Academic literature on the topic 'Produttività agricola'

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Journal articles on the topic "Produttività agricola"

1

Paoloni, Lorenza. "L'impresa agricola nella transizione verso le energie rinnovabili." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 1 (June 2011): 25–56. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-001003.

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Abstract:
Nel presente articolo si affrontano alcuni aspetti critici del passaggio dal vigente sistema di produzione energetica basato sui combustibili fossili alla c.d.. In particolare viene analizzato il settore agricolo ove si registra una crescente attenzione verso la produzione di energia proveniente dalle risorse naturali e dalle coltivazioni di vegetali sul fondo o da fonti agro-forestali. Nel contempo, perň, si evidenzia come le produzioni agricole contribuiscano in maniera significativa al fenomeno delmentre le produzioni agroenergetiche, sebbene indirizzate a mitigare le emissioni di CO2, e dunque a limitare gli effetti nocivi del cambiamento climatico sull'intero pianeta, possono confliggere con alcune fondamentali esigenze dell'uomo prima fra tutte la produzione di prodotti agricoli destinati all'alimentazione. Si scontrano, cosě, modelli produttivi agricoli energivori e plasmati sul paradigma industriale con modelli produttivi sostenibili e piů attenti all'utilizzo razionale delle risorse naturali anche al fine di garantire l'autosufficienza alimentare e laalle singole comunitŕ. In questo contesto cosě complesso si colloca l'impresa agricola che produce energie rinnovabili (da biomasse, da agro-combustibili, da utilizzo delle energie naturali) oggi presente nel nostro ordinamento con una sua fisionomia specifica pur in assenza di una qualificazione giuridica unitaria. Si analizza anche il ruolo dei certificati verdi agricoli nella lotta al cambiamento climatico e la funzione delle filiere agro-energetiche, in particolare di quelle corte, che consentono di ridurre al massimo la distanza tra luogo di produzione e di consumo dell'energia e possono rappresentare, altresě, un volano per lo sviluppo economico-sociale delle comunitŕ locali.
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2

Henke, Roberto, and Cristina Salvioni. "La diversificazione dei redditi nelle aziende agricole italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (September 2011): 25–56. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003002.

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Abstract:
La diversificazione dei redditi nelle aziende agricole italiane In questo lavoro si propone un'analisi della diversificazione dei redditi in agricoltura. Nella prima parte viene argomentato come l'indebolimento della logica produttivista e il contemporaneo emergere di nuove traiettorie di sviluppo abbiano contribuito ad ampliare la gamma di strategie utilizzabili dalle aziende agricole per far fronte al declino e alla instabilitŕ dei redditi. Successivamente, l'attenzione si concentra sugli aspetti teorici dei processi di diversificazione e, in particolare, sulle cause che stanno alla base dell'adozione di attivitŕ diverse da quella strettamente agricola. Nella terza parte si offrono evidenze empiriche sulla diffusione di varie forme di diversificazione tra le aziende agricole italiane.
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3

Mugarra, Miriam Velazco. "Derecho Agrario: instrumento del desarrollo agrícola y rural." Przegląd Prawa Rolnego, no. 2(23) (December 15, 2018): 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Abstract:
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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4

Carrosio, Giovanni. "La diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia: una storia di isomorfismo istituzionale." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 9–25. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002001.

