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Journal articles on the topic 'Prevenzione difficoltà di apprendimento'

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Perricone, Giovanna, and M. Regina Morales. "Prerequisiti e indicatori di difficoltà di apprendimento in bambini moderatamente pretermine di età prescolare." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 1 (May 2012): 23–38. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001002.

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Abstract:
Lo studio riportato intende per un verso confermare e per altro esplorare la possibile presenza, in bambini di età prescolare nati moderatamente pretermine, di difficoltà relative a specifiche abilità cognitive che, secondo il modello di lettura assunto, sono funzionali all'apprendimento prescolastico; nello specifico, vengono individuati come risultati attesi di tale obiettivo, bassi livelli di prestazioni relative ad abilità generali che attengono all'"idoneità di apprendimento" e, quindi, alla capacità di comprensione ed espressione linguistica, di metacognizione e altre abilità legate alla memoria, all'orientamento e alla coordinazione motoria e visuomotoria, così come a capacità specifiche necessarie per affrontare con successo l'apprendimento quali abilità di prematematica e di prealfabetizzazione. La ricerca ha coinvolto un gruppo sperimentale di 30 bambini (età media = 5 anni e 2 mesi) nati moderatamente pretermine (età gestazionale media = 34 settimane) senza complicanze mediche neonatali e con basso peso alla nascita (media = 2100 g., ds = 350 g.) e un gruppo di controllo costituito da 30 bambini nati a termine in assenza di complicanze pre e perinatali (età gestazionale media = 40 settimane). Lo studio ha previsto la somministrazione, agli insegnanti delle scuole dell'infanzia di due istituti comprensivi del territorio periferico e provinciale di Palermo, di un questionario per l'Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento in età prescolare (IPDA) negli alunni della propria classe. Il questionario è stato somministrato prima dell'individuazione della condizione di nascita pretermine di alcuni alunni. I dati, sottoposti ad analisi non parametrica, evidenziano che i bambini moderatamente pretermine ottengono punteggi, statisticamente più bassi, nelle scale della Metacognizione [U(n1 e n2=30) = .21, p = .04], di Altre abilità cognitive [U(n1 e n2=30) = 1.2, p = .03], e di Pre-matematica [U(n1 e n2=30) = 1.3, p = .04], oltre che nel punteggio totale [U(n1 e n2=30) = 1.8, p = .04]. Tali dati orientano una riflessione sull'esigenza di ipotizzare, anche per questi bambini, percorsi di training già sperimentati nei casi di bambini nati gravemente pretermine, in una logica di prevenzione dell'insuccesso scolastico.
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Tinti, Francesca. "la musica e il potenziamento dei prerequisiti di apprendimento." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 1 (June 11, 2016): 315. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v1.94.

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Abstract:
Riassunto: Premessa: La musica viene utilizzata come canale elettivo nella prevenzione dei disturbi di apprendimento. Il DSA è una disabilità specifica dell'apprendimento, di origine neurobiologica, che interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo). Il corso di propedeutica musicale è stato rivolto a bambini dai 4 ai 6 anni, fascia di età in cui la diagnosi di DSA non può ancora essere effettuata ma si possono individuare i bambini a rischio attraverso la valutazione dei prerequisiti di apprendimento. Obiettivo: intervenire in maniera preventiva sulle difficoltà di apprendimento, attraverso il potenziamento dei prerequisiti necessari, con attività propedeutica musicale nella scuola d'infanzia. Metodo: il campione esaminato è composto da 50 bambini appartenenti ad una popolazione d'età compresa dai 4 ai 6 anni. Al campione è stato somministrato il test per la valutazione dei prerequisiti di apprendimento, il Prcr-2 di Cornoldi (2009), prima e dopo il trattamento, riguardante uno specifico metodo di propedeutica musicale con attività di pre-scrittura e pre-lettura delle 7 note (nel pentagramma) durato per 4 mesi. Conclusioni: i dati ottenuti evidenziano come l' attività musicale correli positivamente col miglioramento dei prerequisiti di apprendimento.PAROLE CHIAVE: Musica, DSA, Prerequisiti di apprendimento, Prevenzione. Abstract: The music is used as an elective channel in the prevention of learning disorder.SLD (Specific Learning Disorder) is a specific learning disability of neurobiological origin, characterized by a lack in a specific learning ability (reading , writing, computing). The preparatory music course was intended for children aged 4 to 6 years, that is the age in which the diagnosis of DSA cannot yet be done but we can still identify children at risk through the evaluation of the prerequisites for learning. Objective: preventative intervention on learning difficulties through the enhancement of prerequisites for reading and writing using preparatory music, during preschool years. Method: The examined sample consists of 50 preschooler aged 4 to 6. The Prcr2 Cornoldi test (2010) had been administered to the sample, before and after the treatment, which consisted in a 4 months project of preparatory musical activities based on pre-writing and pre-reading the 7 notes (on the staff). Conclusions: The data obtained show that the musical activities correlates positively with the positive evolution of the pre-requisites of learning. Keywords: Music, LSD, learning prerequisites, Prevention
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Maniscalco, Margherita, Caterina Martorana, Barbara Caci, and Vicenza Muratore. "L’IMPORTANZA DEI PREREQUISITI E DELLO SCREENING PRECOCE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no. 2 (July 15, 2016): 219. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n2.v1.337.

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Abstract:
Questo contributo si propone di sottolineare l’importanza di alcune competenze cognitive, detti prerequisiti, che sono implicate nell’acquisizione delle abilità di lettura e scrittura come ad esempio: la conoscenza dell’alfabeto; la consapevolezza fonologica; la denominazione rapida automatica (RAN); la memoria fonologica e la processazione visiva. Numerose ricerche, anche internazionali, mostrano l’importanza dell’esercizio di tali abilità all’interno della scuola dell’infanzia anche ai fini della prevenzione dello sviluppo di difficoltà di apprendimento e/o di veri e propri disturbi nella successiva carriera accademica del bambino. Inoltre, la realizzazione di interventi didattici mirati allo sviluppo di tali prerequisiti cognitivi favorisce l’incremento e/o il recupero delle strumentalità della lettoscrittura. In tale scenario, diviene fondamentale riflettere sulle modalità di screening precoce che è possibile attivare all’interno della scuola dell’infanzia e sui relativi strumenti di assessment che è possibile utilizzare. Di conseguenza, sono passati in rassegna alcuni dei principali strumenti psicometrici editi in Italia, dal 1999 ad oggi, per la valutazione dei prerequisiti delle abilità di letto-scrittura in allievi a partire dai 5 anni di età.
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Morando, Paola, and Maria Luisa Spreafico. "Origami e strategie di apprendimento." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 11 (May 18, 2022): 121–34. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.6.

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Abstract:
L’attività descritta in questo articolo si propone di stimolare, attraverso la pratica della piegatura origami, una riflessione metacognitiva sul tema dell’apprendimento e consiste in un’azione creativa che consente di sperimentare alcune delle difficoltà comuni nel percorso di studi universitario, individuando fin da subito strategie utili per affrontarle.L’esperienza, da svolgersi nelle prime settimane di lezione, mette in luce l’importanza di sviluppare un atteggiamento consapevole nei confronti dello studio e affronta due temi cruciali per l’efficacia dell’apprendimento: il ruolo della curiosità come spinta motivazionale a imparare cose nuove e l’importanza della fiducia nel docente e nelle sue proposte didattiche. In questa sede si presentano i risultati di un’applicazione nell’ambito di un corso universitario di matematica, benché l’attività, che per sua natura insiste più sul piano metodologico che non su quello strettamente disciplinare, possa essere trasferita efficacemente anche ad altri insegnamenti.
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Provantini, katia, and Dario Cuccolo. "Focus: Apprendimento, la complessità nella relazione terapeutica. Le difficoltà di apprendimento in una prospettiva evolutiva." RICERCA PSICOANALITICA, no. 2 (August 2018): 9–34. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2018-002002.

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Bignamini, Angelo A. "Il rischio calcolato e la relazione con l’assistito: aspetto ambivalente della medicina." Medicina e Morale 52, no. 6 (December 31, 2003): 1175–202. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.658.

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Abstract:
I medici ed i loro assistiti sono sottoposti a pressioni perché venga regolarmente valutato il rischio di patologie future e vengano applicate misure di prevenzione primaria e secondaria. Si rilevano alcuni problemi relativi a questa politica, che investono l’affidabilità degli algoritmi e la difficoltà a raggiungere gli obiettivi fissati. A partire dall’osservazione di dati reali da uno studio osservazionale, viene discusso l’impatto sulla giustificazione etica dei meccanismi di screening di popolazione, dell’applicazione sistematica delle misure di prevenzione raccomandate dalle linee guida, e più in generale sulla cosiddetta “cultura della prevenzione”. I punti critici evidenziati sono la necessità di considerare che il singolo soggetto non è il rappresentante medio della popolazione, ma un soggetto individuale con caratteristiche, bisogni, e sensibilità proprie; la consapevolezza che la prevenzione può essere efficace sulla popolazione ma non necessariamente sul singolo; la presa di coscienza che gli obiettivi da raggiungere per la riduzione del rischio devono essere raggiungibili nella realtà mettendo in gioco la libertà-responsabilità del soggetto al di là delle raccomandazioni delle linee guida, e che comunque non può garantire un esito favorevole. Viene infine sottolineato che l’insistenza sulle misure di prevenzione sono anche l’espressione della perdita del senso del limite al diritto alla vita e alla tutela della salute, cioè un’espressione del rifiuto del significato della malattia e della morte.
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Forte Bice, Maria. "Alunni DSA e docenti." International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 3, no. 1 (May 5, 2018): 13. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v3.1204.

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Abstract:
Come insegnante con molti anni di esperienza e con l’inclinazione all’aggiornamento professionale, un momento molto irrevocabile per la funzione sociale di un insegnante, relativo alla disabilità specifica (LSD), non solo i problemi sono legati alle difficoltà che rallentano gli studenti apprendimento ma anche la riluttanza degli insegnanti a scegliere strategie di apprendimento per tutti i casi presenti nella classe. Questo articolo discuterà diversi problemi: sono le dinamiche particolari che caratterizzano il rapporto educativo-didattico esistente tra insegnanti e studenti con LSD. La panoramica teorica delle strategie e metodologie di insegnamento educativo, la conoscenza diretta del riferimento legale e la conoscenza delle ultime informazioni sull’LSD,. Precisamente, l’articol fornisce una considerazione generale su LSD, e fa un’analisi degli indicatori di rischio citati nella letteratura scientifica e si occupa di un quadro ampio e dettagliato di azioni sollevate considerate dalla legge e di dispositivi compensatori più adatti a semplificare l’intervento richiesto nel disabilità.
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Piazza, Roberta, and Simona Rizzari. "Ripensare il nesso tra apprendimento all'università e apprendimento al lavoro per favorire l'occupazione giovanile. Una ricerca sulla formazione di mentori competenti nei percorsi di apprendistato." EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no. 2 (November 2020): 296–323. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9480.

