gruppi sistematici risultano essere: Proturi, Ditteri (larve), Opilionidi, Diplopodi e Sinfili. Riguardo all’indicatore di qualità biologica del suolo QBS-ar, uno dei limiti che emerge nell’assegnazione della classe di qualità è rappresentato dal fatto che ogni valore dell’indice ottenuto non discrimina una classe in maniera univoca, ma i diversi Enti che utilizzano questo indicatore (ARPA, Università) hanno elaborato a livello interno i criteri per l’assegnazione della classe di qualità, rendendola un parametro non oggettivo per la valutazione della qualità dei suoli.
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Cadili, Valeria. "Uso di biomasse di scarto dell'attività agro-industriale per il miglioramento della produzione agricola." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1604.

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Abstract:
Durante il dottorato di ricerca in PRODUTTIVITÁ DELLE PIANTE COLTIVATE IN AMBIENTE MEDITERRANEO (XXVI ciclo) sono stati preparati ed analizzati quattro estratti in KOH delle seguenti matrici organiche: 1. residuo di estrazione di olio da Brassica (Napus L.); 2. residuo di estrazione di olio da Ricino (Ricinus communis L.); 3. residuo di estrazione di olio da Panello di lino (Linum usitatissimum L.); 4. digestato ottenuto dalla produzione di biogas, in un'azienda agro-zootecnica. Di questi estratti organici è stata valutata l'attività biostimolante, attraverso l'applicazione di un biosaggio (test Audus) e l allevamento di plantule di Zea mays L. (in soluzione nutritiva Hoagland). Le prove sono state condotte utilizzando diverse concentrazioni degli estratti alcalini allo scopo di studiare il loro effetto sul metabolismo fito-ormonale della pianta. Sono state, inoltre, prese in considerazione, altre sostanze organiche biosolubili (SOS) e le loro frazioni insolubili (ROI), ottenute per mezzo di estrazione alcalina a caldo, da rifiuti di diversa origine. Di questi estratti organici è stata valutata l'attività biostimolante, attraverso la coltivazione di plantule di Phaseolus vulgaris.
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4

Milandri, Federica. "Produzione di energia elettrica mediante biogas prodotto da digestione anaerobica di biomasse di origine agricola." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5643/.

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5

De, Paoli Flavio. "Biocombustibili: produzione di olio vegetale per trazione agricola e potenzialità dei cereali nella conversione in biogas." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427387.

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Abstract:
The search for alternative energy sources to fossil fuels has long been one of the most discussed and debated topics by governments around the world. To better understand the role that agriculture could play in this area, and more particularly in the production of biofuels, it was decided to consider the potential energy resulting from the use of dedicated crops and by-products of special cultivation crops Because of the small size of the facilities and the absence of the refining industry, the production of biofuels that in recent years have aroused greater interest, on an individual farm or agricultural coopertive, were vegetable oil and biogas. In this study we evaluated two energetic balances. For the first, a short chain farm in the Veneto was monitored, where the rape grown was pressed and the oil obtained was used for filling two tractors previously modified for this reason. For the second, the energy potential was estimated in terms of biogas produced during anaerobic digestion of by-products from the production of cereals in Brazil (straw and sugarcane bagasse) as well as in Italy (straw and stalks of grains in summer and autumn-winter crops). Regarding the short chain to straight vegetable oil, although the energy balance obtained from our projections proved positive, the process efficiency is too low to think of applying this technology on a regional scale, otherwise most of the agricultural land will be taken to satisfy the only energy needs of agriculture. In the second case we saw that the use of sugar cane by-products in biogas plants perform well only if the starting raw material is subjected to a thermal pretreatment. Our results show that the use of cereal by-products in biogas plants even may cover several percent of domestic energy demand in Brazil and in Italy. In both cases we considered several variables, with rapeseed oil short chain were evaluated yields of 8 cultivars and 2 types of landing processing and with anaerobic digestion were compared on 2 substrates and 3 temperatures during the pre-treatment.
La ricerca di fonti energetiche alternative a quelle fossili è da anni uno degli argomenti più discussi e dibattuti dai governi di tutto il pianeta. Per poter meglio comprendere il ruolo che anche l’agricoltura potrebbe ritagliarsi in tale settore, e più in particolare nella produzione di biocombustibili fluidi, si è pensato di considerare il potenziale energetico derivante dall’utilizzo sia di colture dedicate che di sottoprodotti ottenuti dalla coltivazione di particolari colture erbacee. La produzione di biocombustibili che, viste le ridotte dimensioni degli impianti e l’assenza del processo di raffinazione industriale, hanno negli ultimi anni suscitato maggior interesse, a livello di singola azienda o di coopertiva agricola, sono stati l’olio vegetale e il biogas. In questo triennio sono stati valutati due bilanci energetici. Nel primo è stata monitorata una filiera corta in un’azienda agricola veneta, nella quale il colza coltivato è stato spremuto all’interno della stessa azienda e l’olio ottenuto è stato utilizzato per l’alimentazione di due trattori, uno dei quali opportunamente modificato. Nel secondo è stato invece stimato il potenziale energetico, in termini di biogas prodotto durante la digestione anerobica, dei sottoprodotti dalla produzione delle graminacee sia in Brasile, sottoforma di paglia e di bagassa di canna da zucchero, che in Italia considerando in questo caso le paglie e gli stocchi dei cereali estivi ed autunno-vernini. Per quanto riguarda la filiera dell’olio vegetale puro, sebbene il bilancio energetico ottenuto dalle nostre proiezioni si sia dimostrato positivo, l’efficienza di processo è troppo bassa per pensare di applicare tale tecnologia su scala regionale, pena la sottrazione di quasi tutta la SAU per soddisfare il solo fabbisogno energetico agricolo. Nel secondo caso invece si è visto che l’utilizzo dei sottoprodotti di canna da zucchero in impianti di biogas dà rendimenti soddisfacenti solo se la materia prima di partenza viene sottoposta ad un pretrattamento termico. I risultati ottenuti mostrano che l’utilizzo dei sottoprodotti di graminacee in impianti di biogas potrebbe addirittura coprire diversi punti percentuali del fabbisogno energetico nazionale sia in Brasile che in Italia. In entrambi i casi sono state considerate diverse variabili: con la filiera ad olio sono state valutate le rese di otto varietà con due diversi tipi di lavorazione del terreno mentre con la digestione anaerobica sono stati messi a confronto due substrati e tre temperature durante la fase di pretrattamento.
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Devenuto, Lucia <1981&gt. "Valutazione del potenziale di produzione energetica da biomassa di origine agricola: il caso della "Provincia di Modena"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3666/1/Devenuto_Lucia_Tesi.pdf.

