Academic literature on the topic 'Principio del lordo'

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Journal articles on the topic "Principio del lordo"

1

Marinello, Antonio. "I redditi di natura finanziaria tra proporzionalità e progressività: profili critici dell'evoluzione del sistema e prospettive di riforma." ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no. 2 (October 2021): 46–57. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-002004.

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Abstract:
L'assetto attuale della tassazione dei redditi finanziari presenta consistenti profili di criticità, tra i quali assume un rilievo centrale la connotazione in senso proporzionale dell'imposizione sostitutiva prevista per tali proventi. Si tratta di una preferenza sistematica consolidata, che i più recenti interventi normativi in materia hanno ulteriormente esteso. Obiettivo del presente lavoro è verificare la tenuta sistematica di tale scelta, considerando se in una prospettiva di riforma vi sia spazio per una rivalutazione della progressività, da attuare con meccanismi impositivi tecnicamente adeguati al comparto reddituale in oggetto. Un ulteriore profilo di indagine concerne il principio di imposizione al lordo dei redditi di capitale: tale scelta è stata talvolta giustificata proprio in relazione al fatto che la maggior parte di essi sono tassati con forme di imposizione cedolare. Questa giustificazione, però, teoricamente prospettabile se la misura dell'imposizione sostituiva dei redditi di capitale fosse più bassa rispetto alle aliquote Irpef, attualmente non regge più ad una verifica empirica.
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Carbone, Luigi. "Le limitazioni della responsabilità erariale per la gestione dell'emergenza epidemiologica tra "decreto semplificazioni" e "decreto cura Italia": un sistema a geometria variabile." ECONOMIA PUBBLICA, no. 3 (November 2021): 81–88. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003004.

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Abstract:
L'articolo analizza brevemente le modifiche apportate alla disciplina della re-sponsabilità erariale dal d.l. 16 luglio 2020, n. 76 (c.d. "decreto semplificazioni") e dal d.l. 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. "decreto cura Italia"). I menzionati decreti-legge, nell'introdurre limitazioni a questa forma di responsabilità con specifico riferimento all'elemento soggettivo, rivelano talune criticità in punto di compati-bilità con l'art. 77 Cost. e con altri principi costituzionali, potendosi dubitare, in particolare, in ordine al rispetto del principio di responsabilità dei pubblici poteri e dei loro agenti, che anche in tempo d'emergenza deve ritenersi insuscettibile di deroghe, soprattutto attraverso l'esercizio del potere di decretazione d'urgenza
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3

Reichlin, Massimo. "Il concetto di "beneficence" nella bioetica contemporanea." Medicina e Morale 44, no. 1 (February 28, 1995): 33–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.990.

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Abstract:
Vengono analizzate le principali interpretazioni del concetto di beneficenza nella bioetica contemporanea e i loro referenti filosofici. In particolare, vengono presentate le posizioni di Ross e di Frankena, che hanno avuto una rilevante influenza sulla formazione del paradigma dei principi, dominante nella bioetica anglosassone dello scorso decennio: in tale paradigma, esemplificato dal Belmont Report e dal classico Principles of Biomedical Ethics, la beneficenza è uno tra i principi fondamentali e risulta per lo più distinta dall'utilità. L'utilitarismo della preferenza propone invece un concetto di beneficenza allargata come principio assoluto e lo intende come equivalente al principio di utilità; al contrario il neocontrattualismo libertario considera la beneficenza decisamente secondaria rispetto al principio di autonomia, costitutivo della moralità. In quest'ultima posizione la figura del bene viene sostanzialmente rimossa, mentre in quella utilitaristica essa sembra assumere la forma soggettiva del benessere. Benché nel deontologismo misto il bene mantenga una qualche dimensione sostanziale, il tentativo meno insoddisfacente sembra quello operato da Pellegrino e Thomasma; questi Autori riformulano il principio di beneficenza nel tentativo di sottrarlo alla deriva paternalistica ritenuta inevitabile da molta parte della riflessione contemporanea. ln particolare, distinguono quattro livelli di predicazione del bene, in forza dei quali possono evitare l'identificazione assoluta tra principio di beneficenza e indicazioni cliniche e, d'altro canto, mantenere una reale distinzione tra beneficenza e autonomia, evitando la riduzione della prima alla mera esecuzione delle preferenze liberamente espresse dal paziente.
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Allegretti, Giovanni. "Riflessioni sul principio di trasparenza:." Conhecer: debate entre o público e o privado 10, no. 25 (August 3, 2020): 76–111. http://dx.doi.org/10.32335/2238-0426.2020.10.25.3823.

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Abstract:
L’articolo parte dalla decisione del governo Brasiliano di silenziare parte della produzione di dati sui danni causati dalla pandemia COVID-19, per proporre una riflessione sulla trasformazione del principio di trasparenza e della sua relazione con le politiche pubbliche. Nel ripercorrerne la complessa natura di mito e di spazio produttore di miti, attraverso la disamina di alcuni testi costituzionali e di pratiche partecipative formalizzate, il testo s’interroga su come strutturare piú solidamente le relazioni tra due ambiti importanti dell’azione pubblica: la promozione della trasparenza e quella della partecipazione civica all’azione di governo. I due campi appaiono avere molte convergenze strutturali, persino nello svuotamento graduale di significati proposto dalla retorica politica, e il loro crescente dialogo in molti paesi evidenzia la mutua capacitá di apprendimento e fertilizzazione, se pensati da subito nella loro interazione reciproca. L’analisi di come ha teso a strutturarsi negli ultimi anni il rapporto tra trasparenza e innovazioni democratiche mostra che queste ultime sono necessarie ma non sufficienti a garantire un’elevato livello di trasparenza, che richiede di affrontare problemi strutturali che riguardano l’organizzazione politico-amministrativa, le risorse, la mentalitá diffusa e la comunicazione pubblica in un determinato contesto. Per lo meno, non sono sufficienti, quando il contesto non si pone obiettivi sfidanti di ripensamento radicale della partecipazione, attraverso movimenti “a rete” che possano – incrociando sperimentazioni diverse – riflettere in forma collettiva su nuovi modi di mettere in dialogo azioni partecipative promosse “dall’alto” e “dal basso”.
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5

