Academic literature on the topic 'Processo di prevenzione'

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Journal articles on the topic "Processo di prevenzione"

1

Paci, Calogero Gaetano. "Il fenomeno del riciclaggio tra effettivitŕ criminale e quadro normativo di riferimento." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (December 2011): 58–66. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-005005.

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Abstract:
1. La fase preventiva e gli esiti applicativi / 2. La fase repressiva del processo economico del riciclaggio / 3. L'integrazione tra gli strumenti della repressione penale e quelli delle misure di prevenzione.
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2

Galeotti, P. "Il ruolo dell'infermiere in ambulatorio di nefrologia." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no. 4 (January 26, 2018): 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1174.

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Abstract:
Lo scopo di questo articolo è quello di definire la figura dell'infermiere dell'Ambulatorio di Nefrologia in relazione a tutte le attività infermieristiche svolte dalla prima visita del paziente al follow-up. Una figura infermieristica complessa che, oltre alla formazione di base deve aver acquisito una cultura nefrologica specifica sia attraverso l'esperienza che attraverso la formazione continua. Vengono definite le aree di competenza nefrologica: educazione alla salute, prevenzione delle complicanze nei diversi stadi della MRC, assistenza alla ricerca clinica, idoneità al trapianto e follow-up. Particolare importanza viene data alla multidisciplinarietà, al lavoro in team per garantire al paziente e alla famiglia la presa in carico globale per tutto il percorso di cura e di uscita dalla malattia. Viene inoltre sottolineato che maggiore attenzione e sorveglianza nella prevenzione e nel processo di donazione da vivente portano nel tempo risparmio per il sistema sanitario nazionale e qualità di vita migliore per l'intero nucleo familiare dal paziente. (sian) (nursing)
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3

Longo, Francesco, Paola Roberta Boscolo, and Claudio Bongiorno Sottoriva. "Un framework per la digitalizzazione del territorio." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14872.

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Abstract:
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto lo stanziamento di 191,5 miliardi di euro per l'Italia.Se da un lato si innovano le infrastrutture fisiche, "l'hardware logistico", dall'altro si dovrebbe investire nel ridisegno dei servizi per gli utenti, nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro e nel rafforzare e modificare competenze e ruoli professionali, "il software organizzativo". La parte hard è stata ampiamente affrontata con un preciso processo di project management top-down che coinvolge l'intera filiera istituzionale, dal Ministero alle Regioni, e da queste alle aziende sanitarie pubbliche. La dimensione che riguarda la seconda variabile, ovvero la riprogettazione dei servizi, la reingegnerizzazione dei processi e delle competenze di lavoro è stata di fatto delegata alla piena autonomia delle regioni o, qualora queste siano altrettanto silenti, delle aziende sanitarie pubbliche.Il presente articolo presenta al proposito un framework di innovazione disruptive dei servizi territoriali, con un particolare focus sui processi di prevenzione, sui pazienti cronici e fragili e sulle nuove modalità di accesso e fruizione per tutti i pazienti occasionali. In particolare, si ritiene che i macroprocessi che più debbano essere sottoposti a un ridisegno siano i seguenti:" le modalità di accesso e di reclutamento dei pazienti ai servizi e ai programmi di prevenzione;" i modelli di presa in carico e di case management;" i modelli di programmazione e prenotazione delle prestazioni e dei setting di cura;" le modalità di dialogo e scambio di informazioni tra cittadino e SSN.
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Lello, Stefano, Giovanni Scambia, and Anna Capozzi. "Terapia ormonale sostitutiva e osteoporosi postmenopausale." L'Endocrinologo 23, no. 1 (February 2022): 61–64. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01030-7.

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Abstract:
SommarioL’osteoporosi postmenopausale è un processo per il quale il tessuto osseo sviluppa una fragilità risultando più suscettibile alle fratture anche per traumi che solitamente non comporterebbero tali eventi. La carenza estrogenica è un punto fondamentale nella patogenesi dell’osteoporosi. La TOS rappresenta un trattamento di scelta nella prevenzione della osteoporosi e delle fratture correlate, soprattutto nei primi anni di postmenopausa.
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5

Missonnier, Sylvain. "Gli aspetti psicologici della diagnosi prenatale: uno spazio comune di prevenzione tra il somatico e lo psichico." SETTING, no. 29 (March 2011): 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029002.

