Dissertations / Theses on the topic 'Problemi di Primo Grado'

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Guerreschi, Patrizia. "Analisi dei metodi di ottimizzazione unidimensionale nella scuola secondaria di secondo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20657/.

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Abstract:
Nel mio lavoro di tesi prendo in esame alcuni problemi significativi di ottimizzazione unidimensionale, mostrando come, oltre al metodo del calcolo differenziale, esistano altri modi per trovarne la soluzione. I metodi utilizzati sfruttano la proprietà di alcune funzioni come parabole o funzioni goniometriche lineari, oppure si avvalgono di dimostrazioni di geometria sintetica, o ancora utilizzano le disuguaglianze. Questi metodi possono essere usati anche prima del quinto anno di scuola superiore, a differenza del metodo del calcolo differenziale che utilizza la derivata prima, ed eventualmente seconda, e che viene quindi padroneggiato a partire dalla metà del quinto anno scolastico. I problemi presi in esame sono problemi geometrici (ad esempio il problema isoperimetrico, il problema del triangolo di perimetro minimo inscritto in un triangolo acutangolo, il problema della rete stradale, ecc..), problemi trigonometrici, e problemi legati alla fisica (gittata massima, riflessione e rifrazione della luce). Il confronto tra i vari metodi di risoluzione mette in luce come, in alcuni casi, i metodi alternativi siano meno meccanici, più ragionati e più significativi rispetto all'uso delle derivate.
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Pellegrino, Caruso. "Problemi testuali nel primo libro dei Carmina di Orazio." Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/329.

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Abstract:
2010 - 2011
Nella piena convinzione della centralità del testo come primario valore da difendere negli studi filologici, l’attività di ricerca relativa alla tesi di dottorato dal titolo “Problemi testuali nel libro primo dei Carmina di Orazio” ha ripercorso la tradizione diretta e indiretta del testo oraziano, avvalendosi, per la discussione su loci testuali interessati da problemi filologici, tanto delle note dei commentatori antichi, quanto dei vari filologi, dall’ età umanistica all’età moderna e contemporanea. [a cura dell'autore]
VII
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3

Alaimo, Mara <1989&gt. "Una ricerca sulle relazioni interetniche nelle scuole secondarie di primo grado di Bressanone." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11462.

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Abstract:
Nelle scuole italiane, la presenza di alunni di origine straniera costituisce una parte sempre più ampia della popolazione scolastica. Contestualmente all’aumento continuo della presenza di alunni stranieri è emersa la questione della loro integrazione scolastica e sociale, in quanto oltre alla cruciale funzione educativa la scuola è un luogo di contatto, incontro e confronto con le differenze culturali e coi diversi modi di vita e di pensare. La scuola raffigura uno spazio relazionale molto centrale nella società odierna, fondamentale per osservare sia i processi di integrazione nel micro ovvero nella classe scolastica, sia per afferrare le ampie dinamiche di esclusione sociale e i processi di inclusione sociale in un determinato territorio, nelle reti informali e nel mercato del lavoro. Partendo dal presupposto che le relazioni orizzontali (tra pari) e le relazioni verticali (tra docenti e alunni) rappresentano dei fattori fondamentali per il successo formativo e la riuscita scolastica degli alunni, l’obiettivo generale della tesi consiste nell’analisi dei processi e delle modalità di relazione e comunicazione tra alunni “autoctoni” e alunni di origine straniera nelle classi della scuola secondaria di primo grado italiana e tedesca di Bressanone. Le relazioni interetniche vengono analizzate con l’aiuto di metodi di ricerca qualitativi. Con l’aiuto delle interviste semistrutturate si cerca di raccogliere le rappresentazioni e le esperienze degli insegnanti. Tramite l’osservazione partecipante nelle classi si cerca di riconoscere i processi relazionali e in un secondo momento avviene il coinvolgimento degli alunni tramite la compilazione di un questionario qualitativo.
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Baccolini, Carlotta. "Flipped classroom ed apprendimento: un'esperienza di attività propedeutica nella scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8882/.

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Abstract:
La Flipped Classroom è una metodologia didattica innovativa che prevede una inversione dei momenti classici delle didattica: la lezione frontale a scuola e lo studio individuale a casa. L’idea alla base della Flipped Classroom è utilizzare la tecnologia moderna per diffondere i contenuti fuori dall’orario scolastico così da concentrare poi le ore di lezione sull’elaborazione dei contenuti stessi. In questo modo si riporta l’attenzione didattica sull’elaborazione dei contenuti piuttosto che sul loro ascolto passivo. A seguito dello studio teorico del metodo Flipped ho fatto una esperienza di tirocinio presso una classe terza della Scuola secondaria di primo grado "`Il Guercino"' dell'IC9, in collaborazione con la professoressa Leone, per applicare questa metodologia didattica. Una volta in classe, io e la professoressa, abbiamo considerato più efficace e utile, per gli studenti con cui lavoravamo, fare propedeutica piuttosto che Flipped Classroom. L’esperienza di tirocinio è stata conclusa con un questionario per valutare l’utilizzo, da parte dei nostri studenti, della piattaforma didattica Moodle, in uso nella scuola. I risultati dell’analisi delle risposte è stato conforme a quanto da noi atteso: data l’età i nostri studenti non avevano il giusto grado di autonomia per lavorare con la metodologia della Flipped Classroom.
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De, Maria Giovanna. "La musica come strumento di apprendimento della matematica (nella scuola secondaria di primo grado)." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Abstract:
Lo scopo di questa tesi è quello di trattare il problema di generale interesse dovuto alle note difficoltà che gli studenti delle scuole secondarie di primo grado incontrano nell’apprendimento della matematica. Diverse rilevazioni nazionali e internazionali confermano che, a differenza di quanto accade per la musica, da tutti sempre bene accetta e senza pregiudizi fin dalla più tenera età, la matematica risulta di solito piuttosto ostica, e diciamo pure spesse volte quasi istintivamente “antipatica” alla maggior parte degli studenti, salvo pochi eletti che hanno il dono naturale di capirla e apprezzarla. Questo problema riveste grande importanza per gli studenti e per gli insegnanti della materia, i quali devono ricercare le più efficaci metodologie di approccio alla matematica, allo scopo di riuscire a catturare l’interesse dei loro allievi sfatando i tanti pregiudizi che molti purtroppo hanno verso questa disciplina fondamentale. Un mestiere indubbiamente difficile quello dell’insegnante, che Sigmund Freud, nel suo libro Analisi terminabile ed interminabile del 1937, definì provocatoriamente come “una professione impossibile”. Le metodologie di insegnamento-apprendimento della matematica sono molteplici. In questa tesi si cercherà di analizzare una metodologia poco conosciuta ma sorprendentemente interessante ed efficace per migliorare l’approccio e la comprensione da parte degli studenti riguardo a questa difficile materia che ha non poche affinità con la musica: queste affinità trovano la loro conferma e la loro sintesi in Albert Einstein. Questo studio si propone quindi di mostrare come la musica, con la quale in genere abbiamo tutti un rapporto immediato e confidenziale, possa non solo servire per godere di momenti di svago e di felicità, ma addirittura rivelarsi un piacevole e valido strumento per facilitare l’apprendimento della matematica da parte dei giovani allievi, i quali saranno così stimolati a familiarizzare con essa, e di ciò si avvantaggeranno.
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Bonfiglio, Carmela <1994&gt. "Lexical Approach: un repertorio di attività didattiche dell’inglese nella Scuola Secondaria di Primo Grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16552.

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Abstract:
Il presente elaborato si focalizza sull’analisi e sull’utilizzo dell’approccio lessicale nell’apprendimento della lingua inglese, incentrandosi sulle relazioni che esso ha a livello neurolinguistico con i processi di memorizzazione e con i meccanismi che ne regolano le emozioni. I principi su cui si fonda tale approccio si connettono infatti a tali meccanismi che pongono al centro l’acquisizione del lessico in cui si concentrano i maggiori centri del significato. Per questa ragione, verrà posto in esame il ruolo dello studente, considerato come una parte attiva nell’apprendimento e non più passiva, in un percorso di autoconsapevolezza linguistica divenendo cosciente del ruolo pragmatico della lingua. Anche il ruolo dell’insegnante compie delle trasformazioni, esso infatti osserva l’insieme classe e crea le fondamenta perché l’apprendimento linguistico avvenga. Il ruolo dello studente e quello dell’insegnante sono aspetti che verranno indagati anche dal punto di vista della complessità del compito. Nello specifico, verranno illustrati quali sono gli aspetti che favoriscono l’apprendimento, tenendo in mente i principi su cui si basa l’approccio lessicale e analizzandone le varie relazioni tra essi. Per questi motivi, seguiranno delle esercitazioni basate sull’approccio lessicale che mirano ad approfondire le relazioni nel lessico della lingua inglese e la loro connessione con i processi di memorizzazione.
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Vagni, Rachele. "Vizi concettuali e didattici nei libri di testo per la scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/4433/.

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8

Ribisi, Jessica. "Nuove tecnologie per una didattica inclusiva - Analisi di un'esperienza all'interno di una scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14129/.

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Abstract:
Il seguente elaborato ha lo scopo di mostrare in che modo gli strumenti tecnologici possono essere messi al servizio di una didattica inclusiva, in ambito matematico, pronta a rispondere alle richieste della società contemporanea. Il testo parte con un'analisi generale della situazione attuale nel mondo dell'educazione approfondendo la normativa scolastica in vigore e giunge all'elaborazione di un'unità didattica sui solidi di rotazione, passando attraverso la testimonianza di un'esperienza svolta in una scuola secondaria di primo grado.
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Galli, Samantha. "Discalculia e calcolo mentale: l'esperienza didattica in una scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7065/.

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Abstract:
Nella tesi si illustra la discalculia, cioè un disturbo che interessa la sfera del calcolo e delle abilità matematiche. Segue una parte di ricerca in classe sul calcolo mentale, in cui è stato programmato un intervento didattico al fine di favorire il ragionamento e poi, tramite l’esercizio, consentire l’automatizzazione delle procedure risolutive.
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Trevisan, Licia <1996&gt. "Educazione letteraria ed educazione civica: proposte per la scuola secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21752.

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Abstract:
L’obiettivo di questa tesi è quello di offrire spunti per l’attualizzazione di testi della letteratura italiana, previsti nell' insegnamento dell’italiano nella scuola secondaria, tenendo presente il nuovo approccio didattico “per competenze” e le recenti teorie sull'educazione letteraria che pongono al centro lo studente-lettore. Per farlo viene affrontato un argomento molto recente, che sta rappresentando una sfida per la scuola italiana: l’introduzione nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dell’insegnamento dell’educazione civica. In base alle recenti normative del 2019, infatti, l’educazione civica è diventata materia obbligatoria, disciplina autonoma e trasversale. Il presente elaborato propone alcuni collegamenti possibili tra temi di attualità e cittadinanza e testi della letteratura italiana in modo da adempiere, da un lato, all’esigenza di insegnare ai ragazzi l’educazione civica, dall’altro, alla necessità di rinnovamento dell'insegnamento della letteratura. Seguendo le Indicazioni Nazionali per la scuola secondaria di primo grado e le linee-guida del MIUR, vengono offerti degli spunti di percorsi letterari. Infine, viene presentata come esempio pratico un’Unità d’Apprendimento completa.
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Balboni, Chiara. "Vedere oltre le figure. Un'esperienza didattica di geometria dinamica in una scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15903/.

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Abstract:
A metà del '900 Emma Castelnuovo rovescia le consuetudini di insegnamento fino ad allora diffuse, proponendo una matematica che parte dall'osservazione e dalla manipolazione di oggetti reali per poi arrivare alla formalizzazione e all'astrazione proprie della matematica. Dal concreto per arrivare all'astratto in quattro parole: “Vedere oltre le figure". Il metodo da lei proposto è ben lontano da un sistema trasmissivo della conoscenza, ma pone le sue fondamenta sulla costruzione, sulla discussione e sulla scoperta. Lo studente è al centro di questo processo e viene guidato a costruire il proprio sapere dandogli un senso. La Castelnuovo anticipa così, di una cinquantina d'anni, le nuove tendenze didattiche e le richieste attuali del Ministero della Pubblica Istruzione. Nel tentativo di proporre una matematica di tipo non procedurale e libera da tecnicismi, è stato realizzato un laboratorio di geometria con due classi di una scuola secondaria di primo grado che si ispira fortemente alle idee di Emma Castelnuovo. In questa tesi, dopo un inquadramento storico-culturale, viene riportato un resoconto dell'attività svolta e delle motivazioni che hanno portato a certe scelte didattiche. Al progetto è stato dato il nome laboratorio proprio ad indicare una metodologia didattica in cui il mettersi alla prova, l'osservare, il costruire, l'esercitare lo spirito critico erano elementi fondamentali. Si è cercato di creare un clima di ascolto e dialogo in cui ci fosse spazio per l'errore e per soluzioni alternative, in modo da creare coesione nella classe e coinvolgere tutti gli alunni, seppur di livelli differenti. Durante il progetto sono state trattate le proprietà dei quadrilateri e le aree di figure piane attraverso l'uso di modellini dinamici costruiti dagli studenti e l'utilizzo del geopiano.
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Frisoni, Elisa. "Geometria euclidea e non euclidea - Esperienze nella scuola secondaria di primo grado: la sfera di Lenart." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/1230/.