García Oliva, Mª Dolores. "Señores contra campesinos: un conflicto por la tierra en Mirabel a finales de la Edad Media y principios de los Tiempos Modernos (1488-c. 1520) = Lords Against Peasants: A Conflict Over Land in Mirabel at the End of the Middle and Early Modern Ages (1488-C. 1520)." Espacio Tiempo y Forma. Serie III, Historia Medieval, no. 31 (May 11, 2018): 303. http://dx.doi.org/10.5944/etfiii.31.2018.21394.

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Abstract:
En este artículo se analiza la lucha del concejo de Mirabel contra los agravios recibidos de los señores de la villa. El lugar había pertenecido al concejo de Plasencia y en 1488 fue concedido a don Francisco de Estúñiga. Desde los primeros tiempos los señores procuraron controlar los oficios concejiles, imponer nuevos gravámenes y, especialmente, despojar a los campesinos del derecho de posesión de sus tierras, motivo este último que fue la principal causa de disputas entre el señor y sus vasallos. Por lo general, la resistencia campesina fue pacífica, pues se manifestó por la vía judicial, pero en dos ocasiones el conflicto estalló de manera violenta, produciéndose un muerto y varios heridos de la parte de los señores en el último enfrentamiento. El castigo por este altercado fue riguroso, pero no doblegó la voluntad de los campesinos, quienes siguieron resistiéndose a los abusos señoriales.This study analyzes the quarrel of the town council of Mirabel against the injury inflicted by the lords of the village. The site belonged to the council of Plasencia and in 1488 it was granted to the lord Francisco de Estúñiga. Since the beginning, lords tried to control the council offices, impose new taxes and especially deprive the peasants from the right to own their land. This last point was the main cause of disputes between the lord and his vassals. In general, peasant resistance was peaceful because it took a judicial route, but on two occasions conflict broke out in a violent manner, the last culminating in a death and several wounded on the lords’ side. The punishment for this altercation was rigorous, but it did not break the will of the peasants to continue resisting abuses on the part of the lord.
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Saballos, Reynaldo Balladares. "La reforma tributaria 2009 en Nicaragua: una visión jurídica." Revista de Derecho, no. 15 (April 28, 2013): 95–123. http://dx.doi.org/10.5377/derecho.v0i15.1030.

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Abstract:
La reforma tributaria del año 2009 obedece a criterios fundamentalmente recaudatorios, más que de justicia. Significa un quebrantamiento de la lógica inherente a la tributación que encuentra en los principios de justicia tributaria el límite de legitimidad constitucional al ejercicio del poder tributario por parte del Estado para la creación de tributos o su reforma. En relación con el impuesto sobre la renta referido a las personas físicas o al pago mínimo defi nitivo, la regulación legal del mismo operada por la reforma en cuestión es incongruente con las exigencias de los principios de igualdad y capacidad contributiva establecidos en los artículos 114 y 115 de la Constitución nicaragüense. Riassunto: La riforma tributaria dell´anno 2009 obedisce, fondamentalmente, a criteri di riscossione, invece di giustizia costituzionale. Significa una spazzatura della logica propria della imposizione che trova nei principi della giustizia tributaria i limiti della legittimità costituzionale all`utilizzo del potere tributario dallo Stato con riguardo alla creazione dei tributi, sebbene, alla loro riforma. In rapporto con l´imposta sul redito delle persone fi siche o al pagamento minimo defi nitivo, la regolazione legale dei medesimi operata dal legislatore nella suddetta riforma non è congrua nei confronti delle esigenze divenuti dai principi di eguaglianza e capacità contributiva defi niti dal dettato costituzionali negli articoli 114 e 115 della Costituzione nicaraguese. DOI: http://dx.doi.org/10.5377/derecho.v0i15.1030 Revista de Derecho No.15 2011 pp.95-124
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Piantanid, Paolo. "Principi di biomimetica e progetto. Esempi e appunti di método." Arquitecno, no. 11 (June 7, 2018): 65. http://dx.doi.org/10.30972/arq.0114198.

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Abstract:
<p>Questo contributo riassume cinque vicende progettuali, diverse fra loro per tema ed esito, che hanno affrontato il tema della sostenibilità e della biomimetica principalmente dal punto di vista del progetto tecnologico, con particolare attenzione ai flussi energetici.</p><p> </p>
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8

Zanfrini, Laura. "E' tempo di un nuovo paradigma: un modello di sostenibilità economico-sociale per il governo delle migrazioni." REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 25, no. 49 (April 2017): 59–77. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880004904.