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Abstract:
Sylvain Missonnier sottolinea il carattere "estremo" della diagnosi prenatale, fatto ormai di routine nei Reparti di Maternitŕ. Se un neonato colpisce i fondamenti enigmatici del nostro essere, l'embrione e il feto inducono ad assumere posizioni difensive ancora piů forti, attingendo all'area del "perturbante". In particolare, l'incontro ecografico del feto produce nei genitori e negli operatori una vasta gamma di forti reazioni psichiche paradossali, che comportano incertezze inevitabili e i processi dell'anticipazione. L'autore illustra i suoi interventi di consultazioni terapeutiche individuali, coniugali e familiari, le attivitŕ di gruppo di preparazione alla nascita, i gruppi Balint con il personale medico, infermieristico e gli ecografisti del Reparto maternitŕ, che consentono la costruzione di ciň che René Kaës ha chiamato "l'apparato psichico del gruppo" che "svolge un lavoro psichico particolare: produrre e trattare la realtŕ psichica del e nel gruppo". L'attenzione č qui foca- lizzata sulla clinica del dare ai genitori la notizia di una disabilitŕ nel feto/neonato, sulla programmazione del parto (parto su appuntamento) e sul contesto ecografico. Lo psicoanalista parte dall'analisi dello scambio triangolare tra le immagini del feto, i genitori e l'ecografista, per individuare le dinamiche del processo di genitorialitŕ: il ruolo potenziale dell'incontro ecografico č quello di organizzatore psichico della genitorialitŕ e di punto di riferimento di una collaborazione multidisciplinare a favore dell'accettazione della diagnosi e delle sue ripercussioni sul processo di elaborazione individuale e sociale dell'incertezza tremenda del concepimento, che si apre la strada al limite tra la morte, l'informe e il mostruoso.
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Lucidi, Fabio. "Dal modello bio-psico-sociale all'approccio alla salute globale." PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no. 3 (October 2021): 7–12. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-003002.

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Abstract:
Molti anni dopo la proposta di un modello bio-psico-sociale, si parla oggi di Salute Globa-le come diritto umano fondamentale, nel quale salute e malattia sono considerate risultati di processi non solo biologici ma anche economici, sociali, politici, culturali e ambientali, tra-scendendo e superando le prospettive nazionali, così come gli interessi e le possibilità delle singole discipline. Adottando una prospettiva transdisciplinare in un'ottica transnazionale, parlare di Salute Globale vuol dire mettere in primo piano le disuguaglianze che sono presenti in termini di speranza e di qualità di vita, malattie e disabilità così come risorse e opportunità di salute sia all'interno dei Paesi, sia tra di essi, attraverso la ricerca, la formazione e l'intervento in materia di assistenza, prevenzione della malattia e promozione della salute. La Psicologia della Salute ha l'opportunità di contribuire a questo processo portando in esso conoscenze, competenze, prospettive pronte a fondersi in un approccio che mette al centro la soluzione dei problemi e non le discipline che ad essa contribuiscono.
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Peris Cancio, Lluis F. "Minori fuori famiglia in Europa: Italia a confronto." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001008.

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Abstract:
A fronte delle difficoltà di basarsi su dati certi relativi all'andamento delle attività di prevenzione dell'allontanamento dei figli minori dalle famiglie di origine e alla riduzione del cosiddetto processo di istituzionalizzazione, in questo articolo viene presentata una sintesi del fenomeno su scala europea nelle more del problema dei dati affidabili. Constatata la complessità della comparabilità di dati tra paesi europei, conseguenza di definizioni e categorie non univoche rispetto alle modalità di protezione dei minori, nell'articolo si delinea un graduale percorso che ha avuto inizio nel vecchio continente. Infine, si presenta un'interpretazione descrittiva dei contesti di alcuni paesi vicini all'Italia, grazie alla quale è possibile delineare, seppure in maniera provvisoria, alcune delle caratteristiche del sistema italiano.
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Garlati, Loredana. "Alle origini della prova scientifica: la scuola di polizia di Salvatore Ottolenghi." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no. 2 (August 29, 2021): 883. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.597.

