Dissertations / Theses on the topic 'Problemi di Secondo Grado'

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Guerreschi, Patrizia. "Analisi dei metodi di ottimizzazione unidimensionale nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20657/.

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Abstract:
Nel mio lavoro di tesi prendo in esame alcuni problemi significativi di ottimizzazione unidimensionale, mostrando come, oltre al metodo del calcolo differenziale, esistano altri modi per trovarne la soluzione. I metodi utilizzati sfruttano la proprietà di alcune funzioni come parabole o funzioni goniometriche lineari, oppure si avvalgono di dimostrazioni di geometria sintetica, o ancora utilizzano le disuguaglianze. Questi metodi possono essere usati anche prima del quinto anno di scuola superiore, a differenza del metodo del calcolo differenziale che utilizza la derivata prima, ed eventualmente seconda, e che viene quindi padroneggiato a partire dalla metà del quinto anno scolastico. I problemi presi in esame sono problemi geometrici (ad esempio il problema isoperimetrico, il problema del triangolo di perimetro minimo inscritto in un triangolo acutangolo, il problema della rete stradale, ecc..), problemi trigonometrici, e problemi legati alla fisica (gittata massima, riflessione e rifrazione della luce). Il confronto tra i vari metodi di risoluzione mette in luce come, in alcuni casi, i metodi alternativi siano meno meccanici, più ragionati e più significativi rispetto all'uso delle derivate.
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2

Tonti, Valeria. "L'insegnamento della probabilità nelle scuole secondarie di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18251/.

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Abstract:
Questa tesi vuole mostrare l'importanza dello studio della teoria della probabilità, dal momento che ogni attività umana è soggetta a condizioni d'incertezza. In particolare si concentra sul metodo con cui questa viene insegnata nelle scuole secondarie di secondo grado, per poter suggerire un'alternativa rivolta ai docenti del primo biennio delle superiori. Si mostra quanto sia indispensabile, al giorno d'oggi, affrontare questa tema. Oltre a caratterizzare la nostra quotidianità, ritroviamo applicazioni della probabilità nei campi più svariati. Una breve rassegna storica della nascita di questa disciplina mostra il suo carattere evolutivo e quali difficoltà ha incontrato durante il suo sviluppo; successivamente viene analizzato l'insegnamento della probabilità nelle scuole, seguendo l'approccio proposto dai libri di testo utilizzati. E’ presente un riferimento alle Indicazioni Nazionali, che stabiliscono i contenuti essenziali delle diverse discipline nei differenti corsi di studio. Inoltre, si dà spazio ad una breve presentazione delle prove Invalsi e se ne mostra l'utilità. In seguito, si analizzano le prove Invalsi reperite da un archivio interattivo online detto Gestinv 2.0; questo studio mostra quanta difficoltà abbiano gli studenti ad approcciarsi alla probabilità, non comprendendo a pieno le regole che la caratterizzano. Infine, considerando i risultati ottenuti, si propone una dispensa rivolta ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado. Questo materiale didattico si pone l'obiettivo di facilitare l'apprendimento dei concetti cardine di questa disciplina, mostrando come sia il Calcolo delle Probabilità, basato sulla formalizzazione effettuata da Kolmogorov, il vero protagonista di questa teoria. Si suggerisce di evitare la ricerca del significato della probabilità, ponendo invece l'attenzione sulla creazione di un modello matematico che, interpretando il fenomeno tramite ragionamento astratto e logico-deduttivo, porti alla risoluzione del problema.
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3

Benincà, Arianna. "Probabilità e intuizione - Un'indagine nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18185/.

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Abstract:
In questo elaborato si indaga il rapporto che intercorre tra decisioni in condizioni di incertezza e intuizione. Numerose sono le ricerche che dimostrano come nelle valutazioni di probabilità vi sia una forte componente intuitiva basata principalmente sull'esperienza empirica, che può indurre in giudizi errati e che a volte sopravvive anche ad un processo di istruzione. Si è, pertanto, deciso di andare a sondare quale fosse lo stato di tale intuizione che Fischbein (psicologo ed insegnante di matematica) chiama "primaria", presso tre classi di scuola secondaria di secondo grado attraverso un questionario. Basandosi sui risultati del test, si sono progettati e realizzati due percorsi curricolari differenti in due delle tre classi, cercando di dare importanza al significato e al ruolo della probabilità e alla sua dipendenza dallo stato delle informazioni, non offrendo definizioni univoche, realizzando anche attività di gruppo con gli studenti volte a favorire la discussione sui punti più critici emersi. A qualche mese di distanza dalla fine delle lezioni si è tenuto un secondo questionario, molto simile al primo, con cui visionare se e come fossero cambiate le risposte, e se vi fossero degli elementi che facessero pensare ad un reindirizzamento dei processi intuitivi più ingenui verso ragionamenti più maturi e coerenti con i nuovi concetti trattati, che Fischbein definisce “intuizione secondaria”.
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4

Lazzari, Martina. "L'ottimizzazione in due variabili nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23870/.

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Abstract:
L'ottimizzazione (o la Programmazione Non Lineare) è una branca della matematica che studia i metodi per la ricerca dei punti di massimo e di minimo di una funzione, chiamata funzione obiettivo, e si divide in due grandi categorie: l'ottimizzazione non vincolata e l'ottimizzazione vincolata. Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare l'ottimizzazione non vincolata e l'ottimizzazione vincolata con vincoli di uguaglianza, ponendo l'attenzione su come tale argomento viene affrontato nella scuola secondaria di secondo grado, in particolare al quinto anno dei licei scientifici e degli istituti tecnici (settore economico e settore tecnologico). Più precisamente, nella scuola, viene trattata l'ottimizzazione unidimensionale e l'ottimizzazione in due variabili. In questo elaborato, si è scelto di approfondire l'argomento dell'ottimizzazione in due variabili, sia nel caso più semplice di ottimizzazione non vincolata, sia nel caso più complesso di ottimizzazione vincolata con vincoli di uguaglianza. Vengono analizzati soprattutto i metodi che sono proposti nella scuola secondaria di secondo grado per la risoluzione dei problemi di ottimizzazione in due variabili, in particolar modo i metodi per la ricerca dei massimi e minimi vincolati, quali il metodo di sostituzione e il metodo dei moltiplicatori di Lagrange. A tal proposito, viene presentato un percorso didattico in laboratorio, in cui si propone di risolvere un problema di ottimizzazione vincolata in due variabili, utilizzando il software GeoGebra. L'attività di laboratorio è pensata principalmente per consolidare le conoscenze teoriche riguardanti i metodi di ottimizzazione vincolata e per fornire un quadro più completo dell'argomento con l'aggiunta di una parte grafica, grazie a GeoGebra. Per questa attività di laboratorio, si è scelto di utilizzare GeoGebra perché è il principale software di supporto alla didattica della matematica utilizzato nelle scuole.
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AGOSTINO, LORENZO. "Il giudizio di secondo grado. Garanzie dell’imputato ed efficienza processuale." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2022. http://hdl.handle.net/11567/1085242.

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Abstract:
The thesis deals with the remedy of the appeal with the purpose of studying it in the light of the guarantees of the defendant and the need to reduce the length of the trial. In this prospective, the firts chapter aims to find the ratio of the appeal by analyzing its historical evolution and its role in the context of other systems, of the international Charters and of the Italian Constitution. After demonstrating the defensive nature of the remedy, the second chapter shows how the most recent reforms have emphasised its characteristics of tool of protection of the defendant, paving the way to a rethinking of the appeal as a means available only to the accused person. Lastly, the third chapter focuses on the strategies to follow in order to contain the workload of the courts of appeal.
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Villanelli, Gabriele. "Il laboratorio di geometria. L'importanza di un approccio concreto nell'insegnamento secondario di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Abstract:
L'importanza delle attività laboratoriali ha assunto sempre maggiore rilievo negli ultimi anni. Il potere del "learning by doing", del conoscere attraverso la pratica è oramai universalmente riconosciuto. Nonostante questo non si ha ancora un riscontro soddisfacente in termini quantitativi e qualitativi. E' quindi importante esplorare e conoscere le potenzialità e le nuove frontiere delle attività di questo tipo. In questo lavoro si vuole ripercorrere l'evoluzione del laboratorio con uno sguardo al passato e un occhio al futuro. In particolare si presenterà una visione di laboratorio di geometria basata sugli exhibit e che fonda il suo potenziale nella capacità di stupire e riportare la matematica ad una dimensione umana, pratica ed emozionante. Dopo aver analizzato punti di forza e criticità di alcuni laboratori, si proporrà inoltre un modello laboratoriale ipotetico che utilizza gli exhibit presentati in una classe terza di un istituto secondario di secondo grado.
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Capuano, Margherita. "DIDATTICA INTERATTIVA ONLINE: il concetto di frattale nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/22140/.

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Abstract:
Nel mio lavoro di tesi è presentato lo sviluppo di uno strumento di ausilio alla didattica della geometria frattale. Il progetto nasce dal voler disporre di un sito che permetta l'uso di risorse, per tale didattica, in modo interattivo. Il sito WdF (Web per la Didattica Frattale) è implementato e sviluppato mediante l'integrazione di vari linguaggi di programmazione Web: HTML, CSS, linguaggi di scripting. Le risorse per la didattica frattale sono messe a disposizione tramite una collezione di notebook, sviluppata in Mathematica, intitolata Ndf (Notebook per la Didattica Frattale), e destinata a ragazzi del triennio della scuola superiore, con un focus su strategie e metodi che risultino di aiuto a studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento. Mathematica è un moderno ambiente di problem solving, utilizzato in molti campi delle scienze, in generale; impiega un linguaggio di programmazione interpretato, il linguaggio Wolfram. Attraverso un percorso dinamico e interattivo, offerto dagli strumenti da me sviluppati, lo studente è guidato a scoprire il magico mondo del frattale. Ndf è stato fatto valutare da un campione significativo di ragazzi, per attestarne il grado di soddisfacimento relativamente agli strumenti sviluppati. In una realtà in cui il facile accesso alla tecnologia della informazione ha cambiato la velocità e il modo di acquisire conoscenza, la didattica basata su tecnologia digitale può rappresentare uno strumento importante per favorire l'apprendimento, soprattutto nelle materie scientifiche, e per ragazzi con Bisogni Educativi Speciali. In questo palcoscenico si inserisce il mio lavoro di tesi, la cui struttura è stata inoltre pensata per essere facilmente portabile ed estensibile anche all'insegnamento di altri argomenti di didattica della matematica.
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8

MIGLIACCIO, TIZIANA. "Poeti di poeti. La traduzione: ispirazione di secondo grado nei poeti del Novecento." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2008. http://hdl.handle.net/2108/642.