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Abstract:
Nel mondo digitale contemporaneo lo skills mismatch e la mancanza di opportunità di lavoro per i giovani rappresentano sfide non agevoli da affrontare. Per far fronte a tali difficoltà si ritiene che l'apprendistato possa giocare un ruolo chiave, in grado di consentire ai giovani di acquisire le competenze necessarie a facilitare la loro transizione dall'educazione al lavoro. La pedagogia è pertanto chiamata a riflettere sulla possibilità di pensare a modelli di apprendimento integrati, in grado di stabilire connessioni tra istruzione/formazione e lavoro con modalità nuove. Tra i criteri per apprendistati efficaci e di qualità appare centrale il supporto pedagogico, offerto da personale interno alle imprese, con l'incarico di collaborare strettamente con le istituzioni formali. Sebbene l'importanza del mentoring nell'apprendistato sia ampiamente riconosciuta, la ricerca non ha sempre prestato adeguata attenzione alle competenze educative che i mentori dovrebbero possedere per preparare gli studenti quali learning agent. Lo studio qui presentato intende fornire un contributo di ricerca, definendo un modello di formazione per mentori. Il saggio - che descrive il progetto di ricerca internazionale ApprEnt - presenta il prototipo elaborato per la formazione di mentori competenti.
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Buonanno, Elisa, Luca Apicella, and Yuri Battaglia. "La Giornata Mondiale del Rene “fai da te”." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no. 2 (May 21, 2013): 165–67. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1029.

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Abstract:
Da oltre cinque anni si svolge nel mese di marzo in Italia la Giornata Modiale del Rene, manifestazione importante per la prevenzione sul territorio delle malattie renali. Riportiamo la testimonianza di un giovane nefrologo, il dott. Luca Apicella, che per primo ha organizzato quest’ evento nella sua città. Nel suo articolo ci descrive i principali passaggi organizzativi e le difficoltà che ha fronteggiato nei mesi precedenti l'evento fornendoci dunque un pratico vademecum per aiutare i giovani nefrologi a seguire il suo esempio e ad organizzare con successo lo stesso evento sul proprio territorio.
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Maurizio Gentile, Cosimo. "Disabilità, soggettivazione, inclusione: un approccio psicodinamico relazionale." MINORIGIUSTIZIA, no. 4 (July 2022): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004009.

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Abstract:
Malgrado il paradigma dell'inclusione sia ormai ampiamente diffuso, a livello internazionale e nel nostro Paese, sul terreno concreto della pratica le persone disabili (e le loro famiglie) continuano a scontrarsi con difficoltà e ostacoli che ne impediscono una sana costruzione identitaria. Attraverso una rilettura dell'avventura della soggettivazione nelle situazioni di disabilità, l'autore individua una serie di ostacoli comunicativi ed operativi derivanti dal difficile confronto con la "diversità". Viene proposto un approccio globale, psicodinamico e gruppale come maggiormente coerente con la prospettiva inclusiva da intendere come un processo che tiene conto della diversità di ciascuno per favorire partecipazione e apprendimento, ma anche per ridurre l'esclusione e l'emarginazione.
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Peris Cancio, Lluis F. "Minori fuori famiglia in Europa: Italia a confronto." MINORIGIUSTIZIA, no. 1 (September 2020): 76–85. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001008.

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Abstract:
A fronte delle difficoltà di basarsi su dati certi relativi all'andamento delle attività di prevenzione dell'allontanamento dei figli minori dalle famiglie di origine e alla riduzione del cosiddetto processo di istituzionalizzazione, in questo articolo viene presentata una sintesi del fenomeno su scala europea nelle more del problema dei dati affidabili. Constatata la complessità della comparabilità di dati tra paesi europei, conseguenza di definizioni e categorie non univoche rispetto alle modalità di protezione dei minori, nell'articolo si delinea un graduale percorso che ha avuto inizio nel vecchio continente. Infine, si presenta un'interpretazione descrittiva dei contesti di alcuni paesi vicini all'Italia, grazie alla quale è possibile delineare, seppure in maniera provvisoria, alcune delle caratteristiche del sistema italiano.
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Pia De Sandro, Maria, and Lucia Bigozzi. "Potenziare la competenza lessicale e le abilità prosodiche con la lettura espressiva: effetti sulla comprensione e la fluenza in lettura." RICERCHE DI PSICOLOGIA, no. 2 (September 2020): 765–82. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002014.

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Abstract:
La lettura fluente si caratterizza per un'appropriata velocità, correttezza e prosodia. Recentemente è stato evidenziato il ruolo delle abilità prosodiche nel promuovere una lettura più rapida e una maggiore comprensione del testo nei bambini di scuola primaria. Il presente contributo si è occupato di esaminare come, attraverso un intervento di Lettura Espressiva orientato a sostenere le abilità prosodiche, sia possibi-le potenziare la Competenza Lessicale, implicata a sua volta nella velocità di let-tura e nella comprensione del testo. Dopo aver preso in esame la letteratura scientifica di riferimento, vengono in-dividuate delle Buone Prassi per la sistematizzazione di un intervento destinato a gruppi classe di bambini di scuola primaria, dalla seconda alla quinta classe, con e senza difficoltà o disturbi di apprendimento.
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Pietrapiana, Daniela, and Stefania Donadio. "Sviluppare la metacognizione nel problem solving: un percorso di ricerca didattica nella scuola secondaria di primo grado." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 8 (November 23, 2020): 115–40. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.6.

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Abstract:
Le difficoltà incontrate dagli studenti nel problem solving (PS) sono da sempre oggetto di studio nella ricerca in didattica della matematica, ma solo recentemente l’attenzione si è focalizzata sulla metacognizione e sul suo ruolo.In una scuola secondaria di primo grado italiana, è stato realizzato un percorso di apprendimento sul PS rivolto al potenziamento della metacognizione, con uso di strumenti scientificamente validati e fruibili dai docenti senza la mediazione o il supporto di esperti. Vengono descritte e discusse le attività proposte in tre classi terze (campione di 54 alunni), organizzate prevalentemente in lavori di gruppo di studenti suddivisi per livelli di competenza. Dalla valutazione conclusiva è emerso un miglioramento nelle capacità metacognitive e negli esiti del PS, sebbene il dato sia apparso meno significativo per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES).
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Battistoni, Sara, Elisa Ricci, Rachele Brugnano, Piera Bertoldi, Maurizio Postorino, and Giuseppe Quintaliani. "Piccolo Glossario Per Una Migliore Comunicazione Tra MMG e Specialista Nefrologo." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no. 1 (March 4, 2014): 19–28. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.855.

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Abstract:
L’insufficienza renale cronica (IRC) è una patologia in progressivo incremento; in Italia circa 3 milioni le persone affette da IRC agli stadi 3-5 sec. K-DOQI, ma una percentuale inferiore al 30% dei soggetti agli stadi 4-5 sarebbe nota presso gli ambulatori nefrologici. A fronte di questa evidenza, che riflette importanti implicazioni nell’ambito della prevenzione primaria, si rilevano, il più delle volte, importanti difficoltà comunicative tra medico di medicina generale (MMG) e specialista nefrologo, in merito soprattutto alla tempistica e alle modalità di follow- up di questi pazienti. Alla luce di questo, abbiamo elaborato un Glossario che include informazioni riguardo all’approccio diagnostico e terapeutico delle complicanze dell’IRC, al fine di identificare precocemente le più frequenti anomalie metaboliche e di ottimizzare la tempistica dei controlli ambulatoriali.
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Cassano, M. "Endoscopic repair of nasal septal perforation." Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no. 6 (December 2017): 486–92. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1313.

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Abstract:
La riparazione della perforazione del setto nasale rappresenta delle più complesse procedure chirurgiche nasali. Nel corso dell’ultimo decennio, sono state descritte numerose tecniche endoscopiche di riparazione, con una percentuale di successo variabile fra il 76.4% e 100%. I vantaggi di questa tecnica sono la mini-invasività (nessuna cicatrice esterna), un’ottima esposizione del campo operatorio (con una migliore visualizzazione delle strutture anatomiche) e un buon controllo visivo dei margini della perforazione. Possibili svantaggi sono un maggior tempo operatorio ed una maggiore difficoltà di esecuzione che richiede curve di apprendimento di anni. In questa review riportiamo l’esperienza di numerosi lavori pubblicati sulla riparazione endoscopica delle perforazioni del setto nasale, mettendo a confronto la percentuale di successo, il diametro della perforazione e i materiali utilizzati per la riparazione.
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Stefani, Silvia, and Paola Cereda. "Fare insieme una cosa difficile. Dal teatro comunitario argentino alla compagnia integrata assaiASAI." WELFARE E ERGONOMIA, no. 2 (February 2022): 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002010.

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Abstract:
L'articolo analizza l'esperienza della compagnia integrata di teatro comunitario assaiASAI, attiva a Torino dal 2010. La compagnia, che dal 2010 a oggi è stata attraversata da più di trecento persone, è costituita da un gruppo eterogeneo che comprende persone diverse per età, provenienza geografica, (dis)abilità, professione, formazione, background socioculturale. Le autrici discutono il ruolo del teatro comunitario argentino e delle riflessioni che ne sono sorte sull'Arte per la Trasformazione Sociale che ispirano il lavoro di assaiASAI. A seguire, la compagnia integrata torinese viene analizzata in quanto "comunità di pratica". Questa lente analitica permette di discutere alcuni elementi portanti della compagnia: la pratica come contesto di apprendimento, la collaborazione oltre le differenze, la creazione di una comunità aperta. Infine, le autrici riflettono sulle difficoltà e le sfide nella relazione con altre realtà del welfare locale.
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Sergi, B., and G. Paludetti. "L’analisi della curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi può aiutare a predirre i risultati funzionali?" Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 2 (April 2016): 135–38. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-599.

