Academic literature on the topic 'Problematiche aziendali'

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Journal articles on the topic "Problematiche aziendali"

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Rago, Emilio. "Dal mercato del lavoro al mercato della conoscenza. Proposte operative." QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no. 99 (May 2013): 119–48. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099007.

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Abstract:
Per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro l'universitŕ ha sviluppato nel tempo approcci e strategie diversi: progetti sul campo, testimonianze aziendali, incarichi a professionisti esterni per insegnamenti specialistici o di frontiera, stage, uffici di placement, formazione extra-curriculare, eventi di presentazione delle aziende. L'attuale riforma dell'alto apprendistato facilita ulteriormente tale relazione, semplificando l'incontro tra studenti in alta formazione o ricerca e datori di lavoro. Il sentore č che questi interventi possano comunque non bastare, poiché non affrontano le questioni di fondo che condizionano le relazioni tra il mondo dell'universitŕ e quello del lavoro. Le considerazioni qui presentate problematizzano la situazione da un punto di vista differente. Universitŕ e azienda sono concepiti come due interlocutori fondamentali dell'offerta e della domanda di conoscenza. Nel mercato della conoscenza bisogna affrontare le questioni epistemologiche, pedagogiche e politiche che influenzano i processi di produzione e diffusione di conoscenza dal lato dell'offerta, e dal lato della domanda occorre intervenire sulle problematiche piů diffuse che impediscono una reale formazione integrale per lo sviluppo personale e professionale del lavoratore, formazione quanto mai necessaria per affrontare la complessitŕ, l'instabilitŕ e l'incertezza del mercato del lavoro contemporaneo. La proposta di riflessione vuole interessarsi sia delle dinamiche interne all'offerta di conoscenza e alla domanda di competenza, sia sui vari meccanismi di interazione che potrebbero facilitare questa transazione cognitiva. Permane, lungo tutto il ragionamento, la forte attenzione al valore dei metodi cooperativi nell'apprendimento universitario, organizzativo e tra i diffe renti operatori della conoscenza, per la creazione di quella saggezza pratica, la phronesis aristotelica, che vuole superare la tradizionale divisione tra teoria e pratica nel mondo della conoscenza. Le considerazioni nascono nell'ambito delle scienze manageriali, ma taluni ragionamenti, mutatis mutandis, possono essere applicati anche ad altri ambiti scientificodisciplinari
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Mancini, Daniela. "L'azienda-rete e le decisioni di partnership: il ruolo del sistema informativo relazionale." MANAGEMENT CONTROL, no. 1 (April 2011): 65–97. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001004.

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Abstract:
La collaborazione tra aziende č sempre piů il percorso tipico per realizzare la crescita e determinare la strategia aziendale: dalle singole relazioni ditra due aziende, alla rete di aziende, per arrivare all'azienda-rete. Parallelamente, si determina un ampliamento, oltre i confini della singola azienda, dell'orizzonte nell'ambito del quale formulare i giudizi di convenienza. Oggetto di questo articolo č l'evidenziazione di alcune problematiche ancora aperte nello studio dei sistemi informativi dell'azienda-rete. L'autore ritiene, infatti, che la gestione delle informazioni rappresenti un elemento chiave per il successo della rete di collaborazioni sviluppate. Il sistema informativo diventa un elemento fondamentale per la sincronizzazione dei processi di governo e di controllo della rete di collaborazioni ed il fenomeno delle alleanze ne costituisce un elemento di cambiamento che deve essere investigato nei diversi aspetti. Nel primi due paragrafi l'autore descrive proprio la relazione chiave che si stabilisce tra sistema di governo, sistema di controllo e sistema informativo in contesti relazionali, mentre nei paragrafi successivi l'attenzione viene focalizzata sul sistema informativo relazionale.
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Agliata, Francesco, and Danilo Tuccillo. "L'evoluzione del Progetto Insurance dello IASB e i possibili riflessi nel bilancio delle imprese assicuratrici." FINANCIAL REPORTING, no. 3 (October 2011): 75–105. http://dx.doi.org/10.3280/fr2011-003004.

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Abstract:
Il presente lavoro esamina le tendenze evolutive in atto nel procedimento di rendicontazione economico-finanziaria delle imprese di assicurazione conseguenti all'applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. L'obiettivo della ricerca, condotta con taglio prevalentemente deduttivo, è verificare/dimostrare come alcuni postulati del modello di bilancio promossi dalpossano ritenersi applicati o disattesi - a seguito della disciplina dettata daldello IASB - nello specifico ambito pertinente l'industria assicurativa. L'indagine, pertanto, si rivolge inizialmente e brevemente ad esaminare da un punto di vista economico-aziendale gli aspetti caratteristici dell'attività assicurativa e l'impostazione della prassi contabile nazionale riguardante le componenti economiche/ patrimoniali tipiche delle imprese di assicurazione. Dopo di che, è posta attenzione alle problematiche ed agli aspetti evolutivi dell', anche alla luce dei contenuti dellericevute dallo IASB a seguito della emanazione dell'ED/2010/8; infine, nell'ultimo paragrafo, in relazione a quanto discusso in precedenza, si compie un'analisi su come e se possano reputarsi applicati quei postulati del modello IASB anzidetti; si tenta altresì una comparazione, unicamente ove possibile, tra i probabili riflessi desumibili a seguito dell'adozione di un sistema di(previsto nella Fase I) o di(prescelto nella Fase II).
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Langella, Cecilia, and Niccolò Persiani. "Il sistema delle procedure amministrativo-contabili della GSA: il caso di Regione Lombardia e Regione Veneto." MECOSAN, no. 122 (December 2022): 59–84. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14618.

