Academic literature on the topic 'Principio di effettività'

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Journal articles on the topic "Principio di effettività"

1

Chiapponi, Giovanni. "Can harmonized time limits in European civil procedure enhance the effectiveness of the enforcement of EU Law? = Possono termini processuali armonizzati in materia civile incre-mentare l’ effettività nell’esecuzione del diritto dell’Unione Europea?" CUADERNOS DE DERECHO TRANSNACIONAL 12, no. 1 (March 5, 2020): 543. http://dx.doi.org/10.20318/cdt.2020.5202.

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Abstract:
Abstract: The article focuses on the judgment Al Bosco, rendered by the ECJ on 4th October 2018. Al Bosco gives a new insight as to how the ECJ interprets the following questions: firstly, it clarifies the relationship between the doctrine of extended effects and that of equivalent effects; secondly, it underlines the importance of the principle of legal certainty; finally, it addresses issues concerning the time limit for the enforcement of a provisional measure issued in a Member State other than the Member State in which enforcement is sought. Against such a background, I will examine the pos-sibility of introducing a uniform and autonomous concept of harmonized time limits within the EU.Keywords: Time limits, provisional measures, recognition and enforcement of judgments in civil and com-mercial matters, civil judicial cooperation, harmonisation.Riassunto: lo scritto è di commento alla sentenza “Al Bosco”, pronunciata dalla CGUE il 4 ottobre 2018. L’arresto in parola si segnala per il quid novi introdotto dalla Corte di Lussemburgo sull’interpretazione di talune questioni: inizialmente, chiarifica il rapporto tra il principio di estensione dell’efficacia e quello di equivalenza degli effetti; sottolinea, quindi, la centralità del principio di legalità giuridica. Affronta, da ultimo, talune problematiche relative all’applicazione del termine per l’esecuzione di una misura cautelare (un sequestro conservativo) in un contesto transfrontaliero. La sentenza mi fornisce lo spunto per svolgere alcune brevi considerazioni circa l’opportunità di valutare l’introduzione di un concetto autonomo ed uniforme di termini processuali armonizzati all’interno dell’Unione Europea. Parole chiave: termini processuali, misure cautelari, riconoscimento ed esecuzione di decisioni in materia civile e commerciale, cooperazione giudiziale in materia civile, armonizzazione.
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Algostino, Alessandra. "Principio di effettivitŕ e principio di costituzionalitŕ nella disciplina delle relazioni industriali." DEMOCRAZIA E DIRITTO, no. 1 (October 2012): 169–83. http://dx.doi.org/10.3280/ded2012-001010.

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Gragnoli, Enrico. "Gli strumenti di tutela del reddito di fronte alla crisi finanziaria." GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 136 (December 2012): 573–618. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2012-136003.

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Abstract:
Lo scritto si occupa della crisi dello stato sociale e dei suoi riflessi sulla effettivitŕ dei principi costituzionali. L'autore si sofferma sugli istituti di tutela del reddito e, in particolare, sul c.d. «reddito di cittadinanza», considerato non conforme ai principi costituzionali sul lavoro. Si esaminano le relazioni tra il contesto istituzionale e il settore privato. In particolare, si analizza il ruolo attribuito agli enti bilaterali. Il saggio studia il nesso tra politiche attive e passive di promozione e di difesa dell'occupazione, nonché il ruolo svolto dalle regioni. Infine, si individua nel sistema dei trattamenti in deroga e nella sua disciplina, il sintomo piů evidente di disarticolazione del sistema protettivo.
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Alpa, Guido. "I rimedi di diritto privato nella normativa di derivazione comunitaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 227–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002002.

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Abstract:
L'applicazione del principio di effettivitŕ combinato con il principio di sussidiarietŕ e con il principio della prioritaria competenza del legislatore nazionale e del preventivo ricorso ai rimedi previsti dal sistema processuale nazionale rispetto alla competenza del legislatore comunitario e alla operativitŕ dei rimedi previsti in ambito comunitario per la violazione di normative comunitarie, modella la disciplina dei rimedi previsti dall'ordinamento interno: si tratta sia di rimedi concernenti la violazione di normativa comunitaria, sui quali si č raccolta vasta letteratura, sia di rimedi concernenti i rapporti di diritto privato disciplinati dall'ordinamento comunitario nelle materie di propria competenza. In queste pagine mi occuperň di questo secondo aspetto. Comunque, in ciascuno dei due settori la disciplina dei rimedi e la loro applicazione da parte del giudice č affidata al diritto interno, sempre che esso provveda a tutelare gli interessi protetti in modo adeguato; altrimenti sovviene l'ordinamento comunitario. In questo senso il ricorso ai rimedi comunitari č solo residuale.
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Carla, Ponterio, and Riverso Roberto. "L'articolo 8 della legge 14 settembre 2011 n. 148 e la morte annunciata del diritto del lavoro." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 6 (February 2011): 63–75. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-006006.