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Abstract:
Il numero di interventi per otosclerosi è progressivamente diminuito nel corso degli ultimi 20 anni. Questa riduzione crea difficoltà sia al chirurgo esperto ma soprattutto a quello giovane che inizia il suo percorso di formazione. Abbiamo analizzato in maniera retrospettiva i risultati funzionali ottenuti dopo stapedotomia effettuati da un giovane chirurgo presso la Clinica Otorinolaringoiatrica del Policlinico “A. Gemelli” di Roma. La tecnica impiegata è quella della stapedotomia con laser COe utilizziamo una protesi in teflon e titanio. I risultati funzionali sono stati valutati come riduzione della ipoacusia trasmissiva sulle frequenze comprese tra 250 e 4000 Hz all’ultimo esame eseguito durante il follow-up. L’analisi dei dati non ha evidenziato un momento in cui la curva di apprendimento possa essere considerata conclusa poiché ottimi risultati con una riduzione pressoché completa della ipoacusia trasmissiva si sono alternati con altri i cui risultati funzionali non sono stati altrettanto ottimi. In nessun caso si è comunque registrata una coclearizzazione dell’ipoacusia. Questa analisi supporta l’esistenza di una curva di apprendimento della chirurgia dell’otosclerosi senza però individuare un punto dopo il quale si possa prevedere che i risultati funzionali saranno tutti ottimi. La chirurgia dell’otosclerosi non dovrebbe essere effettuata all’inizio della pratica della chirurgia otologica, data l’aspettativa funzionale che il paziente ripone nell’intervento e la mancanza delle capacità chirurgiche necessarie.
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Dello Iacono, Umberto, Eva Ferrara Dentice, Chiara Vitina Mannillo, and Maria Letizia Vitale. "Dalla comprensione del testo alla risoluzione del problema: un’esperienza nella scuola secondaria di secondo grado." Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no. 12 (November 21, 2022): 9–21. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.12.1.

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Abstract:
La risoluzione dei problemi è un’attività che crea difficoltà a molti studenti, indipendentemente dall’ordine scolastico, spesso legate alla fase di comprensione del testo del problema stesso. A tal proposito, abbiamo disegnato un’attività di apprendimento che prevede che gli studenti, a partire da alcuni problemi assegnati, individualmente e poi in maniera collaborativa, ne analizzino dapprima criticamente il testo per poi affrontarne la risoluzione. Abbiamo sperimentato tale attività con studenti del primo anno di una scuola secondaria di secondo grado. L’analisi dei dati mostra che l’attività didattica progettata sembra essere efficace nel favorire l’attivazione di adeguati processi risolutivi da parte degli studenti, nonché la produzione di argomenti a sostegno delle risposte fornite. In particolare, la maggior parte degli studenti, dopo aver lavorato sulla comprensione del testo, migliora la correttezza delle risposte e/o produce argomenti a supporto delle stesse.
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Pavan, Luca. "PREPOSIZIONI ITALIANE E ARTICOLI: DIFFICOLTÀ E STRATEGIE NELL’APPRENDIMENTO AI LIVELLI PIÙ BASSI DEL QCER." Verbum 7, no. 7 (December 22, 2016): 252. http://dx.doi.org/10.15388/verb.2016.7.10300.

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Abstract:
In questo studio si affronta uno dei temi che procura maggiori ostacoli nell’apprendimento della lingua italiana da parte di studenti stranieri: le preposizioni, qui intese come preposizioni proprie. L’uso delle preposizioni italiane nella lingua è complicato da una casistica piuttosto vasta di varia­bili, a partire dalla presenza o meno degli articoli determinativi, che danno luogo alle preposizioni articolate. Per gli studenti L2 nel livello A1 del QCER risulta spesso problematico usare le preposizioni con o senza l’articolo, dal momento che gli aspetti grammaticali che interessano questo tema sono molti e non facilmente gestibili. La difficoltà aumenta se si tratta di studenti la cui lingua madre non proviene dall’area delle lingue romanze, come nel caso del lituano, che è una lingua che non fa alcun uso di articoli.Si propone, in questa sede, un excursus attraverso l’evoluzione di alcune preposizioni, comparando la teoria esposta in varie grammatiche storiche. Poi si espongono alcune strategie di apprendimento dell’uso degli articoli con le preposizioni dell’italiano odierno, per fornire al docente L2 qualche spunto nel momento in cui deve introdurre questo tema nelle lezioni.
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Ceković-Rakonjac, Nevena. "Difficoltà di apprendimento dei tempi e modi verbali dell’italiano L2 da parte degli apprendenti serbofoni." Philologia 10, no. 10 (2012): 1–11. http://dx.doi.org/10.18485/philologia.2012.10.10.1.

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Pallonetto, Lucia, Rosanna Perrone, and Carmen Palumbo. "Valutazione degli atteggiamenti disfunzionali: verso una pedagogia del corpo in chiave inclusiva." EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no. 2 (December 2021): 195–210. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-special-2021oa12949.

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Abstract:
Il 2020 si è presentato come l'anno dei cambiamenti e dell'adattamento dell'uomo ad una "vita sospesa", un anno scandito da paure, sacrifici, distanze e nuove abitudini. Da questi cambiamenti, nasce il bisogno di nuove sfide, sia dal punto di vista sociale che pedagogico. La pandemia da COVID-19 ha costretto scuole e università, in tempi brevi e con numerose difficoltà, a escogitare nuove strategie per fronteggiare le nuove esigenze. Il processo di insegnamento-apprendimento è un processo che necessita di tempi e modalità variabili a seconda delle esigenze del discente, e questo periodo ha visto di sicuro il potenziale del digitale come mezzo supportivo e di mediatore di conoscenze. In particolare, l'ambito universitario ha visto nella maggior parte delle università, la quasi totalità delle attività didattiche in modalità on-line. In questa ricerca si considerano gli effetti prodotti dalle condizioni pandemiche, di concilio con i consueti e disparati stimoli derivanti dalla vita accademica, dallo studio, dall'interazione che non è più diretta, ma mediata fra studenti e docenti. A questo proposito, è stata condotta una valutazione su un gruppo di 405 studenti universitari utilizzando il test Idea Inventory (Kessinove, 1977) per valutare il sorgere di determinati comportamenti in relazione agli altri o a delle problematiche in un tempo che ha visto diverse privazioni su tutti i livelli, specie in quello sociale. Da ciò è scaturita la necessità di considerare e tendere verso una pedagogia del corpo (Gamelli, 2011): un approccio didattico e formativo che ha l'obiettivo di valorizzare e potenziare il ruolo della corporeità nei contesti di apprendimento (Sibilio, 2011).
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Ambrosini, Maria Vittoria, and Paolo Della Putta. "Problemi di apprendimento di tre perifrasi fra spagnolo e italiano. Osservazioni acquisizionali e proposte pedagogiche." Cuadernos de Filología Italiana 28 (July 15, 2021): 11–44. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.73193.

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Abstract:
Il contributo prende in considerazione alcuni problemi acquisizionali particolarmente ostici e persistenti nel processo di apprendimento dell’italiano da parte di discenti ispanofoni. Sono noti, in letteratura, i fenomeni di transfer additivo e persistente di strutture perifrastiche spagnole non presenti in italiano. È il caso di andare e venire + gerundio, strutture “gemelle” di ir e venir + gerundio: contemplate e frequenti, in spagnolo, in contesti diafasici anche bassi e trascurati, tali perifrasi, in italiano standard e neo standard, hanno perso molto “spazio” d’uso, e sono oggi relegate a varietà diafasiche molto alte della lingua. Per estar + gerundio e stare + gerundio – la terza coppia di perifrasi considerate in questo studio –, notiamo invece, in italiano, severe restrizioni aspettuali: estar + gerundio esprime sia l’aspetto progressivo che quello continuativo, mentre stare + gerundio si è specializzata solo nell’aspetto progressivo. Ne conseguono fenomeni di transfer spagnoloàitaliano tipici, ben rintracciabili in realizzazioni come *sono stato lavorando tutta la notte. L’interpretazione psicolinguistica di tali problemi acquisizionali è basata sulla difficoltà di individuazione delle prove che possano permettere la ristrutturazione dell’interlingua: in questi tre casi sono prove negative indirette, ovvero la non apparenza delle strutture in determinati contesti o incongruenza con determinati valori aspettuali. Per lenire i problemi di transfer additivo delle tre perifrasi, in questo lavoro, dopo aver approfondito gli aspetti psicolinguistici di cui sopra, considereremo se e come le grammatiche pedagogiche di italiano per stranieri – in particolar modo ispanofoni – trattano queste discrepanze fra le due lingue. Proporremo infine alcuni accorgimenti pedagogici che possono essere utili per aiutare i discenti ispanofoni ad analizzare correttamente l’input italiano, così da lenire l’interferenza negativa fra le due lingue.
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Lambruschi, Furio, Francesca Lionetti, Melvin Piro, and Lavinia Barone. "Il video-feedback come intervento di supporto alla genitorialità per il trattamento delle difficoltà emotive e comportamentali." QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no. 46 (July 2020): 47–68. http://dx.doi.org/10.3280/qpc46-2020oa10161.

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Abstract:
La teoria dell'attaccamento ha contribuito in modo importante al diffondersi di una serie di interventi rivolti alla diade genitore-bambino, la cui efficacia è stata dimostrata su base sperimentale, grazie ai rigorosi strumenti metodologici di cui dispone. Si tratta di programmi di intervento volti a sostenere lo sviluppo positivo della diade e in particolare a promuovere relazioni di attaccamento sicure e a ridurre il rischio di problematiche di tipo esternalizzante nei bambini. In questo contributo intendiamo proporre una rassegna ragionata dei principali interventi di video-feedback, orientati all'attaccamento e finalizzati oltre che al sostegno e alla promozione delle competenze genitoriali, anche al trattamento delle difficoltà emotive e comportamentali del bambino e dell'adolescente, definendone le caratteristiche principali e i contesti di applicazione. Data la centralità in questi programmi dell'uso del video, intendiamo anche delinearne l'evoluzione storica e il suo valore come tecnica specifica nel lavoro clinico in età evolutiva. Da ultimo verranno riassunti quelli che a nostro parere rappresentano gli ingredienti fondamentali delle procedure di video-feedback, evidenziandone operativamente alcune possibili linee di utilizzo strategico in coerenza con la prospettiva clinica cognitivocostruttivista. Nel far ciò verrà posta particolare attenzione al costrutto di disciplina sensibile (sensitive discipline), importante soprattutto lavorando con i disturbi esternalizzanti o in un'ottica di prevenzione.
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Martina, V., M. A. Rizzo, C. Uggetti, L. Gravellone, A. Giordano, M. Egidi, and M. Gallieni. "CKD-MBD: un caso di devastanti complicanze vertebrali." Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no. 3 (January 24, 2018): 4–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1220.