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Abstract:
Il presente studio intende offrire un contributo al dibattito sulla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA). Nello specifico, propone uno strumento innovativo, vale a dire la redazione di un sistema di procedure amministrativo-contabili della GSA che, travalicando i confini organizzativi della GSA stessa e abbracciando una logica integrata di sistema del SSR, mappa i flussi di risorse afferenti al fabbisogno sanitario. Attraverso la disamina di due casi studio particolarmente emblematici (quello della GSA in Lombardia e quello di Azienda Zero in Veneto), lo studio mostra che le procedure sistemiche e integrate della GSA (i) sono utilmente applicabili in contesti diversi, in quanto in grado di coglierne e valorizzarne le peculiarità organizzative e contabili; (ii) costituiscono un valido strumento di risposta alle principali problematiche della GSA soprattutto in termini di governo e controllo della filiera Regione-GSAaziende sanitarie.
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Alastra, Vincenzo. "Prendersi cura delle comunitŕ di pratica attraverso progetti di ricerca-formazione-intervento. Esperienze nella azienda sanitaria di Biella." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 3 (February 2011): 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003009.

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Abstract:
L'articolo propone una rilettura di due esperienze, riconducibili alle cornici teorico-metodologiche della ricerca-intervento e della formazione-intervento, condotte nella Azienda Sanitaria Locale BI di Biella. Gli scenari operativi relativi ad entrambi i progetti attengono lo sviluppo di comunitŕ di pratica. Viene articolata una riflessione intorno al ruolo che puň, in tal senso, essere assunto da un servizio formazione. Vengono inoltre prese in esame alcune opportunitŕ, nodi critici e competenze richieste, atteggiamenti e caratteristiche della cultura organizzativa di riferimento, sui quali si ritiene necessario sollecitare l'attenzione e l'impegno da parte di chi intenda cimentarsi su questi fronti. Sfide e aspetti questi, tutti attinenti sia le due metodologie di intervento, che la stessa problematica della cura di comunitŕ di pratica in queste organizzazioni.
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Marcuccio, Massimo, and Vanessa Lo Turco. "Università, Imprese e Soggetti Intermediari nei Processi di Innovazione Didattica nelle Scuole di Dottorato. Uno Studio di Caso M." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 2 (December 2022): 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15083.

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Abstract:
Nell'ambito del dottorato di ricerca in Italia, negli ultimi vent'anni si registra un incremento degli iscritti così come dei dottori di ricerca inseritisi nel mondo del lavoro. Tuttavia, confrontando i dati nazionali con quelli internazionali, la percentuale dei dottori di ricerca occupati risulta inferiore in relazione al totale della forza lavoro. Inoltre, molti dei dottori di ricerca ritengono di non utilizzare nel loro lavoro le competenze sviluppate durante il dottorato mentre altri trovano migliori opportunità di lavoro all'estero. Questa situazione problematica sembra trovare una possibile soluzione nell'introduzione di curricula innovativi nei dottorati. Il contributo presenta gli esiti di uno studio di caso multiplo realizzato nel 2021 relativo a un percorso innovativo di educazione non formale sui temi dell'Open innovation promosso da un soggetto intermediario dell'Emilia-Romagna e rivolto ad aziende e dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. L'impianto della ricerca empirica è stato messo a punto a partire da una cornice teorica che ha integrato tre diversi modelli: la Comunità di Pratica, l'apprendimento basato sulla sfida e l'hackathon. L'obiettivo principale è stato quello di descrivere la sostenibilità, l'efficienza e l'efficacia del percorso innovativo. Sono stati coinvolti 14 dottorandi, 8 rappresentanti di quattro imprese, 4 referenti di un soggetto intermediario e 4 consulenti aziendali. I dati sono stati rilevati attraverso l'analisi di documenti, interviste e questionari. Dai principali esiti emerge che il percorso indagato risulta sostenibile, sebbene richieda alcuni adattamenti per migliorarne l'efficienza, e in grado di favorire la costituzione di comunità di pratica capaci di promuovere apprendimenti.
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Corgiat-Loia, Romina, Lucia Pavignano, Marcella Vargiu, Laura Perono Minino, Giovanna Capace, Fabrizia Cogo, Lucia Carlino, et al. "Lo sguardo oltre…un percorso avviato in ASL TO4 per il trattamento delle lesioni cutanee croniche/Looking beyond...a path started in ASL TO4 for the treatment of chronic skin lesions." Italian Journal of Wound Care 2, no. 2 (June 25, 2018). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2018.27.

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Abstract:
Le lesioni cutanee croniche (LCC) sono una problematica diffusa che impatta fortemente sulla vita delle persone colpite, ma se vengono gestite da gruppi multiprofessionali dedicati alla vulnologia l’assistenza viene ottimizzata e gli esiti clinici migliorano. Nell’ASL TO4, azienda sanitaria piemontese, è stato formalizzato con delibera del Direttore Generale un gruppo di esperti vulnologi denominato Rete Aziendale per il trattamento delle lesioni cutanee croniche il cui principale obiettivo è uniformare i percorsi diagnostici-assistenziali nell’Asl TO4 su prevenzione e cura delle LCC. Nel 2016 l’attività svolta dal gruppo negli ospedali e nei distretti attraverso le consulenze vulnologiche da un lato e con le prestazioni erogate negli ambulatori dall’altro ha preso in carico 504 pazienti; nello stesso periodo il team ha ideato e gestito 4 corsi di formazione su prevenzione e cura delle lesioni da decubito rivolto a dipendenti e Medici di Medicina Generale operanti sul territorio dell’ASL TO4. Chronic skin lesions (CKL) are a widespread problem that has a strong impact on the lives of affected people, but if they are managed by multi-professional groups dedicated to vulnology, care for them is optimized and clinical outcomes improve. In the ASL TO4, a Piedmontese health company, a group of expert volnologists called 'the Corporate Network for the treatment of chronic skin lesions' was formalized by resolution of the General Manager, whose main objective is to standardize the diagnostic-assistance pathways in the ASL TO4 on prevention and treatment of CKLs. In 2016 the activity carried out by the group in hospitals and districts through vulnological consultations on the one hand and with the services provided in outpatient clinics on the other has taken care of 504 patients; in the same period the team has designed and managed 4 training courses on prevention and treatment of bedsores injuries aimed at employees and General Practitioners operating on the ASL TO4 territory.
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Viviana, Perfetto, and D'Ambrosio Antonio. "La riabilitazione con tecniche cognitivo-comportamentali nel paziente con sindrome di asperger per una transizione nell’etá adulta." Journal of Advanced Health Care, May 18, 2020. http://dx.doi.org/10.36017/jahc2005-005.