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Abstract:
Riassunto Nell'esperienza europea, le migrazioni economiche sono state tradizionalmente regolate in base a un principio di complementarietà tra manodopera autoctona e immigrata. Funzionale ad assecondare i fabbisogni contingenti del mercato del lavoro, questo approccio ha però provocato la "naturale" concentrazione dei lavoratori stranieri nei gradini più bassi della gerarchia professionale e, nel tempo, una condizione di svantaggio strutturale per gli immigrati e i loro discendenti. Oltre che confliggere con i principi antidiscriminatori sui quali si fondano le civiltà europee, questi fenomeni rappresentano, nell'attuale scenario demografico, una posta in gioco decisiva per la competitività dell'economia e la sostenibilità del modello sociale europeo.
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Alpa, Guido. "I rimedi di diritto privato nella normativa di derivazione comunitaria." ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no. 2 (December 2010): 227–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002002.

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Abstract:
L'applicazione del principio di effettivitŕ combinato con il principio di sussidiarietŕ e con il principio della prioritaria competenza del legislatore nazionale e del preventivo ricorso ai rimedi previsti dal sistema processuale nazionale rispetto alla competenza del legislatore comunitario e alla operativitŕ dei rimedi previsti in ambito comunitario per la violazione di normative comunitarie, modella la disciplina dei rimedi previsti dall'ordinamento interno: si tratta sia di rimedi concernenti la violazione di normativa comunitaria, sui quali si č raccolta vasta letteratura, sia di rimedi concernenti i rapporti di diritto privato disciplinati dall'ordinamento comunitario nelle materie di propria competenza. In queste pagine mi occuperň di questo secondo aspetto. Comunque, in ciascuno dei due settori la disciplina dei rimedi e la loro applicazione da parte del giudice č affidata al diritto interno, sempre che esso provveda a tutelare gli interessi protetti in modo adeguato; altrimenti sovviene l'ordinamento comunitario. In questo senso il ricorso ai rimedi comunitari č solo residuale.
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Di Giusto, Anna. "Educazione emotiva e linguaggio interculturale." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 92–104. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10079.

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Abstract:
La presente ricerca nasce dal tentativo di rispondere all'urgenza, sempre più avvertita nella scuola italiana a forte impronta multiculturale, di individuare una modalità di risposta a uno dei principi cardine dell'educazione, ovvero quello dell'accoglienza. Sulla linea di pensiero della Scuola di Barbiana, ripresa e approfondita anche dal convegno SIPED tenutosi a Catania nel 2014, il progetto si è proposto di dare corpo a una nuova forma di pedagogia militante. Con questo termine si intende la messa in atto di una sperimentazione volta a realizzare il principio della "rimozione degli ostacoli" di cui parla l'articolo 3 della Carta Costituzionale, a prescindere dal quale non si può attuare una concreta uguaglianza tra futuri cittadini. L'accoglienza degli studenti non italofoni è la sfida più importante della scuola di oggi e del futuro. Il presente laboratorio sulle emozioni è stato pensato per aiutare questi alunni, ma anche i loro compagni italiani, a comprendere il proprio disagio. In questo modo, si è cercato di favorire il clima di collaborazione della classe. Il risultato è stato un miglioramento del rendimento scolastico di tutti gli studenti, ma in particolare si è modificata la percezione di sé e dell'altro, favorendo la collaborazione e attenuando il livello di competitività degli studenti.
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Dissertations / Theses on the topic "Principio del lordo"

1

DAVIDE, SALVATORE. "La confisca del profitto." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/8319.

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Abstract:
L’ablazione dei beni appartenenti all’autore di un reato rappresenta, sin dagli albori della civiltà giuridica, una delle più diffuse risposte penitenziali previste dal diritto penale. Nonostante l’evoluzione millenaria dell’istituto, solo in epoca moderna i legislatori nazionali hanno introdotto la confisca del profitto derivante dal fatto criminoso. L’istituto oggetto di analisi presenta, sul piano interpretativo, numerosi profili di criticità, sui quali si è concentrata la ricerca. In una prima parte, marcatamente ricostruttiva, si ripercorre l’evoluzione storica dell’istituto, muovendo dal diritto romano per giungere a delineare, attraverso il diritto comune, la fisionomia che la misura ha assunto in epoca moderna, nella codificazione preunitaria e nel codice Zanardelli; segue, poi, l’analisi delle varie ipotesi di confisca del profitto oggi vigenti. Nella seconda parte del lavoro si affronta, in modo maggiormente approfondito, il tema della determinazione del quantum di profitto confiscabile, analizzando le posizioni assunte, negli anni, dalla giurisprudenza di merito e di legittimità sino a giungere alla sentenza resa dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nel 2008, che tanta attenzione ha suscitato in dottrina e che ha finalmente reso attuale un tema per lungo tempo dimenticato. Fornite alcune essenziali coordinate comparatistiche, il lavoro si concentra sull’alternativa netto/lordo, ossia sulla discussa possibilità di dedurre dal profitto confiscabile le spese riconducibili al fatto criminoso; si perviene, infine, alla conclusione che l’opzione per il principio del netto sia nella sostanza necessitata dall’applicazione dei rigidi canoni ermeneutici imposti dal principio di legalità e si auspica l’intervento del legislatore per una definitiva sistemazione della materia.
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Di, Toma Paolo. "Il processo di formazione dei principi contabili del FASB ed il loro influsso sull'armonizzazione contabile internazionale." Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2000. http://hdl.handle.net/10579/160.

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FRATINI, FRANCESCO. "Le immunità del Presidente della Repubblica." Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/924111.

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Abstract:
Le immunità per gli atti funzionali ed extrafunzionali del Presidente della Repubblica alla luce della forma di governo e della giurisprudenza della Corte costituzionale, con particolare attenzione alla controfirma, alle due fattispecie di cui all'art. 90 Cost. e alle sentenze sulle esternazioni, sulla sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato e sulle intercettazioni delle comunicazioni del Capo dello Stato.
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4

CICCARE, MICHELE. "Il provvedimento abnorme nel processo civile." Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/940094.