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Abstract:
Il presente lavoro si propone come oggetto di studio e di analisi la traduzione poetica e il difficile “compito del traduttore” ricoperto da alcuni tra i principali poeti del Novecento: Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Vittorio Sereni e Giuseppe Ungaretti. L’attività del traduttore non avviene mai in assenza di gravità: per tradurre la prosa bisogna imbrigliare il colore della voce narrante e trascinarlo, o farsi trascinare, fino alla fine. Tradurre la poesia richiede devozione al senso e al ritmo insieme, è un rispetto, sebbene in catene, ad un guizzo divino. Se allora il buon traduttore per essere tale deve prima di tutto essere un buon lettore e di sicuro un interlocutore privilegiato, allora è la figura del poeta, che raramente è il miglior critico di se stesso, ma spesso riesce ad esserlo degli altri, che sembra nel corso degli anni essersi dimostrato per alcuni versi il più interessante sensale che la traduzione abbia avuto. Il lavoro si articola in quattro capitoli: il primo, Storia della traduzione attraverso i secoli, si pone come obiettivo quello di passare in rassegna le posizioni più importanti ed interessanti della teoria della traduzione. Nella seconda sezione Considerazioni sul rapporto fra traduzione e tradizione vengono affrontate una serie di riflessioni, non più seguendo un andamento diacronico, ma attingendo trasversalmente alle posizioni più interessanti, sull’incestuoso rapporto tra tradizione e traduzione. Il terzo capitolo contiene alcuni saggi nei quali vengono presentate delle analisi di traduzioni, condotte da alcuni dei più grandi poeti del Novecento, di testi poetici di autori quali Apollinaire, Frénaud e Yeats. Con la quarta sezione ci si sposta direttamente sul banco della traduzione, riportando la testimonianza diretta di tre figure d’eccellenza che hanno legato i loro nomi alla duplice esperienza della poesia e della traduzione, quali Franco Buffoni, Erri De Luca e Valerio Magrelli.
This work is intended to study and analyse the poetic translation and the difficult “translator’s task”, covered by some among the principal poets of the 9th century: Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Vittorio Sereni and Giuseppe Ungaretti. The translator never works in absence of gravity: to translate the prose he should control and bridle the colour of the narrating voice and to drag it, or to be dragged himself, up to the end. The translation of a poem needs devotion to both the sense and the rhythm; it should be respectful, although in chains, toward a divine flicker. If, to be a good translator, one should be first of all a good reader, and for sure a privileged interlocutor, it is then the figure of the poet, who can often succeed in being a critic of the others but rarely of himself, who has proved to be, in the course of years, the most interesting middleman, that the translation has ever had. This work is divided into four chapters: the first one: History of the Translation throughout the centuries, has as its target to inspect the most important and interesting reflections that deal with the theory of the translation. In the second section, Considerations on the relationship between translation and tradition , are considered some reflections that deal with that incestuous relationship between tradition and translation. Those meditations aren’t faced up following a diachronic order, but transversally getting from the most interesting positions. The third chapter contains essays in which are presented some analyses of translations of poetic texts by Apollinaire, Frénaud and Yeats., carried out by some of the greatest poets of the 9th century. The fourth section moves straight onto the “table of translations”, and reports the direct witness of three figures above all others who have tied their names to the double experience of the poetry and the translation such as Franco Buffoni, Erri De Luca and Valerio Magrelli
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Gamberi, Chiara. "Misconcezioni in Matematica: una sperimentazione nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14701/.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è di analizzare una delle possibili cause di errore in matematica: le misconcezioni. La misconcezione rappresenta un momento di delicato passaggio da una prima concezione elementare ed intuitiva ad una più elaborata. Nel primo capitolo di questa trattazione, viene caratterizzato il significato del termine misconcezione, attraverso sia l'evoluzione della sua interpretazione a livello storico, che il processo di formazione dei modelli mentali, secondo l'interpretazione costruttivista di Bruno d'Amore. Nel secondo capitolo analizzeremo alcuni esempi di misconcezioni, note in letteratura. Nel terzo capitolo viene presentata una sperimentazione svolta in alcune classi seconde e quinte di licei scientifici. È stato somministrato un questionario, selezionando accuratamente argomenti e domande, per verificare quanto misconcezioni che si formano nel percorso precedente alla scuola secondaria di secondo grado possano essere ancora persistenti e per vedere se sono presenti possibili misconcezioni che si ipotizza possano formarsi nell'arco di questo livello scolastico.
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Giacomini, Elena. "INTERPRETAZIONE GEOMETRICA DI IDENTITA' ALGEBRICHE Unità didattica in una scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16989/.

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Abstract:
Questa tesi si inserisce nell'ambito di un approccio didattico all'algebra che sviluppi negli studenti il symbol sense. In particolare viene proposto un percorso didattico incentrato sulla rappresentazione geometrica di identità algebriche e si discutono i risultati della sperimentazione effettuata in una classe terza di un Liceo Linguistico. Alla base della costruzione del percorso stanno due chiavi teoriche: una storica e una semiotica. Da un lato il percorso prende spunto dall'opera "Breve opera sul calcolo di spostare e raccogliere" del matematico arabo al-Khwarizmi, che segna la nascita dell'algebra. Dall'altro le attività mirano a sviluppare la capacità di rappresentare uno stesso oggetto matematico in diversi registri, ossia la "competenza semiotica." Nel Capitolo 1 si presentano i tratti essenziali dell'opera di al-Khwarizmi, mentre nel Capitolo 2 si introducono i primi elementi di semiotica, si presentano le caratteristiche di questa teoria e si analizza lo studio formale e interpretativo dei segni. Nel Capitolo 3 si presenta il progetto svolto in classe, mentre i dati emersi da registrazioni, protocolli e da due test somministrati prima e dopo il percorso, sono analizzati nel Capitolo 4. Nel quinto e ultimo capitolo di questa tesi, si interpretano i risultati in termini di apprendimento concettuale, semiotico e comunicativo.
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Raggi, Alessia. "Macchine matematiche dalla storia alla scuola - Percorso in una secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19496/.

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Abstract:
Il seguente elaborato si pone l'obiettivo di analizzare la valenza delle macchine matematiche come strumenti didattici all'interno delle comuni pratiche di insegnamento e apprendimento della matematica, dopo averle contestualizzate dal punto di vista storico. In particolare, si vuole studiare come la manipolazione di oggetti concreti, inserita in un'ottica di tipo laboratoriale, possa favorire la costruzione dei processi di pensiero caratteristici della matematica e necessari alla risoluzione di problemi di tipo geometrico, tra cui quello di argomentare e dimostrare. A tale scopo, si è deciso di progettare e realizzare, in una classe terza di scuola secondaria di secondo grado, una sperimentazione che prevedesse l'utilizzo di tre tracciatori di curve (ellissografo a filo, parabolografo a filo e di Cavalieri). I protocolli prodotti in questa sede dagli studenti e le osservazioni emerse, sono stati poi analizzati nell'elaborato, alla luce del quadro teorico proposto. La fase sperimentale è stata condotta in collaborazione con un'altra laureanda dell'Università di Bologna, Ludovica di Nicolantonio, la cui tesi è da considerarsi complementare alla seguente trattazione.
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D'Angelis, Miriana. "Rassegna storica su alcuni problemi di Teoria dei Numeri." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20734/.

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Abstract:
Nel presente lavoro si è scelto di approfondire alcuni significativi problemi della teoria dei numeri. L'introduzione mette a punto i lavori di tre note figure dell'antichità quali Pitagora, Euclide e Diofanto riconoscendogli il ruolo di innovazionisti e maestri. Nel corpo della trattazione, l'attenzione si sofferma su quattro figure: Pierre de Fermat, Christian Goldbach, David Hilbert e Bernhard Riemann. Nell'introdurre ciascuna di queste, si è cercato di chiarire il contesto storico in cui ciascuna si è sviluppata e provare a leggere i loro lavori in chiave moderna, riportando datazione e nominativi di chi ha contribuito alla risoluzione dei vari enigmi.
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Fiore, Daniele. "Società della conoscenza e nuove tecnologie: innovazione didattica nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11446/.

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Abstract:
All'interno di questo elaborato vengono analizzati gli effetti positivi e negativi dell'introduzione delle nuove tecnologie nel sistema scolastico all'interno della società odierna, definita società della conoscenza; vengono descritte la lavagna interattiva multimediale e successivamente due software didattici, proponendo al termine una proposta di innovazione attuabile nella scuola secondaria di secondo grado, basata su un mio intervento riguardante l'unità didattica della "Retta nel piano cartesiano" e della "Parabola". Il filo conduttore è quello dell'analisi critica nei confronti delle potenzialità che la rivoluzione digitale porta con sé, cercando di riflettere su quello che potrebbe essere il giusto compromesso tra la nostra scuola e i tempi odierni.
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Bolognesi, Alice. "L'insegnamento della probabilità nella scuola secondaria di secondo grado: un progetto sulla probabilità condizionata." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7051/.

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Abstract:
La tesi propone una panoramica sulla storia dell'insegnamento della probabilità, per poi passare al ruolo dell'intuizione e dell'istruzione. La parte centrale espone un progetto sulla probabilità condizionata svolto in una classe seconda in una scuola secondaria di secondo grado.
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Cavalli, Bertolucci Cristina. "Lo sviluppo delle competenze di modellizzazione matematica nella scuola secondaria di secondo grado. Concezioni iniziali e processi di intervento didattico." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424286.

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Abstract:
The present work investigates both the mathematical modelling competencies that high school students develop and the instructional design that teachers consider suitable to promote competencies. The research relies on the constructivist paradigm; the specific version elaborated at UC Berkeley from the group of work directed by A. di Sessa is used. In the dissertation, mathematical modelling is seen as a competence, in this way the link between “constructivism” and “competence“ is show. The investigation is exploratory and divided in two paths: In stage 1, through the use of Clinical Interviewing the modelling competency of the students is investigated. Particularly the basic elements of knowledge are investigated (phenomenological primitives or p-prims) of mathematical modelling in real phenomena and the complex shapes of the competence, are investigated through three different activities: the Taxi, the Statue and the Travel. The phenomenological primitives are the basis elements of knowledge, on which the more complex mathematical competence are constructed. In the analysis the p-prims that the students had presented during the activities are identified; in order to understand which points mathematical competence gets stuck. The students were mainly analyzed by interview about real situations, proving to counteract their representations and their behavior in everyday life. Furthermore, students were asked to express their conceptions about learning mathematics, their motivation to learn and their perception of their self-efficacy. In stage 2 of the research some semi-structured interviews with high school mathematical teachers are conducted. Through an initial reflection on scraps from the first stage, each interview inquires what are the obstacles faced by the students in the modeling processes and which are the possible ways to overcome such obstacles in the classroom, in order to develop in class, modelling as a competence. The qualitative analysis of content has generated nine categories for interpreting the modelling competence. The teachers’ participation gives us the chance to understand how they manage and discover students’ modelling competencies, what they think about the national framework for the curriculum, if it could help them in class and which elements could be worth considering in such a document. The teachers’ suggestions for fitting the modelling in daily practice were significant and should not be underestimated. From the constructivism point of view, the presence of the primitive conception is considered a fundamental aspect of learning and requires the implementation of effective teaching strategies to promote the development of mathematical competence.
Questa ricerca ha lo scopo di indagare le competenze di modellizzazione matematica degli studenti della scuola superiore di secondo grado e il modo in cui insegnanti pensano di adattare le loro metodologie in classe per far fronte agli ostacoli riscontrati. La ricerca si inscrive nel paradigma epistemologico costruttivista; si utilizza la versione elaborata a UC Berkeley da gruppo di lavoro di A. diSessa. Nella tesi la modellizzazione viene trattata come forma di competenza, sottolineando l’interazione fra “costruttivismo” e “competenze”. L’indagine è di tipo esplorativo e è divisa in due percorsi: Nella FASE 1, attraverso l’utilizzo dell’intervista clinica si indaga sulla competenza modellistica degli studenti, cercando di individuare i maggiori ostacoli da essi affrontati. In particolare si esplorano gli elementi di base della conoscenza (i primitivi fenomenologici o p-prims) della modellizzazione matematica di fenomeni reali e le forme più articolate della competenza attraverso lo svolgimento di tre attività di modellizzazione: il Taxi, la Statua e il Viaggio. I primitivi fenomenologici sono gli elementi di base della competenza, su cui si costruisce la competenza matematica più avanzata. Nell’analisi abbiamo identificato i p-prims presentati dagli studenti durante lo svolgimento delle attività; lo scopo di tale identificazione è capire quali sono i punti che ostacolano lo sviluppo della competenza di modellizzazione. Si è cercato di analizzare lo studente nelle situazioni concrete, provando a contrastare le sue rappresentazioni e il suo comportamento nella pratica. Inoltre, si presenta uno studio realizzato con gli studenti coinvolti in cui si presentano le loro motivazioni a imparare, la percezione della propria competenza, l’autoefficacia, quale sono le loro concezioni sull’apprendimento della matematica e le possibili connessioni dei contenuti imparati a scuola nel loro quotidiano. Nella FASE 2 della ricerca si svolge un’intervista semi strutturata a insegnanti di matematica della scuola superiore di secondo grado. Attraverso una riflessione iniziale sui frammenti riscontrati nella prima fase della ricerca, l’intervista ha indagato quali sono gli ostacoli del processo modellistico affrontato dagli studenti e quali sono le possibili vie di intervento da adattare in classe per sviluppare la modellizzazione come una competenza. L’analisi qualitativa del contenuto ha generato nove categorie per interpretare la competenza modellistica da un altro punto di vista. L’intervento con gli insegnanti ci ha permesso di conoscere come essi comprendono le competenze modellistiche degli studenti, come pensano che le Indicazioni nazionali per il curriculo possano aiutarli in classe e quali sarebbero gli elementi da considerare in tale documento. I suggerimenti per adattare la modellizzazione nella pratica didattica sono stati significativi e da non sottovalutare. Da una prospettiva costruttivista, la presenza di concezioni primitive è considerata un aspetto fondamentale e inevitabile dell’apprendimento ed esige la messa in atto di strategie didattiche efficaci per promuovere lo sviluppo della competenza indagata.
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Borgia, Maria Serena <1972&gt. "Gli esiti scolastici nelle scuole di secondo grado di Bologna: un'applicazione della teoria dei modelli a curva latente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3553/1/Borgia_MariaSerena_tesi.pdf.