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Devenuto, Lucia <1981&gt. "Valutazione del potenziale di produzione energetica da biomassa di origine agricola: il caso della "Provincia di Modena"." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3666/.

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Marini, Giulia <1986&gt. "Il Water Footprint (WF) della produzione agricola nella Regione Veneto. Confronto del WF negli anni 2001 e 2011." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3362.

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Abstract:
La risorsa idrica è rinnovabile ma non infinita. Per questo motivo una gestione sostenibile è necessaria visti i sempre più frequenti episodi di crisi idrica che stanno coinvolgendo anche il Veneto, seppur regione da sempre conosciuta per la sua ricchezza d’acqua. Raramente però si è puntata l’attenzione sugli usi indiretti d’acqua attraverso il consumo di beni e servizi e sono proprio questi usi ad incidere in maniera considerevole sui consumi totali. Si utilizza il nuovo strumento Water Footprint per calcolare il volume di acqua dolce consumato dai processi di crescita delle colture nella Regione Veneto dal momento in cui al settore agricolo viene imputato circa il 70% dei prelievi idrici globali. Il calcolo è eseguito per gli anni 2001 e 2011, distinguendo tra impronta idrica blu, verde e grigia. Questo lavoro si conclude con valutazioni circa le differenze nei valori di WF delle colture praticate nelle varie provincie della Regione Veneto.
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Spinelli, Lucilla <1979&gt. "Le produzioni agroalimentari di qualità nelle aziende agricole dell’Emilia-Romagna: un’analisi comparativa con le aziende agricole convenzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4943/1/Spinelli_Lucilla_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il tema dei prodotti agroalimentari di qualità ha ormai assunto un ruolo rilevante all’interno del dibattito riguardante l’agricoltura e l’economia agroalimentare, ponendosi al centro dell’interesse delle politiche europee (PAC post 2013, Pacchetto Qualità). La crescente attenzione verso le produzioni con marchio Dop\Igp mette però in luce la sostanziale carenza di informazioni dettagliate relativamente alle aziende che operano in questo comparto. Da questo punto di vista il VI° Censimento generale dell’agricoltura costituisce una preziosa fonte di informazioni statistiche. L’obiettivo di questo lavoro è quello di utilizzare i dati, ancora provvisori, del censimento per analizzare la struttura delle aziende con produzioni di qualità, ponendola in confronto con quella delle aziende convenzionali. Inoltre è stata fatta una classificazione delle aziende con prodotti Dop\Igp, in base alla rilevanza di queste produzioni sul reddito lordo aziendale. Le aziende sono quindi state classificate come “Specializzate” e “Miste”, con un’ulteriore distinzione di queste ultime tra quelle “Prevalentemente Dop\Igp” e quelle “Prevalentemente non Dop\Igp”. Tale ripartizione ha consentito una definizione dettagliata degli orientamenti produttivi delle aziende analizzate.
Recently, within the debate concerning agriculture and its economy, the problem of food quality becomes much more central for the European politics (PAC post 2013, Quality package 2010). This increasing attention on Pdo\Pgi productions, is truly underlining the lack in information about farms and factories actually working in this field. To solve this problem, the VI° Agricultural Census could be considered as a great source of statistical data. Aim of this study was to use this dataset to analyze those farms which are, so far, producing quality foods, comparing them to the more conventional ones. Moreover, a chart based on the relevance of Pdo\Pgi production on the whole farms net gain was created. Farms were then clustered in “specialized” and “mixed”; the last were again separated in two more groups: “mainly Pdo\Pgi” and “mainly not Pdo\Pgi”. This kind of partition allowed a more detailed definition of the productive tendency in the analyzed farms.
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Spinelli, Lucilla <1979&gt. "Le produzioni agroalimentari di qualità nelle aziende agricole dell’Emilia-Romagna: un’analisi comparativa con le aziende agricole convenzionali." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4943/.