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Abstract:
Il saggio ripercorre le tappe che portarono alla nascita della Scuola di polizia scientifica (poi Scuola superiore a partire dal 1925), grazie all’opera di Salvatore Ottolenghi. La Scuola, istituita a Roma nel 1902, si proponeva di insegnare sia ai funzionari di pubblica sicurezza che a quelli della polizia giudiziaria un metodo scientifico per assolvere al meglio le proprie funzioni: nell’un caso la prevenzione dei reati, nell’altro fornire all’autorità giudiziaria dati “oggettivi” ai fini dell’accertamento della verità processuale. L’analisi è l’occasione per aprire uno squarcio su un periodo culturalmente vivace e di fideistico entusiasmo verso le cd. scienze ausiliarie (l’antropologia, la psicologia, la medicina legale, la statistica etc.), che irrompono sulla scena del processo penale, grazie anche all’impulso della Scuola positiva. Oggetto di attenzione sarà in particolare l’antropometria, messa a punto da Bertillon, e la dattiloscopia, grazie anche agli studi dell’italiano Gasti. Siamo agli albori della prova scientifica, che allora, come oggi, interroga sul ruolo del giudice, sulla legittimità dell’uso di pratiche tacciate di invasività e violazione dei diritti della persona, sul rapporto tra scienza e diritto e tra prova scientifica e discrezionalità (o libero convincimento) del giudice.
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Arrighetti, Andrea. "Materiali e tecniche costruttive del Mugello tra basso Medioevo e prima Età Moderna." Arqueología de la Arquitectura, no. 13 (January 17, 2017): 037. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.001.

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Abstract:
[it] Il Mugello è un’area a medio-alto rischio sismico situata sulla catena montuosa appenninica a confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna. Il territorio si caratterizza per una nutrita presenza di insediamenti di lunga durata caratterizzata da edifici storici ben conservati, dei quali la maggior parte risultano strutture religiose. Una zona del Mugello, tra il 2010 ed il 2014, è stata interessata dal progetto “Archeologia dell’architettura e rischio sismico in Mugello”, una ricerca incentrata sulla sperimentazione del potenziale informativo del processo di analisi archeologica come forma di conoscenza, prevenzione e tutela dell’edilizia medievale dal rischio sismico. Fra i risultati che sono emersi dalle indagini archeologiche hanno svolto un ruolo centrale le considerazioni inerenti l’approvvigionamento ed utilizzo dei materiali costruttivi per l’edificazione e la modifica delle strutture architettoniche, in un periodo compreso fra il Basso Medioevo e l’Età Moderna.
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Della Volpe, A., A. De Lucia, V. Pastore, L. Bracci Laudiero, I. Buonissimo, and G. Ricci. "Il follow up del bambino con ipoacusia permanente." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 60–63. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1078.

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Abstract:
I programmi di identificazione precoce delle ipoacusie infantili permette di intraprendere rapidamente l’iter riabilitativo e protesico appropriato; nonostante ciò appare ancora elevato il numero di pazienti che non aderiscono al programma terapeutico. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi del processo di follow up audiologico/protesico/linguistico di bambini affetti da ipoacusia bilaterale permanente. Il follow up in questione, coinvolgendo bambini piccoli, implica il coinvolgimento di professionisti specializzati e inseriti in un team multidisciplinare e una gestione plurisettoriale complessa e prolungata. Nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero della Salute Italiano CCM 2013 denominato “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” lo scopo di quest’analisi è stata quella di offrire delle raccomandazioni per armonizzare i criteri di valutazione dei risultati terapeutici e trarre spunto da questi per successivamente fornire delle linee guida riguardanti le metodiche più adeguate nella valutazione del bambino con ipoacusia permanente.
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Dissertations / Theses on the topic "Processo di prevenzione"

1

ALBANESE, DARIO. "MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI E GIUSTO PROCESSO. UN EQUILIBRIO POSSIBILE IN UN SISTEMA AI CONFINI DELLA GIURISDIZIONE PENALE." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2020. http://hdl.handle.net/2434/713487.