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Abstract:
A nemmeno due mesi dalla firma unitaria dell'accordo interconfederale del giugno 2011, le relazioni industriali trovano una nuova fonte esterna di regolamentazione con l'art. 8 della legge di manovra finanziaria (legge 14 settembre 2011 n. 148 di conversione del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138), con cui si introduce la generale e praticamente illimitata derogabilitŕ da parte della contrattazione aziendale e territoriale agli assetti disciplinati dal contratto collettivo nazionale e, ciň che rappresenta la vera rottura con il sistema previgente, alla legge. Il pericolo concreto č rappresentato - al di lŕ della volontŕ delle parti sociali - dalla morte del diritto del lavoro, che sin qui ha risposto a una naturale vocazione all'inderogabilitŕ del principio di legge, e all'eguaglianza del trattamento, su tutto il territorio nazionale, garantito nella sua effettivitŕ dall'uniforme applicazione in sede giurisdizionale.
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Lo Faro, Antonio. "Responsabilitŕ e sanzioni per sciopero illegittimo: cambia qualcosa in Italia dopo Laval?" GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no. 131 (August 2011): 419–32. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131005.

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Abstract:
Il saggio prende lo spunto dalla decisione assunta dalla Corte del lavoro svedese nel seguito nazionale diper interrogarsi sugli effetti che la giurisprudenza comunitaria potrebbe determinare sulla disciplina italiana dei rimedi disponibili in caso di sciopero illegittimo. Dopo aver evidenziato che la disciplina nazionale in materia č essenzialmente rivolta a regolamentare lo sciopero effettuato nell'ambito dei servizi pubblici essenziali, si sostiene che la peculiare natura dei rimedi previsti in caso di illegittimitŕ dei suddetti scioperi, ne impedisce l'applicabilitŕ alla ipotesi dello sciopero comunitariamente illecito. Il saggio si sofferma quindi sulla residualitŕ tradizionalmente propria del rimedio risarcitorio nell'ordinamento nazionale, cercando di individuarne le ragioni, per passare poi ad indicare il rimedio in grado di garantire in ambito nazionale il principio di effettivitŕ del diritto comunitario: ovvero, il provvedimento cautelare a carattere inibitorio. L'A. auspica, in conclusione, un mutamento della giurisprudenza comunitaria in materia, anche alla luce degli orientamenti manifestati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
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Algostino, Alessandra. "La democrazia partecipativa e i suoi lati oscuri." DESC - Direito, Economia e Sociedade Contemporânea 3, no. 2 (April 14, 2021): 44–65. http://dx.doi.org/10.33389/desc.v3n2.2020.p44-65.

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Abstract:
Nell’intervento si riflette sul concetto di democrazia partecipativa, nella prospettiva del suo inserimento nello spazio di due principi e, insieme, obiettivi da rendere effettivi, attraverso i quali si articola l’essenza della democrazia: la sovranità popolare e la partecipazione. Si muove da una definizione della locuzione “democrazia partecipativa”, mettendo in luce i tratti che la contraddistinguono dalla declinazione “rappresentativa” e “diretta” della democrazia, così come dalla democrazia dal basso. L’intento è proporre una riflessione sull’apporto che la democrazia partecipativa può offrire in direzione di una democrazia quanto più possibile effettiva, senza misconoscere i rischi che essa presenta e nella consapevolezza della strutturale dinamicità, tensione e incompiutezza della democrazia.
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Dissertations / Theses on the topic "Principio di effettività"

1

Pappalardo, Giovanni. "Tutela cautelare e principio di effettività." Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1247.

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Abstract:
La tutela cautelare nel processo amministrativo ha attraversato 130 anni nei quali ha conosciuto una notevolissima evoluzione verso (e a favore della) l effettività della tutela giurisdizionale. Ma sono stati soprattutto gli ultimi 10 anni a segnare le tappe fondamentali di tale percorso: la tutela cautelare in passato consentiva solo di sospendere l atto illegittimo in vista del suo annullamento definitivo. A partire dal 2000, a seguito delle elaborazioni giurisprudenziali del Consiglio di Stato e gli impulsi provenienti dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di giustizia CE, la misura è stata resa atipica con la legge 21 luglio 2000, n. 205. Oggi, con il nuovo codice del processo amministrativo introdotto dal decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, è stata ulteriormente potenziata con l introduzione della tutela ante causam, così il giudizio cautelare è divenuto il vero protagonista del processo amministrativo. Le esigenze di celerità ed effettività della risposta giudiziaria non consentono l attesa della decisione di merito, per cui, oggi, il vero processo è quello cautelare. Qui le parti in giudizio devono essere in grado di esprimere in modo completo le loro ragioni e il giudice deve acquisire tutti i necessari mezzi istruttori, perché l ordinanza cautelare ha acquisito un peso formidabile in quanto a contenuto decisorio e l interesse a ricorrere si consuma sempre più spesso nella fase cautelare. Inoltre, con l introduzione del c.p.a. è stato notevolmente ampliato lo spettro delle azioni di cognizione ammissibili innanzi al giudice amministrativo, ma se si sia raggiunta l atipicità delle azioni è ancora presto per dirlo, certamente la giustizia amministrativa ha intrapreso un nuovo percorso evolutivo e oggi il giudice amministrativo è molto più attrezzato che in passato per affrontare le sfide della postmodernità (si pensi alle nuove frontiere del diritto del rischio) e la tutela cautelare è la più efficace tra queste attrezzature perché è servente all effettività dell azione del giudice. Tutto ciò però deve andare di pari passo con la qualità della giurisdizione che è tale se è capace di essere effettiva, ma effettiva con tutti , senza soppesare la (pregiudiziale) qualità intrinseca degli interessi contrapposti (competenza che non è del giudice, ma dell amministrazione) ed essendo capace di sviluppare la sua azione nell alveo dei principi che regolano il giusto processo, come previsto dall art. 111 della Costituzione, anche nella fase cautelare, soprattutto motivando adeguatamente il provvedimento cautelare. Effettività e qualità, insieme ad una forte, ma giusta , azione cautelare, possono determinare un effetto positivo anche nel modo di amministrare, posto che il giudice potrà conoscere profondamente lo sviluppo del procedimento, così la discrezionalità amministrativa, spesso paravento dell autorità per mantenere integro il proprio potere, si ridurrà notevolmente, a tutto vantaggio dei cittadini.
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Tagliasacchi, Eugenio. "Tecniche di garanzia del principio di effettività e tempestività della tutela nel processo amministrativo." Doctoral thesis, Università del Piemonte Orientale, 2022. http://hdl.handle.net/11579/144260.