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Abstract:
L'articolo affronta il tema della diffusione degli impianti per la produzione di energia da biogas agricolo in Italia, partendo da una lettura di tipo socio-organizzativo. Tale approccio ha consentito di mettere in luce una serie di evidenze emerse da una ricerca sul campo: ovvero, il ruolo esercitato dai fattori istituzionali e dalla formazione di un campo organizzativo strutturato nella produzione di una serie di spinte all'omogeneizzazione delle esperienze di produzione agroenergetica. Questo processo, che viene inquadrato attraverso gli stimoli interpretativi del neo-istituzionalismo e degli studi sugli stili aziendali peculiari della sociologia rurale, ha significato la messa in opera di una serie di modelli organizzativi che hanno determinato, in alcuni casi, uno scostamento significativo tra gli obiettivi delle politiche di incentivazione per le agroenergie – riduzione delle emissioni climalteranti, indipendenza energetica, sviluppo rurale - e i risultati effettivamente ottenuti. Dalla analisi emerge come le spinte isomorfiche abbiano prodotto dei modi di organizzare la produzione di energia ed il suo dispacciamento, decisamente incoerenti rispetto alle motivazioni per le quali le energie rinnovabili vengono incentivate ed inefficienti nel garantire assetti sostenibili per le singole imprese agricole. Si mette in luce, infatti, come le politiche di incentivazione della produzione di energia da biogas abbiano favorito soprattutto il rafforzarsi di uno stile aziendale riconducibile al modello della modernizzazione agricola - caratterizzato da una tendenza all'ampliamento di scala delle aziende ed una marcata accelerazione dell'industrializzazione dei processi produttivi, piuttosto che l'emergere di assetti gestionali basati sulla pluriattivitŕ, dove il sistema di produzione di energia diviene funzionale alla chiusura dei cicli ecologici ed alla creazione di valore aggiunto a partire dagli stessi fattori produttivi. L'analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell'ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l'evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si č aggiunta l'individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietŕ dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastitŕ di figure professionali. In sede di conclusione si ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell'energia prodotta da esso.
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5

Di Majo, Antonio. "Il prelievo tributario sui redditi delle imprese agricole italiane." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 3 (October 2012): 135–42. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003006.

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Abstract:
Il prelievo tributario sui redditi delle imprese agricole italiane I redditi delle imprese agricole italiane sono prevalentemente tassati sulla base del sistema catastale. Il ricorso a forme forfettarie di tassazione č diffuso in molti paesi sviluppati (con aggiornamenti dei valori piů frequenti che in Italia). I dati qui presi in esame (ricavati dalle statistiche dell'anagrafe tributaria) dimostrano l'esiguitŕ degli imponibili dichiarati dalle imprese agricole (sia personali sia societŕ di capitali, queste ultime tassate su redditi effettivi). Questa peculiaritŕ deriva prin- cipalmente dalla mancanza di aggiornamenti frequenti degli estimi catastali, ma non č molto differente dalla situazione di altri settori produttivi del nostro paese. Infatti da circa un decennio anche molte piccole imprese non agricole utilizzano forme forfettarie di tassazione, con imponibili raramente aggiornati. Oltre alle conseguenze sul gettito , queste caratteristiche rendono anche inefficace l'utilizzo della politica tributaria per orientare la struttura della produzione agraria.
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6

Paoloni, Lorenza. "L'uso sostenibile della terra." AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no. 2 (October 2011): 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002010.

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Abstract:
L'art. 44 della Costituzione enuncia due principi fondamentali relativi al tema "Terra e lavoro": razionale sfruttamento del suolo e stabilire equi rapporti sociali nelle aree agricole. Oggi si utilizza una formula più moderna e si parla di "uso sostenibile" della terra. Ciò significa che la terra, in via generale, non può essere sottratta agli agricoltori e destinata a finalità diverse da quelle produttive concentrandola nelle mani di pochi soggetti (v.). Ma significa anche che la terra è e rimane una risorsa naturale indispensabile per soddisfare i bisogni alimentari e di salubrità delle persone anche attraverso il ricorso a modelli produttivi alternativi a quelli finora praticati, come l'agricoltura ecologica, e compatibili con l'ambiente, il territorio e la biodiversità.
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Dono, Gabriele, and Graziano Mazzapicchio. "L'impatto economico dei cambiamenti climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo." ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no. 1 (July 2010): 129–50. http://dx.doi.org/10.3280/efe2010-001010.

