Academic literature on the topic 'Prevenzione patrimoniale'

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Journal articles on the topic "Prevenzione patrimoniale"

1

Gialanella, Antonio. "Un punto di vista sulla resistibile novitŕ della riforma della prevenzione patrimoniale antimafia." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 5 (January 2011): 19–44. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-005003.

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Abstract:
1. Nomofilachia, coerenze di sistema e asistematicitŕ della duplice novella della legge n. 125 del 2008 e della legge n. 94 del 2009 (1.1. Il sequestro di prevenzione ex art. 2 ter, comma 2, della legge n. 575 del 1965 e successive modifiche: l'architettura disegnata dalla giurisprudenza di legittimitŕ prima della duplice novella legislativa - 1.2. La confisca di prevenzione ex art. 2 ter, comma 3, della legge n. 575 del 1965 nella novella del 2008 - 1.3. Il quantum dimostrativo necessario al sequestro e alla confisca di prevenzione prima e dopo la duplice novella legislativa: 1.3.1. In specie: il sequestro - 1.3.2. Onere probatorio e onere di allegazione / 2. La resistibile novitŕ della tendenza a rendere autonoma l'azione giudiziaria di prevenzione reale da quella di prevenzione personale nel duplice intervento legislativo del 2008 e del 2009.
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2

Menditto, Francesco. "Misure di prevenzione patrimoniali e CEDU." QUESTIONE GIUSTIZIA, no. 2 (September 2014): 41–54. http://dx.doi.org/10.3280/qg2014-002004.

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3

Borgogno, Roberto. "Disorientamenti giurisprudenziali in tema di prevenzione patrimoniale." Archivio penale, no. 3 (2014). http://dx.doi.org/10.12871/978886741480225.

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4

Mastro, Domenico. "Le cause degli errori giudiziari e i meccanismi di prevenzione e riparazione delle condanne e imputazioni ingiuste." Revista Brasileira de Direito Processual Penal 8, no. 3 (October 29, 2022). http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v8i3.716.

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Abstract:
Il contributo si propone di indagare i molteplici fattori, anche di carattere istituzionale, dai quali traggono origine gli errori giudiziari considerati elementi ineludibili di ogni sistema processuale. L’opera, oltre ad analizzare l’influenza che il processo penale mediatico può determinare sul libero convincimento del giudice, esamina alcuni casi emblematici di condanne pronunciate su false confessioni, errata percezione di comunicazioni intercettate, testimonianze inaffidabili e ricognizioni scorrette senza tralasciare gli errori commessi sulla scena del crimine originati, nella maggior parte delle ipotesi, da inesperienze o disattenzioni del personale investigativo. Vengono individuati, in una prospettiva de iure condendo, i possibili rimedi finalizzati ad evitare condanne o imputazioni ingiuste o, quantomeno, a ridurre i drammatici effetti che gli errori giudiziari provocano, in via immediata e diretta, sulla sfera personale e patrimoniale della vittima di una errata amministrazione della giustizia. Infine, l’A. si sofferma sugli strumenti riparatori previsti dal sistema giuridico italiano analizzando non soltanto la loro funzione ma anche i criteri che il giudice deve considerare nella quantificazione dell’indennizzo.
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5

"La riforma delle misure di prevenzione patrimoniali ad opera della l. 161/2017 tra istanze efficientiste e tentativi incompiuti di giurisdizionalizzazione del procedimento di prevenzione." Archivio penale, 2018. http://dx.doi.org/10.12871/978883318026719.

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6

Ranaldi, Gianrico. "misure di prevenzione patrimoniali, "buona fede" dell'istituto di credito mutuante ed ordine di cancellazione delle ipoteche: quali "regole d'uso"." Archivio penale, no. 3 (2014). http://dx.doi.org/10.12871/978886741480223.

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Dissertations / Theses on the topic "Prevenzione patrimoniale"

1

BERNARDONI, PIETRO. "DIRITTI FONDAMENTALI E PREVENZIONE DEL TERRORISMO NEL SISTEMA MULTILIVELLO. ALLA RICERCA DI UN BILANCIAMENTO TRA ESIGENZE DI SICUREZZA E TUTELA DELLE LIBERTÀ AI MARGINI DELLA 'MATERIA PENALE'." Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2021. http://hdl.handle.net/2434/852161.