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Abstract:
E’ stata ormai ampiamente dimostrata l’efficacia delle tecniche cognitivo – comportamentali in moltissimi disturbi di natura psichiatrica, ma ancora oggi le evidenze lasciano una zona d’ombra sull’applicazione di questi interventi ai disturbi generalizzati dello sviluppo. Questo studio si propone quindi di individuare e trattare alcune delle problematiche tipicamente presenti in questi soggetti, riconducibili alle aree del contatto visivo, della risposta al nome, e del linguaggio espressivo e recettivo. Il campione è rappresentato da dieci pazienti adolescenti con diagnosi di Sindrome di Asperger, afferenti al PAIDèS (polo aziendale di intervento sui disturbi generalizzati dello sviluppo) dell’ASL Napoli 2. Per ogni paziente, valutato utilizzando ADI-R e ADOS, sono stati individuati tre obiettivi mediante la compilazione di un’apposita check list; lo scopo dello studio è quello di stimare l’apprendimento di tali abilità su breve termine, verificando se l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali rappresenti un metodo più rapido per migliorare alcuni aspetti del comportamento e dell’interazione in questi soggetti. Gli obiettivi sono stati concordati con i genitori dei pazienti, in modo tale da evidenziare gli aspetti maggiormente problematici ed individuare target terapeutici raggiungibili in un breve periodo di tempo. L’ADI-R e l’ADOS si sono rivelati ottimi strumenti di valutazione, completi e complementari, che consentono una visione ampia del passato e del presente dei pazienti coinvolti; la check list è stata invece utilizzata durante i primi incontri per individuare gli obiettivi su cui impostare il lavoro successivo, ed alla fine dello studio per poterne valutare l’effettivo raggiungimento. E’ previsto, infine, un follow up a 6 mesi con ADOS e check list per valutare il mantenimento nel tempo dei risultati ottenuti.
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Foddis, A. "Il Controllo di Gestione e la Spending Review." Working Paper of Public Health 2, no. 1 (June 15, 2013). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2013.6757.

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Abstract:
Obiettivi: In un’ottica di razionalizzazione dei costi, tenuto conto che la regionalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e la sua articolazione in aziende sanitarie sono state concepite dalle riforme come strumento proprio per tentare di raggiungere un equilibrio tra le limitate risorse e la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), obiettivo del presente lavoro è quello di delineare il ruolo fondamentale che il Controllo di Gestione (CdG), in quanto strumento in grado di verificare l’efficienza di gestione delle singole strutture in cui si articola il SSN, riveste in tale contesto. Metodologia: Caso studio legato agli adempimenti compiuti dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria in attuazione della DGR 2-4474 del 06.08.2012 “Determinazione obiettivi economici-finanziari delle aziende sanitarie regionali per l’anno 2012”. Dalla data di approvazione di tale provvedimento, la direzione aziendale si è impegnata in una serie di azioni volte a garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione nel rispetto delle citate disposizioni della Regione Piemonte in materia di Spending Review (SR), emanate a compimento di quelle decretate a livello nazionale (DL 95/12 “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”). Tali obiettivi hanno di fatto stimolato l’esigenza di dare ulteriore impulso alle già avviate attività aziendali in ambito di Controllo di Gestione (CdG), con particolare riguardo al sistema di budget, quale strumento di responsabilizzazione dirigenziale sulle azioni intraprese e sui risultati raggiunti in riferimento a tali vincoli. Risultati: Il sistema di Cdg collegato a quello di valutazione della performance risulta essere confacente alle misure di SR, solo se inteso come strumento di valutazione di efficacia e di valutazione della capacità delle politiche pubbliche di produrre gli effetti desiderati. La valutazione di efficacia diventa rilevante per identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi che sono stati affidati alle diverse strutture sanitarie o che li raggiungono solo in maniera inefficiente, a fronte di spese molto più alte del necessario; tale valutazione deve essere mirata a interventi volti a indurre un cambiamento in condizioni o comportamenti ritenuti problematici. Conclusioni: La SR non dovrebbe assumere carattere di misure correttive straordinarie mirate ad assicurare il rispetto dei vincoli di bilancio (come sembrano essere finalizzate, da ultime, quelle decretate dal Governo Monti), ma intrecciarsi all’interno dell’intero processo di budgeting e di performance management per farle divenire uno strumento sistematico attraverso il quale ricercare le modalità più efficienti ed efficaci di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale, in un contesto di controllo e razionalizzazione della spesa sanitaria. Concludendo, al fine di realizzare un sistematico programma di analisi e valutazione della stessa, e quindi di eludere in futuro la necessità di dover ricorrere ad ulteriori riduzioni per garantire l’equilibrio dei conti pubblici, diventa improrogabile l’esigenza di rafforzare le attività di programmazione strategica e di controllo sul sistema di gestione delle aziende sanitarie potenziando, nel contempo, le strutture e gli strumenti di controllo e monitoraggio all’interno delle medesime.
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Anna, Romano, Cangiano Antonia, and Panico Giovanni. "La formazione come coefficiente di protezione contro gli infortuni: nuove tecniche e valutazione dell’impatto economico sul bilancio aziendale." Journal of Advanced Health Care, December 20, 2019. http://dx.doi.org/10.36017/https://jahc.eu/prevenzione/jahc1912-008/.