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Abstract:
La tesi propone una rilettura delle principali novità legislative nonché delle fondamentali svolte della giurisprudenza nazionale ed europea nell'ambito del diritto processuale amministrativo, evidenziando come queste siano state determinate dall'esigenza di dare attuazione al principio di effettività della tutela giurisdizionale, che ha condotto al superamento delle principali regole classiche del processo amministrativo, portando all'affermazione del principio di atipicità delle azioni, al superamento del binomio illegittimità-annullamento, all'annullamento non retroattivo o dotato di soli effetti conformativi cosi come alla tutela cautelare atipica e ante causam e alla crisi della stabilità del giudicato.
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ARANCI, MATTEO. "EFFETTIVITÀ DEL DIRITTO DELL¿UNIONE EUROPEA E POTERI SANZIONATORI: GLI OBBLIGHI DI CRIMINALIZZAZIONE COME STRUMENTO DI ENFORCEMENT DELLE POLITICHE SOVRANAZIONALI." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/813683.

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Abstract:
The EU legal system can be considered a phénomène nouveau in the international setting. It has felt, since the time immediately following its foundation, the need to affirm its effectiveness and, over the years, the institutions – thanks to the decisive role played by the Court of Justice – have sought the tools able to ensure their policies the highest degree of enforcement. Among those tools, the affirmation of obligations to protect, at national level, the Community rights is of course included. The structural asymmetry that characterizes the European Union, endowed with regulatory powers but not equipped with its own administrative-judicial structure, requires Member States to de facto realize what EU law provides. Thus, each national system is called, considered the principle of sincere cooperation (Article 4, paragraph 3, TEU), to make their substantial and procedural means available for the implementation of the discipline emanating from the European Union, within the constraints of equivalence and effectiveness imposed by the Court of Justice. In order to make any legal system effective, it is necessary, in addition to its ability to protect citizens’ rights, that it can adopt preventive and repressive measures, so that it can avoid the risk of non-compliance with the rules deriving from it. Without the ability to impose sanctions, a legal system would be deprived of one of the essential tools to prove itself authentically effective. Within the broad genus labelled “sanctions” – which includes different types of measures – a prominent role has been attributed to criminal law, considered as a preventive and dissuasive tool. Since the Maastricht Treaty, the European Union has been given progressively more extensive powers in criminal matters, today enshrined by Article 83 TFEU. The second paragraph of this provision allows the institutions to adopt directives containing minimum rules concerning offences and sanctions when the approximation proves essential to ensure the effective implementation of a Union policy, already subject to harmonisation measures. This provision clearly shows the possibility to use criminalization as a tool to ensure better enforcement of the regulatory system adopted by supranational institutions. At present, only two directives have been adopted based on Article 83, paragraph 2, TFEU. The former, approved in 2014, concerns sanctions for market abuse; the latter, adopted in 2017, deals with the fight against fraud to the Union’s financial interests. These directives allow an initial analysis on the ability of criminal offences to ensure a deeper degree of effectiveness of the European legal system. The use of directives based on Article 83, paragraph 2, TFEU has been invoked in further areas: among these, the protection of the environment and competition. The objective, in this sense, consists in verifying the prospects for intervention by the European Union and investigating the effects that this could achieve.
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GUADAGNUOLO, Claudio. "IL RUOLO DEL TERZO SETTORE NELL’ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA. TRA EFFICIENZA PUBBLICA ED EFFETTIVITÀ DEI DIRITTI SOCIALI." Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2022. https://hdl.handle.net/11580/90579.

