Dissertations / Theses on the topic 'Processo di governance'

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Principini, Gianluca. "Data Mesh: decentralizzare l'ownership dei dati mantenendo una governance centralizzata attraverso l'adozione di standard di processo e di interoperabilità." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Nel corso degli ultimi due decenni i progressi delle tecnologie cloud hanno consentito alle imprese di poter puntare su nuovi paradigmi implementativi per le Data Platform. Tuttavia, questi sono caratterizzati da centralizzazione e monoliticità, stretto accoppiamento tra gli stage di pipeline e da un'ownership dei dati centralizzata in team di data engineers altamente specializzati, ma lontani dal dominio. Queste caratteristiche, con l'aumentare delle sorgenti e dei consumatori dei dati, evidenziano un collo di bottiglia che rischia di pregiudicare la buona riuscita di progetti che spesso comportano grossi investimenti. Problemi simili sono stati affrontati dall'ingegneria del software con l'adozione del Domain Driven Design, con il passaggio da architetture monolitiche ad architetture orientate ai servizi e sistemi basati su microservizi, che ben si prestano ad operare in ambienti cloud. Nella tesi, svolta nel contesto aziendale di Agile Lab, viene illustrato come le stesse migliorie possano essere applicate alla progettazione delle Data Platform adottando il paradigma del Data Mesh, in cui ciascun dominio espone dati analitici attraverso i Data Product. Per dimostrare come sia possibile ridurre gli attriti nella predisposizione dell'infrastruttura di un Data Product attraverso l'adozione di standard di processo e di interoperabilità, che guidino l'interazione tra le diverse componenti all'interno della piattaforma, viene illustrata la progettazione e l'implementazione di un meccanismo di Infrastructure as Code per le risorse di observability di quest'ultimo.
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Caltabiano, Anna <1988&gt. "Governance della terra e sviluppo rurale: le sfide del processo di riforma fondiaria in Burkina Faso." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7442/1/Tesi_dottorato_Anna_Caltabiano.pdf.

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Abstract:
Il mio lavoro di tesi mira ad analizzare il processo di riforma fondiaria in atto dal 2009 in Burkina Faso, alla luce delle politiche di sviluppo rurale adottate a livello regionale (Africa occidentale francofona) e del percorso storico-politico che dalla conquista coloniale francese ci conduce all’ultima fase di democratizzazione del Burkina Faso. Ripercorrendo le principali strategie ed obiettivi di riforma agraria e fondiaria perseguiti dai Governi a livello regionale e nazionale intendo fare luce sui nodi irrisolti delle politiche di sviluppo rurale e sul rapporto politico che il Burkina Faso ha inteso costruire con il mondo rurale a partire dall’indipendenza, con un particolare focus sul periodo della rivoluzione sankarista (1983-1987). L’analisi storica dei sistemi di riconoscimento dei diritti locali di accesso e utilizzo della terra consente di avanzare riflessioni sull’ordine politico interno che i regimi coloniali e post-coloniali hanno inteso costruire con il mondo rurale e sull’effettiva inclusione della popolazione rurale nelle politiche di sviluppo adottate dai Governi a livello regionale e nazionale. Allo stesso tempo, identificando organi e istituzioni a cui è stato affidato a partire dall’indipendenza il potere di gestire le risorse e conferire diritti fondiari agli abitanti delle aree rurali ho intenzione di far emergere alcuni dei rapporti di forza e di potere esistenti tra livello nazionale e locale e il legame che intercorre tra di essi. L’obiettivo è quello di riflettere sulla possibilità che la riforma fondiaria in atto in Burkina Faso possa garantire una maggiore democraticità dei processi di sviluppo rurale e governance della terra. Attraverso l’analisi di tale processo di riforma è possibile contribuire al dibattito relativo alle strategie di sviluppo rurale in Africa occidentale tenendo conto delle problematicità politiche che tali processi di riforma si trovano ad affrontare
The ongoing international debate on rural development focuses on the legalization of land property rights as a mean to guarantee land tenure security, to promote agricultural investment and rural development. As a result in francophone West Africa new land policies have been elaborated with the specific aim of resolving a dual institutional and juridical system of land tenure which causes land conflicts and hinder economic growth. My thesis aims to analyze the ongoing process of land tenure reform in Burkina Faso in light of the rural development policies implemented in francophone West Africa since the colonial period. It also takes into account the rural development paths adopted by the Government of Burkina Faso from the French colonial conquest to the late democratization period. By retracing the main strategies of land and agrarian reform at regional and national level I shed light on the unresolved political relationship that the State has built with the rural population since independence. In particular I identify statutory and customary institutions who have been entrusted over time with the power to manage natural resources and to allocate land rights in order to bring out some of the power relationships existing between national and local levels. Through the historical analysis of land tenure systems I advance considerations on the inclusion of rural people in the rural development policies. The main aim is to reflect on the possibility of the ongoing land tenure reform in Burkina Faso to ensure a democratic governance of the land and a more inclusive process of rural development. With this focus on land tenure reform in Burkina Faso my thesis will lead to a critical analysis of the new wave of land policies in West Africa and contribute to the ongoing debate on rural development from a political point of view.
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Caltabiano, Anna <1988&gt. "Governance della terra e sviluppo rurale: le sfide del processo di riforma fondiaria in Burkina Faso." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7442/.