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Abstract:
La complessa patologia ossea dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica è oggi definita Chronic Kidney Disease-Mineral and Bone Disorders (CKD-MBD) e comprende quadri patologici differenti tra i quali l'osso adinamico (Adynamic Bone Disease-ABD). Le conseguenze dell'ABD non sono meno invalidanti di quelle che insorgono in corso di iperparatiroidismo secondario. Talvolta le manife-stazioni cliniche di ABD, come le complicanze vertebrali a lungo temine qui descritte, possono avere ripercussioni extrascheletriche tali da richiedere necessariamente un approccio terapeutico neuro-chirurgico invasivo, ma l'esito negativo dell'inter-vento effettuato sulla nostra paziente, per l'insor-genza di un'instabilità secondaria, sottolinea la difficoltà di successo quando si opera selettivamente in una situazione clinica di globale deterioramento del tessuto osseo. A questo proposito potrebbe essere valorizzato l'utilizzo di tecniche chirurgiche meno rigide dell'artrodesi strumentata per compensare la minore elasticità e resistenza dell'osso. Da ciò si desume l'importanza di un attento follow-up clinico del paziente e della necessità di una fattiva collaborazione con altri specialisti (neurologo, neurochirurgo, radiologo) per la prevenzione delle complicanze a lungo termine della patologia ossea del paziente dializzato.
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FARNETI, P., G. MACRÌ, G. GRAMELLINI, M. GHIRELLI, F. TESEI, and E. PASQUINI. "Curva di apprendimento nella scialoendoscopia diagnostica e interventistica per le patologie salivari ostruttive." Acta Otorhinolaryngologica Italica 35, no. 5 (October 2015): 325–31. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-352.

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Abstract:
La scialoendoscopia è un nuovo strumento diagnostico e chirurgico che offre l’opportunità di trattare alcune patologie delle ghiandole salivari con procedure non invasive e con risultati potenzialmente superiori alle precedenti tecniche. Come per tutte le nuove tecniche, per raggiungere rapidamente risultati paragonabili a quelli riportati in letteratura, è indispensabile un corretto programma di formazione che segua una graduale curva di apprendimento. Questo include un appropriato programma diagnostico, una corretta selezione dei pazienti e la conoscenza delle possibili insidie operatorie. Abbiamo eseguito uno studio retrospettivo confrontando le prime 141 procedure (74 parotidee e 67 sottomandibolari) eseguite con questa tecnica nel nostro Dipartimento dal 2009 al 2013 con analoghe esperienze riportate in letteratura. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi: Gruppo A (le prime 49 procedure effettuate), gruppo B (le successive 50), Gruppo C (le ultime 42 procedure effettuate). Fra i tre gruppi non sono state evidenziate differenze statisticamente significative nei tempi medi di durata delle procedure, nella percentuale di ricorrenza della sintomatologia dopo il trattamento, nel numero di pazienti che hanno necessitato di più trattamenti e nell’incidenza di complicanze minori. Non sono state riportate complicanze maggiori. Con l’acquisizione di una maggiore esperienza da parte dei chirurghi si è evidenziato un progressivo calo del numero di interventi eseguiti in anestesia generale rispetto a quelli in anestesia locale (51% vs 18% vs 14%). Solo in tre casi su 130 ghiandole trattate (2.3%) è stato necessario eseguire un’asportazione ghiandolare. Per i calcoli salivari è stato valutato il tipo di tecnica utilizzato per l’estrazione e la percentuale d’insuccesso che era analoga nei tre gruppi (13.6% vs 15% vs 15%). I nostri risultati non differiscono sostanzialmente da quelli riportati in letteratura. Abbiamo risolto la difficoltà iniziale nella cateterizzazione del dotto con esercizi chirurgici su cadavere o su teste di maiale. La mancanza di precisione degli strumenti diagnostici radiologici può essere migliorata autonomizzando il chirurgo nell’esecuzione delle ecografie pre e post-operatorie. Viene infine sottolineata l’opportunità di creare dei centri di scialoendoscopia con un bacino di utenza di circa 1 o 2 milioni di abitanti in modo da concentrare le patologie, far fronte agli elevati costi della strumentazione necessaria e poter guadagnare la necessaria esperienza nelle gestione delle varie tecniche chirurgiche.
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Orzan, E., and E. Ciciriello. "Pianificare su base regionale un programma di intervento audiologico precoce dell’ipoacusia infantile: introduzione a uno studio italiano." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 3–9. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1070.

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Abstract:
Una presa in carico non uniforme, tardiva o inappropriata dei bambini con deficit uditivo aumenta il rischio di sviluppare difficoltà comunicative-comportamentali e psicosociali che possono persistere fino all’adolescenza o all’età adulta. Nel Marzo 2014 il Centro di Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute Italiano ha finanziato il progetto “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit di udito”. Il progetto coinvolge 5 centri di III livello in cui il programma di screening uditivo neonatale è stato approvato dalla regione di appartenenza. Lo scopo principale del progetto è quello di definire e proporre un modello di salute pubblica su base regionale per l’identificazione delle ipoacusie infantili permanenti, la diagnosi e l’intervento. La prima fase del progetto prevede di indagare lo stato dell’arte e di produrre raccomandazioni che possano portare a cambiamenti positivi nell’identificazione, nella diagnosi, nella terapia e nella presa in carico dei bambini con deficit uditivo, tenendo presenti le innovazioni diagnostiche-riabilitative, il sostegno e l’alleanza terapeutica con la famiglia, un approccio interdisciplinare. Le raccomandazioni emerse da questa prima fase rappresenteranno le basi per un sistema regionale di intervento precoce che sia valido, integrato e condiviso da tutte le cinque regioni coinvolte.
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Cegolon, Andrea. "Inclusion/exclusion: an educational challenge." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no. 1 (April 30, 2022): 297–307. http://dx.doi.org/10.36253/form-12664.

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Abstract:
Exclusion/inclusion in education are terms generally referring to situations of hardship in the disabled, individuals with special educational needs or in conditions of marginalization. In the wake of original French sociological research, in-depth reflections have been devoted to this theme. Enriching the pedagogical vocabulary on exclusion is the first step to circumscribe the problem and start positive actions to break down social and educational exclusion barriers. The result is an articulated and linguistically updated picture of the problem if the goal is, as we hope, to use the tools to lower the threshold of indifference in a political and educational line of inclusion and material and cultural redemption. Inclusione/esclusione: una sfida pedagogica. Esclusione/inclusione in pedagogia sono termini generalmente riferiti a situazioni di disagio in portatori di handicap, oppure soggetti con difficoltà di apprendimento (BES), o in condizioni di emarginazione. Arricchire il lessico pedagogico sull’esclusione rappresenta il primo passo per circoscrivere il problema e di qui avviare azioni positive per abbattere gli steccati dell’esclusione sociale ed educativa. A questo tema e sulla scia di originali ricerche di ambito sociologico francese sono state dedicate approfondite riflessioni. Ne è uscito un quadro articolato e linguisticamente aggiornato del problema se l’obiettivo è, come ci si augura, usare gli strumenti per abbassare la soglia dell’indifferenza in una linea politica ed educativa di inclusione e riscatto materiale e culturale.
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Riccardi, Veronica, and Giuseppina Le Rose. "Alunni stranieri e apprendimento dell'italiano: difficoltà e aspettative a partire dagli esiti degli studenti di dieci anni nell'a.s. 2013/2014." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (November 2017): 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/exi2017-001002.

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Di Pietro, Maria Luisa, and Elio Sgreccia. "Etica della responsabilità in oncologia ginecologica." Medicina e Morale 48, no. 6 (December 31, 1999): 1057–71. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1999.787.

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Abstract:
La gestione di una patologia neoplastica della sfera ginecologica rappresenta sempre un momento carico di responsabilità e di tensioni per la paziente e il medico. Alla paura – della pazienza . di avere un cancro e all’incertezza dell’esito delle terapie, si aggiunge anche il dolore di subire una mutilazione in organi considerati basilari per la strutturazione e il riconoscimento della propria identità femminile con le conseguenti incapacità di procreare o difficoltà, nel caso in cui la donna sia gravida, di portare avanti la gravidanza. Le situazioni difficili e conflittuali, con cui la paziente e il medico si dovranno inevitabilmente confrontare, vengono affrontate nella letteratura bioetica con il riferimento al principialismo e, in particolare, al principio del rispetto dell’autonomia e al principio della beneficialità. Ma il riferimento al principialismo più che risolvere acuisce spesso le situazioni di conflittualità, soprattutto in questo caso ove i diritti da tutelare non sono solo e sempre quelli della donna e del medico, ma anche del feto qualora la donna sia in gravidanza. È per questo motivo che gli Autori propongono di far riferimento alla categoria morale della responsabilità, nella quale l’autonomia della paziente e del medico si incontrano con il bene da cui nascono e per cui vivono. Un’etica della responsabilità che nell’ambito della oncologia ginecologica viene chiamata in causa almeno in tre momenti: nella prevenzione, nella scelta terapeutico, nell’assistenza.
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Cristina Mecenero, Maria. "Educazione estetica e politica: l'indirizzo CrEA, una sfida per una scuola multiculturale." EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no. 1 (June 2020): 105–19. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10080.

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Abstract:
L'esperienza di crescere a Milano, in particolare a NoLo, un quartiere di immigrazione che negli ultimi anni si sta caratterizzando grazie a una vivace mobilitazione sociale; una scuola che tenta di rigiocare le sorti di una - quasi scontata - ghettizzazione di alcune classi; l'idea di arte come possibilità formativa e di emancipazione di alunne e alunni e la pratica del Teatro Sociale che invita a riappropriarci dell'intenzionalità politica delle azioni educative e del nostro essere parte di una comunità, ponendosi come frontiera là dove esistono difficoltà individuali e collettive: questi alcuni elementi che fanno da sfondo all'esperienza di un indirizzo scolastico, il CrEA (Creativo-Espressivo-Artistico), preso qui in esame, in una scuola primaria milanese, la "Ciresola". Da anni il cambiamento della popolazione scolastica verso una dimensione sempre più multiculturale ha aperto interrogativi e sollecitato risposte. Mostrare come le scuole possano attivare processi di inclusione, ripensando il rapporto di insegnamento-apprendimento come una dimensione creativa/performativa in sé, è uno degli obiettivi di queste pagine. L'esperienza che si vuole qui presentare è ancora in corso. Essa rilancia l'arte e il teatro come mezzi innovatori che, puntando sull'autorialità del gruppo, si prestano a tradurre nella pratica didattica quotidiana l'idea pedagogica/educativa di una scuola in cui bambine e bambini sono protagonisti del loro apprendere e in cui chi insegna, in alleanza con famiglie e territorio, può contribuire a rigenerare il tessuto sociale della scuola e della città.
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Ciciriello, E., P. Bolzonello, R. Marchi, C. Falzone, E. Muzzi, and E. Orzan. "Rendere competente la famiglia nei primi mesi successivi all’identificazione di una ipoacusia del figlio." Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no. 1 (February 2016): 64–71. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1071.