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Abstract:
Il tema dei prodotti agroalimentari di qualità ha ormai assunto un ruolo rilevante all’interno del dibattito riguardante l’agricoltura e l’economia agroalimentare, ponendosi al centro dell’interesse delle politiche europee (PAC post 2013, Pacchetto Qualità). La crescente attenzione verso le produzioni con marchio Dop\Igp mette però in luce la sostanziale carenza di informazioni dettagliate relativamente alle aziende che operano in questo comparto. Da questo punto di vista il VI° Censimento generale dell’agricoltura costituisce una preziosa fonte di informazioni statistiche. L’obiettivo di questo lavoro è quello di utilizzare i dati, ancora provvisori, del censimento per analizzare la struttura delle aziende con produzioni di qualità, ponendola in confronto con quella delle aziende convenzionali. Inoltre è stata fatta una classificazione delle aziende con prodotti Dop\Igp, in base alla rilevanza di queste produzioni sul reddito lordo aziendale. Le aziende sono quindi state classificate come “Specializzate” e “Miste”, con un’ulteriore distinzione di queste ultime tra quelle “Prevalentemente Dop\Igp” e quelle “Prevalentemente non Dop\Igp”. Tale ripartizione ha consentito una definizione dettagliata degli orientamenti produttivi delle aziende analizzate.
Recently, within the debate concerning agriculture and its economy, the problem of food quality becomes much more central for the European politics (PAC post 2013, Quality package 2010). This increasing attention on Pdo\Pgi productions, is truly underlining the lack in information about farms and factories actually working in this field. To solve this problem, the VI° Agricultural Census could be considered as a great source of statistical data. Aim of this study was to use this dataset to analyze those farms which are, so far, producing quality foods, comparing them to the more conventional ones. Moreover, a chart based on the relevance of Pdo\Pgi production on the whole farms net gain was created. Farms were then clustered in “specialized” and “mixed”; the last were again separated in two more groups: “mainly Pdo\Pgi” and “mainly not Pdo\Pgi”. This kind of partition allowed a more detailed definition of the productive tendency in the analyzed farms.
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Malacart, Lorenzo. "Film di LDPE per uso agricolo additivati con una nuova NOR-HALS: produzione e studio di weathering." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16721/.

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Abstract:
Il progetto è un primo screening delle prestazioni di una nuova NOR-HALS. Sono stati settati due target a due anni in base alla contaminazione da zolfo e alla concentrazione di additivo. I campioni sono stati esposti in condizioni artificiali accelerate e outdoor. Gli agrofarmaci utilizzati sono stati zolfo sublimato, metamsodium e permetrina. I dati riguardano la prima fase espositiva e risultano promettenti.
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BOSELLI, ROBERTA. "Introduzione di sistemi agricoli conservativi per migliorare la qualità del suolo e sostenere la produzione di alimenti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72717.

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Abstract:
L’introduzione di agro-ecosistemi conservativi viene indicata come strategia per aumentare il sequestro del carbonio organico nel suolo (SOC) e migliorarne la fertilità. La continua applicazione di concimi organici, come il compost e il sovescio, favorisce il sequestro di SOC (+ 1.3 ÷ 2.5 Mg C ha-1 anno-1) e l'accumulo di azoto totale del suolo (STN) (+ ~ 1 Mg N ha-1 anno-1). Tuttavia, quando le fertilizzazioni organiche vengono interrotte, il SOC diminuisce rapidamente. Negli agro-ecosistemi intensivi, il no till (NT) garantisce rese comparabili a quelle dei sistemi convenzionali (CT) immediatamente dopo la transizione. Il NT aumenta la sostanza organica (SOM) e il STN principalmente nei primi 5 cm di terreno, sebbene la cover crop di segale assicuri l'accumulo di SOM fino a 30 cm di profondità (+ 30% rispetto alla CT). Il NT e la minima lavorazione (MT) portano ad un aumento del SOC e del STN nei primi 30 cm di suolo, rispetto al CT. Gran parte di tale aumento è dovuto ai macroaggregati, all'interno dei quali, i pool di C e N associati ai microaggregati (mM) rappresentano tra il 41 e il 65% del contenuto totale di C e N nei sistemi NT e MT.
The introduction of conservation agro-ecosystems has been suggested for increasing soil organic carbon (SOC) sequestration and enhancing soil fertility. Continuous organic fertilization such as compost distribution and cover crops incorporation promotes SOC sequestration (+1.3÷2.5 Mg C ha-1 yr-1) and soil total nitrogen (STN) accumulation (+~1 Mg N ha-1 yr-1). However, when the organic fertilization is stopped, SOC rapidly decreases. In intensive agro-ecosystems, no till (NT) can ensure yields comparable to conventional tillage (CT) immediately after transition. The major contribution of NT to soil organic matter (SOM) and STN increase is detected in the top 5 cm of soil, although the cultivation of rye as cover crop ensures SOM accumulation down to 30 cm depth (+30% than CT). No till and minimum tillage (MT) may increase SOC and STN levels in the 0-30 cm soil layer, both as concentration and as mass, compared with CT. Most of such a SOC and STN increase is due to C- and N-rich macroaggregates. Within macroaggregates, microaggregates (mM) are of primary importance for soil organic matter stabilization since C and N pools associated to mM account for between 41 and 65% of total C and N content in the NT and MT systems.
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BOSELLI, ROBERTA. "Introduzione di sistemi agricoli conservativi per migliorare la qualità del suolo e sostenere la produzione di alimenti." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/72717.