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Abstract:
Il mio lavoro di tesi mira ad analizzare il processo di riforma fondiaria in atto dal 2009 in Burkina Faso, alla luce delle politiche di sviluppo rurale adottate a livello regionale (Africa occidentale francofona) e del percorso storico-politico che dalla conquista coloniale francese ci conduce all’ultima fase di democratizzazione del Burkina Faso. Ripercorrendo le principali strategie ed obiettivi di riforma agraria e fondiaria perseguiti dai Governi a livello regionale e nazionale intendo fare luce sui nodi irrisolti delle politiche di sviluppo rurale e sul rapporto politico che il Burkina Faso ha inteso costruire con il mondo rurale a partire dall’indipendenza, con un particolare focus sul periodo della rivoluzione sankarista (1983-1987). L’analisi storica dei sistemi di riconoscimento dei diritti locali di accesso e utilizzo della terra consente di avanzare riflessioni sull’ordine politico interno che i regimi coloniali e post-coloniali hanno inteso costruire con il mondo rurale e sull’effettiva inclusione della popolazione rurale nelle politiche di sviluppo adottate dai Governi a livello regionale e nazionale. Allo stesso tempo, identificando organi e istituzioni a cui è stato affidato a partire dall’indipendenza il potere di gestire le risorse e conferire diritti fondiari agli abitanti delle aree rurali ho intenzione di far emergere alcuni dei rapporti di forza e di potere esistenti tra livello nazionale e locale e il legame che intercorre tra di essi. L’obiettivo è quello di riflettere sulla possibilità che la riforma fondiaria in atto in Burkina Faso possa garantire una maggiore democraticità dei processi di sviluppo rurale e governance della terra. Attraverso l’analisi di tale processo di riforma è possibile contribuire al dibattito relativo alle strategie di sviluppo rurale in Africa occidentale tenendo conto delle problematicità politiche che tali processi di riforma si trovano ad affrontare
The ongoing international debate on rural development focuses on the legalization of land property rights as a mean to guarantee land tenure security, to promote agricultural investment and rural development. As a result in francophone West Africa new land policies have been elaborated with the specific aim of resolving a dual institutional and juridical system of land tenure which causes land conflicts and hinder economic growth. My thesis aims to analyze the ongoing process of land tenure reform in Burkina Faso in light of the rural development policies implemented in francophone West Africa since the colonial period. It also takes into account the rural development paths adopted by the Government of Burkina Faso from the French colonial conquest to the late democratization period. By retracing the main strategies of land and agrarian reform at regional and national level I shed light on the unresolved political relationship that the State has built with the rural population since independence. In particular I identify statutory and customary institutions who have been entrusted over time with the power to manage natural resources and to allocate land rights in order to bring out some of the power relationships existing between national and local levels. Through the historical analysis of land tenure systems I advance considerations on the inclusion of rural people in the rural development policies. The main aim is to reflect on the possibility of the ongoing land tenure reform in Burkina Faso to ensure a democratic governance of the land and a more inclusive process of rural development. With this focus on land tenure reform in Burkina Faso my thesis will lead to a critical analysis of the new wave of land policies in West Africa and contribute to the ongoing debate on rural development from a political point of view.
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Bergonzoni, Lisa. "Gestione di infrastrutture IT secondo lo standard ITIL: Case Study implementazione processo Transform." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
Il presente elaborato riguarda il case study di Azienda Ics per cui è stato necessario un processo di cambiamento organizzativo al fine di introdurre un sistema strutturato di gestione dei Servizi IT. Come standard per la gestione dei Servizi IT, ovvero come standard di IT Service Management, è stato utilizzato l'Information Technology Infrastructure Library. Questo è un insieme di best practice che offre un approccio sistematico all'erogazione dei Servizi IT. Si è studiato come implementare questo cambiamento a livello di Organizzazione, Processi, Strumenti e Cultura. E' stato poi effettuato un focus sull'implementazione di alcuni processi primari (per importanza strategica rispetto l'organizzazione), denominati processi di Transform. Si sono analizzati i ruoli, le responsabilità, i workflow e i deliverable necessari al processo. In conclusione, si è evidenziato come, per effettuare un cambiamento efficace, oltre che strutturare l'infrastruttura informatica di un'organizzazione, sia necessario definire i processi e l'organigramma e sviluppare una cultura del cambiamento.
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Sorato, Alice <1993&gt. "L’efficacia del processo di Enterprise Risk Management: il ruolo della Corporate Governance e l’impatto sul Firm Risk-Taking." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12588.

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Abstract:
Enterprise Risk Management rappresenta l'inizio di una rivoluzione del campo del risk management. Il modello permette di integrare la gestione dei rischi aziendali con i processi decisionali a livello corporate, quali business planning e strategic planning; inoltre, consente di coinvolgere il Board of Directors nella Risk Governance attraverso la definizione di politiche e linee guida (risk management policy) coerenti con il risk appetite, che vengono quindi diffuse nell'intera organizzazione. Partendo dal presupposto che il ruolo della Corporate Governance in ERM è la componente critica per l'implementazione efficace ed efficiente del modello, questo lavoro si propone di studiare l'impatto delle componenti della Corporate Governance sull'efficacia del processo di ERM e sulla conseguente variazione del grado di assunzione del rischio da parte delle non-financial firms presenti nell'indice STOXX Europe Large 200.
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Favaretto, Pietro <1996&gt. "Modelli di governance e Piano di zona: il caso veneziano." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19165.

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Abstract:
Partendo dai cambiamenti occorsi nei sistemi di welfare, la tesi riprende il dibattito sull’evoluzione dei modelli di governance e ripercorre i passi che hanno portato all’entrata in vigore della Legge quadro 328/2000 e all’istituzione dei Piani di zona. Dopo aver analizzato i contenuti della normativa e la struttura del suo principale strumento, la tesi indaga i processi di governance messi in atto per la realizzazione del Piano di zona all’interno dell’ambito territoriale veneziano e li pone a confronto con i modelli individuati in letteratura.
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Chiara, Matteo <1992&gt. "Strategie, ruolo e tecniche di governance di rete per le PA nello sviluppo socio-economico del territorio." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14371.

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Abstract:
Il lavoro di tesi ha come oggetto le strategie adottate dalle pubbliche amministrazioni, in particolare dagli enti locali, all'interno delle proprie reti sociali al fine di promuovere lo sviluppo socio economico locale. Nella prima parte della trattazione l'attenzione si concentra sul tema dello sviluppo locale, identificato come la produzione di beni locali collettivi, si discute quindi del ruolo giocato dagli enti pubblici e la rilevanza data alla risorsa capitale sociale nel processo produttivo di questi ultimi beni. Successivamente si procede analizzando i fenomeni delle reti sociali, le risorse che gli attori impiegano nei giochi al loro interno e le diverse dinamiche tipiche cercando di individuare le strategie di governance territoriale. Si procede infine con dei case study relativi la produzione di sviluppo locale da parte di attori pubblici e privati. L'obiettivo è quindi quello di fornire un'analisi on the field quali possano essere le strategie di rete più adeguate che una PA possa adottare e, tra quelle che sono già state adottate, quali siano adeguate, quali adotti già, nonché quali siano quelle inadeguate al fine di promuove lo sviluppo del territorio.
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D'Ascenzo, Arianna. "La somministrazione di lavoro in Italia nel contesto europeo. Prospettive evolutive del modello di governance nei processi organizzativi di impresa." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2019. http://hdl.handle.net/10446/128724.