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Abstract:
L'impatto economico dei Cambiamenti Climatici sulla disponibilitŕ di acqua irrigua in un'area del Mediterraneo, di Gabriele Dono e Graziano Mazzapicchio Questo studio valuta alcuni effetti economici e produttivi del cambiamento climatico sull'agricoltura di un'area irrigua dell'Italia meridionale. Esso considera, in particolare, la variazione dovuta al cambiamento nel regime delle piogge sulla disponibilitŕ d'acqua per l'irrigazione in una diga. Stimato il rapporto tra precipitazioni e volumi d'acqua nella diga, si definiscono le distribuzioni dei vari stati d'invaso idrico nel passato, nel presente e in uno scenario futuro. Queste distribuzioni sono usate per rappresentare le attese degli agricoltori sulle condizioni di disponibilitŕ idrica che potrebbero affermarsi passando da una situazione di stabilitŕ a una di crescente variabilitŕ dei fenomeni piovosi. In particolare, tali distribuzioni sono inserite in un modello di Programmazione Stocastica Discreta che riproduce le scelte delle aziende agricole dell'area, dato il valore stocastico atteso per l'acqua d'irrigazione disponibile in diga. I risultati delle simulazioni ottenuti confrontando gli scenari del presente e del futuro con quello del passato, evidenziano un calo dei redditi e dell'occupazione soprattutto in alcune tipologie aziendali. Emergono anche modifiche nell'uso del suolo, con un calo nell'uso dei fattori produttivi e un aumento della quantitŕ di acqua estratta dai pozzi aziendali.
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Abbatecola, Emanuela, Davide Filippi, and Marco Omizzolo. "Incursioni L'inconsistenza dei diritti. Il Grave Sfruttamento del Lavoro migrante in Italia. Introduzione. Dal caporalato al padronato. Riflessioni critiche sul sistema del Grave Sfruttamento Lavorativo." MONDI MIGRANTI, no. 2 (July 2022): 9–36. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002001.

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Abstract:
L'articolo analizza la complessità del fenomeno del grave sfruttamento lavorativo e la sua sistematizzazione organica quale espressione propria del capitalismo con-temporaneo. Assunti i limiti entro cui, nel mondo accademico e nel dibattito pub-blico, si riflette su queste dinamiche, gli autori propongono una nuova definizione del concetto di grave sfruttamento lavorativo, tentando di integrare approcci e sguardi che in letteratura risultano frammentati. Questa definizione è fondata su tre dimensioni: economica, sociale-riproduttiva, ambientale, da considerare in una relazione circolare nella quale le conseguenze dell'una si ripercuotono sulle altre. In questo quadro, la condizione della forza lavoro, soprattutto migrante, si è trasfor-mata in un crocevia sul quale converge un pluralismo regolativo, formale e infor-male, che determina subordinazione e gravi forme di sfruttamento. È un processo che non è circoscrivibile nel solo ambito agricolo, ma diffuso in molteplici settori produttivi, ognuno dei quali con specifiche modalità di funzionamento. La rifles-sione supera dunque la centralità assunta negli anni dal concetto di caporalato per introdurre quella di padronato, dove le responsabilità sono da individuare nella si-stematicità dei fenomeni connessi al grave sfruttamento lavorativo.
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Trentin, Iran Carlos Lovis. "Cambiamenti climatici e agroecologia nello sviluppo del Rio Grande do Sul-Brasile." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 22, 2021, 39–62. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ambiente/climatici-e-agroecologia.

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Abstract:
La proposta centrale di questo articolo è quella di comprendere e discutere la situazione generata dalle continue siccità che affliggono l’economia agricola di diverse regioni del Rio Grande do Sul negli ultimi decenni, in particolare con l’adozione di modelli produttivi degradanti e inquinanti dagli anni ’70. Discutere anche alcune informazioni sui fenomeni naturali che intensificano la siccità costante, così come l’azione umana nel peggioramento della siccità. Per questo, abbiamo condotto un’ampia ricerca bibliografica e interviste con ricercatori della zona. Da ciò, è stato identificato che l’agroecologia come modello di agricoltura sostenibile è un’alternativa per sostituire il modello dipendente e degradante degli ecosistemi nella produzione di alimenti per gaúchos e per l’esportazione. Inoltre, con questo modello di produzione sostenibile negli agroecosami, è possibile garantire miglioramenti ambientali, economici e sociali alle famiglie degli agricoltori di tutte le regioni agricole, oltre a mitigare le continue siccità e siccità che sono diventate frequenti negli ultimi decenni, causando enormi perdite economiche e ambientali per tutta la produzione del Rio Grande do Sul.
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"Struttura spaziale dei sistemi produttivi e del valore aggiunto agricolo in Italia." QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no. 4 (February 2015): 147–68. http://dx.doi.org/10.3280/qu2014-004007.