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Abstract:
Nelle più recenti linee guida internazionali sull’intervento precoce in audiologia pediatrica emerge l’importanza del coinvolgimento della famiglia nel percorso diagnostico- riabilitativo del bambino con deficit uditivo permanente. Questa modalità di approccio costituisce una ricchezza per lo sviluppo dei bambini con deficit uditivo. Vi sono ad oggi poche evidenze del panorama italiano rispetto a questo ambito e rimangono aperte perplessità e difficoltà di gestione pratica. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi di una presa in carico precoce che renda competente la famiglia. Le iniziali fasi della presa in carico devono fornire alle famiglie di bambini con recente diagnosi di ipoacusia permanente le informazioni e/o il sostegno necessario al fine di indurle a compiere la scelta del dispositivo protesico uditivo più idoneo, entro tre mesi dalla diagnosi audiologica. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di esperti ha identificato tre principali raccomandazioni utili per migliorare lo sviluppo comunicativo del bambino attraverso il coinvolgimento della famiglia e il rafforzamento dell’alleanza terapeutica. Queste considerazioni costituiranno il punto di partenza per riflessioni e analisi più dettagliate che potranno dare luce a linee guida e indicazioni specifiche su come buone prassi di presa in carico di bambino con deficit uditivo e famiglia possano inserirsi e concretizzarsi nel reale panorama italiano.
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Bompiani, Adriano. "Economia ed etica nello sviluppo del Sistema sanitario italiano." Medicina e Morale 45, no. 5 (October 31, 1996): 923–34. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.898.

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Abstract:
In italia, come nei Paesi industrializzati dell’Europa occidentale, sono intervenuti notevoli cambiamenti demografici ed epidemiologici (invecchiamento della popolazione e aumento del numero di anziani, riduzione della patologia infettiva e aumento delle malattie degenerative), associati a rilevanti fenomeni sociali (contrazione volontaria della fertilità, progressivo aumento del lavoro extradomestico della donna), ai quali fanno riscontro le aumentate capacità di cura delle malattie acute, lo sviluppo incessante della tecnologia e la crescente richiesta di “godimento di salute” come diritto dell’individuo. Tutto ciò ha portato a concepire nuovi assetti sanitari, mentre è venuto meno il welfare state e stenta ad affermarsi la strategia di promozione della salute mediante la prevenzione. Partendo da queste difficoltà e rendendosi conto del rilievo etico di queste problematiche, poichè è indubbia l’estensione del diritto all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, nell’articolo vengono esaminati i rapporti tra il principio di giustizia, tradotto in pratica dal principio di equità, e l’economia sanitaria. Inoltre, delle diverse questioni affrontate (assistenza sanitaria in generale, l’acquisizione delle risorse per la sanità in Italia e negli altri Paesi europei, la proposta del cosiddetto federalismo in sanità, l’impiego delle risorse e la razionalizzazione economica nella spesa) sono evidenziate anche le implicanze etiche e bioetiche relative alle diverse correnti di pensiero: utilitarismo, individualismo-libertario, egualitarismo e personalismo, e se ne ricava che le concezioni della bioetica personalista sono quelle che più servono da supporto all’etica medica tradizionale, sebbene essa richieda un lavoro di interpretazione dei “parametri economici” caso per caso ed una grande responsabilità da parte di ogni operatore sanitario nel gestire le risorse comuni.
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Galdieri, Michela, and Michele Domenico Todino. "Promote Assistive and AAC technologies during Covid-19." Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no. 3 (December 31, 2021): 215–29. http://dx.doi.org/10.36253/form-10189.

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Abstract:
The Covid-19 health emergency has produced a rethinking of education and training systems based on open and flexible physical spaces and remote communication channels; however, socialization processes and virtual relational exchanges are still possible and at the same time authentic. Moreover, the use of telecommunication technologies augment efforts to find a new way to organize educational spaces when it is not possible to share physical space and virtual spaces must be used. Starting from the role of assistive technologies in European policies, this work presents a case study about the inclusive perspective of corporeality and action in teaching-learning process and described an experience done in a third grade class of a primary school in Rome where a teacher used an eye communicator with GRID3 software and tools of Augmentative Alternative Communication with a student with complex communication needs, main goal of this activity was to create an inclusive and sharing path for each scholar done in distance education. Promuovere le tecnologie assistive e la CAA al tempo del Covid-19. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha sollecitato un ripensamento dei sistemi educativi e formativi quali dimensioni aperte e flessibili in cui formarsi, spazi nei quali i canali di comunicazione a distanza hanno reso possibile processi di socializzazione e scambi relazionali virtuali ma non per questo meno autentici, luoghi della didattica in cui favorire gli apprendimenti mediante l’uso di tecnologie che hanno consentito di raggiungere risultati anche in assenza di condivisione di uno spazio fisico. Il lavoro presenta una riflessione sul ruolo delle tecnologie assistive nelle politiche europee, sul potenziale inclusivo della corporeità e dell’azione nei percorsi di insegnamento-apprendimento e propone la descrizione di un’esperienza svoltasi nella classe terza di una scuola primaria romana dove, in presenza di un’alunna con gravi difficoltà comunicative, la didattica ha previsto l’uso del comunicatore oculare con software GRID3 coniugato alle pratiche e agli strumenti propri della Comunicazione Aumentativa Alternativa, con l’obiettivo di creare un percorso inclusivo e partecipativo per ciascun alunno, seppure a distanza.
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Sharples, M., and B. du Boulay. "Cuore e testa: Il «tutore radiologico» e oltre." Rivista di Neuroradiologia 5, no. 4 (November 1992): 465–71. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500410.

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Abstract:
Il presente lavoro tratta dell'insegnamento dell'interpretazione delle immagini mediche basato sul computer. Esso indica i vantaggi dell'assistenza del computer come metodo per fornire una consulenza sistematica accessibile per l'interpretazione delle immagini mediche, nonchè i problemi dati dalla sostituzione o dall'integrazione della figura dell'insegnante. Esso descrive il prototipo di un sistema di insegnamento relativo alle radiografie al torace ed illustra un progetto attualmente in corso per estendere il sistema alle immagini neurologiche della risonanza magnetica. Insegnare ad interpretare le immagini mediche è molto simile all'insegnamento in altre discipline, come la meteorologia, la botanica e la geologia, nelle quali le informazioni si presentano principalmente come immagini visive. Testi di psicologia dell'insegnamento forniscono chiare indicazioni su come insegnare le immagini visive e molte possono essere applicate all'insegnamento riferito alle immagini mediche. Ma le immagini mediche presentano problemi particolari: la qualità dell'immagine è fortemente influenzata da fattori tecnici come il tempo di esposizione; l'immagine è un'astrazione degradata della struttura fisica; le strutture tridimensionali sono ridotte a modulazioni dell'intensità dell'immagine; caratteristiche anatomiche cruciali possono essere nascoste da altre caratteristiche; e le caratteristiche possono assumere un'ampia gamma di valori in pazienti normali e in quelli con anomalie. Nonostante queste difficoltà non esiste un metodo affermato per insegnare ad esaminare le immagini mediche. Generalmente gli studenti imparano sui libri di testo e la loro esperienza di studio di casi è limitata a brevi incontri con un insegnante e un set di immagini scelte ad hoc. I sistemi di insegnamento basato sul computer offrono una soluzione al problema di fornire una consulenza sistematica accessibile. Essi sono stati sviluppati per altri settori della formazione professionale, come l'elettronica, la diagnosi di malattie infettive ed il controllo di processi industriali. Sono in grado di utilizzare varie strategie di insegnamento e di apprendimento, compresi lo sfogliare rapidamente il testo, l'esplorazione guidata, l'assistenza nello studio di casi e l'insegnamento diretto. Un computer può immagazzinare migliaia di immagini interrelate e collegate ad informazioni relative alle loro caratteristiche e alle patologie ad esse associate. Questo database può essere consultato per tenere una «lezione» costituita da una sequenza studiata di immagini esemplificatrici o per correggere le concezioni errate di uno studente mostrandogli immagini comparate.
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Gómez-Tatay, Lucía, José Miguel Hernández-Andreu, and Justo Aznar. "Verso una proposta eticamente accettabile nella prevenzione delle malattie del DNA mitocondriale / Towards an ethically acceptable proposal in the prevention of mitochondrial DNA-associated diseases." Medicina e Morale 65, no. 1 (September 21, 2016): 9–17. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.425.