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Abstract:
The present research project deals with the development of the Temporary Ageny Work sector in Italy in a comparative perspective.The assumption which the research stems from is that the theoretical framework, based on Institutional Economics, is not suitable to understand the development of the sector as well as the wider usage of temporary agency workers comparing to the past. In particular, Institutional Economics is focused on the transaction costs, which underline the exclusive economic interest of the user firm in using this type of contractual arrangement. A broader perspective has to be considered with particular reference to the implication of this particular labour contract on the firm’s organisational structure.
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Cervellati, Giulio. "Gli effetti dell'internazionalizzazione sui processi organizzativi aziendali." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Abstract:
La tesi contiene un'analisi inerente a come le aziende, nel momento in cui aprono siti produttivi in altre nazioni, perdono di vista l'aspetto organizzativo concentrandosi solamente su quello immediato produttivo. La tesi è volta ad individuare e implementare un sistema di controllo e gestione del rischio che permetta di attuare una Governance coerente con gli obiettivi aziendali. Il modello di controllo risulta fondamentale nel momento in cui i processi aumentano sempre di più, assieme alle risorse umane da gestire e ai flussi informativi. Molte aziende agiscono solamente quando vi è un palese sovraccarico di questi flussi tale per cui la gestione ordinaria diventa impossibile. Con un sistema di controllo vengono invece gestite le principali aree in cui è presente un rischio di errore più alto rispetto alle altre, e vengono adottate azioni correttive per colmare le lacune del processo. L'obiettivo del sistema di controllo è quello di ridurre al minimo il rischio residuo, formalizzando, tramite internal audit aziendali, le lacune presenti nei processi, o vari gap da colmare e attuando azioni correttive.
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DAMASIO, RICCARDO. "Scuola ed Ente locale: complessità, governance, strumenti di policy L’esperienza genovese della Conferenza Cittadina delle Autonomie scolastiche." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/933570.

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Abstract:
Il processo dell’Autonomia scolastica ha provocato alcuni decisivi cambiamenti nelle politiche educative, con importanti ripercussioni a livello locale, dove l’impatto si fa più evidente per la vicinanza con l’utenza e il radicamento territoriale delle scuole. La decentralizzazione dei processi decisionali e l’applicazione di un efficace principio di sussidiarietà hanno contemporaneamente reso assai più complesse le decisioni, che non possono più essere demandate a ordini gerarchici superiori. La sempre maggiore diffusione di informazioni, in tempo reale e talvolta anche disordinata, sulla vita delle istituzioni tra tutti i soggetti portatori di possibili interessi (si pensi al ruolo dei social network tra i ragazzi o i genitori nella scuola) porta alla necessità di rafforzare i ruoli e le competenze istituzionali, potenziandone anche la trasparenza. Il paradigma della complessità guida la descrizione del Sistema Scolastico e dei meccanismi che ne regolano la governance. Ci si sofferma ad analizzare la normativa, gli attori, con i loro ruoli e funzioni all’interno del sistema. Il concetto di governance viene approfondito e se ne individuano alcune dimensioni metaforiche che ne consentono un’analisi descrittiva applicata ai diversi contesti. Attraverso l’analisi teorica di alcune metafore guida e uno strumento concettuale proposto nell’ambito dello studio dell’azione collettiva si individuano le caratteristiche del sistema di governance del Sistema scolastico. Con l’Istituzione della Conferenza Cittadina delle Autonomie Scolastiche il Comune di Genova si è dotato, con atto formale del Consiglio Comunale, organo di rappresentanza della Città, di uno strumento organizzativo di regolazione delle sue relazioni complessive con il Sistema Scolastico Cittadino. Contemporaneamente, le Istituzioni Scolastiche Autonome hanno proseguito nel cammino di autoconsapevolezza delle potenzialità loro offerte dall’Autonomia, instaurando con l’Ente Locale nuove forme di relazione, sia a livello dei singoli territori, sia a livello cittadino. La ricerca si è posta l’obiettivo generale di porre in evidenza le pratiche di governance messe in atto dalla nascita della Conferenza Cittadina, per offrire uno sguardo valutativo sugli impatti di questo strumento istituzionale sulla vita delle scuole, in termini di efficacia e di equità dei processi erogati. La ricerca si è avvalsa in prima battuta dell’analisi della documentazione amministrativa ufficiale, in parte pubblicata (siti internet istituzionali, delibere e atti) e in parte agli atti degli uffici comunali competenti. Sono state realizzate interviste in profondità con stakeholder significativi del Sistema Scolastico Cittadino, cercando di raccogliere gli elementi di valutazione dell’efficacia delle politiche di governance messe in atto. Sono stati inoltre utilizzati, sia in funzione descrittiva sia di supporto all’analisi i dati amministrativi relativi al contesto cittadino, con particolare attenzione ai dati relativi alla scuola, in possesso dell’Ente Locale, attraverso i quali vengono erogati servizi direttamente all’utenza o alle Istituzioni scolastiche.
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Barrella, Giovanni. "Percorsi di analisi delle politiche giovanili. Dal livello europeo a quello locale." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1419.

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Abstract:
2011 - 2012
La dissertazione analizza l’interconnessione tra i livelli europeo, nazionale, regionale e locale nella definizione e implementazione delle politiche giovanili, col fine di comprenderne le prospettive teoriche che le sottendono, i modelli adottati, i contenuti, gli strumenti e le forme organizzative. Comparando le normative, i documenti e la letteratura avente ad oggetto i giovani e le politiche giovanili, la ricerca si propone di chiarire l’impianto delle youth policies promosso dalle istituzioni e dalle organizzazioni della società civile, che, con differenti competenze, interessi, responsabilità amministrative, interpretazioni e modelli di cooperazione si collocano nella governance europea. [a cura dell’autore]
XI n.s.
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PALADINI, ROBERTO. "ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA COME ATTORI DI GOVERNANCE URBANA Dottorato di ricerca in “architettura, città e design” curriculum “Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio”." Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/301592.