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Vianello, Alessandro <1978&gt. "La contumacia nel processo civile - recenti sviluppi in tema di contumacia nel processo civile di primo grado." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1503/1/vianello_alessandro_tesi.pdf.

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Vianello, Alessandro <1978&gt. "La contumacia nel processo civile - recenti sviluppi in tema di contumacia nel processo civile di primo grado." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1503/.

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Antonaci, Claudia <1994&gt. "Valutazione delle abilità linguistiche di uno studente albanese della scuola secondaria di primo grado con italiano L2." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15834.

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Abstract:
Questo elaborato analizza la competenza linguistica in italiano L2 di uno studente kosovaro di 12 anni recentemente arrivato in Italia. Obiettivo dello studio è il monitoraggio del suo percorso di acquisizione durante il primo anno di esposizione alla lingua e l’osservazione della capacità di produrre e comprendere alcune strutture sintattiche complesse dell’italiano derivate da movimento. Lo studente è stato sottoposto a test mirati in tre diverse fasi di valutazione, a distanza di due mesi l’una dall’altra. I dati sono stati raccolti tramite il TROG-2 e test di comprensione e produzione di frasi passive (Verin, 2010) e frasi relative (Volpato, 2010), il test di produzione di strutture con pronomi clitici (Arosio et. Al, 2014), frasi interrogative (Guasti et al., 2012) e frasi relative complesse (Piccoli, 2017), e il test di ripetizione di frasi complesse (Del Puppo, 2016). Inoltre, è stata valutata l’abilità di produzione orale e scritta, attraverso il Frog Story Test (Mayer, 1969) e prove spontanee e semispontanee. I risultati dei test hanno dimostrato una crescita rapida, un insolito miglioramento della capacità sintattica, pragmatica, morfologica e lessicale in italiano avvenuto in pochissimo tempo. È bastato un anno, infatti, perché lo studente raggiungesse una competenza molto simile a quella nativa, confermando gli studi precedenti sull’acquisizione L1 e L2 e il fatto che, in particolari circostanze ambientali e cognitive, sia possibile appropriarsi facilmente di una nuova lingua.
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Anelli, Beatrice. "Laboratorio permanente di educazione alla lettura: una ricerca-azione nella scuola primaria e secondaria di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2019. http://hdl.handle.net/11577/3427322.

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Abstract:
L’oggetto della ricerca è stata la realizzazione, in ottica partecipante, di un laboratorio permanente di educazione alla lettura all’interno di scuole primarie e secondarie di primo grado. Lo scopo prefissato è stato quello di portare un’innovazione metodologica e didattica riguardo l’educazione alla lettura attraverso una forma di apprendimento semistrutturato che ha coinvolto insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Tale scopo si è suddiviso in tre obiettivi principali: progettare e attuare un percorso di formazione per insegnanti in servizio, volto a sviluppare competenze in merito a metodologie, strategie, tecniche e strumenti per l’educazione del lettore motivato e competente nell’ambito della progettazione curricolare; costituire una comunità di pratica professionale per la formazione continua, l’autoformazione, lo scambio e condivisione di risorse didattiche specifiche in un’ottica di progettazione partecipata; costruire un ambiente di apprendimento integrato dove connettere pratiche, processi, risorse di lettura a indicatori di Digital Literacy (Ala-Mutka, 2011), mediante l’integrazione di ICT e strumenti 2.0 combinando hard e soft skills. La ricerca, che ha avuto la forma della ricerca azione con metodi misti, in ottica di progettazione partecipata, ha sviluppato l’idea di un supporto a lungo termine all’interno delle scuole per permettere alle docenti di avere un riferimento continuo circa l’educazione alla lettura e gli aspetti correlati. La scelta del supporto più adatto si è diramata su tre piani: formazione insegnanti, progetti di lettura in aula e ambiente digitale di condivisione materiale, e ha avuto la forma del laboratorio (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). La ricerca ha avuto come risultati attesi poi raggiunti: un maggior utilizzo del libro non di testo, una maggior consapevolezza delle potenzialità dell’oggetto libro e un aumento delle attività di educazione alla lettura. Problematiche invece si sono rilevate circa l’attesa di una condivisione di materiale (online).
The object of the research was the realization, in a participant perspective, of a permanent reading education laboratory in primary and secondary schools. The aim was to bring a methodological and didactic innovation regarding reading education, through a semistructured form of learning that involved teachers first and foremost. This goal has been divided into three main objectives: to design and implement a training course for in-service teachers, aimed at developing skills in methodologies, strategies, techniques and tools for motivated and competent reader education in the field of design curriculum; establish a community of professional practice for continuous training, self-training, exchange and sharing of specific teaching resources from a participatory planning perspective; to build an integrated learning environment where to connect practices, processes, reading resources to Digital Literacy indicators (Ala-Mutka, 2011), through the integration of ICT and 2.0 tools combining hard and soft skills. The protagonists of this research, which took the form of action research with mixed methods, were the teachers. In terms of participatory planning, the idea of long-term support within schools has been developed to allow teachers to have a continuous reference about reading education and related aspects. The choice of the most suitable support has branched out on three levels: teacher training, classroom reading projects and digital sharing environment, and took the form of the laboratory (De Bartolomeis, 1978; Travaglini, 2009; Frabboni, 2005; Lanfranconi Betti, 2005). The research had as expected results then achieved: a greater use of the non-text book, a greater awareness of the potential of the book object and an increase in reading education activities. Problems, on the other hand, have been detected regarding the expectation of sharing material (online).
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ODDONE, FRANCESCA. "Percezione di autoefficacia e innovazione scolastica: un modello di formazione professionale per i docenti della scuola secondaria di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/929540.

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Cicchinelli, Giulia. "Interpretare per i minorenni: osservazioni su un'esperienza con alunni della scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15516/.

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Abstract:
This dissertation focuses on the peculiarities of interpreting for children described in the literature and on the need for a specific training for interpreters and other professionals who work in this field, emphasizing the importance of collaboration among experts in the best interest of the child. The study describes four interpreter-mediated interviews with children aged 11 and 12. Each interview involves an Italian-speaking child, a professional interpreter and a German interviewer who tries to gather information about the events featuring in a video showing a mugging and watched by the four children before the interview. The interpreter’s strategies and approach were explored, together with children’s participation to the interaction. The analysis shows that the interpreter, who was not used to working with children, was able to manage the turn-taking system and to give coherence and cohesion to fragmented and incoherent turns uttered by the children. In terms of information transfer, the four interviews had a positive outcome since the interviewer got a report which was similar to the actual events shown in the video. From an interactional point of view, though, many of the rapport-building strategies used by the interviewer (repetition of the child’s name, backchannels, greetings and expressions of gratitude) were not reproduced by the interpreter in his translation. The analysis of these four interpreter-mediated interviews with children highlights that specific training to work with children would be beneficial to all participants in the interaction. In particular the interpreter should be made aware of the pragmatic and interactional consequences of her/his interpreting decisions and should be encouraged to cooperate with the person who conducts the interview so that the best interest of the child is pursued. Since our sample is relatively small and homogeneous, our findings should be further explored and expanded using more extensive and diverse data.
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Formiconi, Francesca <1994&gt. "Canzoni e apprendimento linguistico alla scuola secondaria di primo grado: aspetti neuroscientifici e proposte operative." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14938.

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Abstract:
Centrale in questo elaborato è l'utilità della canzone nell'apprendimento linguistico alla scuola secondaria di primo grado. Esso analizzerà gli aspetti neuroscientifici dell'apprendimento linguistico, traendone le conseguenze in chiave glottodidattica, proponendo un modello di didattizzazione di una canzone presentata in classe.
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Marchegiani, Gaia <1995&gt. "Valutazione della ripetizione e della produzione elicitata di strutture sintattiche complesse in studenti della scuola secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17358.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi consiste in una valutazione della competenza linguistica in strutture sintattiche complesse di studenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, con particolare attenzione rivolta all’analisi delle strategie utilizzate nell’interpretare e nel produrre tali strutture. I soggetti di questa valutazione sono 84 studenti frequentanti la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “E. Mestica” di Cingoli (MC), così suddivisi: 21 soggetti della classe prima, 41 soggetti della classe seconda e 22 soggetti della classe terza. Tra questi vi sono 64 studenti a sviluppo tipico, 10 bilingui (di cui uno con DSA diagnosticato), 1 DSA diagnosticato, 7 DSA sospetto e 2 DSL sospetto. A tutti i soggetti sono stati somministrati due test: un test di produzione elicitata di frasi relative complesse (Piccoli, 2017, adattamento di Mulas, 2000) e un test di ripetizione (Del Puppo et al., 2016). I test indagano la competenza linguistica per strutture sintattiche soggette a movimento: frasi relative, frasi relative complesse, frasi scisse, frasi interrogative e frasi con dislocazione a sinistra.
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Dianin, Giorgia <1992&gt. "Il Cooperative Learning nell'insegnamento e apprendimento di una lingua straniera. Intervento nella classe di tedesco LS nella scuola secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12299.

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Abstract:
Il Cooperative Learning rispecchia una metodologia didattica basata sulla variabile significativa della cooperazione tra studenti, che consta quindi nell’applicazione di particolari tecniche di cooperazione nell’apprendimento in classe. Le sue caratteristiche più peculiari ruotano attorno all’idea che lavorare insieme (in gruppo) possa portare più benefici che lavorare individualmente e competitivamente. Il gruppo cooperativo, basandosi su caratteristiche come interdipendenza, promozione faccia a faccia, eterogeneità e responsabilità individuale, rende ogni membro fondamentale per l’esecuzione di un compito. Proposto in una classe multiculturale e multilivello, caratteristiche della scuola di oggi, il Cooperative Learning può proporsi come valido mezzo per migliorare il clima sociale della classe e l’apprendimento degli alunni. L’intervento didattico nella scuola secondaria di primo grado mira a verificare se ciò si realizza, proponendo un approccio cooperativo alla classe di tedesco LS.
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Calisti, Sara. "Studio multi-metodologico e multi-prospettico sulla traduzione delle sentenze civili di primo grado: proposta di traduzione dall’italiano al tedesco." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/22823/.

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Abstract:
Il presente elaborato mira a dimostrare l’utilità di un approccio di ricerca multi-metodologico e multi-prospettico come strumento di preparazione allo svolgimento di uno specifico compito di traduzione in ambito giuridico. In questo caso, esso è stato applicato alla traduzione verso il tedesco di una sentenza civile di primo grado. L’indagine svolta è basata sulla triangolazione di molteplici procedure di ricerca: il metodo del diritto comparato, l’analisi del genere testuale e dei fattori intra- ed extratestuali della traduzione; il genere testuale è stato a sua volta studiato combinando più di un metodo: l’analisi dei corpora, la move and step structure analysis e l’analisi testuale. La presente indagine è inoltre multi-prospettica in quanto interessa diverse dimensioni della traduzione giuridica (il contesto di produzione e accoglienza e il prodotto) e dell’uso del linguaggio (retorica, pragmatica, sintattica e semantica). Lo studio della materia trattata, del genere testuale e dei fattori sopra menzionati consente di acquisire le competenze teoriche e linguistiche necessarie per affrontare la complessità della traduzione della sentenza selezionata. Il corpo centrale del presente elaborato è suddiviso in cinque capitoli. Il primo fornisce una panoramica generale della traduzione giuridica e dello studio sul quadro di ricerca multi-metodologico e multi-prospettico, a cui si è ispirata l’indagine svolta. Nel secondo si confronta la disciplina della locazione e del processo civile (le materie centrali del testo di partenza) nell’ordinamento italiano e tedesco secondo il metodo del diritto comparato. Nel terzo viene svolta l’analisi del genere testuale delle sentenze civili italiane e tedesche. Nel quarto si inquadra il testo di partenza in un contesto culturale e situazionale a partire dai fattori intra- ed extratestuali della traduzione giuridica. Infine, nel quinto vengono commentate le decisioni prese durante la traduzione.
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Bruno, Nicole <1995&gt. "I pronomi clitici in contesti semplici e a ristrutturazione: analisi di gruppo di bambini DSA della scuola primaria e secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/16091.

