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Dissertations / Theses on the topic 'Processo di scelta'

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1

FAGGIANO, ENRICO. "Processi di scelta formativa e professionale in Canton Ticino: ipotesi sull'influenza genitoriale." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/18978.

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Abstract:
La letteratura che si è occupata di scelte e orientamenti professionali e formativi, ha messo in evidenza che le variabili che intervengono in tale ambito sono molteplici. Il livello socio-economico della famiglia è uno degli aspetti più importanti e riconosciuti. Se si presume che tale fattore possa spiegare quasi il novanta per cento delle scelte o percorsi formativi intrapresi dai/le giovani, rimane circa un dieci per cento che richiede un’altra spiegazione. Questo lavoro di ricerca ha tentato di dare una risposta a questa domanda. Punto di partenza è la famiglia d’origine del ragazzo. La famiglia non è però vista solo in modo statico, vale a dire un sistema in cui i genitori influenzano in modo unilaterale il/la giovane attraverso una trasmissione culturale inter-generazionale, ma un sistema dinamico in cui i figli partecipano a tale dinamica, accettando o rifiutando tale trasmissione. Oltre a trasmettere cultura, sapere, stile di vita e comportamenti i genitori trasmettono anche i loro desideri e le loro aspettative. Questi ultimi sono presenti anche nei confronti della scelta formativa e professionale del/la giovane. I/le giovani possono però sia identificarsi con tali desideri o aspettative, sia non identificarsi. Si potrebbe quasi dire che alla base di tutto ci sia un contratto in cui il/la giovane accetta o non accetta di farsi portavoce dei desideri paterni o materni. Questo aspetto è stato il punto di partenza per comprendere come l’identificazione dei figli con i genitori possa giocare un ruolo importante in tale processo.
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2

Rotaru, Virgilia <1991&gt. "Il ruolo del Web 2.0 nel processo decisionale nella scelta di una destinazione turistica." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20615.

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Abstract:
Con l’avvento del World Wide Web a partire dagli anni Novanta, e con l’inizio della Rivoluzione Digitale nel 2002 il nostro mondo è indubbiamente ed irreversibilmente cambiato. La trasformazione è avvenuta con una tale velocità che, oggi, nel 2022 uno dei concetti più utilizzati in maniera trasversale in qualsiasi settore è quello di innovazione ed evoluzione digitale. La seguente tesi intende analizzare come tutto questo abbia influenzato il settore del turismo e modificato l’dea di viaggio, e in modo particolare come gli odierni potenziali turisti pensano, organizzano e prenotano i propri viaggi. Per comprendere meglio questi processi è utile soffermarsi, innanzitutto, sulle fasi decisionali della scelta di una destinazione turistica in relazione ai nuovi strumenti digitali. Si ipotizza che la maggior parte dei turisti utilizzino solo o soprattutto i canali digitali in tutte le fasi di un viaggio. Gli studi e i dati supportano la tesi che i motori di ricerca vengono utilizzati all’80% circa durante la fase di ispirazione e ricerca, ma dimostrano anche che per quanto riguarda le fasi dell’acquisto e di prenotazione i viaggiatori usano ancora maggiormente i canali tradizionali. Successivamente la seguente tesi intende, perciò, indagare su tutte le fasi di prenotazione di un viaggiatore e sulle strategie di marketing di una destinazione, focalizzandosi sul caso studio della città di Venezia.
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3

Dalla, Nora Giulia <1987&gt. "Le determinati delle scelte di pensionamento in Italia. Un’analisi di genere." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8250/1/dallanora_giulia_tesi.pdf.

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Abstract:
Il rapporto tra genere e pensionamento in Italia è ambiguo. Anche se il tasso di occupazione femminile tra i 50 e i 64 anni è aumentato (tenendo però in considerazione le differenze tra il livello di istruzione e il divario nord/sud) le donne in pensione hanno trascorso meno anni nel mercato del lavoro, guadagnato di meno e cambiato diverse occupazioni rispetto agli uomini della stessa età. Questa tesi presenta una panoramica sul divario tra i generi esistente nel sistema pensionistico italiano, concentrandosi sulle problematiche familiari e lavorative delle donne. Le ricerche precedenti hanno spesso ignorato il gap di genere, mentre studi più recenti hanno esaminato come i ruoli di genere interagiscono con i cambiamenti delle politiche pensionistiche. L'obiettivo di questo lavoro è quello di migliorare la comprensione delle tendenze e dei fattori che influenzano le decisioni di pensionamento delle donne in Italia, considerando come il contesto istituzionale, le caratteristiche individuali e familiari influenzano tali decisioni. I dati provengono dai moduli "Transizione dal lavoro al pensionamento" del 2006 e del 2012 nell'ambito dell'indagine europea della forza lavoro. L'analisi dei dati è volta ad analizzare il legame tra le decisioni di pensionamento e le caratteristiche individuali, e familiari dei soggetti intervistati. La prima parte del documento descrive brevemente gli approcci e i risultati della revisione della letteratura e la seconda parte presenta l’analisi delle determinanti del pensionamento. I risultati, interpretati alla luce del contesto socio-economico italiano, indicano che sussistono delle differenze di genere nella transizione verso la pensione, a discapito delle donne.
The relationship between gender and retirement in Italy is ambiguous. Although the female employment rate between the ages of 50 and 64 increased, (even counting with big differences between education level and with a persistent strong North/South divide), retired women spent a small numbers of years in the labour market, earned less over their lifetimes, and worked in different jobs than men of the same age. This thesis presents an Italian overview of pension gender gap, focusing on family and work-life issues. Previous researches ignored gender bias, while more recent studies have scarcely investigated how gender roles interact with the changes in pension policies. The aim of this paper is to improve the knowledge regarding trends and factors influencing women’s retirement decisions in Italy, considering the institutional context, the individual and family characteristics influencing retirement decisions. Data comes from “transition from work into retirement” module within the 2006 and 2012 European Labour Force Survey. Regression analysis was used to analyse the link between individual as well as family and pension system characteristics and retirement age of women in Italy. Results, which are interpreted in light of the national socio-economic Italian context, point to gender differences in retirement transitions. For women the incidence of involuntary retirement is higher compared to man, reflecting an institutional context where women are subjected to more difficulties.
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4

LOBIATI, PAOLO GIUSEPPE MARIA. "Libertà interna e libertà esterna nel consenso matrimoniale canonico. L'incidenza delle condotte pre e para suicidarie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/96574.