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Abstract:
The thesis deals with the complex issue of the diachronic evolution of the role of the Third Sector in the context of development of the public and administrative organization of social services, in thematic adherence to the directives of recognition of the role they have assumed in the effectiveness of the broad category of rights. social. The research work is focused on the analytical and critical evaluation of the modifications of some typical institutes of administrative law, such as the administrative function, the administrative organization, the effectiveness of social rights and the principle of efficiency) due to the increasingly important presence, on the scene of rights and social services, of third sector entities, which, in the various eras and in the various welfare policies that flourished in our country, have assumed the role of rebalancing the efficiency / effectiveness ratio, to the point of assuming a publicistic connotation and in support of the P.A. in the provision of social services.
La tesi affronta il complesso tema dell’evoluzione diacronica del ruolo del Terzo Settore nel contesto di sviluppo dell'organizzazione pubblica ed amministrativa dei servizi sociali, in aderenza tematica rispetto alle direttive di riconoscimento al ruolo dagli stessi assunto di effettività dell'ampia categoria dei diritti sociali. Il lavoro di ricerca è incentrato sulla valutazione analitica e critica delle modifiche di alcuni istituti tipici del diritto amministrativo, quali la funzione amministrativa, l’organizzazione amministrativa, l’effettività dei diritti sociali ed il principio di efficienza) dovuti alla sempre più importante presenza, sulla scena dei diritti e dei servizi sociali, degli enti del terzo Settore, i quali, nelle varie epoche e nelle diverse politiche di welfare fiorite nel nostro paese, hanno assunto il ruolo di riequilibratori del rapporto efficienza/effettività, fino ad assumere una connotazione pubblicistica e di sostegno della P.A. nell’erogazione dei servizi sociali.
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Bardini, Federica. "La nuova disciplina tributaria anti-abuso nel contesto internazionale ed europeo. Analisi critica del regime sanzionatorio alla luce dei principi di legalità e proporzionalità." Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424918.