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Abstract:
L’avvento delle nuove tecnologie e della digitalizzazione che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in un contesto globalizzato di crisi finanziaria internazionale suggellata dal crac della Lehman Brothers del 2008, è stato uno dei principali elementi che ha scardinato le molte certezze economiche e le rese di posizione di istituzioni e famiglie. In questo contesto sono aumentate le difficoltà della maggior parte delle imprese, in particolare le piccole - ovvero secondo le classificazioni internazionali quelle con meno di 50 addetti, che in base a dati Istat ed alle schede informative dell’Unione europea rappresentano il 99,4% delle imprese italiane, circa 3,75 milioni di aziende - ad adeguarsi alle trasformazioni dei mercati e della Pubblica Amministrazione. Tali dinamiche, che da un lato hanno messo in discussione modelli economici e sociali e dall’altro ne costituiscono l’evoluzione, hanno modificato anche il sistema d’influenze, posizioni e rapporti tra gli stakeholder operanti in un medesimo territorio, favorendo talvolta i processi collaborativi e di disintermediazione a sfavore della rappresentanza, filtrata dai corpi intermedi e dei partiti, modificando radicalmente il rapporto tra imprese, associazioni di categoria, associati, cittadini ed Enti pubblici. In questo scenario, il ruolo agito dalle associazioni datoriali di categoria italiane, già da decenni in forte trasformazione, sembra essersi riconfigurato almeno in parte, passando da un atteggiamento prettamente corporativo atto a perseguire l’interesse dei propri associati, erogando loro servizi e rappresentandoli (molto spesso in contrapposizione con molteplici degli altri interessi in campo); a un agire di natura consociativa, riaffermandone una funzione sociale, che pone maggiore forza ed attenzione rispetto ai rapporti con la pubblica amministrazione e gli stakeholder locali. La questione che la tesi intende indagare s’inserisce nel dibattito presente nella letteratura italiana sulle associazioni di categoria, intendendo analizzare le modalità di funzionamento delle stesse, provando a capire fino a che punto esse portano avanti meramente azioni ed interessi lobbistici e quando, se e in quali contesti invece possono evolvere quali attori con un ruolo significativo nel sistema di governance urbana. Rispetto al contesto economico territoriale del Veneto, che fa da scenario alla ricerca, in questa sede vengono analizzate le azioni progettuali poste in essere da alcune articolazioni territoriali della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Venezia, realizzate in risposta agli stimoli dati dalle linee di finanziamento camerali sulla rigenerazione urbana. Al fine di approfondire e comprendere se e come si è definito questo cambiamento di ruolo nelle politiche urbane da parte delle associazioni di categoria, l’approccio utilizzato per l’analisi è quello della collaborative governance. Entrambi i casi selezionati sono stati scelti in quanto agiscono su linee di finanziamento relative a politiche urbane non mainstream, ovvero finalizzate alla rigenerazione di aspetti sociali ed economici dei territori oggetto delle progettualità e non sugli aspetti fisici e spaziali di luoghi e strutture. L’avvento dell’emergenza sanitaria scaturita dal Covid 19, sembra aver accentuato tali dinamiche, riaffermando la funzione sociale e di punto di riferimento per il territorio di tali organizzazioni.
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GNES, VALENTINA. "Dal controllo sulla gestione dei rischi all'attività di revisione interna nel caso dell'utilizzo dell'approccio VaR per la gestione dei rischi di mercato." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2005. http://hdl.handle.net/2108/29.

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Abstract:
L'importanza che oggi le Autorità di vigilanza di tutto il mondo, e, in primis il Comitato di Basilea, attribuiscono alle "regole di sana e prudente gestione" come fondamento imprescindibile per una efficace vigilanza bancaria ha aperto un nuovo capitolo dell'evoluzione della regolamentazione bancaria. Nuovo non solo, o non tanto, per gli strumenti adottati - in larga parte ancora da definire 1 - ma soprattutto perché esso ha comportato un radicale cambiamento del ruolo assegnato ai soggetti responsabili della Vigilanza, e, in particolare, alle Banche Centrali Nazionali: l'efficacia della regolamentazione va valutata in funzione della sua capacità di promuovere, attraverso tutti gli strumenti di cui dispone, efficienti ed efficaci Sistemi di Controllo Interno che divengono in questo modo leve di governo su cui le banche devono puntare per la propria crescita e dunque per il raggiungimento degli obiettivi strategici d’impresa. La rilevanza del SCI all’interno dell’organizzazione determina che tutti gli attori che vi fanno parte, nel caso specifico di questa tesi l’Internal Auditing e il Risk management, devono contribuire attivamente al suo monitoraggio nel continuo e al miglioramento di tutti i processi aziendali. Il nucleo della tesi è stato pensato ed elaborato per verificare e conseguentemente evidenziare, grazie soprattutto all’esperienza maturata nel Servizio Auditing Finanza di BNL, come la figura dell’Auditor nell’ambito del SCI si sia sviluppata nel tempo, evolvendo verso quella di un vero e proprio consulente interno per tutta l’organizzazione. Ci si è inoltre soffermati sull’analisi della Funzione di Risk Management partendo dalla constatazione che oggi l’implementazione di un sistema di Risk Management che permetta l’individuazione, la misurazione, la gestione e la verifica costante dell’adeguatezza dei rischi assunti nella definizione ed esecuzione delle strategie di business, rappresenta un pre-requisito fondamentale per la sopravvivenza e l’affermazione dell’attività imprenditoriale, nonché un vantaggio competitivo per le aziende di credito. È sembrato dunque particolarmente interessante analizzare i rapporti tra Internal Auditing e Risk Management, alla luce della considerazione che il legame tra le due funzioni è di duplice natura: da un lato, il revisore interno può supportare, con le proprie competenze, le attività di valutazione, gestione e comunicazione del rischio; dall’altro, egli stesso può beneficiare degli output di tali processi per impostare gli interventi di Audit ed accrescere dunque l’efficacia del lavoro svolto e del sistema di controllo interno nel complesso. Nel Case Study presentato a conclusione della tesi si è voluto poi dare risalto a come sia cambiato il modo di fare Auditing nel concreto: l’adozione della metodologia risk based e process oriented oltre a consentire una valutazione complessiva del Sistema dei Controlli sui rischi di un intero processo analizzato, arricchisce il giudizio sui controlli a presidio dei rischi di importanti elementi quantitativi, in quanto le valutazioni, espresse comunque sulla base di elementi soggettivi, sono sintetizzate da scores relativi ai rischi (residui) individuati, con innegabili vantaggi in termini di comprensione del fenomeno e di immediatezza espositiva. Parole chiave: Corporate Governance, SCI, Internal Auditing, Risk Management, VaR, Rischi di mercato, Metodologia di Auditing, Processo. 1. Ci si riferisce ai modelli interni.
The importance as cornerstone of efficient banking regulation attributed today to “rules of sound and prudent management” by regulatory authorities all over the world (starting with the Basel Committee), has lead to a new charter in the evolution of banking regulation. The point of departure lies not in the use of new tools of analysis - tools mostly yet to be defined 1 - but in the emphasis on a new role for regulatory bodies, particularly central banks. Thus, the effectiveness of issued regulation is to be measured in terms of effectiveness in promoting effective and efficient systems of internal controls, which in turn are to become governance levers for corporate growth and corporate strategic success. The relevance of the system of internal controls within an organization translates into an imperative effort on behalf of Internal Auditing and Risk Management at its proactive monitoring and at continuous optimization of business processes. The core of this thesis paper consists in the analysis and documentation of the evolution of the Internal Auditor as an internal consultant to the entire firm. The hands-on professional experience at the BNL Servizio Auditing Finanza has above all provided inspiration and documentation for such analytical objective. Furthermore, this thesis paper analyzes the Risk Management function, starting with the statement that nowadays a risk management system that allows for identification, measurement, management, and monitoring of potential risks represents a fundamental pre-requisite for both business success and survival, not to mention competitive advantage for banking institutions. As logical complement, the two-fold relationship that exists between Internal Auditing and Risk Management is also object of analysis in this thesis paper; on the one hand, the internal auditor can support risk management activities by means of its own professional skills, while on the other hand it is a natural beneficiary of the output of risk management activities in order to perform audit assignments. The change in audit methodology constitutes the focus of the case study at the end of the thesis paper. The use of a risk based and process oriented approach, besides allowing for comprehensive assessment of the system of internal controls as applied to a particular process, also adds value to assessment of first-level controls due to its articulated scoring system for identified residual risk, thus facilitating understanding and communication of business risks.
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PERGOLIZZI, ANTONINO. "Analisi teorica ed empirica sulla determinazione dei costi e dei benefici sociali generati dalla gestione dei rifiuti. Tra reti sociali e illegalita' , strumenti di governance e buone pratiche." Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2015. http://hdl.handle.net/11581/401739.