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Abstract:
Nello studio si approfondisce il rapporto tra due realtà: l’una giuridica, il consenso matrimoniale, e l’altra appartenente all’ambito del fatto, la condotta pre e para suicidaria. La necessità concreta è stata comprendere in modo univoco l’interazione tra la libertà del consenso – quale dimensione fondamentale affinché questo possa dispiegare effetti giuridici – ed alcune condotte poste in essere da uno dei due nubenti o da terzi, così da valutare come queste possano incidere sulla validità dell’atto. Si sono considerati due capi di nullità – il metus ed il gravis defectus discretionis iudicii – che dottrina e giurisprudenza considerano quelli che coinvolgono la facoltà volitiva, approfondendo nella prima parte il rapporto tra le condotte di fatto e la libertà esterna mentre nella seconda in merito alla libertà interna. Il metodo è stato quello di analisi della giurisprudenza quale fonte che permette sia di interpretare la norma sia di precisarne ed incarnarne le fattispecie. Conclusione è che le condotte pre e para suicidarie non possano inserirsi tra le circostanze che rendono manifesta la nullità del matrimonio in relazione alla libertà del consenso, infatti non è possibile sostenerne il valore presuntivo ma è necessario, volta per volta, confrontarle con gli altri fatti riportati nelle tavole processuali.
The study examines the relationship between two realities: one legal, marriage consent, and the other belonging to the context of the fact, pre and para suicidal conduct. The concrete need was to understand in a univocal way the interaction between the freedom of consent - as a fundamental dimension for this to have legal effects - and some behaviors put in place by one of the two engaged or by third parties, so as to evaluate how these can affect on the validity of the deed. Two heads of nullity have been considered - the Grave fear and the Lake of discretion of judgment - which doctrine and jurisprudence consider those that involve the willful faculty, deepening in the first part the relationship between conduct and external freedom while in the second on the internal freedom. The method was to analyze the jurisprudence as a source that allows both to interpret the law and to specify and embody the cases in point. The conclusion is that the pre- and para-suicidal behaviors cannot be inserted among the circumstances that make the nullity of the marriage manifest in relation to the freedom of consent, in fact it is not possible to support the presumptive value but it is necessary, every time, to compare them with the other facts. reported in the procedural tables.
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LOBIATI, PAOLO GIUSEPPE MARIA. "Libertà interna e libertà esterna nel consenso matrimoniale canonico. L'incidenza delle condotte pre e para suicidarie." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/96574.

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Abstract:
Nello studio si approfondisce il rapporto tra due realtà: l’una giuridica, il consenso matrimoniale, e l’altra appartenente all’ambito del fatto, la condotta pre e para suicidaria. La necessità concreta è stata comprendere in modo univoco l’interazione tra la libertà del consenso – quale dimensione fondamentale affinché questo possa dispiegare effetti giuridici – ed alcune condotte poste in essere da uno dei due nubenti o da terzi, così da valutare come queste possano incidere sulla validità dell’atto. Si sono considerati due capi di nullità – il metus ed il gravis defectus discretionis iudicii – che dottrina e giurisprudenza considerano quelli che coinvolgono la facoltà volitiva, approfondendo nella prima parte il rapporto tra le condotte di fatto e la libertà esterna mentre nella seconda in merito alla libertà interna. Il metodo è stato quello di analisi della giurisprudenza quale fonte che permette sia di interpretare la norma sia di precisarne ed incarnarne le fattispecie. Conclusione è che le condotte pre e para suicidarie non possano inserirsi tra le circostanze che rendono manifesta la nullità del matrimonio in relazione alla libertà del consenso, infatti non è possibile sostenerne il valore presuntivo ma è necessario, volta per volta, confrontarle con gli altri fatti riportati nelle tavole processuali.
The study examines the relationship between two realities: one legal, marriage consent, and the other belonging to the context of the fact, pre and para suicidal conduct. The concrete need was to understand in a univocal way the interaction between the freedom of consent - as a fundamental dimension for this to have legal effects - and some behaviors put in place by one of the two engaged or by third parties, so as to evaluate how these can affect on the validity of the deed. Two heads of nullity have been considered - the Grave fear and the Lake of discretion of judgment - which doctrine and jurisprudence consider those that involve the willful faculty, deepening in the first part the relationship between conduct and external freedom while in the second on the internal freedom. The method was to analyze the jurisprudence as a source that allows both to interpret the law and to specify and embody the cases in point. The conclusion is that the pre- and para-suicidal behaviors cannot be inserted among the circumstances that make the nullity of the marriage manifest in relation to the freedom of consent, in fact it is not possible to support the presumptive value but it is necessary, every time, to compare them with the other facts. reported in the procedural tables.
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D'Antuono, Giancarmine <1988&gt. "Analisi degli attributi di prodotto e di processo nelle scelte di acquisto dei radicchi del Veneto." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3703.

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Abstract:
Il lavoro si propone di analizzare gli attributi intrinseci ed estrinseci di qualità dei prodotti agroalimentari (con particolare riferimento al paniere di radicchi del Veneto) e come essi influenzano le scelte di acquisto dei consumatori. Nello specifico si è fatto riferimento ai compratori di radicchio Padovani e si sono descritte le loro abitudini di consumo di tale tipologia di ortaggio, oltre che dei prodotti di qualità in generale.
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Giusti, Giulia. "Sui Tipi Sessione, le Scelte Probabilistiche e il Tempo Polinomiale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24922/.

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Abstract:
I protocolli crittografici sono progettati per garantire comunicazioni protette su canali eventualmente controllati da utenti malintenzionati. Considerando le dimensioni crescenti delle reti di comunicazione e la loro dipendenza dai protocolli crittografici, risulta necessario un elevato livello di sicurezza in questi ultimi. Nel modello computazionale della crittografia moderna, le proprietà di sicurezza vengono definite in modo rigoroso e la verifica dei protocolli rispetto a tali proprietà viene effettuata mediante prove matematiche. In tale scenario si colloca il seguente progetto di tesi. L'obiettivo di questa tesi riguarda lo sviluppo di algebre di processo che siano in grado di rappresentare i protocolli crittografici nel senso del modello computazionale. L'algebra di processo indagata necessita di una nozione di scelta probabilistica e di vincoli di complessità computazionale per gli avversari. A tale fine, è stato definito un sistema di tipi sessione in grado di verificare la sicurezza dei protocolli. I problemi di scalabilità dei modelli relativi alla verifica automatica dei protocolli definiti secondo l'approccio computazionale sottolineano la rilevanza scientifica di questo elaborato. La radice di tali limitazioni risiede nella contemporanea presenza di non determinismo e scelte probabilistiche. Il sistema sviluppato nel presente progetto risulta essere, da una parte, sufficientemente permissivo da consentire la rappresentazione dei protocolli standard e delle prove per riduzione e, dall'altra, il più possibile restrittivo da impedire il non determinismo e i fenomeni di deadlock, in genere non presenti nel modello computazionale. Inoltre, gode di importanti proprietà quali Subject Reduction e limitazione polinomiale della complessità computazionale dei processi.
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8

Vanin, Marta <1997&gt. "Comunicazione pubblicitaria e scelte di consumo: un’analisi del settore dei profumi." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21914.

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Abstract:
Lo scopo di questo elaborato è quello di comprendere il ruolo svolto dagli spot pubblicitari nel determinare le decisioni d'acquisto di profumi. Il percorso di analisi inizia, dunque, da un approfondimento relativo al prodotto in questione, alla sua storia e alle dinamiche del settore. Dopodiché, si passa ad esaminare l'ambito della pubblicità, con particolare riguardo allo spot pubblicitario e al ruolo svolto da quest'ultimo nelle scelte d'acquisto, sia in generale che nel contesto specifico dei profumi, per il quale vengono analizzati anche alcuni esempi. A tal punto, si procede con l'esposizione del lavoro di ricerca condotto ai fini di questo elaborato, con i relativi risultati. Si tratta, in particolare, di un'indagine sul peso che lo spot pubblicitario svolge nelle scelte d'acquisto di profumi, per capire se esso esercita effettivamente un'influenza e se può incidere di più o di meno rispetto ad altri elementi del prodotto.
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RIVA, EGIDIO. "Il valore della conciliazione. L'equilibrio lavoro-vita tra scelta e necessità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/177.