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Abstract:
Il presente lavoro di tesi indaga la competenza di bambini monolingui italiani con e senza diagnosi di disturbo dell’apprendimento attraverso un test di ripetizione di frasi a ristrutturazione e un test per l’elicitazione dei pronomi clitici oggetto diretto e indiretto. I dati sono stati ricavati da 10 bambini tra i 10 e i 15 anni con diagnosi di DSA e sono stati confrontati inizialmente con quelli di bambini a sviluppo tipico con pari età anagrafica e poi con il gruppo DSA ripreso dal lavoro di Cerutti (2018), con età anagrafica inferiore. Ai partecipanti sono stati somministrati due test: il primo di produzione elicitata, mentre il secondo di ripetizione di frasi a ristrutturazione. Il test di produzione elicitata testa pronomi clitici oggetto diretto e indiretto, di terza persona singolare, maschili e femminili con il fine di comprendere se vi siano delle differenze tra le strategie di risposta utilizzate dai due gruppi, e se la differenza di caso influisca sull'accuratezza delle risposte. Il test di ripetizione invece ha lo scopo di determinare se vi sia una posizione preferita riguardo alla produzione dei pronomi clitici (proclitica o enclitica), se l’accuratezza dipenda dal caso o dalla persona, focalizzandosi sull’errore che è stato prodotto maggiormente, ovvero lo spostamento del pronome clitico. I risultati ricavati dai test proposti saranno infine confrontati con quelli dello studio effettuato su bambini più piccoli, affetti da DSA, da parte di Cerutti (2018), al fine di comprendere se l'età anagrafica possa essere un fattore di influenza sulla correttezza dell'uso dei pronomi clitici oggetto diretto e indiretto da parte di soggetti DSA.
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Di, Tonno Sara <1992&gt. "Valutazione delle abilità fonologiche, morfosintattiche e sintattiche di studenti con DSA e con BES frequentanti la scuola secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12242.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è valutare le abilità linguistiche generali e le competenze fonologiche, morfosintattiche e sintattiche di un gruppo di nove studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (11-13 anni) e di un gruppo di otto studenti con bisogni educativi speciali (11-14 anni) frequentanti la scuola secondaria di primo grado. La loro performance è stata confrontata con quella di due gruppi di controllo, uno composto da diciassette studenti di uguale età anagrafica (11-13 anni) e uno da diciassette adulti (20-27 anni), al fine di determinare se e in che modo le abilità dei gruppi sperimentali si differenziassero da quelle dei gruppi di controllo. Ai partecipanti sono stati somministrati i seguenti test: ripetizione di non-parole (Marini et al. 2014), produzione di frasi interrogative (Guasti, Branchini e Arosio 2012), produzione di pronomi clitici (Arosio et al. 2014), produzione di frasi passive e relative (Del Puppo, Pivi e Cardinaletti 2011), comprensione di frasi passive (Verin 2010) e relative (Volpato 2010). Nel complesso, nonostante nelle loro produzioni siano stati individuati strategie ed errori differenti, i gruppi sperimentali si sono comportati in modo simile in tutte le prove, distinguendosi dai gruppi di controllo. Differenze interessanti sono emerse anche dal confronto tra le performance dei due gruppi di controllo. I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli di altri studi che hanno indagato questi stessi aspetti linguistici e sono stati spiegati mediante diverse teorie all’interno del quadro della grammatica generativa.
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GALLI, ANGELICA. "Ruolo dei PUFA OMEGA-3 nella regolazione della funzione endoteliale in parenti di primo grado di pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2." Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2007. http://hdl.handle.net/2108/377.

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Abstract:
Obiettivi: La disfunzione endoteliale è il meccanismo iniziale nella patogenesi dell’aterosclerosi. Costituisce una delle alterazioni vascolari presenti in soggetti apparentemente sani parenti di primo grado di pazienti affetti da Diabete Mellito Tipo 2 (FDR). Gli acidi grassi polinsaturi n-3 (PUFA n-3), come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), hanno un’ampia serie di proprietà antinfiammatorie. Noi abbiamo voluto testare l’ipotesi che la somministrazione di PUFA n-3 potesse migliorare la funzione endoteliale in soggetti FDR, ad elevato rischio di sviluppare precocemente aterosclerosi. DISEGNO DELLO STUDIO E METODI: Abbiamo condotto uno studio monocentrico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli. Sono stati inclusi 70 soggetti (età 30.5 ± 5.2 anni, 30 donne e 40 uomini) con un parente di primo grado affetto da Diabete di Tipo 2. I soggetti sono stati assegnati per randomizzazione ad assumere placebo (n = 34) o PUFA n-3 (n= 36) per 12 settimane. La funzione endoteliale è stata esaminata attraverso la tecnica del brachial artery reactivity test (BART) misurando la dilatazione flusso-mediata (FMD). Peso, BMI, pressione sisto-diastolica, e parametri di laboratorio (profilo lipidico, glicemia, insulinemia e C-peptide a digiuno, TNF-α, adiponectina, hs-PCR) sono stati misurati prima e dopo il trattamento. All’inizio dello studio, ciascun soggetto è stato sottoposto a una curva da carico orale di glucosio (OGTT). RISULTATI: Dopo OGTT abbiamo identificato 53 soggetti normoglicmici (NGT) e 17 soggetti con alterata tolleranza ai carboidrati (IGT). Al baseline i soggetti IGT presentavano un’età maggiore, un livello significativamente più alto di BMI, trigliceridi ed insulinemia a digiuno, un aumento dell’insulino-resistenza, e una funzione endoteliale peggiore rispetto ai soggetti NGT. Dopo trattamento, il braccio placebo, non ha mostrato significative modificazioni dei parametri valutati rispetto alle misurazioni basali; viceversa, il gruppo PUFA n-3 ha mostrato livelli significativamente ridotti di trigliceridi e TNF-α, un aumento dell’adiponectina circolante e un significativo miglioramento della funzione endoteliale. Il cambiamento dei livelli di TNF-α emergeva come unico e significativo predittore indipendente dell’aumento della FMD. CONCLUSIONI: La somministrazione di PUFA n-3 in soggetti NGT ed IGT parenti di primo grado di pazienti affetti da Diabete Mellito Tipo 2 determina un miglioramento della funzione endoteliale che si accompagna ad una diminuzione dei livelli circolanti TNF-α.
Objective: Endothelial dysfunction is the early and fundamental step in the pathogenesis of atherosclerosis. It has been indicated as one of the precocious vascular abnormalities in apparently healthy first-degree relatives of type 2 diabetic patients.(FDR). N-3 polyunsaturated fatty acids (PUFA n-3), such as eicosapentaenoic acid (EPA) and docosahexaenoico acid (DHA), have a wide range of anti-inflammatory properties. The aim of this study is that a supplementation of n3-PUFA might be effective to improve the endothelial dysfunction in FDR subjects at higher risk of developing atherosclerosis. RESEARCH DESIGN AND METHODS: We carried out a randomized, controlled with placebo, double blind, parallel-groups clinical trial. The study included 70 subjects (age 30.5 ± 5.2 years, 30 women e 40 men), all first-degree relatives of type 2 diabetic patients. The subjects were randomly assigned to assume placebo (n = 34) or n-3 PUFA (n= 36) for 12 weeks. Endothelial function was assessed by brachial artery reactivity test (BART), measuring the flow-mediated dilatation (FMD). Weight, BMI, systolic and diastolic blood pressure, and laboratory parameters (lipid profile, fasting plasma glucose, insulin, and C-peptide, TNF-α, adiponectin, hs-PCR) were assessed at baseline and after treatment. At the beginning of the study, each subject underwent a standard oral glucose tolerance test (OGTT). RESULTS: Upon OGTT we identified 53 normoglycemic subjects (NGT) and 17 subjects with impaired glucose tolerance (IGT). At baseline, the subjects IGT were older and presented significant higher levels of BMI, triglycerides, and fasting insulin, as well an increased insulin resistance, and a worse endothelial function, compared with NGT individuals. After treatment, we found only little if any change in metabolic and biomarkers levels of the participants of the placebo group (NGT and IGT); on the contrary, the n-3 PUFA group showed some difference respect to the baseline characteristics: the triglycerides and the TNF-α levels were significantly decrease, the adiponectin was increase, and the endothelial function showed a significant improvement. The changing of TNF-α levels emerged as the unique independent and significant predictor of the improvement of the FMD after the period of assumption of n-3 PUFA. CONCLUSIONS: We concluded that the N-3 PUFA oral supplementation is associated with an improvement of endothelial function via decreasing TNF-alpha in NGT and IGT subjects offspring of patients with Type 2 Diabetes.
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Belli, Annachiara <1988&gt. "TEACHING MUSIC IN ENGLISH a CLIL experiment and a curriculum review for the scuola secondaria di primo grado." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14941.

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Abstract:
In this work I want to explore the potential of the music class in the scuola media as a tool for the improvement of the use of English (L2) as vehicular language. Music and language are strongly related systems of communication, that can be trained simultaneously. They both have sounds, they use symbols and they share cultural and emotional implications. Music is recognized as a pre-verbal code, that prepares the ear of the infant for the perception of sounds that will later become language sounds. Moreover music is part of teenagers' life and for this reason it is percieved less strict then the others school subjects. It is therefore important to take advantage of the two hours of Music, that are compulsory in the scuola media, to develop not only musical skills, but also language skills. In this sense music class becomes a ductile subject with a manifold potential and the syllabus should be organized from this perspective. Not only L2 can be improved, but also L3, in my case German. In the first part of this thesis I will analize the correlation between music and language from a theoretical point of view. Than I will explane the meaning og CLIL and its possible application in the scuola media. It will follow an experiment held in a local school: a CLIL project made of 8 music lessons in English and part of one lesson in German
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Ferraro, Gilberto. "La percezione di competenza degli insegnanti nell'azione didattica per lo sviluppo delle abilità di studio. Ricerca empirica con insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424136.

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Abstract:
This research aimed firstly at exploring teachers’ beliefs about teaching and learning study skills, as well as the teaching practices related to such beliefs and claimed by teachers. For this purpose two 40-item questionnaires were created and administered to more than 150 primary and secondary school teachers. Items in the first questionnaire were based on 4-point Likert scale (from “not true at all” to “really true”) and explored beliefs about discipline, best teaching practices for study skills, theories of mind and intelligence, study strategies and approaches. The second questionnaire was focused on frequency of teaching practices for study skills, with answers ranging from “never” to “always”. Secondly the research presented here was conducted to investigate the effectiveness of a training aimed at improving teaching practices for study skills. For a long time study skills have been regarded to as the combination of intelligence or will, while teaching has been mainly devoted to disciplinary content. Since the 80s many promising studies have highlighted the effectiveness of instructional practices based on metacognitive strategies, self-regulation and motivation in teaching study skills. Therefore an intervention about teaching practices for primary and junior high school teachers was developed. The training was attended by 35 voluntary. Results of descriptive and inferential analyses are reported and discussed in the present dissertation, whose final chapters are focused on pedagogical implications and further research developments
La presente ricerca si pone come primo obiettivo quello di verificare le credenze degli insegnanti in merito ai processi di insegnamento-apprendimento delle abilità di studio e di esplorare quali pratiche didattiche vengano messe in atto in relazione a tali convinzioni. A tale scopo è stato costruito un questionario composto di due sezioni: la prima di 40 item sulle credenze con scala Likert a 4 punti (per niente vero, poco vero, abbastanza vero, molto vero). Le credenze indagate riguardano le convinzioni sulle discipline, sulle migliori pratiche per insegnare a studiare, sull’importanza dei contenuti rispetto alle strategie, sulle pratiche di organizzazione di una lezione per lo studio, in merito alle teorie sull’intelligenza, sull’approccio allo studio (atteggiamenti), sulle strategie per studiare. La seconda sezione del questionario è composta di 40 item sulla frequenza delle pratiche di insegnamento delle abilità di studio, con scala Likert a 4 punti (mai, qualche volta, spesso, sempre). Le dimensioni indagate riguardano le pratiche sulla disciplina e sul curricolo, quelle per insegnare a studiare e per sviluppare atteggiamenti per lo studio e l’apprendimento. Tale strumento è stato somministrato a più di 150 insegnanti di scuola primaria e secondaria di primo grado. Il secondo obiettivo che si è inteso raggiungere attraverso la presente indagine è la verifica dell’efficacia di un training per migliorare le pratiche relative all’insegnamento delle abilità di studio. Per molto tempo le abilità di studio sono state ritenute il risultato della combinazione di intelligenza o di volontà, mentre l’insegnamento era rivolto soprattutto ai contenuti disciplinari dello studio. Dagli anni ‘80 è nato un settore di studi molto fertile che dimostra quanto sia efficace insegnare le abilità di studio attraverso strategie metacognitive, di autoregolazione e motivazione. Pertanto è stato progettato un intervento di formazione rivolto a un gruppo di 35 insegnanti volontari. Nel presente lavoro di tesi vengono riportati e discussi i risultati delle analisi descrittive e inferenziali, nonché le implicazioni pedagogiche e didattiche e i possibili sviluppi futuri per la formazione e la ricerca
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/1/Mosleh_LinaHasanMahmoud_Tesi.pdf.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Mosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978&gt. "La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana." Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/6917/.

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Abstract:
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.
This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture. The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks. The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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Frigo, Monica. "Il ruolo della scuola e dell'insegnamento nella motivazione ad apprendere e nella responsabilità sociale e morale degli alunni: credenze di insegnanti di scuola secondaria di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421540.