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Abstract:
L’introduzione di agro-ecosistemi conservativi viene indicata come strategia per aumentare il sequestro del carbonio organico nel suolo (SOC) e migliorarne la fertilità. La continua applicazione di concimi organici, come il compost e il sovescio, favorisce il sequestro di SOC (+ 1.3 ÷ 2.5 Mg C ha-1 anno-1) e l'accumulo di azoto totale del suolo (STN) (+ ~ 1 Mg N ha-1 anno-1). Tuttavia, quando le fertilizzazioni organiche vengono interrotte, il SOC diminuisce rapidamente. Negli agro-ecosistemi intensivi, il no till (NT) garantisce rese comparabili a quelle dei sistemi convenzionali (CT) immediatamente dopo la transizione. Il NT aumenta la sostanza organica (SOM) e il STN principalmente nei primi 5 cm di terreno, sebbene la cover crop di segale assicuri l'accumulo di SOM fino a 30 cm di profondità (+ 30% rispetto alla CT). Il NT e la minima lavorazione (MT) portano ad un aumento del SOC e del STN nei primi 30 cm di suolo, rispetto al CT. Gran parte di tale aumento è dovuto ai macroaggregati, all'interno dei quali, i pool di C e N associati ai microaggregati (mM) rappresentano tra il 41 e il 65% del contenuto totale di C e N nei sistemi NT e MT.
The introduction of conservation agro-ecosystems has been suggested for increasing soil organic carbon (SOC) sequestration and enhancing soil fertility. Continuous organic fertilization such as compost distribution and cover crops incorporation promotes SOC sequestration (+1.3÷2.5 Mg C ha-1 yr-1) and soil total nitrogen (STN) accumulation (+~1 Mg N ha-1 yr-1). However, when the organic fertilization is stopped, SOC rapidly decreases. In intensive agro-ecosystems, no till (NT) can ensure yields comparable to conventional tillage (CT) immediately after transition. The major contribution of NT to soil organic matter (SOM) and STN increase is detected in the top 5 cm of soil, although the cultivation of rye as cover crop ensures SOM accumulation down to 30 cm depth (+30% than CT). No till and minimum tillage (MT) may increase SOC and STN levels in the 0-30 cm soil layer, both as concentration and as mass, compared with CT. Most of such a SOC and STN increase is due to C- and N-rich macroaggregates. Within macroaggregates, microaggregates (mM) are of primary importance for soil organic matter stabilization since C and N pools associated to mM account for between 41 and 65% of total C and N content in the NT and MT systems.
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Raimondi, Gabriele. "Analisi sulle opportunità offerte da biomasse e biocombustibili per la produzione energetica nelle aree agricole della regione Emilia-Romagna." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amslaurea.unibo.it/484/.

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Carpineta, Francesco. "Pianificazione, studio e implementazione di un sistema di produzione in ottica "Lean Production" in una azienda produttrice di macchine agricole." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2214/.

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CINA', Roberto. "Realizzazione di un sistema per la gestione remota degli impianti fotovoltaici e per l’ottimizzazione dei rapporti tra produzione energetica e consumi aziendali ai fini del miglioramento della sostenibilità ambientale dei sistemi produttivi in aree rurali ed agricole." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90936.

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Glave, Antonio. "Applicazione delle metodologie LCA ed LCC per la valutazione ambientale ed economica della produzione del pellet realizzato tramite scarti agricoli di potature degli uliveti." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8633/.