Full text
Abstract:
Nella presente analisi si è avuta l’eccezionale disponibilità di dati longitudinali su molti individui (6000studenti frequentanti le scuole superiori bolognesi). Per ottenere un modello che al meglio spiegasse e riproducesse l’andamento degli esiti scolastici (promozione alla classe successiva) tenendo conto del percorso scolastico nel tempo, si è scelto il modello a curva latente condizionato. La variabile risposta è combinazione lineare dell’esito di fine anno (Promosso/Non promosso); riassume, per ogni studente/anno scolastico, classe frequentata ed esito finale. Le variabili esplicative sono state selezionate tra le informazioni disponibili per gli individui. Vengono presentati alcuni dati aggregati, poi descritti i dati individuali che entreranno nel modello, evidenziando la composizione degli studenti. La prima fase è la stima del modello logistico, con specificazione delle criticità, che hanno indotto alla scelta successiva del modello dipendente dal tempo. Dopo la descrizione della metodologia principale utilizzata, la teoria del conditionalLCM, e la selezione degli indicatori di fitting, viene delineata la procedura di stima, e raggiunto il modello ottimale. Le variabili significative per spiegare l’andamento delle promozioni individuali nel tempo risultano: cittadinanza (italiani con risultati significativamente migliori degli stranieri), sesso (ragazze con percorso scolastico mediamente migliore dei ragazzi: la differenza risulta però significativa soltanto negli istituti tecnici e professionali), tipologia di scuola frequentata (studenti del liceo con risultati significativamente migliori di chi frequenta altri tipi di istituto). I risultati risultano fortemente dipendenti dai dati impiegati, specie riguardo al limite territoriale. Precedenti analisi evidenziavano una forte differenziazione dei risultati scolastici tra studenti del nord e del sud Italia, oltre che tra studenti dei comuni maggiormente popolati e studenti dei comuni di provincia. Sarebbe interessante disporre di dati individuali analoghi a quelli qui utilizzati, ma riferiti all’intero territorio nazionale, oppure ad un zona maggiormente vasta dell’Italia, onde saggiare l’entità dell’influenza sul percorso scolastico,ed in particolare sulla regolarità, della differenza territoriale.
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Borgia, Maria Serena <1972&gt. "Gli esiti scolastici nelle scuole di secondo grado di Bologna: un'applicazione della teoria dei modelli a curva latente." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3553/.

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Abstract:
Nella presente analisi si è avuta l’eccezionale disponibilità di dati longitudinali su molti individui (6000studenti frequentanti le scuole superiori bolognesi). Per ottenere un modello che al meglio spiegasse e riproducesse l’andamento degli esiti scolastici (promozione alla classe successiva) tenendo conto del percorso scolastico nel tempo, si è scelto il modello a curva latente condizionato. La variabile risposta è combinazione lineare dell’esito di fine anno (Promosso/Non promosso); riassume, per ogni studente/anno scolastico, classe frequentata ed esito finale. Le variabili esplicative sono state selezionate tra le informazioni disponibili per gli individui. Vengono presentati alcuni dati aggregati, poi descritti i dati individuali che entreranno nel modello, evidenziando la composizione degli studenti. La prima fase è la stima del modello logistico, con specificazione delle criticità, che hanno indotto alla scelta successiva del modello dipendente dal tempo. Dopo la descrizione della metodologia principale utilizzata, la teoria del conditionalLCM, e la selezione degli indicatori di fitting, viene delineata la procedura di stima, e raggiunto il modello ottimale. Le variabili significative per spiegare l’andamento delle promozioni individuali nel tempo risultano: cittadinanza (italiani con risultati significativamente migliori degli stranieri), sesso (ragazze con percorso scolastico mediamente migliore dei ragazzi: la differenza risulta però significativa soltanto negli istituti tecnici e professionali), tipologia di scuola frequentata (studenti del liceo con risultati significativamente migliori di chi frequenta altri tipi di istituto). I risultati risultano fortemente dipendenti dai dati impiegati, specie riguardo al limite territoriale. Precedenti analisi evidenziavano una forte differenziazione dei risultati scolastici tra studenti del nord e del sud Italia, oltre che tra studenti dei comuni maggiormente popolati e studenti dei comuni di provincia. Sarebbe interessante disporre di dati individuali analoghi a quelli qui utilizzati, ma riferiti all’intero territorio nazionale, oppure ad un zona maggiormente vasta dell’Italia, onde saggiare l’entità dell’influenza sul percorso scolastico,ed in particolare sulla regolarità, della differenza territoriale.
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Dal, Chele Micol <1992&gt. "L'insegnamento dell'italiano L2 nella scuola superiore di secondo grado con lingua di insegnamento tedesca in Alto Adige/ Südtirol." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10023.

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Abstract:
Il tema su cui si focalizza il mio elaborato finale riguarda l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda nelle scuole secondarie di secondo grado del territorio altoatesino con lingua di insegnamento tedesca. Ciò che mi propongo di investigare mediante questo lavoro è il rapporto degli studenti tedescofoni del territorio con l'italiano, come lo percepiscono, se si sentono motivati a studiarlo e quali metodologie didattiche preferiscono per farlo. Per fare ciò mi sono ispirata ad alcune ricerche condotte negli anni passati sul territorio e, pur non intendendo proporre un'analisi esaustiva e valida a livello regionale, ho voluto procurarmi dati autentici sfruttando la preziosa esperienza di tirocinio di 150 ore effettuata presso una scuola superiore di Merano. Oltre ad un diario tenuto per tutta la durata dello stage in cui ho appuntato attività affrontate, metodologie utilizzate, rapporti insegnanti-studenti e quant'altro, dispongo di un questionario di circa 100 campioni compilato online dagli alunni con cui ho lavorato e di un altro questionario destinato invece ai docenti di italiano L2 della stessa scuola. Presentando quesiti simili a studenti ed insegnanti ma compatibili con i diversi ruoli, il mio obiettivo è quello di capire come avvenga di fatto l'insegnamento della lingua seconda italiana in scuole di lingua tedesca in Alto Adige/ Südtirol e quale sia la percezione della lingua e del suo insegnamento da parte dei ragazzi e degli insegnanti. Prima della parte pratica ve n'è una teorica in cui presento gli studi a cui faccio riferimento nel mio lavoro ed introduco tematiche che poi saranno oggetto di ricerca: dopo aver presentato le vicende storiche che più hanno influenzato i rapporti tra altoatesini (italofoni) e sudtirolesi (tedescofoni), passo poi ad una sintesi dei principali provvedimenti per l'insegnamento delle due lingue seconde nel territorio. Successivamente analizzerò la figura dello studente e quella del docente, sempre facendo presente la delicata situazione in cui viene svolto l'insegnamento della lingua seconda. Solo dopo questa prima parte introduttiva e di presentazione presenterò la ricerca su campo e, in un secondo momento, ne discuterò i risultati.
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Damini, Marialuisa. "Sviluppare sensibilità interculturale attraverso il cooperative learning: un percorso di ricerca-azione nelle scuole secondarie di secondo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423399.

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Abstract:
In Italy, intercultural education has often been reduced to episodic initiatives (Tarozzi, 2011, p. 175) although according to the Ministry of Education “teaching from an intercultural perspective means to consider diversity as a paradigm of school’s own identity” (MPI, 2007, pp. 3-4). This implies an educational change as a proper intercultural education approach needs to provide room for dialogue and negotiation and to focus students’ attention on narrative exchanges that promote mutual respect and understanding (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). Within a pedagogical framework, centred on the fundamental importance of dialogue and reciprocity, this 2-year research project aimed at helping teachers to develop a growing awareness about the reality they operate in, and to project, observe and manage intercultural processes (thus oriented towards exchange and cooperation) in an action-research approach. At the same time, the research wanted to investigate the development of an open attitude towards diversity by the students, through cooperative learning activities, in the Group Investigation approach (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998). Furthermore, the research investigated to what extent – from a students’ and a teachers’ perspective – “cooperation” can be created at school, and how this fits with cooperative learning, in particular with the Group Investigation approach. The research also investigated whether, working with cooperative learning, diversity can be appreciated within the class and on a wider level. The study involved 17 secondary school teachers of different sujects, and six classes from three different types of secondary schools. It adopts a mixed-method approach (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003) involving mainly qualitative instruments (interviews, focus groups, open questions about critical incidents, whose data have been analysed in an ermeneutical perspective), but also quantitative instruments such as a questionnaire (Aquario et al., 2008) and critical incidents (Goebel and Hesse, 2000), in order to identify changes in student attitudes in relation to cultural diversity and to map their shifts concerning intercultural sensitivity on the basis of the Developmental Model of Intercultural Sensitivity (Bennett, 1993). The results of this research allow us to say that cooperative learning can influence a change of attitude towards diversity, cultural as well, by the students. To do so, it is important to create cooperation spaces at school, where diveristy can be experimented as a value and as an asset. For this purpose, Group Investigation can be a particularly fitting and fruitful approach
In Italia l’educazione interculturale è spesso stata ridotta a momenti episodici e sporadici (Tarozzi, 2011, p. 175) nonostante nei documenti ufficiali appaia chiaro che: “Insegnare in una prospettiva interculturale vuol dire piuttosto assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola” (MPI, 2007, pp. 3-4). Questo implica certamente un cambio di prospettiva dal punto di vista della didattica nella consapevolezza che ogni proposta interculturale deve dare spazio al dialogo e alla negoziazione e focalizzare l’attenzione degli studenti sullo scambio narrativo orientato alla comprensione e al rispetto reciproci (Aquario et al., 2008, pp. 273-274). All'interno di un contesto pedagogico di riferimento che mette al centro l'importanza fondamentale dell'educazione al dialogo e alla reciprocità, il fine di questa ricerca biennale è stato quello di aiutare gli insegnanti a prendere maggiore coscienza della realtà in cui essi si trovano ad operare, e a progettare, osservare e gestire processi interculturali (e quindi orientati allo scambio e alla cooperazione) in una logica di ricerca-azione. Nello stesso tempo, la ricerca si è proposta di indagare se, attraverso percorsi didattici strutturati con il cooperative learning, in particolare con l’approccio della Group Investigation (Sharan, Sharan, 1990; 1994; 1998), gli studenti maturino, nella loro stessa percezione e nella percezione dei loro insegnanti, atteggiamenti di maggiore apertura verso la diversità. Ancor più in dettaglio, ciò che si è cercato di indagare è stato in che modo - dal punto di vista di insegnanti e studenti - sia possibile creare “cooperazione” a scuola, se questo possa essere in linea con quanto proposto dal cooperative learning, in particolare nella strategia della Group Investigation, e se, lavorando con strategie cooperative, la diversità possa essere valorizzata sia a livello di gruppo classe sia a livello più ampio. La ricerca ha coinvolto diciassette insegnanti di diverso ambito disciplinare e sei classi di tre istituti di scuola secondaria superiore di Verona e provincia. All’interno di un approccio mixed-method (Steckler, McLeroy, 1992; Tasshakori, Teddlie, 2003), gli strumenti di rilevazione utilizzati sono stati prevalentemente qualitativi (interviste, focus group, domande “aperte” su incidenti critici, i cui dati sono stati analizzati in prospettiva ermeneutico-interpretativa), ma si è fatto ricorso anche a strumenti quantitativi, ovvero un questionario (cfr. Aquario et al., 2008) per rilevare l'atteggiamento degli studenti rispetto alla diversità culturale e tre incidenti critici analizzati secondo una modalità già utilizzata da Goebel ed Hesse del 2000, e che ha permesso di “posizionare” le risposte degli studenti all'inizio, a metà e alla fine del percorso rispetto al Developmental Model of Intercultural Sensitivity proposto da Bennett nel 1993. I risultati di tale lavoro ci permettono di affermare che il cooperative learning può influire su un cambio di atteggiamento verso la diversità, anche culturale, da parte degli studenti. Perché ciò avvenga è importante che a scuola si creino vari spazi di cooperazione in cui la diversità possa essere sperimentata come valore e come risorsa. A questo scopo la Group Investigation pare essere un approccio particolarmente adeguato e fecondo
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Bagnariol, Silvio <1978&gt. "Costruzione di ambienti inclusivi di apprendimento a priorità analogica per la disabilità intellettiva : studi di caso nelle classi della secondaria di secondo grado." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/8283.