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Abstract:
La tesi, intitolata “Misure di prevenzione personali e giusto processo”, ha ad oggetto i profili processuali del sistema di prevenzione personale disciplinato dal d.lgs. 159/2011. L’elaborato si articola in quattro capitoli. Il primo capitolo è dedicato all’evoluzione storica del procedimento di prevenzione. In particolare, viene messo in luce come, dalla fine del XIX secolo a oggi, si sia lentamente passati da un procedimento avente natura amministrativa – quello delle misure di polizia – a un processo cui è pacificamente riconosciuta natura giurisdizionale. Il secondo e il terzo capitolo sono dedicati alla ricostruzione della disciplina vigente. In particolare, nel secondo capitolo vengono analizzati i profili “statici” della materia e vengono messe in luce le interferenze tra il processo di prevenzione e il processo penale, mentre nel terzo capitolo viene illustrata la disciplina del procedimento, alla luce dell’elaborazione giurisprudenziale. Il quarto capitolo, infine, è dedicato ad alcuni spunti di riflessione per la costruzione di un “giusto processo di prevenzione personale”. In un’ottica de jure condendo, si propone di seguire tre diverse linee evolutive. Per prima cosa, viene auspicata una “riscoperta” del principio di proporzionalità in materia preventiva, in modo da consentire l’applicazione delle sole misure ritenute idonee a fronteggiare le diverse forme di pericolosità prese in considerazione dal legislatore. In secondo luogo, l’autore indica quali passi in avanti potrebbero essere ancora compiuti sul piano delle garanzie difensive, al fine di attuare i principi del giusto processo sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Infine, l’autore osserva che per porre rimedio alle interferenze tra processo penale e processo di prevenzione occorrerebbe un mutamento delle fattispecie preventive, individuando delle condotte sintomatiche di pericolosità che non si identificano con fatti penalmente rilevanti.
The dissertation, entitled “Personal preventive measures and fair trial”, concerns procedural aspects of the personal preventive system as regulated by Legislative Decree 159/2011. The dissertation is structured in four chapters. The first chapter deals with the historical evolution of prevention trial. In particular, it underlines how, from the end of XIX century up to the present days, the prevention trial slowly passed from having administrative nature – that of police measures – to having indisputably recognized jurisdictional nature. The second and the third chapters are aimed at providing a reconstruction of the current legislation in force. In particular, the second chapter analyses the “static” aspects of the subject matter and focus the attention on the interference between prevention trial and criminal trial, while the third chapter illustrates the rules governing the prevention trial, in light of the case law. The fourth chapter is aimed at providing some insights for the structuring of a “fair personal prevention trial”. In a de jure condendo perspective, the author proposes to follow three different evolution lines. First, the author wishes a “re-discovery” of the principle of proportionality in the preventive sector, so as to allow the application of only those measures deemed appropriate to deal with the different forms of danger taken into account by the legislator. Secondly, the author indicates what progress could still be made in terms of defensive guarantees, in order to implement the principles of fair trial established by the Constitution and the European Convention on Human Rights. Finally, the author observes that in order to remedy the interference between the criminal trial and the prevention trial, a change in the type of offence would need to be made, by identifying behaviours which are symptomatic of danger and which are not associated with criminally relevant facts.
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Xiccato, Laudilla <1964&gt. "La violenza sui minori: un problema di salute pubblica quale prevenzione primaria?" Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12807.

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Abstract:
Oggi sempre più spesso viene posta l’attenzione a fenomeni violenza sui minori e violenza assistita dai minori. La violenza sui minori è molto diffusa ma difficilmente rilevabile perché fortemente intrecciata a meccanismi culturali di minimizzazione e negazione, che spesso si esplica e si verifica prevalentemente all’interno della famiglia. E’ una violenza silenziosa, vissuta all’interno delle mura domestiche, invisibile, che cronicizza e amplifica i danni sul piano fisico e psicologico delle vittime. Ogni evento maltrattante produce così un trauma, una distorsione nella percezione del sé nel bambino e una distorsione nella percezione dell’ambiente. Sul piano culturale negli ultimi anni si è assistito a un notevole impegno e investimento nella ricerca scientifica finalizzato alla produzione e allo sviluppo di metodologie di intervento atte a contrastare i fenomeni della violenza sui minore e a produrre strumenti operativi socio-sanitari a tutela del minore. Pur essendoci una notevole sensibilizzare soprattutto sul versante dei Servizi, non vi sono ancora delle strategie di sensibilizzazione e a valenza educativa sul problema della violenza e della violenza assistita ai minori che sia rivolta alla cittadinanza. Partendo dall’analisi costi economici e sociali legati al problema della violenza sui minori? È forse possibile intervenire con azioni in grado di incidere favorevolmente sul problema prima ancora che questo si presenti?
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CAMMILLERI, Gaetano. "ANISAKIS SPP. COME POSSIBILE RISCHIO PER I CONSUMATORI DI PESCE DEL MEDITERRANEO: OTTIMIZZAZIONE DI PROCEDURE ISPETTIVE E BIOMOLECOLARI DI PREVENZIONE." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2021. http://hdl.handle.net/11380/1238969.