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Abstract:
Accidents at work are the cause of long absence/death of workers.Part of the European population suffers from workrelated health problems,it is the EU-OSHA itself that points out that their cost on a global scale is 2680billion euros, 3.9% GDP-,the European one of 476billion euros-3.3%GDP.The economic advantages of investments for safety are evident and the acquisition of awareness of the worker on the level of risk represents a coefficient of protection against accidents.Training proves to be a valid prevention tool in the hands of the employer which reduces it to a mere regulatory compliance, detached from the overall corporate security project, underestimating that negligent choices constitute heavy hypotheses of crime in the presence of avoidable injuries through adequate training.The project wants to raise awareness of the employer on the power of training as a protection coefficient suggesting training approaches that,where adequate and correctly implemented,exempt him from the responsibilities deriving from the accident.Knowledge of the danger inherent in substances,machines and processes, mastery of working techniques, competence in the safe use,if not combined with other “confounding”(non-compliance)factors,they can significantly reduce the risk.These are skills that cannot be acquired in an isolated educational path but that require a process integrated with the work that must start at the level scholastic,articulate in the communication to the worker of the business risks and turn into support to expert personnel.The general education carried out at school level would constitute an investment carried out by the State, specific training for coaching would reduce the burdens of classroom training certainly causing a slowdown in production but to a greater advantage a reduction in extraordinary maintenance interventions due to incorrect use of the equipment and absences for participation in training. For the supervisory body, the problematic verification of compliance with regulatory requirements would be solved with the establishment at Regional level of an evaluation team.
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Dissertations / Theses on the topic "Problematiche aziendali"

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Donati, Alberto. "Analisi, problematiche e soluzioni relative ai rischi connessi ai dati aziendali." Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20578/.

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Abstract:
Nel corso degli anni si è potuto vedere quanto i dati siano importanti per le aziende. I dati possono creare enormi guadagni (o danni) sia alle aziende medio/piccole sia alle grandi multinazionali. Non sempre le aziende si rendono conto di quanto i dati siano fondamentali per continuare a lavorare. Questa tesi vuole fare un’analisi della gestione dei dati e dei rischi ad essi connessi. Propone inoltre delle soluzioni su come prevenire i danni ai dati e un caso di un’azienda che è riuscita a non fallire nonostante un grave incendio che ha distrutto la sede. Negli anni sono stati creati diversi standard ISO relativi anche alla gestione delle informazioni e alla business continuity, alcuni dei quali vengono utilizzati in questo elaborato. In questo scritto viene illustrata la situazione relativa alla gestione dei dati di aziende e Pubbliche Amministrazioni. Inoltre, questa tesi illustra dei punti fondamentali del piano di Disaster Recovery. Questo piano è molto utile in caso di disastro di qualsiasi tipo per gestire al meglio la situazione.
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DELL'ERA, BARBARA. "Problematiche aziendali di dimensionamento delle navi da crociera fluviale in Europa." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65445.

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Abstract:
La presente Tesi di Dottorato dal titolo “Problematiche aziendali di dimensionamento delle navi da crociera fluviale in Europa” ha l’obiettivo di identificare i fattori che influenzano il dimensionamento delle navi da crociera fluviale sulla base della letteratura manageriale e di un’analisi empirica di casi aziendali. Lo studio è focalizzato sulla nicchia delle crociere fluviali, che presenta specifiche problematiche di progettazione del prodotto rispetto alle crociere marittime. Partendo dalla descrizione della nascita e dell’evoluzione del fenomeno crociera, viene esaminato il prodotto turistico sia per il mercato di massa, sia per quello di nicchia; per finalità comparative, viene dapprima esaminata la tematica dell’impianto nave nel caso delle crociere marittime, con un focus sulle principali compagnie del settore. Successivamente, viene studiato il settore delle crociere fluviali, con particolare riferimento al mercato dell’Europa centrale ed occidentale. Attraverso un’attenta disamina dei principali operatori, vengono identificate le variabili collegate alla progettazione del prodotto crociera (segmento di mercato di riferimento, itinerario, destinazione, posizionamento del prodotto) e le rispettive implicazioni sul dimensionamento della nave. Si approfondisce ulteriormente il problema del dimensionamento, in rapporto ai consolidati modelli della letteratura manageriale; tale quadro concettuale è strumentale per identificare i fattori che influenzano la dimensione degli impianti nave dedicati alle crociere fluviali europee. Sotto il profilo metodologico, lo studio si è basato sull’impiego di dati della Cruise Lines International Association (CLIA) e sulla comparazione di casi aziendali concernenti i principali operatori del settore. Inoltre, l’analisi ha assunto quale riferimento i dati relativi ad indagini concernenti tour operator e agenti di viaggio, per delineare in misura più puntuale le specifiche problematiche aziendali, nonchè le rispettive implicazioni sul dimensionamento I risultati conducono all’identificazione dei vincoli operativi e ambientali che influenzano la dimensione dell’impianto nave. Tali variabili appaiono collegate alle strategie di crescita aziendale e alle politiche di posizionamento del prodotto, nonché risultano rilevanti per la formulazione di strategie di destination management.
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Zanin, Davide <1997&gt. "L'utilizzo del DDMRP per la risoluzione di problematiche aziendali: il caso Futura Serramenti s.r.l." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19775.