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Abstract:
La tesi di dottorato è incentrata sull’indagine del provvedimento «abnorme» nel diritto processuale civile. Dopo aver tracciato la linea evolutiva del fenomeno - che ha avuto genesi nel campo del diritto processuale penale - nonché all'esito di un'analisi sistematica di tutte le delicate problematiche che questo fenomeno comporta, l'elaborato mira a raggiungere due fondamentali risultati: a) dal punto di vista statico, contestualizzare il vizio di abnormità nell’ambito delle fattispecie di invalidità dell’atto processuale, al fine di vagliarne l'eventuale rilevanza autonoma; b) dal punto di vista dinamico, riconnettere al tessuto normativo astratto la specificità di queste concrete evenienze patologiche, individuando, in armonia con l’impianto sistematico del codice di rito, il regime giuridico del provvedimento «abnorme» emanato.
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GUIDI, Arianna. "Il reato a concorso necessario improprio." Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251080.

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Abstract:
Oggetto del presente lavoro è stata la tematica dei reati a concorso necessario (detti anche plurisoggettivi): una categoria penalistica scarsamente presa in considerazione da parte della dottrina e giurisprudenza più recenti, eppure dai risvolti sistematici di un certo rilievo, in quanto coinvolge profili sia di parte generale che speciale del diritto penale. L’indagine è partita dal piano definitorio e classificatorio: sono state riportate dettagliatamente le diverse tesi dottrinali sviluppatesi sul tema (suddivisibili in due macrocategorie, quella dei sostenitori di una concezione ampia di reato a concorso necessario e quella dei sostenitori di una concezione ristretta dello stesso), nonché le pronunce della Cassazione ritenute maggiormente significative. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla delimitazione – in negativo – del campo d’indagine, tracciando le differenze intercorrenti fra i reati a concorso necessario (o plurisoggettivi, a seconda della terminologia impiegata) ed istituti ritenuti erroneamente contigui, primo fra tutti quello del concorso eventuale di persone nel reato. Dopodiché, all’interno del secondo capitolo si è scelto di riflettere sulle questioni maggiormente rilevanti e problematiche attinenti ai reati a concorso necessario impropri: in primis, la ratio che giustifica l’esenzione dalla pena in capo ad un soggetto; secondariamente, la possibilità di punire o meno la condotta tipica, nonché le eventuali condotte atipiche, poste in essere dal soggetto non punibile per mezzo dell’applicazione degli artt. 110 ss. c.p. in funzione incriminatrice. La panoramica di orientamenti dottrinali e giurisprudenziali quanto mai oscillanti e fra loro divergenti su questioni di particolare importanza, non è stata solo funzionale ad offrire al lettore una dettagliata ricognizione in generale, piuttosto, da questa è scaturita una vera e propria esigenza di (ri)considerare l’intera materia in modo organico e chiarificatore. Per tale ragione, nel terzo capitolo è stata introdotta una nuova definizione, in sostituzione a quella maggiormente impiegata da dottrina e giurisprudenza: “fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive”. Una definizione idonea a ricomprendere tutti quegli illeciti penali che, a livello astratto, presentano caratteristiche simili: il riscontro di una pluralità di soggetti e di condotte quali elementi costitutivi del fatto tipico. Pertanto, si è cercato di individuare i confini della categoria assumendo quale criterio di partenza il piano normativo astratto, in considerazione del fatto che ciò che il legislatore ha scelto di codificare come tipo criminoso è dato dall’insieme degli elementi oggettivi e soggettivi, i quali compaiono nella descrizione della norma incriminatrice. La visione d’insieme ha permesso di non limitare l’attenzione al solo soggetto punibile, bensì di spostarla anche sul soggetto non punibile, il quale, con la sua condotta rientrante fra gli elementi oggettivi del fatto tipico, contribuisce alla configurabilità del reato. Infine, all’interno del quarto capitolo si è proceduto all’analisi dei principali reati classificati da parte della dottrina come a concorso necessario impropri, per verificare, tenuto conto della nuova definizione proposta, se possano o meno essere qualificati come fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive improprie. Il confronto con la parte speciale ha permesso di evidenziare l’estrema delicatezza dell’operazione d’individuazione di fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive (in senso lato): anzitutto, perché non sempre la pluralità di soggetti e di condotte costitutive del fatto tipico è oggetto di descrizione espressa, risultando alle volte ricavabile solo a seguito di un attento esame della tipologia e del significato delle parole impiegate dal legislatore; secondariamente, perché alle volte è facile lasciarsi confondere dal piano naturalistico della realtà concreta, mentre l’individuazione di una fattispecie incriminatrice in termini di plurisoggettività normativa dovrebbe avvenire, secondo l’impostazione adottata, a partire dal piano normativo astratto. Da ultimo, ci si è soffermati sul ruolo del soggetto non punibile che tenga rispettivamente la condotta tipica o una condotta ulteriore e diversa da quella descritta, cercando di offrire una possibile soluzione al problema. Nel primo caso, si è concluso per l’impossibilità di applicare l’art. 110 c.p. in funzione incriminatrice, pena la violazione delle garanzie proprie del sistema penalistico. Nel secondo, invece, si è concluso in senso affermativo, precisando che l’interprete è tenuto a prestare attenzione a diversi aspetti, fra cui il tipo d’equilibrio intercorrente fra le condotte dei soggetti parte della fattispecie incriminatrice normativamente plurisoggettiva impropria, nonché l’alterità effettiva della condotta atipica rispetto a quella descritta, pena la violazione dei principi di legalità, tipicità e certezza del diritto.
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Books on the topic "Principio del lordo"

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Federighi, Paolo, and Francesca Torlone, eds. La formazione al rispetto dei diritti umani nel sistema penale. Florence: Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-854-5.