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Dissertations / Theses on the topic "Produttività agricola"

1

Salani, Veronica. "Relazione tra dati e indici climatici e produttività agricola." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9637/.

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Abstract:
L’obiettivo che questo elaborato di Tesi si pone è quello di dimostrare l’esistenza di una correlazione tra la produttività agricola e le principali variabili climatiche rilevate per la Provincia di Ravenna. La prima parte del lavoro ha riguardato la raccolta dei dati da archivi digitali e cartacei inerenti l’andamento climatico dell’ultimo trentennio e la produzione agronomica di alcune colture selezionate. I dati meteo sono stati organizzati secondo variabili a livello annuale, stagionale e mensile; questi parametri climatici, assieme ai dati di produttività, sono stati ordinati in un database che copre il periodo 1976 – 2014, dal quale si è partito per procedere alla loro elaborazione statistica. Il lavoro è stato organizzato in tre fasi: ricerca di quali variabili climatiche a scala locale hanno determinato maggiormente l’andamento della produzione agricola di specifiche colture; ricerca di una possibile relazione tra l’indice climatico a scala continentale NAO (North Atlantic Oscillation) e le variabili climatiche locali; infine è stato eseguito un tentativo per cercare di relazionare direttamente la produttività agricola con l’andamento del NAO. La divisione dell’analisi dei dati in queste tre parti ha permesso uno studio più dettagliato di quelle che potrebbero essere le relazioni fra gli elementi considerati, allo scopo di valutare una possibile relazione complessiva tra di essi. Tra i risultati ottenuti, le relazioni che hanno dimostrato maggiormente gli andamenti previsti si sono verificate nel caso della produzione dei cereali autunno – vernini, sia rispetto alle variabili climatiche locali che rispetto all’andamento del NAO. Inoltre, con la relazione tra NAO invernale e variabili climatiche locali, è stata verificata l’effettiva influenza di questo indice sui parametri climatici del territorio in oggetto.
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Cadili, Valeria. "Uso di biomasse di scarto dell'attività agro-industriale per il miglioramento della produzione agricola." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1604.

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Abstract:
Durante il dottorato di ricerca in PRODUTTIVITÁ DELLE PIANTE COLTIVATE IN AMBIENTE MEDITERRANEO (XXVI ciclo) sono stati preparati ed analizzati quattro estratti in KOH delle seguenti matrici organiche: 1. residuo di estrazione di olio da Brassica (Napus L.); 2. residuo di estrazione di olio da Ricino (Ricinus communis L.); 3. residuo di estrazione di olio da Panello di lino (Linum usitatissimum L.); 4. digestato ottenuto dalla produzione di biogas, in un'azienda agro-zootecnica. Di questi estratti organici è stata valutata l'attività biostimolante, attraverso l'applicazione di un biosaggio (test Audus) e l allevamento di plantule di Zea mays L. (in soluzione nutritiva Hoagland). Le prove sono state condotte utilizzando diverse concentrazioni degli estratti alcalini allo scopo di studiare il loro effetto sul metabolismo fito-ormonale della pianta. Sono state, inoltre, prese in considerazione, altre sostanze organiche biosolubili (SOS) e le loro frazioni insolubili (ROI), ottenute per mezzo di estrazione alcalina a caldo, da rifiuti di diversa origine. Di questi estratti organici è stata valutata l'attività biostimolante, attraverso la coltivazione di plantule di Phaseolus vulgaris.
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BALDONI, EDOARDO. "Agricultural Productivity in Space." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245559.