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Abstract:
This thesis is the outcome of a research into the notion of tax avoidance or abuse of rights and anti-avoidance rules carried out with the aim of identifying a common legal background at the European level and more generally shared by the OECD Countries under which the new Italian GAAR laid down in art. 10-bis L. n. 212/2000 and the relevant penalty regime should be analysed. Chapter I explores the meaning of tax avoidance and abusive practices according to the OECD and the European Union legal systems in which Italy takes part, by comparing it with the strictly related concepts of aggressive tax planning (or “ATP”) and Base Erosion and Profit Shifting (or “BEPS”), and by specifying the relations with the civil doctrine of abuse of rights. It provides some essential guidelines on the issue of abuse of rights or tax avoidance to understand the interferences between the different sources of law and overcome the common fragmentation due to the use of different legal terms and their origin from various legal sources or acts having a different legal force (law and soft law). Chapter II illustrates the anti-tax avoidance strategy promoted by the OECD to fulfil its political Mandate issued by the G20 and which has resulted in the 15 Actions of the BEPS Project and in the drafting of the OECD Model Tax Convention 2017. In particular, it investigates the meaning of abusive practices or tax avoidance at the international level, examines the minimum standard of protection against the improper application for tax avoidance purposes of the provisions of Conventions on Income and Capital to eliminate double taxation (treaty abuse) and explains taxpayers’ and tax advisors’compliance obligations as part of the wider anti-tax avoidance strategy recommended to the OECD Member Countries. The study conducted in this chapter allows to compare art. 10-bis L. n. 212/2000 with the general rule devised to prevent and repress the treaty abuse (the so-called PPT rule), and to assess whether the domestic anti-abuse rule can apply unilaterally in case of absence of Treaty provisions. Chapter III deals with the European anti-tax avoidance legal framework and investigates with an interdisciplinary approach whether the prohibition of abuse of rights is a general principle of European Union law. The review of the European Court of Justice case law on the general principle of the prohibition of abusive practices and abuse of law, which amounts to the abusive exercise of the European freedoms of movement for tax avoidance purposes, is followed by an analysis of the European sources of tax law which provide for the introduction of anti-abuse clauses and some references to the particular initiatives undertaken to implement the Action Plan for the Digital Single Market. This inquiry is intended to clarify the scope of the Communitarian anti-abuse rules and to verify the consequences of the provisions on the freedoms of movement laid down in the Treaties and in the European Economic Area Agreement in the light of the traditional rule of reason test applied by the ECJ on the national anti-tax avoidance rules. Therefore, it offers a necessary guidance on the verification of compliance of art. 10-bis with the European Union law. This chapter examines the legislative acts aimed to strengthen the exchange of information for tax purposes between taxpayers and Tax Administrations and the Revenue Agencies mutually and to increase the level of cooperation and transparency by intermediaries in the fight against aggressive tax planning. Chapter IV carries on with the research on the supranational legal framework in which the Italian anti-tax avoidance rules must be taken into account by identifying and examining in depth the European binding principles regarding penalties, gathered from the ECJ case law and laid down in the EU Charter of fundamental rights and the EU Convention on Human Rights. In order to foresee the potential developments of the ECJ case law on penalties for the infringement of the European principle of the prohibition of abusive practices, the dissertation will adopt a multidisciplinary perspective and will not be designed solely to provide the abstract definition of the content and scope of the fundamental principles, specially legality and proportionality, but to make explicit their eventual effects on the penalty regime of abuse of rights or tax avoidance, too. Finally, Chapter V explains the main stages in the process of codification of the GAAR in the Italian tax system specifying the difference from the civil doctrine of abuse of rights and scrutinizing the content and scope of art. 10-bis L. n. 212/2000 according to the current European Union law. After an historical background when art. 37-bis D.P.R. n. 600/1973 and the general anti-tax avoidance principle were into force, the current punitive system will be questioned to assess whether it is in accordance with the principles of the tax penalty system, first of all the principles of legality, proportionality and rationality of penalties, with the purpose of detecting the current critical elements and proposing some adjustments to the regulation. The “compliance test” requires to qualify the legal nature of consequences provided for by art. 10-bis L. n. 212/2000 in case of tax abuse or tax avoidance and to assess the relevance of the anti-abuse ruling as for penalties. It is completed by a comparative analysis with other legal systems characterized by a comprehensive anti-tax avoidance framework, which includes compliance measures like mandatory disclosure rules, penalties for their infringement, tax alert mechanisms and other interpretative instruments in favour of taxpayers.
Il presente lavoro è il risultato di una ricerca sulla fattispecie e sulla disciplina dell’elusione fiscale o abuso del diritto che si è condotta con l’obiettivo di individuare un humus comune a livello unionale e, più in generale, condiviso dai Paesi dell’OCSE, alla luce del quale poter valutare la nuova clausola generale antielusiva italiana prevista dall’art. 10-bis L. n. 212/2000 e il corrispondente regime sanzionatorio. Il Capitolo I analizza il significato di elusione fiscale e pratiche abusive secondo il sistema dell’OCSE e l’ordinamento dell’Unione, dei quali il nostro Paese è parte, confrontandolo con gli altri concetti strettamente connessi di pianificazione fiscale aggressiva (Aggressive Tax Planning o “ATP”) ed erosione della base imponibile e trasferimento degli utili (Base Erosion and Profit Shifting o “BEPS”) e precisando i rapporti che intercorrono con la dottrina civilistica dell’abuso del diritto. Esso fornisce alcune linee guida essenziali in materia di abuso del diritto o elusione fiscale per cogliere le interferenze che sussistono fra i diversi livelli di normazione e superare la compartimentazione cui sovente si assiste a causa dell’utilizzo di termini differenti e della loro provenienza da fonti giuridiche di diverso livello o atti aventi un’efficacia giuridica diversa (diritto e soft law). Il Capitolo II illustra la strategia antielusiva articolata che l’OCSE ha promosso in attuazione del mandato politico conferitogli dal G20 e che si è tradotta nelle 15 Azioni del Progetto BEPS e nella redazione del Modello di Convenzione OCSE 2017. In particolare, si intende effettuare una ricognizione del significato di pratiche abusive o elusive a livello internazionale, esaminare lo standard minimo di protezione contro il fenomeno dell’applicazione indebita delle norme delle Convenzioni fiscali contro le doppie imposizioni per fini elusivi (treaty abuse), ed illustrare gli obblighi di compliance a carico dei contribuenti e dei loro consulenti fiscali quali tasselli della più ampia strategia antielusiva raccomandata agli Stati partecipanti. L’analisi condotta in tale capitolo permette di confrontare l’art. 10-bis L. n. 212/2000 con la regola generale concepita per prevenire e reprimere l’abuso delle Convenzioni fiscali (cd. PPT rule) e comprendere se la norma domestica possa trovare applicazione in via unilaterale in mancanza di quest’ultima. Il Capitolo III ricostruisce il quadro giuridico antielusivo dell’Unione e affronta con spirito interdisciplinare la questione se il divieto di abuso del diritto costituisca un principio generale del diritto europeo. L’esame della giurisprudenza della Corte di Giustizia sul principio generale del divieto di pratiche abusive e sul cd. abuse of law, ossia sull’applicazione abusiva delle libertà di circolazione per scopi elusivi, è seguito dall’analisi delle fonti di diritto tributario europeo che prevedono l’introduzione di clausole antiabuso, con cenni anche alle iniziative peculiari intraprese in attuazione del Piano d’azione per un Mercato Unico Digitale. L’indagine è funzionale a chiarire il raggio d’azione delle regole antiabuso di matrice comunitaria e a valutare l’impatto delle libertà sancite dai Trattati e dall’Accordo sullo Spazio Economico Europeo alla luce del tradizionale rule of reason test applicato dalla Corte di Giustizia sulle norme antielusive nazionali, dunque fornisce le indicazioni necessarie per vagliare la conformità dell’art. 10-bis con il diritto dell’Unione ampiamente inteso. In questo capitolo si esaminano anche gli atti legislativi finalizzati ad intensificare lo scambio di informazioni fiscalmente rilevanti fra i contribuenti e le Amministrazioni fiscali e fra queste ultime nei loro rapporti reciproci e ad accrescere il livello di collaborazione e trasparenza da parte degli intermediari nella lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva. Il Capitolo IV prosegue la ricerca sulla cornice normativa sovranazionale entro la quale va collocata la disciplina italiana anti-abuso con l’individuazione e l’approfondimento dei principi vincolanti europei in materia sanzionatoria che si desumono dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia e che sono sanciti nella Carta di Nizza e nella CEDU. Per intuire anche possibili sviluppi della giurisprudenza sul versante delle sanzioni per violazione del divieto di pratiche abusive, la trattazione avrà un taglio multidisciplinare e sarà diretta non solo a definire in astratto il contenuto e la portata dei principi fondamentali, in specie dei principi di legalità e proporzionalità, ma anche ad esplicitare le loro possibili ricadute sulla disciplina sanzionatoria dell’abuso del diritto o elusione. Infine, il Capitolo V analizza le tappe fondamentali che hanno condotto alla codificazione della norma generale anti-abuso nell’ordinamento tributario italiano, avendo cura di specificare la sua specialità rispetto al concetto di abuso nel diritto civile e soffermandosi sul contenuto e sull’ambito di applicazione dell’art. 10-bis L. n. 212/2000 in base al diritto europeo vigente. Dopo un excursus sul trattamento sanzionatorio delle fattispecie di elusione fiscale e abuso del diritto nella vigenza dell’art. 37-bis del D.P.R. n. 600/1973 e del principio giurisprudenziale antielusivo, si vuole sottoporre a verifica la rispondenza del regime punitivo vigente ai principi che governano il sistema sanzionatorio tributario, e segnatamente ai principi di legalità e proporzionalità e ragionevolezza delle sanzioni, con l’intento di identificare gli attuali profili critici e prospettare possibili interventi di adeguamento della disciplina. Il “test” che ci si propone di effettuare impone una riflessione sulla natura delle conseguenze previste dall’art. 10-bis nei casi di abuso del diritto o elusione fiscale e sul ruolo dell’interpello antiabuso ai fini sanzionatori ed è completato da un’analisi comparatistica con altri ordinamenti che si contraddistinguono per la previsione di un apparato antiabuso complesso, che si articola in strumenti di compliance come il regime di comunicazione obbligatoria degli schemi abusivi assistito a sua volta da sanzioni, sistemi di allerta e altri meccanismi di ausilio interpretativo a favore dei contribuenti.
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ROMANI, ELISABETTA. "L'ESECUZIONE DELLE SENTENZE DELLA CORTE EDU NEL SISTEMA PROCESSUALE AMMINISTRATIVO E LA CERTEZZA DEL DIRITTO." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/829899.