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Abstract:
La conciliabilità lavorativa è un nodo complesso del nostro tempo, che fatica ad essere sciolto. Non si tratta di un problema individuale da risolvere a livello personale, quanto piuttosto di una tematica a rilevanza societaria che richiede pertanto un intreccio virtuoso di progettazione politica, intervento legislativo e misure aziendali a supporto. La questione tuttavia, non si gioca solo a livello istituzionale. Come mostrato dal presente lavoro di ricerca, infatti, lavoratori e le lavoratrici si trovano ad essere, in un quadro di generale incertezza, attori protagonisti di un lento e difficoltoso processo di trasformazione sociale e organizzativa che richiede un consenso unanime ed un accordo trasversale, pena la sua incompiutezza e contraddittorietà. Da qui l'importanza di chiarire e mettere in luce le differenti, e a volte contrapposte, valenze che il tema assume tra i diversi protagonisti del mondo del lavoro e mostrare come le relazioni personali e lavorative, familiari e di coppia, intervengano nella definizione e nell'utilizzo delle misure di conciliazione.
Work-life integration is a complicated knot of our society, difficult to be undone. It is not a personal problem to be solved individually; rather it is a social issue and therefore needs a coherent mix of policy, legislation, organizational measures. Anyway the institutional level is not enough. Actually, as this work shows, men and women are the main characters of a slow and tough process of social and organizational change that requires the agreement of all the parties concerned. Thus it is important to make clear the different, and sometimes contrary, meanings of work-life integration among subjects acting in the labour market and to show how family, gender and labour relationships affect the definition and usage of work-life balance benefits.
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RIVA, EGIDIO. "Il valore della conciliazione. L'equilibrio lavoro-vita tra scelta e necessità." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/177.

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Abstract:
La conciliabilità lavorativa è un nodo complesso del nostro tempo, che fatica ad essere sciolto. Non si tratta di un problema individuale da risolvere a livello personale, quanto piuttosto di una tematica a rilevanza societaria che richiede pertanto un intreccio virtuoso di progettazione politica, intervento legislativo e misure aziendali a supporto. La questione tuttavia, non si gioca solo a livello istituzionale. Come mostrato dal presente lavoro di ricerca, infatti, lavoratori e le lavoratrici si trovano ad essere, in un quadro di generale incertezza, attori protagonisti di un lento e difficoltoso processo di trasformazione sociale e organizzativa che richiede un consenso unanime ed un accordo trasversale, pena la sua incompiutezza e contraddittorietà. Da qui l'importanza di chiarire e mettere in luce le differenti, e a volte contrapposte, valenze che il tema assume tra i diversi protagonisti del mondo del lavoro e mostrare come le relazioni personali e lavorative, familiari e di coppia, intervengano nella definizione e nell'utilizzo delle misure di conciliazione.
Work-life integration is a complicated knot of our society, difficult to be undone. It is not a personal problem to be solved individually; rather it is a social issue and therefore needs a coherent mix of policy, legislation, organizational measures. Anyway the institutional level is not enough. Actually, as this work shows, men and women are the main characters of a slow and tough process of social and organizational change that requires the agreement of all the parties concerned. Thus it is important to make clear the different, and sometimes contrary, meanings of work-life integration among subjects acting in the labour market and to show how family, gender and labour relationships affect the definition and usage of work-life balance benefits.
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LAZZARINI, PAOLA. "Cattolici al lavoro: Valori religiosi e scelte lavorative nel vissuto di sei organizzazioni d' ispirazione cristiana." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/420.

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Abstract:
La tesi indaga, attraverso un percorso di ricerca qualitativa, la relazione tra appartenenza religiosa e scelte professionali dei membri e dei dirigenti di cinque associazioni d’ispirazione cattolica impegnate sul tema del lavoro e di un sindacato. Il percorso di ricerca teorico si è svolto su due filoni: uno che prendeva in esame i temi propri della Sociologia del lavoro, le tesi attorno alla fine dell’epoca del lavoro e il ruolo del lavoro nella costruzione dell’identità; il secondo di Sociologia della religione e dunque la persistenza della religione nella sfera pubblica tra paradigma della secolarizzazione e nuove teorie, ma anche alcuni approfondimenti storici sul movimento cattolico e dottrinari sul lavoro nella dottrina sociale. L’indagine empirica ha evidenziato la difficoltà di parlare del significato e del valore personalmente attribuito al lavoro, ma anche il ruolo di mediazione di significati svolto dall’associazione: dalle interviste infatti è emerso che proprio nella mediazione della mission associativa si trova la chiave del rapporto fede-lavoro. Alla luce di tali risultati è stata ipotizzata una classificazione delle associazioni in base alla visione del lavoro che propongono.
The thesis investigates, through a qualitative search, the relationship among religious affiliation and professional choices of the members and the executives of five associations of Catholic inspiration and a labor union. The theoretical research had been developed on two seams: one based on themes proper of the Sociology of the job, the theses around the end of the epoch of the job and the role of the job in the construction of the identity; the second of Sociology of the religion and therefore the persistence of the religion in the public sphere between paradigm of the secularization and new theories, but also some historical close examinations on the movement Catholic and on the theme of "work" in the catholic social doctrine. The empirical investigation underlined the difficulty of speaking about the meaning of the job and the value personally attributed to the job, but also the role of mediation of meanings developed by the association: interviews reveal that is in the mediation of the associative mission the key of the relationship faith-job.
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LAZZARINI, PAOLA. "Cattolici al lavoro: Valori religiosi e scelte lavorative nel vissuto di sei organizzazioni d' ispirazione cristiana." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/420.

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Abstract:
La tesi indaga, attraverso un percorso di ricerca qualitativa, la relazione tra appartenenza religiosa e scelte professionali dei membri e dei dirigenti di cinque associazioni d’ispirazione cattolica impegnate sul tema del lavoro e di un sindacato. Il percorso di ricerca teorico si è svolto su due filoni: uno che prendeva in esame i temi propri della Sociologia del lavoro, le tesi attorno alla fine dell’epoca del lavoro e il ruolo del lavoro nella costruzione dell’identità; il secondo di Sociologia della religione e dunque la persistenza della religione nella sfera pubblica tra paradigma della secolarizzazione e nuove teorie, ma anche alcuni approfondimenti storici sul movimento cattolico e dottrinari sul lavoro nella dottrina sociale. L’indagine empirica ha evidenziato la difficoltà di parlare del significato e del valore personalmente attribuito al lavoro, ma anche il ruolo di mediazione di significati svolto dall’associazione: dalle interviste infatti è emerso che proprio nella mediazione della mission associativa si trova la chiave del rapporto fede-lavoro. Alla luce di tali risultati è stata ipotizzata una classificazione delle associazioni in base alla visione del lavoro che propongono.
The thesis investigates, through a qualitative search, the relationship among religious affiliation and professional choices of the members and the executives of five associations of Catholic inspiration and a labor union. The theoretical research had been developed on two seams: one based on themes proper of the Sociology of the job, the theses around the end of the epoch of the job and the role of the job in the construction of the identity; the second of Sociology of the religion and therefore the persistence of the religion in the public sphere between paradigm of the secularization and new theories, but also some historical close examinations on the movement Catholic and on the theme of "work" in the catholic social doctrine. The empirical investigation underlined the difficulty of speaking about the meaning of the job and the value personally attributed to the job, but also the role of mediation of meanings developed by the association: interviews reveal that is in the mediation of the associative mission the key of the relationship faith-job.
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Romito, M. "'NON FA PER TE'. ORIENTAMENTO SCOLASTICO E SCELTE DI INDIRIZZO NELLA SCUOLA SUPERIORE IN ITALIA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/225371.