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Abstract:
I principi fondamentali di libertà, sicurezza, democrazia, i dispositivi normativi dell’Unione Europea e le pronunce della Convenzione Europea per la tutela dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) possono essere oggetto di pericolose violazioni nei sistemi di giustizia penale. Quando tali violazioni sono perpetrate dagli attori chiamati alla tutela dei medesimi diritti e libertà le istituzioni devono predisporre dispositivi anche formativi necessari per la loro prevenzione. Il volume intende indagare la complessità di azioni formative – in primis di tipo informale – che accompagnano la costruzione delle conoscenze degli operatori dei sistemi in esame e le modalità del loro accrescimento. I contenuti sono trattati partendo dalle ipotesi di ricerca e sulla base della sperimentazione dell’embedded learning nel carcere di Chieti (con la supervisione del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze).
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Pallasmaa, Juhani. L’architettura degli animali. Edited by Matteo Zambelli. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-443-4.

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Abstract:
Le costruzioni animali sono di solito viste come prodotti affascinanti del mondo biologico, ma umanamente privi di significato. Tuttavia, i nidi animali, i dispositivi di cattura e altre costruzioni sono così vari e ingegnosi nel loro uso di materiali, forme, principi e tecniche di costruzione, e così superbi nelle loro prestazioni funzionali, che superano le qualità delle costruzioni umane. Le costruzioni animali sono il prodotto di milioni di anni di evoluzione e adattamento, e questi processi comprendono anche una scelta estetica deliberata. Nell’attuale era di crisi ecologica possiamo sicuramente imparare modi sostenibili di costruire dagli architetti animali.
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Dolfi, Anna, ed. Giuseppe Dessì tra traduzioni e edizioni. Florence: Firenze University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-364-9.

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Abstract:
Con l’avvicinarsi del centenario della nascita di Giuseppe Dessí, nel 2009, il Comitato delle Celebrazioni ha avviato una capillare attività di diffusione dell’opera dello scrittore in molti paesi europei. E visto che le traduzioni (obiettivo principe del progetto) prevedono una complessa conoscenza dell’autore, del suo stile, del dialogo e dello scarto con la cultura di riferimento, ci si è proposti di studiarle e favorirle ricostruendo non solo la storia e tipicità di un percorso narrativo, ma quella di una difficile ricezione all’estero nel quadro, sub specie Dessí, della presenza, fuori dei confini nazionali, della nostra letteratura del secondo Novecento. Tramite lo spoglio di libri, cataloghi editoriali, riviste, antologie, grazie all’impegno di studiosi e giovani collaboratori di università italiane e straniere, sono adesso la Francia, l’Inghilterra, la Spagna, la Germania, i Paesi Bassi, la Polonia, l’Ungheria, l’Ucraina, la Finlandia, la Svezia… a venire alla ribalta, con le loro predilezioni e preclusioni di lettura, insieme all’Italia, e ai temi, alle storie, ai personaggi dello scrittore a cui questo libro è dedicato.
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4

Veroli, Aonio Paleario da. Atto di accusa contro i papi di Roma e i loro seguaci formulato da Aonio Paleario da Veroli ed indirizzato all'Imperatore de' Romani, ai re, ai principi cristiani ed ai presidenti del Concilio ... di Trento. Foggia: Bastogi, 1998.

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Sansovino, Francesco. Venetia, citta nobilissima et singolare, descritta in XIIII. libri da M. Francesco Sansovino. Nella qvale si contengono tvtte le guerre passate, con l'attioni illustri di molti senatori. Le vite de i principi, & gli scrittori veneti del tempo loro. Le chiese, fabriche, edifici, & palazzi publichi, & priuati. Le leggi, gli ordini, & gli vsi antichi & moderni, con altre cose appresso notabili, & degne di memoria. Con privilegio. Bergamo: Leading, 2002.

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6

Consensualità e interesse pubblico nel governo del territorio. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg276.

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Abstract:
Partendo da una riflessione generale a proposito del fenomeno dell’ amministrazione consensuale e constatato il progressivo mutamento della fattispecie degli accordi tra pubblica amministrazione e privati, dapprima espressione ed attuazione dei modelli dello Stato di diritto e dello Stato sociale, quindi strumento che risente della loro stessa crisi, il lavoro si interroga attorno all’esistenza di nuove possibili potenzialità applicative del principio di consensualità. Registrato quindi l’ulteriore dato problematico caratterizzante l’ordinamento italiano da ormai più d’un decennio, ossia l’ampia diffusione di una peculiare tipologia di accordi pubblico- privato in funzione di definizione dei piani urbanistici (c.d. accordi “a monte” delle prescrizioni urbanistiche) a fronte di una quasi inesistente normazione della stessa fattispecie sia da parte del legislatore statale che di quello regionale, il contributo propone una serie di strumenti e di soluzioni atti a superare l’ impasse . Dal duplice binario di ricerca e di argomentazione giuridica, di diritto interno e di diritto comparato, discende quindi la proposizione della diversa categoria giuridica degli accordi normativi, in grado di superare anche l’ostacolo posto attualmente dall’art. 13 della l. n. 241/1990. Fa da sfondo a tutta l’opera la convinzione dell’autrice secondo cui se l’esercizio autoritativo del potere deve essere soggetto al principio di legalità, ciò tanto più deve valere per le occasioni di esercizio del potere pubblico secondo forme consensuali. Di qui, l’annunciata necessità di un modello legislativo anche per gli accordi “a monte”.
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7

Lupoi, Michele Angelo. Tra flessibilità e semplificazione. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg294.