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Abstract:
Il paradigma inclusivo trova difficoltà ad essere realizzato nella scuola italiana di secondo grado: qui la didattica dei docenti è fortemente condizionata dalle architetture scolastiche che non consentono facilmente di realizzare ambienti di apprendimento inclusivi. La disabilità intellettiva ha bisogno invece di ambienti flessibili, agentivi, modificanti e di utilizzare i linguaggi analogici integrandoli con quelli verbali. All’interno della geometria della classe tradizionale è stato progettato un nuovo setting di apprendimento ecologico, in cui gli studenti del gruppo sperimentale hanno condotto una nuova esperienza di apprendimento di tipo laboratoriale. In un contesto comune, cooperativo e multimodale gli studenti con disabilità intellettiva hanno potuto utilizzare i linguaggi analogici come medium strategici per apprendere e sviluppare i processi operativo-agentivi. I risultati ottenuti da un set-test hanno riscontrato una variazione significativa del dominio cognitivo e di quello sociale per tutti gli studenti delle classi appartenenti al gruppo sperimentale.
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Marchesini, Francesca. "Interpretare per i minorenni: osservazioni su un'esperienza con alunni della scuola primaria e secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15517/.

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Abstract:
Pre-trial questioning of minors is a widely unexplored field. Since many challenges may arise from working with children in legal settings, especially if an interpreter is involved, further research is needed. To gain some insight about how children, interpreters and interviewers interact, this dissertation aims at providing examples of how communication works in four interpreter-mediated interviews with children and teen agers. They involve two German-speaking interviewers, two Italian children aged 6, 8, and two Italian teen agers aged16 and 17 and a professional interpreter who had not worked with children before. The data analysis shows that our interviewers and interviewees communicate successfully as demonstrated by the interviewers’ satisfaction with the information they have gathered. However, some interpreter’s initiatives may have limited the interviewees’ participation in the communicative event. This happened in particular with divergent renditions and some zero renditions. Examples of how interpreters may impair children’s participation in communicative events can be found also in some previous studies, like the ones by Keselman (2010) and Hitching & Nilsen (2010), among others, focusing on questionings of asylum-seeking minors. Children are vulnerable because of their age and they are even more so when involved in legal proceedings of which they do not share the language. Also, they communicate in a way that may be different from adults. Professionals who work with children in legal settings, including interpreters, should therefore be aware of what they should pay attention to in order to work effectively and in the best interest of the child. The amount of analysed data is very limited and needs expanding, still this study could be considered as an attempt to show that traditional training is not enough to deal efficiently with all the challenges involved in an interview with a child and that specific training for working with children is needed.
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Uggé, Bassiano. "La fase preliminare-abbreviata del processo di nullità del matrimonio in secondo grado di giudizio a norma del can. 1682 [par] 2 /." Roma : Ed. Pontificia università gregoriana, 2003. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb39096005n.

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TERRENGHI, ILARIA. "Episodi di Apprendimento Situati: la didattica EAS per incrementare l’Engagement e favorire l’apprendimento profondo. Una ricerca multi-metodo nella scuola secondaria di secondo grado." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241115.

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Abstract:
Le trasformazioni del contesto socio-culturale, il protagonismo dei media digitali e i nuovi stili di apprendimento evidenziano una nuova centralità didattica e suggeriscono un’idea di scuola in grado di predisporre un autentico contesto di apprendimento, dove i soggetti in formazione possano allenare competenze in un clima attivo (Freinet, 1978), promuovendo un apprendimento profondo (Ausubel, 1968). Tali riflessioni trovano spazio nei più recenti paradigmi didattici: ne è un esempio la Didattica per Episodi di Apprendimento Situati. (Rivoltella, 2013). L’EAS può essere considerato una rielaborazione italiana della “didattica Flipped”, la cui struttura inverte il tradizionale ciclo di insegnamento/apprendimento (Mazur, 1991), con risultati positivi dal punto di vista del coinvolgimento e dell’apprendimento stesso (Lage, Platt & Treglia, 2000; Enfield, 2013). Il progetto di ricerca intende perseguire un obiettivo esplorativo, descrivendo in che modo la didattica EAS si differenzi dalla didattica agita abitualmente dagli insegnanti, per quanto riguarda la gestione d’aula e le azioni didattiche e prossemiche. La ricerca si propone inoltre di indagare se e come la didattica EAS sia una metodologia in linea con le evidenze teoriche afferenti alla Flipped Class e, quindi, efficace dal punto di vista dell’Engagement scolastico nelle sue componenti comportamentali, emotive e cognitive. In particolare, si ipotizza che la didattica EAS favorisca nell’insegnante livelli più alti di autoefficacia e di emozioni positive e, negli studenti, livelli più alti di Engagement scolastico in ciascuna delle tre componenti. In linea con gli obiettivi e le ipotesi presentati, la metodologia scelta è quella mista (Greene & Caracelli, 1997), in grado di offrire una chiave di lettura olistica che permetta di indagare costrutti multicomponenziali (come l’engagement) in contesti complessi come quello scolastico (Camerino, Castañer & Anguera, 2014). Nello specifico, si è utilizzato un disegno quasi-sperimentale annidato, con pre-test e post-test entro i soggetti (Creswell and Plano Clark, 2007). La ricerca ha previsto la raccolta e l’analisi di dati quantitativi (codifica sistematica delle videoregistrazioni, questionari) e qualitativi (osservazioni carta-matita, questionari ad hoc e focus group). La sperimentazione ha avuto luogo in una scuola secondaria di II grado di Milano e ha compreso 15 insegnanti e 102 studenti delle classi terze e quarte che volontariamente hanno acconsentito di partecipare al progetto. Il primo studio pilota ha avuto come obiettivi la definizione del setting sperimentale, la messa a punto degli strumenti di osservazione e la familiarizzazione dei partecipanti. Lo studio quasi-sperimentale ha previsto: una fase pre-test, in cui gli insegnanti hanno condotto le lezioni secondo il proprio stile didattico abituale; un corso di formazione agli insegnanti sulla didattica EAS; una fase post-test, in cui gli stessi docenti hanno proposto, a ciascuna classe di riferimento, le lezioni EAS progettate durante il corso. I risultati hanno evidenziato un cambiamento rilevante nella gestione d’aula da parte del docente, il quale ha espresso maggiori azioni didattiche e un diverso uso della prossemica. È altresì emerso un miglioramento significativo dei livelli di Engagement percepiti dagli studenti. La ricerca, oltre alle ricadute dirette sui partecipanti coinvolti, presenta potenziali benefici a livello sociale: alcuni studi internazionali (es. Fall, 2012) associano positivamente bassi livelli di coinvolgimento ad alti tassi di dispersione scolastica, delineando quindi l’Engagement come una co-variabile incidente l’abbandono del ciclo di studi. La ricerca sulle buone pratiche didattiche e un’efficace misurazione dell’engagement potrebbero quindi favorire lo sviluppo di un apprendimento profondo e, nello stesso tempo, contribuire a contrastare l’abbandono scolastico.
Teaching and learning are now experiencing a new centrality. The fast socio-cultural transformations, the vertical growth of digital media and, therefore, the new ways children and young people learn suggest that changes and innovation are essential. School, today, can be improved towards an authentic learning environment, in which students can work in a laboratory school (Freinet, 1978), promoting significant and deep learning (Ausubel, 1968). New paradigms and teaching methodologies are emerging to meet the new educational needs; among them, the “Episodes of Situated Learning” approach, EAS in Italian (Rivoltella, 2013), was chosen for this study. This approach broadly refers to the “Flipped Class” model (Mazur, 1991), in which the lesson structure reverses the traditional teaching/learning cycle with a positive outcome on engagement and learning (Lage, Platt & Treglia, 2000; Enfield, 2013). The present study aims to explore and describe the differences between EAS teaching methodology and the usual style of teaching, taking into consideration class management, teachers’ actions and their proxemic transitions. Moreover, this study aims to verify whether the EAS, according to literature about the Flipped Class model, has a positive outcome on student engagement, focusing on its emotional, cognitive and behavioral components. In particular, we hypothesize that the EAS teaching methodology changes teachers’ behavior in classroom, increasing perceived self-efficacy and positive emotions, thus improving students’ level of engagement. We chose a quasi-experimental nested design (Creswell and Plano Clark, 2007), with a pre-post test within subjects. Both qualitative and quantitative data collection and analysis were performed (Greene & Caracelli, 1997), in order to reach, as far as possible, a holistic, effective and exhaustive representation of the studied phenomenon (Camerino, Castañer & Anguera, 2014). The research was conducted in a secondary school, in Milan, and included 15 teachers and 102 students attending third and fourth year that voluntarily took part in the study. Pre-post measures, including video-recording, systematic observation and questionnaires, of both students and teachers, were collected during the eight months of experimentation. A pilot study aimed to define the experimental setting, calibrate the observation instruments and guarantee the participants’ familiarization. The quasi-experimental study included a pre-test, in which teachers gave lessons according to their usual style; a training about EAS methodology for the teachers; a post-test, in which the same teachers gave their students the EAS lessons designed during the training. Results showed a major change in the classroom management: in particular, during EAS lessons, teachers made use of more didactic actions and different proxemics transitions. Moreover, students showed higher levels of engagement in EAS lessons than in the usual ones. This research project could foster positive outcomes, for its participants as well as the broader society, in which school dropout is increasing. In fact, many authors (e.g. Fall, 2012) positively associate low levels of students’ engagement to high rates of school dropout. For this reason, research on improving teaching methodologies, and effectively measure students’ engagement, could enhance deep learning and, at the same time, opposing school dropout.
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Bragato, Silvia <1993&gt. "La didattica a distanza nell’emergenza Covid-19. Una proposta di lezione online inclusiva e accessibile per la lingua tedesca nella scuola secondaria di secondo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18711.