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Abstract:
La mia tesi di dottorato ha avuto lo scopo di indagare sul possibile rischio per i consumatori del Mediterraneo relativo alla presenza di larve di Anisakis spp. in prodotti della pesca della zona FAO 37, ed adottare procedure di prevenzione basate tecniche ispettive e lo sviluppo di metodiche molecolari. L’attività di dottorato è stata suddivisa in 3 work packages. Durante il primo work package ho analizzato 1104 campioni di pesce appartenenti a 5 specie provenienti da mercati ittici della Sicilia per la rilevazione, mediante esami ispettivi (ispezione visiva e digestione cloro-peptica modificata) di nematodi appartenenti al genere Anisakis e la loro successiva identificazione mediante metodi molecolari. Le analisi ispettive preliminari hanno rivelato la presenza di 2459 larve di Anisakis spp. I campioni di pesce esaminati hanno mostrato differenti valori di prevalenza di infestazione, con un massimo del 100% nei campioni di Lepidopus caudatus ed un minimo del 4,5% nei campioni di Sardina pilchardus. Circa l’80% delle larve esaminate attraverso metodo PCR-RFLP (Restriction Fragment Length Polymorphism) appartenevano alla specie Anisakis pegreffii. Successivamente, è stato analizzato il trend stagionale di infestazione di Anisakis nei campioni esaminati. I risultati hanno mostrato una marcata relazione con gli aspetti ecologici delle specie di pesce esaminati. I dati ottenuti in questo work package si rivelano utili per una possibile pianificazione stagionale dell’attività di pesca al fine di ridurre possibili rischi ai consumatori legati alla presenza di Anisakis spp. Nel secondo work package, ho valutato la possibile presenza di larve di Anisakis spp. i campioni di pesci d’acquacoltura. In particolare ho analizzato 151 campioni di spigola (Dicentrarchus labrax L.), provenienti da mercati ittici della Sicilia, per la ricerca di larve di Anisakis spp. I campioni sono stati analizzati attraverso ispezione visiva e digestione cloro-peptica modificata. Le indagini hanno rilevato la presenza di due larve di Anisakis spp. nei visceri di un solo campione di spigola proveniente da acquacoltura greca (FAO 37.3), determinando una prevalenza di infestazione totale del 0,7%. Le due larve sono state identificate molecolarmente come Anisakis pegreffii. I risultati ottenuti rivelano in primo report sulla presenza di parassiti Anisakis spp. in pesci di allevamento del Mediterraneo, confermando comunque un basso rischio d’esposizione ad Anisakis per questi prodotti. Nel work package finale ho ottimizzato e validato un sistema commerciale basato sul metodo LAMP (Loop-Mediated Isothermal Amplification) per la determinazione rapida e sensibile della presenza di DNA di Anisakis spp. in prodotti della pesca trasformati. Sono stati utilizzati campioni infestati sperimentalmente da DNA e larve di Anisakidae e Raphidascarididae per testare la specificità e sensibilità del metodo. Il processo di validazione ha determinato una positività per tutti i campioni infestati con Anisakis spp., mostrando valori di sensibilità pari al 100%. Il test di specificità non ha determinato alcun segnale di amplificazione per altri parassiti Anisakidi e Raphidascarididi e per campioni non infestati artificialmente. Il limite di rivelabilità del metodo (LOD) ottenuto si è rivelato 100 volte inferiore del metodo di Real-Time PCR usato come confronto. I risultati ottenuti si riferiscono al primo studio sull’applicazione del metodo LAMP per la ricerca di Anisakis spp. nei prodotti della pesca trasformati. Il metodo ottimizzato e validato si rivela un economico ed affidabile strumento di autocontrollo nel prevenire la possibile presenza di allergeni Anisakis-correlati nei prodotti della pesca trasformati, utile alla salvaguardia dei consumatori sensibili.