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Abstract:
La tesi si incentra sull’analisi di alcuni degli strumenti di prevenzione del terrorismo alla luce del relativo statuto garantistico; in particolare, si sono considerate le blacklists elaborate da ONU e Unione europea nonché le misure di prevenzione disciplinate dal d. lgs. 6 settembre 2011, n. 159, nel tentativo di individuare il filo comune che unisce tali misure apparentemente assai distanti tra loro. In quest’ottica, il lavoro si muove lungo una duplice direttrice: da un lato, l’individuazione delle garanzie che devono presidiare gli istituti di prevenzione, anche alla luce della loro natura giuridica nell’ottica del concetto di “materia penale” di origine convenzionale; dall’altro, la ricostruzione della disciplina degli istituti, in base alle fonti e alla giurisprudenza nazionale e sovranazionale. Tale analisi è contenuta, principalmente nei capp. III e IV, dedicati rispettivamente all’individuazione di un possibile statuto garantistico valevole per il diritto della prevenzione e alla ricostruzione della disciplina positiva degli istituti considerati. A questa parte, che costituisce il fulcro del lavoro, sono premessi due capitoli con funzione di inquadramento teorico (cap. I) e storico (cap. II). Il primo capitolo, infatti, vuole fornire un quadro di riferimento delle coordinate concettuali in cui ci si muove nella parte successiva del lavoro; esso è suddiviso idealmente in tre parti, che rappresentano i tre assi portanti dell’intera tesi. Il primo asse, quello delle garanzie, è oggetto di attenzione nell’ottica della ricostruzione del concetto di “materia penale” di origine convenzionale; il secondo, per certi versi contrapposto al precedente, è incentrato sulla ricostruzione del concetto di “sicurezza”, intesa come il bene giuridico alla cui tutela è volto l’intero apparato preventivo antiterrorismo. Infine, l’ultimo asse rappresenta un tentativo di sintesi dei due ambiti già delineati, attraverso il c.d. meccanismo del bilanciamento in chiave di giudizio di proporzionalità. Lo schema adottato nel primo capitolo è quindi riproposto nella parte successiva e centrale del lavoro, cui si è già fatto cenno: il tema delle garanzie è ripreso e approfondito nel cap. III; nel cap. IV, poi, si analizzano gli istituti elaborati dal legislatore nazionale e sovranazionale con lo scopo di garantire la “sicurezza”; nel quinto ed ultimo capitolo si tenta di vagliare – in un’ottica di bilanciamento – i meccanismi predisposti a tutela di istanze securitarie alla luce delle indefettibili garanzie individuali. È in questa sede che si è cercato di avanzare anche qualche proposta di rimodulazione del sistema, al fine di eliminare alcuni degli aspetti di incompatibilità di esso con i diritti fondamentali. Il tema della natura giuridica degli istituti esaminati, nella prospettiva in cui ci si è posti, risulta quindi sdrammatizzato dalla centralità attribuita al criterio di proporzionalità come strumento di bilanciamento tra contrapposte esigenze. Allo stesso modo, categorie come “diritto penale del nemico”, “diritto penale di lotta” e “diritto dell’emergenza”, oggetto di analisi nel primo capitolo, sono poco utilizzate in chiave critica. La prospettiva che si è scelto di privilegiare, infatti, non è quella di una valutazione onnicomprensiva in termini di legittimità-illegittimità dell’intero sistema, ma, piuttosto, un’analisi il più possibile puntuale e specifica degli istituti esaminati alla luce dello statuto garantistico elaborato dalle Corti dei diritti.
The thesis focuses on some of the terrorism prevention tools in the light of the related guarantee statute; in particular, the listing systems developed by the UN and the European Union were considered, as well as the prevention measures governed by Legislative Decree 6 September 2011, no. 159; the attempt is to identify the common thread that unites these apparently very distant measures. From this point of view, the work moves along a twofold direction: on the one hand, the identification of the guarantees that must guard the prevention institutes, also in light of their legal nature in the perspective of the conventional concept of "criminal matter"; on the other hand, the reconstruction of the discipline of the institutes, based on national and supranational sources and jurisprudence. This analysis is contained mainly in Chapters III and IV, dedicated respectively to the identification of a possible guarantee statute valid for the prevention system as a whole and the reconstruction of the positive discipline of the institutions considered. This part, which constitutes the main focus of the work, is preceded by two chapters, with function of theoretical (Ch.. I) and historical framework (Ch. II). The first Chapter, in fact, wants to provide a frame of the conceptual coordinates in which we move in the next part of the work; it is ideally divided into three parts, which represent the three pillars of the entire thesis. The first axis, that of guarantees, is the object of attention by reconstructing the conventional and constitutional concept of "criminal matter"; the second, in some ways opposed to the previous one, focuses on the analysis of the concept of "security", understood as the value that the entire preventive anti-terrorism system is aimed at protecting. Finally, the last axis represents an attempt to synthesize the two areas already outlined, through the so-called balancing mechanism in terms of proportionality. The scheme adopted in the first Chapter is therefore re-proposed in the following and central part of the work, which has already been mentioned: the issue of guarantees is taken up and elaborated on in Chap. III; in Chap. IV, then, the analysis focuses on the institutes elaborated by the national and supranational legislator with the aim of guaranteeing “security”; in the fifth and final Chapter, an attempt is made to sift - with a view to balancing - the mechanisms set up to protect security claims in the light of fundamental individual guarantees. It is here that attempts have also been made to put forward some proposals for remodeling the system, in order to eliminate some of the aspects of its incompatibility with fundamental rights. The issue of the legal nature of the institutes examined, in the perspective in which it has been placed, is therefore played down by the centrality attributed to the criterion of proportionality as a balancing tool between opposing needs. Similarly, categories such as "enemy criminal law", "struggle criminal law " and "emergency law", even if considered in the first Chapter, are not used critically. The chosen perspective, in fact, is not that of an all-encompassing evaluation in terms of legitimacy-illegitimacy of the entire system, but, rather, an analysis that is as precise and specific as possible of the institutions examined in the light of the guarantee statute. elaborated by the Courts of Rights.
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BANDIERA, EDOARDO. "I terzi nel procedimento di prevenzione patrimoniale finalizzato alla confisca. Diritti, poteri e tutela dei soggetti coinvolti nel procedimento alla luce della direttiva 2014/42/UE e del regolamento 2018/1805/UE." Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2020. http://hdl.handle.net/11392/2488047.