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Abstract:
Questa tesi prende le mosse dall’attuale situazione sociale dovuta alla pandemia per Covid-19 per il cui contenimento molti governi in tutto il mondo si sono trovati costretti a chiudere le scuole e a ripensare la normale didattica in presenza. Per questo, a partire da marzo 2020 in Italia tutte le scuole, i docenti e gli studenti hanno dovuto attrezzarsi per passare dalla didattica in presenza alla didattica a distanza (DaD). Nella prima parte del presente elaborato partendo da un’analisi del fenomeno della Didattica a Distanza come risposta al problema della chiusura delle scuole, le caratteristiche, le differenze, i punti critici, si passerà poi ad analizzare quei gruppi di studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) che risentono particolarmente dei risvolti svantaggianti di questa modalità. Verranno messi in luce due gruppi di studenti: quelli con svantaggio socio-economico e quelli con svantaggio linguistico-culturale e diverso background linguistico, con particolare riferimento agli studenti neoarrivati in Italia, nel contesto della scuola secondaria di secondo grado. Nella seconda parte si presenta una possibile messa in pratica della teorie e delle buone pratiche riguardanti la didattica inclusiva a distanza, al fine di proporre una lezione online inclusiva e accessibile per l’insegnamento della lingua tedesca nella scuola secondaria di secondo grado.
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Fabbri, Celeste. "Strategie di calcolo tra studenti discalculici e non." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10988/.

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Abstract:
Sono stati analizzati i circuiti neurali addetti all'elaborazione matematica, a partire da quelli di start-up neurocognitivo per l'apprendimento del numero e del calcolo, capacità innate e già presenti alla nascita. I protagonisti sono il sistema della stima approssimativa del numero e quello di individuazione degli oggetti multipli e, spesso, le difficoltà che si incontrano durante un compito matematico (o la lentezza per portarlo a termine) sono date dalla difficile interazione tra questi e le loro sottocomponenti, continuamente riprogrammate dall'esecutivo centrale per poter supervisionare i processi di problem solving. Per la costruzione e lo sviluppo del calcolo più elevato, occorrono alcune capacità di base come il concetto di corrispondenza biunivoca, quello di ordinamento di un insieme, di maggioranza, di raddoppio e di dimezzamento, per mezzo delle quali ogni procedura si può ridurre ad una serie di operazioni più semplici. Queste funzioni vengono controllate e coordinate dal Sistema Attentivo Esecutivo che presiede tutte le attività di problem solving. I ragazzi che presentano deficit altamente specifici in una o più abilità matematiche di base vengono definiti discalculici e tra i loro tratti caratteristici vi sono l'incapacità di comprendere le numerosità, i principi delle operazioni e di elaborare strategie risolutive adatte ad ogni esercizio. Non tutti i ragazzi che presentano difficoltà in matematica sono discalculici: a tal proposito ho svolto una sperimentazione didattica in 10 classi di un I.T.I.S. , per cercare di capire se i concetti reputati consolidati alla scuola secondaria di 1° grado, lo sono realmente in quella di 2° e per mostrare le diverse tipologie di errori compiuti dai ragazzi clinici e non. I risultati sono stati largamente al di sotto delle aspettative, anche negli esercizi in cui è stato permesso l'uso della calcolatrice, lasciandomi presagire che gli errori commessi siano perlopiù di concetto piuttosto che di calcolo.
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D'Onghia, Alessandra <1993&gt. "Problemi in Cina e nel mondo analizzati secondo un’ottica cinese: analisi, traduzione e commento del libro “Common sense” (“常识” chang shi) di Liang Wendao." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12600.

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Abstract:
La presente tesi ha come oggetto la traduzione di alcuni capitoli del libro “Common sense” (“常识”), scritto da Liang Wendao, scrittore, critico e conduttore televisivo nato ad Hong Kong. L’autore, avendo beneficiato di un’ambiente piuttosto multiculturale, si dimostra molto abile nel guardare i problemi attraverso varie prospettive, tenendo in considerazione sia il punto di vista cinese che quello internazionale. Liang analizza quasi ogni aspetto della società cinese, compresi i temi più celati e soggetti a tabù, come la censura, le fabbriche di sfruttamento dei lavoratori, il patriottismo e l’immigrazione e l’integrazione degli stranieri in Cina. Egli concentra la propria attenzione anche sugli argomenti più dibattuti dai media cinesi, come i problemi che la guerra di Resistenza contro l’aggressione giapponese ha portato in Cina, i numerosi scandali dei prodotti cinesi contaminati e le decisioni problematiche prese dal governo cinese. La maggior parte dei problemi da lui trattati sono di natura politica e sociale, dunque si interroga spesso sul ruolo del governo oppure su questioni sociali come il lavoro, l’aiuto portato dai cittadini nelle aree disastrate e l’importanza della protesta così come dell’espressione delle proprie idee. L’autore propone delle soluzioni ad ogni problema che analizza, rivelandosi estremamente abile nel condurre un’attenta analisi non solo della società cinese, ma anche di altri paesi come la Corea del Nord, gli Stati Uniti e l’Italia. Le sue opinioni su ogni argomento risultano molto valide in quanto egli, oltre a ricercare gli eventuali motivi e ragioni che si nascondono dietro ogni problema, considera anche l’assetto culturale del paese oggetto della sua discussione ed analisi, cercando di adottare anche un punto di vista diverso dal proprio. Inoltre, le soluzioni da lui proposte non sono mai troppo astratte o di difficile realizzazione: analizzando situazioni differenti, infatti, egli è in grado di comprendere il vero punto della questione e ne propone pratiche ed efficienti soluzioni.
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Belmonte, Carmine. "Modellazione della qualita delle acque superficiali: "applicabilita e validazione del QUAL2K sull'asta principale del Canale Emiliano Romagnolo"." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6768/.

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Abstract:
Scopo dell'elaborato è quello di verificare l'applicabilità del modello di qualità fluviale, monodimensionale, QUAL2K al sistema idrico del CER. Il risultato conseguito rispecchia le ipotesi iniziali dello studio. Il modello sotto determinate ipotesi bene si presta a modellare le caratteristiche idrauliche e di qualità del Canale Emiliano Romagnolo.
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RUBINO, ANNA CELESTE. "The School in the Contemporary City. Conceptual ideas in Italian and English practice in education." Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274929.

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Abstract:
La tesi esplora il ruolo dell’architettura della scuola e dell’ambiente fisico circostante come mediatori educativi attraverso l’innovazione degli spazi educativi e la creazione di interazioni culturali tra scuola, quartiere ed altre organizzazioni educative. L’obiettivo della tesi è comprendere le idee teoriche che legano la pedagogia e l’apprendimento con l’architettura, il paesaggio e l’assetto urbano, includendo dei riferimenti a noti esempi di architetture scolastiche italiane a partire dal 20° secolo. La tesi sviluppa una lettura critica dell’architettura scolastica in differenti contesti Europei che usa lo spazio fisico a e il suo ambiente circostante come risorsa per l’apprendimento. La ricerca si propone di utilizzare alcuni casi studio individuati nell’ambito del vasto investimento del Regno Unito denominato “Building Schools for the Future” per fornire alcune linee guida per il progetto e la gestione delle scuole secondarie del 21° secolo in Italia.
The thesis explores the role of school architecture and his surrounding built environment as educational mediators through the innovation of educational spaces and the creation of cultural interactions between school, neighborhood and other educational organizations. The aim of the thesis is first to understand theoretical ideas linking pedagogy and learning with architectural, landscape and urban design, including reference to celebrated Italian examples from the 20th century. It develops a critical reading of scholastic architecture in different European contexts that use the physical space and their surrounding environment as a resource for learning. The research also purposes to use case studies from the UK’s vast investment in Building Schools for the Future to provide some guidance for the design and management of secondary schools in Italy for the 21st century.
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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VENUTA, MARIA LUISA. "La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico." Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Abstract:
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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Ritucci, Raffaella. "Bambine e ragazzi bilingui nelle classi multietniche di Torino." Doctoral thesis, Humboldt-Universität zu Berlin, 2018. http://dx.doi.org/10.18452/19485.

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Abstract:
Das Schulregister des Kultusministeriums MIUR verzeichnet, dass mehr als jede/r zehnte aller Schüler/innen in Italien keine italienische Staatsbürgerschaft hat, obwohl sie mehrheitlich dort geboren wurden. Zahlreiche Erhebungen weisen für sie im Vergleich zu den italienischen Mitschülern/innen geringere Italienischkenntnisse und weniger schulischen Erfolg auf. Innerhalb dieser explorativen Feldforschung haben Einzelinterviews mit 121 Schülern/innen (5.-8. Klasse) in Turiner Schulen und mit 26 Eltern, sowie die Auswertung von 141 an 27 Italienisch- und Herkunftsprachlehrer/innen verteilten Fragebögen ergeben, dass viele Schüler/innen "zweisprachige Natives" sind, da sie mit Italienisch und einer anderen Sprache aufwachsen. Dieser Polyglottismus, den die Interviewten sehr positiv bewerteten, findet jedoch in der Schulpraxis keine Entsprechung: Gezielte Förderung im Italienischen und der Unterricht der Familiensprache sind meist Wunschdenken. In der Kohorte haben die Schüler/innen mit den besten Italienischkenntnissen einen italophonen Elternteil bzw. kamen im Vorschulalter nach Italien und besuchten dort den Kindergarten. Dagegen sind, wie auch bei den INVALSI-Tests, die in Italien geborenen und die dann die Krippe besuchten, leicht benachteiligt. Was die Familiensprache angeht, verbessert ihr Erlernen die Kompetenzen darin, ohne dem Italienischen zu schaden: Im Gegenteil. Diese Ergebnisse bestätigen die wichtige Rolle der "anderen" Sprache für einen gelungen Spracherwerb. Das MIUR sollte also sein Schulregister mit Sprachdaten ergänzen, um die Curricula im Sinn der EU-Vorgaben umzuschreiben und den sprachlich heterogenen Klassen gezielte Ressourcen und definierte Vorgehensweisen zur Verfügung zu stellen. Mit geringeren Mitteln, im Vergleich zu den jetzigen Kosten für Herunterstufung, Klassenwiederholung und Schulabbruch würde man Schulerfolg, Chancengerechtigkeit und Mehrsprachigkeit fördern, mit positiven Folgen für den Einzelnen sowie für die Volkswirtschaft.
The Italian Ministry of Education (MIUR) student register records that today in Italy more than one out of ten students is not an Italian citizen, although the majority of them were born there. Several statistical surveys indicate that "foreign" students, when compared to native students, show a poorer performance in Italian and in academic achievement. This exploratory fieldwork carried out in schools in Turin (5th to 8th grade) analyzed data obtained through semi-structured interviews with 121 students and 26 parents as well as 141 questionnaires filled in by 27 teachers of Italian and family language. It showed that many students are "bilingual natives", as they grow up acquiring both Italian and another language; however, despite the fact that the interviewees rate polyglottism positively, schools don't usually offer targeted support in either language. Within the cohort the broadest range of competences in Italian are found first among those with an Italian-speaking parent, then among those who arrived in Italy at pre-school age attending kindergarten there; this latter group shows higher competences than those born in Italy attending nursery there, as also in the INVALSI tests. As far as family language is concerned, data illustrate that its teaching increases its competences without affecting those in Italian: quite the opposite in fact. These results confirm the remarkable role played by the "other" language in successful language education. MIUR is therefore called upon to include also linguistic data in its student register, so as to redefine its curricula according to EU Guidelines, and to identify specific procedures and resources for multilingual classes. This new policy would reduce the current cost of placing students in a lower grade, grade retention and drop-outs, and would promote school success, equal opportunities and multilingualism, with positive consequences both for the individuals and for the national economy.
L'anagrafe studenti del MIUR registra come oggi in Italia più di uno studente su dieci non è cittadino italiano, pur essendo la maggioranza di loro nata in questo paese. Numerose indagini statistiche mostrano come gli allievi "stranieri" presentino, rispetto a quelli italiani, ridotte competenze in italiano e minore successo scolastico. Questa ricerca esplorativa svolta in alcune scuole di Torino (V elementare-III media) ha analizzato dati ottenuti tramite interviste semi-strutturate a 121 studenti e 26 genitori e 141 questionari compilati da 27 insegnanti di italiano e di lingua di famiglia. Da essa è emerso che molti studenti sono "nativi bilingui", poiché crescono usando l'italiano e un'altra lingua. Questo poliglottismo, valutato dagli intervistati assai positivamente, non si rispecchia però nella prassi scolastica: un supporto mirato in italiano e l'insegnamento della lingua di famiglia sono di regola una chimera. All'interno del campione le più ampie competenze in italiano si trovano fra chi ha un genitore italofono e chi è arrivato in Italia in età prescolare frequentandovi la scuola materna; come constatato anche nei test INVALSI, chi è nato in Italia e vi ha frequentato l'asilo nido è leggermente svantaggiato. Rispetto alla lingua di famiglia risulta che il suo studio porta a migliori competenze in essa, senza nuocere all'italiano: anzi. Emerge quindi il ruolo significativo della lingua "altra" per un'educazione linguistica efficace. L'invito al MIUR è quindi di integrare la propria anagrafe con dati linguistici, così da ridefinire i propri curricula secondo le Linee Guida Comunitarie, individuando procedure e risorse specifiche per le classi multilingui. Con un investimento ridotto, paragonato con il costo attuale dato da retrocessioni, ripetenze e abbandono scolastico, si riuscirebbe a sostenere il successo scolastico, le pari opportunità e il plurilinguismo, con conseguenze positive per i singoli e per l'economia nazionale.
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Favaloro, Frine Beba. "La didactique de la culture chinoise dans le cadre de construction disciplinaire de l’enseignement de Lingua e cultura cinese." Thesis, Paris, INALCO, 2020. http://www.theses.fr/2020INAL0003.