My PhD thesis aimed to investigate the possible risks to Mediterranean consumers related to the presence of Anisakis spp. in fish and fish products of the FAO Zone 37 and adopt prevention procedures based on inspection and molecular techniques. The PhD activity was divided into 3 work packages. In the first work package, I analysed 1104 fish samples belonging to 5 species from markets of Sicily (Southern Italy) for the detection of Anisakis spp. nematodes by visual inspection and a modified chloro-peptic digestion, and their identification by molecular methods. The preliminary analysis of the fish samples showed the presence of 2459 larvae. All the fish species examined showed different prevalence of infestation, with a maximum of 100% in Lepidopus caudatus and a minimum of 4.5% in Sardina pilchardus. About 80% of the larvae examined by PCR-RFLP (Restriction Fragment Length Polymorphism) analysis belonged to Anisakis pegreffii species. The seasonal infestation trend of Anisakis was evaluated in all the fish samples examined. The results of the seasonal infestation trend showed a marked connection with the ecological aspects of the fish species examined. The results of this work package could be useful to plan a seasonal fishing strategy aimed at reducing the health risks of consumers related to Anisakis. In the second work package, I assessed the possible presence of Anisakis spp. larvae in aquaculture fish samples. In particular, I examined 151 Dicentrarchus labrax L. samples from farms and fish markets of Sicily (Southern Italy) for Anisakis larvae detection. All the samples were examined by visual inspection and modified chloro-peptic digestion. Two nematode larvae were found in the viscera of only one Dicentrarchus labrax L. sample from a farm located in Greece (FAO 37.3), giving a total prevalence of infestation of 0.7%. The larvae were molecularly identified as Anisakis pegreffii. This is the first report on the presence of Anisakis parasites in farmed Dicentrarchus labrax of Mediterranean Sea, suggesting that the risk of exposure to Anisakis spp. in farmed fish remains very low. In the third work package, I optimized and validated a commercial system based on Loop-Mediated Isothermal Amplification (LAMP) technique for the sensitive and rapid detection of Anisakis spp. DNA in processed fish products. Processed fish samples experimentally infected with Anisakis spp. larvae and DNA were used for specificity and sensitivity tests. The validation of the LAMP assay gave positive amplification for all the processed fish samples artificially contaminated with Anisakis spp., giving sensitivity values equal to 100%. The specificity tests provided no amplification for other Anisakidae and Raphidascarididae genera and uninfected samples. The limit of detection (LOD) of the LAMP assay proposed was 102 times lower than the real-time PCR method used for comparison purposes. To the best of my knowledge, this is the first report regarding the application of the LAMP assay for the detection of Anisakis spp. in processed fish products. The LAMP assay optimized and validated could be a reliable and convenient tool for the rapid detection of Anisakis DNA in processed fish products, useful in preventing the possible presence of Anisakis-related allergens and safeguarding the health of sensitive consumers.
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Serafin, Chiara <1991&gt. "La prevenzione della corruzione: Piano triennale e mappatura BPMN dei processi - Il modello applicato all’Opera Pia Patronato di Castello e Carlo Coletti." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13504.