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Abstract:
Le malattie dovute alle alterazioni del DNA mitocondriale (mtDNA) sono attualmente incurabili. C’è tuttavia un certo numero di metodi a vari livelli di sviluppo che potrebbe evitare la trasmissione madre-figlio di questi disturbi ereditari. Tra questi metodi ci sono due tecniche che sono attualmente attirando l’attenzione di ricercatori, decisori e pazienti: il trasferimento pronucleare (PNT) e il trasferimento del fuso materno (MST). Questi metodi comportano l’uso di mitocondri sani da un donatore. PNT ha luogo in uno zigote, mentre nell’MST, le cellule uovo sono manipolate. Questi metodi sono molto promettenti, in quanto sembrano essere efficaci e sicuri, e infatti, potranno presto essere utilizzati nella pratica clinica nel Regno Unito, dove sono già state elaborate alcune misure legislative. Tuttavia, queste tecniche, come sono concepite oggi, sollevano diverse questioni etiche. In questo articolo, proponiamo una possibile soluzione per superare questi problemi, dando alle famiglie colpite la possibilità di concepire bambini sani. Noi crediamo che, allo stadio attuale di sviluppo, ci sono due tecniche, la MST e il Trasferimento di Vescicola Germinale o l’Iniezione di Vescicola Germinale (GVT o GVI), che combinati con una tecnica di riproduzione, come il trasferimento nelle tube di Falloppio di gameti (GIFT) o il trasferimento della cellula uovo nella parte prossimale della tuba di Falloppio (LTOT), potrebbe essere ampiamente accettati. Al contrario, il PNT senza fornire alcun beneficio in termini di efficacia o sicurezza, comporta ulteriori gravi difficoltà da un punto di vista etico. A nostro parere, la ricerca e la legislazione devono seguire questa linea, dal momento che numerose questioni etiche verrebbero superate senza compromettere efficacia e sicurezza. ---------- Diseases due to alterations in mitochondrial DNA (mtDNA) are currently incurable. However, there are a number of methods in various stages of development that could avoid mother-child transmission of these hereditary disorders. Among them are two techniques that are currently attracting the attention of researchers, policymakers and patients: pronuclear transfer (PNT) and maternal spindle transfer (MST). These methods involve use of healthy mitochondrial from a donor. PNT takes place in a zygote, whereas in MST egg are manipulated. These methods are highly promising, since they seem to be effective and safe, and in fact, they could soon be used in clinical practice in the UK, where legislative steps have already been taken. Nevertheless, these techniques, as they are conceived today, pose several ethical issues. In this paper, we propose a possible solution to overcome these issues, while giving affected families the possibility of conceiving healthy children. We believe that, at the current stage of development, there are two techniques, MST and Germinal Vesicle Transfer or Germinal Vesicle Injection (GVT or GVI), which combined with a reproduction technique such as gamete intra-fallopian transfer (GIFT) or low tubal oocyte transfer (LTOT), could be widely accepted. In contrast, the PNT without providing any benefit to these in terms of efficacy or safety, entails more serious ethical difficulties. In our opinion, research and legislation must be conducted in this line, since several ethical issues would be overcome without compromising effectivity and safety.
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Borro, Ilaria, and Silvia Scolaro. "Optimal and appropriate input in a second language: The potential of (modified-)elaborated input in distance and classroom learning." Ripensare l’insegnamento delle lingue straniere a partire dall’esperienza della didattica a distanza 8, no. 2 (November 30, 2021): 53–69. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.14.246.

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Abstract:
Instructors’ difficulties in judging whether linguistic material is suitable for their students' level seem to have been aggravated during the pandemic (Conti, 2021). In this situation, there is the risk of exposing learners to inappropriate input, which can be detrimental to language acquisition. The proposed solution, (modified-)elaborated input, is designed to increase comprehensibility without sacrificing the richness of authentic input, which is crucial for language acquisition (Long, 2015; 2020; O’Donnel, 2009; Yano, Long, & Ross, 1994). The features of elaborated input make its application beneficial in any kind of language course. In addition, in the context of online teaching, elaborated input can be a powerful tool to deal with the issue of input appropriateness. This work analyzes the theoretical underpinnings of elaborated and modified-elaborated input while providing a review of the existing empirical data supporting its effectiveness. Key words: INPUT APPROPRIATENESS, ELABORATED INPUT, MODIFIED-ELABORATED INPUT, DISTANCE LEARNING Durante la pandemia se ha hecho más difícil para el profesorado valorar si el material lingüístico propuesto es adecuado para el nivel de su alumnado (Conti, 2021). En esta situación, existe el riesgo de que el alumnado esté expuesto a input inapropiado, lo cual puede resultar perjudicial para la adquisición del idioma. La solución propuesta, input elaborado (modificado), está diseñada para aumentar la comprensibilidad sin sacrificar la riqueza del input auténtico, que es crucial para la adquisición del idioma (Long, 2015; 2020; O'Donnel, 2009; Yano, Long y Ross, 1994). Las características del input elaborado hacen que su aplicación sea útil en cualquier tipo de curso de idiomas. Además, en el contexto de la enseñanza virtual, el input elaborado puede ser un instrumento eficaz para tratar el problema de la adecuación del input. Este trabajo analiza los fundamentos teóricos del input elaborado y modificado-elaborado al tiempo que ofrece una revisión de los datos empíricos existentes que respaldan su efectividad. Palabras claves: ADECUACIÓN DEL INPUT, INPUT ELABORADO, INPUT MODIFICADO-ELABORADO, APRENDIZAJE VIRTUAL Durante la pandemia sono aumentate le difficoltà dei docenti nel giudicare l’adeguatezza materiale linguistico per il livello di competenza degli studenti (Conti, 2021). In questa situazione sussiste il rischio di esporre gli apprendenti a input inappropriato, che può compromettere l’acquisizione linguistica. La soluzione proposta è l’input (modificato-)elaborato, concepito per aumentare la comprensibilità senza sacrificare la ricchezza propria dell’input autentico, fattore cruciale per l’acquisizione linguistica (Long, 2015, 2020; O’Donnel, 2009; Yano, Long, & Ross, 1994). Le caratteristiche dell’input elaborato rendono la sua applicazione auspicabile in qualsiasi corso di lingua. Inoltre, nel contesto dell’insegnamento a distanza, l’input elaborato può essere uno strumento efficace per far fronte ai problemi di appropriatezza dell’input. Il presente lavoro analizza le basi teoriche dell’input elaborato e dell’input modificato-elaborato fornendo allo stesso tempo una revisione dei dati empirici che ne supportano l’efficacia. Parole chiave: APPROPRIATEZZA DELL’INPUT, INPUT ELABORATO, INPUT MODIFICATO, APPRENDIMENTO A DISTANZA
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OLIVEIRA, Renata Tognon Rinco, and Andressa Giarola ALVES. "Desafios e barreiras ao aplicar as TIC’s no processo de ensino e aprendizagem." INTERRITÓRIOS 6, no. 10 (April 14, 2020): 313. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244911.

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RESUMOO presente trabalho de pesquisa tem como tema o uso das novas Tecnologias de Informação e Comunicação no contexto do que chamamos de Ensino Regular. Algumas ideias e pensamentos foram discutidos quanto ao uso das ferramentas tecnológicas, quais as principais dificuldades encontradas pelos professores na utilização, qualidade e a quantidade dos recursos repassados para as escolas e também analisamos quais os desafios enfrentados pelos profissionais da educação em relação ao uso da tecnologia através de uma pesquisa de campo realizada com educadores de escolas municipais e estaduais da cidade de Cláudio estado de Minas Gerais. Proporcionando reflexões e discussões sobre a aceitação e o domínio dos profissionais da educação quanto ao uso das novas tecnologias educacionais. Para finalizar o trabalho foi possível entender que as novas tecnologias estão presentes no contexto escolar com intuito de auxiliar a aprendizagem. Novas Tecnologias. Resistência. Ensino e Aprendizagem. Challenges and barriers when applying ICT’s in the teaching and learning process ABSTRACTThis research has as its theme the use of new Information and Communication Technologies in the context of what we call Regular Education. Some ideas and thoughts were discussed about the use of technological tools, what are the main difficulties teachers find in using, quality and the amount of resources passed on to schools and we also analyzed what are the challenges faced by education professionals regarding the use of technology. through a field research conducted with educators of municipal and state schools of the city of Cláudio state of Minas Gerais. Providing reflections and discussions about the acceptance and mastery of education professionals regarding the use of new educational technologies. To finish the work it was possible to understand that the new technologies are present in the school context in order to help the learning. New Technologies. Resistance. Teaching and Learning. Desafíos y barreras al aplicar las TIC en el proceso de enseñanza y aprendizajeRESUMENEste trabajo de investigación tiene como tema el uso de nuevas tecnologías de información y comunicación en el contexto de lo que llamamos Enseñanza Regular. Se discutieron algunas ideas y pensamientos sobre el uso de herramientas tecnológicas, cuáles son las principales dificultades que enfrentan los docentes en el uso, la calidad y la cantidad de recursos transferidos a las escuelas y también analizamos cuáles son los desafíos que enfrentan los profesionales de la educación en relación con el uso de la tecnología a través de una investigación de campo realizada con educadores de escuelas municipales y estatales en la ciudad de Cláudio, provincia de Minas Gerais. Brindando reflexiones y debates sobre la aceptación y el dominio de los profesionales de la educación sobre el uso de las nuevas tecnologías educativas. Para concluir el trabajo, fue posible comprender que las nuevas tecnologías están presentes en el contexto escolar para facilitar el aprendizaje. Nuevas tecnologías. Resistencia. Enseñanza y aprendizaje. Sfide e ostacoli nell'applicazione delle TIC nel processo di insegnamento e apprendimento SINTESEQuesto lavoro di ricerca ha come tema l'uso di nuove tecnologie di informazione e comunicazione nel contesto di ciò che chiamiamo insegnamento regolare. Sono state discusse alcune idee e riflessioni sull'uso degli strumenti tecnologici, quali sono le principali difficoltà che gli insegnanti affrontano nell'uso, nella qualità e nella quantità delle risorse trasferite nelle scuole e analizziamo anche quali sono le sfide che i professionisti devono affrontare nel educazione in relazione all'uso della tecnologia attraverso un'indagine sul campo condotta con educatori delle scuole comunali e statali della città di Cláudio, provincia di Minas Gerais. Fornire riflessioni e dibattiti sull'accettazione e la padronanza dei professionisti dell'educazione sull'uso delle nuove tecnologie educative. Per concludere il lavoro, è stato possibile capire che le nuove tecnologie sono presenti nel contesto scolastico per facilitare l'apprendimento. Nuove tecnologie. Resistenza. Insegnare e impare.
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Monaci, Massimiliano. "L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali." STUDI ORGANIZZATIVI, no. 2 (April 2013): 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Guendalina Peconio, Federica Doronzo, and Piergiorgio Guarini. "Ambienti di apprendimento transmediali inclusivi: gli effetti della DaD sugli studenti con DSA e BES." IUL Research 2, no. 3 (July 17, 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.100.

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Il presente contributo mira a indagare le percezioni e gli effetti che la Didattica a Distanza ha prodotto sugli individui con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e Bisogni Educativi Speciali (BES). Durante l’ultimo anno, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha promosso una rimodulazione repentina delle metodologie didattiche e degli ambienti di apprendimento verso l’ubiquitous learning. Tuttavia, già da diversi anni, si avvertiva l’impellente necessità di innovare il fare pedagogico attraverso l’applicazione di nuove tecnologie inclusive e l’accomodamento della didattica al funzionamento cerebrale del singolo alunno. A tal fine, si riflette sulla prevenzione delle difficoltà cognitive e si evidenziano le statistiche scolastiche, riferite all’a.s. 2019/2020, circa le misure compensative adottate per fronteggiare i DSA e BES.
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Duarte, Solange De Souza, and Márcio Wendel Santana Coêlho. "Difficoltà di apprendimento nella disciplina della lingua inglese e il suo rapporto con l'ambiente familiare presso il Collegio statale di San Paolo." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, March 11, 2020, 159–76. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/disciplina-della-lingua-inglese.