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Abstract:
La pianificazione dei fabbisogni materiali è un’attività fondamentale che svolge ogni azienda al suo interno. Il mercato attuale con cui le imprese devono confrontarsi è caratterizzato da una elevata variabilità della domanda dettata da una grandissima varietà di prodotti e da tempi di tolleranza del cliente molto ridotti rispetto al passato. Nel tempo le aziende hanno continuato ad utilizzare delle metodologie, per facilitare l’operato dei pianificatori, che non si sono sempre adattate ai cambiamenti dell’ambiente esterno. Ne è un esempio l’MRP (Material Requirement Planning), sistema di pianificazione nato negli anni ’60 e presente in larga scala nell’industria mondiale, le cui regole su cui è stato definito non sono più attuali. Per questo motivo, Carol Ptak e Chad Smith, hanno ideato un nuovo strumento, il DDMRP (Demand Driven Material Requirements Planning). Esso è un sistema ibrido tra i metodi push e quelli pull, tramite il quale si riesce a pianificare e gestire l’intera supply chain, grazie al posizionamento di buffer di materiali posizionati in particolari punti di disaccoppiamento. In questa tesi verrà inizialmente svolto un breve excursus storico riguardante i vari sistemi di pianificazione nel tempo, in particolar modo approfondendo le principali inadeguatezze dell'MRP in relazione al mercato moderno, in seguito, verrà presentato il DDMRP sia in ambito teorico che pratico tramite una simulazione di applicazione in una piccola impresa chiamata Futura Serramenti s.r.l.. Tale simulazione avrà come obiettivo quello di risolvere alcune problematiche dell'azienda riguardanti la gestione degli approvvigionamenti delle materie prime.
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Zannol, Barbara. "PROBLEMATICHE DI IMPLEMENTAZIONE DI SISTEMI PER LA GESTIONE DELLA CONOSCENZA NELLE ORGANIZZAZIONI Un'analisi dei Portali Aziendali." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3426963.