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Abstract:
Nel sistema di tutela multilivello, la necessità di garantire una tutela effettiva dei diritti umani sta progressivamente comportando un fenomeno di cedevolezza del giudicato interno, così superando la visione tradizionale ancorata al principio di intangibilità e, in ultima analisi, al valore della certezza del diritto. Dal dinamismo della tutela dei diritti umani non poteva rimanere escluso il sistema processuale amministrativo, il quale è stato chiamato anch’esso ad affrontare la problematica dell’esecuzione delle sentenze rese dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, laddove queste ultime risultino in contrasto con quanto precedentemente affermato da una pronuncia divenuta definitiva del giudice amministrativo. Si viene, dunque, a delineare un’antinomia tra giudicati che è tutt’altro che eventuale, in quanto, in applicazione della regola del previo esaurimento dei rimedi interni (art. 35 CEDU), le sentenze della Corte europea si confrontano fisiologicamente con il giudicato nazionale. Con riferimento al giudicato amministrativo anticonvenzionale, il punto di tensione tra i due diversi livelli di tutela si è avuto con i casi Mottola e Staibano c. Italia e Guadagno e altri c. Italia, che hanno portato alle pronunce della Corte costituzionale n. 123 del 2017 e n. 19 del 2018. Le conclusioni a cui è pervenuta la Consulta, nel dichiarare infondata la questione di legittimità costituzionale volta ad ampliare i casi di revocazione ex art. 106 c.p.a., dimostrano che per il processo amministrativo, allo stato dell’arte, non si rinviene un rimedio volto ad assicurare l’ottemperanza al decisum convenzionale allorquando sia divenuta definitiva la decisione del giudice amministrativo, disvelando una lacuna nell’effettività della tutela della protezione dei diritti umani. La sentenza della Corte costituzionale ha in particolare messo in risalto come il tema dell’esecuzione delle sentenze della Corte europea nasconda l’esigenza di compiere un giudizio di bilanciamento tra gli opposti interessi in gioco: da un lato, l’esigenza di tutelare i diritti fondamentali, a cui è sottesa la tendenza alla giustizia sostanziale, e dall’altro la tutela della certezza del diritto, così come garantita dalla res iudicata, declinazione della sovranità dello Stato. Da un diverso angolo prospettico, volto ad evidenziare le situazioni giuridiche soggettive che vengono in rilievo, si vedrà che nel sistema processuale amministrativo diviene necessaria un’ulteriore ponderazione relativa alle diverse declinazioni dell’art. 24 Cost., tra il diritto ad ottenere una tutela effettiva del ricorrente risultato vittorioso a Strasburgo e il diritto di difesa degli eventuali controinteressati e cointeressati del giudizio nazionale. Prendendo l’avvio dal percorso logico-argomentativo seguito dai giudici delle leggi, l’obiettivo principale del presente lavoro è quello di verificare se gli ostacoli, che sono stati addotti all’introduzione di una sorta di “revocazione europea” anche per il processo amministrativo, siano superabili e, in una prospettiva de iure condendo, di osservare come alcuni istituti tipici del diritto amministrativo, sostanziale e processuale, possano consentire di rispondere alle nuove sfide poste dalla tutela dei diritti umani. Si parlerà, dunque, di “rimedi armonizzati” proprio per accentuare questa nuova funzione che il diritto amministrativo è chiamato a svolgere, di raccordo tra i diversi piani di tutela così da rendere effettiva quella protezione dei diritti umani che lo Stato italiano nell’ormai lontano 1955, ratificando la Convenzione, si è auto-vincolato a rispettare.
The phenomenon of multilevel jurisdictions has been progressively caused a decreasing of the effectiveness of the res judicata, thus overcoming the traditional view anchored to the principle of intangibility and, therefore, affecting the value of legal certainty. From the dynamism of the protection of human rights, administrative procedural law could not be excluded, which had to deal with the problem concerning the enforcement of judgments of the European Court of Human Rights (hereinafter “ECtHR”), which modify, totally or partially, the statement declared on a national level by an Administrative Court or by the State Council. Therefore, a conflict between administrative national rulings and rulings of the ECtHR is reasonably possible, thanks to the subsidiarity principle and to the rule provided by Article no. 35 of the European Convention of Human Rights (hereinafter “ECHR”). With particular reference to an administrative res judicata in violation of ECHR, the full enforcement of a ruling by the ECtHR is an issue characterized by absolute relevance, as also demonstrated by the recent rulings of the Italian Constitutional Court no. 123/2017 and no. 19/2018. Such constitutional question regards the execution of the decisum stated by the ECtHR in Mottola and others v. Italy, Staibano and others v. Italy and Guadagno v. Italy. The administrative judges raised the issue of constitutionality, by means of which they suggested to introduce the reopening of domestic judicial proceeding, which cases in administrative procedural law are strictly defined and do not include the violation of ECHR and of ECtHR’s case-law. The Constitutional Court ruled that the question concerning the constitutionality of Article no. 106 of Code of Administrative Procedure, raised with reference to Articles no. 117, § 1 of the Constitution and no. 46 of the ECHR, was unfounded. These decisions show that in the Italian legal system there is nowadays no legal remedy for the implementation of supranational law if there is a domestic res judicata, bringing out a gap in the enforcement. In particular, the question that we have to answer is as follows: Which value should prevail? On the one hand, there is the protection of human rights and the tendency to enhance substantial justice, even overcoming legal instruments as the res judicata, and on the other there is the principle of legal certainty, which hide the will to defend the national sovereignty. With particular reference to the administrative proceedings, such balancing is made even more complex by the need to ensure respect for the right of defense (Article no. 24 of the Italian Constitution) of third parties and for their legitimate expectations and reliance on legal certainty. In the ECtHR system, third parties do not have a right to participate in the judgment before ECtHR, despite the fact they have taken part in the domestic proceeding and, thus, they are influenced by the res judicata. The main purpose of the paper is to demonstrate that all arguments of the Constitutional Court can be overcome and to propose possible solutions, which allow the domestic legal system to carry out what has been stated by the ECtHR and to protect its effectiveness. This will avoid that the intangibility of the res judicata could result in a violation of the fundamental rights and values protected by the ECHR system.
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TARRICONE, SILVIA. "L'effettività della tutela giurisdizionale civile minorile. Premesse per uno studio." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7885.