Full text
Abstract:
Il lavoro di ricerca proposto in queste pagine si e' cimentato nel tentativo di rispondere a due quesiti, che in realta' racchiudono entrambi un lungo elenco di domande. Il primo e' stato quello di comprendere meglio come si articola e come si manifesta l'illegalita' nel settore dei rifiuti e, soprattutto, perche' ha trovato cosa'¬ ampio spazio nel Paese, seppure articolandosi in maniera abbastanza disomogenea da un punto di vista geografico. Per fare cio', la prima accortezza e' stata quella di non usare solo la chiave di lettura giudiziaria, quanto piuttosto ricorrere agli strumenti interpretativi e metodologici delle scienze sociali per avere una visione olistica e non parziale, se non quando distorta, del fenomeno. Insomma, non e' una vicenda relegabile all'annosa lotta tra guardie e ladri, ma una estrinsecazione violenta della ricorrente modalita' economica e politica di scaricare sulla collettivita' i costi dello smaltimento illegale dei rifiuti. Trattandosi di una forma di crimine di natura prettamente economica e' con i molteplici strumenti e le molteplici declinazioni dell'economia e della sociologia che si e' spaziato nell'intera analisi. Determinante e' stato, dunque, intercettare quegli elementi, di diversa natura, che hanno agevolato il ricorso all'illegalita', adoperando un approccio laico e multidisciplinare al tema. Per rispondere alla prima domanda che in realta' ne racchiude tante altre e' stata dedicata l'intera Parte Prima della ricerca. La seconda domanda e' stata, invece, quella di capire perche' e come ha funzionato il modello di gestione dei rifiuti implementato nei 12 Comuni della Media Vallesina, concretizzatosi attraverso la societa'  Sogenus Spa, compagine societaria di diritto privato ma a totale capitale pubblico. Un caso concreto di societa' investita da una mission interamente pubblica perseguita con gli strumenti del diritto privato e dell'economia aziendale. Lungi dal rappresentare un alieno per il territorio, questa societa' si e' invece rivelata punto di snodo e centro propulsore di quel fascio di relazioni che ha consentito la realizzazione senza traumi del sistema di gestione previsto precedentemente solo in astratto. Comprendere cosa ha funzionato, come ha funzionato e perche' ha funzionato, costituisce il nocciolo duro della ricerca. Con l'ambizione di proporre un piccolo contributo di conoscenza allargata, utile sia agli scienziati sociali che ai policymakers chiamati a mettere in pratica strumenti di policies in uno dei settori pia'¹ delicati e foriero di conflitti sociali, soprattutto in un'ottica di prevenzione dai rischi di infiltrazione ecocriminale. A queste domande e' stata dedicata l'intera Seconda Parte della ricerca.
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DELLISANTI, FRANCESCO. "La produttività sociale delle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/182.