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Abstract:
The research investigates teachers’ beliefs about teaching, classroom management and school climate, in relation with beliefs about students’ learning, motivation and moral and social behaviour. In order to survey teachers’ beliefs on the areas mentioned above, four instruments were developed: the Classroom Educational Management Beliefs Inventory (CEMBI), that measures the beliefs on classroom management; the Learning and Motivation Beliefs Inventory (LeMBI), that assesses the beliefs on students’ motivation and learning; the Classroom Moral Behaviour Inventory (CMBI), that pertains to beliefs on students’ moral behaviour; and the School Climate Inventory – lower Secondary School (SCI-lss), that concerns beliefs on school climate. The research involved 157 teachers from 8 lower secondary schools covering all the different school subjects. Many factorial structures emerged from the four instruments analyses. To understand in depth the factorial structure of questionnaires, a confirmatory factor analysis was conducted; moreover, to analyse the relationships among the obtained models, the method Structural Equations Models (SEM) was applied. The results suggest causal relationships between teachers’ beliefs on school climate and beliefs on classroom management strategies, school learning motivation and moral and social behaviour of students. Moreover, the results show an influence of classroom management beliefs on motivational beliefs. The implications with regard to issues related to teacher education are discussed.
La ricerca studia le credenze degli insegnanti sull'insegnamento, la gestione della classe e il clima di scuola, in relazione con le credenze sull'apprendimento, la motivazione e il comportamento morale e sociale degli studenti. Al fine di indagare le credenze degli insegnanti nelle aree indicate sono stati quindi messi appunto quattro strumenti: il Classroom Educational Management Beliefs Inventory (CEMBI) che indaga le credenze circa la gestione della classe; il Learning and Motivation Beliefs Inventory (LeMBI) relativo alle credenze circa la motivazione e l'apprendimento degli studenti; il Classroom Moral Behaviour Inventory (CMBI), concernente le credenze sui comportamenti morali degli studenti; infine, lo School Climate Inventory – lower Secondary School (SCI-lss) inerente alle credenze sul clima di scuola. La ricerca ha coinvolto 157 insegnanti appartenenti a 8 scuole secondarie di primo grado e relativi a tutte le diverse discipline scolastiche. Dalle analisi sono emerse diverse strutture fattoriali dei quattro strumenti. Per approfondire l’analisi sulla struttura fattoriale dei questionari è stata applicata l'analisi fattoriale confermativa; inoltre per analizzare le relazioni tra i modelli ottenuti è stato utilizzato il metodo Structural Equations Models (SEM). I risultati suggeriscono che vi sia una relazione di causalità tra le credenze degli insegnanti sul clima di scuola e le credenze sulle modalità di gestione della classe, sulla motivazione scolastica e sul comportamento morale e sociale degli studenti. Inoltre si rileva anche una influenza delle credenze sulla gestione della classe sulle credenze relative alla motivazione degli studenti. Sono discusse le implicazioni per quanto riguarda problematiche connesse alla formazione degli insegnanti.
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Stilo, Domenica. "Visualizzazione e concettualizzazione tra 2D e 3D. Un percorso didattico sulla geometria solida in una scuola secondaria di primo grado." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18813/.

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Abstract:
In questo elaborato si vuole riflettere sulla natura dei concetti e del ragionamento geometrico, puntando l’attenzione sulla abilità visuo-spaziali individuate dalla psicologia cognitiva e sulla teoria del Concetti Figurali di Fischbein. Quest’ultima si fonda sull’idea che le entità geometriche possiedono sia proprietà concettuali, astratte e generali che spaziali, dato che gli si fanno corrispondere immagini. L’integrazione delle proprietà concettuali e figurali in strutture mentali unitarie con la predominanza dei limiti concettuali rispetto a quelli figurali non rappresenta un processo naturale. Viene proposto dunque un itinerario didattico, attuato in buona parte in una seconda classe di una scuola secondaria di primo grado, progettato per studiare alcune competenze in ambito geometrico (visualizzazione e concettualizzazione) e finalizzato a promuovere la dialettica tra le due componenti, in modo da creare la giusta armonia. Si procede dunque ad analizzare le risposte date dagli studenti, ci si concentra sui lavori individuali e di gruppo che hanno scandito le lezioni e infine si riflette sui cambiamenti positivi derivanti dal lavoro svolto e sui suoi possibili limiti.
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LAZZARETTI, LETIZIA. "Scrivere bene e con piacere e stare meglio insieme. Un’indagine sugli effetti linguistici e trasversali di un progetto di educazione linguistica su quinte primarie e terze secondarie di primo grado." Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2022. http://hdl.handle.net/11380/1278100.

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Abstract:
La nascita della scrittura ha cambiato il modo in cui viviamo, fornendoci uno strumento per concretizzare il pensiero; trasferire in un supporto esterno ciò che c’è in memoria; dialogare e dibattere con chi condivide la nostra cultura e convenzioni. D’altra parte, scrivere non è compito semplice, specialmente per lo studente principiante: cognitivamente, perché richiede di saper gestire diversi processi e strategie; linguisticamente, perché è necessario utilizzare diverse strutture linguistiche per mantenere compattezza di superficie e assicurare continuità al testo; socialmente, perché necessita di un adeguamento ai destinatari. Se la scrittura è difficile per tutti gli apprendenti, lo è di più per gli alunni stranieri di prima o seconda generazione, la cui presenza è massiccia in numerose classi. Per questi motivi, il mondo della scuola si sta attivando con spinta sempre maggiore per rinnovare i propri metodi e proposte. Questa ricerca si concentra su una di queste proposte educative: il progetto Osservare l’interlingua. L’ambito d’intervento è l’educazione linguistica, con particolare attenzione alla scrittura. Il Progetto nasce nel 2007 con l’intento di promuovere una didattica attiva, inclusiva e rispettosa delle differenze, in modo tale che ognuno possa acquisire i mezzi necessari per comunicare efficacemente. Nei primi anni le attività si rivolgevano solo agli alunni multilingui, per favorire la loro inclusione sia linguistica che affettiva. Gli obiettivi didattici del Progetto si sono poi ampliati alle intere classi, in modo da proporre attività ancora più inclusive e partecipative. I percorsi didattici proposti, coniugando l’approccio dell’interlingua all’educazione linguistica con i principi del cooperative learning e del process writing, educano gli studenti a concepire la scrittura come un processo attivo e ingegnoso, ad acquisire più responsabilità verso il lavoro in classe e più dimestichezza nel comunicare con i compagni. Le finalità del Progetto non riguardano solo lo sviluppo linguistico, ma anche questioni trasversali all’apprendimento, come la creazione di atteggiamenti positivi e motivati verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e accogliente e buoni rapporti tra studenti. Dati gli obiettivi sia linguistici che trasversali del Progetto, il fine della presente ricerca è analizzare gli effetti che questo ha apportato su classi che lo hanno vissuto e sperimentato per un lungo periodo (dai tre ai cinque anni). Il campione è composto da classi sperimentali (cinque quinte primarie e due terze secondarie di primo grado) e di controllo (quattro quinte primarie e due terze secondarie di primo grado), per un totale di 226 studenti. I gruppi sono stati confrontati su tre aspetti: qualità della scrittura, atteggiamenti e motivazione verso la scrittura e benessere e compattezza del gruppo classe. Gli strumenti utilizzati sono: testi narrativi scritti dagli studenti, poi analizzati attraverso procedure olistiche e analitiche; questionari di autopercezione (tre su motivazione e scrittura e uno su benessere e appartenenza al gruppo classe); questionari sociometrici, poi analizzati tramite indici strutturali propri dell’Analisi delle Reti Sociali. Dato l’obiettivo di inclusione perseguito dal Progetto fin dai primi anni di attività, i dati sono stati analizzati in tre formati: gruppi interi, soli alunni multilingui (parlanti attivi di una o più lingue oltre l’italiano) e soli alunni monolingui (conoscono e utilizzano solo l’italiano). L’intenzione è osservare se i risultati raggiunti a classi intere si ripropongono anche nei due raggruppamenti separati, in particolare nei multilingui, e comprendere se la metodologia del Progetto è efficace nel ridurre le disuguaglianze e generare inclusione.
The emergence of writing has changed the way we live, providing a tool for structuring thinking; transferring what is in memory to an external medium; dialoguing and debating with those who share the same culture and conventions. On the other hand, writing is not a simple task, especially for the beginner student: cognitively, because it requires knowing how to manage several processes and strategies; linguistically, because it is necessary to use several linguistic structures to maintain surface compactness and to ensure text continuity; socially, because it needs to adapt to the recipients. If writing is difficult for all learners, it's even more so for first or second-generation foreigners, whose presence is massive in many schools. For these reasons, the school environment is renewing its methods and proposals with an ever-greater push. This research focuses on one of these educational proposals: the project Osservare l'interlingua (Observing interlanguage). The area of intervention is language education, with a particular focus on writing. The Project was born in 2007 to promote an active, inclusive, and difference-respectful education, so that everyone can acquire the necessary strategies to communicate effectively. In the early years, the Project's activities were aimed only at multilingual pupils, to encourage their linguistic and affective inclusion. Subsequently, the educational objectives were extended to entire classes, to propose even more inclusive and participatory activities. The proposed educational paths, combining the interlanguage approach to language teaching with the principles of cooperative learning and process writing, educate students to perceive writing as an active and ingenious process, to acquire responsibility towards classwork and more abilities in communicating with classmates. The Project not only aims to linguistic development but also refers to transversal objectives, such as the setting up of positive and motivated attitudes towards writing and the construction of a serene and welcoming class climate and good relationships between students. Given both Project’s linguistic and transversal objectives, this research aims to analyze the effects this has produced on classes that have experienced it over a long period (from three to five years). The sample includes experimental classes (five 5th grade and two 8th grade classes) and control classes (four 5th grade and two 8th grade classes), for a total of 226 students. The groups were compared on writing quality, attitudes and motivation towards writing, and class well-being and cohesion. The instruments used were narrative texts written by the students (analyzed through holistic and analytical procedures), four self-perception questionnaires (three on motivation and writing and one on class belonging and well-being), and a sociometric questionnaire (analyzed through structural indices of Social Network Analysis). Given that the Project promotes students' inclusion from its very beginning, the data were analyzed in three formats: whole groups, multilingual students only (active speakers of one or more languages besides Italian), and monolingual students only (Italian-only speakers). The intention is to observe whether the results achieved in entire classes reappear in the two separate subgroups, particularly the multilingual pupils, and to understand if the Project’s methodology is effective in reducing inequalities and generating inclusion.
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Licari, Francesca. "Il metodo MERLO per la didattica della matematica." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18217/.

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Abstract:
L'elaborato vuole esplorare le potenzialità del metodo MERLO nella didattica della matematica. Il metodo MERLO (Meaning Equivalence Reusable Learning Object) nasce negli anni novanta in Canada e solo da qualche anno è stato portato nel contesto italiano, principalmente grazie al Dipartimento di Matematica dell'Università di Torino. Questo metodo per incentivare l'apprendimento concettuale si basa sull'uso di schede con rappresentazioni multisemiotiche con lo scopo di evidenziare un Boundary Of Meaning (BOM) ossia un confine di significato. L'affermazione di cui si vuole indagare la conoscenza e le sue diverse rappresentazioni semiotiche rientrano nel BOM mentre rappresentazioni semiotiche simili ma con un significato diverso ne sono esclusi. Nell'elaborato sono stati analizzati quelli che sono i principali fattori che intervengono nell'apprendimento di un concetto. È stato poi esposto in cosa consiste il metodo MERLO e come è stato trasposto in Italia, per meglio capire le potenzialità e criticità nella sua applicazione è stata riportata una sperimentazione didattica in una classe terza di una scuola secondaria di primo grado. Per avere una visione completa dell'introduzione del MERLO nel contesto della didattica della matematica sono state intervistate alcune docenti che ne fanno uso nella propria didattica e è stato intervistato anche il Professor Kennet che ha collaborato con i creatori del metodo. Al termine dell'elaborato sono state indicate le criticità del metodo MERLO e le sue potenzialità.
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Berardinelli, Agnese. "Il senso del numero: uno studio sperimentale." Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8709/.

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Abstract:
Lo scopo di questo lavoro è costruire uno strumento per valutare il senso del numero negli studenti di due scuole secondarie di primo grado, l'una che predilige una didattica di stampo tradizionale, l'altra innovativa. Dopo aver descritto il senso del numero nelle quattro componenti cognitive e comportamentali individuate si analizzano i risultati dei suddetti studenti ad un test, composto da quesiti presi dalle valutazioni nazionali INVALSI ed internazionali TIMSS, i quali conducono ad osservare se e come una di queste ultime componenti è prevalente rispetto ad un'altra, e se il senso del numero può andare perso nel corso degli anni se si privilegia un approccio formale all'aritmetica piuttosto che la creazione di ambienti di apprendimento significativi che possano stimolare la creatività, la scoperta e la coproduzione di conoscenza.
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LUCCHESINI, FEDERICA. "Immagini del cambiamento: una ricerca-formazione sulle immagini della preadolescenza nella sua scuola." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77217.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca presentato ricostruisce l’apprendimento e la messa in opera di una metodologia di ricerca educativa situata, dialogica, interpretativa, relazionale, partecipativa in istituzione. La motivazione iniziale si riconduce alla constatazione dell’urgenza di un cambiamento nell’assetto istituzionale della scuola “media”. Innanzitutto si è voluta collegare tale questione pedagogica all’individuazione di una metodologia di ricerca educativa idiografica, situata e partecipativa che consentisse una rielaborazione critica della propria esperienza da parte di coloro che praticamente lavorano come educatori e formatori nella scuola. L’incontro con il pensiero e l’epistemologia pedagogica, critica e radicale, di Riccardo Massa e soprattutto con il suo libro Cambiare la scuola ha permesso di riconoscere nella proposta della Clinica della formazione un approccio alla ricerca situata in istituzione che unisse il rigore metodologico al rispetto delle istanze pedagogiche e politiche del cambiamento. Riconoscere il nesso tra come si pensa la scuola e come se ne parla; pensare la scuola come dispositivo pedagogico; interrogare le rappresentazioni delle docenti e le loro latenze attraverso un lavoro sul setting e il linguaggio sono possibilità offerte dalla proposta di ricerca e formazione messa a punto da Riccardo Massa e dalla sua scuola. Nella Parte I del lavoro si dà conto di un primo attraversamento di alcuni testi di Massa e della comprensione di concetti quali: competenza pedagogica; dispositivo pedagogico; materialità educativa; setting e mediazione pedagogica. La scuola media è sempre stata definita “scuola del preadolescente”: sulle immagini che si hanno del soggetto educativo in questa età della vita (sue qualità, possibilità, desideri e bisogni ) si è deciso di fare ricerca con un gruppo di docenti. Nella Parte II del lavoro si descrive il percorso di apprendimento e di comprensione della proposta di ricerca e di formazione che è stata messa a punto sotto il nome di Clinica della formazione nel corso degli anni Novanta. Contemporaneamente si illustra come si è pensato di declinare la proposta clinica nello specifico contesto e situazione di ricerca. Si descrivono la messa a punto del congegno euristico e la progettazione dell’allestimento del setting. Viene dato conto del quadro di riferimenti multidisciplinari contro il quale la ricercatrice ha potuto pensare gli oggetti di ricerca: le rappresentazioni delle docenti; l’età della vita detta preadolescenza; il grado di scuola specificatamente dedicato a essa. Il lavoro di tesi è sotterraneamente percorso da una rete di rimandi analogici tra due temi. La prima questione epistemologica è quella delle latenze delle rappresentazioni e la loro interrogazione in un’attività (auto)riflessiva interattiva e sociale. La seconda questione pedagogica è quella del discorso sulla preadolescenza come area della risignificazione: tempo in cui sarebbe (im)possibile rigiocarsi e ri-conoscere i termini delle proprie differenze e predeterminazioni sia individuali che sociali. Dunque scuola media come scuola di tutti, scuola della cittadinanza attiva in quanto luogo dell’elaborazione culturale delle differenze. Nella Parte III della tesi si racconta infine l’esperienza di ricerca sul campo. Dopo la preparazione, illustrata nelle parti I e II, si narra lo svolgimento della ricerca-formazione in una determinata scuola e con un determinato gruppo di docenti: la pratica trova nel racconto la sua teoria. Nel resoconto sono centrali sia il tema dell’interrogazione ermeneutica dei testi prodotti e usati nelle ricerche idiografiche sia il tema del riconoscimento delle immagini e delle nominazioni di questi riconoscimenti. Il lavoro presentato è in definitiva soprattutto il racconto di un apprendistato ai metodi della ricerca educativa di taglio clinico, sulla scorta di un’urgenza concreta di natura pedagogica.
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Ritucci, Raffaella. "Bambine e ragazzi bilingui nelle classi multietniche di Torino." Doctoral thesis, Humboldt-Universität zu Berlin, 2018. http://dx.doi.org/10.18452/19485.