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Abstract:
Nel seguente lavoro è stata sviluppata una analisi ambientale ed economica del ciclo di vita del pellet, realizzato con scarti agricoli dalle potature degli uliveti. L’obiettivo di tale lavoro è dimostrare se effettivamente l’utilizzo del pellet apporti vantaggi sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico. In tale progetto si sviluppano quindi un LCA, Life cycle analysis, e un LCC, Life Cycle Cost, secondo gli steps standard suggeriti da tali metodologie. Per effettuare l’analisi del ciclo di vita è stato utilizzato il software Simapro che ha permesso di valutare gli impatti ambientali sulle varie categorie di impatto incluse. In particolare sono stati considerati due metodologie, una midpoint ed una endpoint, ossia l’Ecoindicator 99 e il CML2 baseline 2000. Per le valutazioni finali è stata poi utilizzata la normativa spagnola sugli impatti ambientali, BOE 21/2013 del 9 dicembre, che ci ha permesso di caraterizzare le varie categorie d’impatto facendo emergere quelle più impattate e quelle meno impattate. I risultati finali hanno mostrato che la maggior parte degli impatti sono di tipo compatibile e moderato; pochi, invece, sono gli impatti severi e compatibili, che si riscontrano soprattutto nella categoria d’impatto “Fossil Fuels”. Per quanto riguarda invece l’analisi economica, si è proceduto effettuando una valutazione iniziale fatta su tutto il processo produttivo considerato, poi una valutazione dal punto di vista del produttore attraverso una valutazione dell’investimento ed infine, una valutazione dal punto di vista del cliente finale. Da queste valutazioni è emerso che ciò risulta conveniente dal punto di vista economico non solo per il produttore ma anche per l’utente finale. Per il primo perché dopo i primi due anni di esercizio recupera l’investimento iniziale iniziando ad avere un guadagno; e per il secondo, poiché il prezzo del pellet è inferiore a quello del metano. Quindi, in conclusione, salvo cambiamenti in ambito normativo ed economico, l’utilizzo del pellet realizzato da scarti di potature di uliveti risulta essere una buona soluzione per realizzare energia termica sia dal punto di vista ambientale, essendo il pellet una biomassa il cui ciclo produttivo non impatta severamente sull’ambiente; sia dal punto di vista economico permettendo al produttore introiti nell’arco del breve tempo e favorendo al cliente finale un risparmio di denaro sulla bolletta.
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MINARDI, ANDREA. "Sicurezza alimentare nei Paesi in Via di Sviluppo: il caso studio del progetto “Produzione di cibo appropriato; sufficiente, sicuro e sostenibile"." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67851.

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Abstract:
L’insicurezza alimentare colpisce soprattutto le famiglie rurali povere che vivono di agricoltura di sussistenza nei Paesi in via di Sviluppo. Nell’ottica di fornire un supporto alle comunità che si trovano in queste condizioni, L’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi hanno avviato nel 2012 il progetto “Produzione di cibo appropriato, sufficiente, sicuro e sostenibile”. Il progetto si propone di avviare Centri Pilota in collaborazione con le diocesi che promuovano uno una intensificazione delle produzioni agricole e una dieta sostenibile dal punto di vista etico-sociale, economico e ambientale. I Paesi in cui opera il progetto sono l’India (Meghalaya State) e la Repubblica Democratica del Congo – RDC (Lomami province). Con l’aiuto dei team locali sono state raccolte informazioni sulle abitudini produttive e alimentari della popolazione. Su questi dati è stata svolta una analisi circa l’impatto che il progetto ha avuto sulla sicurezza alimentare (disponibilità e accesso) delle famiglie coinvolte. Il numero di polli allevati (India) e l’Household Dietary Diversity Score (India and RDC) sono stati utilizzati come proxy per la disponibilità e l’accesso di cibo, rispettivamente. L’analisi statistica è stata effettuata usando differenti approcci dello Propensity Score Match (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) per valutare ATT (Effetto medio del trattamento sul gruppo “trattato”). Per quanto riguarda l’India sono stati analizzati i) il numero di polli allevati (food availability) e ii) l’HDDS (Household Dietary Diversity) per la food access. Il progetto ha avuto un impatto positivo ma non significativo sul numero di polli allevato, che però non si è tradotto in un miglioramento dell’HDDS delle famiglie di piccoli agricoltori coinvolti nel progetto. Per la RDC è stato analizzato solo l’impatto sulla food access (HDDS). In questo caso l’impatto del progetto sulla sicurezza alimentare dei piccoli agricoltori è stato positivo ma non significativo. I risultati mostrano che un miglioramento nella qualità della dieta (HDDS) implica, oltre ad un miglioramento delle produzioni (in qualità e in quantità), è necessario anche un miglioramento della educazione (anche nutrizionale) e dell’accesso al mercato.
Food Insecurity (FI) affects especially poor rural people that rely on Subsistence Agriculture in developing countries. With the purpose to help the community that living in that conditions, in 2012 the Università Cattolica del Sacro Cuore and the Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi have started the “Production of appropriate food: safe sufficient and sustainable” project. The project aims to open Pilot Center in agreement with local Diocese to promote the Agricultural production Intensification agriculture and Diets that are sustainable (ethical, economic and environmental). The project is active in India (Meghalaya State) and the Democratic Republic of Congo (Lomami Province). Helped by the local team, information was collected on production and diets habits. An analysis of the impact that the project had on food security (availability and access) of the families involved was carried out on these data. Number of Chicken (India) and Household Dietary Diversity Score - HDDS (India and DRC) as a proxy for food availability and access, were respectively utilised. Thus, we used different Propensity Score Match approach (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) to evaluate the ATT (average treatment effect on the treated group). Regarding India, the number of chickens bred (as food availability) and the HDDS (food access) were analyzed. While the number of chickens bred is positive but not significant, the HDDS values of smallholder farmers involved in the project did not improved. Moving to DRC, only the HDDS was analyzed. In this case, the project had a positive impact on beneficiary families, but it was not significant. The results point out that diet improving (HDDS) advances the production, both in quality and quantity, but is not a sufficient condition per se. Furthermore, it is also essential to enhance the educational path which focuses on nutritional issues and the access to food from market.
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MINARDI, ANDREA. "Sicurezza alimentare nei Paesi in Via di Sviluppo: il caso studio del progetto “Produzione di cibo appropriato; sufficiente, sicuro e sostenibile"." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/67851.