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Abstract:
La tesi analizza la normativa anticorruzione attuale, focalizzandosi sulla Legge 190/2012 che prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di redigere un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. È stato preso a modello l’IPAB Coletti, istituzione veneziana per la quale è stato elaborato il PTPC completo di allegati. I processi di lavoro a rischio corruzione sono stati oggetto di ulteriore approfondimento: il più controverso di essi, il macro-processo di “Affidamento di lavori, servizi e forniture”, è stato declinato mediante il Business Process Modeling, metodo che ha permesso di rendere visivamente gli attori dei processi e le loro implicazioni, mettendo in luce quegli ambiti dove maggiormente si concentra il potere decisionale. La documentazione prodotta consente una panoramica sugli atti che ogni ente pubblico deve produrre e, in seconda istanza, una modalità per ottimizzare, tenere aggiornati e sotto controllo i processi di lavoro a rischio corruttivo.
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Ravaioli, Martina. "La progettazione della sicurezza antincendio degli edifici: il caso della progettazione inclusiva di una struttura scolastica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
La tesi tratta dell'approccio antincendio alla progettazione. Lo scopo della prima parte della tesi è quello di fornire una visione della normativa antincendio evidenziando i principali punti della sicurezza antincendio con particolare attenzione alla prevenzione/gestione di un incendio all’interno dei luoghi con la presenza di persone con disabilità. Gli approcci della normativa sono due, quello prescrittivo e quello prestazionale. L'approccio prescrittivo risolve la maggior parte dei casi, ma in alcune situazioni non è sempre applicabile o risulta essere poco soddisfacente. È necessario quindi, attraverso una valutazione scientifica di tutti gli aspetti del fenomeno incendio, assicurarsi misure di prevenzione ottimali, adatte ad una specifica situazione con l'approccio prestazionale. Nella seconda parte della tesi è stato affrontato il tema della progettazione inclusiva tramite la sua definizione e l'analisi di un caso di studio di una situazione di emergenza all’interno di un edificio con la presenza di soggetti definiti come disabili. Si è analizzato infatti il caso di un asilo nido, considerando l’affollamento presente (bambini ed insegnanti) e le vie di esodo possibili presenti nella struttura. In fase di progettazione si è pensato di ricavare due spazi calmi situati nei piani dove sono collocate le classi con presenza di neonati; il problema principale è l’esodo contemporaneo e rapido in caso di emergenza di bambini piccoli non in grado di essere autonomi e di recepire la situazione di allarme e di pericolo. I risultati della tesi confermano la necessità di tenere conto nella progettazione antincendio sia della parte strutturale che di quella impiantistica, oltre alle possibili cause di incendio, senza però trascurare la necessità di garantire la sicurezza dell'esodo di tutti gli utenti.
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Radighieri, Giacomo. "Isolamento termico e protezione dal fuoco negli edifici alti residenziali: un caso studio a Modena." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Abstract:
L’efficientamento energetico degli edifici rappresenta la principale direzione verso cui muoversi nel campo della ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente. L’aggiornamento degli edifici esistenti alle nuove tecnologie di isolamento e di generazione impone però un controllo da parte del progettista riguardo il tema della sicurezza antincendio. Con l’aggiunta di nuovi strati alle pareti esterne dell’edificio, in caso di incendio queste possono avere comportamento differente rispetto alle tradizionali murature o ai setti in calcestruzzo: se costituite da materiali infiammabili possono addirittura favorire il propagarsi delle fiamme, essere di ostacolo all’esodo degli occupanti o all’accesso delle squadre di soccorso. In particolare, per quanto riguarda gli edifici residenziali con altezza superiore ai dodici metri, costruzioni caratterizzate da un alto numero di occupanti ad elevato tempo di evacuazione, la presenza di isolamenti a cappotto termico o a facciata ventilata potrebbe alimentare l’incendio propagando le fiamme lungo le facciate e raggiungendo così più piani in poco tempo. Un esempio viene da quanto accaduto alla Torre dei Moro a Milano, dove nel 2020 un incendio innescatosi in uno degli appartamenti del palazzo si è diffuso in poco tempo lungo tutta la facciata. Si è voluto perciò approfondire la normativa vigente in materia di prevenzione incendi per le facciate di edifici residenziali alti ponendola a confronto con le regole tecniche verticali V.13 e V.14 del Codice di prevenzione incendi di prossima approvazione. Si è poi preso in considerazione un caso studio a Modena, un edificio alto di edilizia residenziale pubblica di proprietà di ACER Modena, portando una soluzione progettuale di efficientamento energetico nel rispetto della normativa antincendio vigente e di quella di prossima approvazione.
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MANCINI, DANIELE. "Processi per la prevenzione dell'inquinamento e la bonifica dei suoli: estrazione di fluoruri e riduzione dell'azoto da fanghi anaerobici." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/918862.

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Abstract:
La tesi tratta la prevenzione dell'inquinamento del suolo e la bonifica di terreni contaminati. In particolare, vengono analizzate sia la tecnica del soil washing, sia la produzione dell'energia elettrica mediante MFC.
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Books on the topic "Processo di prevenzione"

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1950-, Merlo Roberto, and Capuzzo Roberto teacher, eds. Abitare le relazioni con i giovani: Camper, città-tende e altro, la prevenzione di processo. Milano: F. Angeli, 2005.

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Bargi, Alfredo. L' accertamento della pericolosità nelle misure di prevenzione: Profili sistematici e rapporti con il processo penale. Napoli: Jovene, 1988.

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