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Abstract:
TITLE: "Your are not meant for it". An ethnographic reserach on school counselling at the transition from lower to upper secondary school in Italy. ABSTRACT: The transition from lower to upper secondary school is crucial in reproducing educational inequalities in Italy. Based on one year ethnographic research carried out in two middle school in the city of Milan, the thesis highlight the role of teachers and school advisers in shaping students' educational identities and expectations. Participant observation and interviews with teachers, school advisers, students and parents have been carried out throughout the last year of middle school. The process leading to upper secondary school choices has been conceived as a social construction accomplished by actors differentially endowed with symbolic power. Through the concepts of field, habitus and cultural capital, the thesis show how in supporting and advising students and families, teachers and school advisers often, and unwittingly, reinforce the relation between ascribed memberships and school choices, thus contributing to the reproduction of social disparity in accessing to the different tracks that characterize upper secondary school within the Italian educational system.
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La, Cara Roberta. ""Dalla violenza endofamiliare allo stalking. Instaurazione del legame di coppia, processi culturali tradizionali e vulnerabilità"." Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1587.

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Abstract:
Scopo di questa ricerca è una descrizione di alcune dinamiche che si riscontrano all interno delle famiglie che presentano delle problematiche di violenza domestica e di stalking, inteso non come un fenomeno isolato e determinato ma come un punto lungo un continuum preceduto da vessazioni e violenze di varie forme. Gli studi di cui la letteratura ci porta a conoscenza di stampo psicologico e criminologico si sono incentrati, perlopiù, sull individuazione di un certo profilo del reo, su dipendenze patologiche e su analisi circa la complementarità dei profili personologici dei membri della coppia patogena, che appaiono avere un significato rilevante sull andamento della spirale di violenza. Soprattutto, essi si sono soffermati sulla presenza degli script che si identificano all interno di queste famiglie e come questi si ricolleghino alla formazione dei legami di attaccamento che si creano tra i membri della famiglia stessa. I risultati più significativi emersi da tali analisi indicano che esiste una correlazione tra tipo di legame stabilito dai soggetti con i genitori, tipologia di famiglia di provenienza e la condizione attuale. Nello specifico, essi concludono che stile di attaccamento e tipologia familiare sono determinanti nella spiegazione dell aggressività all interno della famiglia. In questi studi emerge una complementarità del tipo di seguito riportato: lo stile di attaccamento della vittima è di tipo insicuro-evitante. Detto attaccamento è tipico della famiglia disimpegnata-rigida e si accoppierebbe, in maniera complementare, allo stile insicuro-ambivalente dell aggressore, proveniente quest ultimo da una tipologia familiare invischiata-caotica . Gli studi sulla formazione della coppia basati sulla teoria dell attaccamento confermano che gli accoppiamenti avvengono tra sicuri e tra insicuri: i sicuri tenderebbero, dunque, ad avere compagni altrettanto sicuri, cosi come gli insicuri evitanti si accoppierebbero con gli insicuri ambivalenti, salvo poi concludere, nonostante le correlazioni esplicitate, che lo stile di attaccamento può variare nel corso della vita e che tutti gli accoppiamenti sono possibili. La nostra ricerca, alla luce di analisi secondarie delle storie delle vittime di violenza intrafamiliare unitamente ai fatti riportati dalla cronaca, ha mostrato qualche perplessità circa la necessaria complementarità degli stili di attaccamento tra vittima e reo e circa la correlazione tra il loro attaccamento e la tipologia familiare percepita, ritenendo dubbia l inferenza all universo di riferimento, dal momento che la stessa teoria riserva margini di mutamento che rendono problematica, a nostro avviso, ogni tipo di classificazione. L indagine empirica condotta ha tentato di testare le classificazioni fornite dai succitati studi, giungendo ad allontanarsene per pervenire all emersione di una realtà trasversale declinata in termini prevalentemente culturali.
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Nerli, Ballati Enrico. "Simulare processi sociali: i sistemi multi-agente per la ricerca sociologica. Un’applicazione per lo studio del processo di diffusione dell’hashish nelle classi scolastiche." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917560.

Full text
Abstract:
Per le loro caratteristiche e per le loro modalità di funzionamento, i sistemi multi-agente o agent-based models (ABMs) rappresentano uno strumento a disposizione della ricerca sociale per affrontare il problema dell’analisi interna del comportamento sistemico. Questi strumenti si sposano con una concezione della ricerca sociale che sposta il fuoco dell’attenzione dallo studio dei fattori di influenza allo studio dell’attore sociale e della sua definizione della situazione, dallo studio delle proprietà e delle relazioni tra esse allo studio delle attività nell’interazione sociale, dallo studio trasversale dei fenomeni allo studio dei processi sociali, dall’ottica delle proprietà sociali concepite come sostanze all’analisi delle configurazioni sociali generate dall’interazione a livello micro. L’obiettivo è la comprensione dell’interazione tra le componenti individuali o elementari di un sistema, che costituisce un passaggio fondamentale per guardare al comportamento complesso di un sistema sociale. Gli ABM possono così costituire uno strumento per la costruzione di modelli sui fenomeni sociali, in grado di rappresentare tutti i passaggi dello schema di relazione tra livello micro e livello macro e rappresentare dinamicamente l’evoluzione del comportamento di un sistema di azione Nel testo la simulazione sociale viene introdotta partendo dall’attività che nelle scienze sociali viene descritta come modeling o Modellbildung, che si potrebbe tradurre con la locuzione modellizzazione o costruzione di modelli. In particolare, l’attenzione viene focalizzata sulla relazione tra il ricercatore, la teoria, il piano empirico inerente al sistema di azione studiato, il modello relativo al sistema di azione e la simulazione di questo modello. Nel quadro delle diverse opportunità offerte dalla simulazione sociale sono illustrate le caratteristiche denotative dei sistemi multi-agente. Le stesse caratteristiche, le opportunità e i vincoli tecnici dello strumento hanno delle implicazioni dirette nel rapporto tra impiego degli ABM e le prospettive teoriche degli scienziati sociali che ne fanno uso. Gli attributi di autonomia, abilità sociale, reattività e proattività degli agenti rendono possibile concettualizzare e formalizzare modelli che incorporano al loro interno il problema della microfondazione dell’azione sociale. Nel testo viene affrontato il tema del rapporto tra simulazione mediante ABM e spiegazione. Nello specifico vengono sottolineate le possibilità offerte dallo strumento per quella che Coleman definisce come l’analisi interna del comportamento sistemico e per l’analisi della relazione tra livello micro dell’azione sociale e livello macro delle configurazioni e delle regolarità empiriche riguardanti i fenomeni sociali. Ampio spazio viene dedicato alla nozione di meccanismo generativo, alla base dell’autodefinitosi programma di ricerca della sociologia analitica I sistemi multi-agente sono proposti come uno tra gli strumenti elettivi dell’agenda analitica, per lo studio di fenomeni in forma aggregata o emergente, a partire dalle attività degli attori sociali a livello micro. La stessa concezione dei processi sociali e di meccanismo generativo elaborata dagli autori autodefinitesi analitici presenta delle profonde analogie con le caratteristiche metodologiche degli ABM. Nella seconda parte del testo, la simulazione multi-agente viene messa a lavoro su un problema di ricerca specifico: la diffusione del consumo di hashish all’interno delle classi nelle scuole secondarie superiori. Il primo contatto con sostanza e il suo consumo sono pensati come eventi all’interno di un processo, nel quale l’azione sociale prende forma nell’interazione a livello micro attraverso l’influenza sociale e nel quale l’azione sociale ha un effetto ricorsivo sul sistema di azione nel suo complesso. Sono passati in rassegna diversi contributi contemporanei sull’influenza dei pari sui comportamenti a rischio, che si riferiscono soprattutto a studi che impiegano l’Analisi delle reti sociali. Il fenomeno del consumo di hashish non viene pensato in termini trasversali, ma come l’esito di una sequenza dinamica di eventi a livello micro che generano la configurazione osservabile empiricamente. Il linguaggio di programmazione informatica per gli ABM NetLogo è impiegato per formulare e formalizzare un modello di scelta condizionale, con le caratteristiche di un modello di soglia. L’esito dell’attività di formalizzazione è la costruzione del modello a due stadi dell’influenza dei pari sul consumo di sostanze. Il modello ipotizza l’integrazione tra i due stadi fondamentali del processo: lo stadio della selezione dei pari (1) e lo stadio della socializzazione alla sostanza attraverso l’interazione sociale (2). La distinzione tra i due stadi si riconnette strettamente alle caratteristiche di base del processo di omofilia sociale, impiegato per interpretare il consumo di hashish e marijuana tra pari. Il modello viene sviluppato attraverso nove differenti scenari, in ogni scenario sono introdotte e combinate ipotesi sulle micro condizioni dell’azione sociale. I sistemi multi-agente programmati sono calibrati empiricamente sulla base dei dati trasversali e retrospettivi originati da una rilevazione condotta su quattordici classi scolastiche. Il testo, infine, presenta i risultati delle simulazioni condotte e i risultati della validazione degli scenari simulati. L’obiettivo delle operazioni presentate nel capitolo è quello di vagliare la capacità replicativa delle simulazioni. Nel capitolo sono enucleati, analizzati e discussi i limiti strutturali del modello, legati alla posizione degli attori considerati come innovatori in relazione al fenomeno nelle reti sociali e alla loro partecipazione al processo. La validazione dei risultati consente di mettere in evidenza i limiti delle ipotesi sulle micro condizioni dell’azione sociale introdotte nei diversi scenari.
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TEDESCO, MARTA. "L'influenza sociale e i sistemi di raccomandazione: uno studio empirico sul processo di scelta dei prodotti di esperienza on-line." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1241192.