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Abstract:
L’insicurezza alimentare colpisce soprattutto le famiglie rurali povere che vivono di agricoltura di sussistenza nei Paesi in via di Sviluppo. Nell’ottica di fornire un supporto alle comunità che si trovano in queste condizioni, L’Università Cattolica del Sacro Cuore e la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi hanno avviato nel 2012 il progetto “Produzione di cibo appropriato, sufficiente, sicuro e sostenibile”. Il progetto si propone di avviare Centri Pilota in collaborazione con le diocesi che promuovano uno una intensificazione delle produzioni agricole e una dieta sostenibile dal punto di vista etico-sociale, economico e ambientale. I Paesi in cui opera il progetto sono l’India (Meghalaya State) e la Repubblica Democratica del Congo – RDC (Lomami province). Con l’aiuto dei team locali sono state raccolte informazioni sulle abitudini produttive e alimentari della popolazione. Su questi dati è stata svolta una analisi circa l’impatto che il progetto ha avuto sulla sicurezza alimentare (disponibilità e accesso) delle famiglie coinvolte. Il numero di polli allevati (India) e l’Household Dietary Diversity Score (India and RDC) sono stati utilizzati come proxy per la disponibilità e l’accesso di cibo, rispettivamente. L’analisi statistica è stata effettuata usando differenti approcci dello Propensity Score Match (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) per valutare ATT (Effetto medio del trattamento sul gruppo “trattato”). Per quanto riguarda l’India sono stati analizzati i) il numero di polli allevati (food availability) e ii) l’HDDS (Household Dietary Diversity) per la food access. Il progetto ha avuto un impatto positivo ma non significativo sul numero di polli allevato, che però non si è tradotto in un miglioramento dell’HDDS delle famiglie di piccoli agricoltori coinvolti nel progetto. Per la RDC è stato analizzato solo l’impatto sulla food access (HDDS). In questo caso l’impatto del progetto sulla sicurezza alimentare dei piccoli agricoltori è stato positivo ma non significativo. I risultati mostrano che un miglioramento nella qualità della dieta (HDDS) implica, oltre ad un miglioramento delle produzioni (in qualità e in quantità), è necessario anche un miglioramento della educazione (anche nutrizionale) e dell’accesso al mercato.
Food Insecurity (FI) affects especially poor rural people that rely on Subsistence Agriculture in developing countries. With the purpose to help the community that living in that conditions, in 2012 the Università Cattolica del Sacro Cuore and the Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi have started the “Production of appropriate food: safe sufficient and sustainable” project. The project aims to open Pilot Center in agreement with local Diocese to promote the Agricultural production Intensification agriculture and Diets that are sustainable (ethical, economic and environmental). The project is active in India (Meghalaya State) and the Democratic Republic of Congo (Lomami Province). Helped by the local team, information was collected on production and diets habits. An analysis of the impact that the project had on food security (availability and access) of the families involved was carried out on these data. Number of Chicken (India) and Household Dietary Diversity Score - HDDS (India and DRC) as a proxy for food availability and access, were respectively utilised. Thus, we used different Propensity Score Match approach (Logit + Nearest Neighbour and GenMatch) to evaluate the ATT (average treatment effect on the treated group). Regarding India, the number of chickens bred (as food availability) and the HDDS (food access) were analyzed. While the number of chickens bred is positive but not significant, the HDDS values of smallholder farmers involved in the project did not improved. Moving to DRC, only the HDDS was analyzed. In this case, the project had a positive impact on beneficiary families, but it was not significant. The results point out that diet improving (HDDS) advances the production, both in quality and quantity, but is not a sufficient condition per se. Furthermore, it is also essential to enhance the educational path which focuses on nutritional issues and the access to food from market.
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VERTUCCI, BENEDETTO. "Soggetti, processi produttivi e spazi agrari: una etnografia della produzione agricola nella pampa santafesina." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1318467.