Full text
Abstract:
La tesi indaga il ruolo specifico agito dalle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello, dal punto di vista della capacità di generare e valorizzare le relazioni con gli altri membri e con l'ambiente esterno. Per reti multilivello si intendono quegli organismi, a diversi gradi di formalizzazione, che riuniscono al loro interno entità locali, di secondo livello, ed eventualmente di livelli coordinativi superiori, con lo scopo di fornire supporto all'attività dei gruppi affiliati o di coordinarne le risorse materiali e immateriali per il benessere sociale della comunità. Le indagini condotte hanno incluso nel campo di osservazione sia le reti che comprendono esclusivamente organizzazioni di terzo settore le organizzazioni multilivello di terzo settore sia i network di partnership miste con enti pubblici. La dimensione della produttività sociale delle reti è stata letta attraverso la lente del concetto di capitale sociale, inteso come la dotazione, da parte di una rete, di relazioni caratterizzate da codici normativi e prassi di fiducia, reciprocità e collaborazione. I risultati delle tre indagini presentate, di carattere sia quantitativo che qualitativo, mostrano che: a) esiste uno specifico capitale sociale prodotto da organizzazioni multilivello di terzo settore che è in grado di connetterle sia all'interno del network (funzione bonding) che all'esterno (funzione bridging); b) che tale capitale sociale di terzo settore possiede delle sue proprie qualità che lo distinguono dalla relazionalità agita in reti di servizio pubbliche; c) che la relazionalità delle organizzazioni di terzo settore è in grado, in certe condizioni, di svilupparsi verso l'esterno in reti di partnership miste con soggetti del settore pubblico, determinando nuove dinamiche relazionali ed esiti societari peculiari.
The dissertation deals with the specific role played by third sector organizations in multilevel associative networks in terms of capacity to generate and foster relationships with other members and with the outer context. Multilevel associative networks are defined as those entities that gather local agencies, second level and higher coordination level entities with the aim of providing support for the affiliated groups and/or coordinating material and immaterial resources for the benefit of the community. The research field included networks comprising third sector organizations only so-called third sector multilevel organizations as well as plural partnership networks with other public agencies. The social productivity dimension was studied through the lenses of the social capital concept, defined as that specific set of resources possessed by those networks endowed with relationships of trust, reciprocity and collaboration. The results of the three research projects presented, carried out with quantitative and qualitative techniques, show that: a) there is a specific social capital produced by third sector multilevel organizations which connects actors both within the network (bonding function) and with the outer world (bridging function); b) the third sector's social capital presents some distinctive characteristics compared with the relational properties of public service networks; c) third sector organizations are able, under certain circumstances, to develop social capital networks also with public agencies, setting new dynamics and peculiar social outcomes.
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DELLISANTI, FRANCESCO. "La produttività sociale delle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/182.

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Abstract:
La tesi indaga il ruolo specifico agito dalle organizzazioni di terzo settore in reti associative multilivello, dal punto di vista della capacità di generare e valorizzare le relazioni con gli altri membri e con l'ambiente esterno. Per reti multilivello si intendono quegli organismi, a diversi gradi di formalizzazione, che riuniscono al loro interno entità locali, di secondo livello, ed eventualmente di livelli coordinativi superiori, con lo scopo di fornire supporto all'attività dei gruppi affiliati o di coordinarne le risorse materiali e immateriali per il benessere sociale della comunità. Le indagini condotte hanno incluso nel campo di osservazione sia le reti che comprendono esclusivamente organizzazioni di terzo settore le organizzazioni multilivello di terzo settore sia i network di partnership miste con enti pubblici. La dimensione della produttività sociale delle reti è stata letta attraverso la lente del concetto di capitale sociale, inteso come la dotazione, da parte di una rete, di relazioni caratterizzate da codici normativi e prassi di fiducia, reciprocità e collaborazione. I risultati delle tre indagini presentate, di carattere sia quantitativo che qualitativo, mostrano che: a) esiste uno specifico capitale sociale prodotto da organizzazioni multilivello di terzo settore che è in grado di connetterle sia all'interno del network (funzione bonding) che all'esterno (funzione bridging); b) che tale capitale sociale di terzo settore possiede delle sue proprie qualità che lo distinguono dalla relazionalità agita in reti di servizio pubbliche; c) che la relazionalità delle organizzazioni di terzo settore è in grado, in certe condizioni, di svilupparsi verso l'esterno in reti di partnership miste con soggetti del settore pubblico, determinando nuove dinamiche relazionali ed esiti societari peculiari.
The dissertation deals with the specific role played by third sector organizations in multilevel associative networks in terms of capacity to generate and foster relationships with other members and with the outer context. Multilevel associative networks are defined as those entities that gather local agencies, second level and higher coordination level entities with the aim of providing support for the affiliated groups and/or coordinating material and immaterial resources for the benefit of the community. The research field included networks comprising third sector organizations only so-called third sector multilevel organizations as well as plural partnership networks with other public agencies. The social productivity dimension was studied through the lenses of the social capital concept, defined as that specific set of resources possessed by those networks endowed with relationships of trust, reciprocity and collaboration. The results of the three research projects presented, carried out with quantitative and qualitative techniques, show that: a) there is a specific social capital produced by third sector multilevel organizations which connects actors both within the network (bonding function) and with the outer world (bridging function); b) the third sector's social capital presents some distinctive characteristics compared with the relational properties of public service networks; c) third sector organizations are able, under certain circumstances, to develop social capital networks also with public agencies, setting new dynamics and peculiar social outcomes.
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MARRONE, Gianliborio Gaetano. "VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE E ATTIVITÀ DI INDIRIZZO, MONITORAGGIO E CONTROLLO SULLA PROGRAMMAZIONE PUBBLICA REGIONALE DEI FONDI STRUTTURALI. APPROCCI QUANTITATIVI E SIMULAZIONE DINAMICA." Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91264.

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Abstract:
La programmazione pubblica regionale attraversa un momento di forte criticità interna legata al soggetto attuatore regionale, caratterizzata da una lentissima attuazione dei programmi operativi cofinanziati dalla Commissione Europea. In risposta alle emergenze economiche e sociali, l’amministrazione regionale necessita di strumenti in grado di comunicare efficacemente azioni e risultati che possono positivamente influenzare la vita sociale e civile della comunità regionale. In particolare, gli operatori economici e, in generale, tutti i portatori di interesse, basano i propri atteggiamenti e le proprie scelte sulle aspettative delle dinamiche attese nei settori economici e sociali in cui operano. La partecipazione dei portatori di interessi al processo di governance della programmazione pubblica regionale garantisce una condivisione dei programmi e dei sottostanti obiettivi. Un sistema di misurazione delle perfomance, basato sulla formulazione di indicatori di risultato consistenti e condivisi, contribuisce a colmare il gap comunicativo interno e verso l’esterno. Ciò può generare un miglioramento nella qualità delle decisioni prese in riferimento all’allocazione di risorse, permettendo di indirizzare, in maniera sostenibile e condivisa, maggiori risorse in settori dell’amministrazione regionale più efficienti. Un sistema cosiddetto di performance budgenting permette l’indirizzo, il monitoraggio e il controllo delle risorse allocate e dei relativi risultati ottenuti. Attraverso un tale sistema, l’amministrazione regionale, come già l’amministrazione statale, sarà in grado di generare condivisione e consenso attorno alle proprie scelte. Un approccio di tipo statistico alla formulazione di un sistema di valutazione delle performance consente di favorire un processo di apprendimento orientato al miglioramento della qualità delle decisioni.
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MARZETTA, CRISTIAN. "ENTI TERRITORIALI MINORI NELL'ARCHITETTURA EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40682.