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Abstract:
Lo studio condotto si propone di osservare il sistema delle tutele giurisdizionali civili minorili, mettendone in evidenza i punti di maggiore criticità. La ricerca viene condotta assumendo a criterio guida il principio di effettività della tutela giurisdizionale, ricostruito nei suoi formanti, attingendo all'elaborazione dottrinale e giurisprudenziale per l'assenza di un'espressa definizione normativa. Individuateni i corollari minimi nel c.d. principio dell'accesso al Giudice, del giusto processo e dell'utilità del rimedio giurisdizionale, l'indagine prosegue tra spazio giuridico interno e sovranazionale, ricostruendo la soggettività giuridica del minore ed esaminando alcune tra le questioni che il dibattito scientifico evidenzia in argomento.Il sindacato sul tema di indagine prescelto prosegue, affrontando l'esame dei temi della competenza in materia minorile, del rito e delle garanzie fondamentali del processo e dell'esecuzione ed attuazione dei provvedimenti. Lo studio si conclude con la formulazione di alcune perfettibili soluzioni di riforma del sistema osservato che esprimano i principi sanciti anche nel consesso sovranazionale e garantiscano al soggetto in formazione di ottenere per il tramite del rimedio giurisdizionale "tutto quello e proprio quello che ha diritto di ottenere".
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PISI, MATTEO. "L'armonizzazione delle regole processuali nazionali nello spazio giudiziario civile europeo." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1079466.

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Abstract:
Oggetto della presente ricerca è stato quello di esaminare e valutare l'incidenza del diritto dell'Unione sugli ordinamenti processuali degli Stati membri. In particolare, si è tentato di determinare se - ed eventualmente tramite quali modalità - i principi d'effettività, d'equivalenza e di tutela giurisdizionale effettiva, combinati con i vari provvedimenti sparsi di diritto UE in materia processuale, possano produrre, direttamente o indirettamente, un ravvicinamento e/o un'armonizzazione delle regole processuali nazionali. L'elaborato esamina, inoltre, quel complesso rapporto che sussiste fra l'effettività del diritto dell'Unione ed il principio di tutela giurisdizionale effettiva - quest'ultimo adesso espressamente sancito dalla Carta e dai Trattati, unitamente con la Convenzione - sia valutando le possibilità che questi due concetti, ed i valori che essi proteggono, possano eventualmente entrare in conflitto, sia immaginando possibili soluzioni normative al fine di evitare e/o risolvere un siffatto conflitto. ---- My thesis investigates the influence of EU law over the procedural law of member States. It tries, in particular, to determine whether the principles of effectiveness and equivalence, together with other EU legislation regarding procedural matters, determine, directly or indirectly, a growing harmonization of the various national legislations in this specific field. The research also aims to examine the complex relationship between the principle of effectiveness and the right to an effective judicial protection, now enshrined in both the Charter and the Convention, and whether these two concepts, and the values they protect, may eventually enter in conflict.
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SARTORIS, CHIARA. "Poteri del giudice e nullità di protezione." Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1169962.