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Abstract:
La ricerca dal titolo “Soggetti, processi produttivi e spazi agrari: una etnografia della produzione agricola nella pampa santafesina” si concentra, in una prima battuta, sull’analisi dei processi storici e tecnologici attraverso i quali un’area a bassissima densità antropica e dedita all’allevamento si convertì in pochi decenni in un’area ad agricoltura intensiva, destinata all’agro-esportazione, e sull’individuazione del ruolo storico ricoperto dall’immigrazione europea, soprattutto italiana, nella colonizzazione e nell’espansione agricola dell’area; in seconda istanza, più approfonditamente, l’analisi è orientata al nuovo spazio rurale contemporaneo con il fine di ripensare antropologicamente le categorie classiche dei soggetti agrari santafesini (es.: possidenti, affittuari, salariati) in funzione della nascita di nuovi attori (es.: rentiers), delle nuove strategie di produzione e di organizzazione del lavoro (es.: contratistas) e di nuove monocolture (es.: espansione sojera). Nell’indagine, tutti gli aspetti citati hanno nella dimensione sociale la propria cornice di senso, con il fine di indagare le nuove emergenti configurazioni identitarie e culturali (es.: continuità, adattamenti e trasformazioni dei chacareros), le nuovi visioni della campagna e le nuove posizioni in relazione alla terra, ponendo attenzione anche alla dimensione patrimoniale e alle dinamiche di relazione e di riproduzione comunitaria, attraverso la ricostruzione delle trasformazioni storiche nella proprietà della terra e del ruolo ricoperto da piccoli e medi produttori nello scenario agricolo dell’area. Il rurale si configura quindi come uno spazio polisemico anche extra-agricolo, perché è sia luogo di lavoro di persone che vivono in città, sia residenza di lavoratori che non si occupano di agricoltura, sia territorio dove si producono beni e servizi che non sono solo di origine agricola. I centri popolati hanno oramai tagliato le mediazioni classiche con la città, si sono fatti città agrarie o agro-città per l’appunto (Albadelejo, 2004). La campagna è urbanizzata, i pueblos sono urbanizados (Gras, 2012) ma il campo continua a muovere, «el campo mueve todo» nelle narrative locali e nella percezione urbana. Rileggendo la tradizione di studi antropologici sul mondo contadino e delle farms, studi di antropologia economica e studi sociologici sull’agricoltura, e attraverso le metodologie tipiche della ricerca antropologica, come l’osservazione partecipante, un’immersione prolungata e multisituata nel contesto etnografico attraverso più missioni, lo shadowing, o la realizzazione di interviste aperte ad individui e gruppi, si è indagata la nuova configurazione rurale della pampa santafesina nel passaggio dall’agricoltura familiare ai modelli di agrobusiness contemporaneo. La persistenza, le trasformazioni e le continuità della prima, trovano nuova ragione nel paesaggio verso la seconda, generando una moltiplicazione dei destini e degli attori in gioco che, a voler considerare l’altissima omogeneità tecnologica e produttiva, risulta maggiormente sorprendente. Si è cercato altresì di individuare, a partire dalle riflessioni che hanno seguito la liberalizzazione della soia transgenica in Argentina (1996), quale fosse la nuova relazione tra i produttori, la risorsa terra e il rurale come spazio geografico e culturale, nella scalarità sfumata tra agricoltura contadina, imprenditoriale e capitalista.
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ROSSETTO, LUCA. "Interdipendenze tecnologiche nella produzione agricola e rilfessi sull'uso delle risorse naturali: il caso dell'agricoltura veneta." Doctoral thesis, 1998. http://hdl.handle.net/11577/179739.

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Abstract:
Nella tesi vengono affrontate le problematiche relative alla diffusione dell'agricoltura specializzata e intensiva rispetto a tipologie produttive diversificate con una particolare enfasi allo studio degli aspetti tecnologici della produzione agricola ma senza trascurare la questione ambientale. L’ipotesi di lavoro è costituita dall’azienda agricola multiprodotto ove si stabiliscono delle relazioni di congiunzione tecnologica ed economica che coinvolgono la produzione agricola tradizionale e, per riflesso, anche quella ambientale. I risultati della stima hanno confermato l’esistenza di una tecnologia differenziata in rapporto alla tipologia produttiva. Prevalgono, infatti, dei rapporti di interdipendenza tecnologica nelle tipologie diversificate le cui attività produttive si dimostrano, tra l’altro, meno pericolose è più integrate con l’ambiente. Viceversa, non sono stati rilevati motivi a favore della congiunzione tecnologica nella tipologia specializzata ipotesi che, comunque, non può essere rifiutata sulla base dei risultati della stima. Vengono, altresì, confermati gli effetti pervasivi della tecnologia relativamente alla domanda di fattori produttivi ove si riscontra un’elevata flessibilità nonostante la variabilità della loro rilevanza economica in funzione delle produzioni o degli ordinamenti adottati nelle diverse tipologie produttive.
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CARDELLA, Claudia Bianca. "I CIRCUITI BREVI SOLIDALI DI PRODUZIONE AGRICOLA E CONSUMO ALIMENTARE COME MODELLI PER UN FUTURO SOSTENIBILE." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/10447/95053.

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D, e. b. b. i. o. F. l. o. r. a. d. e. l. "P a e s a g g i a g r i c o l i r i t r o v a ti I Vivere insieme lo spazio urbano a partire dal cibo | Il caso di Lisbona." Master's thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11144/4774.