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Abstract:
Negli ultimi decenni si segnalano due linee di tendenza in Europa: il ravvicinamento delle normative che interessano gli Enti territoriali minori (Comuni, Province e Città metropolitane), con una valorizzazione di tali realtà (ad eccezione della fase successiva alla recente crisi economica) ed un processo di progressivo spostamento delle decisioni dagli Stati membri all’Unione europea. È interessante comprendere, e lo si è fatto nel presente lavoro, come i due fenomeni si correlino ed in particolare, quanto influisca l’Unione europea sulle articolazioni interne degli Stati membri. La ricerca si concentra quindi sull’evoluzione della disciplina degli Enti territoriali minori non solo in Italia, ma anche negli altri Stati membri dell’Unione europea, al fine di apprezzarne le differenze e per evidenziare le linee di tendenza che accomunano i diversi ordinamenti (anche alla luce delle più recenti riforme). Quanto alla disciplina dell’Unione europea un’attenzione particolare viene dedicata, oltre che ai principi generali espressi nelle fonti primarie, anche all’analisi di specifiche politiche che prendono in considerazione la posizione dei livelli locali (ed in primo luogo le politiche di coesione economica, sociale e territoriale). Si è potuto così confrontare i dati per comprendere se ed in quale misura le riforme che hanno interessato gli Enti territoriali minori siano state indotte dalla normativa, dalle politiche e dalle azioni dell’Unione europea. Si è cercato infine di delineare il possibile e futuro ruolo degli Enti territoriali minori nell’architettura europea, in un’ottica di possibile federalismo multilivello.
During last decades, two trends have been underlined in Europe: laws on local authorities (municipalities, provinces and metropolitan areas) are getting less differing, enhancing the role of these entities (except for the phase following latest economic crisis) and we see a progressive transfer of decision-making powers from National States to European Union. It’s interesting – as it was done in this study – to understand how the two trends are connected and, particularly, how the European Union influences local authorities of member States. In order to appreciate differences and underline trends who associate different systems (also in the light of recent reforms), the analysis is focused on the evolution of legislation about local authorities, not only in Italy, but also in other States of European Union, Then, turning to European Union legislation, particular attention is dedicated not only to general principles listed into primary law, but also to the analysis of specific policies endowed with consideration for the role of local levels (primarily the policies about economic, social and territorial cohesion). In this way, a data comparison was made possible to understand whether the reforms interesting local authorities in recent past has been generated by legislation, by policies and actions of European Union, and to what extent. Finally, an attempt to outline the possible and future role of local Authorities into European architecture has been made, in a potential multi-level federalism perspective.
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MARZETTA, CRISTIAN. "ENTI TERRITORIALI MINORI NELL'ARCHITETTURA EUROPEA." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40682.

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Abstract:
Negli ultimi decenni si segnalano due linee di tendenza in Europa: il ravvicinamento delle normative che interessano gli Enti territoriali minori (Comuni, Province e Città metropolitane), con una valorizzazione di tali realtà (ad eccezione della fase successiva alla recente crisi economica) ed un processo di progressivo spostamento delle decisioni dagli Stati membri all’Unione europea. È interessante comprendere, e lo si è fatto nel presente lavoro, come i due fenomeni si correlino ed in particolare, quanto influisca l’Unione europea sulle articolazioni interne degli Stati membri. La ricerca si concentra quindi sull’evoluzione della disciplina degli Enti territoriali minori non solo in Italia, ma anche negli altri Stati membri dell’Unione europea, al fine di apprezzarne le differenze e per evidenziare le linee di tendenza che accomunano i diversi ordinamenti (anche alla luce delle più recenti riforme). Quanto alla disciplina dell’Unione europea un’attenzione particolare viene dedicata, oltre che ai principi generali espressi nelle fonti primarie, anche all’analisi di specifiche politiche che prendono in considerazione la posizione dei livelli locali (ed in primo luogo le politiche di coesione economica, sociale e territoriale). Si è potuto così confrontare i dati per comprendere se ed in quale misura le riforme che hanno interessato gli Enti territoriali minori siano state indotte dalla normativa, dalle politiche e dalle azioni dell’Unione europea. Si è cercato infine di delineare il possibile e futuro ruolo degli Enti territoriali minori nell’architettura europea, in un’ottica di possibile federalismo multilivello.
During last decades, two trends have been underlined in Europe: laws on local authorities (municipalities, provinces and metropolitan areas) are getting less differing, enhancing the role of these entities (except for the phase following latest economic crisis) and we see a progressive transfer of decision-making powers from National States to European Union. It’s interesting – as it was done in this study – to understand how the two trends are connected and, particularly, how the European Union influences local authorities of member States. In order to appreciate differences and underline trends who associate different systems (also in the light of recent reforms), the analysis is focused on the evolution of legislation about local authorities, not only in Italy, but also in other States of European Union, Then, turning to European Union legislation, particular attention is dedicated not only to general principles listed into primary law, but also to the analysis of specific policies endowed with consideration for the role of local levels (primarily the policies about economic, social and territorial cohesion). In this way, a data comparison was made possible to understand whether the reforms interesting local authorities in recent past has been generated by legislation, by policies and actions of European Union, and to what extent. Finally, an attempt to outline the possible and future role of local Authorities into European architecture has been made, in a potential multi-level federalism perspective.
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MAZZUCOTELLI, SALICE SILVIA. "L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/677.

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Abstract:
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art. Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva. Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio.
This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art. The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities. Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
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MAZZUCOTELLI, SALICE SILVIA. "L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/677.

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Abstract:
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art. Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva. Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio.
This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art. The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities. Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
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PANTINI, SARA. "Analysis and modelling of leachate and gas generation at landfill sites focused on mechanically-biologically treated waste." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2013. http://hdl.handle.net/2108/203393.