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Abstract:
La disciplina del processo civile italiano è stata a lungo caratterizzata da una rigidità degli schemi procedimentali, in particolare nell’ambito del rito ordinario di cognizione. Nel contesto internazionale, peraltro, da anni le riforme in materia di giustizia civile tendono a valorizzare i principi di flessibilità, proporzionalità e collaborazione, nell’ottica di adattare le regole procedimentali alle caratteristiche del caso concreto, nell’ambito di un dialogo tra giudice e parti sulla gestione manageriale del processo. Proprio partendo dall’analisi comparata della situazione in alcuni ordinamenti stranieri, dunque, il presente volume cerca di fare il punto su come l’ordinamento italiano abbia recepito le indicazioni e le suggestioni del dibattito internazionale in materia, per giungere ad evidenziare come, anche in Italia, negli ultimi anni si siano introdotti istituti volti a “semplificare” l’iter procedimentale, in ragione delle specificità della singola lite, e a dare rilievo, anche nel nostro ordinamento, ai principi di flessibilità e proporzionalità, pur senza attribuire loro esplicito riconoscimento normativo, nel rispetto delle garanzie fondamentali del giusto processo. In quest’ottica, vengono analizzati il calendario del processo, l’attribuzione al giudice di pregnanti prerogative per la soluzione conciliata delle liti, la valorizzazione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti processuali e, soprattutto, l’istruttoria semplificata del rito sommario, elevata a modello processuale “alternativo” per tutte le cause di competenza del giudice monocratico del Tribunale. All’esito di questa ricognizione, l’autore conclude che si possa oggi parlare di un embrione di case management “all’italiana”, la cui implementazione richiede però una vera rivoluzione culturale da parte degli operatori pratici.
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Mattioli, Fabiana. Giustiniano, gli argentarii e le loro attività negoziali. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg298.

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Abstract:
Il volume ha per oggetto la legislazione di epoca giustinianea relativa alle attività finanziarie e commerciali degli argentarii. L’insieme degli interventi normativi giustinianei viene preso in esame in una trattazione unitaria (ma senza che ciò comporti il sacrificio della trama esegetica – talvolta complessa – dei singoli provvedimenti) volta ad affrontare, dopo gli episodici (benché rilevanti) interventi realizzati dalla cancelleria già all’epoca delle compilazioni, un corpus di norme, essenzialmente riconducibile al periodo della legislazione novellare, che risulta nel suo complesso compatto e omogeneo, sia quanto ai tempi di emanazione (che vanno quasi certamente dal 536 al 542), sia per le linee di politica legislativa, di sostanziale favore, che esprime nei confronti della corporazione degli ἀργυροπρᾶται costantinopolitani. In un contesto in cui non si rinuncia a collocare la legislazione oggetto della ricerca nel quadro politico ed economico del tempo, ne scaturisce un quadro articolato delle svariate attività a loro riconducibili rispetto alle quali, in deroga al diritto comune, tende a configurarsi un diritto marcato da una spiccata specialità, espressione della volontà di un legislatore pronto a sacrificare alle esigenze della corporazione regole e principi consolidati.
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Torre, Valeria. La «privatizzazione» delle fonti di diritto penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg266.

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Abstract:
Il declino della legislazione di fonte statuale e la progressiva espansione della tendenza alla cosiddetta autonormazione hanno determinato un fenomeno per effetto del quale la disciplina di ampi settori delle attività sociali non è più rimessa all’originaria competenza statale, ma è, invece, affidata a quelli che sono i suoi più diretti destinatari, sì da dar luogo ad una sostanziale autodisciplina dei loro rapporti. Tali procedure di autoregolamentazione urtano, sul terreno del diritto penale, con il principio-cardine di questo ramo dell’ordinamento giuridico, che è rappresentato dal principio di [ii]riserva di legge . L’Autrice ritiene che questo contrasto possa essere superato in forza delle garanzie di democraticità interna che quelle procedure di autonormazione e di co-legislazione assicurano; e che, d’altra parte, le statuizioni, che ne sono il prodotto, paiono garantire un grado di effettività ben maggiore di quello associabile a quelle promananti da una legislazione statuale (che si vuole) esposta ad un alto grado di ineffettività. La materia sulla quale viene vagliata la tenuta complessiva di questi assunti è la disciplina penale della sicurezza sul lavoro. Si intraprende, in tal senso, un’ampia e articolata indagine comparata, che ha ad oggetto i paesi di common law e in particolare i modelli offerti dall’esperienza inglese e statunitense. Questa documentata disamina vale a confortare l’assunto per cui il ricorso all’autodisciplina, in sede di normazione avente ad oggetto la sicurezza sul lavoro nelle imprese, lungi dal condurre a riedizioni occulte del liberismo, garantisce il rispetto di tutti gli interessi in gioco; ciò in specie se e nella misura in cui alla stessa autodisciplina si abbina un sistema di controlli pubblici efficienti.
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Alberti, Luca. Manipolazione Mentale e Linguaggio Del Corpo: 4 Libri in 1. Principi, Tecniche e Segreti Su Come Analizzare le Persone, Persuaderle e Influenzarle Interpretando il Loro Linguaggio Del Corpo. Independently Published, 2020.