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Abstract:
Lo studio della nullità di protezione prevista dall'art. 36 cod. cons. offre lo spunto per riflettere sul grado di effettività del rimedio, quando l'invalidità colpisce una clausola essenziale per il rapporto. A ben vedere, infatti, un sistema di soppressione delle clausole abusive basato sulla semplice nullità parziale necessaria non appare sempre in grado di realizzare efficacemente l'obiettivo di protezione del contraente debole. Ove a essere eliminata sia una clausola essenziale o un gran numero di clausole, il rischio, per il consumatore, è che la nullità si estenda a contagiare l'intero contratto, lasciandolo privo di protezione e obbligandolo, anzi, alle conseguenti restituzioni. Per questi motivi, il presente lavoro intende indagare quali siano le conseguenze del vuoto contrattuale determinato dall'operare della nullità parziale necessaria, stabilendo di quali poteri disponga il giudice per gestire la lacuna sopravvenuta. A tal fine, lo studio si concentra sull'analisi dei principali meccanismi di modificazione integrativa o correttiva del contratto, funzionali ad assicurarne la conservazione. Attraverso l'indagine prospettata, è così possibile cogliere l'attuale stadio di evoluzione del rimedio della nullità di protezione nel nostro ordinamento, nella consapevolezza che, nel delicato rapporto tra sindacato del giudice e autonomia privata, quest'ultima deve concorrere ad assicurare un equo assetto di tutti gli interessi. The study of protective nullity, provided for art. 36 of the Consumer Code, gives the opportunity to reflect upon the grade of effectiveness of this remedy, when invalidity refers to a core clause of the contract. Ultimately, a system that voids abusive clauses, as a result of a nullity which is necessary partial, does not seem to achieve the purpose of protecting the weak contractual partner. When it is voided a core clause or a large number of clauses, the consumer risks to see that the nullity extends to all the agreement, remaining without protection and having to face to the consequent contractual drawbacks. For these reasons, the present research aims to examine the consequences of the contractual lack produced by the protective nullity, providing which are the judicial powers to manage that void. In connection with this purpose, the study analyzes the main instrument of contractual adjustment, in order to incorporate or correct it, so that it can be preserved. By means this research, it is possible to highlight the current stage of development of protective nullity in our legal system, in the awareness that, with reference to the complex relationship between judicial powers and contractual freedom, the latter must cooperate to ensure a fair balance among all the interests.
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Books on the topic "Principio di effettività"

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Miceli, Rossella. Indebito comunitario e sistema tributario interno: Contributo allo studio del rimborso d'imposta secondo il principio di effettività. Milano: Giuffrè, 2009.

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Miceli, Rossella. Indebito comunitario e sistema tributario interno: Contributo allo studio del rimborso d'imposta secondo il principio di effettività. Milano: Giuffrè, 2009.

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Torre, Valeria. La «privatizzazione» delle fonti di diritto penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg266.

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Abstract:
Il declino della legislazione di fonte statuale e la progressiva espansione della tendenza alla cosiddetta autonormazione hanno determinato un fenomeno per effetto del quale la disciplina di ampi settori delle attività sociali non è più rimessa all’originaria competenza statale, ma è, invece, affidata a quelli che sono i suoi più diretti destinatari, sì da dar luogo ad una sostanziale autodisciplina dei loro rapporti. Tali procedure di autoregolamentazione urtano, sul terreno del diritto penale, con il principio-cardine di questo ramo dell’ordinamento giuridico, che è rappresentato dal principio di [ii]riserva di legge . L’Autrice ritiene che questo contrasto possa essere superato in forza delle garanzie di democraticità interna che quelle procedure di autonormazione e di co-legislazione assicurano; e che, d’altra parte, le statuizioni, che ne sono il prodotto, paiono garantire un grado di effettività ben maggiore di quello associabile a quelle promananti da una legislazione statuale (che si vuole) esposta ad un alto grado di ineffettività. La materia sulla quale viene vagliata la tenuta complessiva di questi assunti è la disciplina penale della sicurezza sul lavoro. Si intraprende, in tal senso, un’ampia e articolata indagine comparata, che ha ad oggetto i paesi di common law e in particolare i modelli offerti dall’esperienza inglese e statunitense. Questa documentata disamina vale a confortare l’assunto per cui il ricorso all’autodisciplina, in sede di normazione avente ad oggetto la sicurezza sul lavoro nelle imprese, lungi dal condurre a riedizioni occulte del liberismo, garantisce il rispetto di tutti gli interessi in gioco; ciò in specie se e nella misura in cui alla stessa autodisciplina si abbina un sistema di controlli pubblici efficienti.
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