Full text
Abstract:
The traditional idea that in order to guarantee the success of enterprises and organizations it is sufficient to manage the tangible aspects linked to products or services has long been surpassed. In organizations, the aspects concerning Knowledge Management, the real keystone for the competitive advantage of enterprises as well are more and more relevant. Furthermore, the development of Information & Communication Technology (ICT) has brought about a proliferation of data and information which are at the organizations’ disposal, so much as to generate a real informative-cognitive overload which has to be dealt with and managed. On the basis of this, many initiatives have been undertaken by organizations to codify, accumulate, spread and manage knowledge, mainly thanks to the use of new ICT applications. Hence the Knowledge Management (KM) trend was born. This concerns the methods and practices directed to the maintenance of the cognitive basis in the organization, the safeguard of the organizational memory, the constitution of a “knowledge repository” for activities of problem solving and processes of innovation, renovation of the internal competences, etc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). The implementation of practices for Knowledge Management may concern very diverse fields and according to the context, influence and include the support of the ICT (Anand e al., 1998), of the organizational structure (Wenger e Snider, 1999), of human resources (Ulrich, 1998), and of strategy Grant, 1996). According to the results of a study done by KPMG, already in 2000 at least 81% of the companies leading in their fields with premises in Europe and in the USA had begun remarkable investments for the implementation of the Knowledge Management System (KMS) based on three main goals: to reach and maintain a competitive advantage, develop relations ad hoc with their own customers and eventually improve product innovation (KPMG, 2000). This trend can also be confirmed in Italy where, for the year 2007, the Information Technology (IT) market raised the underlined growth arriving at a turnover of 21.4 billion euros (Assintel, 2007). In the same way, the survey lead by HP (2007) in Europe has shown a growing awareness on the part of enterprises about the strategic role of the ICT. In fact, 55% of the PMI has declared to have a medium-long term strategy and 49% is willing to buy new solutions to optimize the internal processes. Even though this data clarifies the reasons why organizations invest (human and economic) resources in ICT, it must nevertheless be explained why many of these enterprises have met and still experience obstacles to Knowledge Management from a theoretical and practical point of view. The key element of KM is typically considered to be ICT. It has a variety of technologies at its disposal though it is not typically useful to solve the problem in a definitive way. Because of this it is necessary to reflect on the connections between knowledge, ICT and KM. This thesis tackles the matter with reference to a promising KM technology, the Corporate Portal. Our goal is to analyze the complex link between KM, strategy, organization and ICT. In particular, the goal is to analyze if and how a Portal project is linked to the role that the same organization gives to knowledge and then to KM. Consequently, this research proposes to study the present approach to Corporate Portal Projects from different organizations, so as to understand if and how the capacities of the Knowledge Management of these instruments can be combined with the strategic approaches and the organizational structures and what the planning problems, the strong and weak points, the different approaches and the solutions adopted in relation to the characteristics of every organization are. The first problem we face is the definition and classification of this technology, as a single definition does not exist, much less one suitable to recognize the role of KMS of Corporate Portal (CP). This thesis begins, therefore, by proposing a definition and a classification of Corporate Portal that goes beyond its typically considered purely technical characteristic and it focuses on the CP as KMS. A definition of CP is proposed which focuses on the capacities of these instruments as technologies apt to support the management of the inter-organizational and intra-organizational content flow. The second part focuses on the empirical verification of the planning problems of the CP in the different typologies of organizations seen as an explicit instrument for the efficient management of knowledge.
L’idea che per garantire il successo delle imprese e delle organizzazioni sia sufficiente gestire gli aspetti tangibili legati ai prodotti o servizi è stata ormai da tempo superata. Sempre più nelle organizzazioni sono rilevanti gli aspetti inerenti la gestione della conoscenza, vera chiave di volta anche per il vantaggio competitivo delle imprese. Inoltre, lo sviluppo dell’Information & Comunication Technology (ICT), ha portato ad una proliferazione dei dati e delle informazioni che sono a disposizione delle organizzazioni, tale da generare un vero e proprio overload informativo – cognitivo che va affrontato e gestito. Sulla base di ciò molte iniziative sono state intraprese dalle organizzazioni per codificare, accumulare, disseminare, e gestire la conoscenza, soprattutto grazie proprio all’utilizzo di nuove applicazioni ICT. E’ nato il filone del Knowledge Management (KM) che riguarda i metodi e le pratiche volte al mantenimento della base conoscitiva nell’organizzazione, la salvaguardia della memoria organizzativa, la costituzione di knowledge repository per attività di risoluzione dei problemi e processi di innovazione, il rinnovamento delle competenze interne, ecc. (Simon, 1991; Hansen, 2002; Mc Demott & O’Dell, 2001; Hansen & Avital, 2005). L’implementazione di pratiche per il Knowledge Management può riguardare ambiti molto diversi e, a seconda del contesto, influenzare e includere il supporto delle ICT (Anand & al., 1998), della struttura organizzativa (Wenger & Snider, 1999), delle risorse umane (Ulrich, 1998), della strategia (Grant, 1996). Secondo i risultati di una ricerca svolta da KPMG, già nel 2000 almeno l’81% delle compagnie leader nei propri settori con sedi in Europa e Stati Uniti aveva attivato cospicui investimenti per l’implementazione di Knowledge Management System (KMS) sulla base di tre principali obiettivi: raggiungere e mantenere un vantaggio competitivo, sviluppare relazioni ad hoc con i propri clienti e infine migliorare l’innovazione di prodotto (KPMG, 2000). Tale trend si conferma anche in Italia, dove, per l’anno 2007, il mercato dell’Information Technology (IT) ha rilanciato la crescita evidenziata arrivando ad un fatturato di 21,4 miliardi di euro (Assintel, 2007). Allo stesso modo, l’indagine condotta da HP (2007) in Europa ha rilevato una crescente consapevolezza delle imprese sul ruolo strategico delle ICT. Il 55% delle PMI ha dichiarato infatti di avere una strategia di medio – lungo periodo e il 49% è disposto ad acquistare nuove soluzioni per ottimizzare i processi interni. Sebbene questi dati chiariscano ampiamente le motivazioni per cui le organizzazioni investono risorse (umane e finanziarie) in ICT, rimane tuttavia da spiegare, dal punto di vista teorico e pratico perché molte di queste iniziative abbiano incontrato e tuttora sperimentino elevati ostacoli alla gestione della conoscenza. L’elemento chiave del KM è tipicamente considerato essere l’ICT. Tuttavia dispone di una varietà di tecnologie non prettamente volte a risolvere il problema del KM. Infatti, si è assistito ad una proliferazione di sistemi e tecnologie per il KM, ma nessuna in grado di risolvere il problema in modo definitivo. Da ciò si rende necessario riflettere sul legame tra conoscenza, ICT e KM. Questa tesi affronta la questione con riferimento ad una tecnologia di KM giudicata promettente, il Portale Aziendale. Si vuole analizzare il complesso legame tra KM, strategia, organizzazione e ICT. In particolare, l’obiettivo è analizzare se e come un Progetto di Portale sia collegato al ruolo che l’organizzazione stessa attribuisce alla conoscenza e quindi al KM. Il presente lavoro si propone, pertanto, di studiare l’attuale approccio ai Progetti di Portali Aziendali da parte di organizzazioni di tipo diverso, al fine di comprendere se e come le potenzialità di gestione della conoscenza di questi strumenti si possano combinare con gli approcci strategici e le strutture organizzative, e quali siano le problematiche progettuali e i punti di forza e debolezza, le tipologie di approccio e le soluzioni adottate in relazione alle caratteristiche di ciascuna organizzazione. Una prima questione affrontata riguarda il problema della definizione e classificazione di questa tecnologia, dato che non esiste una definizione univoca e tanto meno una atta a riconoscere il ruolo di KMS del Portale Aziendale (PA). Questa tesi inizia, pertanto, proponendo una definizione e una classificazione di Portale Aziendale che va al di là delle pure caratteristiche tecniche tipicamente considerate e si focalizza sul PA come KMS. Viene proposta una definizione di PA focalizzata sulle potenzialità di questi strumenti come tecnologie atte a supportare la gestione dei flussi di contenuti inter – organizzativi e intra – organizzativi. La seconda parte della tesi si propone di verificare empiricamente le problematiche progettuali dei Portali Aziendali nelle diverse tipologie di organizzazioni visti come strumento esplicito per la gestione efficace della conoscenza.
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Di, Stani Carmen. "Il welfare aziendale. Problematiche fiscali e inquadramento giuslavoristico." Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2017. http://hdl.handle.net/10446/77201.