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Abstract:
Questa tesi ha l’obiettivo di misurare la produttività totale dei fattori in agricoltura in Italia nel periodo 2008-2014 e di capirne i caratteri salienti. Attraverso l’utilizzo di micro dati delle aziende agricole commerciali campionate dalla RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola) e dei numeri indice, si derivano indici di produttività a livello nazionale, regionale, provinciale, e a livello di specializzazione produttiva e di dimensione economica. Gli indici di produttività sono generati attraverso la procedura del minimum spanning tree (Hill, 1999; Hill 2004) e sono quindi comparabili tra le varie unità nel tempo. I risultati mostrano una performance decrescente nell’arco dei sette anni considerati. Sia a livello nazionale che a livello di specializzazione produttiva e di dimensione economica, gli indici mostrano un andamento decrescente. A livello di dimensione si registra una relazione positiva tra produttività e dimensione economica delle aziende con ampi differenziali tra le classi dimensionali esaminate. Per quanto riguarda le specializzazioni produttive, livelli maggiori di produttività si registrano per quelle specializzazioni che possono essere considerate di carattere maggiormente professionale. In particolare i bovini da latte, l’ortofloricoltura, la frutticoltura e la viticoltura sono le specializzazioni produttive a più alta performance. I granivori, gli erbivori, la cerealicoltura, i seminativi e le aziende miste mostrano invece una performance inferiore rispetto alle prime. A livello regionale si evidenziano due cluster di regioni ad alta produttività. Uno è composto da Emilia-Romagna, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia e l’altro al Sud è composto da Calabria e Basilicata. La produttività sembra essere legata alla composizione delle singole agricolture regionali in termini di tipologia di produzione e di dimensione economica. Ulteriori analisi saranno comunque necessarie al fine di stabilire una relazione tra la composizione agricola regionale e la performance economic. Nella seconda parte della ricerca gli indici a livello provinciale vengono utilizzati per capire i differenziali di produttività tenendo in considerazione il più possibile la variabilità territoriale italiana. La TFP a livello provinciale mostra una lieve tendenza alla clusterizzazione spaziale. Il grado di dipendenza spaziale viene quantificato in un modello lineare che assume dipendenza spaziale, dipendenza temporale e la presenza di una serie di variabili esogene. Il modello viene stimato con lo stimatore BCLSDV (Bias Corrected Least Squares Dummy Variable). Le stime mostrano un basso grado di dipendenza temporale e un alto grado di dipendenza spaziale assumendo però una struttura di correlazione spaziale limitata a 50-70 chilometri. I risultati delle stime vengono utilizzati per quantificare gli effetti di diffusione a seguito di uno shock esogeno di produttività nelle varie province. Ciò che emerge è che, data la struttura di correlazione spaziale assunta e data la bassa dipendenza temporale, gli effetti di uno shock di produttività sono limitati nel tempo e nello spazio. Questi si estendono anche a province lontane dall’epicentro dello shock ma con caratteri diversi rispetto a quelle vicine. In particolare, l’effetto spillover di lungo periodo è maggiore nelle regioni limitrofe allo shock e viene raggiunto in un tempo decisamente inferiore rispetto alle province più lontane. Questi risultati vengono interpretati come evidenza dello stretto legame tra territorio e produzione agricola. Questo legame è in grado di influenzare i caratteri e lo sviluppo delle agricolture locali.
The research aims at measuring agricultural total factor productivity in Italy over the period 2008-2014 and at understanding its main features. It leverages farm-level information from the FADN (Farm Accountancy Data Network) database e the index number methodology to derive indexes at either geographical level and at the level of farm types. At geographical level, indexes are derived at national level, at the level of FADN regions and at NUTS3 level. Then, indexes are derived at the level of farm typology and of economic size. Indexes are derived using the minimum spanning tree method and are comparable across spatial units over time. Results point to a decline in aggregate productivity over time. Indexes at national level, at the level of economic size and at the level of farm typologies all exhibit general downward trends. A positive relationship between TFP and economic size is found with large productivity differentials across size classes. Large differentials are also found across types of farms. The types associated to a more entrepreneurial nature, such as dairy, horticulture, fruit production and grapes and wine production, are all associated with higher productive performance with respect to the others. At the level of FADN regions, there seem to be two clusters of highly productive regions. One is in the North and is composed of Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino and Alto Adige. The other is in the South and is composed of Calabria and Basilicata. TFP seems to be linked to the structure of the regional agricultures in terms of types of farming and size of farms. However, further analyses would be required to establish a relationship between productivity and agricultural composition of geographical regions. In the second part of the research, measurements at NUTS3 level are used to inspect productivity differentials considering the spatial variability of the Italian territory. A limited degree of productivity clustering is found at NUTS3 level. Spatial dependence is quantified in a linear model that assumes also temporal dependence of TFP and controls for covariates. The model is estimated with the BCLSDV (Bias Corrected Least Squares Dummy Variable) estimator. Assuming a narrow spatial correlation structure, estimates show a limited degree of temporal dependence and a high degree of spatial dependence. Coefficient estimates are then used to model the diffusion process of a productivity shock hitting specific NUTS3. Evidences from the exercise show that, due to the narrow spatial correlation structure assumed and the limited temporal dependence, the effects of a shock are limited in space and over time. Effects of a shock differ depending on the distance of NUTS3 from the epicenter of the shock. Neighboring NUTS3 receive, in a shorter time frame, a larger long-run spillover effect with respect to NUTS3 that are further away. This results is an evidence of the site-specificity of agricultural production. The close link that exists between locations and agriculture influence production practices and their development.
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CINA', Roberto. "Realizzazione di un sistema per la gestione remota degli impianti fotovoltaici e per l’ottimizzazione dei rapporti tra produzione energetica e consumi aziendali ai fini del miglioramento della sostenibilità ambientale dei sistemi produttivi in aree rurali ed agricole." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/90936.