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Abstract:
Questo studio ha il seguente scopo di discutere, da una revisione della letteratura, la difficoltà di apprendimento in relazione al corso di lingua inglese tenuto presso il San Vicente de Paulo State College, in Bom Jesus da Lapa – BA. Lo scopo di questo articolo è quello di verificare quali sono le difficoltà di apprendimento, identificare e segnalare i problemi incontrati nell’insegnamento della lingua inglese e verificare se gli insegnanti cercano di superare le difficoltà di apprendimento. Il presente studio si allinea con la quantitava e l’approccio qualitativo, basato sull’analisi di un caso di studio. Così, sono stati applicati colloqui per analizzare le difficoltà di apprendimento e i dati sono stati raccolti dalle risposte di insegnanti, studenti e familiari. I risultati hanno mostrato che la soluzione per risolvere le difficoltà di apprendimento nella disciplina della lingua inglese consiste nell’adottare strategie di lettura e scrittura a scuola, nonché lo sviluppo di attività a scuola o a casa alla ricerca di modi che favoriscano l’apprendimento in modo autonomo e critico per superare le difficoltà.
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"IL BILINGUISMO TARDIVO: IL CASO DELLE “BADANTI’’." Studia Polensia 02, no. 02 (November 18, 2013): 63–73. http://dx.doi.org/10.32728/studpol/2013.02.02.04.

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Abstract:
Se gli esseri umani sono ‘‘programmati’’ per l’acquisizione di una lingua, possiamo dedurre che siamo programmati anche per acquisirne più di una. È risaputo che l’età in cui viene introdotta la seconda lingua ha effetti importanti sullo sviluppo e sul funzionamento del cervello, sul modo in cui questo gestisce gli stimoli linguistici e semiotici. Sull’assunto che ipotizza la possibilità per tutti di diventare facilmente bilingui, la presente ricerca cercherà di constatare il livello di apprendimento di una lingua in età adulta. Si analizzerà il linguaggio di sei parlanti bilingui in età adulta, badanti presso persone anziane in Italia. Di seguito si spiegheranno le difficoltà linguistiche che i soggetti incontrano e il grado di bilinguismo raggiunto con alcune riflessioni comparative e conclusive.
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Torres, Carine Correa, Lucas Facco, Amanda Alves Fecury, Maria Helena Mendonça de Araújo, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Keulle Oliveira da Souza, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Numero di casi di influenza pandemica in Brasile nel 2009 e nel 2010." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 2, 2020, 81–92. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/casi-di-influenza.

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L’influenza pandemica è una malattia infettiva estremamente trasmissibile. I sintomi principali che un individuo può sviluppare sono: tosse, mal di gola, naso che cola, febbre e difficoltà a respirare. L’obiettivo di questo lavoro era mostrare il numero di casi di influenza pandemica in Brasile negli anni 2009 e 2010. Ricerca svolta nella banca dati del Dipartimento di Informatica del Sistema Sanitario Unificato del Brasile – DATASUS (http://datasus.saude.gov.br/). Il virus influenzale ha come caratteristica la sua estrema trasmissibilità, un fattore che ha contribuito all’alto numero di infetti. Nel 2010 è stata rilevata una riduzione numerica dei casi, probabilmente a causa dell’espansione delle conoscenze della popolazione sulla prevenzione e la conoscenza della malattia e delle sue implicazioni organiche. È stato osservato che, nel 2009 e nel 2010, ci sono stati più casi di influenza pandemica tra le femmine (principalmente nelle donne in età fertile, in gravidanza o meno), in Brasile e di conseguenza un numero maggiore di decessi. Rispetto al 2009, nel 2010 ci sono stati più casi in cui il paziente si è evoluto positivamente, raggiungendo l’esito della cura.
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Serebrovska, Zoya, and Maria Luisa Di Pietro. "La sindrome da iperstimolazione ovarica: tra clinica ed etica." Medicina e Morale 55, no. 2 (April 30, 2006). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2006.363.

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La sindrome da iperstimolazione ovarica è la complicanza più seria dell’induzione dell’ovulazione, a cui si ricorre in presenza di insufficienza dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio o nei protocolli di fecondazione artificiale. Si tratta di una malattia tipicamente iatrogena, che comprende una serie di disfunzioni e varia da una forma benigna ad una condizione estremamente grave fino alla morte della donna. A fronte della difficoltà di interpretare i meccanismi eziopatogenetici responsabili e di attuare una reale prevenzione, sono stati proposti diversi accorgimenti. D’altra parte, in quanto malattia iatrogena, la sindrome da iperstimolazione ovarica pone in modo forte l’interrogativo sulla doverosità di tale prevenzione, anche se appare necessaria una riflessione molto più ampia proprio sulle giustificazioni e sui limiti della cosiddetta “medicina della riproduzione”. ---------- Ovarian hyperstimulation syndrome (OHSS) is the most serious complication of the induction of ovulation during the treatment of hypothalamus-hypophysis- ovary insufficiency or under the protocols of artificial fertilization. OHSS is a tipically iatrogenic disease, which contains different dysfunctions and varies from very soft forms to extremely grave conditions and even to death of woman. The mechanisms of the aetiology and pathogenesis of OHSS is still very unclear and there are serious problems of prevention. Because of iatrogenic origin of the syndrome, the question of necessity of prevention becomes even more urgent, and occupies an important place in the very large discussion about the justifications and the limits of so called “medicine of reproduction”.
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Fattorini, Riccardo, and Gisella Paoletti. "Diari di apprendimento e learning analytics, strumenti integrabili per capire i processi di studio? Giudizi di difficoltà e tracciamento delle attività online." Qwerty - Open and Interdisciplinary Journal of Technology, Culture and Education 16, no. 1 (June 2021). http://dx.doi.org/10.30557/qw000038.

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Santana, Andriele Morais de, Aurélia Emilia de Paula Fernandes, Érica Fernanda Reis de Matos, and Magna Oliveira Sant'ana. "L’inclusione di studenti con disturbo dello spettro autistico nella scuola regola." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, December 5, 2020, 159–73. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/scuola-regola.

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Abstract:
Questo articolo discute un’analisi del processo di inclusione di uno studente con disturbo dello spettro autistico (ASD) in una scuola regolare privata. In questo senso, l’obiettivo è quello di comprendere le sfide e le possibilità intorno all’inclusione scolastica degli studenti con ASD dalla seguente domanda che è partita dal problema che evidenzia l’impasse di esperienze inclusive nello spazio scolastico: in che modo la scuola migliora le pratiche inclusive durante il processo di insegnamento-apprendimento degli studenti con disabilità, in particolare con ASD? Pertanto, evidenzia un approccio bibliografico incentrato sulla comprensione dell’autismo e delle sue caratteristiche, nonché sulle difficoltà di interazione e socializzazione nell’ambiente scolastico. Alla luce di ciò, è stato analizzato attraverso alcune osservazioni e dialoghi tenuti nell’istituzione, le possibilità sviluppate per includere quando si comprende la necessità espressa al fine di contribuire a superare questa sfida. Nel corso dello studio, alcuni interventi sono stati eseguiti durante le osservazioni nella sala regolare e nella sala risorse multifunzionale durante l’assistenza educativa specializzata, con l’obiettivo di sperimentare azioni inclusive a scuola attraverso le sfide derivanti da questa richiesta diretta al rispetto e alla valorizzazione della diversità umana. Pertanto, è necessario apportare continui adattamenti nell’istituto di istruzione al fine di consentire lo sviluppo dei bambini con ASD, valorizzandone le potenzialità.
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Pergola, Rocco Filipponeri, and Costanza Rosati. "La scuola come luogo per una ‘clinica del sociale’ (PolisAnalisi)." Ricerca Psicoanalitica 33, no. 1 (April 28, 2022). http://dx.doi.org/10.4081/rp.2022.606.

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La scuola è rimasto l’unico incubatore di capitale semiotico - risorse di significato - e rigeneratore di capitale sociale. Perciò compito dell’insegnante-educatore è primariamente ‘insegnare a vivere’, ossia permettere a ciascuno di sviluppare la conoscenza di sé stesso e il legame con gli altri - gli altri dentro di sé e gli altri fuori di sé; preparare ad affrontare le molteplici incertezze e difficoltà dell’esistenza, facendo fronte al senso d’impotenza radicale e d’indefinibilità del sé che vive il ‘bambino sovrano’ ora cresciuto. Centrale sarà una rieducazione ai limiti, alla mentalizzazione, alla cura dello spazio di convivenza comune. A tal fine anche il processo di apprendimento-insegnamento va interpretato come qualcosa riguardante anzitutto le dinamiche emotivo-affettive, in gran parte inconsce, che configurano la rete gruppale di relazioni tra tutti gli attori del teatro scolastico: transfert, controtransfert, collusioni, il gruppoclasse come mente unica, l’istituzione, la specifica cultura di ogni scuola. Il docente potrà ritrovare nella propria stessa mente il suo principale strumento di lavoro, a patto che abbia spazi e tempi per coscientizzare e metabolizzare quanto si agita in sé stesso a livello inconscio attraverso opportune metodologie gruppali - Balint e Psicodramma. L’allievo, dal canto suo, andrà aiutato a transitare da una cultura dell’adempimento al sentirsi ‘cliente’ che vive la scuola come tempo per coltivare sé stesso e implementare Beni Relazionali, quali reciprocità, cooperazione e fiducia. Si tratta di operare un vero e proprio atto di ‘clinica del sociale’.
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Ribeiro, Edivan Charlton do Nascimento, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, and Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. "Abilità elevate nell'EPT e nell'insegnamento regolare: una rassegna degli ultimi cinque anni." Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, January 18, 2022, 111–30. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/abilita-elevate-nellept.