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Abstract:
Das Schulregister des Kultusministeriums MIUR verzeichnet, dass mehr als jede/r zehnte aller Schüler/innen in Italien keine italienische Staatsbürgerschaft hat, obwohl sie mehrheitlich dort geboren wurden. Zahlreiche Erhebungen weisen für sie im Vergleich zu den italienischen Mitschülern/innen geringere Italienischkenntnisse und weniger schulischen Erfolg auf. Innerhalb dieser explorativen Feldforschung haben Einzelinterviews mit 121 Schülern/innen (5.-8. Klasse) in Turiner Schulen und mit 26 Eltern, sowie die Auswertung von 141 an 27 Italienisch- und Herkunftsprachlehrer/innen verteilten Fragebögen ergeben, dass viele Schüler/innen "zweisprachige Natives" sind, da sie mit Italienisch und einer anderen Sprache aufwachsen. Dieser Polyglottismus, den die Interviewten sehr positiv bewerteten, findet jedoch in der Schulpraxis keine Entsprechung: Gezielte Förderung im Italienischen und der Unterricht der Familiensprache sind meist Wunschdenken. In der Kohorte haben die Schüler/innen mit den besten Italienischkenntnissen einen italophonen Elternteil bzw. kamen im Vorschulalter nach Italien und besuchten dort den Kindergarten. Dagegen sind, wie auch bei den INVALSI-Tests, die in Italien geborenen und die dann die Krippe besuchten, leicht benachteiligt. Was die Familiensprache angeht, verbessert ihr Erlernen die Kompetenzen darin, ohne dem Italienischen zu schaden: Im Gegenteil. Diese Ergebnisse bestätigen die wichtige Rolle der "anderen" Sprache für einen gelungen Spracherwerb. Das MIUR sollte also sein Schulregister mit Sprachdaten ergänzen, um die Curricula im Sinn der EU-Vorgaben umzuschreiben und den sprachlich heterogenen Klassen gezielte Ressourcen und definierte Vorgehensweisen zur Verfügung zu stellen. Mit geringeren Mitteln, im Vergleich zu den jetzigen Kosten für Herunterstufung, Klassenwiederholung und Schulabbruch würde man Schulerfolg, Chancengerechtigkeit und Mehrsprachigkeit fördern, mit positiven Folgen für den Einzelnen sowie für die Volkswirtschaft.
The Italian Ministry of Education (MIUR) student register records that today in Italy more than one out of ten students is not an Italian citizen, although the majority of them were born there. Several statistical surveys indicate that "foreign" students, when compared to native students, show a poorer performance in Italian and in academic achievement. This exploratory fieldwork carried out in schools in Turin (5th to 8th grade) analyzed data obtained through semi-structured interviews with 121 students and 26 parents as well as 141 questionnaires filled in by 27 teachers of Italian and family language. It showed that many students are "bilingual natives", as they grow up acquiring both Italian and another language; however, despite the fact that the interviewees rate polyglottism positively, schools don't usually offer targeted support in either language. Within the cohort the broadest range of competences in Italian are found first among those with an Italian-speaking parent, then among those who arrived in Italy at pre-school age attending kindergarten there; this latter group shows higher competences than those born in Italy attending nursery there, as also in the INVALSI tests. As far as family language is concerned, data illustrate that its teaching increases its competences without affecting those in Italian: quite the opposite in fact. These results confirm the remarkable role played by the "other" language in successful language education. MIUR is therefore called upon to include also linguistic data in its student register, so as to redefine its curricula according to EU Guidelines, and to identify specific procedures and resources for multilingual classes. This new policy would reduce the current cost of placing students in a lower grade, grade retention and drop-outs, and would promote school success, equal opportunities and multilingualism, with positive consequences both for the individuals and for the national economy.
L'anagrafe studenti del MIUR registra come oggi in Italia più di uno studente su dieci non è cittadino italiano, pur essendo la maggioranza di loro nata in questo paese. Numerose indagini statistiche mostrano come gli allievi "stranieri" presentino, rispetto a quelli italiani, ridotte competenze in italiano e minore successo scolastico. Questa ricerca esplorativa svolta in alcune scuole di Torino (V elementare-III media) ha analizzato dati ottenuti tramite interviste semi-strutturate a 121 studenti e 26 genitori e 141 questionari compilati da 27 insegnanti di italiano e di lingua di famiglia. Da essa è emerso che molti studenti sono "nativi bilingui", poiché crescono usando l'italiano e un'altra lingua. Questo poliglottismo, valutato dagli intervistati assai positivamente, non si rispecchia però nella prassi scolastica: un supporto mirato in italiano e l'insegnamento della lingua di famiglia sono di regola una chimera. All'interno del campione le più ampie competenze in italiano si trovano fra chi ha un genitore italofono e chi è arrivato in Italia in età prescolare frequentandovi la scuola materna; come constatato anche nei test INVALSI, chi è nato in Italia e vi ha frequentato l'asilo nido è leggermente svantaggiato. Rispetto alla lingua di famiglia risulta che il suo studio porta a migliori competenze in essa, senza nuocere all'italiano: anzi. Emerge quindi il ruolo significativo della lingua "altra" per un'educazione linguistica efficace. L'invito al MIUR è quindi di integrare la propria anagrafe con dati linguistici, così da ridefinire i propri curricula secondo le Linee Guida Comunitarie, individuando procedure e risorse specifiche per le classi multilingui. Con un investimento ridotto, paragonato con il costo attuale dato da retrocessioni, ripetenze e abbandono scolastico, si riuscirebbe a sostenere il successo scolastico, le pari opportunità e il plurilinguismo, con conseguenze positive per i singoli e per l'economia nazionale.
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REALE, Maria Cristina. "Il tribunale di primo grado delle Comunita' Europee : un'analisi sociologico-giuridica." Doctoral thesis, 1998. http://hdl.handle.net/1814/4756.

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TOMBOLINI, GIORGIO. "Caratteri generali dell'inibitoria processuale e provvedimenti sull'esecuzione provvisoria della sentenza di primo grado." Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1365655.

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Abstract:
Il lavoro, dopo una prima parte introduttiva dedicata allla genesi storica dell'istituto, tratta i profili teorico - sistematici dell'inibitoria processuale, sforzandosi di analizzare i caratteri comuni a tutti i provvedimenti inibitori. Successivamente, viene analizzata la disciplina positiva dell'inibitoria della sentenza di primo grado, in una prospettiva critica dell'attuale panorama giurisprudenziale e dottrinale. L'ultimo capitolo, infine, si sofferma sull'opportunità di prevedere un controllo sui provvedimenti sull'esecuzione provvisoria resi dal giudice d'appello, esprimendo delle ulteriori criticità in relazione all'attuale quadro normativo.
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CASTELLANA, GIUSEPPINA. "Insegnare ad apprendere a leggere. Un modello di ricerca-formazione nella scuola secondaria di primo grado." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1043294.

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Abstract:
Lo studio si propone di descrivere un percorso longitudinale di ricerca-formazione svoltosi con docenti della scuola secondaria di primo grado. Obiettivo del progetto è stato il cercare di tradurre, all’interno di una relazione di compartecipazione tra le istituzioni partecipanti, un nuovo spazio di intervento e orientamento della ricerca che ha avuto come oggetto l’elaborazione di un piano di miglioramento sulla comprensione del testo scritto e la sperimentazione di un percorso di didattica basato sull’insegnamento delle strategie di lettura. Il campione dell’indagine è stato costituito da 18 classi prime appartenenti a tre istituti secondari di primo grado, per un totale di 359 studenti. I moduli sperimentali e il lavoro di ricerca formazione hanno coinvolto sei docenti di lettere e sei classi di un’unica istituzione scolastica. Le altre due istituzioni hanno svolto la funzione di gruppi di controllo. Gli esiti delle rilevazioni in uscita condotte dopo la sperimentazione in tutte le classi seconde e terze del campione hanno evidenziato risultati significativamente diversi tra i tre gruppi, con una crescita del gruppo sperimentale che si è mantenuta nell’arco di tutto il triennio. All'interno del percorso di ricerca è stato costruito e validato, su un campione di convenienza di 5362 studenti appartenenti a istituti secondari di primo grado delle province di Roma, Palermo e Parma, il primo questionario italiano che stima la padronanza delle strategie di lettura. Le aree indagate dallo strumento fanno capo a sei ambiti strategici riconosciuti efficaci da diversi studi internazionali. Per ogni ambito preso in esame, sono stati costruiti i moduli didattici che hanno costituito il nucleo del percorso di sperimentazione finalizzato al miglioramento dei livelli di lettura e comprensione.
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STANZIONE, IRENE. "Condizioni di benessere/disagio degli studenti della scuola secondaria di primo grado in relazione ad aspetti di contesto." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1317728.

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Abstract:
Questo lavoro di tesi si propone di inserirsi nel filone degli studi sul benessere e disagio in ambito scolastico, adottando una prospettiva di approfondimento degli aspetti di contesto, attraverso un approccio quali-quantitativo basato sulle analisi delle percezioni degli studenti e degli insegnanti. Per raggiungere questo scopo sono stati portati avanti due studi al fine di rendere la prospettiva di analisi il più ampia possibile. Il primo studio ha riguardato la validazione di uno strumento di misura che indagasse i fattori di benessere e disagio degli studenti nella scuola secondaria di primo grado. Questo questionario, intitolato “Come ti senti?” (CTS) è stato messo in relazione ad un ulteriore strumento di rilevazione delle percezioni del contesto scolastico, il questionario ECPQ (Educational Context Perceptions Questionnaire). Quest’ultimo, è stato riadattato per la popolazione di riferimento all’interno dello stesso studio. Al termine delle rilevazioni quantitative e nella prospettiva di restituire alle scuole un dato il più possibile arricchito, si è scelto di portare avanti un approfondimento tramite delle discussioni con gruppi di studenti all’interno di alcune delle scuole campionate. Lo scopo era di approfondire gli aspetti già indagati con la rilevazione del questionario CTS. L’approfondimento ha permesso di dar voce agli studenti e di attribuire un ulteriore orizzonte di senso ai principali fattori di condizionamento del benessere e disagio a scuola. Le discussioni hanno permesso anche di ampliare con aspetti qualitativi la restituzione dei dati alle scuole. Il secondo studio si è posto l’obiettivo di indagare aspetti di Burn-out degli insegnanti in relazione alle percezioni del contesto lavorativo. Si è deciso per questo approfondimento alla luce del ruolo cruciale giocato dagli insegnanti nella costruzione delle condizioni di benessere e disagio degli studenti. Abbracciando un’ottica interazionista in cui individuo e contesto sono in un reciproco e imprescindibile legame, le condizioni di malessere degli insegnanti sono state trattate come variabili di contesto a cui gli studenti sono esposti. Queste possono quindi avere un effetto su come gli studenti percepiscono il contesto scolastico e sulle loro condizioni di benessere.
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PARENTE, GIULIANA. "Le strategie orientative nei percorsi di scelta scolastica degli studenti delle scuole secondarie di primo grado a Roma." Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1607605.