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5

MARCON, ALESSANDRA. "Déconstruire les paradigmes des territoires productifs contemporains. L'urbanisme de la petite industrie et l'agriculture paysanne dans les cas du Bocage vendéen et du Val-de-Marne." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/11578/319228.

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Abstract:
Le attuali trasformazioni del sistema produttivo mondiale implicano delle importanti modifiche del territorio che riportano il tema della produzione al centro degli studi urbani contemporanei. Inscritte in un processo di riterritorializzazione, queste trasformazioni danno vita ad una diversità di tensioni, conflitti e immaginari che destabilizzano alcuni paradigmi e gerarchie spaziali, come il dualismo urbano-rurale, su cui si è costruita la società occidentale e con essa gran parte della sua cultura urbana. L'ipotesi che sta alla base della tesi è che, a partire dall'osservazione e la descrizione situata dei territori produttivi contemporanei, emergano tensioni, conflitti e immaginari rinnovati, dai quali sarebbe possibile decostruire il paradigma urbano-rurale e formulare alcune lezioni utili al rinnovo della cultura urbanistica. La tesi indaga i territori agro-industriali e gli spazi della piccola produzione industriale e agricola in due diverse forme di territori abitati europei: quello disperso e ibrido del Bocage vendéen e quello compatto e denso del Val de Marne. La tesi tenta di decostruire tre paradigmi che descrivono questi territori e da cui si possono trarre delle lezioni: il paradigma dello sviluppo locale, quello del produttivismo e quello della transizione. A partire da questi insegnamenti, la tesi si conclude sulla formulazione di quattro scenari futuri del Bocage vendéen.
The current transformations of the global production system is leading to territorial changes that are bringing the theme of production back to the core of contemporary urban studies. Inscribed in a process of reterritorialization, these transformations give rise to a plurality of tensions, conflicts and imaginaries that call into question certain paradigms and spatial binomials, such as the urban-rural one, on which the Western society - and with it much of its urban culture - has been built. The main hypothesis is that the tensions, conflicts and renewed imaginaries arising from the observation and situated description of contemporary productive territories make it possible to deconstruct the urban-rural paradigm and formulate useful lessons for the renewal of urban culture. The agro-industrial territories and the spaces of small-scale industry and agriculture are studied in two different forms of European inhabited territories, that is the dispersed and hybrid Vendée Bocage and the compact and dense Val-de-Marne. This thesis attempts to deconstruct three paradigms that describe these territories and from which lessons can be drawn. They are the local development paradigm, the productivism paradigm and the transition paradigm. Based on these lessons, the thesis concludes with the formulation of four future scenarios for the Vendée Bocage.
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6

CAMPUS, DANIELA. "Three essays on women's empowerment in agriculture. Empirical evidence for Nepal and Uganda." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1028356.