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Abstract:
L’indagine ha ad oggetto la tutela procedimentale che l’ordinamento riconosce ai terzi coinvolti in un procedimento finalizzato all’adozione di un provvedimento di confisca di prevenzione; dunque, si concentra sui diritti ed i poteri che questi soggetti possono esercitare nel corso del procedimento. L’assunto da cui prende abbrivio la ricerca è quello per cui negli ultimi anni l’attenzione del legislatore, in materia penale, è stata catalizzata sempre più dai patrimoni e dalle ricchezze illecitamente accumulate dalle organizzazioni criminali, che sono così divenute il bersaglio privilegiato dell’intervento punitivo. Accanto a un diritto penale patrimoniale si è, così, edificato un “processo al patrimonio” che ha visto nelle forme di incapacitazione patrimoniali, recte nella confisca, la forma privilegiata di risposta coercitiva statale. In particolare, il modello italiano si è connotato per un ricorso parossistico all’utilizzo della confisca misura di prevenzione, una sanzione dalla natura non penale. La considerazione per cui i provvedimenti ablatori, siano essi cautelari, oppure definitivi, rischiano di coinvolgere beni formalmente nella proprietà o nella disponibilità di soggetti terzi ha mosso il legislatore, nazionale . È questo il motivo per cui la più recente normativa europea (la direttiva 2014/42/UE relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell’Unione europea) chiede agli Stati membri di garantire uno statuto minimo di tutela dei diritti dei terzi in sede di trasposizione (artt. 6 e 7). Peraltro, in sede di recepimento della direttiva (d.lgs. 29 ottobre 2016, n. 202) il legislatore domestico non ha apportato alcuna modifica al nostro ordinamento in merito alle garanzie che devono essere riconosciute ai soggetti terzi coinvolti in un procedimento penale all’esito del quale sarà comminata la sanzione della confisca. Dal punto di vista della teoria generale del processo, infatti, il terzo non essendo una parte del processo penale, ma un estraneo, non può proporre alcuna impugnazione avverso la sentenza di primo grado che prevede la confisca di beni su cui vanti, a qualsiasi titolo, una pretesa. La tutela dei soggetti terzi, invece, è da tempo “croce e delizia” del procedimento di prevenzione patrimoniale. Si sono così esaminate le differenti posizioni e gli strumenti di tutela corrispondenti a ciascuna di esse, che le diverse tipologie di terzi possono azionare, pur nell’unicità del procedimento.
The investigation has as its object the procedural protection that the system recognizes to third parties involved in a procedure aimed at the adoption of a measure of confiscation of prevention; therefore, the analysis focuses on the rights and powers that these subjects can exercise during the procedure. The assumption from which the research is taken into consideration is that, in recent years, the attention of the Legislator, in the criminal matter, has been catalyzed more and more by the patrimonies and riches illegally accumulated by the criminal organizations, which have become the privileged target of the punitive intervention. Alongside a criminal patrimonial law, a "trial of the patrimony" has been built up, which has seen in the forms of patrimonial incapacitation, recte in the confiscation, the privileged form of coercive state response. In particular, the Italian model has been characterized by a paroxysmal recourse to the use of the confiscation measure of prevention, a sanction of a non-criminal nature. The consideration for which the dispositions of attorney, whether precautionary or definitive, risk involving property formally in the ownership or availability of third parties, has moved the legislator, national and European, to prepare a minimum statute of guarantee in respect of these subjects. This is why the most recent European legislation (Directive 2014/42/EU on the freezing and confiscation of instrumental property and the proceeds from crime in the European Union) calls on the Member States to guarantee a minimum statute for the protection of the rights of third parties when transposing it (Articles 6 and 7). From the point of view of the general theory of the trial, in fact, the third party, not being a part of the criminal trial, but a stranger, cannot propose any appeal against the sentence of first instance which provides for the confiscation of goods and properties on which, for whatever reason, a claim is made. The protection of third parties, on the other hand, has long been a "cross and delight" of the procedure of patrimonial prevention. The research has been characterized by two poles: on the one hand, the process of patrimonial prevention; on the other, the participation of the third party in the same. In conclusion, particular attention was paid to the issue of evidence, differentiating with regard to the object of evidence that each category of third party is required to demonstrate.
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Books on the topic "Prevenzione patrimoniale"