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Abstract:
Notre thèse s’inscrit dans le domaine de la didactique des langues étrangères et a pour objet la construction de la discipline scolaire de Lingua e cultura cinese et le développement de la didactique de la culture chinoise dans l’enseignement secondaire du deuxième cycle italien. S’appuyant sur les notions de construction disciplinaire et de transposition didactique, elle se développe avec l’observation du parcours analogue de disciplinarisation de l’enseignement de la langue et de la culture chinoises en France. L’objectif de l’enquête est d’exposer la constitution particulière de la discipline scolaire italienne par rapport aux autres langues et au contexte français, en montrant l’écart entre le processus de transposition didactique des objets à enseigner-enseignables relatifs à la langue, largement développés, et ceux concernant la culture, pour lesquels les objets à enseigner ont été identifiés mais où la réflexion sur la méthode pour les rendre enseignables est encore à un stade initial. La représentation de distance culturelle associée à la culture chinoise renforce ce processus, rendant plus complexe l’intégration des composantes de la didactique. Cette intégration concerne notamment les thèmes culturels, proposés de manière compartimentée, et la didactique de la langue et de la culture, encore insuffisamment mises en communication. Enfin, tout cela montre que l’intégration des champs de référence et de réflexion de la discipline dans son ensemble est encore en cours d’élaboration
Our thesis places itself in the domain of foreign language teaching. Its object is the construction of the scholastic discipline of Lingua e cultura cinese and the development of the teaching of Chinese culture in Italian upper secondary school. Based on the concepts of discipline construction and didactic transposition, the thesis develops from the observation of disciplinarisation process of Chinese language and culture teaching completed in France. The goal of the research is twofold. First, we want to show how the Italian discipline took unique shape compared to other languages and to the French context, and secondly, to show how there is a divide between the process of didactic transposition of objects to teach-teachable related to Chinese language and the corresponding one related to Chinese culture. While the former is widely developed, the objects to be taught have been identified for the latter but a reflection on how to make them teachable is still at an early stage. This process is influenced by the representation of cultural distance associated with Chinese culture, which makes the integration of the teaching components more complex. Specifically, this integration concerns cultural themes, proposed in a compartmentalized way, and the teaching of language and culture, which are not yet sufficiently connected. Finally, this shows how the integration of reference components and conceptual issues of the discipline as a whole are yet being defined
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di Lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e trasposizione didattica, essa si sviluppa a partire dall’osservazione del percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Obiettivo dell’indagine è mostrare come la disciplina scolastica italiana si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, ampiamente sviluppati, e quelli relativi alla cultura, rispetto a cui sono stati individuati gli oggetti da insegnare ma la riflessione su come renderli insegnabili è ancora agli inizi. Influisce su questo processo la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso integrare le componenti della didattica. Nello specifico, tale integrazione riguarda i temi culturali, che sono proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, che non sono sufficientemente poste in comunicazione. Tutto questo, infine, mostra come l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione della disciplina nel suo complesso sia ancora in corso di definizione
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Grandolfo, Alessandro. "GERONIMO D'AURIA (doc. 1566-1623). Problemi di scultura del secondo Cinquecento partenopeo." Tesi di dottorato, 2011. http://www.fedoa.unina.it/8941/1/Grandolfo_Alessandro_.pdf.pdf.

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Abstract:
Il progetto di ricerca che segue è monograficamente dedicato alla personalità di Geronimo d'Auria (doc. 1566 - †1623), vero e proprio traghettatore della scultura partenopea tra la conclusione del sodalizio artistico che unì Annibale Caccavello († 1570) e Giandomenico d'Auria (†1573), e l'affermazione di Michelangelo Naccherino e Pietro Bernini a Napoli, agli inizi del Seicento. Il rinvenimento di numerosi documenti inediti e la presentazione di nuovi repertori iconografici sostanziano l’indagine scientifica, che privilegia, oltre alla ricostruzione dell’attività cinquantennale dello scultore, l’analisi dei meccanismi di gestione di una delle botteghe più ampie e famose dell’epoca, e l’attività parallela dei principali collaboratori di Geronimo, alcuni dei quali giuridicamente riconosciuti come “sodali”: su tutti, Salvatore Caccavello e Francesco Cassano.
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FAZION, VALENTINA. "La relazione insegnante-alunno-gruppo classe nella scuola secondaria di secondo grado: legami di attaccamento e risorse nei processi di insegnamento-apprendimento." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/939671.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca riguarda le relazioni che si instaurano tra insegnante (coordinatore di classe), alunno e gruppo classe. Tali relazioni sono studiate utilizzando lo stile di attaccamento degli studenti (alla figura genitoriale di riferimento, all’insegnante e al gruppo classe), come variabile principale, correlato con alcuni costrutti ritenuti, dalla letteratura esistente, fondamentali per la costruzione dell’identità e la crescita dell’adolescente: l’Autoefficacia scolastica, la Motivazione intrinseca e l’Impegno nelle attività scolastiche. Il contesto della ricerca è una scuola secondaria di secondo grado di Verona; il campione è costituito da 321 studenti e 16 insegnanti coordinatori di classe. La scuola è il luogo per eccellenza dedito all’apprendimento di nuove conoscenze: le relazioni che costruiscono gli alunni e gli insegnanti sono uno dei canali privilegiati di tale acquisizione conoscitiva e dello sviluppo della personalità dell’individuo. Gli aspetti relazionali che caratterizzano l’apprendimento hanno una forte connessione con la promozione di un apprendimento significativo: laddove non è presente un’adeguata cura della relazione anche l’apprendimento risulta bloccato. Gli obiettivi della ricerca consistono nell’indagare, partendo dallo stile di attaccamento globale degli alunni (sviluppato verso la figura genitoriale/parentale di riferimento), sia lo stile di attaccamento che essi sviluppano verso l’insegnante coordinatore di classe che la percezione che hanno di esso come “base sicura”; indagare il legame di attaccamento globale degli insegnanti coordinatori di classe; indagare le relazioni che gli studenti instaurano con i compagni di classe e le percezioni che hanno della coesione del loro gruppo classe; indagare le percezioni che gli alunni hanno relativamente alla propria motivazione intrinseca e autoefficacia scolastica, al proprio impegno e coinvolgimento nelle attività scolastiche; attraverso la restituzione dei risultati alla scuola, creare un’opportunità di riflessione e di esperienza formativa (seppur limitata e contenuta) per il preside, gli insegnanti, .gli studenti e i loro genitori. La metodologia utilizzata è di tipo quantitativo: sono stati somministrati due questionari diversi, uno rivolto agli studenti e l’altro rivolto agli insegnanti. I risultati della ricerca evidenziano come, anche nella fase adolescenziale, il legame di attaccamento alla figura genitoriale di riferimento sia rilevante per le esperienze di relazione all’interno della realtà scolastica: uno studente con un legame di attaccamento insicuro (di tipo evitante o ansioso) alla figura genitoriale di riferimento, sviluppa un legame dello stesso tipo (evitante o ansioso) verso l’insegnante coordinatore di classe. Gli studenti con un legame di attaccamento evitante percepiscono, da parte dell’insegnante, meno Disponibilità e Accettazione e più Rifiuto verso i propri bisogni. Solo il legame di attaccamento di tipo ansioso verso il genitore e verso il coordinatore di classe correla positivamente e in modo significativo con i legami di attaccamento evitante e ansioso al gruppo classe: gli studenti ansiosi tendono a costruire legami di attaccamento insicuri verso il proprio gruppo classe. Solo il legame di attaccamento di tipo evitante, verso il genitore e verso il coordinatore di classe, correla negativamente, e in modo significativo, con l’Autoefficacia scolastica, l’Impegno e la Motivazione intrinseca. Tanto più uno studente risulta essere evitante, tanto minore sarà la percezione della propria Autoefficacia scolastica, del proprio Impegno e Coinvolgimento emotivo e della Motivazione. L’importanza della relazione docente-discente trova evidenza nel fatto che il fattore disponibilità e accettazione correla positivamente con l’autoefficacia scolastica, con tutti e tre i fattori della motivazione intrinseca (Preferenza per le sfide, Curiosità e Padronanza indipendente) e con entrambi i fattori dell’Engagement (Impegno comportamentale e Coinvolgimento emotivo). Più uno studente percepisce il proprio insegnante coordinatore di classe disponibile ad accettare i propri bisogni, sentimenti e comportamenti maggiore sarà la sua Autoefficacia scolastica, Motivazione intrinseca ed il suo Impegno nelle attività scolastiche. Il modo che gli studenti hanno di vivere la scuola e di affrontare le attività di apprendimento è fortemente correlato alla percezione che hanno del proprio insegnante coordinatore di classe. Autoefficacia scolastica, Motivazione intrinseca e Impegno profusi dallo studente non sono influenzati solamente da aspetti individuali, capacità e competenze personali, ma anche dal rapporto che si instaura con il proprio insegnante coordinatore di classe e dalla capacità di quest’ultimo di fungere da “porto sicuro”.
Aim of the present study is the analysis of the relationships between teacher, student and class group. These relations are studied using the attachment style of the students as main variable. We correlated it with following constructs: school Self-efficacy, Intrinsic motivation and Engagement in school activities. The research’s context is a secondary school degree of Verona; the sample consists of 321 students and 16 classroom’s teachers coordinators. The relationships build between pupils and teachers are one of the key channels in order to achieve personal and cognitive development. The relational aspects that characterize the learning have a strong connection with the promotion of a meaningful learning: where there is no adequate care report also learning is blocked. The objectives of the research are to investigate the specific attachment style students develop towards the class coordinator and the perception they have of him or her as a "secure base"; we investigate the general attachment bond of the teacher class coordinators; we investigate the relations that students establish with their classmates and their perceptions of the cohesion of the class-group; we investigate the students’ perceptions regarding their own intrinsic motivation and academic self-efficacy, their engagement and involvement in school activities. The methodology used is quantitative: two different questionnaires were administere, one for students and one for teachers. The research results show that attachment relationship to the parental figure is relevant for all social experiences at school: students with an insecure attachment bond (avoidant or anxious) towards the parental figure of reference, develop a bond of the same type (avoidant or anxious) towards the teacher class coordinator. Students with an avoidant attachment bond perceive, from the teacher, less Availability and Acceptance and Rejection towards their needs. The anxious attachment bond toward the parent and to the class coordinator positively and significantly relates to the avoidant and anxious attachment bonds to the group class: anxious students tend to build bonds of insecure attachment to their group class. The avoidant attachment bond, toward the parent and to the class coordinator, correlates negatively and significantly with the school Self-efficacy, the Engagement and intrinsic Motivation. The more a student appears to be avoiding, the lower is the perception of their school Self-efficacy, their Engagement and emotional involvement and Motivation. The importance of the relationship between teacher and student is reflected in the fact that the Availability and Acceptance factor correlate positively with the school Self-efficacy, with all three factors of intrinsic Motivation (Preference for challenges, Curiosity and Independent mastery) and both factors of Engagement (behavioral Engagement and emotional Engagement). The more a student perceives his teacher class coordinator willing to accept their own needs, feelings and behaviors the greater his school Self-efficacy, his intrinsic Motivation and his Engagement at school activities will be. The way that students have to live the school and meet the learning activity is strongly related to the perception they have of their own class teacher coordinator. School self-efficacy, intrinsic Motivation and Engagement are not only influenced by individual aspects, skills and knowledge, but also by the relationship students develop with their teacher class coordinators and by the latter's ability to act as a "safe harbour".
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FARINA, Gianraimondo. "Aspetti e problemi finanziari in ordine alla soppressione di monasteri e conventi nella lombardia asburgica del secondo settecento: il ducato di milano." Doctoral thesis, 2011. http://hdl.handle.net/11562/348748.