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Abstract:
The thesis aims at analysis women's empowerment of rural women in two low income contexts, like Nepal and Uganda, due to the pivotal role rural women play in reduce poverty, by guaranteeing household's wellbeing. Empowerment is addressed through three different research paths, corresponding to the three papers by which the thesis is composed. Firstly, I assess whether land titling could enhance the decision-making power of Nepalese women working in agriculture, finding a positive association between them. In the second article, the potential impact of the food price instability on the labour supply side is investigated, finding that Ugandan women have been more affected by the food price shock. Finally, in the third paper, I analyse the extent to which gender differences exist in the agricultural productivity in Uganda. In line with the literature, final results confirm this gender gap, although I conclude that this discrepancy may be attributed not to gender itself, but to inputs constraints that women must face, and that are not addressed by data available. La tesi si propone di analizzare l'empowerment delle donne rurali in due contesti a basso reddito, come il Nepal e Uganda, grazie al ruolo centrale che le donne rurali hanno nel contribuire alla riduzione della povertà, garantendo il benessere delle famiglie. Tale concetto di empowerment viene analizzato attraverso tre percorsi di ricerca differenti, corrispondenti ai tre articoli di cui la tesi è composta. In primo luogo, valuto se il titolo di possesso della terra potrebbe migliorare il potere decisionale delle donne nepalesi che lavorano in agricoltura, trovando una correlazione positiva tra di loro. Nel secondo articolo, si indaga sul potenziale impatto dell'instabilità dei prezzi alimentari sul lato dell'offerta di lavoro, scoprendo che le donne ugandesi sono stati più colpiti dalla shock dei prezzi del cibo. Infine, nel terzo articolo, analizzo se esistono differenze di genere nella produttività agricola in Uganda. In linea con la letteratura, i risultati finali confermano questa divario di genere, anche se concludo che questa discrepanza può essere attribuita non al genere in sé, ma ai vincoli che le donne devono fronteggiare, e che non vengono riportati dai dati disponibili.
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7

VERTUCCI, BENEDETTO. "Soggetti, processi produttivi e spazi agrari: una etnografia della produzione agricola nella pampa santafesina." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1318467.