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Mangione, Angelo. La misura di prevenzione patrimoniale fra dogmatica e politica criminale. Padova: CEDAM, 2001.

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Filippi, Leonardo. Il procedimento di prevenzione patrimoniale: Le misure antimafia tra sicurezza pubblica e garanzie individuali. Padova: CEDAM, 2002.

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Cassano, Francesco. Misure di prevenzione patrimoniale e amministrazione dei beni: Questioni e materiali di dottrina e giurisprudenza. Milano: Giuffrè, 1998.

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4

Quatraro, Bartolomeo. Revocatoria ordinaria e fallimentare e gli altri mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale: Azioni surrogatorie, tutela cautelare civile e penale, provvedimenti d'urgenza, misure patrimoniali di prevenzione. Milano: A. Giuffrè, 2002.

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5

Pascali, Lorenzo G. La misura di prevenzione patrimoniale nella normativa antimafia: Il problema della tutela civile dei creditori : manuale di approfondimento giuridico annotato con la giurisprudenza e corredato di appendice legislativa : aggiornato con il Decreto del Giudice unico. Bari: Cacucci, 1999.

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6

Menditto, Francesco. Le misure di prevenzione personali e patrimoniali: La confisca ex art. 12-sexies l. n. 356/92. Milano: Giuffrè editore, 2012.

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7

Mortara, Associazione studi giuridici Lodovico. Le Misure di prevenzione patrimoniali: Teoria e prassi applicativa : atti del convegno nazionale : Bari, 14-16 febbraio 1997. Bari: Cacucci, 1998.

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8

Italy, ed. Commento al codice antimafia: D. lgs. 6 settembre 2011, n. 159 : misure di prevenzione personali e patrimoniali, documentazione antimafia. Santarcangelo di Romagna (RN): Maggioli, 2011.

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9

Fondaroli, Désirée. Le ipotesi speciali di confisca nel sistema penale. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg234.

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Abstract:
Le ipotesi speciali di confisca si contraddistinguono nel sistema penale per l’allontanamento dal modello della misura di sicurezza patrimoniale ex art. 240 c.p. e per le peculiarità comuni alla loro disciplina (obbligatorietà, anche in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti; estensione della ablazione al valore equivalente). La misura di prevenzione patrimoniale (artt. 2 ter ss. l.n. 575/1965) e la confisca ex art. 12 sexies l.n. 356/1992 in primis, ma soprattutto la disciplina penale societaria e la legislazione relativa alla responsabilità "da reato" degli enti, testimoniano della tendenziale rinuncia del legislatore alla confisca dei beni "pertinenti" al reato a favore della re-introduzione di figure lato sensu di "confisca generale", che registrano nei fatti una significativa compressione dei diritti non solo dell’interessato, ma – nonostante il tenore delle norme – anche del "terzo" individuato, a seconda dei casi, nella "persona estranea al reato", nella "persona offesa", nel "danneggiato", nel "terzo di buona fede"). Lungo tale direttrice, evidente nell’ambito delle strategie di contrasto alla c.d. criminalità economica e condivisa dalla normativa europea e sovranazionale, l’ablazione patrimoniale è divenuta sanzione a pieno titolo: talora "pena principale" (art. 19, D.lgs. n. 231/2001), più spesso "pena accessoria", addirittura anticipata alla fase delle indagini preliminari attraverso lo strumento del sequestro preventivo finalizzato alla confisca (art. 321, comma 2 c.p.p.; art. 53 D.lgs. n. 231/2001). Dalle premesse poste scaturisce l’esigenza di una rinnovata attenzione verso le guarentigie costituzionali, che in ordinamenti come quello della Repubblica Federale Tedesca sono state invocate dal "Giudice delle Leggi" (Bundesverfassungsgericht) in funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei singoli.
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