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Abstract:
Nel macro-ambito dei processi di consumo, l’obiettivo della presente ricerca è quello di indagare il fenomeno dell’influenza sociale nei processi di scelta di prodotti culturali online. Più in particolare, facendo riferimento alle fonti di raccomandazione alla base dei processi di consumo, ci si propone di analizzare il ruolo che assumono i sistemi di raccomandazione, confrontati con la pressione conformistica esercitata dalle informazioni sul comportamento di un acquisto di massa, nell’ambito del mercato editoriale. Gli obiettivi del progetto sono: in primo luogo svolgere un’analisi esplorativa sui consumi culturali del campione sperimentale oggetto di questo studio, sia nell’ambito di acquisti online che offline; in secondo luogo, alla luce di questi dati, analizzare l’impatto delle fonti di raccomandazione, in particolare sul processo di scelta di uno specifico prodotto: il libro. Al fine di osservare l’influenza delle fonti di raccomandazione sul processo di scelta dei prodotti di esperienza, verrà riprodotta una simulazione di questi processi nell’ambito di una piattaforma online. L’obiettivo ultimo di queste indagini è dunque quello di comprendere quali fonti di raccomandazione siano più influenti sui processi di scelta di prodotti di esperienza come i libri, in particolare in un ambiente mediato dal computer. Per cui si cercherà di scoprire se, nell’ambito di questo studio, i partecipanti alla ricerca siano più propensi ad adottare comportamenti acquiescenti riconducibili ad atteggiamenti conformisti, adeguandosi al comportamento prevalente di altri utenti, se invece tendano a rimanere fedeli ai propri gusti, preferendo seguire dei consigli più personalizzati provenienti dai sistemi di raccomandazione, o se piuttosto preferiscano orientare la propria scelta facendo riferimento ad un consiglio competente, ovvero quello degli esperti.
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NERLI, BALLATI ENRICO. "Simulare processi sociali: i sistemi multi-agente per la ricerca sociologica. Un’applicazione per lo studio del processo di diffusione dell’hashish nelle classi scolastiche." Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/763195.

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Abstract:
Per Coleman il problema della spiegazione del comportamento dei sistemi sociali può essere affrontato attraverso due prospettive. La prima prospettiva, di stampo classico e ampiamente diffusa nella ricerca sociale, è riconducibile all’analisi statistica applicata allo studio della relazione tra proprietà situate a livello macro. Gli strumenti di analisi tipici di questa prospettiva si fondano sulle analisi delle associazioni statistiche tra il comportamento di interesse e le altre caratteristiche del sistema sociale, intese come contesto in cui esso ha luogo. Questa visione ha come punto di forza la sua capacità descrittiva, ma ha come importante punto di debolezza una concezione della causazione che ha pervaso la ricerca quantitativa a partire dagli anni ’40 del XX secolo, secondo la quale il comportamento dell’attore sociale è influenzato da varie caratteristiche individuali e contestuali. Un limite è costituito dall’incapacità di andare oltre la descrizione del sistema, con la finalità di porre e rispondere a domande a livello più analitico. La seconda prospettiva è quella dell’analisi interna del comportamento sistemico. Questa visione implica l’esame dei processi interni al sistema, che ne riguardano le componenti o unità di livello inferiore a quello del sistema o sottogruppi che ne fanno parte. Per le loro caratteristiche e per le loro modalità di funzionamento, i sistemi multi-agente o agent-based models (ABMs) rappresentano uno strumento a disposizione della ricerca sociale per affrontare il problema dell’analisi interna del comportamento sistemico. Questi strumenti si sposano con una concezione della ricerca sociale che sposta il fuoco dell’attenzione dallo studio dei fattori di influenza allo studio dell’attore sociale e della sua definizione della situazione, dallo studio delle proprietà e delle relazioni tra esse allo studio delle attività nell’interazione sociale, dallo studio trasversale dei fenomeni allo studio dei processi sociali, dall’ottica delle proprietà sociali concepite come sostanze all’analisi delle configurazioni sociali generate dall’interazione a livello micro. L’obiettivo è la comprensione dell’interazione tra le componenti individuali o elementari di un sistema, che costituisce un passaggio fondamentale per guardare al comportamento complesso di un sistema sociale. Gli ABM possono così costituire uno strumento per la costruzione di modelli sui fenomeni sociali, in grado di rappresentare tutti i passaggi dello schema di relazione tra livello micro e livello macro e rappresentare dinamicamente l’evoluzione del comportamento di un sistema di azione. Nel testo la simulazione sociale viene introdotta partendo dall’attività che nelle scienze sociali viene descritta come modeling o Modellbildung, che si potrebbe tradurre con la locuzione modellizzazione o costruzione di modelli. In particolare, l’attenzione viene focalizzata sulla relazione tra il ricercatore, la teoria, il piano empirico inerente al sistema di azione studiato, il modello relativo al sistema di azione e la simulazione di questo modello. Nel quadro delle diverse opportunità offerte dalla simulazione sociale sono illustrate le caratteristiche denotative dei sistemi multi-agente. Le stesse caratteristiche, le opportunità e i vincoli tecnici dello strumento hanno delle implicazioni dirette nel rapporto tra impiego degli ABM e le prospettive teoriche degli scienziati sociali che ne fanno uso. Gli attributi di autonomia, abilità sociale, reattività e proattività degli agenti rendono possibile concettualizzare e formalizzare modelli che incorporano al loro interno il problema della microfondazione dell’azione sociale. Nel testo viene affrontato il tema del rapporto tra simulazione mediante ABM e spiegazione. Nello specifico vengono sottolineate le possibilità offerte dallo strumento per quella che Coleman definisce come l’analisi interna del comportamento sistemico e per l’analisi della relazione tra livello micro dell’azione sociale e livello macro delle configurazioni e delle regolarità empiriche riguardanti i fenomeni sociali. Ampio spazio viene dedicato alla nozione di meccanismo generativo, alla base dell’autodefinitosi programma di ricerca della sociologia analitica.Nella seconda parte del testo, la simulazione multi-agente viene messa a lavoro su un problema di ricerca specifico: la diffusione del consumo di hashish all’interno delle classi nelle scuole secondarie superiori. Il primo contatto con sostanza e il suo consumo sono pensati come eventi all’interno di un processo, nel quale l’azione sociale prende forma nell’interazione a livello micro attraverso l’influenza sociale e nel quale l’azione sociale ha un effetto ricorsivo sul sistema di azione nel suo complesso. Sono passati in rassegna diversi contributi contemporanei sull’influenza dei pari sui comportamenti a rischio, che si riferiscono soprattutto a studi che impiegano l’Analisi delle reti sociali. Il fenomeno del consumo di hashish non viene pensato in termini trasversali, ma come l’esito di una sequenza dinamica di eventi a livello micro che generano la configurazione osservabile empiricamente. Il linguaggio di programmazione informatica per gli ABM NetLogo è impiegato per formulare e formalizzare un modello di scelta condizionale, con le caratteristiche di un modello di soglia. L’esito dell’attività di formalizzazione è la costruzione del modello a due stadi dell’influenza dei pari sul consumo di sostanze. Il modello ipotizza l’integrazione tra i due stadi fondamentali del processo: lo stadio della selezione dei pari (1) e lo stadio della socializzazione alla sostanza attraverso l’interazione sociale (2). La distinzione tra i due stadi si riconnette strettamente alle caratteristiche di base del processo di omofilia sociale, impiegato per interpretare il consumo di hashish e marijuana tra pari. Il modello viene sviluppato attraverso nove differenti scenari, in ogni scenario sono introdotte e combinate ipotesi sulle micro condizioni dell’azione sociale. I sistemi multi-agente programmati sono calibrati empiricamente sulla base dei dati trasversali e retrospettivi originati da una rilevazione condotta su quattordici classi scolastiche. Il testo, infine, presenta i risultati delle simulazioni condotte e i risultati della validazione degli scenari simulati. L’obiettivo delle operazioni presentate nel capitolo è quello di vagliare la capacità replicativa delle simulazioni. Nel capitolo sono enucleati, analizzati e discussi i limiti strutturali del modello, legati alla posizione degli attori considerati come innovatori in relazione al fenomeno nelle reti sociali e alla loro partecipazione al processo. La validazione dei risultati consente di mettere in evidenza i limiti delle ipotesi sulle micro condizioni dell’azione sociale introdotte nei diversi scenari.
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ROBIBARO, MASSIMO. "Un sistema informativo di supporto ad una pianificazione innovativa della sicurezza stradale." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/936527.