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Abstract:
Il tema del presente lavoro ha per oggetto lo studio degli aspetti e dei problemi finanziari in ordine alla soppressione di monasteri e conventi nella Lombardia asburgica del secondo Settecento, con riferimento all'antico Ducato di Milano (1767- 1790). La delicata questione delle soppressioni settecentesche in territorio lombardo, non del tutto affrontata dalla storiografia tradizionale, rappresenta, per la storia economica, uno dei “tasselli”principali di tutta la politica riformistica intrapresa da Maria Teresa d' Austria e proseguita da suo figlio Giuseppe II. Essa, come lo dimostrano tutti  i documenti archivistici rinvenuti in questi tre anni di ricerca, nasce non solo da meri intenti giurisdizionalistici (preminenza dello Stato sulla Chiesa, rappresentata, soprattutto in Austria, dalla diffusione del Febronianesimo), ma dalla sempre più marcata crescita economica di un territorio, la Lombardia, che, ben presto, dopo i secoli di “stasi” spagnola, sarà destinato a diventare un vero e proprio motore di progresso e di sviluppo.  Gli austriaci apportano alle “potenzialità” di questa terra tutta la loro conoscenza amministrativa provvedendo a riformare lo Stato e cercando, in particolar modo, di eliminare gli antichi privilegi aristocratici, rappresentati in Senato, ed ecclesiastici.  Un lungo periodo di pace, a seguito della guerra di successione austriaca del 1748, favorirà, poi, le riforme: da quella, prima, amministrativa del 1757, passando per l'importantissima applicazione del catasto, per poi concludersi con quelle ecclesiastiche: stipula del Concordato del 1751,  riforme del Regio Economato, istituzione della Giunta Economale nel 1765, limitazioni al clero secolare e, soprattutto, al clero regolare.  La politica delle soppressioni é, quindi, frutto, primariamente, di un' esigenza economica dello Stato tesa a “colpire” le rendite di enti che, per un motivo o per l'altro, “sfuggivano” alle denunce, creando, con le proprie esenzioni, l'accumulo di una ricchezza solo limitatamente sfruttata.  In questo senso, dando una lettura generale alla politica fiscale asburgica, si può dedurre che le soppressioni non “cadono” improvvisamente con il regio decreto 3 agosto 1767, ma sono frutto di una gradualità, di una strategia.  Il terreno viene, innanzitutto, “preparato” con l'introduzione del catasto, strumento straordinariamente efficace nel monitorare i possedimenti sia laici che ecclesiastici. Seguiranno le riforme amministrative tese a riorganizzare più razionalmente lo Stato.  Per “contrastare” le immunità ecclesiastiche il governo si servirà di due importanti  istituti come il Regio Economato e la Giunta Economale. Sarà, soprattutto, quest'ultima, con la sua azione, a dominare tutta la fase delle soppressioni, provvedendo alla redazione dei Piani di Consistenza ed all'esecuzione dei decreti di chiusura.  Rimane sullo sfondo la domanda centrale: Perché si sopprime?  Vi é, senza dubbio, un' esigenza fiscale dettata, per lo Stato, dal provvedere a “rimpinguare” le casse, “dissanguate” dalle precedenti guerre ma vi é, anche, un disegno di venire incontro al “pubblico bene”, istituendo il Fondo di Religione e, provvedendo, con esso, a devolvere parte dei beni incamerati a favore di sanità e pubblica istruzione.  Il processo, che porterà alla chiusura di circa 238 istituti, sarà interrotto, momentaneamente e bruscamente, dalla venuta dei francesi.  All'interno di questo quadro, il vecchio Ducato di Milano, riformato dai provvedimenti teresiani del 1757 con la città, il suo contado e le pievi del Lecchese, del Varesotto e della Brianza, continuerà, per entità di conventi e monasteri ivi insistenti, a svolgere un ruolo preminente.  L' obbiettivo principale del lavoro é quello di spiegare, dando spazio alle carte d'archivio, come, dal punto di vista storico- economico, sia avvenuta la strategia delle soppressioni nel Ducato di Milano, il “cuore” ed il centro amministrativo della Lombardia austriaca. E' infatti dalla sua capitale, Milano, che “partono” le riforme e, quindi, le progressive riduzioni del clero. E' in questa città che, soprattutto, hanno sede alcune delle più importanti case religiose, sia maschili che femminili, con ragguardevoli possedimenti fondiari nel contado. Oltre Milano, poi, si hanno numerosi enti religiosi presenti in alcune delle principali città del territorio: da Lecco, a Varese, a Gallarate, a Monza, a Melzo e Melegnano, comprendendo la “terra separata” di Treviglio.  L'altro, ma non meno rilevante scopo, sarà quello, di analizzare, utilizzando le sezioni Culto p. a ed Amministrazione Fondo di Religione, tutte le carte relative ai conventi soppressi (nel Ducato di Milano si conteranno quasi il 40 % di tutta la Lombardia austriaca), andando a consultare tutti i Piani di consistenza previsti, suddivisi per congregazione, in modo da avere una mappatura completa.  Non saranno fatte delle analisi solo quantitative, ma anche economico- sociali sui conventi, esaminando i rispettivi stati patrimoniali, bilanci e corrispondenze varie.  Alla luce di tali considerazioni, la ricerca é articolata in quattro capitoli.  Nel primo si cerca di fornire un quadro complessivo generale della nodale questione delle soppressioni nel Settecento lombardo fra storiografia, problematiche fiscali ed aspetti inter-istituzionali.  Il secondo ed il terzo capitolo studiano le soppressioni delle Case del clero regolare nelle zone del Lecchese, della Brianza e del Varesotto, attingendo, sistematicamente, alle fonti archivistiche.  L'ultima parte del lavoro affronta la redazione di un quarto capitolo, centrale, sugli istituti di Milano e del suo contado, seguita da un paragrafo conclusivo, di natura riepilogativa, in cui si sono incrociati i dati ottenuti. Tale paragrafo produce un bilancio storico e socio- economico delle soppressioni. Esso é redatto partendo dai piccioli conventi soppressi in età teresiana per giungere alla vera e propria “ondata” giuseppina che sancirà la progressiva chiusura di una buona parte  delle case maschili e femminili.  In questo seno un certo rilievo assumono alcune importanti consulte della Camera dei Conti, con soprattutto quella del 19 ottobre 1792, riepilogativa di tutti i risultati economici ottenuti con le chiusure teresio- giuseppine. Si tratta, ancora una volta, di dare risalto al complesso intreccio di relazioni  tra economia, monasteri e territorio  nella ricca e vasta  area milanese.  E' questo un modo efficace e razionale per cercare di rispondere all'obbiettivo generale che, in fondo, accompagna tutta la ricerca: che destinazione economica  hanno avuto i beni dei soppressi enti? Quali sono state le reali intenzioni dei cattolicissimi austriaci: sopprimere per il pubblico bene (sanità ed assistenza in primis), oppure per la costruzione di un nuovo edificio, ossia un nuovo Stato amministrativo forte e militarizzato? Quale é stato il destino dell'appena costituito Fondo di Religione?  Per fare ciò, ci si avvale delle carte contenute nell'Archivio di Stato di Milano, sezioni Culto p. a ed Amministrazione Fondo di Religione . Si parte dalle prime istruzioni del Consiglio di Governo del 1789, passando per i criteri adottati nell'elaborazione dei dati attinenti gli esiti finanziari delle chiusure per giungere, infine, alla temporanea risistemazione del Fondo, avvenuta nel biennio 1792- 93.
This work, written by the author Gianraimondo Farina, talk about the economic history of the manastic orders in Milan in the seven hundred century, with attention to the fenomeny of the clousion during the illuminism period
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Oscar, Tiozzo Brasiola. "LA DIDATTICA GENERATIVA DELLA SOLIDARIETÀ PER UNA SCUOLA FIORENTE E CAPACITANTE ABITATA DA INSEGNANTI GENERATIVI. RICERCA IN UNA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11577/3395889.

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La ricerca nasce dal desiderio di poter offrire un contributo migliorativo all’interno del dibattito circa la didattica senza voler tracciare una linea di demarcazione con la didattica speciale e, nasce da questo, la scelta di lasciarsi guidare dalle linee generali dell’Universal Design for Learning. Indagare la relazione esistente tra le politiche di welfare (all’interno del dibattito tra workfare e learnfare) e la didattica permette di introdurre la visione della persona individuata dallo Human Development. Il modello della didattica generativa della solidarietà si colloca all’interno di questo dibattito cercando di armonizzare modelli e approcci diversi tra loro, quali il Service Learning, il Capability Approach e il Welfare Generativo teorizzato dalla Fondazione Zancan. Ognuno di questi modelli possiede dei punti di forza e punti di criticità che messi insieme hanno permesso di immaginare un modello di didattica attiva che sappia essere community-centered, dove la crescita del singolo permette di trasformare la comunità-classe e la comunità-mondo, perché non c’è cambiamento che riguarda il singolo che non si rifletti sulla sua comunità di appartenenza. Una didattica aperta ad aver cura del bene comune in ottica di democrazia partecipata richiede insegnanti formati che sappiano traslarsi dagli obiettivi alle competenze per superare questo modello e arrivare alle capabilities per costruire vite fiorenti. Insegnanti in grado di attivare processi di cambiamento devono essere sostenuti da istituzioni (e quindi scuole) capacitanti. Richiede un nuovo modo di pensare la valutazione che diventa un processo valuattuativo, neologismo che indica la possibilità di misurare l’attuazione generativa dei saperi attraverso servizi alla e con la comunità.
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FAVALORO, Frine Beba. "La didattica della cultura cinese nel quadro della costruzione disciplinare dell’insegnamento di lingua e cultura cinese." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11393/265870.