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Abstract:
La ricerca dal titolo “Soggetti, processi produttivi e spazi agrari: una etnografia della produzione agricola nella pampa santafesina” si concentra, in una prima battuta, sull’analisi dei processi storici e tecnologici attraverso i quali un’area a bassissima densità antropica e dedita all’allevamento si convertì in pochi decenni in un’area ad agricoltura intensiva, destinata all’agro-esportazione, e sull’individuazione del ruolo storico ricoperto dall’immigrazione europea, soprattutto italiana, nella colonizzazione e nell’espansione agricola dell’area; in seconda istanza, più approfonditamente, l’analisi è orientata al nuovo spazio rurale contemporaneo con il fine di ripensare antropologicamente le categorie classiche dei soggetti agrari santafesini (es.: possidenti, affittuari, salariati) in funzione della nascita di nuovi attori (es.: rentiers), delle nuove strategie di produzione e di organizzazione del lavoro (es.: contratistas) e di nuove monocolture (es.: espansione sojera). Nell’indagine, tutti gli aspetti citati hanno nella dimensione sociale la propria cornice di senso, con il fine di indagare le nuove emergenti configurazioni identitarie e culturali (es.: continuità, adattamenti e trasformazioni dei chacareros), le nuovi visioni della campagna e le nuove posizioni in relazione alla terra, ponendo attenzione anche alla dimensione patrimoniale e alle dinamiche di relazione e di riproduzione comunitaria, attraverso la ricostruzione delle trasformazioni storiche nella proprietà della terra e del ruolo ricoperto da piccoli e medi produttori nello scenario agricolo dell’area. Il rurale si configura quindi come uno spazio polisemico anche extra-agricolo, perché è sia luogo di lavoro di persone che vivono in città, sia residenza di lavoratori che non si occupano di agricoltura, sia territorio dove si producono beni e servizi che non sono solo di origine agricola. I centri popolati hanno oramai tagliato le mediazioni classiche con la città, si sono fatti città agrarie o agro-città per l’appunto (Albadelejo, 2004). La campagna è urbanizzata, i pueblos sono urbanizados (Gras, 2012) ma il campo continua a muovere, «el campo mueve todo» nelle narrative locali e nella percezione urbana. Rileggendo la tradizione di studi antropologici sul mondo contadino e delle farms, studi di antropologia economica e studi sociologici sull’agricoltura, e attraverso le metodologie tipiche della ricerca antropologica, come l’osservazione partecipante, un’immersione prolungata e multisituata nel contesto etnografico attraverso più missioni, lo shadowing, o la realizzazione di interviste aperte ad individui e gruppi, si è indagata la nuova configurazione rurale della pampa santafesina nel passaggio dall’agricoltura familiare ai modelli di agrobusiness contemporaneo. La persistenza, le trasformazioni e le continuità della prima, trovano nuova ragione nel paesaggio verso la seconda, generando una moltiplicazione dei destini e degli attori in gioco che, a voler considerare l’altissima omogeneità tecnologica e produttiva, risulta maggiormente sorprendente. Si è cercato altresì di individuare, a partire dalle riflessioni che hanno seguito la liberalizzazione della soia transgenica in Argentina (1996), quale fosse la nuova relazione tra i produttori, la risorsa terra e il rurale come spazio geografico e culturale, nella scalarità sfumata tra agricoltura contadina, imprenditoriale e capitalista.
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ROSSETTO, LUCA. "Interdipendenze tecnologiche nella produzione agricola e rilfessi sull'uso delle risorse naturali: il caso dell'agricoltura veneta." Doctoral thesis, 1998. http://hdl.handle.net/11577/179739.

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Abstract:
Nella tesi vengono affrontate le problematiche relative alla diffusione dell'agricoltura specializzata e intensiva rispetto a tipologie produttive diversificate con una particolare enfasi allo studio degli aspetti tecnologici della produzione agricola ma senza trascurare la questione ambientale. L’ipotesi di lavoro è costituita dall’azienda agricola multiprodotto ove si stabiliscono delle relazioni di congiunzione tecnologica ed economica che coinvolgono la produzione agricola tradizionale e, per riflesso, anche quella ambientale. I risultati della stima hanno confermato l’esistenza di una tecnologia differenziata in rapporto alla tipologia produttiva. Prevalgono, infatti, dei rapporti di interdipendenza tecnologica nelle tipologie diversificate le cui attività produttive si dimostrano, tra l’altro, meno pericolose è più integrate con l’ambiente. Viceversa, non sono stati rilevati motivi a favore della congiunzione tecnologica nella tipologia specializzata ipotesi che, comunque, non può essere rifiutata sulla base dei risultati della stima. Vengono, altresì, confermati gli effetti pervasivi della tecnologia relativamente alla domanda di fattori produttivi ove si riscontra un’elevata flessibilità nonostante la variabilità della loro rilevanza economica in funzione delle produzioni o degli ordinamenti adottati nelle diverse tipologie produttive.
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Books on the topic "Produttività agricola"

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Corrado, Barberis, Siesto Vincenzo, Istituto nazionale di sociologia rurale., and Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Italy), eds. La Produttività agricola in Italia: Elaborazioni sul censimento 1982 con stime al 1986 presentate al CNEL. Milano: Edizioni del sole 24 Ore, 1987.

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Corrado, Barberis, Siesto Vincenzo, Istituto nazionale di sociologia rurale., and Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Italy), eds. La Produttività agricola in Italia: Elaborazioni sul censimento 1982 con stime al 1986 presentate al CNEL. Milano: Edizioni del sole 24 Ore, 1987.

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Conference papers on the topic "Produttività agricola"

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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno, and Davide Marino. "Nutrire Roma: il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Abstract:
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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