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Abstract:
L’obiettivo del presente elaborato è quello di ripercorrere le fasi che hanno caratterizzato lo sviluppo della materia del welfare aziendale da un punto di vista fiscale e giuslavoristico. Il percorso tracciato nel presente elaborato si divide in tre parti. Nel primo capitolo si indaga sulla nascita e sul progressivo declino del welfare state, ponendo l’accento sull’inevitabile affermarsi di forme alternative e integrative di welfare a sostegno del fabbisogno di risorse economiche da parte della macchina pubblica. Nel secondo capitolo viene affrontata la tematica fiscale e tributaria del welfare aziendale inteso quale insieme di prestazioni, opere e servizi di rilevanza sociale erogate dalle imprese a favore dei dipendenti, sia volontariamente che in forza di contratti di secondo livello. Dopo aver ripercorso le fasi che hanno caratterizzato la nascita e il conseguente sviluppo del welfare aziendale, quale forma alternativa e integrativa di welfare pubblico, si passa ad analizzare la tematica fiscale e giuslavoristica del welfare aziendale che a seguito dell’emanazione della Legge di Stabilità del 2016 (Legge 28 dicembre 2015 n. 208) ha subito un totale stravolgimento sia sotto il profilo concettuale che fiscale. Precedentemente all’emanazione della Legge di Stabilità del 2016, i diversi studi scientifici condotti sul welfare aziendale avevano messo in luce il fatto che esso fosse nato e si fosse sviluppato all’interno delle imprese su iniziativa volontaria dell’imprenditore, escludendo del tutto l’iniziativa contrattuale delle parti sociali. Prima del 2016, infatti, si delineava una chiara e netta distinzione tra le fonti del welfare, che si dividevano in volontarie (welfare aziendale) e negoziate con le parti sociali (welfare contrattuale). Con la Legge di Stabilità del 2016 il Legislatore ha completamente eliminato la differenza tra welfare aziendale unilaterale e contrattato, permettendo l’erogazione di prestazioni, opere e servizi a sfondo sociale sia attraverso un processo di contrattazione con le parti sociali, sia attraverso iniziative unilaterali e volontarie promosse dal datore di lavoro. La Legge di stabilità del 2016 può essere definita come una vera e propria “rivoluzione” del welfare aziendale dal momento che attraverso la riscrittura del comma 2 dell’articolo 51 del TUIR, il Legislatore oltre ad aver equiparato il welfare aziendale al welfare contrattuale, ha concesso anche la completa deducibilità dal reddito di impresa per il totale degli investimenti in welfare aziendale che il datore di lavoro dovesse effettuare in ottemperanza a disposizioni contenute in contratti di secondo livello. Nel terzo capitolo, infine, sulla base dei dati pubblicati sul “Dossier XVII Legislatura – Legge di Stabilità 2016 – Profili Finanziari A.C. 3444”, emanato dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati nel novembre del 2015, sono stati analizzati gli effetti sui saldi di finanza pubblica determinati dalla riforma introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 con riferimento alle misure di welfare aziendale.
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Minello, Andrea <1992&gt. "Il magazzino in una azienda manifatturiera: aspetti gestionali e problematiche fiscali." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11806.

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Abstract:
La tesi si propone di confrontare la gestione empirica del magazzino di un'impresa reale rapportandola con i metodi teorici proposti dalla dottrina (Es. Wilson/MRP) e da questo confronto far emergere pregi e difetti. Un altro obiettivo è lo studio di come la regolamentazione fiscale sulle scritture ausiliarie di magazzino vada a impattare sulla gestione nella pratica aziendale.
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Monetti, Pamela <1987&gt. "FARE BUSINESS IN CINA: OPPORTUNITÀ E PROBLEMATICHE PER LE PMI ITALIANE." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2098.

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Abstract:
La volontà delle piccole e medie imprese italiane di oltrepassare i confini nazionali e di competere sulla scena globale le pone di fronte alla necessità di individuare ed istruire "manager globali" capaci di relazionarsi in differenti ambienti organizzativi, competitivi e culturali. Essa risulta una prova notevolmente complicata, soprattutto in Cina, che, a causa della profonda diversità culturale, costituisce di frequente una delle minacce maggiori all’internazionalizzazione dell’impresa, e che incide profondamente sul disegno di gestione delle risorse umane, dal reclutamento alla retribuzione, fino alla formazione e alla pianificazione delle carriere. L’International Human Resource Management consiste in una tra le attività dell’impresa fondamentali per una vincente strategia nel mercato cinese, indipendentemente dalla modalità di internazionalizzazione adottata. Le difficoltà connesse all’individuazione di manager internazionali richiedono numerose analisi e valutazioni, spesso complesse, come l’international assignment, ovvero la gestione degli incarichi oltreconfine, oppure un adeguato adattamento degli espatriati al nuovo contesto sociale, culturale ed etico.
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Tremea, Sara <1995&gt. "Creare e trasferire Capitale Intellettuale: problematiche di valore nelle PMI familiari." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18982.

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Abstract:
Nell’era della knowledge economy i differenziali di performance e la creazione di valore derivano dall’intangible book value: per catturarlo, stante la scarsa considerazione in bilancio, occorre stimare il capitale economico. Trattandosi di un valore volatile e rischioso, il presente lavoro indaga le problematiche connesse allo sviluppo e al trasferimento di competenze e risorse immateriali, con un focus sui Family Business. Nel corso del primo capitolo verrà disegnato il quadro degli intangibles (cd Capitale Intellettuale) e introdotta la Resource-Based Theory, che per prima individua nelle risorse aziendali, specie immateriali, la chiave del vantaggio competitivo. I filoni di studio successivi, affrontati nel capitolo due e basati su competenze e conoscenza, forniranno la base teorica per indagare l’intricato rapporto tra piano individuale ed organizzativo, al fine di comprendere in che modo un’organizzazione può creare, sviluppare, mantenere, coordinare ed accrescere un patrimonio di conoscenze, competenze e risorse che sia proprio e distinto dai singoli membri, sviscerando in tale contesto il tema dell’apprendimento. Il focus del capitolo tre saranno le piccole e medie imprese di matrice familiare, nelle quali il complesso di risorse e competenze (familiness) rischia di sfumare con l’uscita del/i leader, assieme al valore aziendale. Dopo aver individuato, nel capitolo quattro, il rapporto tra intangibles generici e avviamento e le criticità del metodo DCF, l’elaborato terminerà con un case study che analizza il modo in cui il private equity gestisce il passaggio generazionale, trasferendo Capitale Intellettuale e valore.
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Stefanelli, Angela Isotta <1987&gt. "L'attività dell'Istituto Italiano di Cultura di Melbourne per l'anno 2012. Problematiche e specificità." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3673.