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Abstract:
La nostra tesi si iscrive nel dominio della didattica delle lingue straniere e ha per oggetto la costruzione della disciplina scolastica di lingua e cultura cinese e lo sviluppo della didattica della cultura nella scuola secondaria di secondo grado italiana, alla luce dell’analogo percorso di disciplinarizzazione dell’insegnamento della lingua e della cultura cinese compiuto in Francia. Basandosi sulle nozioni di costruzione disciplinare e di trasposizione didattica, essa declina i due assi principali proponendo un’interpretazione della storia della disciplina scolastica in chiave epistemologica e la definizione di strumenti per lo sviluppo della didattica della cultura cinese, in considerazione dello stato di avanzamento nel processo di trasposizione dei saperi e della rappresentazione di distanza che viene facilmente associata alla cultura cinese in Italia. Attraverso l’osservazione dei meccanismi di disciplinarizzazione in ambito francese, la nostra indagine mira innanzitutto a illustrare le condizioni esterne che hanno reso possibile l’istituzionalizzazione dell’insegnamento nel contesto d’istruzione secondaria, e le condizioni interne che determinano la standardizzazione e la stabilizzazione dei saperi da insegnare-insegnabili, come frutto della negoziazione tra fattori derivati dal sistema educativo in cui l’insegnamento si innesta e fattori determinati dalle caratteristiche della lingua e della cultura cinese. In secondo luogo, poggiando sull’analisi comparata di manuali di lingua e di cultura pubblicati in anni recenti in Italia e in Francia, la ricerca si propone di rilevare aspetti della trasposizione didattica per ciò che riguarda l’insegnamento della cultura, in termini di selezione e gerarchizzazione degli oggetti del sapere e integrazione tra didattica della lingua e didattica della cultura, individuazione di forme di peculiarizzazione e omologazione culturale come poli opposti nella gestione della distanza culturale, proposizione di rappresentazioni della cultura cinese secondo la forma della descrizione tradizionale o di una descrizione problematizzata. Obiettivo dell’indagine è esporre come la disciplina scolastica di lingua e cultura cinese si sia costituita secondo una forma peculiare rispetto alle altre lingue e al contesto francese, e mostrare come esista un divario tra il processo di trasposizione didattica degli oggetti da insegnare-insegnabili relativi alla lingua, che sono ampiamente sviluppati, e il processo corrispondente che riguarda la cultura, rispetto a cui si è giunti ad individuare gli oggetti da insegnare, ma si è ancora in una fase iniziale di riflessione su come rendere tali oggetti insegnabili. Influisce su questo funzionamento di costruzione la rappresentazione di distanza culturale associata alla cultura cinese, che rende più complesso il meccanismo di messa in relazione delle componenti della didattica. Nello specifico, questo processo di integrazione delle componenti riguarda i temi culturali, proposti in modo compartimentalizzato, e la didattica della lingua e della cultura, non ancora sufficientemente poste in comunicazione. Esso trova, infine, una corrispondenza sul piano della costruzione della disciplina nel suo complesso, nella misura in cui l’integrazione dei campi di riferimento e di riflessione è ancora in corso di definizione.
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FRANCESCA, Grassetti. "NONLINEAR DYNAMICS AND ECONOMIC GROWTH. THE INFLUENCE OF ELASTICITY OF SUBSTITUTION BETWEEN INPUT FACTORS AND DIFFERENTIAL SAVINGS PROPENSITIES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251177.

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Abstract:
Questa tesi analizza le dinamiche qualitative e quantitative del modello di crescita economica Solow-Swan con differenti tassi di risparmio per lavoratori e capitalisti considerando differenti funzioni di produzione, al fine di studiare come le dinamiche di lungo periodo di un’economia sono influenzate dall’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione e da differenti propensioni al risparmio. Nel primo capitolo è discusso il problema di stabilire una relazione tra elasticità di sostituzione ed i livelli di capitale ed output pro capite quando si considera una funzione di produzione con elasticità di sostituzione variabile. Nel capitolo vengono proposte definizioni di elasticità di sostituzione associata a differenti attrattori ed è introdotto un metodo di misura. L’obiettivo è di comparare modelli dinamici di crescita con funzioni di produzione di tipo VES, sigmoidale o CES. A tal fine, il metodo proposto è applicato al modello di Kaldor considerando una tecnologia VES. Ne emerge che quando le dinamiche sono semplici (convergenza ad un punto fisso), un Paese in cui l’elasticità di sostituzione tra capitale e lavoro è più elevata è caratterizzato da un più alto livello di equilibrio del capitale e dell’output pro capite. Nel caso in cui l’equilibrio di lungo periodo è invece un ciclo o una dinamica più complessa, tale relazione è ambigua. Nel secondo capitolo è analizzato il modello di Kaldor assumendo che la tecnologia sia descritta dalla funzione di produzione Shifted Cobb-Douglas, una funzione di produzione che, differentemente dalla CES e VES precedentemente considerate in letteratura, permette di analizzare le dinamiche sia delle economie non sviluppate che di quelle in via di sviluppo e delle economie sviluppate. Il modello che ne risulta è descritto da una mappa discontinua con presenza di trappola della povertà. Inoltre fenomeni di multistabilità possono emergere: oltre al “vizioso circolo della povertà”, le dinamiche di lungo periodo possono includere fluttuazioni economiche o convergenza ad un livello positivo di capitale pro capite. Possono inoltre emergere bacini complessi; in tal caso una politica economica finalizzata ad aumentare il capitale pro capite può fallire e l’economia può essere catturata dalla trappola della povertà. Nell’ultimo capitolo il modello di crescita neoclassico a tempo discreto e con differenti propensioni al risparmio è studiato assumendo la funzione di produzione Kadiala, rilevante dal punto di vista economico per la sua peculiarità di presentare una elasticità di sostituzione simmetrica rispetto al capitale ed al lavoro. Viene mostrato che, se i lavoratori risparmiano più dei capitalisti, il percorso di crescita è limitato ed il limite è indipendente dal tasso di risparmio dei capitalisti. Inoltre, la crescita delle economie non sviluppate è influenzata dal tasso di risparmio dei capitalisti mentre il livello di capitale pro capite delle economie sviluppate è influenzato dalla propensità al risparmio dei lavoratori. Fenomeni di multistabilità possono emergere, pertanto il modello è in grado di spiegare la coesistenza di economie non sviluppate, in via di sviluppo e sviluppate. Fluttuazioni e dinamiche complesse si verificano quando l’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione è minore di uno ed i capitalisti risparmiano più dei lavoratori.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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GORLA, Sandra. "Metamorfosi e magia nel Roman de Renart. Traduzione e commento delle branches XXII e XXIII." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251268.

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Abstract:
Il presente lavoro è incentrato su due branches del Roman de Renart, delle quali propone la prima traduzione completa del testo in italiano e un’analisi al contempo interpretativa, letteraria e filologico-testuale. Il lavoro risulta diviso in due grandi nuclei contraddistinti. La prima parte, comprensiva di due capitoli, affronta l'analisi della tradizione manoscritta e la traduzione del testo delle due branches in italiano (considerando anche le interpolazioni del ms. M). La seconda parte, nuovamente suddivisa in due capitoli, costituisce il necessario accompagnamento critico-letterario al lavoro di traduzione. Tradizione e traduzione. Prima ancora di affrontare la traduzione del testo e la sua interpretazione, è stato necessario porsi il problema di quale testo tradurre. Il primo capitolo, pertanto, affronta la tradizione – e dunque l’edizione – del Roman de Renart, tenendo in considerazione che per quest’opera medievale è praticamente impossibile stabilire uno stemma codicum che sia utile ad una ricostruzione del testo in senso lachmanniano, e dunque scegliere tra una delle edizioni disponibili significa nei fatti scegliere uno dei codici relatori. Viene altresì discussa la questione riguardante l'ordine in cui restituire le due branches. E' risultato impossibile stabilire quale fosse l’ordine migliore e più fedele alla tradizione. Per questo ci si è arresi all’evidenza che anche la disposizione stessa del testo non possa essere assolutamente neutrale, ma includa elementi interpretativi. Il lavoro di traduzione – che occupa il secondo capitolo – costituisce una parte fondamentale della tesi, sia per la voluminosità del testo originale sia per i numerosi problemi 'tecnici' che necessariamente si susseguono sul cammino di chi affronti l'opera di traduzione-interpretazione di un testo medievale. La traduzione è accompagnata da un apparato di note che rendono conto delle scelte operate nei passaggi più complessi e che forniscono indicazioni utili alla comprensione del testo, soprattutto nel caso di riferimenti sottesi a un’enciclopedia presumibilmente condivisa dall’autore e il suo pubblico ma difficilmente discernibili dal lettore moderno. Il terzo capitolo è interamente dedicato alla branche XXII nella versione ‘indipendente’ (BCL); vengono messe in luce le peculiarità e le caratteristiche che la avvicinano al genere dei fabliaux e vengono avanzate delle ipotesi interpretative che evidenziano quelli che si ritengono essere aspetti unici e significativi dell’episodio all’interno dell'intero ciclo. Viene messo in rilievo come il ricorso a temi relativi alla sfera sessuale e corporea e l’uso di un lessico esplicito e a tratti osceno, sebbene ovviamente non esclusivi di questa branche del Roman de Renart, venga qui presentato in un contesto narrativo unico. L'ultimo capitolo della tesi si concentra invece sui testi tramandati da M delle branches XXII e XXIII. Si è cercato innanzitutto di ricostruire i numerosi legami intertestuali che la branche XXIII intesse innanzitutto con le altre branches del RdR (in particolare I, Va, VI, X) e di analizzare le specifiche tecniche narrative dialogiche e polifoniche impiegate all'interno del testo. Per la prima parte del commento, che riguarda poco più di metà della branche ed è dedicata alla lunga narrazione di uno dei processi giudiziari di cui è protagonista Renart, si è scelto di seguire l’ordine diegetico dell’episodio; la complessità dell'ambiente legale impone infatti di seguire con la massima attenzione il serrato alternarsi di accuse, contro-accuse e testimonianze. Data la concentrazione di diversi nuclei narrativi che caratterizza questa seconda parte, l'analisi del testo si discosta a questo punto dall'impostazione cronologica e procede invece per tematiche. Vengono dunque analizzati la figura e l'inedito ruolo di consigliera di Hermeline. Il commento procede poi con un'analisi delle ulteriori peculiarità presenti nella branche XXIII, nel momento in cui il protaginista si reca a Toledo per apprendere le arti magiche: questo viaggio è l’unico vero viaggio che la volpe compie al di fuori del regno nell’intero Roman. Spiccano, qui, la dimensione quasi epica, arturiana, del viaggio, che si traduce in un percorso di formazione per il personaggio; le nuove qualità acquisite da Renart magicien – un intermediario fra due mondi – e l’importanza delle parole nel veicolare il potere dell’art d’enchantement. L'originalità della branche XXIII ha così una vera e propria evoluzione di Renart, che si presenta come un Renart demiurgo. Il commento prosegue a questo punto tornando nuovamente alla branche XXII, questa volta nella versione del ms. M. Benché il testo di M riporti un’importante lacuna (per la caduta del bifolio centrale di un fascicolo) che impedisce di valutare complessivamente l’operazione di riscrittura, sono state esaminate, per quanto possibile, le modalità con cui il testo è stato interpolato dal codice e avanzato delle ipotesi su come e perché possa essere stata compiuta questa operazione, tenendo presente anche i rapporti che intercorrono tra M e il ms. C della sua stessa famiglia, che operano entrambi importanti scelte di riorganizzazione della materia narrativa e dell’ordine di disposizione delle branches rispetto agli altri codici relatori del Roman de Renart.
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