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Abstract:
Il Safety Manager è un sistema informativo che si basa sull'informatizzazione del processo di analisi e di pianificazione e cerca di migliorare le capacità decisionali dei progettisti durante l'identificazione delle possibili cause di incidentalità e durante la scelta degli interventi più efficaci per uno specifico sito, in base al minor rapporto costi/benefici.
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CICERI, ANDREA. "Il ruolo del wine packaging nel processo decisionale: confronto tra consumatori danesi e italiani integrando metodologia tradizionale e di neuromarketing." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/10808/22423.

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Abstract:
La ricerca realizzata ha preso in esame il processo decisionale del vino, focalizzandosi in particolar modo sul ruolo che ha l’aspetto estetico del packaging. Si è deciso da un lato di prendere a oggetto di studio questo prodotto, in quanto connotato da una elevata percezione di rischio. Dall’altro, si è ristretto l’ambito decisionale al solo packaging, poiché è un elemento che assume un ruolo del tutto peculiare e fondamentale nel processo decisionale di questo prodotto. Bottiglie con soluzioni estetiche gradite hanno infatti una maggiore probabilità di essere scelte, una maggiore disponibilità a pagare (DAP) e una maggiore propensione all’acquisto. Lo studio parte da un gap di ricerca. Sino ad oggi, la ricerca sul vino in generale e sul suo packaging nello specifico, ha adottato metodi di ricerca tradizionali quali i self report o i questionari, che la ricerca stessa, ha evidenziato avere il limite di cogliere soltanto la parte razionale e consapevole dei processi decisionali. Partendo da questa premessa, l’approccio che si è utilizzato in questa ricerca ha combinato le metodologie di ricerca classica con la metodologia di neuromarketing, permettendo così di esplorare con maggiore affidabilità la tematica di ricerca. La ricerca si è svolta a Milano e a Copenaghen. Si è deciso di confrontare questi due gruppi di partecipanti (millenials e tutti consumatori di vino) perché caratterizzati da abitudini di consumo radicalmente differenti. Da un lato, l’Italia in cui il consumo di vino è un elemento culturale tipico e dall’altro la Danimarca in cui questo prodotto ha un ruolo del tutto marginale negli stili di consumo. Lo studio ha previsto due fasi. Una prima fase (316 partecipanti, 146 danesi e 170 italiani), finalizzata a raccogliere le abitudini di consumo dei rispettivi gruppi di ricerca e a classificare in termini di moderno e tradizionale (la classificazione più comune che si segue per definire il packaging del vino) le soluzioni grafiche realizzate per essere poi usate nella seconda fase della ricerca. La seconda fase (120 partecipanti, 52 danesi e 68 italiani), si è svolta presso due centri di ricerca dell’Università IULM e della Copenaghen Business School. In questa seconda fase i partecipanti sono stati profilati per livello di conoscenza (basso) e di coinvolgimento (basso) verso questo prodotto. Si è optato per questo target per diversi motivi: perché rappresentativo del consumatore medio, perché è un segmento di consumatori in forte crescita e infine perché per questi consumatori il packaging è importante quanto il prodotto stesso. Il protocollo di ricerca prevedeva la somministrazione di un totale di 24 soluzioni grafiche di packaging, combinate tra loro a coppie, abbinando una soluzione grafica moderna a una tradizionale. Il partecipante aveva 4 secondi per esprimere la preferenza di scelta rispetto a ciascuna delle 12 coppie di soluzioni grafiche. I dati eye tracking e di attivazione fisiologica (SC) sono stati raccolti durante questa fase. Successivamente il partecipante compilava un questionario finalizzato a cogliere per ciascuna soluzione grafica: il gradimento, la propensione all’acquisto e la disponibilità a pagare. Gli obiettivi della ricerca erano due. Il primo verificare se target differenti (per genere e nazionalità) avevano preferenze differenti rispetto alle soluzioni grafiche testate. In particolare le ipotesi di ricerca, derivate da questo primo obiettivo erano due e ipotizzavano rispettivamente che i partecipanti danesi e le partecipanti donne avessero una preferenza maggiore per soluzioni grafiche moderne. Il secondo obiettivo era quello di esplorare il processo decisionale, analizzando in particolar modo la difficoltà nel portare a termine la scelta. Sono state definite due ipotesi di ricerca che ipotizzavano una maggiore difficoltà decisionale per partecipanti danesi e partecipanti donne. I risultati non hanno confermato le prime due ipotesi. Tutti i partecipanti, indiscriminatamente da sesso o nazionalità hanno espresso una netta preferenza per le soluzioni grafiche tradizionali, risultati supportati sia dai dati indiretti eye tracking (la cui analisi ha adottato come framework teorico il gaze bias effect) che dai dati verbali dei self report. Differenze significative e in linea con le ultime due ipotesi di ricerca sono state invece trovate per quanto riguarda il processo decisionale.
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CICCARE, MICHELE. "Il provvedimento abnorme nel processo civile." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/940094.