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Abstract:
Despite significant efforts have been directed toward reducing waste generation and encouraging alternative waste management strategies, landfills still remain the main option for Municipal Solid Waste (MSW) disposal in many countries. Hence, landfills and related impacts on the surroundings are still current issues throughout the world. Actually, the major concerns are related to the potential emissions of leachate and landfill gas into the environment, that pose a threat to public health, surface and groundwater pollution, soil contamination and global warming effects. To ensure environmental protection and enhance landfill sustainability, modern sanitary landfills are equipped with several engineered systems with different functions. For instance, the installation of containment systems, such as bottom liner and multi-layers capping systems, is aimed at reducing leachate seepage and water infiltration into the landfill body as well as gas migration, while eventually mitigating methane emissions through the placement of active oxidation layers (biocovers). Leachate collection and removal systems are designed to minimize water head forming on the bottom section of the landfill and consequent seepages through the liner system. Finally, gas extraction and utilization systems, allow to recover energy from landfill gas while reducing explosion and fire risks associated with methane accumulation, even though much depends on gas collection efficiency achieved in the field (range: 60-90% Spokas et al., 2006; Huitric and Kong, 2006). Hence, impacts on the surrounding environment caused by the polluting substances released from the deposited waste through liquid and gas emissions can be potentially mitigated by a proper design of technical barriers and collection/extraction systems at the landfill site. Nevertheless, the long-term performance of containment systems to limit the landfill emissions is highly uncertain and is strongly dependent on site-specific conditions such as climate, vegetative covers, containment systems, leachate quality and applied stress. Furthermore, the design and operation of leachate collection and treatment systems, of landfill gas extraction and utilization projects, as well as the assessment of appropriate methane reduction strategies (biocovers), require reliable emission forecasts for the assessment of system feasibility and to ensure environmental compliance. To this end, landfill simulation models can represent an useful supporting tool for a better design of leachate/gas collection and treatment systems and can provide valuable information for the evaluation of best options for containment systems depending on their performances under the site-specific conditions. The capability in predicting future emissions levels at a landfill site can also be improved by combining simulation models with field observations at full-scale landfills and/or with experimental studies resembling landfill conditions. Indeed, this kind of data may allow to identify the main parameters and processes governing leachate and gas generation and can provide useful information for model refinement. In view of such need, the present research study was initially addressed to develop a new landfill screening model that, based on simplified mathematical and empirical equations, provides quantitative estimation of leachate and gas production over time, taking into account for site-specific conditions, waste properties and main landfill characteristics and processes. In order to evaluate the applicability of the developed model and the accuracy of emissions forecast, several simulations on four full-scale landfills, currently in operative management stage, were carried out. The results of these case studies showed a good correspondence of leachate estimations with monthly trend observed in the field and revealed that the reliability of model predictions is strongly influenced by the quality of input data. In particular, the initial waste moisture content and the waste compression index, which are usually data not available from a standard characterisation, were identified as the key unknown parameters affecting leachate production. Furthermore, the applicability of the model to closed landfills was evaluated by simulating different alternative capping systems and by comparing the results with those returned by the Hydrological Evaluation of Landfill Performance (HELP), which is the most worldwide used model for comparative analysis of composite liner systems. Despite the simplified approach of the developed model, simulated values of infiltration and leakage rates through the analysed cover systems were in line with those of HELP. However, it should be highlighted that the developed model provides an assessment of leachate and biogas production only from a quantitative point of view. The leachate and biogas composition was indeed not included in the forecast model, as strongly linked to the type of waste that makes the prediction in a screening phase poorly representative of what could be expected in the field. Hence, for a qualitative analysis of leachate and gas emissions over time, a laboratory methodology including different type of lab-scale tests was applied to a particular waste material. Specifically, the research was focused on mechanically biologically treated (MBT) wastes which, after the introduction of the European Landfill Directive 1999/31/EC (European Commission, 1999) that imposes member states to dispose of in landfills only wastes that have been preliminary subjected to treatment, are becoming the main flow waste landfilled in new Italian facilities. However, due to the relatively recent introduction of the MBT plants within the waste management system, very few data on leachate and gas emissions from MBT waste in landfills are available and, hence, the current knowledge mainly results from laboratory studies. Nevertheless, the assessment of the leaching characteristics of MBT materials and the evaluation of how the environmental conditions may affect the heavy metals mobility are still poorly investigated in literature. To gain deeper insight on the fundamental mechanisms governing the constituents release from MBT wastes, several leaching experiments were performed on MBT samples collected from an Italian MBT plant and the experimental results were modelled to obtain information on the long-term leachate emissions. Namely, a combination of experimental leaching tests were performed on fully-characterized MBT waste samples and the effect of different parameters, mainly pH and liquid to solid ratio (L/S,) on the compounds release was investigated by combining pH static-batch test, pH dependent tests and dynamic up-flow column percolation experiments. The obtained results showed that, even though MBT wastes were characterized by relatively high heavy metals content, only a limited amount was actually soluble and thus bioavailable. Furthermore, the information provided by the different tests highlighted the existence of a strong linear correlation between the release pattern of dissolved organic carbon (DOC) and several metals (Co, Cr, Cu, Ni, V, Zn), suggesting that complexation to DOC is the leaching controlling mechanism of these elements. Thus, combining the results of batch and up-flow column percolation tests, partition coefficients between DOC and metals concentration were derived. These data, coupled with a simplified screening model for DOC release, allowed to get a very good prediction of metal release during the experiments and may provide useful indications for the evaluation of long-term emissions from this type of waste in a landfill disposal scenario. In order to complete the study on the MBT waste environmental behaviour, gas emissions from MBT waste were examined by performing different anaerobic tests. The main purpose of this study was to evaluate the potential gas generation capacity of wastes and to assess possible implications on gas generation resulting from the different environmental conditions expected in the field. To this end, anaerobic batch tests were performed at a wide range of water contents (26-43 %w/w up to 75 %w/w on wet weight) and temperatures (from 20-25 °C up to 55 °C) in order to simulate different landfill management options (dry tomb or bioreactor landfills). In nearly all test conditions, a quite long lag-phase was observed (several months) due to the inhibition effects resulting from high concentrations of volatile fatty acids (VFAs) and ammonia that highlighted a poor stability degree of the analysed material. Furthermore, experimental results showed that the initial waste water content is the key factor limiting the anaerobic biological process. Indeed, when the waste moisture was lower than 32 %w/w the methanogenic microbial activity was completely inhibited. Overall, the obtained results indicated that the operative conditions drastically affect the gas generation from MBT waste, in terms of both gas yield and generation rate. This suggests that particular caution should be paid when using the results of lab-scale tests for the evaluation of long-term behaviour expected in the field, where the boundary conditions change continuously and vary significantly depending on the climate, the landfill operative management strategies in place (e.g. leachate recirculation, waste disposal methods), the hydraulic characteristics of buried waste, the presence and type of temporary and final cover systems.
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