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Abstract:
A maneira como as cidades se abastecem e as preocupações ambientais relativas ao sistema alimentar do qual atualmente dependemos têm vindo a suscitar um particular interesse no âmbito da investigação no campo da arquitetura. Tomando como ponto de partida as questões alimentares e as relações que estas estabelecem com o espaço urbano, torna-se então possível repensar as cidades contemporâneas e recuperar o antigo vínculo - que se tem vindo a perder desde o advento da revolução industrial - entre o mundo urbano e o mundo agrícola. As particulares condições naturais da área de Lisboa favoreceram historicamente a prática agrícola no interior do seu território, demonstrando a pertinência de uma abordagem à cidade que tenha como tema central a agricultura. Através do recurso a fontes primárias - como documentos escritos e cartográfcos históricos, é conduzida uma análise com a intenção de traçar de forma pormenorizada a antiga ocupação agrícola do solo da capital. No contexto de Lisboa, a Freguesia de Marvila é identifcada como a área que atualmente apresenta as características naturais e históricas apropriadas para a proposta arquitetónica de um modelo urbano agrícola. A estreita relação que se estabelece com a comida, a partir da produção até a fase de consumo, permite defnir um modo de vida colectivo que disponibiliza novos espaços para a cidade e para os seus habitantes. A comida, em todas as fases do sistema alimentar, torna-se o elemento estruturante na defnição de uma cidade agrícola: o projeto arquitetónico e paisagístico proposto responde às necessidades programáticas e funcionais do modelo de cadeia curta, que pressupõe uma proximidade entre produtor e consumidor, ou seja, entre horta e habitação.
Negli ultimi anni, il modo in cui vengono nutrite le città e le preoccupazioni ambientali relative al sistema alimentare da cui attualmente dipendiamo hanno riscontrato un particolare interesse nella ricerca in campo architettonico. Prendendo come punto di partenza le questioni alimentari e le relazioni che esse instaurano con lo spazio urbano è possibile ripensare le città contemporanee e recuperare l’antico legame tra mondo urbano e mondo agricolo che è andato a perdersi dall’avvento della rivoluzione industriale. Le particolari caratteristiche naturali dell’area di Lisbona hanno storicamente favorito la pratica agricola sul territorio, dimostrando la pertinenza di un approccio alla città che abbia come tema centrale l’agricoltura. Attraverso il ricorso a fonti primarie - come documenti scritti e cartografci storici, viene condotta un’analisi che intende tracciare in modo dettagliato l’antica occupazione agricola sul suolo cittadino. All’interno del contesto di Lisbona, la Freguesia di Marvila viene individuata come l’area che attualmente presenta le caratteristiche naturali e storiche adatte alla proposta architettonica di un modello urbano agricolo. Lo stretto rapporto che si stabilisce con il cibo, dalla produzione alla fase di consumazione, permette di defnire un modo di vivere collettivo che mette a disposizione nuovi spazi per la città e per i suoi abitanti. Il cibo, in tutte le diverse fasi del sistema alimentare, diventa l’elemento strutturante nella defnizione di una città agricola: il progetto architettonico e paesaggistico proposto risponde alle necessità programmatiche e funzionali del modello della fliera corta, che presuppone una prossimità tra produttore e consumatore, quindi tra orto e abitazione.
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BENEDETTI, BARBARA. "Rapporti di produzione e riproduzione in India: il ruolo delle donne nelle campagne dell'Andhra Pradesh." Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/516856.

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Triggiani, Maurizio. "Integration of machine learning techniques in chemometrics practices." Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11589/237998.

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Abstract:
Food safety is a key objective in all the development plans of the European Union. To ensure the quality and the sustainability of the agricultural production (both intensive and extensive) a well-designed analysis strategy is needed. Climate change, precision agriculture, green revolution and industry 4.0 are areas of study that need innovative practices and approaches that aren’t possible without precise and constant process monitoring. The need for product quality assessment during the whole supply chain is paramount and cost reduction is also another constant need. Non targeted Nuclear Magnetic Resonance (NMR) analysis is still a second-choice approach for food analysis and monitoring, one of the problems of this approach is the big amount of information returned. This kind of data needs a new and improved method of handling and analysis. Classical chemometrics practices are not well suited for this new field of study. In this thesis, we approached the problem of food fingerprinting and discrimination by the means of non-targeted NMR spectroscopy combined with modern machine learning algorithms and databases meant for the correct and easy access of data. The introduction of machine learning techniques alongside the clear benefits introduces a new layer of complexity regarding the need for trusted data sources for algorithm training and integrity, if this kind of approach proves is worth in the global market, we’ll need not only to create a good dataset, but we’ll need to be prepared to defend against also more clever attacks like adversarial machine learning attacks. Comparing the machine learning results with the classic chemometric approach we’ll highlight the strengths and the weakness of both approaches, and we’ll use them to prepare the framework needed to tackle the challenges of future agricultural productions.
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