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Abstract:
La tesi di dottorato è incentrata sull’indagine del provvedimento «abnorme» nel diritto processuale civile. Dopo aver tracciato la linea evolutiva del fenomeno - che ha avuto genesi nel campo del diritto processuale penale - nonché all'esito di un'analisi sistematica di tutte le delicate problematiche che questo fenomeno comporta, l'elaborato mira a raggiungere due fondamentali risultati: a) dal punto di vista statico, contestualizzare il vizio di abnormità nell’ambito delle fattispecie di invalidità dell’atto processuale, al fine di vagliarne l'eventuale rilevanza autonoma; b) dal punto di vista dinamico, riconnettere al tessuto normativo astratto la specificità di queste concrete evenienze patologiche, individuando, in armonia con l’impianto sistematico del codice di rito, il regime giuridico del provvedimento «abnorme» emanato.
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FORMICONI, Cristina. "LÈD: Il Lavoro È un Diritto. Nuove soluzioni all’auto-orientamento al lavoro e per il recruiting online delle persone con disabilità." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251119.

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Abstract:
INTRODUZIONE: Il presente progetto di ricerca nasce all’interno di un Dottorato Eureka, sviluppato grazie al contributo della Regione Marche, dell’Università di Macerata e dell’azienda Jobmetoo by Jobdisabili srl, agenzia per il lavoro esclusivamente focalizzata sui lavoratori con disabilità o appartenenti alle categorie protette. Se trovare lavoro è già difficile per molti, per chi ha una disabilità diventa un percorso pieno di ostacoli. Nonostante, infatti, la legge 68/99 abbia una visione tra le più avanzate in Europa, l’Italia è stata ripresa dalla Corte Europea per non rispettare i propri doveri relativamente al collocamento mirato delle persone con disabilità. Tra chi ha una disabilità, la disoccupazione è fra il 50% e il 70% in Europa, con punte dell’80% in Italia. L’attuale strategia europea sulla disabilità 2010-2020 pone come obiettivi fondamentali la lotta alla discriminazione, le pari opportunità e l’inclusione attiva. Per la realizzazione di tali obiettivi assume un’importanza centrale l’orientamento permanente: esso si esercita in forme e modalità diverse a seconda dei bisogni, dei contesti e delle situazioni. La centralità di tutti gli interventi orientativi è il riconoscimento della capacità di autodeterminazione dell’essere umano, che va supportato nel trovare la massima possibilità di manifestarsi e realizzarsi. Ciò vale ancora di più per le persone con disabilità, in quanto risultano fondamentali tutte quelle azioni che consentono loro di raggiungere una consapevolezza delle proprie capacità/abilità accanto al riconoscimento delle caratteristiche della propria disabilità. L’orientamento assume così un valore permanente nella vita di ogni persona, garantendone lo sviluppo e il sostegno nei processi di scelta e di decisione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione attiva, la crescita economica e l’inclusione sociale. Oggi giorno il frame work di riferimento concettuale nel campo della disabilità è l’International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF), il quale ha portato a un vero e proprio rovesciamento del termine disabilità dal negativo al positivo: non si parla più di impedimenti, disabilità, handicap, ma di funzioni, strutture e attività. In quest’ottica, la disabilità non appare più come mera conseguenza delle condizioni fisiche dell’individuo, ma scaturisce dalla relazione fra l’individuo e le condizioni del mondo esterno. In termini di progetto di vita la sfida della persona con disabilità è quella di poter essere messa nelle condizioni di sperimentarsi come attore della propria esistenza, con il diritto di poter decidere e, quindi, di agire di conseguenza in funzione del proprio benessere e della qualità della propria vita, un una logica di autodeterminazione. OBIETTIVO: Sulla base del background e delle teorie di riferimento analizzate e delle necessità aziendali è stata elaborata la seguente domanda di ricerca: è possibile aumentare la consapevolezza negli/nelle studenti/esse e laureati/e con disabilità che si approcciano al mondo del lavoro, rispetto alle proprie abilità, competenze, risorse, oltre che alle limitazioni imposte dalla propria disabilità? L’obiettivo è quello di sostenere i processi di auto-riflessione sulla propria identità e di valorizzare il ruolo attivo della persona stessa nella sua autodeterminazione, con la finalità ultima di aumentare e migliorare il match tra le persone con disabilità e le imprese. L’auto-riflessione permetterà di facilitare il successivo contatto dialogico con esperti di orientamento e costituirà una competenza che il soggetto porterà comunque come valore aggiunto nel mondo del lavoro. METODI E ATTIVITÀ: Il paradigma teorico-metodologico adottato è un approccio costruttivista: peculiarità di questo metodo è che ciascuna componente della ricerca può essere riconsiderata o modificata nel corso della sua conduzione o come conseguenza di cambiamenti introdotti in qualche altra componente e pertanto il processo è caratterizzato da circolarità; la metodologia e gli strumenti non sono dunque assoggettati alla ricerca ma sono al servizio degli obiettivi di questa. Il primo passo del progetto di ricerca è stato quello di ricostruzione dello stato dell’arte, raccogliendo dati, attraverso la ricerca bibliografica e sitografica su: l’orientamento, la normativa vigente in tema di disabilità, i dati di occupazione/disoccupazione delle persone con disabilità e gli strumenti di accompagnamento al lavoro. A fronte di dati mancanti sul territorio italiano relativi alla carriera e ai fabbisogni lavorativi degli/delle studenti/esse e laureati/e con disabilità, nella prima fase del progetto di ricerca è stata avviata una raccolta dati su scala nazionale, relativa al monitoraggio di carriera degli studenti/laureati con disabilità e all’individuazione dei bisogni connessi al mondo del lavoro. Per la raccolta dati è stato sviluppato un questionario ed è stata richiesta la collaborazione a tutte le Università italiane. Sulla base dei dati ricavati dal questionario, della letteratura e delle indagini esistenti sulle professioni, nella fase successiva della ricerca si è proceduto alla strutturazione di un percorso di auto-orientamento, volto ad aumentare la consapevolezza nelle persone con disabilità delle proprie abilità e risorse, accanto a quella dei propri limiti. In particolare, il punto di partenza per la costruzione del percorso è stata l’Indagine Istat- Isfol sulle professioni (2012) e la teoria delle Intelligenze Multiple di H. Gardner (1983). Si è arrivati così alla strutturazione del percorso di auto-orientamento, composto da una serie di questionari attraverso i quali il candidato è chiamato ad auto-valutare le proprie conoscenze, le competenze, le condizioni di lavoro che gli richiedono più o meno sforzo e le intelligenze che lo caratterizzano, aggiungendo a questi anche una parte più narrativa dove il soggetto è invitato a raccontare i propri punti di forza, debolezza e le proprie aspirazioni in ambito professionale. Per sperimentare il percorso di auto-orientamento creato, nell’ultima fase della ricerca è stato predisposto uno studio pilota per la raccolta di alcuni primi dati qualitativi con target differenti, studenti/esse universitari/e e insegnanti di scuola superiore impegnati nel tema del sostegno e dell’orientamento, e utilizzando diversi strumenti (autopresentazioni, test multidimensionale autostima, focus group). CONCLUSIONI: I dati ottenuti dallo studio pilota, seppur non generalizzabili, in quanto provenienti da un campione esiguo, hanno evidenziato come il percorso di auto-orientamento attivi una riflessione sulla visione di sé nei diversi contesti e un cambiamento, in positivo o in negativo, nell’autostima e nella valutazione di sé in diverse aree, ad esempio nell’area delle relazioni interpersonali, del vissuto corporeo, dell’emotività ecc. Tali dati ci hanno permesso soprattutto di evidenziare punti di forza e debolezza del percorso creato e di apportare modifiche per una maggiore comprensione e adattabilità del prodotto stesso. Il valore del percorso orientativo è connesso al ruolo attivo di auto-valutatore giocato dal candidato con disabilità, affiancando a questa prima fase di autovalutazione un successivo confronto dialogico con un esperto, tale da permettere un ancoraggio alla realtà esterna, al contesto in cui il soggetto si trova a vivere. In questo senso, l’orientamento assume il valore di un processo continuo e articolato, che ha come scopo principale quello di sostenere la consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, agendo all’interno dell’area dello sviluppo prossimale della persona verso la realizzazione della propria identità personale, sociale e professionale.
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BELLETTI, Eleonora. "SUSTAINABLE TOURISM AND VALUE CO-CRATION: CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR RURAL AREAS." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251118.