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Book chapters on the topic "Principio del lordo"

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Petracca, Luciana. "L’Archivio del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo." In La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI), 381–420. Florence: Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-301-7.09.

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Abstract:
In recent years, historiographical reflection has devoted more and more attention to the rela- tionship between the exercise of power and the processes of production/management of doc- uments, understood as real instruments of government, capable of guaranteeing the correct functioning of the administrative apparatus of kingdoms, principalities, republics and lord- ships, more or less extensive. The essay investigates one of the most important noble archives of the fifteenth-century Southern Italy, the archive of the Prince of Taranto, Giovanni Antonio Orsini del Balzo, which over time has been invested by a vast process of dispersion. The fundamental objective is to take stock of the most consistent core of documents, coming from the principality of Taranto, and merged into the fond of the Regia Camera della Sommaria of the Archivio di Stato of Naples.
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Szabo, Franz A. J. "Austrian First Impressions of Ethnic Relations in Galicia: The Case of Governor Anton von Pergen." In Polin: Studies in Polish Jewry Volume 12, 49–60. Liverpool University Press, 1999. http://dx.doi.org/10.3828/liverpool/9781874774594.003.0003.

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Abstract:
This chapter presents an extensive report on Galician populations by Count Johann Anton von Pergen. His report was entitled Beschreibung der Königreiche Galizien und Lodomerien, nach dem zustand, in welchem sie sich zur Zeit der Revindicirung durch Ihro Kaisl. Königl. Apostolischen Majestät, und besonders im Monat Julius 1773 befunden haben (Description of the Kingdoms of Galicia and Lodomeria, in accordance with the condition in which they found themselves at the time of the Reintegration by his Imperial, Royal, Apostolic Majesty and particularly in the month of July 1773). Although, in typical eighteenth-century fashion, Pergen's Beschreibung casts the principal problems of the newly acquired province as social, economic, and political rather than ‘national’, it nevertheless demonstrates a clear awareness of the ethnic dimensions of the situation. Ethnicity was not an eighteenth-century preoccupation, but awareness of ethnic differences was certainly well developed. Ethnic relations, as the Habsburg officials saw them, played themselves out on two principal levels: the three-way relationship between Ukrainian peasants, Polish lords, and the Jewish communities between them in the countryside, and the Polish–Ukrainian relations within the framework of the church. A third sphere of interaction was the urban centres.
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Pedrocco, Sebastiano. "I ritratti ‘parlanti’ dei dogi Riflessioni sulle effigi dei principi e sui loro cartigli." In Antichistica. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-557-5/025.

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Abstract:
This study focuses on the series of the official portraits of Venetian Doges located under the ceiling of Sala del Maggior Consiglio and Sala dello Scrutinio in Palazzo Ducale. Particular attention is paid to the historical excursus of the series since, whose origin dates back to the second half of the fourteenth century, and to the Latin inscriptions that are the characterizing elements of the portraits.
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Balboni, Paolo E. "12 • Le microlingue scientifico-professionali e quelle disciplinari." In Thesaurus di Linguistica Educativa: guida, testi, video. Venice: Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/012.

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Abstract:
Negli anni Ottanta esplode la formazione tecnico-scientifica nelle scuole superiori e nelle università e l’inglese settoriale diventa qualificante nel paniere delle competenze. Nasce quindi una forte richiesta di formazione da parte degli insegnanti e di materiali innovativi da parte degli editori. Ho studiato le varietà scientifico-professionale-disciplinari tra il 1982 e il 2000, quando ho scritto un libro di sintesi ‘conclusiva’, i cui principi sono poi stati assunti un po’ da tutti. Credo di aver offerto tre contributi originali alla discussione su queste varietà e il loro insegnamento: l’accentuazione del ruolo della microlingua come strumento di riconoscimento come membri di una comunità scientifica; l’impianto di una didattica cooperativa tra il docente – che conosce la lingua – e lo studente di ambito tecnico-scientifico, che conosce i contenuti; lo spostamento della logica CLIL dalle lingue straniere all’italiano L1.
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Kelly, Alan. "Heating and Cooling of Food." In Molecules, Microbes, and Meals. Oxford University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190687694.003.0014.

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Abstract:
As we have seen, heating of food is one of the oldest and most powerful ways of making food safe and stable, whether cooking a burger on a barbecue or pasteurizing juice, but is also a potentially highly damaging thing to do to many food products. So, it makes sense that a key principle of processing food is to understand how to control the flow of heat as precisely as possible. In Chapter 8, I introduced how we can maximize the efficient transfer of heat into and out of food in a kitchen in simple systems, like pots on stoves. In practice, in large-scale processes, to transfer heat efficiently from hot to cold, and in this way keep the lords of thermodynamics happy while minimizing damage to the food being heated, we need to use clever pieces of equipment, called heat exchangers (reflecting the fact that, just as the cold part of the system gets hotter, so the hot part gets colder in the deal; fair exchange is no robbery). To visualize a heat exchanger, imagine a simple metal tube, through which a cold liquid is flowing from one end to the other. Now surround that tube with a larger one, through which a hot liquid flows (as shown in Figure 11.1). The wall of the inner tube is exposed to cold on the inside and hot on the outside, and this temperature gradient is the pump that transfers heat across that wall, in nature’s obsessive quest for equality in all things temperature-y. So, now we have two tubes laid horizontally in concentric neatness, say with a hot and a cold liquid flowing in from the left-hand side; as they exit at the right-hand side, the outer hot liquid will be colder, and the inner liquid will have gained the lost heat and thus become hotter. If the tubes were sufficiently long, then both would come out at exactly the same temperature.
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Conference papers on the topic "Principio del lordo"

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Oliveira, Welingtha Sanches De. "USO DE LODO ATIVADO PARA TRATAMENTO DE EFLUENTES DOMÉSTICOS." In II Congresso Brasileiro de Biotecnologia On-line. Revista Multidisciplinar de Educação e Meio Ambiente, 2022. http://dx.doi.org/10.51189/conbiotec/11.