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L’inclusione scolastica è un movimento che cerca di raggiungere le persone che si trovano al di fuori del contesto scolastico a causa della loro diversa condizione. Il termine “bisogni speciali” è ampio e coinvolge molti fattori. Secondo la normativa, è applicabile a qualsiasi essere umano che presenti una menomazione fisica, mentale, intellettuale e/o sensoriale, impedendo la sua partecipazione alla vita quotidiana e scolastica. Il concetto di “Abilità elevate/Plusdotazione ” è ancora discutibile. La più attuale, adottata dalla nostra normativa, si riferisce alla prestazione del soggetto nella propria area di interesse, dimostrando capacità superiori alla media. L’obiettivo di questo lavoro era quello di rivedere la letteratura sulle abilità elevate nell’EPT e sull’insegnamento regolare presente nelle pubblicazioni negli ultimi cinque anni. Tra il 2017 e il 2021 è stata effettuata una revisione bibliografica sulle abilità elevate/plusdotazione, in portoghese, in banche dati di ricerca come Scientific Electronic Library Online – SciELO e Google Scholar. L’inclusione è un processo che richiede un cambiamento di atteggiamento nei confronti delle persone che sono considerato diverso. Nell’istruzione, questo movimento inizia a guadagnare terreno nelle scuole e l’istruzione inclusiva diventa lentamente una realtà. In questo contesto, le persone con indicatori AH/SD[6] soffrono degli stessi problemi, con l’aggravante di essere considerati studenti senza difficoltà di apprendimento (e con facilità). Il processo di insegnamento deve adattare processi, materiali e una formazione adeguata per tutti gli insegnanti. Nell’Istruzione Professionale, i problemi relativi all’identificazione e alla frequenza di questo pubblico sembrano essere simili a quelli della scuola normale e altre modalità di insegnamento.
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Farí, Margherita, Maurizio Mercuri, and Alessandro Scalise. "La continuità assistenziale nella gestione delle lesioni da pressione: un opuscolo informativo per la collaborazione ospedale-territorio." Italian Journal of Wound Care 5, no. 1 (March 17, 2021). http://dx.doi.org/10.4081/ijwc.2021.65.

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Il progetto consiste nella creazione di un opuscolo informativo, all’interno del quale sono spiegate le principali informazioni relative la gestione del paziente portatore di Lesioni da Pressione. Le nozioni espresse sono alla base del percorso terapeutico, in quando sono indirizzate a lettori non esperti nel campo delle medicazioni difficili. Viste le esigenze del pubblico di assistere a questa tipologia di pazienti, in molti casi in maniera autonoma per quanto riguarda la medicazione vera e proprio, si è ritenuto necessario fornire del materiale per aumentare le conoscenze dei caregiver informali. Lo scopo ultimo è proprio quello di fornire un metodo semplice e sicuro di apprendimento per i cittadini che si occupano della gestione del paziente e delle relative medicazioni; considerando sempre un affiancamento da parte di professionisti. Gli obiettivi che ci si pone con il progetto sono: valutare e visualizzare quelli che sono gli aspetti importanti per i soggetti aventi Lesioni da Pressione, questo comprende la definizione, prevenzione, classificazione e trattamento; l’importanza della continuità assistenziale per questa tipologia di paziente; informare il cittadino su cosa sono le lesioni da pressione (quali sono le accortezze quotidiane da dover attuare per evitare il peggioramento o lo stallo della condizione) ed infine il trattamento vero e proprio tramite l’insegnamento delle medicazioni difficili e della loro applicazione in base ai diversi casi (essendo un argomento vasto e materia di specializzazione in ambito infermieristico si tratterà in maniera semplificata in modo da dare informazioni basilari ma utili). Per la creazione dell’opuscolo è stata effettuata una revisione della letteratura che vede la consultazione di due linee guida, undici articoli e due testi.
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Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta, and Elena Mosa. "Quando la webcam è accesa e la testa spenta. Strategie per una didattica attiva in DAD e DDI." IUL Research 2, no. 3 (July 17, 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.126.

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Abstract:
La crisi sanitaria generata dalla pandemia sta avendo un impatto profondo e trasformativo sugli assetti globali in ogni settore dell’organizzazione sociale. Il settore dell’istruzione è stato tra quelli più duramente colpiti dal lockdown generalizzato e dalle varie chiusure totali o parziali che si sono susseguite a livello regionale. Le principali problematiche iniziali sono state connesse al digital divide e all’enorme difficoltà, da parte delle scuole, di includere gli studenti più fragili in una situazione di Didattica a Distanza o di Didattica Digitale Integrata. Un ulteriore aspetto critico è emerso in relazione al totale spaesamento di gran parte del personale docente di fronte ad una situazione inedita per la scuola sul panorama mondiale che ha disorientato anche quei docenti che erano già soliti lavorare con le tecnologie a scuola. I dati della prima indagine condotta da Indire durante il lockdown (periodo marzo-giugno 2020, Report pubblicati a luglio e dicembre 2020) confermano queste difficoltà evidenziando che nella maggior parte dei casi, la didattica a distanza si è tradotta in “lezione frontale a distanza”, come nella fase “Substitution”, del modello SAMR di R. Puentedura (2006). I Movimenti di Indire delle Avanguardie educative e delle Piccole Scuole, insieme ad eTwinning, hanno tenuto oltre 200 webinar per le scuole in difficoltà al fine di condividere l’applicazione virtuosa di metodologie didattiche attive quali il Debate, la Flipped Classroom, Making Learning and Thinking Visible o il Digital storytelling. Il Debate consente agli studenti un lavoro che ben si adatta al lavoro in autonomia e in gruppo da remoto. Consiste nel confronto regolamentato tra due o più squadre che sostengono posizioni diverse rispetto ad un tema. La preparazione al Debate, che ha uno specifico protocollo, prevede di realizzare laboratori di ricerca sulle fonti, reperendo esempi, dati ed evidenze per sostenere la propria tesi. Questo lavoro può essere svolto inizialmente in maniera individuale e poi nel piccolo gruppo, all’interno del quale la squadra (PRO o CONTRO) mette a punto la propria strategia argomentativa. La condivisione di fonti, strategie, tecniche di public speaking può senz’altro essere realizzata anche a distanza, attraverso l’uso di piattaforme che aiutano a strutturare le informazioni, così come a realizzare la performance vera e propria. La Flipped è un altro esempio di metodologia che consente una diversa strutturazione del lavoro, che alterna momenti in presenza (in classe) o in sincrono (in DAD) e momenti in asincrono, individuale o in gruppo. Il docente, organizzando dei veri e propri “learning cycles”, può ripensare i tempi della lezione dedicati all’attivazione delle conoscenze, alla costruzione di artefatti o alla problematizzazione di quanto elaborato ibridando momenti di didattica sincrona/asincrona e in presenza/in remoto. Dalla combinazione di queste modalità possiamo avere diverse configurazioni che potrebbero ulteriormente avvalersi anche di gruppi di studenti appartenenti a classi diverse (gruppi eterogenei per età, classi parallele, ecc.). Con MLTV, invece, abbiamo l’utilizzo di particolari protocolli che stimolano il group learning e aiutano ad appropriarsi di particolari forme di pensiero profondo, come le Thinking Routine, ottimi dispositivi per imparare a partire dalle idee e dal pensiero degli altri, anche a distanza. Inoltre, grazie alla documentazione educativa come chiave di valutazione formativa, offre importanti elementi per la fornitura di feedback efficaci agli studenti. Infine, il lavoro sul curricolo, riorganizzando i nuclei fondanti delle discipline in forma di storytelling, offre una modalità di ricucire i saperi attraverso la lente della scrittura creativa. Tali metodologie hanno contribuito ad un ripensamento delle pratiche di insegnamento/apprendimento e valutazione e hanno restituito quella centralità dello studente che mai, come adesso, era necessaria per tenere acceso l’interesse (oltre che la webcam!). Nell’articolo verranno esemplificate alcune buone pratiche di applicazione di queste metodologie.
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Spagnolo, Antonio G., and Viviana Daloiso. "Oltre il visibile Le nanotecnologie e la nanomedicina: definizioni e problematiche bioetiche." Medicina e Morale 57, no. 3 (June 30, 2008). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2008.280.

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Abstract:
Il presente articolo intende inquadrare e definire le implicazioni etiche riguardanti l’applicazione biomedica delle nanotecnologie, attraverso la valutazione dello stato dell’arte. Le nanotecnologie, espressione dell’abilità umana di manipolare la materia su scala atomico/molecolare, si presentano come uno strumento in grado di modificare la ricerca scientifica e la medicina in maniera radicale. Dibattiti ad ogni livello hanno sottolineato la difficoltà di darne una definizione chiara ed univoca, a causa della convergenza di più ambiti del sapere in esse coinvolti. Nonostante le nanotecnologie siano già presenti nelle scienze computeristiche e nell’elettronica, è in ambito medico-sanitario che si prospettano le applicazioni più entusiasmanti: strumenti di diagnosi e somministrazione di farmaci meno invasivi e più efficaci. Queste tecnologie si presentano infatti allo stesso tempo come terapie ma anche come strumenti di prevenzione unici. Le stesse caratteristiche che rendono singolare l’impiego delle nanotecnologie in medicina, suggeriscono altresì precauzioni: da una parte infatti la di mensione piccolissima (atomico-molecolare) delle nanoparticelle facilita il loro ingresso nell’organismo umano, oltrepassando le difese naturali dell’organismo, agevolando una distribuzione dei farmaci altamente mirata. Dall’altra parte queste stesse caratteristiche posso rivelarsi dannose per l’organismo umano (interazione tra nanoparticelle e sistema biologico umano, elevato rapporto tra massa e superficie, mobilità). Poiché si tratta di tecnologie in rapida progressione i cui sviluppi non sono facili da predire, i rischi, anche solo quelli potenziali, devono essere accuratamente valutati sia per le applicazioni presenti sia per quelle future. Pertanto inquadrare le implicazioni bioetiche delle nanotecnologie significa comprendere e valutare il loro impatto sulla salute umana. ---------- The aim of this contribution is to outline and define some ethical implications concerning biomedical applications of nanotechnologies. Nanotechnology, expression of the human ability to manipulate matter on a molecular and atomic scale, provide an instrument able to change scientific research and medicine in a radical way. Debate at all levels have pointed out the common difficulty to give a clear and univocal definition of nanotechnologies, due to the convergence of technologies there involved. Although these technologies have already been implemented in electronics or computer science, the most useful ones are foreseen to be in new approaches for research purposes and medicine, providing diagnosis and drug delivery with no invasive methods involved. These technology, in fact, look like therapy but they also represent unique prevention tools. The very same characteristics that make nanomaterial useful in medicine, suggest some precaution: o one hand, thanks to their small size (atomic dimension) nanoparticles can enter cells in the organisms, avoiding natural defenses and move to organs and tissues allowing a target distribution of drugs. On the other hand, these technologies can turn to be harmful to humans (interaction between nanoparticles and the biological human system, high surface- to-mass relation, mobility). Because we are dealing with a rapidly developing technology, where most of the effects are still hard to foresee, potential risks must be considered for both current and future applications. So far, outlining ethical issues means understanding the impact of these technologies on human health.
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