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Abstract:
L’istituto Italiano di Cultura di Melbourne si inserisce in una realtà specifica, dove la lingua e cultura italiana sono diffuse da tempi lontani. Allo scopo di mantenere i contatti con gli enti e le istituzioni locali e per sviluppare il dialogo culturale, l’Istituto di Melbourne ha attivato una serie di azioni e comportamenti. Attraverso una ricca programmazione annuale, l’Istituto si preoccupa di divulgare e promuovere sia la lingua che la cultura italiana. Gli eventi organizzati riguardano i più vari campi artistico-culturali: dalle letture di Dante alla musica popolare, dalle mostre d’arte agli spettacoli teatrali. È analizzata in questo lavoro la programmazione dell’Istituto di Melbourne per il 2012 e il panorama sociale ad esso collegato. Emerge nell’elaborato una sostanziale incompatibilità tra la cultura italiana contemporanea e la cultura dell’immigrazione di metà ‘900. Davanti a tale divergenza vediamo però come l’Istituto sia capace di adattarsi e mantenere vivi anche i contatti con la comunità italiana spesso tramite la partecipazione ad eventi culturali promossi per la “Little Italy” di Melbourne. Il segreto dell’Istituto per riuscire a realizzare la propria mission è quello di sapersi adattare alle diverse esigenze e rinnovare quotidianamente. Solo così è possibile mantenere vivi i rapporti sia con la comunità italiana sia con le istituzioni locali proponendo un’offerta che interessi tutte le realtà con le quali l’Istituto si rapporta.
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Rosa, Catia <1995&gt. "La problematica dei mutui ipotecari e la soluzione Re.O.Co." Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16797.

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Abstract:
Dopo la crisi dei mutui sub-prime le interrelazioni tra il mercato immobiliare e il settore bancario sono diventate pericolose. Infatti, la debolezza del mercato immobiliare e l’aumento dei crediti deteriorati, in relazione alle inefficienze della giustizia italiana nel recupero degli immobili ipotecati, hanno contribuito all’adozione da parte della banca di requisiti prudenziali più stringenti e alla diminuzione della capacità di finanziare lo sviluppo e la crescita del Paese. Sebbene negli ultimi anni si stia assistendo a una diminuzione del rischio in capo alle banche e ad una ripresa delle transazioni immobiliari, il problema del recupero del credito in asta resta un problema attuale. In questo senso, lo strumento della Re.O.Co., che nasce con lo scopo di rimpossessarsi degli immobili a garanzia dei crediti, “proteggendo” il loro valore di recupero, e valorizzandoli successivamente sul mercato libero, appare in alcuni casi una valida soluzione e l’obiettivo dell’elaborato è proprio quello di dimostrarne la bontà, alla luce dei recenti interventi normativi e fiscali del Legislatore.
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Books on the topic "Problematiche aziendali"

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Miraglia, Rosa Alba. Le problematiche economico-aziendali dell'informativa nella realtà dei gruppi parabancari. Milano: Giuffrè editore, 1988.

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Miraglia, Rosa Alba. Le problematiche economico-aziendali dell'informativa nella realtà dei gruppi parabancari. Milano: Giuffrè editore, 1988.

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Book chapters on the topic "Problematiche aziendali"

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Bertoni, Michele, Bruno De Rosa, Guido Grisi, and Alessio Rebelli. "Linking Cost Control to Cost Management in Healthcare Services." In Health Economics and Healthcare Reform, 185–219. IGI Global, 2018. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-5225-3168-5.ch012.

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Abstract:
The issue of healthcare costs has become increasingly problematic over the years. This chapter summarizes the problems faced by hospitals when measuring the costs of healthcare treatments, explaining how an Activity-Based Costing (ABC) framework can be successfully adopted in healthcare settings. After describing the theoretical foundations of cost control and cost management, the chapter continues with the analysis of three real-life applications of ABC in a hospital, drawn from the process analysis and activity-based costing experience developed at the Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” (Joint Hospitals) of Trieste, Italy. In particular, the cases are about cost measurement in cardiology, odontostomatology, and radiology, and describe the technical solutions applied for computing the costs of selected therapeutic and diagnostic treatments. A particular emphasis is placed on how these measures have been subsequently used by hospital managers and medical personnel in order to gain insights and to improve the efficiency of the processes developed within the organization.
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Bertoni, Michele, Bruno De Rosa, Guido Grisi, and Alessio Rebelli. "Linking Cost Control to Cost Management in Healthcare Services." In Handbook of Research on Global Business Opportunities, 432–68. IGI Global, 2015. http://dx.doi.org/10.4018/978-1-4666-6551-4.ch021.

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Abstract:
The issue of healthcare costs has become increasingly problematic over the years. This chapter summarizes the problems faced by hospitals when measuring the costs of healthcare treatments, explaining how an Activity-Based Costing (ABC) framework can be successfully adopted in healthcare settings. After describing the theoretical foundations of cost control and cost management, the chapter continues with the analysis of three real-life applications of ABC in a hospital, drawn from the process analysis and activity-based costing experience developed at the Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” (Joint Hospitals) of Trieste, Italy. In particular, the cases are about cost measurement in cardiology, odontostomatology, and radiology, and describe the technical solutions applied for computing the costs of selected therapeutic and diagnostic treatments. A particular emphasis is placed on how these measures have been subsequently used by hospital managers and medical personnel in order to gain insights and to improve the efficiency of the processes developed within the organization.
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