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Abstract:
Il presente studio analizza il fenomeno dell’orientamento e delle scelte scolastiche degli studenti al terzo anno delle scuole secondarie di primo grado di Roma legandoli al tema della riproduzione delle diseguaglianze in campo scolastico. Il tema delle disuguaglianze e delle differenze nei processi educativi diventa centrale quando negli anni Sessanta si assiste all’espansione della scolarizzazione e della partecipazione all’educazione di secondo e terzo grado nei paesi industrializzati (Parziale, 2016; Argentin e Pavolini 2020). Infatti, con l’accesso di nuove categorie di studenti appartenenti alle fasce più povere e svantaggiate al sistema educativo, si vanno a creare le condizioni perché divenga tangibile l’esperienza della diseguaglianza sociale e l’influenza della condizione socio-economica e culturale all’interno del circuito formativo (Cavalli e de Lillo, 1988). In questo studio si adotta la prospettiva bourdieusiana (Bourdieu e Passeron,1964;1970) che, attraverso i concetti di habitus, violenza simbolica e campo, enfatizza l’influenza della classe d’origine sulla riuscita scolastica e la durata della carriera. L’apparato teorico bourdieusiano, tuttavia, tiene conto anche della distinzione dei codici linguistici elaborata da Bernestein (1964, 1977) e dei condizionamenti economici e del calcolo costi-benefici di Boudon (1973,1974), fino ad arrivare a utilizzare il concetto di dispositivo di governo di foucaultiana memoria (Foucault, 1975; Mac e Ghaill, 1994; Romito, 2017). La maggior parte della letteratura di riferimento sottolinea perlopiù l’influenza di fattori extra-scolastici (economici, culturali e sociali) nella scelta della scuola; mentre pochi studi si concentrano sul ruolo degli insegnanti e delle attività di orientamento. Lo studio qui proposto, invece, ha l’obiettivo di comprendere sia l’influenza dei fattori extrascolastici, perlopiù quelli legati alla classe sociale sia di quelli scolastici, e in particolare del consiglio orientativo che gli insegnanti sono tenuti a dare agli studenti al terzo anno della scuola media. Il lavoro di ricerca, infatti, è partito dall’ipotesi che accanto agli effetti primari (legame tra background familiare e risultati) e secondari (l’influenza del background sulla scelta) derivanti dalla classe di appartenenza, si affermi l’esistenza anche di un effetto terziario della scuola (Schneider, 2014; Esser, 2016; Argentin e Pavolini, 2020). Quest’ultimo, in particolare, è studiato attraverso le più generali conseguenze delle pratiche scolastiche legate all’habitus istituzionale di ciascuna scuola (Ingram, 2009, 2011) e alla violenza simbolica esercitata dagli insegnanti che si esprime nel consiglio di orientamento, quando vengono applicati, inconsapevolmente, pregiudizi tesi ad abbassare le aspirazioni degli studenti (Boone e Van Houtte, 2013; Romito 2016). Si è utilizzato un disegno di ricerca mixed-method che ha previsto sia strumenti di raccolta dati quantitativi (questionari semi-strutturati) sia qualitativi (interviste). Senza entrare nei dettagli delle scelte metodologiche, allo studio hanno partecipato 5 istituti scolastici secondari di primo grado appartenenti a diverse aree della città di Roma, da cui si sono estratte casualmente alcune classi terze. Agli studenti di queste classi si sono somministrati due questionari sulla scelta e l’orientamento scolastico e, infine, si sono condotte alcune interviste non direttive ai loro insegnanti. In sintesi, i risultati di questo lavoro affermano che: 1) l’origine sociale condiziona la scelta scolastica degli studenti, 2) gli elementi istituzionali del contesto scolastico plasmano le pratiche di valutazione e orientamento degli insegnanti, 3) quest’ultime rafforzano a loro volta i condizionamenti di classe sui cui si basano le intenzioni di scelta degli studenti. Nei diversi contesti scolastici, quindi, si attivano chances di prosecuzione degli studi diversificate e si promuovono carriere scolastiche che rafforzano le diseguaglianze in termini di composizione sociale, incentivando così la segregazione scolastica e territoriale delle varie scuole sul territorio romano. Tutto ciò, in una prospettiva più estesa, tende a riprodurre le dinamiche di classe già esistenti nella società e, quindi, l’immobilità sociale per alcune categorie di studenti.
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SILVA, LILIANA. "La misura dell'efficacia scolastica per mezzo del valore aggiunto: un'indagine longitudinale nella scuola secondaria di primo grado." Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/917932.

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Abstract:
Alla luce dei cambiamenti all'interno della scuola della società della conoscenza, sono descritti i risultati di un'indagine che ha verificato la validità del modello di valore aggiunto; sono stati analizzati i risultati della competenza in lettura degli studenti della provincia di Bologna nel corso dei tre anni della scuola secondaria di primo grado (anni 2008-2011). Sono stati quindi evidenziati potenzialità e limiti del modello.
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TORTI, MARIA CHIARA. "Esplorazione dimensionale dei disturbi di personalità in pazienti schizofrenici e nei loro familiari di primo grado: una valutazione con la SWAP-200." Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/916873.

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FRANCESCA, Grassetti. "NONLINEAR DYNAMICS AND ECONOMIC GROWTH. THE INFLUENCE OF ELASTICITY OF SUBSTITUTION BETWEEN INPUT FACTORS AND DIFFERENTIAL SAVINGS PROPENSITIES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251177.

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Abstract:
Questa tesi analizza le dinamiche qualitative e quantitative del modello di crescita economica Solow-Swan con differenti tassi di risparmio per lavoratori e capitalisti considerando differenti funzioni di produzione, al fine di studiare come le dinamiche di lungo periodo di un’economia sono influenzate dall’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione e da differenti propensioni al risparmio. Nel primo capitolo è discusso il problema di stabilire una relazione tra elasticità di sostituzione ed i livelli di capitale ed output pro capite quando si considera una funzione di produzione con elasticità di sostituzione variabile. Nel capitolo vengono proposte definizioni di elasticità di sostituzione associata a differenti attrattori ed è introdotto un metodo di misura. L’obiettivo è di comparare modelli dinamici di crescita con funzioni di produzione di tipo VES, sigmoidale o CES. A tal fine, il metodo proposto è applicato al modello di Kaldor considerando una tecnologia VES. Ne emerge che quando le dinamiche sono semplici (convergenza ad un punto fisso), un Paese in cui l’elasticità di sostituzione tra capitale e lavoro è più elevata è caratterizzato da un più alto livello di equilibrio del capitale e dell’output pro capite. Nel caso in cui l’equilibrio di lungo periodo è invece un ciclo o una dinamica più complessa, tale relazione è ambigua. Nel secondo capitolo è analizzato il modello di Kaldor assumendo che la tecnologia sia descritta dalla funzione di produzione Shifted Cobb-Douglas, una funzione di produzione che, differentemente dalla CES e VES precedentemente considerate in letteratura, permette di analizzare le dinamiche sia delle economie non sviluppate che di quelle in via di sviluppo e delle economie sviluppate. Il modello che ne risulta è descritto da una mappa discontinua con presenza di trappola della povertà. Inoltre fenomeni di multistabilità possono emergere: oltre al “vizioso circolo della povertà”, le dinamiche di lungo periodo possono includere fluttuazioni economiche o convergenza ad un livello positivo di capitale pro capite. Possono inoltre emergere bacini complessi; in tal caso una politica economica finalizzata ad aumentare il capitale pro capite può fallire e l’economia può essere catturata dalla trappola della povertà. Nell’ultimo capitolo il modello di crescita neoclassico a tempo discreto e con differenti propensioni al risparmio è studiato assumendo la funzione di produzione Kadiala, rilevante dal punto di vista economico per la sua peculiarità di presentare una elasticità di sostituzione simmetrica rispetto al capitale ed al lavoro. Viene mostrato che, se i lavoratori risparmiano più dei capitalisti, il percorso di crescita è limitato ed il limite è indipendente dal tasso di risparmio dei capitalisti. Inoltre, la crescita delle economie non sviluppate è influenzata dal tasso di risparmio dei capitalisti mentre il livello di capitale pro capite delle economie sviluppate è influenzato dalla propensità al risparmio dei lavoratori. Fenomeni di multistabilità possono emergere, pertanto il modello è in grado di spiegare la coesistenza di economie non sviluppate, in via di sviluppo e sviluppate. Fluttuazioni e dinamiche complesse si verificano quando l’elasticità di sostituzione tra i fattori della produzione è minore di uno ed i capitalisti risparmiano più dei lavoratori.
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BORGHESE, MICHELA CHIARA. "“El Sistema” in Italia: studio di casi multipli dell’adattamento del progetto venezuelano delle orchestre giovanili in quattro ‘nuclei’ italiani." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/937984.

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Abstract:
Il lavoro di ricerca sul progetto venezuelano d’El Sistema con approccio quali-quantitativo affronta un fenomeno poco conosciuto, che arriva e si adatta anche in Italia, su quasi tutto il territorio nazionale, a partire dal 2010, e punta alla costruzione di una rete di orchestre giovanili e alla diffusione, ad ampio raggio, dell’educazione musicale gratuita. Esso rappresenta una novità anche in Italia, soprattutto per il numero di bambini coinvolti e per l’idea di ‘rete’ da creare tra le diverse realtà locali. Ad oggi in Venezuela il dispositivo in esame coinvolge 400.000 soggetti, in Italia esistono 49 Nuclei che coinvolgono individui di età compresa tra i 3 e i 25 anni, raggiungendo diverse centinaia di soggetti. Lo studio di dottorato, dopo una dettagliata presentazione storico-politica del dispositivo, riflette criticamente sulle sue dimensioni pedagogiche: il collettivo-orchestrale come ‘nuova condizione’ di apprendimento ed esperienza in senso lato, le sue implicazioni, caratteristiche ed organizzazione; la dimensione spirituale della musica e sua forza coesiva; la sperimentazione didattica unita alle più grandi tradizioni metodologiche occidentali, e al dialogo ‘implicito’ che con esse si instaura, in particolare col metodo Suzuki; alcuni degli aspetti che fanno d’ES un progetto efficace; le criticità e i dissensi che sono nati in merito al modello originario e al suo adattamento e alla sua diffusione nel mondo. La ricerca di tipo esplorativo-conoscitivo si sviluppa con un disegno a due fasi. La prima, di ‘ricerca descrittiva’, è finalizzata a ‘mappare’ El Sistema in Italia: una ricognizione della ‘popolazione’ (distribuzione e caratteristiche dei Nuclei) capace di ‘fotografare’ la situazione italiana, di conoscerne l’organizzazione e le dinamiche. Le domande di ricerca, infatti, riguardano l’organizzazione nazionale e sono finalizzate alla conoscenza del processo che ha portato alla nascita e allo sviluppo del progetto venezuelano in Italia: chi sono, cioè, gli enti propulsori; quale il modo con cui viene gestito e da chi; quali le caratteristiche dei Nuclei. La seconda fase, di ‘studio di casi multipli’, prevede lo studio e il monitoraggio, in chiave longitudinale, di quattro gruppi orchestrali, scelti secondo una serie di requisiti definiti in fase di studio dei dati ottenuti dalla prima fase della ricerca. In particolare, questa seconda fase si propone un versante descrittivo di ciascun Nucleo, dal punto di vista logistico, organizzativo, didattico. Un ulteriore livello di ricerca sviluppa un disegno ‘quasi sperimentale’, a due gruppi, per verificare l’impatto d’El Sistema nel creare e mantenere ‘senso di comunità in un contesto di apprendimento’. Il piano longitudinale di analisi ha comportato due somministrazioni (pre/post): la seconda, a distanza di un anno dalla prima, per verificare il cambiamento nei ragazzi dopo un anno di attività in orchestra. Il costrutto di ‘senso di comunità in un contesto di apprendimento’ è stato identificato in due dimensioni: - la ‘connessione’ tra i ragazzi (scambio e reciprocità); - l’interazione all’interno della comunità finalizzata alla comprensione e la misura in cui gli obiettivi dell’apprendimento vengono soddisfatti all’interno del contesto classe. Lo strumento utilizzato per verificare la suddetta ipotesi è la Classroom Community Scale (2002) di Alfred P. Rovai.
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BULGINI, Giulia. "Il progetto pedagogico della Rai: la televisione di Stato nei primi vent’anni. Il caso de ‹‹L’Approdo››." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251123.