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Abstract:
La co-creazione di valore in ottica di sviluppo turistico di una destinazione è oggi un hot topic della ricerca scientifica sul destination management. L’obiettivo del presente lavoro è, da un lato, quello di fornire a studiosi ed operatori di settore alcuni spunti critici di riflessione sulle relazioni, le interazioni tra stakeholder e la gestione delle risorse del territorio in un’ottica di sviluppo turistico; dall’altro lato è quello di mostrare il ruolo, in tale contesto, che la nascita di modelli innovativi di agribusiness basati su un approccio culturale e sul supporto delle nuove tecnologie possono giocare, in particolare nelle aree rurali delle Marche. Al fine di comprendere le dinamiche, le idee e le spinte motivazionali dei soggetti coinvolti nel processo di ricerca, si è scelto di optare per un approccio qualitativo, nel quale i metodi privilegiati sono stati il case study e l’etnografia. Sono stati quindi analizzati dialoghi, interazioni, materiale informativo di vario genere, documenti ufficiali, field notes ed interviste semi-strutturate con soggetti chiave. La ricerca mette in evidenza come un cambio di paradigma culturale sia necessario per apportare reale innovazione e sviluppo sul territorio, sia in termini di relazioni ed interazioni tra stakeholder, sia in termini di gestione delle risorse. Questo cambiamento può favorire inoltre l’affermazione di modelli di agribusiness innovativi, che in parte stanno già iniziando a diffondersi, che rispondono a nuovi principi economici ed istanze sociali e culturali diverse rispetto al passato. Una successiva ricerca quantitativa potrebbe essere utile per una generalizzazione delle evidenze emerse dal presente lavoro e misurare l’effettiva ampiezza e diffusione dei vari argomenti qui descritti e discussi. La presente indagine contribuisce in particolare a sottolineare il valore di un approccio culturale e creativo anche in ambiti apparentemente distanti e guidati da logiche diverse.
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SBARBATI, Claudia. "LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Abstract:
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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ROMAGNOLI, Valentina. "La gestione dei resi dei clienti come strumento per lo sviluppo del commercio elettronico delle aziende: il caso Santoni S.p.A." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251107.

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Abstract:
Il settore del commercio elettronico è un settore in sempre più ampio e rapido sviluppo. Le motivazioni possono essere molteplici ma sono sicuramente legate al cambiamento dello stile di vita delle persone e alla possibilità di accedere all’acquisto di beni che altrimenti sarebbe stato pressoché impossibile acquistare. La disciplina riguardante questo settore è anch’essa stata elaborata mano a mano che questo settore si è evoluto, per rispondere di volta in volta alle diverse necessità che si sono presentate. La disciplina è tutt’oggi ancora in evoluzione, soprattutto a causa del fatto che in questo settore ci sono molteplici forme contrattuali che vengono utilizzate per creare accordi commerciali dei più vari tipi, e ognuno dei quali prospetta problematiche diverse. In questo lavoro si parte dalla nascita e dallo sviluppo del commercio elettronico per analizzare l’evoluzione della disciplina associata. Dopodiché si analizza il tipo di contratto posto in essere tra la Santoni S.p.A. (noto marchio di calzature di alta gamma) e la Filoblu s.rl. (società veneta che si occupa della creazione e gestione di piattaforme e-commerce) per valutarne i punti cruciali. Dopo aver analizzato in dettaglio gli aspetti sopra citati, viene illustrata la disciplina delle denunce per difetto di conformità del bene e come queste vengono gestite dalla Santoni S.p.A., per passare poi all’analisi delle denunce per difetto di conformità degli ultimi 3 anni. Questo perché, come si noterà, questo è un campo in cui le problematiche sono controverse e gran parte della gestione viene lasciata alle ditte produttrici che si trovano di volta in volta di fronte alla scelta su come gestire il caso per rendere il cliente soddisfatto del servizio. La disciplina segue i suoi sviluppi e cerca di prevenire (per quanto possibile) situazioni sgradevoli sia per il fornitore del bene che per l’acquirente. L’entusiasmo mostrato dagli acquirenti per la comodità e la facilità dell’acquisto on-line, viene molto spesso smorzato dall’impossibilità di vedere e toccare con mano il bene oggetto della transazione, creando un senso di inquietudine legata alla qualità del bene che si sta acquistando. Per questo motivo, nel momento in cui un acquirente denuncia un difetto di conformità sul bene acquistato on-line o semplicemente la sua insoddisfazione su determinati aspetti del bene (colore, calzata, forma, ecc.), si attiva un meccanismo volto a valutare la presenza o meno di un eventuale difetto sul bene e di risolverlo nel modo più soddisfacente per l’acquirente. Dopotutto per un’azienda, gestire un negozio on-line equivale ad avere una vetrina di sé stessa attiva 24 ore su 24 e visibile a chiunque abbia un accesso al mondo di internet, e per questo motivo gestire i clienti che utilizzano questo tipo di servizio significa migliorare o peggiorare, in maniera esponenziale rispetto a quanto può avvenire in un negozio fisico, l’immagine percepita da ogni singolo acquirente. C’è però da dire che, in molti casi registrati, nonostante una perizia tecnica effettuata da operai specializzati sul prodotto venduto, la poca conoscenza dei processi di produzione dei singoli clienti, mette i venditori in situazioni difficili da gestire, in quanto il cliente non riesce a capire che quello che lui percepisce come un difetto in realtà non lo è, e che quindi non è imputabile all’azienda quello che lui crede che lo sia. Generalmente in questi casi, sempre per cercare di limitare degli inevitabili danni d’immagine, si offrono al cliente soluzioni alternative come resi gratuiti, omaggi di piccoli prodotti complementari o buoni sconto su acquisti successivi, ma sarebbe sicuramente necessaria una normativa completa e definitiva, che indichi in maniera risoluta come gestire casistiche particolari che si presentano frequentemente nella fase post-vendita. Viste le innumerevoli problematiche che si riscontrano frequentemente in questo ambito, la normativa a tutt’oggi presente non risulta essere sufficientemente soddisfacente per lo scopo a cui è stata creata. Come detto precedentemente, tutto il meccanismo che viene messo in atto all’interno di ogni azienda dopo una denuncia di difetto di conformità, si innesca per risolvere il problema ed evitare un inevitabile danno d’immagine, quindi si può concludere che, nonostante la presenza di una normativa (anche se ancora in via di sviluppo), l’arma migliore che un consumatore on-line può mettere in atto e che spaventa di più i venditori è sicuramente il danno d’immagine. Una cattiva recensione su un blog, un social network, o semplicemente un racconto di una brutta esperienza derivante da un acquisto on-line, può vanificare tutti gli sforzi fatti dal venditore per raggiungere una buona percezione del proprio marchio, e innestare un meccanismo a catena che non giova all’immagine aziendale.
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