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Abstract:
Introdução: Efluentes domésticos são resíduos provenientes de residências, estabelecimentos comerciais e quaisquer instalações que contenham banheiro, cozinha e lavanderia. São compostos majoritariamente por água, materiais sólidos (suspensos ou dissolvidos), matéria orgânica, organismos patogênicos e nutrientes. Seu processo de tratamento se dá, principalmente, pelo uso de reator anaeróbico, tanques sépticos e lodo ativado. O uso de lodo ativado é um processo biológico que consiste em conglomerados de microrganismos, materiais orgânicos e inorgânicos, que formam uma cadeia alimentar, consumindo, assim, o material orgânico complexo. Objetivo: Analisar o processo de tratamento de efluente doméstico, utilizando lodo ativado como tratamento biológico. Material e métodos: Estudo teórico da importância de um processo biológico para esgoto sanitário. Resultados: No tanque onde todo o processo ocorrerá, é necessário que haja uma aeração - seja por meio de aeradores superficiais, difusores ou oxigênio puro -, antes de tudo, a fim de proporcionar oxigênio suficiente a biomassa e evitar a heterogeneização da mesma. Após a aeração, é feita a decantação, para que o lodo se deposite no fundo e seja recirculado para o tanque de aeração, para aumentar a concentração dos microrganismos e estabilizar a matéria orgânica. O resultado dessa interação é a formação de flocos, sendo que, para que ocorram flocos densos, são necessárias condições favoráveis, dentre elas o pH neutro, presença de nitrogênio e fósforo controladas, e deficiência de óleos e graxas. Neste processo, os principais decompositores (assumindo grandes quantidades de massa orgânica em menores intervalos de tempo) são bactérias zoogleas, flavobactérias, pseudomonas e alcalígenes, responsáveis pela boa biofloculação; já os protozoários são responsáveis, não apenas pela decomposição da matéria orgânica, mas também por consumirem as bactérias mal floculadas. Conclusão: O uso de lodo ativado é o mais versátil dos processos biológicos, pois, apesar de existir uma complexidade operacional, uma baixa eficiência na remoção de patógenos, altos custos operacionais e de consumo de energia, possui como vantagens a ausência na geração de odores (não há formação de gás sulfídrico), a alta taxa de eficiência na remoção da DBO, bem como a reutilização de parte da biomassa ativa.
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Lecardane, Renzo, and Zeila Tesoriere. "Patrimonio militare e progetti di rigenerazione urbana: l’infrastruttura bellica dell’Atlantic Wall e di Saint-Nazaire." In International Conference Virtual City and Territory. Roma: Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7908.

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Abstract:
Nel 2010, la base sottomarina di Saint-Nazaire è stata dichiarata «Patrimonio del XX secolo» dal Ministère de la Culture et de la Communnication francese ed è divenuta il simbolo di un nuovo approccio patrimoniale che riconosce il patrimonio materiale e immateriale in tutte le sue forme, non limitandosi soltando al manufatto certificato come monumento. La memoria, i beni materiali o i luoghi poco conosciuti hanno così contribuito a definire una nuova dimensione urbana proiettata verso il futuro. Riferirsi esplicitamente al tema del rapporto tra waterfront e patrimonio militare, attraverso l’esempio di Saint-Nazaire, ci porta a riflettere sul ruolo del progetto urbano nella trasformazione della città contemporanea. Gli stessi principi collegano tale caso di studio a molte altre operazioni di rigenerazione della città europea e, in particolare, delle città portuali francesi. A partire dagli anni ‘80, per far fronte alla crisi del settore industriale, alcune città portuali, tra cui Marsiglia, Le Havre, Saint-Nazaire e Dunkerque, hanno elaborato numerosi studi e progetti sulle loro aree industriali obsolete o abbandonate, al fine di potenziare le attività portuali e di destinare gli spazi resi liberi a nuove attività. Il riconoscimento del valore di risorsa urbana e patrimoniale a tali aree portuali ha consentito di riattivare dinamiche economiche, sociali e spaziali spesso interrotte o in disuso. In 2010 the submarine base in Saint-Nazaire was declared ‘Heritage of the XX century’ by the French Ministère de la Culture et de la Communnication. Thereafter it became the symbol of a new approach related to heritage that recognises the tangible and intangible heritage in all its forms, not only restricted to the artifact acknowledged as a ‘monument’. Remembrance, the material assets or the little known places have thus contributed to defining a new urban dimension projected toward the future. The case of Saint-Nazare, relating clearly to the relationship between waterfront and military heritage, encourages us to meditate on the role of urban design in the transformation of the contemporary city. The same principles connect this case study to several other redevelopment operations in the European city and, in particular, the French port cities. Starting from the '80s, in order to face the crisis in the industrial sector, several port cities, including Marseille, Le Havre, Dunkirk and Saint-Nazaire, produced diverse studies and projects regarding their obsolete or abandoned industrial areas, in order to boost port activities and to allocate the vacant places to new activities. Acknowledgment of the value of these port areas as urban resources (as well as cultural heritage) has consented the regeneration of (often previously interrupted or abandoned) economic, social and spatial activity.
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