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Abstract:
Non c’è dubbio sul fatto che la RAI, dal 1954 a oggi, abbia contribuito in misura considerevole a determinare la fisionomia dell’immaginario collettivo e dell’identità culturale dell’Italia. Si tratta di un assunto che, a distanza di più di sessant’anni, resta sempre di grande attualità, per chi si occupa della questione televisiva (e non solo). Ma a differenza di quanto avveniva nel passato, quando la tv appariva più preoccupata dei reali interessi dei cittadini, oggi essa sembra rispondere prevalentemente a dinamiche di mercato, in grado di alterarne la funzione etica e sociale. E nonostante il livello di istruzione e di benessere economico si siano evidentemente alzati, in questi ultimi anni si è assistito a programmi di sempre più bassa qualità e in controtendenza a un incremento del potere modellante e suggestivo sull’immaginario dei telespettatori. C’è di più: l’interesse verso la tv ha coinvolto anche gli storici dell’epoca contemporanea, i quali hanno iniziato a prendere coscienza che le produzioni audiovisive sono strumenti imprescindibili per la ricerca. Se si pensa ad esempio al ‹‹boom economico›› del Paese, negli anni Cinquanta e Sessanta, non si può non considerare che la tv, insieme agli altri media, abbia contributo a raccontare e allo stesso tempo ad accelerare i progressi economici e sociali di quell’epoca. Partendo, dunque, dal presupposto che la televisione da sempre esercita un potere decisivo sulla collettività, si è scelto di concentrarsi sulla fase meno indagata della sua storia, quella della televisione delle origini: ‹‹migliore›› perché senza competitor, ‹‹autentica›› perché incontestabile e soprattutto ‹‹pedagogica›› perché è di istruzione e di formazione che, quell’Italia appena uscita dalla guerra, aveva più urgenza. La storia della televisione italiana inizia il 3 gennaio 1954, con la nascita del servizio pubblico televisivo e insieme di un mezzo che, di lì a poco, avrebbe completamente rivoluzionato la società italiana, trasformandola in una civiltà di massa. Si accorciano le distanze territoriali e insieme culturali e la società inizia a omologarsi nei gusti, poi nei consumi e infine nel pensiero. Il punto d’arrivo si colloca negli anni Settanta, quando ha termine il monopolio della RAI, che fino a quel momento era stato visto come il garante del pluralismo culturale. La RAI passa dal controllo governativo a quello parlamentare, mentre si assiste al boom delle televisioni private e alla necessità della tv di Stato di stare al passo con la concorrenza, attraverso una produzione diversa da quella degli esordi. Dunque cambia la tv, come pure cambia la sua funzione e la forma mentis di chi ne detiene le redini. Ne risulta un’indagine trasversale, che passa nel mezzo di molteplici discipline che afferiscono alla materia televisiva e che non evita di porsi quelle domande scomode, necessarie tuttavia a comprendere la verità sugli artefici della prima RAI e sui loro obiettivi. E allora: qual era il valore attribuito alla televisione degli esordi? Era davvero uno strumento pedagogico? Sulla base di quali presupposti? Chi scriveva i palinsesti di quegli anni? Chi e perché sceglieva temi e format televisivi? Chi decideva, in ultima analisi, la forma da dare all’identità culturale nazionale attraverso questo nuovo apparecchio? Il metodo di ricerca si è articolato su tre distinte fasi di lavoro. In primis si è puntato a individuare e raccogliere bibliografia, sitografia, studi e materiale bibliografico reperibile a livello nazionale e internazionale sulla storia della televisione italiana e sulla sua programmazione nel primo ventennio. In particolare sono stati presi in esame i programmi scolastici ed educativi (Telescuola, Non è mai troppo tardi), la Tv dei Ragazzi e i programmi divulgativi culturali. Successivamente si è resa necessaria una definizione degli elementi per l’analisi dei programmi presi in esame, operazione resa possibile grazie alla consultazione del Catalogo multimediale della Rai. In questa seconda parte della ricerca si è voluto puntare i riflettori su ‹‹L’Approdo››, la storia, le peculiarità e gli obiettivi di quella che a ragione potrebbe essere definita una vera e propria impresa culturale, declinata in tutte le sue forme: radiofonica, di rivista cartacea e televisiva. In ultimo, sulla base dell’analisi dei materiali d’archivio, sono state realizzate interviste e ricerche all’interno dei palazzi della Rai per constatare la fondatezza e l’attendibilità dell’ipotesi relativa agli obiettivi educativi sottesi ai format televisivi presi in esame. Le conclusioni di questa ricerca hanno portato a sostenere che la tv delle origini, con tutti i suoi limiti, era uno strumento pedagogico e di coesione sociale. E se ciò appare come un aspetto ampiamente verificabile, oltreché evidente, qualora si voglia prendere in esame la televisione scolastica ed educativa di quegli anni, meno scontato risulta invece dimostrarlo se si decide – come si è fatto – di prendere in esame un programma divulgativo culturale come ‹‹L’Approdo››, che rientra nell’esperienza televisiva definita di ‹‹educazione permanente››. Ripercorrere la storia della trasmissione culturale più longeva della tv italiana degli esordi, per avvalorarne la funzione educativa, si è rivelata una strada interessante da battere, per quanto innegabilmente controversa, proprio per il principale intento insito nella trasmissione: diffondere la cultura ‹‹alta›› a milioni di telespettatori che erano praticamente digiuni della materia. Un obiettivo che alla fine della disamina si è rivelato centrato, grazie alla qualità della trasmissione, al suo autorevole e prestigioso groupe d'intellectuels, agli ascolti registrati dal ‹‹Servizio Opinioni›› e alla potenzialità divulgativa e penetrante della tv, nel suo saper trasmettere qualunque tematica, anche quelle artistiche e letterarie. Dunque se la prima conclusione di questo studio induce a considerare che la tv del primo ventennio era pedagogica, la seconda è che ‹‹L’Approdo›› tv di questa televisione fu un’espressione felice. ‹‹L’Approdo›› conserva ancora oggi un fascino innegabile, non foss’altro per la tenacia con la quale i letterati difesero l’idea stessa della cultura classica dal trionfo lento e inesorabile della società mediatica. Come pure appare ammirevole e lungimirante il tentativo, mai azzardato prima, di far incontrare la cultura con i nuovi media. Si potrebbe dire che ‹‹L’Approdo›› oggi rappresenti una rubrica del passato di inimmaginata modernità e, nel contempo, una memoria storica, lunga più di trent’anni, che proietta nel futuro la ricerca storica grazie al suo repertorio eccezionale di immagini e fatti che parlano di arte, di letteratura, di cultura, di editoria e di società e che raccontano il nostro Paese e la sua identità culturale, la stessa che la televisione da sempre contribuisce a riflettere e a delineare. Lo studio è partito da un’accurata analisi delle fonti, focalizzando l’attenzione, in primo luogo, sugli ‹‹Annuari della Rai›› (che contengono le Relazioni del Cda Rai, le Relazioni del Collegio Sindacale, i Bilanci dell’Esercizio e gli Estratti del Verbale dell’Assemblea Ordinaria). Altre fonti prese in esame sono gli stati gli opuscoli di ‹‹Servizio Opinioni››, le pubblicazioni relative a studi e ricerche in materia di televisione e pedagogia e le riviste edite dalla Rai Eri: ‹‹Radiocorriere tv››, ‹‹L’Approdo Letterario››, ‹‹Notizie Rai››, ‹‹La nostra RAI››, ‹‹Video››. Negli ultimi anni la Rai ha messo a disposizione del pubblico una cospicua varietà di video trasmessi dalle origini a oggi (www.techeaperte.it): si tratta del Catalogo Multimediale della Rai, che si è rivelato fondamentale al fine della realizzazione della presente ricerca. Altre sedi indispensabili per la realizzazione di questa ricerca si sono rivelate le due Biblioteche romane della Rai di Viale Mazzini e di via Teulada.
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IAMMARINO, Debora. "Danno ambientale e responsabilità nella gestione dei rifiuti." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251115.

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Abstract:
La disciplina del danno ambientale è stata oggetto di diverse e numerose modifiche nel corso degli anni, sia a livello nazionale che europeo. Regolata in Italia, per la prima volta, dalla L. 349/1986 che, all’art. 18, prevedeva la risarcibilità del danno ambientale indipendentemente dalla violazione di altri diritti individuali come la proprietà privata o la salute. In ambito Europeo il primo intervento si è avuto con l’adozione della Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale. La Direttiva è stata poi recepita in Italia con il D.Lgs. n. 152/2006, che nella Parte Sesta si occupa puntualmente di responsabilità per inquinamento ambientale. Tuttavia, le principali novità della normativa comunitaria con riferimento al regime di responsabilità per attività inquinanti nei confronti dei beni ambientali, non sono state immediatamente riprese in modo adeguato dalla normativa italiana, motivo per cui sono state emanate due procedure di infrazione nei confronti del Governo italiano che, per correre ai ripari, in un primo momento, ha approvato il D.l. 135/2009 introduttivo di nuovi criteri per il ripristino del danno ambientale e successivamente il legislatore è intervenuto con la Legge n. 97/2013 in materia di misure di risarcimento del danno e in materia di criteri di imputazione delle responsabilità. Tuttavia, l’assetto dei criteri di imputazione delle responsabilità è stato più volte oggetto degli interventi interpretativi della giurisprudenza che hanno delineato un quadro molto più rispondente alle istanze di origine comunitaria e ai principi del diritto europeo. All’interno di questo quadro più ampio si inserisce la questione della Gestione dei rifiuti, anch’essa oggetto di svariate modifiche normative volte sempre di più ad una tutela ambientale maggiore e prioritaria, attraverso metodi e tecniche in grado di ridurre la produzione dei rifiuti, l’introduzione del concetto di riduzione, prevenzione e recupero, riciclo e solo in ultimo lo smaltimento. Ruolo centrale assume in questo ambito l’attribuzione delle relative responsabilità in capo ai vari soggetti che si occupano della gestione dei rifiuti, pertanto nell’ultimo capitolo, si analizzeranno le diverse forme di responsabilità degli stessi e si darà conto dei principali interventi giurisprudenziali e della diverse interpretazioni dottrinali che hanno interessato la materia negli ultimi anni.
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PETRINI, Maria Celeste. "IL MARKETING INTERNAZIONALE DI UN ACCESSORIO-MODA IN MATERIALE PLASTICO ECO-COMPATIBILE: ASPETTI ECONOMICI E PROFILI GIURIDICI. UN PROGETTO PER LUCIANI LAB." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251084.

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Abstract:
Con l’espressione “marketing internazionale” ci si riferisce a quell’insieme di attività adottate dall’impresa al fine di sviluppare o perfezionare la propria presenza sul mercato estero. Oggetto della presente ricerca è l’analisi degli aspetti problematici che tali attività sollevano sul piano giuridico: attraverso un approccio basato sull’integrazione della cultura economica del marketing d’impresa con quella più propriamente giuridica, l’indagine mira ad individuare le fattispecie di marketing rilevanti sotto il profilo giuridico e giuspubblicistico, ad analizzarne i profili che risultano più critici per l’impresa e proporre soluzioni concrete. La ricerca è stata condotta in collaborazione all’azienda Gruppo Meccaniche Luciani, che oltre ad essere un affermato fornitore di stampi per calzature, progetta design innovativi attraverso una sua articolazione organizzativa creativa, denominata Luciani LAB. L’impresa investe molto nell’innovazione, ed in questo senso, particolarmente significativo è stato l’acquisto di una potente stampante 3D, tecnologicamente all’avanguardia, che ha consentito all’azienda di progettare diversi prodotti, tra cui una borsa, realizzarli in prototipazione rapida, e successivamente renderli oggetto di specifiche campagne promozionali, illustrate nel presente lavoro. Viene evidenziato come queste rispecchino la peculiarità dell’approccio al marketing da parte della piccola/media impresa, descritto dalla dottrina maggioritaria come intuitivo ed empirico, distante da quello teorico e strategico del marketing management. La collaborazione con l’impresa partner del progetto ha costituito il riferimento principale per l’elaborazione del metodo con cui condurre la ricerca: l’azienda ha promosso i propri prodotti mediante diverse strumenti di marketing, come inserti pubblicitari su riviste, campagne di e-mail marketing e fiere di settore. Queste attività si distinguono tra esse non solo rispetto alle funzioni, alle differenti modalità con cui vengono impiegate e al pubblico cui si rivolgono, ma anche e soprattutto rispetto alla disciplina giuridica di riferimento: ognuna di esse infatti è regolata da un determinato complesso di regole e solleva questioni che si inseriscono in una specifica cornice giuridica. Al fine di giungere ad una sistematica trattazione dei profili giuridici connessi, si è scelto di classificare le diverse azioni di marketing in tre gruppi: quelle riferite alla comunicazione, quelle inerenti l’aspetto del prodotto e quelle che si riferiscono al cliente Per ognuna di queste aree si individua una precisa questione critica per l’impresa, e se ne trattano i profili problematici dal punto di vista giuridico. In relazione al primo gruppo, ovvero la comunicazione pubblicitaria d’impresa, si evidenziano le criticità connesse alla possibilità di tutelare giuridicamente l’idea creativa alla base del messaggio pubblicitario: si mette in discussione l’efficacia degli strumenti giuridici invocabili a sua tutela, in particolare della disciplina del diritto d’autore, della concorrenza sleale e dell’autodisciplina. Si prende come riferimento principale il contesto italiano, considerando la pluralità degli interessi pubblici, collettivi ed individuali coinvolti. Il secondo profilo d’indagine riguarda la disciplina giuridica riconducibile all’e-mail marketing, uno degli strumenti più diffusi di comunicazione digitale. L’invasività di questo sistema nella sfera personale dei destinatari impone l’adozione di adeguati rimedi da parte delle imprese per evitare di incorrere nella violazione delle disposizioni a tutela della privacy. Si trattano le diverse implicazioni derivanti dall’uso di tale strumento, in particolare quelle riferite al trattamento dei dati personali alla luce della normativa vigente in Italia e nell’Unione Europea, e connesse alle modalità di raccolta degli indirizzi e-mail dei destinatari potenzialmente interessati. Infine, la costante partecipazione alle fiere di settore da parte dell’azienda dimostra quanto l’esteriorità del prodotto costituisca uno strumento di marketing decisivo per la competitività aziendale, dunque grande è l’interesse dell’impresa a che il suo aspetto esteriore venga protetto dall’imitazione dei concorrenti. Il tema giuridico più significativo che lega il processo di marketing al prodotto dell’azienda è proprio la protezione legale del suo aspetto, ovvero la tutela del diritto esclusivo di utilizzarlo, e vietarne l’uso a terzi. L’aspetto di un prodotto può essere oggetto di protezione sulla base di diverse discipline che concorrono tra loro, sia a livello nazionale che sovranazionale, dei disegni e modelli, del marchio di forma, del diritto d’autore e della concorrenza sleale. Si è scelto di concentrare il lavoro, in particolare, sulla prima: si ricostruisce il quadro normativo e l’assetto degli interessi implicati dalla fattispecie, per arrivare ad evidenziare le principali criticità nell’interpretazione delle norme, sia a livello nazionale, che nell’Unione Europea. Si approfondiscono gli orientamenti di dottrina e giurisprudenza di alcune disposizioni chiave per l’applicazione della disciplina, quali gli artt. 6 e 7 del Regolamento CE, n. 6/2002, concernenti rispettivamente il «carattere individuale» e la «divulgazione», i due requisiti fondamentali per ottenere la registrazione e conseguente protezione giuridica del disegno. Tali nozioni sono soggette ad interpretazioni parzialmente difformi da parte dei giudici dei diversi Stati membri, e ciò contribuisce a minare l’applicazione omogenea della disciplina in tutto il territorio UE. In questo senso, viene messo in evidenza il ruolo chiave dell’orientamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di tali concetti, avente l’effetto di uniformare l’approccio degli Stati. La Direttiva 98/71/CE ha introdotto la possibilità di cumulare la protezione conferita all’aspetto del prodotto dalla disciplina dei disegni e modelli con quella riconosciuta dalle altre normative. Tale previsione solleva questioni di rilievo sistematico e concorrenziale: ci si interroga su quali problemi di tipo sistematico e di concorrenza vengano sollevati dal riconoscimento su uno stesso prodotto della protezione sia come disegno che come marchio di forma, e sia come disegno che come opera dell’ingegno. In particolare nell’ambito del diritto dei marchi d’impresa e del diritto d’autore, le tutele hanno durata potenzialmente perpetua, diversamente dalla registrazione come disegno o modello, che garantisce la titolarità del diritto di utilizzare il proprio disegno in via esclusiva per un periodo limitato di massimo 25 anni. Questa differenza temporale rende il cumulo problematico sia a livello di coordinamento, che di concorrenza, poiché incentiva il sorgere di “monopoli creativi” sulle forme del prodotto. Il presente lavoro ha come obiettivo l’ampliamento della conoscenza sul tema del marketing con particolare riferimento ai profili giuridici che si pongono, con riguardo alla promozione del prodotto nell’ambito dell’Unione Europea. Si ritiene che il valore aggiunto e l’aspetto più originale della ricerca consista nella sua forte aderenza alla realtà della piccola/media impresa: tramite l’integrazione della ricerca giuridica e dello studio dei fenomeni di marketing si delineano i problemi pratici che questa si trova a dover affrontare nell’implementazione delle attività quotidiane di marketing. Tale indagine vuole essere utile a tutte le piccole/medie imprese che si trovano impreparate nell’affrontare le sfide poste dal marketing e nel conoscere le implicazioni giuridiche che da questo derivano.
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FORESI, Elisa. "A Multisectoral Analysis for economic policy: an application for healthcare systems and for labour market composition by skills." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251178.

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Abstract:
L’Agenda Digitale Europea stabilisce il ruolo chiave delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) grazie a un mercato digitale unico basato su internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, al fine di ottenere vantaggi socioeconomici sostenibili COM(2010)245. Le TIC producono un'innovazione di prodotto e cambiamenti strutturali all'interno di tutto il sistema economico e possiamo affermare che dal punto di vista multisettoriale hanno un ruolo moltiplicativo sulla crescita economica, poiché l’aumento della domanda di TIC stimola a sua volta tutte le altre produzioni. Inoltre come riscontrato in letteratura economica, nelle istituzioni internazionali, nonché confermate dai dati periodici rilasciati dagli uffici statistici nazionali, una maggiore incidenza della popolazione attiva formalmente istruita in associazione con l'adozione delle TIC è altamente correlata ad una crescita robusta, sostenibile ed equa. In questo quadro è importante valutare il ruolo delle TIC nel sistema economico, in particolare verrà analizzato il ruolo delle TIC sia rispetto ad un particolare settore quello della sanità, che dal lato dei soggetti che dovrebbero essere parte attiva nella gestione delle TIC ovvero la situazione delle abilità digitali dei lavoratori dipendenti. Il primo articolo si focalizza sul ruolo delle TIC nella determinazione dell’output del settore sanitario, utilizzando il database WIOD (World Input Output Database), di 24 paesi nell’arco temporale 2000-2014, tenendo conto anche dei differenti sistemi sanitari nazionali. La produzione del settore “Sanità e Servizi Sociali” assume, almeno in alcuni paesi specifici, il ruolo di stimolo all’innovazione che compensa ampiamente quello di peso sul bilancio pubblico. Nel secondo articolo analizziamo come l’uso delle TIC stia progressivamente aumentando nel sistema sanitario italiano e in particolare come l'introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), strumento di condivisione dei dati sanitari del singolo cittadino, potrebbe determinare cambiamenti nella produzione sui servizi sanitari. Verranno analizzati gli eventuali cambiamenti strutturali dei processi produttivi e della produzione totale applicando l'Analisi Strutturale di Decomposizione (SDA). La base dati di riferimento sarà la tavola di Input-Output riferita a due diversi periodi al fine di individuare i risultati sia degli effetti tecnologici sia della domanda finale a livello settoriale. Infine l’ultimo articolo ha l’obiettivo di valutare le conseguenze dei cambiamenti nella composizione dell'occupazione per competenza digitale all’interno del flusso di produzione e distribuzione del reddito. Verrà costruita una Matrice di Contabilità Sociale (SAM) che consente di rappresentare le relazioni tra i cambiamenti di produzione delle attività e i cambiamenti di compensazione dei dipendenti per competenze, grado di digitalizzazione e genere. LA SAM sviluppata nel documento è relativa all'Italia nel 2013; il lavoro è disaggregato in competenze formali / non formali / informali e, inoltre, competenze digitali / non digitali. Le abilità digitali del lavoro seguono la definizione di “competenza formale” della Commissione Europea (2000): i) competenza formale a seconda del livello di istruzione e formazione; ii) competenza non formale acquisita sul posto di lavoro e attraverso le attività delle organizzazioni e dei gruppi della società civile; iii) competenza informale non acquisita intenzionalmente durante la vita. In questo quadro è stata introdotta un'ulteriore classificazione di input di lavoro basata sull'uso / non utilizzo di computer collegati a Internet. Sulla base della SAM, è stato implementato un modello multisettoriale esteso. Infine, verrà individuata una struttura adeguata di domanda finale che consente di ottenere i migliori risultati in termini di valore aggiunto distribuiti a lavoratori più qualificati con una elevata competenza digitale.
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RECCHI, Simonetta. "THE ROLE OF HUMAN DIGNITY AS A VALUE TO PROMOTE ACTIVE AGEING IN THE ENTERPRISES." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251122.

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Abstract:
Ogni azienda che si riconosca socialmente responsabile deve occuparsi dello sviluppo delle carriere dei propri dipendenti da due punti di vista: quello individuale e personale e quello professionale. La carriera all’interno di un’azienda coinvolge, infatti, la persona in quanto individuo con un proprio carattere e una precisa identità e la persona in quanto lavoratore con un bagaglio specifico di conoscenze e competenze. L’azienda ha, quindi, il compito di promuovere carriere professionalmente stimolanti che si sviluppino in linea con i suoi stessi valori, la sua visione e la sua missione. Nel panorama moderno, aziende che sviluppano la propria idea di business nel rispetto dei lavoratori proponendo loro un percorso di crescita, si mostrano senza dubbio lungimiranti. Un tale approccio, però, non basta a far sì che vengano definite socialmente responsabili. I fattori della Responsabilità Sociale d’Impresa sono infatti numerosi e, ad oggi, uno dei problemi principali da affrontare è quello del progressivo invecchiamento della popolazione. Dal momento che la forza lavoro mondiale sta invecchiando e che si sta rispondendo al problema spostando la linea del pensionamento, tutte le aziende sono obbligate a mantenere le persone il più a lungo possibile attive e motivate a lavoro. L’età è spesso visto come un fattore di diversità e di discriminazione, ma nello sviluppare la mia argomentazione, cercherò di dimostrare che una politica del lavoro che supporti l’idea dell’invecchiamento attivo può trasformare questo fattore da limite in opportunità. Il rispetto degli esseri umani, a prescindere dalle differenze legate all’età, dovrebbe essere uno dei valori fondanti di ogni impresa. Nel primo capitolo della tesi, svilupperò il tema della dignità umana così come è stato concepito a partire dalla filosofia greca fino alla modernità. La dignità intesa come valore ontologico, legato all’essenza dell’uomo, diventerà con Kant il fattore di uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, la giustificazione del rispetto reciproco. Il concetto di dignità verrà, poi, definito nel secondo capitolo come il principale valore che deve ispirare l’azione sociale delle imprese, come l’elemento che garantisce il rispetto di ogni dipendente che prima ancora di essere un lavoratore è un essere umano. La dignità è ciò che rende l’essere umano degno di essere considerato un fine in se stesso piuttosto che un mezzo per il raggiungimento di un fine esterno. Nell’era della globalizzazione, dove il denaro è il valore principale, gli esseri umani rischiano di diventare un mezzo al servizio dell’economia. A questo punto, il rispetto della dignità deve divenire il fondamento di un ambiente di lavoro che promuove la crescita e la fioritura dell’essere umano. Nel secondo capitolo cercherò quindi di dimostrare come l’idea di dignità possa promuovere un management “umanistico” centrato sul rispetto dell’essere umano. Un’impresa socialmente responsabile può promuovere il rispetto di ogni lavoratore se fa propri i valori di dignità e uguaglianza. Attraverso la teoria dello Humanistic Management che veicola tali valori, il lavoro diventa un luogo in cui l’uomo può esprimere se stesso, la sua identità, le sue conoscenze e competenze. Inoltre, dal momento che la popolazione sta invecchiando, le aziende devono farsi carico della forza lavoro più anziana, come è emerso sopra. A questo punto, nel terzo capitolo, il concetto della Responsabilità Sociale d’Impresa sarà analizzato nel suo legame con i temi dell’invecchiamento attivo e della diversità sul posto di lavoro. Conosciamo diverse ragioni di differenza a lavoro: genere, cultura, etnia, competenze, ma qui ci concentreremo sul fattore età. È naturale che i lavoratori anziani abbiano un’idea di lavoro diversa da quella dei giovani e che le loro abilità siano differenti. Ma questa diversità non deve essere valutata come migliore o peggiore: essa dipende da fattori che analizzeremo e che l’impresa socialmente responsabile conosce e valorizza per creare un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo, eliminando possibili conflitti intergenerazionali. Alcune delle teorie che permettono di raggiungere tali obiettivi sono il Diversity Management e l’Age Management: ogni impresa può promuovere pratiche per valorizzare gli anziani, permettendo loro di rimanere più a lungo attivi e proattivi a lavoro e di condividere le proprie conoscenze e competenze. L’ultimo capitolo della tesi si concentrerà su un caso di azienda italiana che ha sviluppato uno strumento di valorizzazione di collaboratori over 65. Sto parlando della Loccioni, presso cui ho svolto la ricerca applicata e che promuove il progetto Silverzone, un network di persone in pensione che hanno conosciuto l’azienda nel corso della loro carriera e che continuano a collaborare con essa ancora dopo il pensionamento. Per capire l’impatto qualitativo e quantitativo che il progetto ha sull’azienda, ho portato avanti un’analisi qualitativa dei dati ottenuti grazie a due tipi di questionari. Il primo ha visto il coinvolgimento dei 16 managers della Loccioni a cui sono state sottoposte le seguenti domande: 1. Chi sono i silver nella tua area di business? Quali i progetti in cui essi sono coinvolti? 2. Qual è il valore del loro supporto per l’azienda? E, allo stesso tempo, quali sono le difficoltà che possono incontrarsi durante queste collaborazioni? 3. Qual è la frequenza degli incontri con i silver? 4. Perché l’azienda ha bisogno di questo network? Successivamente, ho sottoposto un altro questionario agli 81 silver della rete. Di seguito i dettagli: 1. Qual è il tuo nome? 2. Dove sei nato? 3. Dove vivi? 4. Qual è stato il tuo percorso formativo? 5. Qual è stata la tua carriera professionale? 6. Come e con chi è avvenuto il primo contatto Loccioni? 7. Come sei venuto a conoscenza del progetto Silverzone? 8. Con quali dei collaboratori Loccioni stai lavorando? 9. In quali progetti sei coinvolto? 10. Potresti descrivere il progetto in tre parole? 11. Che significato ha per te fare parte di questa rete? 12. Nella tua opinione, come deve essere il Silver? 13. Che tipo di relazioni hai con i collaboratori Loccioni? 14. Quali dimensioni umane (dono, relazione, comunità, rispetto) e professionali (innovazione, tecnologia, rete) emergono lavorando in questo progetto? Il progetto Silverzone è sicuramente una buona pratica di Age Management per mantenere più a lungo attivi i lavoratori over 65. I progetti in cui i Silver sono coinvolti hanno un importante impatto economico sull’impresa, in termini di investimento ma anche di guadagno. Ad ogni modo, qui la necessità di fare profitto, stando a quanto è emerso dai risultati delle interviste, è subordinata al più alto valore del rispetto dei bisogni umani che diventa garante di un posto di lavoro comfortable, dove si riesce a stringere relazioni piacevoli, collaborative e produttive.
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